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BODY- MIND REFRAMING ®




Fronteggia lo stress rigenerando te stesso




                                                                    Obiettivi

Il progetto BMR – Body Mind Reframing® ha come obiettivo principale quello di aiutare i partecipanti ad aumentare il proprio senso di autoefficacia nel dare forma, indirizzare e correggere con consapevolezza gli aspetti più intimi e personali del proprio carattere. La realizzazione di tale obiettivo consentirà al partecipante di imparare a “dare forma” alla propria personalità totale (il Sé), integrando più armoniosamente sia le parti positive che quelle negative.
La metodologia impiegata fa riferimento alle più consolidate tradizioni dello yoga, della psicoterapia cognitivista e della Bioenergetica; in tale cornice teorica di riferimento, il lavoro di gruppo si prefiggerà i seguenti obbiettivi intermedi:
  1. promuovere in ciascun partecipante il desiderio e il necessario sforzo per formulare un obiettivo esistenziale positivo (la propria mission immediata) da realizzare nell’immediato futuro, impegnandosi (elemento del commitment) a conferire a tale obiettivo la dovuta motivazione e partecipazione emotiva;
  2. promuovere in ciascun partecipante una presa di coscienza chiara e consapevole del problema/ostacolo che, nella presente fase della sua vita, ritiene di ostacolo alla realizzazione del proprio obbiettivo personale;
  3. individuare con l’aiuto dei conduttori e dell’intero gruppo quali strategie di fronteggiamento (coping) esistono, e quali ciascun partecipante ritiene di possedere, per il raggiungimento degli obiettivi;
  4. facilitare la modificazione degli stili cognitivi e comportamentali disfunzionali che impediscono o rendono difficoltosa l’adozione di una gamma di strategie di coping il più possibile flessibile e variegata;
  5. accompagnare i partecipanti alla progettazione di un piano esistenziale per realizzare la mission mediante una o più strategie di coping;
  6. consolidare la percezione di autoefficacia – ovvero, la sensazione di riuscire a controllare la propria vita nella misura necessaria all’autorealizzazione – promossa durante le sessioni di lavoro di gruppo.


                                                             Destinatari

Il progetto si rivolge a soggetti adulti, uomini e donne, sia in età da lavoro che pensionati, che desiderino migliorare la propria auto-direttività.
Va precisato che il progetto BMR® è una modalità di counseling di gruppo e non costituisce un setting di terapia psicologica per i più comuni disturbi mentali (panico, depressione, ecc.), anche se i conduttori potranno nel corso dei lavori fare riferimento a tali patologie per esemplificare meglio il proprio discorso.

                                        Metodologia

Il presente progetto applica una metodologia basata un setting di gruppo, composto da 8-12 partecipanti e guidato dai due conduttori.
Le attività di gruppo si svolgeranno nel weekend di sabato e domenica, secondo gli orari specificati nella tabella che segue:

  • Sabato
    • 09.00-11.00 Fase 1
      • Apertura dei lavori e composizione del gruppo
      • Formulazione della mission personale con lo Yoga Nīdra
    • 11.00-11.30 Pausa
    • 11.30-13.00 Fase 2
      • La volpe e l’uva: quali strategie per quali problemi?
      • Discussione sulle strategie di coping e compilazione del Ways of Coping Questionnaire.
    • 13.00-15.00 Pausa pranzo
    • 15.00-17.00
      • Pratica di Raja Yoga con pranayama e asana
    • 17.00-17.30 Pausa
    • 17.30-19.00 Fase 3 (prima parte)
      • Gli archetipi funzionali e disfunzionali: Edipo che crede di vedere; Urano, Crono e Zeus; Lot e sua moglie; Orfeo e Euridice; Achille vs. Enea
  • Domenica
    • 09.00-11.00
      • Pratica di Raja Yoga con pranayama e asana individuali e in coppia
    • 11.00-11.30 Pausa
    • 11.30-13.00 Fase 3 (seconda parte)
      • I nuovi archetipi del Sé: immagine della Terra Promessa – Obiettivo personale
    • 13.00-15.00 Pausa pranzo
    • 15.00-17.00
      • Pratica di Raja Yoga con pranayama e asana
    • 17.00-17.30 Pausa
    • 17.30-19.00 Fase 4
      • Principi di trasformazione del Sé. Il Mantra del commitment e del “Io sono”; la Meditazione dei 9 gioielli con lo Yoga Nīdra; immagine dell’elefante che smuove gli ostacoli
      • Fase 5 Debriefing e propositi per il futuro



Qui di seguito vengono illustrate nel dettaglio le attività e gli obiettivi intermedi.

Fase 1: Briefing di conoscenza reciproca e formazione del gruppo

In questa prima fase, mediante tecniche psicologiche i partecipanti verranno incoraggiati a formare un gruppo di lavoro affiatato e cementato da reciproca fiducia. Inoltre, la tecnica dello Yoga Nīdra sarà utilizzata per promuovere nei partecipanti la presa di coscienza del proprio obiettivo (mission, o sankalpa) a cui tributare motivazione e impegno.
Ripetizione del Mantra del commitment («La mia sofferenza dipende da un mio determinato modo di vedere le cose. Esistono molteplici punti di vista sulle cose; pertanto, io posso e quindi voglio cambiare il mio punto di vista»), mediante il quale i partecipanti potranno sintetizzare e memorizzare approfonditamente le esperienze vissute nell’intero weekend.

Fase 2: Individuare gli ostacoli

Mediante la lettura e meditazione della favola di Esopo «La volpe e l’uva», i conduttori porteranno i partecipanti alla presa di coscienza di quali ostacoli possono impedire, e quali risorse invece facilitare, la risoluzione del problemi personale.
Le meditazioni saranno incentrate sulle diverse strategie di coping per la risoluzione dei problemi: strategie rivolte al problema e strategie rivolte alle emozioni. Ciò serve a raggiungere la “Presa di coscienza della Vecchia Visione Panoramica”.
Ad ognuno verrà chiesto di compilare (in forma anonima) il Ways of Coping Questionnaire per definire i diversi stili di coping.
Ripetizione del Mantra del commitment.

Fase 3: Ridefinire gli ostacoli

Ogni partecipante verrà invitato a riconoscere quali strategie di coping sente di non possedere, e l’attività verrà guidata mediante la discussione di vari esempi di archetipi mitologici e letterari di personaggi che non affrontano i problemi con l’adeguata saggezza e flessibilità comportamentale (cfr. schema).
Le tecniche del Raja Yoga (asana e pranayama) verranno impiegate per facilitare l’interiorizzazione di una sana autocritica e il riconoscimento della propria “zona di sviluppo prossimale”.
Ripetizione del Mantra del commitment.

Fase 4: Rimuovere gli ostacoli

Di nuovo il Raja Yoga verrà impiegato per guidare il gruppo all’identificazione – sia individuale che collettiva – con nuovi archetipi funzionali di personaggi mitologici e simbolici che affrontano i problemi in maniera proattiva (Eracle, Davide, ecc.).
Ripetizione del Mantra del commitment.

Fase 5: Debriefing e propositi per il futuro

Lo Yoga Nīdra verrà impiegato per il consolidamento dei propositi personali, con ripetizione della “Nuova Visione Panoramica”, derivante dalla fusione del Mantra del commitment con gli archetipi funzionali. Seguirà discussione aperta sui propositi per il futuro.


Operatori

I conduttori del progetto saranno Marco Aversano e Maurizio Dikmann.
Maurizio Dikmann (Yogacharya Eknathananda) è Maestro di Yoga, allievo di André Van Lysebeth.
Marco Aversano è psicologo psicoterapeuta; si occupa da anni di formazione e supervisione in ambito psicologico, e si sta formando come Maestro di Yoga presso il centro Garbha Yoga di Roma con il M° Roberto Mattei.

Materiale didattico

Durante il corso verranno proposte ai partecipanti alcune diapositive PowerPoint e distribuiti dei testi, a cura dei conduttori.


CAMBIA STRATEGIA QUANDO LE COSE...VANNO MALE.....
























Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:
                   «Sono cieco, aiutatemi per favore!».
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose: "Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo". Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: "Oggi è primavera e io non posso vederla".
                               Morale
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio! 
...E Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti...
"...Che cosa sarebbe l'amore se non avessimo il coraggio di fare tentative ?..."  Vincent Van Gogh  
"E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante" (Paulo Coelho)
Questo è ....REFRAMING !


                      AUTODIFESA PSICOLOGICA






















 Per vivere, orientarci e capire cio´che avviene intorno a noi, elaboriamo concetti, pensieri attraverso meccanismi cognitivi che crediamo originarsi nel cervello: nel mesencefalo sono strutturate parti di fondamentale importanza per la percezione visiva, nel diencefalo l´ipotalamo e´preposto al controllo degli stati motivazionali, l´amidgala e l´ippocampo garantiscono  la memoria. Pensare , percepire, ragionare, parlare, ricordare, decidere ed infine agire sono funzioni di un unico sistema biologico studiato dalle neuroscienze, le discipline che dominano attualmente la cultura scientifica applicata alla “macchina-uomo”.

Ci sono molti argomenti interessanti che riguardano l´evoluzione e i successi raggiunti  dalla scienza che entrano e fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi: le biotecnologie, la bioenergetica,  l´intelligenza informatica, la ricerca genetica, le quali pur dovendo confrontarsi inevitabilmente con limiti morali ed etici imposti dalle culture del momento´, trovano largamente spazio nella societa´globale, permettendoci di vivere meglio, di raggiungere il benessere.

       Ma gli utenti sono veramente soddisfatti, felici? Continue indagini, statistiche in merito, ci dicono altro: viviamo in una societa´sempre piu´frenetica, dove spesso lo stress prevarica la “normalita´”. Numerose sono le fobie, le ossessioni, le nevrosi che sottoforma di sindromi colpiscono gli individui soprattutto negli ambienti di lavoro: c´e´chi cronicizza una dipendenza da lavoro, non riesce mai a “staccare” ( sindrome di “workaholic”); chi rimane “bruciato” per un deperimento psicofisico causato da una patologica recezione emotiva per un´attivita´a stretto contatto con il prossimo ( syndrome di “burnout”).

Forse l´attenzione che poniamo alle reti neuronali e´eccessiva. Distaccachiamoci dal processo causa-effetto, dalla logica, dalla probabilita´, dalla ragione e proviamo per qualche momento ad essere dei poeti o degli artisti; proviamo ad immaginare: in questo spazio, o topos, non ci sono regole, le contrapposizioni svaniscono e si equivalgono, non ci sono valenze, associazioni, partiti, religioni….solo le nostre fantasie, tutte immagini indipendenti, autonome. Una cultura psicologica dell´immaginazione iniziata con Freud, Jung e culminante con Hilmann.

      La domanda che non dobbiamo mai porci, in riferimento alla logica su richiamata, e´: e´nato prima il lupo, o l´immagine del lupo? Esercitiamoci solo ad immaginare.
 Esiste un´antropologia imagistica che  racconta la storia dell´uomo  dalle incisioni rupestri nelle grotte del Palolitico alla pittura “metafisica”di De Chirico; nel corso di questo tragitto gli imaginifici che si spiegano all´uomo si consolidano in simboli, archetipi, miti.

L´immagine pretende la sua autonomia e per questo non ha bisogno di “essere percepita” perch´si autoraffigura essa stessa, è l’istinto che intuisce se stesso (Jung) e puo´essere da noi visitata, raccolta, archiviata.

Le immagini possono curarci, cosi´come sostenuto da un grande filosofo contemporaneo James Hilmann.

      Perche´quindi, non approfittare di questo materiale imagistico, di facile disponibilita´e recepimento? Abbiamo ad esso accesso in qualsiasi momento, dobbiamo solo cercare nella nostra immaginazione, in quell grosso contenitore imagistico, potremmo definirlo, e qualcosa, qualcuno ci dara´ragione, ci consolera´. Avere degli strumenti di facile acquisizione e padroneggiarli pu´aiutarci ad elaborare le nostre paure quotidiane.

      La paura di fallire, di non farcela, di non uscire dal “tunnel”o il semplice pessimismo potrebbero essere affrontati e interpretati - poiché il pensiero che è dietro alle nostre azioni è anch’esso l’immagine di un “agito”- evocando le gesta dei cavalieri che governano il cavallo, padroneggiano le forze avversarie diventando capi vittoriosi; l´interpretazione simbolica medievale del cavaliere vuol significare un perfetto controllo di se´e delle forze naturali; il cavaliere pur essendo vincitore, nasconde però alcune debolezze, come angoscia e paura che ne rivelano il lato umano, restituendoci da una figura mitologica una normalità sostanziale, vicina ad un uomo che vince e fallisce.

      La paura di morire che in una interpretazione psicologica vuol significare la liberazione dalle pene e dalle preoccupazioni, ci comunica che la morte mostra sempre la sua ambivalenza, ci conduce all´inferno o al paradiso, puo´rinnovarci atrraverso l´iniziazione. La morte nella mitologia greca e´personalizzata da Thanatos, figlia della notte e fratello del sonno; ma Thanatos va sempre a braccietto con Eros che interpreta il desiderio amoroso, l´unione mistica; la morte quindi non si scomoda “solo” per deprimere, per intristire e per indebolire ma anche per raccontare chi abbiamo vicino, e non vediamo, e dove siamo senza rendercene conto.

      Il disagio o fobia per il chiuso e gli spazi stretti, e´vincolata all´archetipo di Ananke la cui etimologia ha riscontro con il “gioco” del collare che si fa stretto; possiamo contrastare questo schema senza lasciarci costringere dal cappio che si chiude intorno, liberandoci nel labirinto del proprio inconscio cosi´come ha fatto Teseo che riusci´ad uccidere il “mostro”, il Minotauro, grazie al filo di Arianna che porta alla ragione. Anche in questo caso sottrarsi alle imposizioni della nostra mente e´solo una modalita´di pensiero di cui non si rimane vittima, ci sono delle via di fuga, delle alternative anch´esse gloriosamente rappresentate nell´immaginario mitologico collettivo e nel simbolismo universale.

     Piu´ sai e piu´puoi; cercare, informarsi continuamente circa le rappresentazioni, i  simboli utili alla nostra psiche, dove per psiche intendo un insieme di immagini, supporta e aggiunge sicurezza alle nostre labili certezze, significa lavorare sulle nostre paure, incomprenzioni emotive; e´un lavoro profondo ma reddittizio che trova la sua funzione nella ricerca continua di nuovi elementi utili alla sua esistenza: “il centro della coscienza e´nel suo moto”sosteneva Socrate.

     La societa´odierna e´fortemente dominata da convinzioni, ideologie, concetti che condizionano e caratterizzano il dissolvimento dell´identita´, una cultura che trascende il sesso, l´identita´di genere ( cultura transgender) che non ci rende sicuri. Perfino la fisica, che ha sempre avuto il primato di scienza atta a definire, controllare scientificamente i fenomeni esistenti intorno a noi, ha dovuto cedere difronte a se stessa nell´interminabile e complesso viaggio al centro della materia; in questo periodo storico non esistono piu´certezze fisiche misurabili: le particelle subatomiche, i “quanti” sono oggi definiti “pacchetti d´onda” cioe´particelle ed onda allo stesso momento: il principio di contraddizione e del terzo escluso, uno dei pilastri della logica Aristotelica per cui “tra gli opposti contraddittori non c’è un mezzo”, non trova in questo senso piu´applicazione come afferma il fisico Alessandro Haag. Affidiamoci alle forze del cosmo piuttosto che a quelle terrene e ritroviamo la tranquillita´sopita, in contrapposizione alla confusione e sofferenza mentale provocata dal diffuso pensiero ossessivo della societa´.



























            SIGNIFICATO E MESSAGGIO DELLA MALATTIA


Quando una spia dell'auto lampeggia è sempre il caso di fermarsi e controllare , ancora meglio recarsi nella più vicina officina per una "diagnosi" più accurata , evitando così danni peggiori. Le malattie sono le " spie " usate dal nostro organismo per segnalare sintomi  che non devono essere " ignorati " , ma ancora meglio utilizzati ai fini della guarigione . Le malattie sono occasioni di " crescita " , che scompariranno tanto più velocemente quanto più le cominceremo  a stimare come una " opportunità " e tanto meno come una "avversità " del destino , della sorte capitate a caso . 

Secondo la medicina orientale , la malattia segnala un ostacolo sul CAMMINO della VITA e la coscienza esprime ciò che ne impedisce la realizzazione attraverso squilibri energetici che producono il disturbo della salute . Il corpo parla ma dobbiamo imparare a comprenderlo !
Allergie , bulimia . anoressia , vertigini , obesità , insonnia , cisti , tumori , panico , ansia ...ecc...ecc...indicano che al nostro interno ci sono tensioni profonde che cercano di esprimersi .

La malattia è un messaggio inviato al corpo , imparare a " decifrarlo " apre la strada a scoprire che dietro la sofferenza si possa scovare una " malattia creativa " , un mezzo per progredire nella nostra evoluzione . Molte persone che hanno combattuto e sconfitto una malattia , nel tempo hanno acquisito una saggezza e una maturità che prima non avevano.

Il corpo umano è una mappa del nostro " vissuto esistenziale e karmico " . Il Corpo , la Mente e le Funzioni sono strettamente interconnessi . I sintomi evidenziano squilibri all'interno di questa interazione e pertanto metamorfosandone i contenuti si apre il varco verso la mèta finale : la guarigione !

La malattia procura una " crisi " che interessa tutta la persona , psichica , fisica e spirituale e le sue emozioni , che hanno non poco rilievo nello sviluppo e nella identificazione della malattia . Crisi nella sua origine greca , significa proprio " cambiamento " , mutazione , catarsi , un tempo nel quale il progetto di vita di ognuno deve essere ripreso e modificato , perchè mutano gli orizzonti temporali , le possibilità, il modo stesso di guardare la vita , di interpretare il mondo . Per superare la crisi occorre essere capaci di pensare a se come qualcuno che è capace dare un seguito alla propria storia inquadrandola in una " NUOVA CORNICE " :   REFRAMING appunto !!!!



 LO YOGA DELLA SACRA FAMIGLIA....: UN REFRAMING 
DIVINO 





< Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio….> risponde Gesù sorpreso nel tempio a disquisire con i Dottori della Legge , ai genitori che : < angosciati lo cercavano da tre giorni >.
Gesù ( Sapienza eterna di Dio ) siede in mezzo ai dotti rabbini  , che lo interrogano sulle Sacre Scritture , è intento nello " Svadhyaya " , cioè : nello studio di se e delle sacre scritture . Uno dei cinque precetti ( Nyama ) degli Yoga-sutra di patanjali . Gesxù è colto in una pratica di " Jinana-Yoga " , lo Yoga della Gnosi , della Conoscenza , la " via " (marga) intellettuale dello Yoga . La madre , Maria , è sempre intenta nel Karma-Yoga , lo Yoga del servizio al " Vero Se " , dopo averlo nutrito dentro di se con il concepimento , Krya-Yoga , azione rituale , si dedicherà in seguito alla sua adorazione ( del Vero Se , il Figlio Divino ) mediante il Bakhti-Yoga , Yoga devozionale , mentre Giuseppe rimane sempre in silenzio  (muni) praticando " TAPAS " , un'altro dei cinque precetti o Nyama , che identifica ad un tempo "austerità" , "ascesi" , "ardore spirituale ".

Anche nel poema indiano del " MAHABHARATA " si narra di un episodio analogo , cioè : di Krishna che nel tempio disquisisce con i " rishi " , i saggi . In fondo il luogo permanente del " Vero Se " divino non può che essere il tempio , ed è lì che bisogna andare per ri-trovarlo , questo è il significato profondo di ogni pellegrinaggio interiore .

L'iconografia rappresenta sempre Gesù "seduto" davanti ai dottori . Lo stare seduto in termini iniziatici può significare sia inerzia , pigrizia "tamasica" spirituale , sia "stabilità" sattvica raggiunta , coscienza della propria forza spirituale . Lo Yogi che siede in padmasana vuol significare proprio questo , cioè : di sedere in " trono " , avendo raggiunto la " regalità " spirituale e sacerdotale ad uno stesso tempo .

Gesù è trovato così dai genitori , seduto , nel pieno "centro" di se stesso , saturo di una autorità spirituale che gli fa proferire parole che i genitori non comprendono :< Non sapevate che......> , come se parlasse loro da un'altra dimensione , da un'altro mondo , e in effetti così è ; infatti Gesù si trova in un diverso piano di coscienza . La madre e il padre si muovono angosciosamente in preda ad emozioni rajasiche ( muladhara e svadisthana chakra ) , sono trafelati dal lungo cammino , ansimano ( pranayama disordinato ) per il lungo cammino a ritroso , con il cuore ( anahata chakra ) carico di angoscia..< io e tuo padre ti cerchiamo angosciati da tre giorni >....già amletico pre-annuncio di quei tre giorni che il figlio passerà nel sepolcro prima della risurrezione .

Sembra di vederli ( Giuseppe e Maria ) trafelati mentre vanno domandando lungo la carovana : Chi l'ha visto ? Gesù è scomparso nel momento in cui si è trasferito in un'altro piano di coscienza (chakra) , non è più visibile ai loro occhi " troppo terreni " , troppo presi dal tran tran quotidiano , al punto tale da far dimenticare la loro parte più intima , più divina . La natura umana , si sa , ha orrore del vuoto , perciò quando si svuota della sua componente spirituale entra in un grande marasma interiore; infatti ha smarrito il divino e deve assolutamente mettersi alla ricerca , come la smarrita sposa del Cantico dei Cantici , che va cercando per
la città il suo < diletto ><Ditemi figlie di Gerusalemme avete visto il mio diletto ? >

Gesù nel tempio attua il suo "Reframing" , prende coscienza del suo " Dio interiore " e da quel momento cambia anche il suo rapporto con parenti e conoscenti , inizia...una nuova storia !

Le voci interiori ,  i pensieri , le parole ….sono spesso il dettato automatico delle voci depositate dentro di noi dall’istituzione familiare , nostro padre, nostra madre…ecc…ecc….giunge un certo momento della nostra vita , che come Gesù , dobbiamo entrare nel tempio e liberarci di esse ( le voci ) , per poter ascoltare l’unica voce , quella del Padre e della Madre Divini , al fine di promuovere la nostra crescita spirituale ed uscire dal caos di troppe voci , spesso antitetiche tra loro. Di fatto questo episodio determina l’uscita di Gesù dall’ambito stretto del “clan” familiare , per entrare in un consesso umano più vasto , la Famiglia Divina , l’unica vera , quella dove i suoi componenti sono tutti padri , madri , sorelle , fratelli , perchè tuti ascoltano la PAROLA del VERO SE’ e soprattutto  la mettono in pratica……….!






IL PRESEPIO DEGLI ASSENTI.....QUELLI SENZA REFRAMING




















Il pensiero del presepio è inscindibile dai personaggi che lo animano e che sfilano davanti alla grotta illuminata dalla presenza della " Sacra Famiglia " , riscaldata dal calore ( tapas) della fede dei genitori intorno al "bambinello d'oro" ( garbha) e dal respiro (pranayama) cosmico del bue e dell'asinello , una sublime scena di equilibrio maschile (yang) , femminile (yin) . E davanti l'idilliaca scena lo scorrere di altri personaggi accorsi per ispirazione divina degli angeli , pastori , o della cometa , re magi . Sembrerebbe fermarsi qui la scena della notte santa , della notte che promuove nella notte dei tempi il "REFRAMING" della intera umanità . Sembrerebbe  , ma purtroppo non è così ; infatti c'è , a mio vedere , un'altra grotta , una grotta platonica , la grotta delle "ombre" , prodotta dalle proiezioni illusorie della mente egoica inferiore , che meglio potrebbe definirsi come : GROTTA DEGLI ASSENTI !

Chi sono gli assenti ?  In fondo i personaggi davanti la grotta santa non sono la maggioranza , tutto sommato sono un gruppo sparuto e , a parte i magi , anche un pò dis-orientato. La maggioranza è da un'altra parte , è davanti alla grotta degli assenti appunto , che potremmo anche chiamare "FRAMED".
Assenti sono i farisei , gli scribi , i politici , i mercanti , i militari  , i tipi attivi in  genere (rajasici)  , che disdegnano l'evento quando addirittura non lo perseguitano per impedirlo , come Erode , simbolo archetipo dell' Io-autoaffermato , dominante la personalità e terrorizzato quando sente il suo regno minacciato finanche da un Bambino , per cui tenta ogni via dall'inganno mentale alla violenza fisica per soffocare il " VERO SE' " , costringendo il "bambino " ad emigrare in un paese straniero , potendo tornare solo dopo la morte del suo persecutore . Gli stessi magi non ri-passano da Erode ; infatti quando l'Io non  è pronto a ri-cevere i messaggi del  trascendente c'è il pericolo concreto che li banalizzi , li distrugga col dubbio o con il cinismo , ne faccia "strage" m quella degli innocenti appunto.

Ma sono assenti anche i "sacerdoti" , che pur conoscendo le scritture e pur essendo avvertiti dcll'evento lo ignorano !
La riflessione sugli assenti di questa notte cosmica , una vera occasione di REFRAMING, personale e collettivo , perchè si possa verificare dentro di noi deve necessariamente tener conto che :
- i "mercanti" rappresentano i nostri attaccamenti (abhinivesa) all'avere , al fare , sempre depistanti nei confronti dell'essere.

- Gli "scribi" conoscitori delle dottrine codificate , il nostro attaccamento alla conoscenza razionale , ai sentieri rassicuranti della logica mentale (emisfero sinistro) , che spesso diventa chiusura nei confronti di una apertura che potrebbe destabilizzare le nostre tranquillizzanti  pseudo-certezze .

- I "politici"ci spostano nella sfera del potere , del bisogno di dominio , dell'auto-affermazione  ottenuta coi sottili calcoli e gli intrighi mentali , mentre i "militari" ci parlano dello stesso bisogno , soddisfatto con la sopraffazione e la violenza .

- I "farisei" connotati da rigorismo morale formale e scrupoloso ci ricordano quegli aspetti della nostra personalità legati al dovere , all'ossequio formale , spesso passivo , irrigidito in una condotta codificata , sostenuta dagli ideali nevrotici del Super-Io , conquistata solo con l'intelletto e la volontà , atteggiamento alla lunga distruttivo della verità religiosa .

E infine i "sacerdoti" schierati con il potere politico ed economico , potrebbero simboleggiare quegli atteggiamenti pseudo-spirituali legati ossessivamente ad un "credo" , che , per assurdo , impedisce di credere lo Spirito , che , come il vento che < non  sai di dove viene e dove va > , e si manifesta sotto forme nuove e inaspettate , quelle che pre-annunciano il REFRAMING !
Oppure anche aspetti della personalità ancora asserviti a bisogni narcisistici e autoaffermative dell'Io , spostati a livello spirituale o esprimere forme compensatorie di una carente identità , che diventano falsi sacerdoti del Sè e anzi ne ostacolano la manifestazione (epifania) deformandola . 

La " grotta degli assenti "framed" , ci ri-propone la lotta drammatica della personalità che può assumere nei confronti del sublime atteggiamenti di evitamento o di negazione , come quello dei mercanti , degli intellettuali , o ancora peggio di persecuzione , come quelli dei politici e dei militari . Se non apparente ipocrita adesione come quelli dei farisei e dei sacerdotiche finiscono per soffocare la vera spiritualità.

Gli "assenti" comunque sono tutti coloro che per motivi diversi o sono "sordi" , in quanto non riescono a captare il messaggio dell'angelo , come fanno i pastori , o sono "ciechi" in quanto non riescono a vedere la stella , che guida i magi alla grotta del REFRAMING cosmico !

Non abbiate paura della fine del mondo prevista per 2012....Questo "mondo" è già finito " E gli assenti senza REFRAMING , non se ne sono ancora accorti !

Yogacharya Eknathananda




LA BEFANA : RESIDUATO KARMICO DEL REFRAMING



















 La befana tutta riccia tutta quanta inanellata
va dicendo alle ragazze siate buone e non siate pazze "

Così recitava un antico adagio per segnalare l'arrivo della befana , si proprio lei , quella gobbuta vecchina a cavallo di una scopa con un sacco sulle spalle carico di doni e di carbone , che nella notte dell'Epifania giunge calandosi nelle case attraverso la cappa dei camini per lasciare i suoi regali .

Il termine "befana" con il tempo ha finito per sostituire quello più ieratico di " Epifania " , cioè : Manifestazione ! 

Manifestazione del sacro , raffigurato nel divin pargolo Gesù , che viene offerto alla adorazione dei re magi e che porta in dono la " salvezza " agli uomini di " Buona Volontà " , da non scambiare con comuni volontari sociali , ma da identificare con coloro che desiderano osservare , amare e portare tra gli uomini il " disegno divino " , cioè : il DHARMA !

La modernità e il consumismo commerciale hanno finito per offuscare questa primitiva origine , adulterandola con la sovrapposizione di questa figura un "streghesca " , Wiccha diremmo oggi , che affonda le radici nell'humus culturale della scomparsa società contadina .

Oggi le befane dell'Occidente opulento sono molto ricche , ma un tempo , fino a cento anni fa , erano povere , molto povere , per i più ; infatti , mi raccontava mio padre , che sotto il letto la mattina della befana i bambini , compreso lui , trovavano una manciata di " frutta secca " , nocciole , fichi , noci e poco altro .......! E carbone , vero non dolcificato , quando non si era stati proprio così buoni nell'anno passato .

La semplicità della scena , però contiene una "simbologia" esoterica , semplice e molto bella ; infatti la befana , rappresenta il "vecchio anno " che se ne va con il suo carico karmico di buone o cattive azioni , il cui residuato è rappresentato proprio dalla "frutta secca " e dal carbone . Ma la frutta secca costituita da " semi" di nocciola e quant'altro significa anche che quei semi ( = Samskara) rappresentano la "potenzialità" dell'anno che sopraggiunge . Piantandoli nasceranno " nuove piante " , nuove azioni , nuovi pensieri , che potranno fiorire in " rigogliosi " arbusti o appassire e mineralizzarsi in nero carbone (=tamas=nigredo ) , a seconda che siano verificati Reframing armoniosi di ri-nascita oppure abbiano vinto apsetti "regressivi" della personalità , procurando una "cristallizzazione" (carbone) , un ri-stagno evolutivo che impedirà di ricevere "doni"..........!

La befana si collega direttamente al " Laya Yoga " , lo Yoga della dissoluzione della manifestazione , sia a livello macrocosmico , sia a livello microcosmico . Il Laya Yoga è l'arte del morire a se stessi per ri-nascere al Vero Sè a seconda di quello che abbiamo piantato nella nostra vita !

Consiglio epifanico : gettiamo un pò di nocciole sotto il letto dei nostri figli , dei nipotini nel mio caso , e poi un giorno gli spiegheremo un pò meglio il significato , lasciandogli una traccia come i "sassolini" di Pollicino per " tornare a casa ".

LE FIABE SERVONO PER FAR ADDORMENTARE I PICCOLI , E PER FAR RI-SVEGLIARE I GRANDI  !


LA SAMARITANA : UN REFRAMING TUTTO AL FEMMINILE














1 Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2 - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3 lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria. 5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». 13 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16 Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». 17 Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; 18 infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19 Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». 25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». 26 Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
27 In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». 28 La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». 30 Uscirono allora dalla città e andavano da lui. ( Gv 4,1-30)

Il quarto capitolo dell'evangelo secondo Giovanni continua a trattare dell'insegnamento di Gesù sulla potente opera vivificante dello Spirito Santo. Gesù non usò con la Samaritana, lo stesso metodo utilizzato con Nicodemo per esporle le verità concernenti la nuova nascita (REFRAMING). Eppure il problema di quella donna incontrata da Cristo al pozzo di Giacobbe non era diverso da quello di Nicodemo: tutti e due avevano bisogno di una radicale trasformazione (REFRAMING) spirituale che conferisse loro una nuova vita. Gesù non si rivolse alla donna ripetendo quella frase che in altra occasione aveva usata con Nicodemo per porre fine ad ogni preambolo: «Bisogna che tu nasca di nuovo»; anzi egli stesso sembra temporeggiare, girare intorno all'argomento come non avendo alcuna intenzione di trattarlo in presenza di Samaritani. La sua prima espressione non è per rivelare realtà: « DAMMI DA BERE».
Stabilito il contatto con la sconosciuta trattando di argomenti a lei vicini, Gesù può iniziare l'opera Sua per indurla a riconoscere il proprio stato ed il proprio bisogno di rinnovamento interiore (REFRAMING). Per produrre tutto questo doveva riuscire ad abbattere barriere non indifferenti: quelle della nazionalità, quelle del pregiudizio, quelle dell'ignoranza. Un compito veramente difficile, ma che Cristo riuscì a portare a termine non cercando mai di presentare alla Samaritana il quadro della propria vita corrotta ma piuttosto facendo appello alla sua simpatia, svegliando la sua curiosità e dandole un senso di importanza che la dispose positivamente nei confronti del suo interlocutore. Quale meraviglioso esempio per tutti coloro che desiderano guadagnare anime a Cristo!
Il tatto e l'amore di Gesù furono potenti ad aprire un varco nel cuore di quella donna permettendole di comprendere a ricevere la verità. Gesù non tratta tutti allo stesso modo secondo un'immutabile e rigorosa procedura che osserva come costui o costei può comprendere. È lui che si abbassa e che cerca di farsi comprendere dalla creatura umana. Ed ora una domanda! Manifestiamo la stessa delicatezza lo stesso tatto, lo stesso tenero interesse di Cristo quando accostiamo il prossimo ?




NOE' , IL PORTATORE DEL NOME (SEM) : UN REFRAMING DA DILUVIO















Ci narra la bibbia che terminato il diluvio Noè in preda ad una felicità incontenibile ( e ti credo l'aveva scampata bella ) per lo scampato naufragio si abbandonasse nel segreto della tenda ad una abbondante libagione dopo essersi de-nudato di ogni abito . Per questo fatto Noè sarà considerato "patrono " dei viticoltori come " iniziatore " ai misteri del vino alla stregua di Dioniso che costituì l'equivqlente nel mondo greco dedito fin dalla notte dei tempi ai riti dionisiaci . Eh già , proprio così , il vino , prima di divenire l'idolo degli alcolizzati , era la bevanda degli dei , che abili coppieri , Ganimede in testa , mescevano in preziose coppe , che raccoglievano il "sangue della terra " , l'aquam-vitae dei latini  , da cui  l' " acqua di vita " degli alchimisti  , o elisir , quell'acqua misteriosa che procura l' " ASC " ( Altereoutes States  of Counscieness ) , quegli stati sublimi , che spostando gli "allineamenti con il " mondo ordinario" permettono di attingere a quello " extra-ordinario " (Peak Experiences) confinante con il primo , quasi un " universo parallelo" attingibile solo attraverso il "passaggio" di un " portale " magico , uno "stargate che il vino appunto apre , come tante altre droghe utilizzate nell'ambito di rituali religiosi o iniziatici , tipo il "peyotle" fungo messicano , o l'hashish, l'oppio ecc.... 

Insomma Noè , il giusto che < camminava davanti a Dio > e ne osservava il Dharma , la Legge , tanto è vero che è l'unico a salvarsi con la sua famiglia, il pio Noè raggiunge il " samadhi " ( stato unitivo di completa fusione con l'Uno ) , ma i testi non usano mai la parola ubriaco , il suo stato passa alla storia come "ebbrezza " ,  una sobria-ebrietas , da cui sobrietà ,  stato sicuramente alterato , ma gioioso , vivace , caratterizzato da risa e magari canzoncine sgangherate , ma non violento , non minaccioso . Una allegria che esprime l'eros quando è unito alla sua parte più profonda , al divino appunto , come la risata dell'anziana sterile Sara , moglie di Abramo , quando riceve la notizia della sua prossima maternità .


Questa è la " risata " che piace a Dio , risata che nasce dall'esperienza di Sat-Chit-Ananda , una esperienza trinitaria mista di Conoscenza (Sat) ; Coscienza (Chit) ; Beatitudine (Ananda ).
Si tratta dell'uomo/donna che scopre di essere Dio da sempre e ride , ma di una risata "femminile" , piena di vita divina , diversa dalla risata maschile , aggressiva , corrosiva che ha bisogno di deridere l'altro/a , di sminuirlo satiricamente. L'uomo/donna ride rivedendo tutta l'inutile e vana mascherata , annegata nelle onde di uno "tsunami" esistenziale , il diluvio , un battesimo che lo porta a nuova vita facendogli gustare un divino "REFRAMING".

Appena Dio nasce in lei (Sara) , la sua anima sussulta , come sussulterà qualche secolo dopo il grembo di Elisabetta , cugina della madonna , in cinta del Battista , all'avvicinarsi del Cristo , appena concepito nel grembo di Maria . La gioia di Dio quindi si annuncia la "ebrietas " , l'ebbrezza , la gioia , abbrezza ma mai ubriachezza , essendo quest'ultima uno stato "malato" dell'anima , avvelenata dai desideri iniqui della mente egoica inferiore , l'Adamo terrestre mai soddisfatto , sempre in cerca di divertimenti , di riferimenti esterni inquinati da ansia di possesso . Dio lo si può accogliere e allora si trasforma in una risata , ma se si stenta di possederlo violentemente si trasforma in una smorfia di dolore .
L'ebbrezza , la gioia , la beatitudine , la risata , sembra unire tutti questi personaggi biblici , ma cosa in realtà li unisce ? Quale è il filo ( sutra ) che li lega ? Dove trae linfa questa ventata di eros divino che li investe e li attraversa ?


Genesi 9,20-27

20 Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare la vigna 21 e bevve del vino; s'inebriò e si denudò in mezzo alla sua tenda. 22 Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e andò a dirlo, fuori, ai suoi fratelli. 23 Ma Sem e Iafet presero il suo mantello, se lo misero insieme sulle spalle e, camminando all'indietro, coprirono la nudità del loro padre. Siccome avevano il viso rivolto dalla parte opposta, non videro la nudità del loro padre.24 Quando Noè si svegliò dalla sua ebbrezza, seppe quello che gli aveva fatto il figlio minore e disse: 25 «Maledetto Canaan! Sia servo dei servi dei suoi fratelli!» 26 Disse ancora: «Benedetto sia il SIGNORE, Dio di Sem; e sia Canaan suo servo!27 Dio estenda Iafet! e abiti nelle tende di Sem e sia Canaan suo servo!»


Beh atteniamoci al testo osservando che : egli ( Noè ) si < denudò in mezzo alla sua tenda > . Ora con il termine "tenda" notoriamente nella bibbia si indica il corpo . Noè ormai ha perso tutte le sue maschere , i falsi orpelli del piccolo/ego/faraone , andati definitivamente perdute nel corso del diluvio subito ; infatti i diluvi e le distruzioni bibliche come Babele , Sodoma , Gomorra , ecc , rappresentano l'andare in frantumi della vecchia personalità egoica , per lasciare il posto all"'Io Sono" trascendente , il Vero Sè , l'Uno , il Dio Interiore . La dis-struzione in senso biblico è la terapia divina per mandare in pensione le false illusioni , gli attaccamenti inutili , tutti strumenti di Maya (Vairagya) , proiezioni obnubilanti di Avidya , ignoranza spirituale .

Quando viene dis-messo tutto questo "falso" armamentario d'ignoranza , può allora , e soltanto allora rifulgere il " NOME " , cioè : IO SONO !
Il vero NOME che ogni essere porta chiuso in se,  coperto da una coltre "plumbea" di Avidya , NOME che trapela solo al momento della " DIKSA " ( Illuminazione ) introducendo al Samadhi  ( stato unitivo estatico ) .

Quindi l'ebbrezza di Noè è dovuta alla sua presa di coscienza in quanto "portatore " del NOME SUPREMO , l'IO SONO divino e trascendente , sperimentato all'interno della materia , il corpo .
I figli ( Sem , Iafet , e Cam ) non comprendono questa ebbrezza paterna , ancora non sono coscienti del NOME , e la considerano come ubriachezza , quindi cercano  , Sem e Iafet , di proteggere il padre di coprirlo con una coperta entrando nella tenda ma avvicinandosi a lui camminando a ritroso di spalle , per non vedere la sua nudità , in atto di rispetto formale , mentre l'altro , Cam  entrato per primo , irriguardoso e irriverente ,  vedendo il padre in quelle condizioni lo va a riferire ai fratelli irridendolo .
Al suo ritorno in sè il padre , saputo dell'accaduto elogerà Sem e Iafet e li benedirà , mentre redarguirà Cam e lo maledirà . Cosa è successo ? Perchè una reazione così forte da parte di un padre colto in un momento di particolare intimità ?


Nella tenda Noè fa esperienza di Dio , realizza la presenza del NOME in se , Cam il figlio irriguardoso entra nella tenda senza osservare " norme rituali " , come fanno invece gli altri due, Sem e Iafet , che entrano a ritroso portando una coperta , come un  paramento sacro sacerdotale per proteggersi dalla " forza divina " che scaturisce dal NOME . Fintanto che non si è pronti , che il corpo non è pronto , come " nuova otre " , sono necessari "accorgimenti" rituali per proteggersi da " irruzzioni " repentine del divino , proprio per evitarsi i danni che invece si procura l'altro fratello , Cam che invece cade maldestramente nella trappola di sempre , cioè il tentativo dell'uomo/donna di by-passare l'osservanza rituale necessaria , tentando la "direttissima" , strada molto pericolosa , di cui avevano fatto già la prova i suoi progenitori adamitici  .

La lettera ebraica " s " ( shin ) che compone "sem" ( nome ) la ritroviamo in uno dei figli , Sem appunto , avo dei " SEMITI " , cioè : PORTATORI DEL NOME !
Si evince , che siamo tutti "semiti " , in quanto figli di Dio , portatori del NOME !
Va da se che il piccolo/ego/faraone , un vero camita , odia a morte i Semiti , in quanto portatori di quell'IO SONO . Quando compare nella carne umana , trovando dei Noè , l'IO SONO decreta  la  fine ,  regno egoico inferiore , che  di tutto per ostacolare e ritardare in ogni maniera il suo " Avvento " definitivo , al punto di decretare una strage di innocenti , come hanno fatto puntualmente gli erodi di ogni epoca , rappresentanti incarnati del piccolo/ego/faraone. 
In questo quadro . l'ANTI-SEMITISMO si delinea  oltre che una odiosa forma di razzismo , anche e soprattutto come una "avversione " al NOME . Cam , in fondo , è un ANTI-CRISTO antelitteram !


MOSE' , IL CONDOTTIERO : UN REFRAMING COINVOLGENTE 














                                                    
Mosè è il tipico condottiero. Egli guida il suo popolo dalla prigionia in Egitto alla libertà della terra promessa. Mosè è colui che sa guidare altri uomini. Ma il popolo è anche una immagine che sta a simboleggiare parti “ irredente “ della  sua propria anima . MOSE’ è colui che capace di “ GUIDARE SE STESSO “ , prima premessa per guidare gli " ALTRI " .
La bibbia racconta il cammino progressivo attraverso cui Mosè impara a guidare se stesso e il popolo , Mosè non è nato subito " condottiero “ ,  lo diventerà con l’apprendistato della pedagogia divina. Mosè non ha una nascita facile , appena nato è già in pericolo ; infatti  il Faraone ha ordinato l’uccisione di tutti i maschi , anticipatrice di quella " strage degli innocenti " che sarà ordinata da Erode Antipa dopo la nascita di Gesù. M. è “ esposto “ , appena nato,  ai pericoli della vita ; infatti  la madre , per sottrarlo al faraone , lo depone in una “ cesta ” (= arca ) e viene raccolto dalla figlia del faraone , che lo chiama Mosè impropriamente tradotto come < il salvato dalle acque > , mentre la desinenza egizia " mosis " , che figura in tanti nome di faraoni (Tutmosis , Ramses , ecc..) , significa originariamente il patronimico < figlio di....> .

Il suo inizio esistenziale ricorda quello di tanti mitemi relativi a  nascite divine , bambini con talenti straordinari come  : Romolo e Remo , Edipo , Krishna , Perseo , Sigfrido , Buddha , Ercole , Gilgamesh , ecc...fino a Gesù , che già bambino dovette fuggire in Egitto , anche lui come Mosè in pericolo . Il mito ci mostra che noi tutti siamo bambini   divini “esposti“ alle ire della mente egoica inferiore (faraone) . Solo  venendo in contatto con il bambino divino che è in noi , solo allora scopriamo la nostra autentica “ dotazione “ , il nostro talento e la nostra missione karmica , quella missione che Dio ci affida. Non rimaniamo fermi al bambino ferito , ciò che effetivamente siamo . Il bambino divino in noi sta a simboleggiare il rinnovamento , il vero , inviolato Sè , che in mezzo a tutte le minacce della nostra vita si trova nel nostro intimo protetto dalla mano di Dio. 

L'Egitto interiore è minacciato da un virus letale che si chiama : " NORMOSI "
Cioè l'acquiescenza , la "normalizzazione" , l'adeguamento conformista alla schiavitù quotidiana , che si trasforma in ignoranza " crassa " e invincibile , è da questa malattia che il Signore , tramite Mosè vuole guarire il suo popolo .

Mosè cresce . Uccide un egiziano , ed il giorno dopo sedando una lite tra due ebrei , gli viene ricordato il suo omicidio . Mosè fugge in Madian , sposa la figlia del sacerdote del paese , ha un figlio  , Gherson ( in ebraico = nato in terra straniera ) , trasformato in pastore , porta il gregge al pascolo  è un fallito , è naufragato , non aveva ancora incontrato se stesso. Ma ciò sarà reso possibile proprio dal suo fallimento ; infatti  M.  aveva avuto troppa fiducia nelle sue forze .Ora è lì sotto le montagne al pascolo di un gregge, che simboleggia la sua natura istintuale non domata ,  in attesa di prendere in mano la guida di un ben altro gregge - il popolo d’Israele - portatore del “ NOME “ ( in ebraico = Sem = il Nome , da cui i Semiti ) e dovrà condurlo proprio alla manifestazione di quel “ NOME “ , questo sarà il compito affidato da Dio a Mosè ( indicato in ebraico dalle lettere M sh H ed il cui ribaltamento diviene H sh M - Hashem - il NOME appunto ,  cioè Dio ) e tramite lui ad ogni uomo e collettività umana ; infatti ogni essere è collegato ontologicamente al NOME e distaccato da questi perde il suo senso e la sua realtà e si espone alla distruzione ontologica , come nel caso del faraone e del suo popolo . 

L’EBREO e l’EGIZIANO ( al di fuori del loro valore storico ) simboleggiano rispettivamente : colui che si apre uno spazio interiore via via più ampio ( l’ebreo ) attraverso mutazioni successive , mentre il secondo ( Egiziano ) colui che resta “ bloccato “ dalle forze della schiavitù interiore e che si oppone ad ogni crescita di coscienza . Mosè non è il condottiero nato e quando nel “ roveto ardente “ prende coscienza di se stesso come  “ Io Sono“ subisce un " REFRAMING " violento alla stregua di  Paolo di Tarso molti anni dopo di lui, s’impaurisce , inizia a protestare tra mille titubanze e timori , ma...ma.... Dio ha scelto lui , sarà lui che dovrà prendere il testimone ( = NOME ) e manifestarlo nel popolo di Dio che inizia Mosè alla sua missione , che è quella di ogni uomo:  manifestare il NOME ! (consiglio una visita alla Chiesa del Gesù , splendida architettura visiva incentrata sull’adorazione del NOME SUPREMO “ JHS “ ).

La vicenda terrena di Mosè si snoda attraverso tradimenti , tensioni , paure , abbattimenti, gioie  e disperazioni per far si che degli uomini “ MATTONE “ ( gli ebrei fabbricavano mattoni per il Faraone a basso costo e perciò tenuti prigionieri e ridotti ad una vita animale ) in uomini “ PIETRA “ cioè consapevoli della “ scintilla divina “ in loro ( la Pietra è simbolo dello Spirito aggangiato alla materia ) e tutto questo processo di “consapevolizzazione “ avviene nel deserto , dove gli ebrei elaborano l’immagine vera di Dio < Quanto il Signore ha detto noi lo faremo ! > , dopo aver tentato di costruirsene una ad uso personale (tentazione dell’uomo di ogni tempo ) il famoso < il Vitello d’oro > .

Il Faraone e Mosè si presentano , ovviamente , come due personaggi "antitetici" fra loro , in conflitto , con il primo che ricopre la parte del "cattivo" e il secondo la parte del "buono" , ma entrambi sono "funzionali" alla opera divina di "divinizzazione" del popolo ; infatti il primo (faraone) tenta di blindare con i "mattoni" , una sorta di muro di Berlino , gli schiavi non permettendo loro di "uscire" dall'Egitto/Avidya ( ignoranza spirituale ) ; mentre il secondo (Mosè) vuole portarli fuori ( gli ebrei) per farne uomini " Pietra  " , ancorati al Vero Sè ( Yavhè) , uomini liberi  . Il regista occulto rimane sempre il Signore , che da un lato "indurisce" il cuore del faraone e dall'altro sospinge quello di Mosè . Anche nel faraone dobbiamo leggere il Signore stesso , mascherato , che usa tale stratagemma per far partorire il " Nome " dal grembo del suo popolo , il frutto che giungerà a maturazione nella notte di Natale . 

Ancora una volta , come già con Abramo in precedenza , il Signore invita l'uomo < ad andare verso se stesso > per liberare il nucleo divino del suo essere più profondo . Il faraone , come i tanti cattivi di tutte le fiabe e miti , non è altro che il "gran sacerdote " che "inizia" l'eroe (= Virat) alla conoscenza di se stesso , incidendo dolorosamente ( = circoncisione ) i " prepuzi " del cuore , liberandoli dalle "pelli" indurite della ignoranza spirituale ( = Avidya ) . Nella composizione ebraica del nome faraone si trova la radice "ra", che indica nell'albero cabalistico il " lato oscuro , "incompiuto" , vera potenzialità , rispetto all'altro lato luminoso , " tov " , lato del " compiuto ". Tutto ciò che è "incompiuto " nell'egiziano , si deve " compiere " nell'ebreo liberato ( = Moksa ) .
Le ultime parole di Cristo saranno proprio : < Tutto è compiuto > , avendo portato a compimento l'opera per cui era stato inviato dal Padre , la " divinizzazione dell'uomo , cristificandolo , trasformato in " UOMO PIETRA "...< Tu es petrus  > !

Mosè “ stressato  da Dio e dagli uomini ( sorte di ogni vero profeta ) morirà vedendo da lontano  la “ terra promessa “ , di lui non resta neanche la tomba , perchè gli uomini di Dio veramente umili non hanno bisogno di “ Mausolei “ , che abbondano invece per i faraoni antichi  e moderni . Mosè muore ma lascia il testimonio a Giosuè , che nell'asse messianico  d’ora in poi sarà  il nuovo poratore del “ NOME “ , quel NOME che da ultimo sarà deposto nel grembo della  Vergine e prenderà carne nel Cristo !
Chi come Mosè si affida alla pedagogia divina e si lascia da lui condurre alla libertà , crescerà e diventerà uomo , capace di guidare anche altri alla libertà e la vita !


                                                   RIFLESSIONE

 - Sono un UOMO-MATTONE o UOMO-PIETRA ?
-  Sono schiavo nell'Egitto interiore o giunto alla Terra Promessa ? 
-  Ho attraversato ( Pasqua) il Mar Rosso delle passioni rajasiche o sono annegato nelle 
   sue acque tamasiche  ?
- Uscire dall'Egitto ( Avidya )  , per diventare VERBO ( Vidya ) 
- Il Signore può stare con l'uomo/donna solo fuori dall'Egitto , si vuole far incontrare nella 
  terra della Libertà , la Terra Promessa appunto
- Pasqua / passaggio = mutazione = dal mondo animale a quello dell’uomo = i personaggi  
  dei miti sono le “ forze vive “ , che riattualizzate permettono questo “ passaggio “ e 
   liberano il " Nome " dentro di noi 
- Convertirsi o Scomparire nei “ flutti “ ?
- Vincere le " resitenze interiori " ( faraone ) sull'esempio di M. trasformando l'aggressività 
  animale in coraggio mistico

YOGACHARYA EKNATHANANDA




       ABRAMO : UN REFRAMING IMPOSTO











1 Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:

«Io sono Dio onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.
2 Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto».
3 Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
4 «Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.
5 Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.



Così con poche e perentorie parole Abramo è invitato dal Signore a uscire e lasciare la sua terra , la sua città , Ur dei Caldei , situata nella Mesopotamia , attuale Iraq . Inizia così il primo e più significativo dei pellegrinaggi della storia . Abram , questo il suo primo nome , Abramo lo diventerà solo in seguito , non è più un giovincello , ha novantanove anni , una età che non facilita l'accoglienza di certi tipi di proposte che prospettano le ansie dell'ignoto e dell'instabilità , eppure il " Virat " (= eroe ) non si tira indietro e risponde : Hinenì ( ebraico ) " Eccomi " .

A. lascia all'istante la città , Ur dei Caldei , dove si praticava una raffinata teologia astrologica . Il nome stesso UR , significa : FUOCO !
Proprio così , e non si può dire che A. non sia un uomo " infuocato " se a così veneranda età accetta di ri-mettersi in  gioco , un vero campione di " TAPAS " (= ardore spirituale ) e sicuramente ne ha da vendere , come tutti gli uomini di Dio del resto . A. si lascia alle spalle una città dominata da un'altro "fuoco" , il fuoco delle passioni , un fuoco che arde nelle città terrene dominate dalle passioni , come in seguito saranno Sodoma e Gomorra , metàfore del " prana infero " , distruttivo in contrapposizione al "prana pentecostale " divino , fuoco che illumina ; insomma Abraham ( questo sarà il nome che sostituirà il primo Abram ) , diventerà un esperto di " Pranayama " , vero dominatore del " prana infero " , non rimarrà "bruciato" , ma uscito allo scoperto , diventerà " padre di una moltitudine di genti , questa è la traduzione del suo nome , che avvera la promessa karmica del suo Dio .

A. fa l'esperienza , per primo , dell'Emmanuele , il " Dio con noi " , il Dio che cammina con noi , immanente e trascendente a un tempo , che si miscela con l'umanità , la divinizza umanizzandosi Egli stesso , che si fa compagna di strada e di avventura , come il Cristo che secoli più tardi affianca due accorati e delusi discepoli sulla " strada " ( = marga ) di Emmaus . Con un Dio così alle calcagna non si può rimanere a lungo nelle " città degli uomini " , che diventano oppresssive per la vita spirituale e si rende necessario abbandonarle , perchè il desiderio di infinito che l'uomo/donna si porta dentro è troppo grande e illimitato per vivere in limiti così angusti , l'uomo : < è fatto per il Signore e il Signore per l'uomo > dice l'apostolo Paolo e non gli si può dare torto . Per questo Abramo diventa archetipo di riferimento per la " fede " dell'uomo/donna di ogni tempo , al punto di essere citato come < Nostro padre nella fede > ( S. Paolo ) .

L'uomo/donna "infuocato/a " da Dio non può vivere più nei limiti angusti , ottusi e pasionali delle " città terrene " , ma sente un richiamo irresistibile ad abitare nella " città di Dio " , ed per questo che A. inizia il primo pellegrinaggio della storia umana , a cui ne seguiranno tanti , tanti altri di molti altri/e uomini e donne di ogni epoca , richiamati da quel misterioso richiamo , che fa dire ad Agostino : < Tu ci hai fatti  per  Te Signore e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in Te >.

Nell'uomo/donna si contrappongono due tendenze fondamentali contrapposte che si possono così riassumere e cioè : tendenza a rimanere e tendenza ad andare via !
La prima come paura di abbandonare il vecchi per il nuovo , la seconda come desiderio di nuovo rispetto ad un vecchio ormai obsoleto ed inutile dal punto di vista evolutivo .
Due tendenze del resto presenti un pò ovunque nei testi scritturali di ogni tradizione religiosa di oriente ed occidente . Lo stesso Dio biblico non ne è esente ; infatti la Bibbia è caratterizzata da due tradizioni note come : tradizione javhista e tradizione elhoista.
La prima , jahvista connota il Dio dei "limiti" , quello dei comandamenti : non fare questo , non fare quello ..non mangerai dell'albero del bene e del male , ecc...L'altra , quella elhoista , connota il Dio del superamento dei limiti , invitante ad andare oltre , a uscire dall'Egitto , da Ur dei Caldei, da se stessi , per andare oltre se stessi , < verso un paese che io ti indicherò > .
Uscire o rimanere ? Tutti i grandi eroi (= Virat) di tante saghe ( Abramo , Giona , Isaia , Geremia, Amleto ,  Pinocchio , ecc...ecc.. si caratterizzano per questo dilemma , che raggiunge la massima espressione nello scespiriano " essere o non essere ? " , rimanere nei limiti di un Dio conservatore jahvista ( Vishnù) o superarli in braccio a un Dio avventuroso elhoista ( Shiva ) ? Ma Dio , si sa , non è " dualista " ( = dvaita ) ; infatti è " advaita " , non duale , Jahvè ed Elhoim ad un tempo , come afferma  il vangelo gnostico di Tommaso : < Dio è quiete e movimento >.









A partire dalla 1° coppia “ matriciale “  Adamo / Eva ( ma ancora prima Ish / Isshà ) , tutta la storia sacra si dipana e si alterna tra figure maschili / femminili , che sviluppano all’interno del  loro rapporto coniugale / genitoriale  il disegno “ messianico “ voluto per loro da Dio .

MASCOLINITA’ / FEMMINILITA’ sono nel disegno di Dio un “ segno sacramentale “ , che è premessa per il ritorno all’Uno primigenio edenico , dopo aver attraversato il grande mare della “ molteplicità “ ( = terra = polvere = adamah = suolo ).









La BIOLOGITA’ di Adamo /  Eva , è preceduta dalla ONTOLOGICITA’ di Ish /  Isshà ( termini che in ebraico indicano rispettivamente maschio e femmina ). 

Il figlio dell’Uomo ( = figlio messianico ) è figlio di Ish / Isshà re-integrati come genitori ontologici.

I figli che nascono da Adamo / Eva sono figli biologici , solo a partire da Sem ( = il Nome in ebraico ) che sostituisce Abele , si delinea la linea “ messianica “ di ritorno , sulla quale s’innestaranno Noè ( = il giusto che cammina davanti a Dio ) , fino a giungere ad Abramo (=nostro padre nella fede ) , il primo pellegrino della storia sacra , chiamato dal Signore ad uscire dalla sua terra , per andare verso se stesso ( = lek lekà in ebraico ) per ritornare nella terra promessa , cioè : la propria patria “ ontologica " (divina) . Per recuperare la propria “ somiglianza “ con Dio ; per somigliare di nuovo a Dio , dobbiamo essere “ cristificati “.

























Abramo lascia la sua casa , la sua patria , la sua famiglia , questa “ triplice  dipartita “ nel Monachesimo diventò una immagine non solo del cammino di fede , ma anche del cammino in cui l’uomo diventa se stesso . Chi come adulto è ancora legato ai genitori , non avrà mai una sua vita propria .













                                                                  1°  dipartita

Non si tratta tanto di lasciare la casa , quanto un interiore diventare liberi dalle figure “ parentali “ interiorizzate . ( Vedi il mito di Edipo )

                                                                   2°  dipartita

Si caratterizza come una dipartita dai sentimenti del passato . Certi uomini venerano la loro infanzia , essi sognano le feste natalizie del loro passato ( Natale in casa Cupiello ) , vagheggiano di rifugi in cucina presso le proprie madri ; insomma sono “ orientati “ all’indietro , nostalgici dell’apparente sacro mondo dell’infanzia e delusi dai loro figli che non apprezzano i loro tentativi in questo senso.
Per un sano sviluppo interiore , ci si deve quindi liberare dai sentimenti del passato , tanto da quelli dolorosi , quanto da quelli belli , per non correre il rischio di “ riperpetuare “ all’infinito modelli obsoleti di vita passata , lasciandoci sfuggire l’attimo presente , a cui ci chiudiamo rifugiandoci nel passato .
Lasciare anche le ferite , significa non “ appioppare “ continuamente ad altri la responsabilità della nostra vita , di cui ce ne assumiamo invece il carico in prima persona .

                                                                  3°   dipartita

Caratterizzata dall’uomo che deve partire ed abbandonare le cose visibili.
Da ultimo il cammino di diventare uomini è sempre e soprattutto un cammino spirituale ; si tratta di abbandonare tutto ciò a cui mi posso orientare : il successo , i possedimenti , la buona fama , raggiunta attraverso il mio lavoro...ecc...ecc ( Vedi parabole del giovane ricco, e del ricco possidente di Silos ).

                             La nostra vita è un continuo essere in movimento

                                                   < Dio è movimento e quiete >

Leggiamo nel Vag. Gnos. Tommaso ; non possiamo concederci il lusso di fermarci. Gli uomini corrono sempre il rischio di fissarsi ed attaccarsi alle cose esteriori , allorchè si tratta di percorrere un cammino interiore , ritengono di funzionare bene quando funzionano esteriormente , ma il puro funzionare viene acquisito a scapito dell’immobilità interiore , diventano duri , rigidi , senza misericordia verso se stessi e verso gli altri , a differenza delle donne che si espongono più volentieri al mondo interiore dei loro sentimenti e delle loro ferite . Mito moderno dell’efficienza .

La Bibbia rinuncia a proporre Abramo come ideale d’uomo , ma al contrario ci propone e mostra i suoi “ lati ombra “ , come in altri miti e fiabe , alla fine l’eroe incontra il suo “versante oscuro “ (  Come l'eroe del film " Guerre Stellari " che si scontra con Dark Fenner,  il lato oscuro della forza ) . Il personaggio Abramo viene raccontato attraverso singole scene che mostrano il suo graduale sviluppo interiore , che avviene attraverso sbagli ed errori , ma proprio per questo diventa immagine archetipica della fede e patriarca di Israele, di cui il popolo racconterà sempre le gesta ed in base a cui misurerà se stesso .

Il “ LATO OSCURO “ di Abramo si mostra soprattutto nella relazione con sua moglie Sara e con la sua schiava Agar. 








Sara / Agar due volti di una stessa donna , l’una padrona , l’altra schiava . Sara uguale ad A. per nascita , Agar invece serva .

Certi uomini sposano più volentieri una schiava , che non una pari grado , verso cui nutrono la paura di essere inferiori .
Abramo abusa di sua moglie presentandola al Faraone come sua sorella , la utilizza come una “ cosa “ per suoi fini reconditi e non sviluppa l’energia necessaria per avere un figlio da lei , che non ha fiducia in lui , non crede al suo uomo che possa ancora fecondarla .

Le statistiche attuali ci parlano di uomini sempre più infecondi a causa dell’indebolimento del seme , molti i casi di impotenza, segnali questi di un preoccupante indebolimento  del maschile ; solo l’energia di “ tre uomini “ comparsi misteriosamente alle spalle di Abramo , gli forniranno l’energia maschile necessaria per la fecondazione di Sara .
Abramo , su istigazione di Sara , caccerà via Agar e Ismaele , suo figlio . A. è sul punto d’immolare il figlio Isacco , sulla riga di una religiosità malamente intesa. Il pellegrino in lui è diventata una figura de-responsabilizzante , ha trasformato la religione in “ IDEOLOGIA “ e non si accorgono tanti pellegrini interiori di chi vive e cammina loro accanto , al punto tale di diventare cieco nei confronti dei loro bisogni .



- Il sacrificio d’Isacco - Una falsa immagine religiosa di Abramo - Una vendetta nei confr=
  onti di Sara - La punizione religiosa x affermare la “ terribilitò “ divina - La cecità presie=
  de allo sviluppo del “ fondamentalismo “ , Il Mito di Kronos ( la de-tronizzazione da parte
  del figlio ) . Abramo riceve 2 figli una da una schiava ( Agar ) = figlio biologico , uno da
  da una donna libera ( Sara ) = figlio ontologico . < Molti sono i figli dell’abbandonata ,
  pochi quelli della donna che ha marito > . I figli della Vergine .

- Insomma Abramo deve “ andarsene “ da tutte le false immagini , che si è creato di se   
















 stesso ( guerriero valoroso , ma anche codardo e calcolatore ..... ) ma anche dalle immagini  


















 che si era fatto di sua moglie e della donna in generale .



  “ L’UOMO DEVE MATURARE FINO A DIVENTARE UOMO SOLO SE PRENDE CONGEDO
  DALLE IMMAGINI INFANTILI DELLA DONNA  ED ARRIVA A VEDERE LA DONNA COME
  PARTNER DAGLI UGUALI DIRITTI ED A PORSI DAVANTI A LEI NELLA PARITA’ “

E da ultimo Abramo dovette andarsene anche dall’immagine di Dio , che si era costruita .
Dio non è un Dio che esige sacrifici , ma uno che vuole il nostro cuore , il nostro amore.
Dio non chiede il sacrificio del figlio , qui nella duplice veste di figlio carnale e figlio interiore , cioè , ciò che è originario ed autentico e che desidera farsi strada ed erompere nel Magnificat .
Insomma per diventare interamente me stesso , devo congedarmi da una immagine schematica e blindante del Dio perfetto , rigido , duro di cuore , affinchè si faccia strada il Dio della vita e possa determinare la mia vita .

Abramo personifica l’immagine  archetipica del pellegrino  !

“ IL PELLEGRINO E’ L’ARCHETIPO DEL CAMBIAMENTO , LA FIGURA CHE NELLA PSICHE EMERGE QUANDO E’ TEMPO DI RIMETTERSI IN VIAGGIO E DI CERCARE UN NUOVO MONDO “  ( Arnold )

Di quando in quando il “ pellegrino “ afferra l’uomo , ed egli parte ed abbandona tutto ciò che gli era noto e familiare , per cercare risposte alle sue domande e dubbi .

Il Medioevo ha registrato una vera e propria esaltazione del pellegrinaggio , famose le mète di Santiago di Compostela , Roma , Gerusalemme ; il cammino durava 9 mesi , quanto il tempo di una gestazione ( 9 è il numero della lama dell’Eremita ) e tornavano a casa ri - nati ........!

L’uomo deve essere a contatto stretto con l’archetipo del pellegrino e di quando in quando mettersi in cammino per lasciarsi alle spalle ciò che è familiare e già raggiunto , pena il rischio  di diventare interiormente rigido , rimanendo fermo allo “status quo “, sciupando le sue energie.

Per rimanere “ vivo “ l’uomo ha bisogno del pellegrino e solo così rimane in cammino interiormente ed esteriormente . Egli non ha in mano Dio come un suo possesso , ma va incontro a Dio , viaggiando sperimenterà e sperimentando diverrà “ navigato “.
Si può camminare correndo oppure meditando interiormente rimanendo seduti , però mantenendo inalterato il fine di “ sciogliersi “ da tutto ciò a cui si era aggrappati !

< Dove mai andiamo ? Sempre verso casa > ( Novalis )

Ma il pellegrino deve essere consapevole dei suoi “ lati ombra “ altrimenti rinnega la propria responsabilità per gli uomini che gli sono affidati ; allora intorno a lui si formano vedove ed orfani abbandonati !

         GIONA : UN REFRAMING FORZATO



                                              
Giona , un archetipo interessante , non nasce profeta , lo diventerà , costretto da Dio , in seguito , mentre inizialmente si presenta come l’archetipo del “ furbastro “ , un personaggio dotato di “ humor “ , che ha lasciato l’impressione che anche Dio sia dotato di “ humor “ , ma potrebbe non essere così ? Dal momento che anche Giona è una sua creatura , e come dice il detto  :  talis pater , talis filius !. 

Quella di Giona non è una storia a fosche tinte , di quelle che disegnano una spiritualità drammatica, tipica di tante altre storie bibliche , p.e. come quella  drammatica  di Geremia , o quella visionaria di Ezechiele ,...ecc...ecc....al contrario è una storia che si manifesta in un quotidiano anche con accenti fantastici , ma un quotidiano senza il “ pathos “ proprio di tante altre chiamate ; ma vediamo in breve la storia .

Giona riceve l’incarico da Dio di andare nella città “ pagana “ di Ninive ( quindi non ebrea ) e di predicare che incombe sulla città il giudizio divino di punizione . Giona si schernisce ( ignora che : < Vocatus o non vocatus , Deus qui in te est aderit > cioè < chiamato o non chiamato , il tuo Dio interiore ti raggiungerà > ) , e da ultimo si da a gambe , salta sulla prima nave in partenza e cerca di riparare in Spagna ( città di Tarsis ). Con il Signore non c’è nulla da fare però , la nave sarà colta da una tempesta ( indovina chi l’ha scatenata ? )
i marinai scoprono che lui era un ebreo , quindi uno straniero e lo gettano in mare , la tempesta si placa , ma G. viene ingoiato da un pesce ( non ricorda un pò Pinocchio ? ) , poi dopo tre giorni risputato fuori ( tre giorni , quanti ne passa Cristo nella tomba prima di risorgere ) e capisce che ha poche chance , quindi raggiunge Ninive ed annuncia loro : <Appena 40 giorni e Ninive sarà distrutta >  e cosa accade ? Incredibile gli abitanti si convertono ! E per primo ad allibire è proprio il “ furbetto del quartierino “ si proprio lui , che di fronte a tanto chiede al Signore , pensate , di morire : < ...Signore toglimi la vita , è meglio per me morire che vivere > ( ma è furbastro , non diamogli peso , neanche Dio gliene da ) .

 La sua ira assume qualcosa di grottesco , di umoristica , Giona fa la parte di un attore comico , che si vela di tristezza quando le cose vanno magnificamente bene , la storia prosegue con altre amene situazioni , che evidenziano come l’umorismo e l’ironia fanno bene all’anima nelle sue relazioni con Dio  , troppo spesso appesantito da libri di spiritualità traspiranti eccessivo pathos ed a smantellare molta spiritualità New age che si prende eccessivamente sul serio .

L’archetipo del birbone trova espressione anche nelle figure di animale come  il gatto e la volpe , il coyote Willie , ecc...che popolano tante nostre fiabe e che ci aiutano a riconoscere i nostri istinti animali ; infatti chi rinnega il suo lato “ombra” animale viene poi raggiunto da esso e molto spesso gli animali “ birboni “ insegnano la saggezza !

Altre volte il “ birbone “ compare in forma d’uomo per smatellare il nostro lato “ ombra “ , magari proprio nel momento che stiamo per identificarci con il nostro ruolo . In fondo il “ birbone “ , giullare , è una “ figura spirituale “ , che ci preserva l’ego da eccessivi “ rigonfiamenti “ , è questa la causa per cui i regimi totalitari non amano la “ satira “ ! Ed anche la religione ha bisogno di buffoni per non deviare in un eccessivo tradizionalismo .
Presso i Greci l’imbroglioncello si vestiva con i panni Hermes , che appena nato rubò i buoi a suo fratello Apollo , che accuserà Hermes di quel tiro mancino , ma Hermes si trasformerà in un bambino innocente perchè la sua caratteristica ed abilità è quella di mutare forma ed aspetto ; infatti i latini lo chiamavano “ Mercurio “ , volatile e cangiante come quel metallo , chi entra in contatto con il proprio Hermes interiore si caratterizza per scaltrezza , astuzia , e mutevolezza della forma esteriore , un vero attore !

Come ogni archetipo che si rispetti anche Hermes ha due lati . Chi è dominato da questo archetipo diventa un ladro pieno di fantasia o un astuto ingannatore , però Hermes era anche “ psicopompo “ , guida delle anime , di cui ne conosce bene gli inrighi , ed è l’unico che attraversa tutti e tre i regni , celeste , terrestre ed infero ; infatti discende nel profondo dell’Ade  , cioè nel proprio mondo ombra , per portare in “ Luce “ tutto ciò che giace nascosto nel nostro profondo .

E’ questo il vero e proprio significato del “ furfante divino “ : che in maniera umoristica ci svela la nostra verità e ci da il coraggio di scendere con “ umiltà “ ( = humus = terra ) nel regno d’ombra della nostra anima , per portare alla luce tutto ciò che preferiremmo “ ri-muovere “.

Quante volte nel quotidiano la tensione di una situazione esacerbata viene “ sdrammatizzata “ attraverso una barzelletta o un racconto umoristico , che , a volte , vanno a colpire donne e uomini potenti , per il bisogno di non prendere la vita troppo sul serio ed uscir così fuori dal duro mondo del lavoro o dal pathos di una spiritualità troppo esagerata ; insomma dell’esser uomo fa parte , a ragione , l’umorismo e l’uomo ha bisogno del birbone in sè per vivere sereno in questo mondo , altrimenti rischierebbe di rimanere catturato dentro l’ira !

Ma naturalmente anche il birbone ha il suo lato ombra. Egli può buttare tutto in risata ed infischiarsene di qualsiasi responsabilità ; quindi c’è bisogno di entrambi i poli : la prontezza a combattere contro ogni ingiustizia ed al tempo stesso la libertà interiore nei confronti di tutto . Lo smascheramento spesso nasconde più forza che non lanciarsi alla carica con violenza ; infatti chi smaschera ciò che è ingiusto gli sottrae più potere , quindi la funzione critica del buffone smaschera il pathos come tentativo di manipolare gli uomini.

La presenza nel ventre oscuro di Giona simboleggia la " NIGREDO " alchemica , quella fase di dissoluzione della materia che " macera " , per far posto alla nuova " forma " ( = Rupa ) , alla forma celeste ( = Svarupa = forma celeste ) , preludio inevitabile di ogni " ri-nascita " spirituale . Giona non nasce profeta , ma lo diventa , assumendo una nuova forma mentis . Gli incontri con la divinità sono così , se non c'è trasformazione ( REFRAMING ) , non c'è reale incontro . Nel caso di Giona , si può dire che il Reframing non se lo è cercato , ma è Dio che lo è andato a cercare , lo ha snidato , lo ha costretto. Giona viveva rannicchiato in se stesso , nelle sue piccole furberie , tranquillo nel " muladhara chakra " . Dio è sceso nei suoi inferi , fin nel muladhara , per portarlo in cielo nello Ajina chakra , centro della "Viveka" ( = retta visione ) , attraverso l'oceano tempestoso delle passioni rappresentato dalle acque del mare di svadisthana cakra , in cui il "Virat" ( eroe spirituale ) prende posto del furbetto , come il bambino Pinocchio prende il posto del vecchio burattino .

Consiglio ? Portatevi sempre  dietro il birbante buffone , farà bene al vostro fegato ! E poi non dimenticate che proprio il Signore Gesù ha citato Giona come “ unico segno “ che sarà dato agli increduli e se amate il giardinaggio , piantate una bella pianta di “ ricino “ vi insegnerà molte cose !

 Yogacharya Eknathananda


                                                  PRATICA  MEDITATIVA

- Massaggio agli emisferi cerebrali - Kaphalabathi

- Pranayama dei 5 Vaju - I venti che si scatenano nella tempesta sulla barca di Giona

- Asana : navasana ( la barca ) - Matsyasana ( il pesce )

- Pratica di Yoga Nidra ( Visualizzazione creativa della nave , oscurità / luce , rinascita )

- Pratica di Yoga della Risata - Hasya Yoga 


      SANSONE : UN REFRAMING FALLITO











( Annibale Carracci 1588 " Sansone in carcere)

Sansone : il Rambo di Dio !  Il Guerriero ( = Virat ) per antonomasia , un " macho " ante-litteram tutto muscoli , dotato di astuzia tattica , ma non stratega intelligente , nemico giurato dei Filistei , una vita avventurosa , passionale , incontrollata , che non riesce ad approdare , come altri eroi biblici ad un "rinnovamento interiore" ( Re-framing = nuova visione di vita ) , ma al contrario naufraga in fragorosa caduta , rovinosa per se e per gli altri , i filistei appunto , fino alla rovina del tempio (=corpo) .

La madre , sterile per molti anni , riesce ad ottenere dopo molte insistenze e preghiere al Signore , la grazia del suo concepimento , con la promessa di consacrarlo al " Nazireato " che prevedeva di tagliare i capelli. 

Cresce forte , Sansone , porta in se la forza che gli viene dal Signore e come giudice eletto dal popolo , è chiamato a difendere e liberare il popolo dalla signoria dei Filistei ; fa a pezzi un leone che trova sulla sua strada ; pone indovinelli maliziosi con forti penali ai suoi nemici ; scaglia volpi , alle cui code aveva legato fascine di legno incendiate,  nei campi dei Filistei , rivelandosi così anche abile guerrigliero ,  e come tutti i guerrieri e palestrati , si sa , ama molto il  riposo del guerriero , cioè : le donne !

Non importa siano esse ebree o non , a lui non interessa , anche i nomi di esse non abbondano , solo di una se ne saprà l’appellativo e quella si , se la ricorderà anche lui molto bene , cioè : Dalila !
Sarà infatti questa , che dopo averlo “ depilato “ ( o pelato ben ben bene , come antica consuetudine del "femminile" prostituito ) , lo consegnerà in mano ai Filistei , procurandogli un finale tragico e rovinoso tra le macerie del tempio , insieme ai suoi nemici .
                                                                           ( Dalila taglia i capelli a Sansone )
Sansone è il tipico guerriero , un ' archetipo  ambiguo , come il “ Marte latino ( Ares ) “ che da una parte è immagine della forza maschile positiva e dall’altra negativa con la sua propensione alla guerra e alla sensualità incontrollata .

In senso positivo , il guerriero sta a simboleggiare uno che sa far fronte alla propria paura prendendo in mano la sua vita ; il guerriero autentico combatte sempre per la vita , per qualcuno e mai contro qualcuno  e soprattutto per la pace dei popoli. Insomma per sviluppare il nostro autentico “ SE “ non si possono scansare i conflitti , ma è necessario canalizzare costruttivamente la nostra aggressività , che facilmente può trasformarsi in astio e odio ( vedi i guerrieri “ irriducibili “ dei nostri stadi domenicali ) .

La violenza è un rapporto inadeguato con l’aggressività , chi diventa violento viene dominato dall’aggressività. Il violento fa violenza a se stesso , uccide  la propria anima  !

Chi si espone all’archetipo del guerriero potrà essere ferito e finire in angoscia ; ma egli ha il coraggio di affrontare la vita con i suoi rischi e le sue ferite ;  al contrario di chi si rende  spettatore , e vedrà la vita fluire davanti a lui senza alcuna partecipazione . Il vero guerriero non agisce mai per cieco furore o desiderio di vendetta , non è violento , ma combatte per la pace , come guerrieri famosi alla stregua di Gandhi , o Martin L. King , ecc...
( Sansone vittorioso sui suoi nemici )

Ma Sansone , come tutti i forzuti di ogni tempo , ha il suo “ punto debole “ : i capelli !
Achille aveva il punto debole nel tallone , Sigfrido nella schiena.....ecc...ecc..Insomma quanti scendono in campo nella battaglia della vita prima o poi vengono feriti , proprio nel loro punto debole , perchè tutti lo abbiamo . Non si spiegherebbe perchè i sistemi politici creino gli apparati di spionaggio proprio per trovare il “ punto debole “ dell’avversario , per annientarlo ( magari appostati con fotocamera o attaccati al telefono ) e consci di ciò tanti uomini si “ corazzano “ psicologicamente dietro ruoli artefatti rifiutando di esporsi ; al contrario chi veramente uomo è , conscio delle sue debolezze , si espone comunque prendendosi le sue responsabilità !

                                                                     ( Sansone si scioglie dai legami )

Sansone mostra di sapersi liberare dai legami ( = corde ) con cui hanno tentato d’incatenarlo i suoi nemici , anche tra i suoi stessi conterranei e familiari , per consegnarlo ai Filistei , dando così l’immagine dell’uomo libero e indipendente anche dai vincoli di parentela e di cordate di partito , distante da ogni interesse personale o di gruppo .

Sansone non mostra spiritualità alcuna nel suo comportamento , non lo si coglie mai , a differenza di tanti esempi biblici a colloquio con Dio , forse a motivo della scarsa propensione degli uomini per la spiritualità che  contiene troppi elementi  “ tranquillizzanti e soporiferi “ minacciosi per  la forza del guerriero . così necessaria nell’ambito del “ cammino spirituale“ . Eppure la " Spiritualità " ha caratterizzato  molte  stagioni in epoche diverse  della “ Cavalleria Spirituale “ e della lotta contro le passioni e i demoni !

S. Benedetto da Norcia arrivò a parlare  della “ Militia Christi “ , esèrcita con le armi dell’obbedienza e del servizio a Cristo Re , cosa che a quel tempo attrasse non pochi e forti giovani , al contrario del tempo attuale , che vede molti uomini depressi e in fuga ,  rivolgersi a una  spiritualità sdolcinata , di genere . Si tratta di diventare monaci/guerrieri interiori , che rimangono sulla breccia , non arretrano , e realizzano il cammino interiore cui sono chiamati. 

S. Giorgio , S. Acazio , S. Maurizio , sono tra i nomi di guerrieri più noti , ma non mancano altri nomi significativi , come S. Ignazio p.e. Il Medioevo ci restituisce l’immagine di un guerriero/Cavaliere educato ai valori della battaglia , del servizio , della disciplina dell’amore , disciplinato anche nei rapporti con la “ donna “ , la “ Dama “ che ogni Cavaliere era chiamato a servire ;  quindi anche l’erotismo , diventa un “ erotismo adorante “ e ben lontano dalla grossoloanità e dalla rozzezza . 

Certo ai nostri giorni è difficile immaginare un rapporto uomo donna in quei termini , in quanto  impossibilitati storicamente a riproporre  questo amore cavalleresco , ma possiamo imparare a collegare in noi l’uno con l’altro , il virile “ guerriero “ e il tenero “amante “ , come nell'archetipo ben riuscito  del Re Davide .

Sansone è fortemente radicato nel " muladhara chakra  " in cui si è concentrata tutta l'energia " sattvica" del  desiderio materno ;  energia copiosamente  travasata nello "svadisthana chakra" , che lo rende " rajasicamente " amante potente e sensuale , ma sostanzialmente superficiale , incapace di approfondire i " rapporti " , più vicino alla "sveltina" , che a una espressione tantrica e sattvica della sessualità ; nel "manipura chakra" , centro del fuoco e dei rapporti sociali , presenta una inevitabile tendenza rajasica allo scontro fisico , mirante alla necessaria dis-truzione dell'altro , senza concessione alcuna a qualsivoglia tentativo diplomatico , tutto deve essere risolto con l'uso della forza .

Sansone rimane relegato nell'ambito coscienziale dei chakra legati all'istintualità e alla passione ; infatti  non accederà all'area dei sentimenti profondi , "anahata chakra" , nè all'area della parola  , " vishuddi chakra " , dal momento che menava solo le mani e soprattutto non raggiungerà " ajina chakra " , l'apertura metafisica del " terzo occhio " , apertura offuscata e preclusa dalla sua sensualità incontrollata . Sansone , prigioniero e schiavo delle passioni ( i Filistei ) subirà l'accecamento "tamasico" degli occhi e solo a quel punto comprenderà il fallimento della sua esistenza , avendo mancato l'obiettivo ontoligico di ogni esistenza e cioè : il ricongiungimento con Dio , con la sorgente !

Una furia distruttiva di odio e di disperazione lo indurrà , in un ultimo titanico sforzo , a scrollare le " due colonne " ( IDA = luna = femminile e PINGALA = sole = maschile ) fra le quali era incatenato , decretando in tal modo la distruzione del " Tempio " , del suo corpo  e di quello dei Filistei al grido del famoso andante : < Muoia Sansone con tutti i Filistei > .


Sansone non raggiungerà  "sahasrara chakra" , l'illuminazione , non diventerà un " Bodhisattva " (= guerriero illuminato )  perchè il suo maschile e il suo femminile non si sono congiunti e lo "squilibrio" spirituale , psichico , gli ha fatto perdere da ultimo il corpo !



                                                                         RIFLESSIONE

- Spirito guerriero costruttivo / distruttivo
- Bodhisattva (=guerriero illuminato )
- Sansone doma i leoni , ha un buon rapporto con la propria aggressività
- La violenza è l’approdo in senso distruttivo dell’aggressività , prima contro gli altri e da 
  ultimo si ritorce contro se stessi .
- Il peccato acceca Sansone , che non riesce a dominare i “ centri “ (=chakra) inferiori del 
  suo corpo.
  Sansone manca il bersaglio “ ontologico “ dell’esistenza.
- La canalizzazione dell’erotismo , funzionale alla realizzazione del “ Vero SE “
- Sforzo ( maschile )  / Accoglienza  ( femminile )
- Riunire la Polarità Maschile e la Polarità Femminile...saper combattere e saper amare 
  proprio dell’archetipo del “ RE “ ( = Davide )
- Diventare Re = diventare responsabile della propria vita ; regnare nella propria anima ; 
  dirigere consape=volmente i propri passi.... non rimanere un “ puer aeternus “ 
  intrappolato nel complesso di Peter Pan, dove Pan simboleggia il “ tutto “ , tutte le 
  potenzialità di essere a cui l’uomo non vuol rinunciare nel proprio egoismo.

Yogacharya Eknathananda

SAN FRANCESCO : UN REFRAMING MATURATO IN 1200 ANNI


















































































16 Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? 17 Egli rispose: perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. 18 Ed egli gli chiese quali? Gesù rispose: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19 onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso. 20 Il giovane gli disse: ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? 21 Gli disse Gesù: se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. 22 Udito questo, il giovane se ne andò triste poiché aveva molte ricchezze. 27 Allora Pietro, prendendo la parola disse: ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, che cosa dunque ne otterremo. 28 E Gesù disse loro: in verità vi dico: ( …) 29 chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.  ( Matteo 19, 16-22; 27-29 )












































Le parole di questo brano evangelico ci riportano un colloquio avvenuto 1200 anni circa prima dell'epoca in cui è vissuto S. Francesco , il santo più conosciuto e amato dagli orientali dell'India  anzi ritenuto tra i più grandi Bakhta Yoghi ( BakhtiYoga = Yoga devozionale ) e Siddha Yoghi ( Siddha Yoga = Yoga dei poteri ). Se si dovesse accettare per buona la teoria della reincarnazione potremmo quasi dire che quel giovane ricco che si intrattiene titubante con Gesù sulla scelta spirituale da operare , potrebbe proprio essere il santo assisiate che rimanda la sua decisione di " seguire " Gesù a data migliore . Una data che si fa attendere almeno milleduecento anni prima di giungere a maturazione karmica . 

Il giovane era di buona famiglia , e anche Francesco lo era , il giovane era ricco , e anche Francesco lo era ; anzi forse quel giovane era anche meglio , moralmente parlando , di Francesco , che da giovane ha corso , come si dice la cavallina , ha dissipato denaro , frequentato notti passionali con donnine allegre e compagnie non proprio raccomandabili ; insomma incontrando Gesù non si sarebbe nemmeno mai sognato di fargli tutte quelle domande del suo predecessore , anzi avrebbe sicuramente tirato diritto per la sua strada , quando non si è pronti , Dio è un'avventura troppo pericolosa . 

Il giovane avverte questa pericolosità e per questo inizia il discorso in punta di piedi chiedendo cosa deve fare per "meritare" la vita eterna e Gesù di rimando lo invita a osservare i comandamenti , ricordandogliene alcuni ( non rubare , non uccidere ecc..) e il giovane soddisfatto fa notare che li ha sempre osservati , quasi presagendo di essere già arrivato in paradiso ; infatti egli non cercava il paradiso in terra , in fondo già possedeva ricchezze abbondanti per esserselo assicurato e goderselo al momento . 

Mirava semplicemente al paradiso dell'Al di là , quello assicurato da tante religioni a chi pratica l'osservanza della legge ebraica contava 365 divieti e 248 precetti giornalieri che assicuravano il " minimo sindacale " per assicurarsi il paradiso . Una religiosità sabatica , domenicale , di facciata , borghese senza sussulti e traumi avventurosi . In questa religione era avviluppato il nostro giovane , come anche Francesco , figlio libertino di benestanti borghesi .

Quel giovane invitato da Gesù a lasciare tutto donandolo ai poveri e seguirlo, però si ritrasse e dice il testo : < si allontanò triste > sotto lo sguardo di Gesù altrettanto intristito . Non aveva avuto il coraggio di gettarsi nell'avventura , si fidava più della provvidenza dei suoi averi che non di quella di Dio . Non aveva compreso che non si può meritare alcunchè , dal momento che è Dio che ci vuole REGALARE il paradiso .

I Siddhi , sono i poteri che Dio dona all'uomo per compiere le opere , le stesse opere mirabili compiute da Lui . I miracoli sono il risultato del completo abbandono alla Grazia Divina , sono l'effetto del perfetto combaciarsi della volontà umana con quella divina , il Fiat di Maria !

Quella tristezza non lo abbandonò più , perchè quando l'uomo si estranea dal suo nucleo realizzativo , il Vero Sè , diventa triste , smarrito , depresso , così come si sentì Francesco ad un certo punto della sua vita , inaridita , naufragata in un mare tempestoso di relazioni , inutili , passionali e superficiali . Dopo tante esistenze , quella tristezza era approdata alla Nigredo di una vita spenta .

Iniziò per Francesco una opera al nero che lo porterà alla incomprensione parentale e a duri scontri , fino al giorno che sulla piazza di Assisi davanti agli occhi esterrefatti paterni e del popolo si spogliò nudo , diventò l'ECCE HOMO che esce dall'ufficio Maya di Pilato , deciso a vestirsi solo della sua nudità , si era " vestito di cielo " , era diventato un " Sannyasin " uno yoghi eremita che rinunciava a tutto per abbandonarsi nella braccia provvidenziali del Padre celeste e compiendo uno dei primi eclatanti miracoli : il rabbonimento di un feroce lupo in quel di Gubbio , che terrorizzava tutti gli abitanti .

Si narra che a un discepolo che chiedeva al suo guru cosa albergasse nel cuore dell'uomo , il guru così rispondesse : < nel cuore abitano due lupi , uno buono e uno cattivo > . Il discepolo gli domandò quale dei due vincerà e questa fu la risposta : < Quello che tu hai nutrito > . Sebbene Francesco avesse nutrito quello cattivo , la Grazia divina gli donò quello buono !

Un REFRAMING lungo , quindi , doloroso , avventuroso , ma alla fine la gioia divina (ananda) è ri-comparsa sul volto di quel giovane . UNa gioia che ogni uomo è chiamato prima o poi a conoscere , perchè Gesù non è venuto per parlare del paradiso nell'Al di là , ma presente già nell'Al di qua !

Questa è l'esperienza che aspetta chi si getta nell'avventura di Dio !


           ZACCHEO : IL REFRAMING DI UN UOMO RICCO











































Dal Vangelo di Luca: 19, 1-10
[1] Entrato in Gerico, attraversava la città. [2] Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, [3] cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. [4] Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. [5] Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". [6] In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. [7] Vedendo ciò, tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!". [8] Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". [9] Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10] il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
Zaccheo, un capo dei pubblicani e un ricco. E’ un appaltatore benestante che riscuote tasse in un importante centro doganale di frontiera. Egli, secondo la mentalità corrente ha tutto: potere e denaro. Può dirsi un "uomo arrivato". Ha fatto carriera. Potrebbe accontentarsi.
Il suo desiderio di vedere Gesù è sorprendente. Che cosa lo avrà spinto a ricercare l’incontro con lui? Solo la curiosità? Fosse solo questa anch’essa tuttavia nasconderebbe sicuramente una inquietudine e una insoddisfazione. Si rendeva conto che il potere e il denaro non gli procuravano la pienezza del vivere, la gioia e la serenità che per fortuna non si era stancato di ricercare. Zaccheo sente il desiderio di andare oltre, di non arrestarsi, di non accontentarsi del meno. Probabilmente tante volte avrà pensato al significato della vita, al suo perché, al suo come...
In una parola: era insoddisfatto. Non gli bastavano più discorsi fatti e ripetuti, scontati. I discorsi fatti dai "sapienti" farisei o dagli amici ricchi e potenti...
Ma non sa neppure lui cosa cercare e dove cercare... si accorge che non basta la sola intelligenza, l’esperienza, la cultura... perché egli sta cercando la vita!
E cerca di vedere Gesù. Vuole vedere Gesù. Di lui gli saranno giunte alle orecchie parole strane e inaspettate: beati i poveri... i miti... gli afflitti... gli affamati di giustizia... Parole per lui inconsuete. Ma forse proprio per questo affascinanti, nuove, diverse. Chi sarà colui che afferma queste cose? E... se fosse proprio lui quello che cerco? Un dubbio (il valore di un dubbio!).
Nonostante tutto egli non riesce a vedere Gesù.
Esistono tra lui e Gesù delle barriere:
- la folla
- la sua piccola statura.
Quella gente che lo ossequia, che lo teme, ora è un ostacolo al suo desiderio. Fino a quel momento non si era accorto di quanto poteva essere un impaccio al suo cammino. Il suo desiderio rischia a causa di essa di restare inappagato.
Si rende conto che non gli è possibile vedere Gesù se non staccandosi dalla folla, correndo avanti, e cercando un appiglio su cui poter aggrapparsi per ovviare alla propria statura carente, e un sicomoro fa proprio al suo caso.
Zaccheo dunque corre avanti, sale su un sicomoro. Gli impedimenti lo hanno reso ancor più determinato. C’è in gioco la sua vita. Non gli importa ora di offrirsi al ridicolo, o di preoccuparsi di quello che ... avrebbero detto di lui.
Si rende conto che egli deve creare delle condizioni perché l’incontro avvenga. E non bisogna perder tempo perché Gesù sta passando e chissà se capiterà ancora un’occasione come questa! Zaccheo ha trovato un modo per rendere possibile l’incontro.
Ora non deve far altro: l’iniziativa non è più in mano sua. Egli ha fatto tutto il necessario.
Ed ecco Gesù alza lo sguardo verso di lui. E’ l’incontro tra il desiderio di Zaccheo e quello di Gesù. Oggi devo fermarmi a casa tua.
Oggi: (semeron) indica il momento della salvezza, (kairòs) che è giunto anche per lui pubblicano e peccatore.
Devo: (dèi mee meinai) indica la volontà di Dio, alla quale Gesù si adegua per adempiere l’opera per cui è stato mandato: che nulla vada perduto!
Fermarmi: (meìnai) questo "restare" che sta ad indicare il desiderio di una amicizia, di una comunione e relazione personale.
A casa tua: ricevere il Cristo nella propria "casa", o "entrare nel suo Regno" sta sempre ad indicare lo stesso e unico mistero di una unione vicendevole.
Da questo incontro scaturisce per Zaccheo una vita nuova: in fretta scese e l’accolse con gioia.
Fretta: è il kairòs, momento irripetibile, che non si deve lasciar sfuggire.
Gioia: ha scoperto finalmente la realtà che può riempire la sua vita.
Ha finalmente toccato con mano la salvezza: è entrata proprio in casa sua.
Ormai non è più quello di prima. Come segno di conversione egli si impegna a ridonare il quadruplo, egli sceglie dunque il di più. Non gli basta più accontentarsi del meno.
Gesù è divenuto il punto di riferimento della sua vita.
CONFRONTANDOMI
Il tempo che il Signore mi dona è una grande ricchezza di cui a volte non ne ho coscienza. Il tempo è il luogo della decisione e dell’incontro, è il tempo concessomi per la conversione.
- Corro sempre il rischio di impostare la vita in modo errato, su falsi binari "morti": Dove trovare la certezza della buona impostazione della mia vita?
- Ho sperimentato momenti di vuoto, insoddisfazione, che forse mi hanno fatto paura? Ho scoperto in questo un mondo di sentimenti, di attese, possibilità che in qualche modo mi oltrepassa? Perché mi accade questo? Che senso ha?
- Ho preso coscienza che tante risposte che finora mi sono dato non sono più sufficienti? Potrei forse essere tentato di arrestarmi, ormai deluso, e non cercare più nulla, tanto... tutto è vanità.
Ma se questa inquietudine rimane mi chiedo allora se, come Zaccheo, io debba andare ancora oltre ciò che finora ho vissuto, visto, conosciuto, sperimentato, al fine di comprendere di più, di conoscere il mistero di quell’uomo, di approfondire quella che potrei definire la mia inquietudine.
Una cosa è sicura: se resto tra la folla e se pretendo di poter "vedere" con la piccola statura che ancor oggi mi ritrovo, sono certo che non arriverò a nulla, sarò solo trascinato.
Voglio riuscire a vedere sempre più da vicino quell’uomo che ha detto di sé: "Io sono la via, la verità e la vita". Voglio fare questo incontro.
C’è tutta una storia che mi testimonia come tante vite sono state trasformate dall’incontro con Gesù: che quest’incontro può essere decisivo, significativo, alternativo a tante vite vissute al di sotto delle loro possibilità.
Quest’incontro è però ostacolato da tante cose, come per Zaccheo...
Un certo modo di gestire la mia vita segnato da cultura, moda, lettura della storia e della realtà che ho assorbito dal mondo senza accorgermi...
Mi riesce così difficile fare silenzio e chiarezza dentro di me: nel mio interno si agitano una marea di pensieri, desideri, bisogni, a volte così contrastanti...
C’è parecchia folla, ovvero confusione in me...
E poi perché rischiare di cambiare? Perché rischiare di restare solo?
Correre avanti,
salire su un sicomoro.
Cosa significa questo per me in questo momento preciso?
Non significa forse il sottrarmi al rischio che questo momento di grazia, questa possibilità, passi inutilmente accanto a me?
Devo correre avanti, appostarmi per rendere possibile l’incontro. Lui rispetta moltissimo la mia libertà: se non vede il mio desiderio di incontrarlo passa oltre: ne soffrirebbe troppo ma passerebbe oltre, lasciandomi così come sono.
Un sicomoro. Uno strumento che fa’ proprio al caso e che mi ritrovo a portata di mano e raggiungere il mio scopo... innalzarmi per poterlo vedere...
Devo far di tutto per identificare il mio sicomoro: la natura? il silenzio? un amico? una Chiesa? la comunità? la preghiera? i sacramenti? o altro ancora...
Con una certezza però: che la mia determinazione sarà la via per questo incontro.

DI CONSEGUENZA
Il correre avanti e il salire sul sicomoro permettono a Zaccheo di mettersi in sintonia con lo sguardo di Gesù. Questo era quello di cui Zaccheo aveva bisogno, perché c’era folla e perché era piccolo di statura.
1. Mi propongo di identificare con chiarezza la "folla" che crea confusione dentro di me e mi ostacola nell’incontro con Gesù che solo può far rinascere in me la vita.
2. Mi propongo di identificare il "sicomoro" di cui ho bisogno. E di incominciare ad organizzare un programma di vita perché la folla non mi risucchi e trascini lontano dal passaggio del Signore e il sicomoro sia realmente uno strumento al quale ricorrere con costanza perché al mio sguardo fisso su Gesù possa corrispondere il suo invito a scendere e a entrare nella mia vita.






















































































































GESU' E NICODEMO : UNA RI-NASCITA (REFRAMING ) MANCATA                                



































                                               ( Giovanni 3:1-11 ) 



1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» 10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza.


Tra i personaggi che incontra Gesù Nicodemo è uno dei più oscuri e meno celebrati, ma tra i più affascinanti perché è molto complesso, mostra le debolezze ma anche le potenziali virtù dell’uomo comune.
Nicodemo era uno dei capi del Sinedrio ed era cosciente della divinità di Cristo, non era un coraggioso, infatti incontra Gesù a Gerusalemme di notte e di nascosto  Rabbi sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui”
E’ un personaggio paradigmatico che rappresenta l’uomo in ricerca, incontra Cristo proprio perché mosso dal dubbio , è tormentato e combattuto dalla sua appartenenza al Tempio ma anche scosso dalla presenza del Messia.
Nicodemo incarna  una condizione umana particolare ; l’uomo che non ha certezze, ma una  grande tensione e desiderio di risolvere i suoi enormi  dubbi.
Proprio per questo può parlare a chiunque vive  cercando risposte a  grandi interrogativi : etici, morali, spirituali e anche politici , non soltanto  religiosi.
In Nicodemo ci si può riconoscere, e molti lo hanno citato e preso come esempio di una condizione particolare, la ricerca e l’affermazione della verità, la condizione delle minoranze che si battono per cause giuste.
Gesù parla della salvezza In verità ti dico se uno non rinasce dall’alto non può vedere il regno di Dio, se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel Regno di Dio” e Nicodemo mostra tutta la fragilità dei suoi pensieri , la sua incapacità di capire il senso spirituale < “ come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare per una seconda volta nel grembo di sua madre ? ” > 
Il riscatto  Nicodemo lo cercherà  troppo tardi ,   soltanto dopo la morte di Cristo, sarà tra quelli che ne chiederanno il corpo e se ne occuperanno durante la discesa dalla Croce e il trasporto al Sepolcro . Nicodemo  è uno dei personaggi defilati che spesso compare nell'arte sacra , in occasione della deposizione di Cristo dalla croce o nelle vicinanze del sepolcro in cui viene deposto , a simboleggiare quegli uomini/donne di ogni tempo incapaci di entrare fino in  fondo nel mistero del Cristo .
I testi sacri sono pieni di queste tipologie umane il cui senso va oltre al divino : Nicodemo nel 500  diventerà simbolo della dissimulazione , cioè dell’atteggiamento di chi non prende posizione pubblica pur cosciente delle ingiustizie del presente. Nicodemiti diventeranno nelle polemiche politiche e religiose, coloro che sono  legati a culti elitari, minoranze dissidenti  e silenziose in attesa di tempi migliori per uscire allo scoperto.
I Nicodemiti italiani erano i criptoluterani cioè coloro che favorevoli alla riforma della Chiesa non si esponevano, ma ci fu un momento in cui nel 1542 stavano per diventare la maggioranza, così non fu , vinse la controriforma e da quel momento la storia dei popoli del nord e quelli mediterranei si divise per sempre, è inutile sottolineare quanto sono diversi gli olandesi dagli italiani.
Il Nicodemismo coinvolgeva cardinali , filosofi, artisti, uomini politici e alcune delle menti più influenti del secolo, ispirati da un libello, “Il Beneficio di cristo” ,che diffondevano clandestinamente ,  cercarono di far eleggere al soglio pontificio il Cardinale Inglese Reginald Pole, che non riuscì per pochissimi voti.
I " Nicodemiti " , membri di una elite colta, amavano  comunicare dissimulando con simboli e allegorie ; come facevano Michelangelo Buonarroti, Pontormo,  Lorenzo Lotto,  Sebastiano del Piombo e tanti artisti del tempo, al punto che ancora oggi le nostre chiese e i musei nascondono tracce di questa storia sotterranea, alcune furono rimosse, altre  ben nascoste ancora rimangono, i grandi artisti sapevano dare forma, con un gesto o un dettaglio ad una immensità di significati.
In seguito una pletora di mestieranti e una oligarchia di pedanti , i nemici giurati della libertà di pensiero, riuscirono  a far si che i stessi gesti e i stessi simboli fossero intesi nel senso opposto.
L’Inquisizione “debellò” con il terrore, con  inchieste , condanne a morte  e delazioni, questa opposizione strisciante, favorevole ad un avvicinamento con i luterani  e sostenitrice di una chiesa spiritualista, senza strutture e indipendente dalla politica.
Seguirono gli anni e le riforme del Concilio di Trento e continuò il dominio incontrastato della Chiesa Trionfante sull’Italia e la Spagna, dove una società sempre più violenta e oppressiva e sempre più arretrata aveva l’appoggio incondizionato dei Papi.
A chi si era avvicinato a idee sospette non rimaneva che abiurare o nascondere le prove, e la Chiesa molto "intelligentemente", nei secoli successivi nascose tutte le testimonianze del movimento, che al suo culmine coinvolgeva non solo le elite,  ma tutte le classi ,al punto che la situazione rischiava di sfuggirle di mano, il suo capolavoro non fu tanto la repressione ma la rimozione totale della storia fino ad oggi.
 E' strano pensare entrando in una chiesa che qualche volto dipinto o scolpito, ci osservi e ci ricordi, che la storia si muove su di un filo sottile e può mutare i nostri destini guidata dal caso e dalle debolezze umane.
Entrate in chiesa o in un museo e cominciate ad osservare la figura di Nicodemo, da lì comincia una storia...
Perché molti artisti ritraggono loro stessi nelle scene della passione e perché quasi sempre il loro volto è il volto di Nicodemo?
Perché Nicodemo è un testimone, e gli artisti si sentono tali, Michelangelo ha dato a Nicodemo la forma del suo volto, come Tiziano e come Savoldo, in molte sue  opere ci sono particolari che riportano alla spiritualità filo-luterana, decenni dopo lo stesso volto di Michelangelo-Nicodemo ritornerà nella deposizione di Caravaggio, anche lui poi sospettato d’eresia.

Il dialogo si svolge di "notte" ...la quiete , il silenzio notturno....lfavoriscono la meditazione (dyana).....da un lato un rabbi ( maestro ) intellettuale facente parte del Sinedrio , organo istituzionale ebraico della casta alta sacerdotale addetto al controllo dei dispositivi di fede perchè siano evitate eresie....dall'altra Gesù...un rabbi autodidatta e non facente parte di casta alcuna.....Gesù parla  a Nicodemo della necessità di "ri-nascere" dall'"ALTO" come premessa per entrare nel REGNO ( dei cieli) ; infatti Nicodemo vive dentro matrix...ma il poverino lo ignora...perchè appunto non è ri-nato dall'ALTO.......il dialogo purtroppo non "decolla"....anzi diventa quasi un dialogo fra sordi ( dove il sordo non è certamente il Vero Se...Gesù).
Lo dimostra il fatto che il povero Nicodemo , benchè avesse intuito qualcosa di Gesù...<  ..nessuno puà compiere i miracoli che tu fai...se non venisse da Dio,,,>..purtuttavia infantilmente si domanda come può < un uomo adulto ri-entrare nell'utero materno....per ri-nascere >...sicuramente facendo sorridere Gesù....Nicodemo probabilmente è un buon religioso , ma non un uomo  spirituale , uno "psichico"...ma non certamente uno "pneumatico"... se il suo Dio interiore fosse stato attivo....avrebbe "sobbalzato" come Elisabetta e il Battista nel suo grembo al solo sentire la vicinanza dello " Spirito"....ma così non è stato ...Nicodemo rimane imbrigliato nella rete neurale di matrix....una religiosità teologica , intellettuale , superficiale , incapace di "emozione" ( la radice "eno" vuol dire sangue.....sede dell'anima secondo la tradizione ebraica......).....Nicodemo è un rabbi...un maestro < in Israele...eppure non sai queste cose...>......!!!
Nicodemo  e molti suoi contemporanei non videro Gesù , il Cristo , semplicemente perchè chiusi in una religiosità scritturale , letteraria , cerimoniale , incapace di "brivido" "femminile" ( la Maddalena sarà la prima testimone del Risorto ) , andate a rileggervi il dialogo di un altro colloquio , questo tutto al "femminile" e cioè : tra maria e sua cugina Elisabetta , constaterete  ben altra qualità di parole . Nessuna concessione ad intellettualismo esasperato o a strettoie teologiche , il saluto di Elisabetta ha costituito la prima strofa dell'Ave Maria : < piena di grazia , benedetta fra le donne.....> , la risposta di Maria è stato il "MAGNIFICAT", altra bellissima preghiera ; infatti in presenza dell Spirito si può solo pregare !!
Nicodemo non prega , lo Spirito è davanti a lui ma non lo vede ,il suo Dio interiore rimane muto , non può pregare  ; infatti si allontana nella notte con i suoi dubbi rimasti tali , non ha sostituito il suo "software" spirituale , si tiene quello vecchio che lo farà vivere ancora nella prigione di matrix ( = maya = io egoico/illusorio ) !
Ritroveremo il povero Nicodemo alla fine del Vangelo che , insieme ad altro eminente personaggio della nomenklatura politico-religiosa tale Giuseppe di Arimatea , deporrà Cristo dalla croce e metterà a disposizione la tomba , gli unguenti e i balsami per il suo corpo tumefatto , insomma seppellirà per sempre il suo Dio interiore , avvolgendol nella coltre di una falsa religiosità idolatrica e istituzionale adatta ai giochi di potere di matrix ; infatti matrix di tutto ha bisogno , meno che di un DIO VIVO , gli fa più comodo un Dio imbalsamato , come quello di Nicodemo appunto !!!!

                                                                 PRATICA MEDITATIVA
Mi interiorizzo...osservo il respiro....m'inoltro nel silenzio ( muni ) interiore.....inspirando mentalmente dico Jesus...espirando Cristus.......
E' notte... immagino  il Signore nella sua stanza...ricordo le parole del dialogo con Nicodemo.....mi sostituisco a Nicodemo...esprimo i miei dubbi , le mie perplessità,  aspetto una risposta
Le risposte mi diranno se sto utilizzando le categorie mentali di Matrix o quelle spirituale del Regno , se pratico un a fede nascosta , meccanica , di semplice conforto esistenziale , di fuga , settaria , farisaica , di convenienza sociale , oppure una fede "calda" , coinvolta con la vita del Cristo , animata e animante allo stesso tempo , creduta e vissuta .
Yogacharya Eknathananda












































DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE : UN REFRAMING ABORTITO






La Londra vittoriana dell'800 viene traversata da un sulfureo personaggio narrato con abilità - vi consiglio di leggerlo se non lo avete mai fatto o di ri-leggerlo in caso contrario - dalla prolifica penna di L. Stevenson e cioè : Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide .
Il tema proposto è quello millenario dell'eterna lotta del Bene e del Male o se gradite meglio , della "cainità" contestuale , co-presente e con-vivente all'interno dell'uomo/donna . I grandi romanzieri si sono puntualmente confrontati con quest'argomento osservandolo da angolazioni diverse , senza dubbio molto originale la " finestra " a cui si affacciato Stevenson .

Il Conte di Montecristo ci ha parlato di una "iniziazione" riuscita , il Dr. Jekyll inveve di una abortita . La finestra della prigione di Montecristo si affacciava sul "cielo" , la libertà , che egli agognava ,  quella di Jekyll è una finestra che si apre sull'inferno ; infatti  una porta segreta del suo laboratorio/caverna apre direttamente sui bassifondi di una Londra sordida , malfamata , immersa in una gabbia di nebbia appena rischiarata dalla flebile luce dei primi lampioni a gas .

Significativi i nomi : Jekyll e Hyde , che scomposti diventano ye-kill ( tu uccidi ) e Hyde ( to hid = nascondere ) . L'assassino è nascosto dentro . La dualità - in sanscrito = dvita - fa parte delle condizione umana , quasi a confermare che l'uomo/donna non è autenticamente uno , ma autenticamente due ...se non di più . Jekyll di giorno è un benefattore , ma di notte è sostituito dal debosciato e criminale Hyde .

Purtroppo Jekyll non gode della presenza di un "Jiin " ( Genio iniziatore ) come nel caso di Montecristo che viene " lavorato " dall'abate Faria ; e infatti  fa tutto da solo nel suo laboratorio tra alambicchi e provette mettendo insieme una "mistura" ( droga ? ) che gli permette il "viaggio" in  quell'aldilà , in..quell'ALTROVE , che da sempre affascina gli uomini e le donne di ogni tempo con tutti i rischi che ciò comporta , la follia o la morte nei casi più estremi . Quella di Jekyll non è una iniziazione "pilotata" a differenza di quella graduale di Monntecristo . Si può affermare che quella di Montecristo è contrassegnata dalla "via umida " ( ascetica , tantra della mano destra , vama marga - , mentre quella di Jekyll è assimilabile alla " via secca " , quella del mago - tantra della mano sinistra , dakshina marga - , sicuramente più "diretta" , ma anche più pericolosa . E che sia stata pericolosa e drammatica lo dimostra la fine mortale di Hyde . Montecristo si libera della sue proiezioni affettive ( i perfidi Danglars , Fernando , Villefort ) , non si lascia ingorgare dalla sua "OMBRA". Jekyll invece no , rimane abbagliato , affascinato dalla sua ombra-Hyde , si ferma sulla "soglia" della caverna iniziatica , imbrigliato in un  gioco di specchi illusori , non va oltre la sua ombra , come Dante o Montecristo . Jekyll vuole "bypassare" l'iniziazione con una messa in opera di alta tecnologia ( la chimica ) , ma rimane fulminato sul confine , come già un suo parente lontano , quell'Adamo che insieme alla sua compagna vuole anche lui "svoltare" veloce , passare il confine , mangia la "mela" (chimica ? Droga ? ) e istantaneamente viene sbalzato dal paradiso ( sahasrara chakra ) e si ritrova sbattuto nell'Adamo terrestre (muladhara chakra ) . Hyde esce dalla porta del laboratorio "deforme" saltellante come una scimmia , come Adamo/Eva rivestiti di "pelle animale " , il soma perde la sua "Dei-formità" ed entra nella "de-formità" . Jekyll rimane attaccato alle sue passioni , ai suoi " lati ombra " ignorando la prima regola iniziatica e cioè : < Chi preso l'aratro , traccia il solco e si volta a guardare , non è degno di me >  . Jekyll non si dimentica di Hyde , rimane intrappolato nel suo narcisismo egoico , che si trasformerà in inferno per se e per gli altri , fino a perdere il corpo/deformato ; infatti le droghe , sotto qualsiasi forma ( vegetale , chimiche ,ecc) isolano la mente in una "cappa illusoria" di proiezioni e alla fine il corpo ne paga le conseguenze come insegna Pinocchio il cui corpo diventa un ciuchino , anche Jekyll è finito nel paese dei balocchi  e insieme al vizio ....ha perso anche la pelle !

< Nessuno è autenticamente uno , ma  autenticamente due > . L'Adam Caidmon celeste , uomo/donna divino/a , deve lasciare il posto all'Adamo/Eva terrestri caduti nella botola del laboratorio di Jekyll e "de-formati" in animaletti . Dio allora si mette a cercarli , < Adamo dove sei ? > ( Genesi) , perchè anche Lui rischia di diventare " due " , entrambi  ( Dio e l'uomo ) per tornare ad essere Uno senza secondo ( Advita ) devono per forza incontrarsi ....ovviamente in Paradiso !





Yogacharya Eknathananda
IL CONTE DI MONTECRISTO : UN REFRAMING TRIBOLATO



Il romanzo di Dumas è un vero trattato alchemico ; infatti  il protagonista , tal  marinaio Edmond Dantes imbarcato sulla nave dal nome significativo " FARAONE " incappa in una sequela di avventure e disavventure al termine delle quali si trova ad avere una nuova identità karmica , quella appunto di Conte di Montecristo . Dantes   come  il Dante  deila Divina Commedia fa il suo   viaggio iniziatico accompagnato dall'Abate Faria , il maestro incontrato  nella oscurità  della prigione/caverna  , alla stregua del protagonista collodiano (pinocchio) che incontra Geppetto/iniziatore nel ventre della balena. Gettato nella prigione di " IF " , a seguito del tradimento di tre amici , solo da lui considerati tali , egli perde tutto , financo la fidanzata , Mercedes , cioè la Grazia , tale infatti è l'etìmo latino di questo nome .

 Nella prigionia inizia la sua ( di Dantes ) " Nigredo " , il vecchio uomo con tutte le sue "proiezioni affettive sul potere , l'amore , l'amicizia , " inizia " a morire  , ma si appresta ( lui non lo sa ) a " ri-nascere " . Dopo l'addestramento da parte di Faria , l'Eremita , la carta numero nove dei tarocchi  che indica il termine di un ciclo e l'inizio di un'altro , che inizia con Dantes  gettato dalla rupe nel mare dentro il "sacco/sudario" che avrebbe dovuto contenere il corpo morto di Faria , si " libera " tagliando quella "pelle" esce  dall'acqua lustrale ormai pronto alle successive metamorfosi ; infatti in possesso delle immense ricchezze lasciategli in eredità dal vecchio Faria , egli (Dantes) ritorna sulla scena da ricco possidente e fa giustizia dei suoi ex-proiezioni/amici .

Liberandosi del sacco/sudario Dantes si "libera" della sua "pelle animale " come Pinocchio si libera di quella dell'Asino , quella pelle d'ignoranza spirituale (Avidya) che indossa il Vecchio Adamo all'uscita dal Paradiso , tutte le peripezie e le cattiverie che ha subito (Dantes) hanno concorso ad operare questo parto "spirituale" , nei "cattivi" che ha incontrato lungo la strada della vita , si nascondeva il maestro che continuamente lo "circoncideva" per togliergli ogni volta una "pelle".
Avrebbe mai potuto Dantes raggiungere l'iluminazione se non avesse perso questi fastidiosi e "plumbei" soprabiti ?

Nella nuova  identità di Conte di Montecristo , Dantes acquisisce il dono dell"invisibilità" , gli "altri" , i "noi" , di cui un tempo egli faceva parte ora non lo ri-conoscono più ! Egli (dantes) vede loro , ma "loro" non vedono "lui" . Si tratta qui di una vera e propria  legge della "proiezione affettiva " per cui agli occhi di chi coloro su cui ho esercitato le mie proiezioni , di coloro cioè su cui mi sono illuso , io sono e sarò sempre così com'ero quando proiettavo e mi illudevo sul loro conto . Se invece spezzo e ritiro le mie proiezioni ( come la iniziazione costringe a fare ) diverrò per loro irriconoscibile , come se fossi uscito dal loro " asse ottico " , non mi vedranno , vedendomi , vedranno un'altro , mentre io dal canto mio li vedrò come in realtà erano e sono .

< Ancora un poco e non mi vedrete ; poi ancora ancora un pò e mi vedrete > ( Gv 16,16) dice Gesù ai discepoli  titubanti di fronte all'enigmaticità di questa frase ; infatti molti di loro dopo la Risurrezione non lo riconosceranno , se non alcuni ad Emmaus ; infatti il Signore ben conosce il gioco di queste "proiezioni " , cui non sono sfuggiti neanche i suoi discepoli , che avevano proiettato su di Lui la categoria affettiva del maestro , che però esce fuori dal loro asse ottico nel momento della Risurrezione .

Il " VERO SE' ",  ri-sorto nel Conte di Montecristo , non è venuto per fare vendetta , bensì " GIUSTIZIA " ; infatti la mente egoica inferiore rappresentata dagli ex-amici Danglard , Villefort , lo stesso Dantes , deve morire per fare posto alla "Luce " , alla " VERITA' " , alla guisa del Battista che dice di se : < E' necessario che io diminuisca e Lui cresca > , perdendo così la "testa " , l'ultima pelle d'ignoranza , squarciata come la tenda del Sancta Santorum al momento della crocifissione  che squarcia l'ultima pelle , quella del corpo per lasciare spazio al CORPO DI LUCE !!
Il Signore , a volte , indossa gli erodi , i gatti e volpi , regine grimilde , pur di liberarci dalla pelle dell'ignoranza , per toglierci la vecchia testa ( del Battista ) e darci quella nuova dell'Uomo Divino cristificato .

Eh già , il Signore è dentro di noi , è l'Emmanuele < il Dio con noi > , Colui di cui S. Agostino dice < Tu eri con me , ma io non ero con te > , si tratta del Dio invisibile , ma semplicemente perchè è fuori dal nostro " asse ottico " come lo era Montecristo per i suoi ex-amici . Solo i santi , gli illuminati , possono vederlo perchè il loro cuore è "puro" , < beati i puri di cuore , perchè vedranno Dio > . Gli altri , noi , non possono vederlo perchè le "travi" nei nostri occhi , ovvero le nostre proiezioni affettive spesso creano divinità che non esistono , come accade in tante sette e religioni istituzionali , che cadono nella trappola come gli Israeliti che costruiscono il "vitello d'oro" e lo idolatrano ai piedi del Sinai , mentre sulla montagna Mosè parla con Lui .

E se l'iniziazione fosse fallita ? Beh , sarebbero stati dolori ; infatti i Danglard , i Villefort , ecc...avrebbero avuto il sopravvento  " l'ombra " si sarebbe impossessata di Dantes e il Conte di Montecristo si sarebbe trasformato in una " tragica maschera " , finita anche lei sul palcoscenico dello squallido teatrino di Mangiafuoco , popolato delle maschere di tutte le "iniziazioni " andate a male , il teatrino dei pinocchi che abbiamo  tutti i giorni davanti agli occhi  !

Il Signore giace come Montecristo sotto la coltre derll'ignoranza spirituale dei migliaia di Dantes che popolano la terra e quando ritorna , si deve liberare dei suoi nemici , perchè la Verità , la Luce , non può coabitare con i Danglars , con i Villefort , con i Dantes , che rappresentano il cono " d'ombra " , il conte deve liberarsi . Ma i "cattivi " come in tutte le fiabe e anche nella vita , in fondo sono come i collodiani " il gatto e la volpe " , i gran sacerdoti che contribuiscono a squarciare le nostre "pelli " d'ignoranza e a far nascere la " Luce " della Verità : < Com'ero buffo quando ero un burattino > dice Pinocchio ormai "maturato " e " trasfigurato " ( ha acquisito un corpo di carne " ) al termine della sua vicenda......è diventato anche lui un conte , un nobile di "sangue blu " , questo è il termine che indica i " re-born " i " ri-nati " , i danteschi " nati due volte " ; infatti la nobiltà non la si acquisisce per censo di nascita ma bensì per ri-nascita spirituale , si diventa " figli di Dio " , figli del cielo blu , e il sangue ( sede della coscienza ) ne viene irrorato , per questo motivi nei miti indiani i protagonisti divini sono raffigurati tutti blu , quando il cantante Domenico Modugno si vide in sogno  < con le mani e la faccia dipinti di blu > compose " VOLARE " , ed è quello che auguro a tutti di noi di.......VOLARE NEL BLU DIPINTO DI BLU !!!



Om shanti


Yogacharya Eknathananda