KARMA E KRIYA YOGA
LE AZIONI CHE PURIFICANO
La radice sanscrita “ KR “ , comune ad entrambi le parole Karma e Kriya , significa : azione ! Ma trattasi di una azione molto particolare , e cioè di una “ azione rituale “ ; infatti nelle tradizioni religiose di Oriente ed Occidente l’azione vera è soltanto quella “ rituale “ e tutte le azioni che si pongono fuori da questo contesto sacro , sono ritenute “ opere morte “ , in quanto nate ed esiperite in un ambito solo profano .
La differenza sostanziale dei due tipi di azione ( rituale e profana ) è costituita dal fatto che mentre le prime ( azioni rituali ) sono “vivificanti” , le seconde ( azioni profane ) sono “ de-vitalizzanti “ in ordine alla vita spirituale .
“ RITA “ , in sanscrito , indica l’ordine cosmico , l’equilibrio , in presenza del quale l’uomo arricchisce spiritualmente il suo “ KARMAN “ (destino) e può condurre una vita ordinata e serena …. Però , ahimè , l’uomo soggetto ad attaccamenti egoistici e “ virus emozionali “ anti-spirituali , spesso cade nelle maglie di “ AVIDYA “ ( ignoranza spirituale) mettendosi a praticare azioni “ adarmiche “ ( peccaminose ) facendogli perdere la “ retta via “ e lasciandolo ben presto in una “selva oscura“ , per uscire dalla quale il tapino dovrà ricorrere all’ausilio delle azioni che purificano e cioè : Karma e Kriya , la prima azione “esteriore” , la seconda azione “interiore” , azioni “ rituali “ , che permettono la “ re-instaurazione “ dell’ordine cosmico andato smarrito a seguito del peccato , da non intendersi quest’ultimo come una semplice contravvenzione ad una norma morale , quanto piùttosto al significato della parola greca “ AMARTIA “ , che indica letteralmente “MANCARE IL BERSAGLIO” , cioè il rischio per l’uomo di mancare la sua “ autorealizzazione “ , cioè la sua “ divinizzazione “ a causa della ignoranza spirituale , passando quindi da essere puramente “biologico” , ad essere “ ontologico “ , cioè : DIVINO !
“ IL TIRO CON L’ARCO E LO ZEN “ descrive questa realizzazione con la rappresentazione simbolica dell’arciere , della freccia e del centro , che diventano “UNO” ; infatti l’autorealizzazione è caratterizzata dal passaggio del “ molteplice “ , in cui l’uomo è caduto, all”UNO” senza secondo , acquisendo così una visione “ NON DUALE “ (advaita) dell’esistenza e realizzando di fatto la tanto agognata “COINCIDENTIA OPPOSITORUM “ degli antichi alchimisti sempre alla ricerca della miracolosa “ cosa unica “ , che potesse rendere possibile questa “ ri-unificazione “ .
Anche la “ MESSA “ cristiana s’inscrive nel contesto dell’azione
Rituale ; infatti il “ rito “ , attraverso i gesti sacri ( mudra ) , le parole di consacrazione del sacerdote , “ ri-attualizza “ il “ memoriale “ ( incarnazione , passione , morte e risurrezione di Cristo ) “transustanziando” il pane ed il vino , nel corpo e sangue di Cristo , che con il suo “ sacrificio “ ( sacrum facere = rendere sacro ) ha reso possibile il “ ri-stabilimento “ dell’ordine cosmico , destabilizzato dall’uomo che si era allontanato dal suo “ bersaglio divino “ !
Il dramma di questa “ scissura “ cosmica è ben sintetizzato sa S. Agostino : < Tu eri con me , ma io non ero con te > e ancora < il mio cuore è inquieto finchè non riposa in te ! > ; infatti quando ci si allontana dal “ centro” divino , l’uomo diviene preda dell’inquietudine e questa si “ ri-perquote “ nella mente e si somatizza nel corpo , attraverso nevrosi , stress , sfociando poi nelle tante patologie del nostro tempo …ansia , attacchi di panico , depressione , e da ultimo anche nel cancro ; infatti il biologico , staccato dall’ontologico , è destinato alla morte…è per questo motivo che Gesù dice : < Se non vi convertirete , perirete tutti > , perché se la natura biologica umana non viene “re-integrata” nella natura ontologica divina , è inevitabilmente destinata alla distruzione , in quanto si nutre solo di opere morte .
Nel libro biblico del Levitico , sono riportate tutte le istruzioni che Dio dà all’uomo per la “ costruzione “ del tempio , le misure , gli arredi , la stoffa della “ tenda “ , che deve custodire l”arca” ( corpo ) contenente i “ rotoli della legge “ , il vestito del sacerdote , le parole e i gesti sacri (Karman) , gli strumenti liturgici da utilizzare , incensieri , suoni , canti…ecc…ecc… tutto ciò al fine di assicurare la corretta esecuzione del rito , una liturgia viva e vibrante , che assicura il ritorno della divinità nella “ tenda “ , nel tempio ,…nel corpo , debitamente purificati .
Tutte le azioni di purificazione corporea e mentale contenute nei “sutra” dello Yoga , come Yama , Niyama , Asana , Pranayama , ..ecc..ecc..vanno nella stessa direzione , al fine di assicurare la pulizia interiore ed esteriore del tempio-corpo , al fine di ri-stabilire l’ordine cosmico e permettere alla energia “ vitale “ , prana , divina , di scorrere liberamente nelle “ nadi “ ( canali psicoenergetici sottili ) e favorire così la “ transustanziazione e divinizzazione del corpo .
Ma attenzione , il cammino iniziatico è cosparso di trappole , e una di queste , la più temibile , è costituita dalla “ idolatrizzazione “ delle teniche di purificazione , svuotate di ogni ardore ( tapas ) spirituale , fenomeno che nel Vangelo prende il nome di “ FARISEISMO “ ( farisim in ebraico significa “ separato “ ) ; infatti i Farisei nel panorama ebraico del tempo di Gesù , rappresentavano il partito dei teologi intellettuali e sofisticati , una “ nomenklatura “ di potere , molto attenta alla esecuzione liturgica dei riti , delle preghiere , delle cerimonie , insomma più dedita ad un culto “ esteriore “ , ma ben lontana da una religiosità “interiore” e catartica , che faccia da “ ponte “ tra “ fede creduta “ e “ fede vissuta “ .
Quando il “ rito “ viene a mancare del presupposto della partecipazione interiore e dell’amore , scade facilmente in “ cerimonia “ ritualistica , desemantizata quindi di ogni contenuto religioso .
Cristo si scaglia contro questo genere di “ praticanti “ domenicali , chiamandoli : < sepolcri imbiancati > , < razza di vipere > , < che filtrano ( i Farisei ) il moscerino , ed ingoiano il rospo > .
Tutte le tecniche yogiche di purificazione , come yama , niyama, asana , pranayama , shatkarma ,…ecc…anche se eseguite perfettamente , ma prive di “ tapas “ ( ardore spirituale ) e quindi incapaci di accendere il “ tejas “ ( fuoco sacro ) , da sole non possono produrre quella “catarsi” interiore che conduce alla “ salvezza “ cristiana o alla “liberazione” ( moksa ) nel caso dello Yoga .
Come Gesù insegna , l’acqua ( apas ) si trasforma in vino ( tapas ) solo in presenza di una fede sostenuta dall’amore verso Dio e verso il prossimo ; infatti si tratta di un binomio inscindibile , Dio e prossimo .
Al di fuori di questo constesto d’Amore , si profila solo la pratica di una “falsa” religiosità , che scade in un superficiale spiritualismo , tipico di tanta moda New Age dei nostri giorni , alimentata da abili “falsi profeti” mediatici , farisei aggiornati del nostro tempo , confortati ed incentivati anche dal vuoto creato dalle religioni istituzionali più attente , a volte , ai giochi di potere , politici e finanziari , che non alla salvezza delle anime .
< Ama il prossimo tuo , come te stesso > , questa è l’espressione più vera del Karmayoga , cioè il mettersi al servizio del Maestro , vederlo riflesso nel prossimo come la sua icona divina interiore , amando il prossimo e servendolo , amiamo il Signore in lui ; infatti come dice l’apostolo Giovanni : < Chi dice di amare Dio e odia il suo prossimo , è bugiardo……> . Il mistico saluto “ NAMASTE’ “ , che si rivolgono gli orientali significa appunto : < Saluto il Dio che è in te > ,… si tratta d’imparare a servire Dio nell’uomo , sua immagina riflessa !
Ma l’azione “ esteriore “ ( karmayoga ) deve essere sostenuta e corroborata dall’azione “ interiore “ ( kriyayoga ) , raccogliendo l’invito del divin Maestro a entrare < nel segreto della propria stanza ( il cuore ) e lì pregare il Padre tuo > . Meditare , dunque , raccogliersi (pratyahara) , concentrarsi (trataka) sul sacro cuore di Gesù , al fine di poter attingere alla sorgente della Vita e ciò pernetterà di santificare le “opere morte “ e renderle “ vive “ , a trasformare una esistenza insipida ed incolore in una “ opera viva “ , resa saporita dal “ sale della vita “ e fare quindi l’esperienza “apocalittica “ ( Apocalisse = Rivelazione ) di una vita “ ri-nnovata “ , rendendo l’esteriore uguale all’interiore e viceversa … < così in cielo come in terra > appunto come recita il Padre Nostro , preghiera universale dell’UNO ritrovatoi !
OM ShantI
Yogacharya Eknathananda
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