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giovedì 23 febbraio 2012

AVIDYA : QUANDO AJINA CHAKRA E' OCCLUSO


46 E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48 Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
49 Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». 50 Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51 Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». 52 E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. ( Mr 10,46-52 ) 

22 Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. 23 Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». 24 Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». 25 Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.26 E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». (Mr 8,22-26)



I due racconti evangelici ci parlano di due "cecità" esteriori ed interiori ad un tempo . Il tema della cecità è ri-corrente un pò in tutte le tradizioni spirituali sia di oriente che di occidente e contrassegna normalmente lo stato di " ignoranza spirituale " ( Avidya ) di molti uomini e donne catturati nelle maglie della vista della mente egoica inferiore ( Maya / Matrix ) interessata solo ad un "ri-ferimento" esterno , rimanendone abbagliata al punto di sviluppare una vera e propria cecità sia fisica che metafisica ad un tempo . E' significativo che nello Yoga uno degli otto passaggi ( Astangha ) è costituito dalla pratica del " Pratyhara", (ritiro dei sensi dal mondo esterno) con l'abbassamento delle palpebre per favorire il ri-volgimento dell'attenzione nel " mondo interno " spirituale . Il mito greco di Medusa che con lo sguardo "pietrificava" chi osasse guardarla , ci parla in altra maniera della stessa cosa , cioè : della cecità che coglie quanti non s'inoltrano nel mondo interiore per incontrare il Vero Sè , l'unico che dona la "vera vista " attraverso "Vidya" (conoscenza spirituale). Un mito molto attivo ai nostri giorni , che vedono moltitudini di uomini/donne captati da cellulari , televisioni , spettacoli continui , vaccinati quindi contro ogni possibilità metafisica e alla fine ..."PIETRIFICATI" , cioè : paralizzati spiritualmente , accecati dalla Medusa dai capelli serpentini ( caos delle passioni interiori ).

In queste condizioni si trovano i due ciechi del racconto incontrati da Gesù , non già " pietre vive" , ma pietrificati  , Gesù opera con loro seguendo due tecniche differenti . Nel primo episodio ( Mr 8,22-26) , il cieco ha un nome , si chiama Bartimèo , e il Signore lo fa urlare , sgolare fino allo sfinimento . Ci si chiederà , ma perchè aspetta tanto il Maestro per soccorrerlo , facendo perfino finta di non sentirlo , al punto che saranno i suoi accompagnatori a condurglielo davanti ? Il Maestro non tratta gli esseri umani come se fossero stampati con un "clichè" stereotipato . 

Sa bene ( il Maestro) come sono fatti gli uomini/donne e sa che ogni individuo è diverso dall'altro ,  essendo Egli il Verbo che li ha creati . Nel caso di Bartimèo , il maestro desidera "coinvolgere" anche i suoi accompagnatori nell'opera della "redenzione" . I miracoli , nei vangeli , non sono opere fini a se stesse effettuati per "impressionare" la platea con la potenza di Dio , ma sono eventi "salvifici" operati per produrre un insegnamento , una " katechesis" (dal greco ri-sonanza) che lasci il "segno" indelebile sia a chi li subisce , sia a chi ne è testimone .

Bartimèo ha chiaramente l'Ajina-Chakra ( terzo occhio = vista interiore = spirituale =metafisica) chiuso . Il terzo occhio situato simbolicamente all'altezza della fronte , fra le arcate sopraciliari , è la sede del " principio paterno " spirituale , in opposizione al " Muladhara Chakra " , alla base della colonna vertebrale ( Sushumna ) sede del " principi materno" materiale . Quella cecità interiore si è "somatizzata " anche a livello esteriore , quindi cammina sulla strada come un "viandante" senza mèta e ogni sentiero ( darshan =  via spirituale ) è uguale all'altro , che si traduce in un camminare a vuoto . 

Quando bartimèo percepisce il passaggio (pasquale) del VERO SE' tra gli uomini/donne inizia a "urlare" , cioè concentra (dharana) tutta la sua energia interiore su " Vishuddi Chakra " , il centro della gola , urla insistentemente al punto da essere redarguito dagli accompagnatori di Gesù , che , dal canto suo , vuole che la disperazione di Bartimèo arrivi al massimo , come quella di Pietro quando rischiò di "affogare" nell'acqua e chiese al Maestro  di salvarlo ; non solo ma desidera (Gesù) che quella disperazione sia avvertita anche dai suoi discepoli che finiscono per raccogliere quel grido . Si può dire che insieme al cieco e al Signore , ci sia un terzo protagonista e cioè : la VOCE !

Dio chiede una sola cosa all'uomo/donna e cioè : < Insediami sul tuo trono interiore >  !
Quando la VOCE di questa richiesta giunge a Lui , il Signore è ben felice di accorrere , perchè gli uomini/donne sono impastati di Dio e non possono vivere gli uni senza l'Altro e viceversa . La VOCE è protagonista sul monte Tabor  : < Questo è il figlio prediletto ...ascoltatelo > ; la VOCE è protagonista nel deserto con il Battista : < voce di uno che grida nel deserto > ; la VOCE di Dio e la VOCE degli uomini s'incontrano in Vishuddi Chakra , l'apparato faringeo è il luogo di ri-sonanza della voce verbificata dalla presenza dell'IO SONO !


Appena quella voce ri-suona in Bartimèo , egli si alza in piedi , diventa spiritualemente attivo , abbandona il Muldhara Chakra su cui stava "tamasicamente" seduto e la sua invocazione < Gesù , figlio di Dio , abbi pietà di me > , diventerà la preghiera preferita dell'esiscasmo dei primi eremiti del deserto ( II-IV° sec. d.c.) , accompagnandosi al ritmo respiratorio , il PRANAYAMA cristiano , nasce con questa invocazione .


Anche il secondo cieco della storia viene condotto a Gesù , ma in questo caso è il Maestro a prendere l'iniziativa ; infatti Gesù lo prende per mano e lo < conduce fuori dalla città > , impasta la saliva con la terra e gliela pone sugli occhi ; la visione non è istantanea e richiede un ulteriore intervento , dopo di che la vista si schiude nitida e Gesù invita il "redento" a < non tornare più nel suo villaggio > , ormai la sua vista ( del cieco) non può più nutrirsi delle "vecchie categorie " mentali e neuronali del luogo di provenienza , nell'ex cieco è nata "VIVEKA" (in sanscrito = discernimento) egli (il cieco) ora vede e valuta con altre categorie che operano alla luce dello spirito e non più del "mondo" egoico della mente inferiore , il vecchio "io" è abbandonato e il nuovo ha bisogno di un "cenacolo" in cui essere coltivato e nutrito , cose che il vecchio "villaggio" non più offrire , e alla fine risulterebbe perfino dannoso ; infatti la sua religiosità è di maniera , cerimoniale , ritualistica , NORMOPATICA ( vedi il significato di questa parola sul mio Blog in merito ) , lì il cieco guarito può diventare solo un "diverso" non potendo condividere la sua fede in modo adeguata . In lui , Dio è salito in trono, in quelli del villaggio è finito sotto i loro piedi e l'ex cieco , con un Dio vivo interiore dentro , sarebbe costretto a convivere accanto ad un idolo e Dio , si sa , non è un Dio dei morti , ma il un Dio dei VIVI , categoria della quale i due ciechi della storia ormai sono venuti a far parte , senza possibilità di ritorno !
Sono RI-NATI !


Yogacharya Eknathananda