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giovedì 26 luglio 2012

GEREMIA : UN INVITO DI REFRAMING INASCOLTATO

Una storia singolare e insolita quella del profeta Geremia , rampollo di una dinastia sacerdotale maledetta dal Signore e bandita dalla città di Gerusalemme , impensabile quindi che il Padreterno andasse a scegliere proprio tra quelle fila dinastiche un  profeta che dovesse parlare in suo nome alla casa malandata di Israele . Eppure è proprio nello stile del Dio biblico questa singolarità di scelte che spiazzano quasi sempre la mentalità del credente abitudinario , standardizzato su categorie e linee mentali più frutto di valutazioni personali che non di effettiva relazione con quel Signore che dice di se : < le mie vie non sono le vostre vie , i miei pensieri non sono i vostri pensieri > ( Isaia ) . Si potrebbe quasi dire che per sapere ciò che pensa Dio , basta pensare tutto il contrario di ciò che pensa l'uomo .

Geremia è molto giovane , inesperto , quando viene "chiamato " (vocazione) e come molti altri profeti "recalcitrante " a " prendere servizio " , perchè sa che sa , come i suoi predecessori , che quella del profeta non è una " via " ( marga ) facile , ma al contrario piena di ostacoli pericolosi e di situazioni che spesso sono de-generate nella eliminazione fisica ; il profeta infatti deve svolgere " due ruoli " impegnativi , in quanto deve ri-coprire da un lato quello di "portavoce" degli ordini di Dio al popolo  e dall'altro deve farsi "mediatore" e "intercessore" sacerdotale del popolo presso Dio secondo un canovaccio , una sceneggiatura spirituale che vede il profeta invitare il popolo alla conversione per sedare il Dio irato e insistenti  preghiere al Signore per invitarlo ad abbandonare la sua ira e concedere il suo perdono al popolo pentito .

Geremia purtroppo non vede soddisfatte le sue preghiere insistite , il Signore si mostra risoluto , determinato ad infliggere al suo popolo quanto minacciato se non si fosse emendato dal suo comportamento iniquo e dalla sua idolatria . Il popolo non ascolta Geremia e la conseguenza sarà la invasione di Gerusalemme nel 587 a.c. da parte del re babilonese Nabuccodonosor , che deporterà gran parte degli ebrei , compreso Geremia , che nella prigionia comporrà le sue famose "lamentazioni" . Il destino di un profeta non è mai dissociato da quello del suo popolo , perchè anche in terra di "esilio" il profeta è chiamato a ricordare e far ricordare la " Parola " del Signore .

Molti sono i "deportati" psichici e spirituali di questo nostro tempo idolatrico , schiavo di un Nabuccodonosor finanziario , politico , tecnologico , irreligioso , materialista e spiritualista ad un tempo , perchè anche una religione diviene uno strumento di schiavitù in mano alla mente (maya) egoica inferiore , Babilonia confusionaria che cerca di cancellare ogni traccia di sacro nel cuore degli uomini e delle donne di ogni tempo e latitudine , ma che non riesce certo a strappare Dio dal cuore dei profeti , quelli veri s'intende , che anche in "terra di esilio" ricordano e fanno ricordare la dolcezza della "terra" dove scorre il " latte e il miele " della Parola divina .

La malattie che si sviluppano in questa terra di schiavitù si chiamano : ansia , depressione , panico , paura , paranoia , conflitti bellici , ecc...tutte figlie di una "Nigredo" interiore , che però diventa premessa stessa di una futura guarigione .

Il Signore non ascolta la preghiera di Geremia , lo abbandona , come abbandonò Gesù sulla croce ( < Elì , Elì , lemà sabactani > < Dio mio , Dio mio , perchè mi hai abbandonato > . Quell'esilio è terapeutico , si tratta di una "circoncisione" dolorosa , utile a togliere una delle tanti "pelli d'ignoranza" che coprono la "luce" che ogni uomo/donna porta dentro di se per eredità divina . Una "luce" (sattva) di cui nel vangelo gnostico di Tommaso viene detto : < Se porterete alla luce quello che è dentro di voi , quello che porterete alla luce vi salverà ! Se non porterete alla luce quello che è dentro di voi , quello che non porterete alla luce vi distruggerà > !

Quell'esilio è necessario , è pedagogico , terapeutico ; infatti solo il dolore può disserrare le "porte" di cuori "induriti " , callosi , resi tale dalla ostinazione della " ignoranza spirituale " ( Avidya ) . Il dolore non è lo strumento di tortura di un Dio sadico , ma il "correttore" di atteggiamenti errati di esistenza . Quando il cuore non è "allineato " con il Dharma ( = legge divina ) , ma con le istanze della mente egoica inferiore , è molto probabile che si apra la strada dell'esilio e del dolore esistenziale . I profeti , quelli veri , sono qui per ricordarcelo , e Geremia.....non si tira indietro ! Costi quel che costi .
Il VERO SE , il DIVINO , il SE-NON LOCALE , DIO , o comunque volete chiamarlo ci invita ogni giorno al "REFRAMING" , al " rinnovamento interiore " , se poi finiamo in qualche terra di schiavitù non prendiamocela con nessuno , semplicemente non abbiamo ascoltato la sua voce < come quel giorno a Massa e Meriba > , chi ha orecchi per intendere intenda !