Preludio: teofania
[13]Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?».
[14]Rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?».
[15]Rispose il capo dell'esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo». Giosuè così fece.
Presa di Gerico
[1]Ora Gerico era saldamente sbarrata dinanzi agli Israeliti; nessuno usciva e nessuno entrava.
[2]Disse il Signore a Giosuè: «Vedi, io ti metto in mano Gerico e il suo re. Voi tutti prodi guerrieri, [3]tutti atti alla guerra, girerete intorno alla città, facendo il circuito della città una volta. Così farete per sei giorni. [4]Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. [5]Quando si suonerà il corno dell'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé».
[6]Giosuè, figlio di Nun, convocò i sacerdoti e disse loro: «Portate l'arca dell'alleanza; sette sacerdoti portino sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca del Signore». [7]Disse al popolo: «Mettetevi in marcia e girate intorno alla città e il gruppo armato passi davanti all'arca del Signore».
[8]Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe d'ariete davanti al Signore, si mossero e suonarono le trombe, mentre l'arca dell'alleanza del Signore li seguiva; [9]l'avanguardia precedeva i sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l'arca; si procedeva a suon di tromba. [10]Al popolo Giosuè aveva ordinato: «Non urlate, non fate neppur sentire la voce e non una parola esca dalla vostra bocca finché vi dirò: Lanciate il grido di guerra, allora griderete». [11]L'arca del Signore girò intorno alla città facendo il circuito una volta, poi tornarono nell'accampamento e passarono la notte nell'accampamento.
[12]Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l'arca del Signore; [13]i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di ariete davanti all'arca del Signore, avanzavano suonando le trombe; l'avanguardia li precedeva e la retroguardia seguiva l'arca del Signore; si marciava a suon di tromba. [14]Girarono intorno alla città, il secondo giorno, una volta e tornarono poi all'accampamento. Così fecero per sei giorni.
[15]Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell'aurora e girarono intorno alla città in questo modo per sette volte; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. [16]Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché il Signore mette in vostro potere la città.
Il termine " PRALAYA " , nello Yoga , indica la fine di un ciclo , il suo dissolvimento , chiamato morte a livello individuale e " fine del mondo" al termine di un ciclo di manifestazione ( Kalpa ) .
La città di GERICO è la narrazione di un " Pralaya " ; infatti si presenta nell'immaginario biblico come la l'esempio paradigmatico dell'egoismo . E' una città chiusa in se stessa , nei suoi traffici , nei suoi commerci giornalieri focalizzati solo sulla logica del guadagno , del profitto , delle intese politiche e commerciali , dotata di una religiosità celebrativa , meccanica , affidata più alle parole delle labbra che non del cuore . Una città che si è cinta di mura , di bastioni , che ricordano da lontano la " Grande Muraglia " cinese eretta a protezione degli interessi degli abitanti . La storia c'insegna che ogni epoca ha eretto siffatte " muri " di protezione , l'ultimo in ordine di tempo è quello di Berlino , caduto nel 1989 .
La città di GERICO è la narrazione di un " Pralaya " ; infatti si presenta nell'immaginario biblico come la l'esempio paradigmatico dell'egoismo . E' una città chiusa in se stessa , nei suoi traffici , nei suoi commerci giornalieri focalizzati solo sulla logica del guadagno , del profitto , delle intese politiche e commerciali , dotata di una religiosità celebrativa , meccanica , affidata più alle parole delle labbra che non del cuore . Una città che si è cinta di mura , di bastioni , che ricordano da lontano la " Grande Muraglia " cinese eretta a protezione degli interessi degli abitanti . La storia c'insegna che ogni epoca ha eretto siffatte " muri " di protezione , l'ultimo in ordine di tempo è quello di Berlino , caduto nel 1989 .
Gerico si trovava sulla strada del popolo d'Israele ed era necessario conquistarla per permettere la prosecuzione del " viaggio " verso la " Terra Promessa " . Il primo e più grande ostacolo che lo Yogi incontra è costituito dalle "mura" che il suo piccolo/ego/faraone , mente egoica inferiore , ha eretto dentro di lui , intorno al chakra del cuore ; infatti è lì che si annida il così detto " Guardiano della soglia " di ogni fiaba iniziatica che si rispetti , una " guardia carceraria " , che nel corso del tempo ha costruito una " griglia magnetica " imprigionante che avviluppa il corpo , la mente , l'anima , lo spirito del " combattente spirituale " .
Una "rete" psico-energetica con la quale ci si è così identificati da ritenerla come propria natura costituente . L'IO SONO , VERBO DIVINO , è prigioniero di questa rete fintanto che non giunge un " tocco divino " , la Grazia , a far prendere coscienza , ad accendere quella "scintilla" di "fuoco sacro" (tejas) che fornisce l'energia per affrontare l'ESODO , l'uscita dalla città della ignoranza ( Avidya) e dell'egoismo .
All'inizio del racconto Giosuè ( = Dio salva ) si trova davanti al VERO SE' nella persona di un angelo (ipostasi divina , Michele) capo delle schiere celesti , che gli prospetta la conquista di Gerico , al di la del fiume Giordano , un fiume che si arresterà per permettere il "passaggio" ( pesach in ebraico , da cui Pasqua ) dell'arca con i sacerdoti e il popolo al seguito .
L'arresto ( Kumbaka ) delle "acque" ( apas ) , quindi il dominio delle emozioni avviene con il controllo di " Svadisthana chakra " , dopo aver lasciato la terra dell'ignoranza ( muladhara chakra ) con i suoi attaccamenti illusori della mente-inferiore ( Maya ) . Il coraggio stimolato dalla presenza dell'angelo apre il " manipura chakra " e fornisce la forza per il combattimento . Nella parola coraggio si trova la radice latina della parola "cuore" ( Cor in latino ) e coraggio sempre in latino vuol dire " cor agere " , agire con il cuore. Quindi il trasferimento in " Anahata chakra " permette di trovare le forze spirituali per questa azione che deve "aprire" le porte del "cuore" della città dell'egoismo.
Il coraggio trova espressione nella " Voce " , " Vishuddi Chakra " ; infatti al suono dello " SHOFAR " e al grido dell'intero popolo insieme ai sacerdoti , modulato per sette volte , tanti sono i chakra , dopo una processione di sette giorni , operata ogni volta per sette volte intorno alle mura , fa si infine che esse crollino . Gli abitanti della città , figli delle tenebre e della cecità interiore moriranno tutti , eccetto la prostituta Raab e la sua famiglia che aveva aiutato gli israeliti in avanscoperta .
Tutta la città si era prostituita al potere , e alle ricchezze facendosene un idolo e quando il Vero Se è dimenticato sono dolori per tutti tanto a livello individuale quanto a livello collettivo. Quando si "redime " una sola parte , si redime anche il rimanente , per questo < si fa più festa in cielo per una peccatore ri-trovato che per novantanove giusti > !
Le " parti prostituite " del Vero Se devono ri-tornare a Lui ed è per questo che la "prostituta Raab " insieme ad altre quattro prostitute , figura nell'albero genealogico di Cristo presentato all'inizio del Vangelo di Matteo .
Ognuno di noi porta nel cuore la sua cittadella fortificata da illusorie certezze , categorie mentali ottuse , pregiudizi , attaccamenti ossessivi , vizi , rigidità , dogmatismi materiali e religiosi , che ostacolano il passaggio dello Spirito , mura che inficiano il libero scorrere dell'energia fisica , psichica e spirituale e che alla lunga procurano danni di ogni genere a partire da quelli fisici .
Colloquiamo con la nostra Raab interiore , parliamole con dolcezza , prospettiamole una vita aperta senza mura , sicuramente ci farà entrare e lei vivrà in un'altra città ...quella di DIO !