Il pranava OM, massimo mantra dello Yoga
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Non c'è bisogno di sottolineare la popolarità e la diffusione dello Yoga nella nostra cultura. Non si può contare il numero di persone che in tutto il mondo si dedicano a questa disciplina con passione e dedizione, e la bibliografia divulgativa su questo argomento è sterminata. È anche vero tuttavia che molto spesso le forme di Yoga più diffuse e praticate rappresentano soltanto una semplificazione delle tecniche e della filosofia originale che contraddistinguono questa disciplina, e così è facile che molte persone (compresi molti praticanti) sappiano poco delle origini, della teoria e della varietà di tecniche che nel corso dei secoli in India si sono diffuse sotto il nome di Yoga.Perciò in questo contributo - ed anche in un prossimo post - cercheremo sinteticamente di offrire una panoramica sintetica ma completa dell'essenza dello Yoga; cercheremo di illustrare la sua profonda natura di filosofia generale dell'esistenza che cerca di dare un senso alla sofferenza umana e un metodo - anzi più metodi - per raggiungere un rinnovato benessere psicofisico, e soprattutto per costruire dentro di noi una nuova immagine del mondo, di noi stessi degli altri.
Cominciamo quindi col dire che lo Yoga non consiste soltanto in una serie di esercizi di respirazione e in alcune strane posizioni del corpo, ma è soprattutto una filosofia generale che regola tutta l'esistenza del praticante, chiamato yogin. Lo Yoga si sviluppa in India nel corso di alcuni secoli a partire già dal VI secolo a.C. (secondo alcuni già da molto prima!), e il primo trattato ufficiale di questa disciplina fu scritto dal filosofo Patañjali, vissuto non si sa bene quando tra il IX e il III secolo a.C.; tutti principali testi religiosi dell'India induista e buddhista fanno peraltro riferimento allo Yoga come una tecnica per calmare le passioni umane, entrare in contatto con la divinità e quindi per raggiungere uno stato emotivo di calma e beatitudine chiamato nirvana.
Il Maestro Roberto Mattei,
Ananda Shiva.
Ashram Garbha Yoga di Roma
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In sanscrito Yoga significa "legare insieme, tenere stretto, aggiogare", e cioè controllare strettamente il flusso di pensieri che continuamente occupa la mente delle persone soprattutto nei momenti di sofferenza. Secondo lo storico delle religioni e praticante Yoga Mircea Eliade (cfr. bibliografia qui sotto), i concetti principali che spiegano lo Yoga e un po' tutte le principali filosofie indiane sono infatti riassumibili in quattro parole chiave: karma, maya, nirvana e, appunto, Yoga.
In primo luogo esiste il karma, ovvero quella infinita successione di eventi, azioni e reazioni che legano ciascun individuo alle cose nel corso di tutta la vita. Il karma di ciascuno cioè rappresenta l'effetto attuale e futuro di tutte le azioni che abbiamo commesso in precedenza (o addirittura in una vita precedente) e che inevitabilmente ci condizionano al momento presente limitando la nostra libertà. Il karma viene costruito inconsciamente da ognuno di noi a causa di un errore di percezione, che ci fa credere che tutte le cose per le quali ci battiamo e ci addoloriamo siano veramente importanti, esistano veramente e che senza di queste noi non possiamo vivere: questo è il concetto di "illusione" o maya, cioè la non conoscenza della reale natura del mondo. Soltanto se l'individuo si accorge di questa illusione e smette di attaccarsi ai beni materiali e immateriali la cui assenza ci fa soffrire, è possibile raggiungere il nirvana e lo yoga è il metodo più efficace, perché per mezzo di esso possiamo arrivare dopo una lunga pratica all'assoluto controllo della nostra mente, che secondo la filosofia indiana è "irrequieta come una scimmia".
I 7 Chakra, con il IV, Anhata, in evidenza
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È evidente quindi che i filosofi e i santoni indiani che svilupparono lo Yoga inventarono prima forma di psicoterapia, e nel prossimo articolo daremo un'occhiata alle principali tecniche dello yoga classico (o Raja Yoga). Quelle che vedremo in un prossimo post, sono le caratteristiche strutturali dello Yoga e i motivi dei suoi benefici sulla mente e sul corpo. Vedremo anche quante tipologie differenti di Yoga esistono, e quante invece sono soltanto invenzioni del marketing per attirare gli ingenuti; infine, proporremo alcune vie concrete per sperimentare almeno in parte gli effetti di questa importante disciplina orientale.
(2° parte)------------------------------------------------------------------------------------
In questo secondo articolo sullo Yoga, descriveremo gli otto stadi dello Yoga Reale descritti negli Yogasutra di Patañjali. Con il concetto di yama, prima di tutto si intende il rispetto di quei requisiti morali e di condotta pubblica negativa (ovvero basata su divieti) che servono per liberare lo yogin da colpe e responsabilità che potrebbero vincolarlo ancora di più alla sofferenza della vita quotidiana. Divieti come non uccidere, non mentire, non rubare, non essere avidi, e osservare l'astinenza sessuale permettono al meditante di disimpegnarsi dagli oggetti materiali e dalle dolorose vicissitudini della vita che impediscono l'elevazione spirituale.
Il secondo stadio è quello definito niyamae prevede alcuni requisiti disciplinari positivi come la purezza, la serenità, lasceresti, lo studio di sé, e la devozione al signore. Poi segue lo studio e l'esercizio di alcune posizioni corporee particolari, chiamate asana e di cui senz'altro la più famosa è la posizione del loto, in cui si sta seduti a gambe strettamente incrociate; le asana , siccome implicano il tenere ferme gambe, tronco, testa e braccia per lunghi minuti in posizioni fisse e innaturali, rappresentano per il meditante la realizzazione concreta dell'opposto dello scorrere caotico della vita quotidiana, un po' come se per contrastare il tumulto dei pensieri il meditante decidesse di fissare le membra del corpo in posizioni determinate per molto tempo, così da arrestare i segnali corporei derivanti dal movimento continuo che distrarrebbero la mente dello yogin.
Il Maestro Roberto Mattei nella
posizione dell'arco (Dhanurasana).
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Una volta realizzato il blocco del corpo e delle sue sensazioni, si passa a una tecnica di respirazione ritmata, detta pranayama, mediante la quale si ottiene un rilassamento psicofisico completo. Ma soprattutto con ilpranayama si offre all'attenzione uno stimolo interno quasi del tutto controllabile dal soggetto, e grazie ciò è possibile staccare la consapevolezza da qualunque altro pensiero o oggetto esterno. Mediante il rallentamento volontario e - nei limiti del possibile - l'arresto della respirazione si realizza il quinto stadio dello Yoga, chiamato pratyahara, con cui i sensi sono sganciati dalla realtà esterna e sono ritratti completamente all'interno della mente del meditante.
Yogi indiano mentre pratica la tecnica
di Anuloma Viloma del Pranayama.
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In questo modo è possibile realizzare la concentrazione su un oggetto (o dharana, sesto stadio dello Yoga) come per esempio un simbolo religioso (un mandala) o un suono sacro (un mantra); questa concentrazione contribuisce a isolare ulteriormente la mente dello yogin da qualunque influsso disturbante interno esterno.
Se si riesce a mantenere la concentrazione fissa sull'oggetto per un tempo sufficiente, si realizza lo stato di dhyana, cioè meditazione, in cui la mente è completamente assorbita dalle qualità fisiche dell'oggetto. Grazie a tale assorbimento si raggiunge l'ultimo stadio cioè il samadhi, che significa estasi e consiste essenzialmente nel non pensare a nulla rimanendo consapevoli del fatto che non si sta pensando a nulla.
Vi sembra una cosa da poco? Provateci per qualche secondo, e scoprirete amaramente che se non siete allenati sarà impossibile tenere lontani dalla vostra mente ricordi, immagini, propositi, paure e pensieri vari che si accavallano turbinosamente senza lasciare alcuno spazio alla quiete. Lo scopo dello Yoga è quindi quello di raggiungere il benessere e il controllo del passioni attraverso tecniche corporee e mentali che portano a un quadruplice arresto: arresto del comportamento, arresto del movimento, arresto (parziale) del respiro e soprattutto arresto del pensiero. E quindi arresto del dolore esistenziale.
A questo punto sento il bisogno di fare alcune precisazioni. In India la disciplina dello Yoga è andata perfezionandosi senza sosta negli ultimi 2.500 anni, pur mantenendo un solido rapporto di derivazione e considerazione verso le sue fonti classiche (Yogasutra, Bhagavadgîta, Hatha Yoga Pradipika, ecc.). Però da quando essa è giunta in Occidente – e soprattutto negli ultimissimi tempi – si è assistito a un proliferare di diciture ed etichette che pretendono di indicare diversi tipi, varietà o scuole di Yoga; per il profano (ma anche per molti maestri sinceri e autentici) è molto difficile e fonte di confusione cercare di districarsi tra tutte queste “etichette”. C’è chi dice di praticare il Kundalini Yoga, chi il Power Yoga, chi l’Ashtanga, chi l’Hatha, chi l’Anti-Gravity… Insomma, sembra difficile capirci qualcosa! Ebbene, ecco qui di seguito alcune note che non pretendono di dire l’ultima parola sulla questione, ma solo di aiutare il lettore non esperto a vederci chiaro quando si iscrive a un corso Yoga qualunque.
I quattro tipi di organizzazione
psicologica, secondo C.G. Jung
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C’è un punto semplice dal quale partire: esiste un solo tipo di Yoga! Se come abbiamo visto in un post precedente l’etimologia della parola Yoga significa “unione”, “sintesi”, “aggiogamento” di corpo, mente e spirito, allora è vero Yoga quello che – con i mezzi più diversi – porta sempre e comunque a un tale risultato. Lasciando perdere le etichette più moderne, che non voglio nemmeno perder tempo a nominare ma che sono soltanto puro marketing, voglio affermare un secondo principio importantissimo: se praticate correttamente un qualunque tipo di Yoga, non potete fare a meno di praticare anche gli altri – che ve ne rendiate conto o meno. Vediamo il perché, partendo da una tassonomia molto generale e ben conosciuta delle modalità (non varietà!) di Yoga riconosciute dai maestri indiani (cfr. bibliografia qui sotto).
Al maestro francese Philippe De Méric (cfr. bibliografia) dobbiamo una sistematizzazione delle discipline riconducibili allo Yoga, basata sulla metafora di un albero con i suoi diversi rami.
- Hatha Yoga: consistente in sequenze di posizioni, respirazioni e controllo del corpo e della mente. Questo è il tronco dell’albero, è la base di tutti gli altri tipi di Yoga. Nella tipologia personologica di Carl Gustav Jung questo tipo di Yoga è più adatto ai tipi “sensazione”.
- Laya Yoga: consente la concretizzazione e la giusta canalizzazione delle forze spirituali, e si divide ulteriormente in quattro rami:
- Bhakti Yoga: lo Yoga della devozione, della dedizione a un ideale spirituale anche concretizzato in una divinità o un personaggio particolari, come Shiva, Ganesha ecc. Serve ad arrivare alla pace interiore mediante la coltivazione dell’amore universale per tutte le creature e la trasformazione delle emozioni da egoiche a meta-egoiche. Questo tipo di pratica è particolarmente vicino a coloro i quali, nella tipologia junghiana, appartengono al tipo “sentimento”.
- Shakti Yoga: consiste di pratiche (Tantra) che permettono al praticante di padroneggiare le energie del proprio corpo.
- Mantra Yoga: mediante la continua ripetizione di suoni e frasi dall’alto contenuto simbolico – appunto i mantra, come il pranava OM – è possibile pacificare la mente e arrestare il flusso di pensieri. Spesso è utilizzato insieme al Bakhti.
- Yantra Yoga: consiste nella fissazione e meditazione di simboli grafici, gli yantra e i mandala, che rappresentano concetti astratti mediante elementi fondamentali come il cerchio, il triangolo e il quadrato.
- Dhyana Yoga: comprende tutti i metodi di meditazione adottati dalle varie scuole e dottrine del mondo. Serve a dominare la mente erratica ed angosciata per mezzo della mente stessa, disciplinata e “aggiogata” al volere del meditante.
- Raja Yoga: il cosiddetto Yoga Reale, necessario alla pacificazione dei conflitti interiori e al conseguimento di “poteri” psicofisici particolari. Corrispondente al tipo junghiano della “intuizione”, si suddivide in altri quattro rami:
- Jnana Yoga: o Yoga della conoscenza, che si raggiunge mediante l’approfondito studio della filosofia e della mitologia indiane, sui testi fondamentali e sui commenti lasciati da autorevoli saggi e maestri. Nella tipologia junghiana, corrisponde al tipo “pensiero”, facile e pronto al pensiero logico-razionale.
- Karma Yoga: o Yoga dell’azione. Consiste nel diventare capaci di «agire nel mondo senza essere attaccati a frutti delle azioni», come dice Khrishna ad Arjuna nellaBhagavadgîta; è il servizio altruistico e non egoico a beneficio del mondo e degli altri, perché certe azioni “vanno compiute e basta” senza che il rimuginio ansioso di impedisca di compierle.
- Kundalini Yoga: è risveglio dell’energia vitale mediante pratiche di respirazione (pranayama).
- Samadhi Yoga: il culmine dell’estasi, cioè la stasi dei processi psichici e unione con l’Assoluto.
Lo Shri Yantra.
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Come spero risulterà chiaro, lo Yoga costituisce una vera e propria enciclopedia del sapere che comprende insegnamenti fisiologici, filosofici, etici, e religiosi; al suo interno ha una mitologia e un'iconografia che non sfigurano al confronto con quella greco-romana e cristiana. È una forma di ginnastica molto efficace, ma anche una psicologia cognitiva ante litteram, ed anche una medicina complementare e preventiva: mens sana in corpore sano, il che significa non solo che bisogna curare la mente tanto quanto il corpo, ma soprattutto che la mente è sana solo se lo è anche il corpo, e viceversa.
Anche se esistono specifiche differenze tra i diversi stadi della disciplina, è impossibile fare un asana senza controllare il respiro (pranayama); se poi si esegue un asana che simboleggia un animale (il gatto, o il serpente) o una divinità (Adity, ecc.), non si può non riflettere sul significato profondo della statua vivente che siamo diventando. Se poi, meditiamo sul respiro, dovremo controllare la mente affinché non si allontani dal suo compito (dharana, dhyana); ciò è più facile se pratichiamo una meditazione con oggetto visualizzando un mandala, uno yantra, un’icona (per esempio, quella di Ganesha) o mentre recitiamo un mantra. Qualunque strada percorriamo, quindi, possiamo e dobbiamo arrivare al samadhi.
Scrive giustamente il Maestro Roberto Mattei, fondatore dell’Associazione Garbha Yoga di Roma, nella sua prefazione al volume Voi siete pura coscienza di Swami Chidadanda:
La maggioranza delle persone che si avvicinano allo yoga o ad un grande maestro […] vanno alla ricerca del sensazionale, della guarigione immediata dei loro problemi fisici e psichici; molte di queste persone leggono anche numerosi libri e riviste specializzate, è vero, ma pochissime si applicano regolarmente alla pratica del Pranayama, della concentrazione e meditazione. Forse la maggioranza pratica un po’ di yoga fisico, lasciandosi sfuggire le meraviglie dello Yoga Superiore.
( cortese concessione del Dott: Marco Aversano e del M° Roberto Mattei )
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LA MALATTIA E IL SUO MESSAGGIO
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LA MALATTIA E IL SUO MESSAGGIO
Quando una spia dell'auto lampeggia è sempre il caso di fermarsi e controllare , ancora meglio recarsi nella più vicina officina per una "diagnosi" più accurata , evitando così danni peggiori. Le malattie sono le " spie " usate dal nostro organismo per segnalare sintomi che non devono essere " ignorati " , ma ancora meglio utilizzati ai fini della guarigione . Le malattie sono occasioni di " crescita " , che scompariranno tanto più velocemente quanto più le cominceremo a stimare come una " opportunità " e tanto meno come una "avversità " del destino , della sorte capitate a caso .
Secondo la medicina orientale , la malattia segnala un ostacolo sul CAMMINO della VITA e la coscienza esprime ciò che ne impedisce la realizzazione attraverso squilibri energetici che producono il disturbo della salute . Il corpo parla ma dobbiamo imparare a comprenderlo !
Allergie , bulimia . anoressia , vertigini , obesità , insonnia , cisti , tumori , panico , ansia ...ecc...ecc...indicano che al nostro interno ci sono tensioni profonde che cercano di esprimersi .
La malattia è un messaggio inviato al corpo , imparare a " decifrarlo " apre la strada a scoprire che dietro la sofferenza si possa scovare una " malattia creativa " , un mezzo per progredire nella nostra evoluzione . Molte persone che hanno combattuto e sconfitto una malattia , nel tempo hanno acquisito una saggezza e una maturità che prima non avevano.
Il corpo umano è una mappa del nostro " vissuto esistenziale e karmico " . Il Corpo , la Mente e le Funzioni sono strettamente interconnessi . I sintomi evidenziano squilibri all'interno di questa interazione e pertanto metamorfosandone i contenuti si apre il varco verso la mèta finale : la guarigione !
Questa ultima , troppo spesso desiderata e interpretata come un "ritornare " alla vita precedente la crisi , a fare le stesse cose in contrasto con quanto affermato dal maestro cristiano ,che congeda una donna "miracolata" con le seguenti parole : < Va e non peccare più , perchè non abbia ad accaderti qualcosa di peggio > , invitandola così a cambiare tutti quegli atteggiamenti mentali e abitudini di vita , che l'avevano condotta alla crisi con tutte le manifestazioni somatiche e patologiche del caso .
Infatti la malattia procura una " crisi " che interessa tutta la persona , psichica , fisica e spirituale e le sue emozioni , che hanno non poco rilievo nello sviluppo e nella identificazione della malattia . Crisi nella sua origine greca , significa proprio " cambiamento " , mutazione , catarsi , un tempo nel quale il progetto di vita di ognuno deve essere ripreso e modificato , perchè mutano gli orizzonti temporali , le possibilità , il modo stesso di guardare la vita , di interpretare il mondo . Per superare la crisi occorre essere capaci di pensare a se come qualcuno che è capace dare un seguito alla propria storia inquadrandola in una " NUOVA CORNICE " : REFRAMING appunto !!!!
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NORMOPATIA : IL MALE INVISIBILE
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NORMOPATIA : IL MALE INVISIBILE
La discesa dello spirito nella materia (incarnazione) comporta una progressiva assunzione di stadi coscienziali e materici , che vanno dai piani più "sottili" , fino a raggiungere quelli più "grossolani". In questa discesa si verifica anche la progressiva perdita di contatto e di memoria della " fonte originaria" di provenienza e la contestuale identificazione con la mente egoica inferiore , il piccolo sè , che determina la nascita del piacere (raga) e del dolore (dvesha) , qualità che concorrono a sviluppare la "ricerca" ( del piacere ) e la "fuga" ( dal dolore ) .
Nasce il "dualismo" (dvaita) , la "polarizzazione", da cui si originano a cascata tutte le maschere della personalità , un agglomerato di strati multiformi che inducono all'identificazione con asserzioni del tipo : io sono questo , io sono quello , io sono il direttore , il presidente , l'impiegato , il funzionario , l'operaio , il deputato , ecc....fino a provocare una tale fusione dalla quale sbarazzarsi diventa il più delle volte traumatico . Basti pensare ai tanti casi di depressione che sopraggiungono in seguito alla perdita dei ruoli sociali svolti fino al momento del pensionamento.
Con l'assunzione del ruolo impostoci dalla famiglia , dalla scuola , dalla società , raramente scelto come istanza personale , si determina una " NORMOSI ", un comportamento allineato alla "norma" che il ruolo impone , con la conseguente messa in dis-parte di qualità non-in-linea con tale norma ; insomma una vera e propria rimozione , che finisce in quello che Jung definisce " OMBRA " . L' Ombra viene esclusa dal gran palcoscenico della vita , in attesa di ri-prendersi la sua rivincita con l'irruzione che prima o poi farà , trasformando l'esistenza in "NORMOPATIA" , un comportamento patologico infarcito , nei casi più lievi , di piccole nevrosi , fino a raggiungere l'acme più grave di vere e propri disagi mentali o fisici , se la risoluzione è affidata al corpo .
Da questo sistema "normopatico" , Matrix ( la mente egoica inferiore = Maya = Mara = Satana ) non ama che alcuno esca , come il simpatico protagonista ( ne consiglio la visione o la ri-visione ) del film " The Truman Show " o il Neo di Matrix ( anche questo da ri-visitare) , che devono affrontare prove stressanti e pericolose per lasciarsi la normopatia alle spalle . Tutto un sistema "alienante" di status simbol è coordinato per mantenere in essere l'illusione (maya) . Il "cocco di mamma " deve rimanere tale , vezzeggiato nella bambagia , guai a risvegliarsi da questa "narcolessia ", che guarda caso trova il suo più spietato nemico proprio nell'OMBRA , grande alleata invece di psicoterapeuti e maestri.
Il libro di Giobbe ( ne consiglio la lettura a psicologi e yoghi ) inizia con un dialogo tra Dio e Satana ( anche Dio ha la sua ombra ) in merito al paziente Giobbe , uomo prediletto da Dio , un "normopatico" tutto casa e chiesa , benestante , bravi figli , religione domenicale borghese, sarebbe andato avanti così per altri mille anni , se l'ombra (satana) non fosse andato a "smuoverlo" con l'autorizzazione del capo , in fondo l'ombra concorre alla de-cristallizzazione dell'umanità . Come dice il goethiano diavolo Mefistofele , anche lui a rapporto con Dio per sconvolgere la vita del medico-teologo Faust : < pur promettendomi di fare del male , finisco sempre per compiere un'opera di bene > ; infatti il buon Giobbe alla fine della sua stressante vicenda realizza un " REFRAMING" (= Nuova Visione di Vita ) , rientra in possesso dei suoi beni , delle ricchezza , e si gode una vera " Spiritualità " , permettendo anche a Dio di liberarsi , anche lui , della sua " NORMOPATIA " domenicale .
Quando Matrix si accorge di questo pericolo di "evasione " le inventa tutte , droghe , alcool , sesso , shopping , malattie , psicofarmaci , ecc...ecc...mette in campo il suo migliore trovarobado di illusioni, le sue omeriche sirene e se proprio è impossibile ricorre alla follia ; infatti che cosè l'Alzeheimer , questo flagello dei nostri tempi , se non la cancellazione patologica di tutte le "false" identificazioni ? da Matrix si può e si deve uscire , ma pilotati dalla saggezza ( satya) delle sacre scritture , dei maestri , dello Yoga che inizia così : < Neti , Neti , Tatvam asi > < Non questo, non quello , tu sei questo > , sei da sempre Dio , solo che lo hai ignorato per milioni di esistenze , addormentato nella normopatia , da cui ti ha ris-vegliato per tua fortuna una "ombra" amorevole , che ha fatto bene anche a un Dio che rischiava di divenire normopatico a sua volta e poteva essere Dio solo se anche Giobbe abbandonava la sua normopatia , altrimenti avrebbero rischiato entrambi di rimanere prigionieri nella narcolessia di Matrix , dove uno sognava di essere Dio e l'altro sognava di essere Giobbe , false identificazioni appunto . Un "REFRAMING"che ha fatto bene ad entrambi !
Yogacharya Eknathananda
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AUTODIFESA PSICOLOGICA
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AUTODIFESA PSICOLOGICA
Per vivere, orientarci e capire cio´che avviene intorno a noi, elaboriamo concetti, pensieri attraverso meccanismi cognitivi che crediamo originarsi nel cervello: nel mesencefalo sono strutturate parti di fondamentale importanza per la percezione visiva, nel diencefalo l´ipotalamo e´preposto al controllo degli stati motivazionali, l´amidgala e l´ippocampo garantiscono la memoria. Pensare , percepire, ragionare, parlare, ricordare, decidere ed infine agire sono funzioni di un unico sistema biologico studiato dalle neuroscienze, le discipline che dominano attualmente la cultura scientifica applicata alla “macchina-uomo”.
Ci sono molti argomenti interessanti che riguardano l´evoluzione e i successi raggiunti dalla scienza che entrano e fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi: le biotecnologie, la bioenergetica, l´intelligenza informatica, la ricerca genetica, le quali pur dovendo confrontarsi inevitabilmente con limiti morali ed etici imposti dalle culture del momento´, trovano largamente spazio nella societa´globale, permettendoci di vivere meglio, di raggiungere il benessere.
Ma gli utenti sono veramente soddisfatti, felici? Continue indagini, statistiche in merito, ci dicono altro: viviamo in una societa´sempre piu´frenetica, dove spesso lo stress prevarica la “normalita´”. Numerose sono le fobie, le ossessioni, le nevrosi che sottoforma di sindromi colpiscono gli individui soprattutto negli ambienti di lavoro: c´e´chi cronicizza una dipendenza da lavoro, non riesce mai a “staccare” ( sindrome di “workaholic”); chi rimane “bruciato” per un deperimento psicofisico causato da una patologica recezione emotiva per un´attivita´a stretto contatto con il prossimo ( syndrome di “burnout”).
Forse l´attenzione che poniamo alle reti neuronali e´eccessiva. Distaccachiamoci dal processo causa-effetto, dalla logica, dalla probabilita´, dalla ragione e proviamo per qualche momento ad essere dei poeti o degli artisti; proviamo ad immaginare: in questo spazio, o topos, non ci sono regole, le contrapposizioni svaniscono e si equivalgono, non ci sono valenze, associazioni, partiti, religioni….solo le nostre fantasie, tutte immagini indipendenti, autonome. Una cultura psicologica dell´immaginazione iniziata con Freud, Jung e culminante con Hilmann.
La domanda che non dobbiamo mai porci, in riferimento alla logica su richiamata, e´: e´nato prima il lupo, o l´immagine del lupo? Esercitiamoci solo ad immaginare.
Esiste un´antropologia imagistica che racconta la storia dell´uomo dalle incisioni rupestri nelle grotte del Palolitico alla pittura “metafisica”di De Chirico; nel corso di questo tragitto gli imaginifici che si spiegano all´uomo si consolidano in simboli, archetipi, miti.
L´immagine pretende la sua autonomia e per questo non ha bisogno di “essere percepita” perch´si autoraffigura essa stessa, è l’istinto che intuisce se stesso (Jung) e puo´essere da noi visitata, raccolta, archiviata.
Le immagini possono curarci, cosi´come sostenuto da un grande filosofo contemporaneo James Hilmann.
Perche´quindi, non approfittare di questo materiale imagistico, di facile disponibilita´e recepimento? Abbiamo ad esso accesso in qualsiasi momento, dobbiamo solo cercare nella nostra immaginazione, in quell grosso contenitore imagistico, potremmo definirlo, e qualcosa, qualcuno ci dara´ragione, ci consolera´. Avere degli strumenti di facile acquisizione e padroneggiarli pu´aiutarci ad elaborare le nostre paure quotidiane.
La paura di fallire, di non farcela, di non uscire dal “tunnel”o il semplice pessimismo potrebbero essere affrontati e interpretati - poiché il pensiero che è dietro alle nostre azioni è anch’esso l’immagine di un “agito”- evocando le gesta dei cavalieri che governano il cavallo, padroneggiano le forze avversarie diventando capi vittoriosi; l´interpretazione simbolica medievale del cavaliere vuol significare un perfetto controllo di se´e delle forze naturali; il cavaliere pur essendo vincitore, nasconde però alcune debolezze, come angoscia e paura che ne rivelano il lato umano, restituendoci da una figura mitologica una normalità sostanziale, vicina ad un uomo che vince e fallisce.
La paura di morire che in una interpretazione psicologica vuol significare la liberazione dalle pene e dalle preoccupazioni, ci comunica che la morte mostra sempre la sua ambivalenza, ci conduce all´inferno o al paradiso, puo´rinnovarci atrraverso l´iniziazione. La morte nella mitologia greca e´personalizzata da Thanatos, figlia della notte e fratello del sonno; ma Thanatos va sempre a braccietto con Eros che interpreta il desiderio amoroso, l´unione mistica; la morte quindi non si scomoda “solo” per deprimere, per intristire e per indebolire ma anche per raccontare chi abbiamo vicino, e non vediamo, e dove siamo senza rendercene conto.
Il disagio o fobia per il chiuso e gli spazi stretti, e´vincolata all´archetipo di Ananke la cui etimologia ha riscontro con il “gioco” del collare che si fa stretto; possiamo contrastare questo schema senza lasciarci costringere dal cappio che si chiude intorno, liberandoci nel labirinto del proprio inconscio cosi´come ha fatto Teseo che riusci´ad uccidere il “mostro”, il Minotauro, grazie al filo di Arianna che porta alla ragione. Anche in questo caso sottrarsi alle imposizioni della nostra mente e´solo una modalita´di pensiero di cui non si rimane vittima, ci sono delle via di fuga, delle alternative anch´esse gloriosamente rappresentate nell´immaginario mitologico collettivo e nel simbolismo universale.
Piu´ sai e piu´puoi; cercare, informarsi continuamente circa le rappresentazioni, i simboli utili alla nostra psiche, dove per psiche intendo un insieme di immagini, supporta e aggiunge sicurezza alle nostre labili certezze, significa lavorare sulle nostre paure, incomprenzioni emotive; e´un lavoro profondo ma reddittizio che trova la sua funzione nella ricerca continua di nuovi elementi utili alla sua esistenza: “il centro della coscienza e´nel suo moto”sosteneva Socrate.
La societa´odierna e´fortemente dominata da convinzioni, ideologie, concetti che condizionano e caratterizzano il dissolvimento dell´identita´, una cultura che trascende il sesso, l´identita´di genere ( cultura transgender) che non ci rende sicuri. Perfino la fisica, che ha sempre avuto il primato di scienza atta a definire, controllare scientificamente i fenomeni esistenti intorno a noi, ha dovuto cedere difronte a se stessa nell´interminabile e complesso viaggio al centro della materia; in questo periodo storico non esistono piu´certezze fisiche misurabili: le particelle subatomiche, i “quanti” sono oggi definiti “pacchetti d´onda” cioe´particelle ed onda allo stesso momento: il principio di contraddizione e del terzo escluso, uno dei pilastri della logica Aristotelica per cui “tra gli opposti contraddittori non c’è un mezzo”, non trova in questo senso piu´applicazione come afferma il fisico Alessandro Haag. Affidiamoci alle forze del cosmo piuttosto che a quelle terrene e ritroviamo la tranquillita´sopita, in contrapposizione alla confusione e sofferenza mentale provocata dal diffuso pensiero ossessivo della societa´.
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CONOSCI TE STESSO
“ Conosci Te Stesso - Realizza Te Stesso ”
Attraverso le Metodologie
dello Yoga Nidra provenienti dall’antico Tantra
La maggior parte di noi porta con sé eredità caratteriali che provengono in parte dalla famiglia di origine, dall’ambiente, dall’educazione, dalla formazione ricevuta e fondamental-mente dal proprio Karma o destino che dir si voglia.
Sono infatti le tendenze e gli istinti innati, impressi nella coscienza individuale, che emergendo prepo-tentemente, nel corso della vita, dimostrano la vera natura dell’ individuo.
Le eredità che provengono dalla famiglia, a seconda del tipo di educazione ricevuta, positivamente o negativamente, condizionano la nostra avventura sulla Terra. Similmente, le qualità positive o negative delle tendenze e degli istinti che costituiscono la natura più profonda della personalità individuale, determinano l’ evoluzione della nostra vita attuale.
I condizionamenti negativi della personalità ci appesantiscono emotivamente, energeticamente e psicologicamente, influenzando tutte le nostre relazioni umane, che siano sentimentali, famigliari, lavorative, facendoci sfociare spesso in frequenti conflitti con noi stessi e con gli altri.
Per questo non dobbiamo dare la colpa a nessuno. Non è questione di colpa. Noi siamo quello che siamo! Ma è da questa base che dobbiamo riemergere ed evolverci considerando, soprattutto, che ognuno di noi è, secondo la teoria del Karma, il frutto delle azioni e del comportamento passato. Tutto il nostro modo di essere, in questa attuale esperienza terrena, in continua evoluzione, ci porta a confrontarci continuamente con problematiche esistenziali spesso ardue e difficili da superare.
La Filosofia dello Yoga e Vedanta affermano che,con una forte determinazione ed una incrollabile presa di coscienza e disciplina, possiamo intraprendere la via della “Reintegrazione” ; effettuare cioè la definitiva catarsi nella nostra coscienza, rilanciare tutte le forze e divenire finalmente i padroni della vita e del nostro destino.
E’ solo questione di decidersi a far buon uso del famoso: “Libero Arbitrio”; libertà di agire ma con discernimento ; volontà di effettuare una radicale e positiva trasformazione della nostra personalità e della vita o, altrimenti, continuare ad essere sempre più coinvolti e stravolti da un’esistenza travagliata.
Sarà necessario comprendere allora il vero scopo della vita , svolgere serenamente il nostro ruolo nel contesto dell’esistenza, divenire più comprensivi e disponibili ; realizzare i nostri nuovi obiettivi con serenità e saggezza.
Per ottenere tutto questo è necessario migliorare la conoscenza dei propri meccanismi psicologici a livello corporeo, emotivo e comportamentale attraverso le numerose metodologie proposte dalla Scienza Yoga – nello specifico - dallo Yoga Nidra e dalla Psicologia del Profondo. Sviluppare la forza vitale, ampliare la conoscenza ed espandere la coscienza sono infatti le tre componenti fondamentali per la nostra crescita totale e “Realizzazione” nella vita.
Potrebbe sembrare arduo e faticoso ma questo percorso sarà semplicemente affascinante ! Man mano vedremo crescere la nostra passione per questo tipo di ricerca e conoscenza totale di noi stessi; una nuova energia sprigionerà dal nostro essere sviluppando un rinnovato entusiasmo per la vita e la creatività.
Tutto ciò potrà effettuarsi attraverso le pratiche esperienziali dello Yoga Nidra sul corpo, sulla mente e sulla psiche: sciogliendo le rigidità del corpo, congiuntamente alle posture ed alla respirazione profonda, rilasseremo le tensioni nervose e mentali. Ma andremo oltre in questo processo evolutivo: verrà trattato tutto il nostro complesso essere, soma-psiche attraverso specifiche pratiche provenienti dall’antico Tantra Yoga, “Lo Yoga della Potenza”: (Hatha, Kundalini, Kriya, Mantra, Meditazione), ciò favorirà la salute totale del corpo, della mente e l’evoluzione dello spirito.
E’ soprattutto attraverso lo Yoga Nidra, la porta di accesso ai livelli più profondi dell’essere, che si può realizzare, infatti, il rilassamento totale, raggiungere ed imparare a prolungare il livello “Alfa”, nel nostro cervello; tale stato ottimale di rilassamento, visualizzazione ed interiorizzazione favorirà la liberazione delle “Endorfine” endogene ed il conseguente recupero dagli effetti negativi e debilitanti dello stress. Tali pratiche ci porteranno a ristabilire lo stato di equilibrio interiore, l’“Omeostasi” apportatrice di guarigione e salute totale.
Per mezzo delle tecniche di rilassamento, visualizzazione guidata, respirazione e meditazione dinamica, si ottiene il rafforzamento della struttura di base della nostra mente, la liberazione dalle tendenze negative e dai vizi comportamentali radicati nella nostra coscienza. L’eliminazione delle turbe mentali e la conseguente espansione della coscienza ci condurranno allo sviluppo dei poteri superiori della nostra mente.
Attuando la respirazione alternata e circolare, le tecniche di comunicazione, le danze catartiche di gruppo, il mantra e la meditazione, realizzeremo la purificazione dei livelli più profondi del nostro essere, subconscio e inconscio migliorando emotivamente il rapporto con noi stessi e con la società.
Recenti studi e ricerche scientifiche, effettuati nei maggiori Istituti di ricerca ospedaliera nel mondo, hanno confermato la validità delle suddette pratiche yoga come coadiuvanti nelle terapie delle numerose malattie psicosomatiche provocate dagli stati prolungati di stress, insoddisfazione e tensione nervosa.
Una migliore salute, una maggiore disponibilità, forza interiore e serenità guideranno armoniosamente tutte le nostre azioni e relazioni nel privato e nel sociale; un nuovo equilibrio psico-fisico ci porterà a sperimentare più evoluti livelli di coscienza e comportamento, affrontando le esperienze della vita con serenità, equanimità e gioia di vivere. Svilupperemo, in tal modo, un’entusiasmante conoscenza e dominio delle funzioni del nostro cervello, della nostra mente e della nostra Coscienza.
E’ sempre possibile ritrovare la nostra “Grande Energia Creatrice”, dipenderà solo dalla nostra volontà e dal nostro modo di vedere la vita. E’ solo necessario realizzare la chiara “Visione”. E’ tempo di “Scegliere Liberamente il Nostro Destino” !
Yogacharya Eknathananda
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EGREGORA : POTENZA CREATRICE DEL PENSIERO
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EGREGORA : POTENZA CREATRICE DEL PENSIERO
Accadde : Mulla Nasrudin narra di un amico che per mesi si è recato dal suo psicanalista cui racconta di vedere un " coccodrillo " sotto il suo letto e per mesi lo psicanalista lo rimandato a casa rassicurandolo che si trattava solo di una fantasia , di una sua "paura" inconscia proiettata nel coccodrillo. Ad un certo punto il tapino cessò di andare dallo psicanalista , che incontrando il fratello del paziente gli chiese notizie del congiunto , se cioè fosse guarito da quel pensiero ossessivo , il fratello triste in volto invece gli comunicò la morte di questi avvenuta un mese prima. Lo psicanalista contristato gliene domandò la causa . Risposta : se lo è mangiato il coccodrillo nascosto sotto il suo letto !
La storiella , molto carina , mi permette d'introdurre l'argomento in oggetto , precisando che non esiste una magia bianca o una nera , come non esistono energie negative o positive ; infatti esiste solo la magia , solo la energia. Il diventare poi bianca o nera positiva o negativa , dipende solo dalla "volontà" ( = iccha in sanscrito ) dell'operatore ! Dalla " intenzione ".
I maghi del piccolo/ego/faraone e Mosè ( iniziato egizio nell'alta corte del clero ) usano le stesse "tecniche" , compiono gli stessi miracoli ( il bastone che si trasforma in serpente , il Nilo che diventa rosso...ecc...ecc) solo che i primi usano i "poteri " ( = siddhi) contro l'uomo e il secondo in favore di esso. I primi operano sotto l'egìda della mente egoica inferiore , il secondo sotto quella di Dio.Tra Io e Dio , c'è la differenza di una " D " ,ma i risultati sono completamente diversi. l'IO SONO si oppone ai " Noi", al plurale maiestatis , normalmente rappresentante di una " EGREGORA " ( produzione fantasmastica della mente egoica ) ! I " Noi " non sopportano l'IO SONO , per loro è " pietra di scandalo"!
Già ...ma che cosa è una " Egregora"?
Nella tradizione iniziatica le "Egregore" sono definite come " INSIEMI ENERGETICI " frutto della "focalizzazione" (= dharana ) del pensiero e della volontà ( = icchà) di una o più persone , "insiemi " che con il tempo finiscono per avere vita propria . Più tempo passa e più l'Egregora diventa " forte ", essendo il frutto di una focalizzazione psichica conscia e inconscia. Un esempio pratico lo troviamo nella formazione di partiti politici , squadre sportive , sette , religioni, massonerie...ecc...ecc...In comune tutte queste Egregore presentano un corredo simbolico che presenta aquile , lupi , orsi , svastiche , croci , falci e martelli , squadre , compassi , colori cromatici di natura planetaria come il rosso di Marte , il giallo del sole , l'azzurro del cielo...ecc
L'Egregora una volta avviata si trasforma in un vero e proprio " Vampiro energetico " , perchè si alimenta delle energie o meglio dei " fuochi interiori " (tapas) degli individui che lo compongono. Osservate p.e. i tifosi di una squadra alla fine della giornata sportiva , tornano alle loro dimore completamente "esauriti ", "mangiati" dalla Egregora madre , la squadra , lo stesso discorso vale per i militanti delle altre realtà come partiti , sette , ecc...ecc...La Egregora è un sistema funzionale a "matrix " , quindi si basa sulla " ignoranza" dei componenti di questi "fatti sottili ", l'ignoranza di molti , ma non di tutti ; infatti "qualcuno " conosce il funzionamento della "macchinetta " , come il " mago di Oz " che manovra le magie chiuso nel suo laboratorio e che solo possiede la " chiave " di accesso nella " RETE ". Le chiavi di accesso alla Rete , sono costituite da " parole d'ordine " convenute " , "gesti sacri" (= mudra) come segni di croce , abiti liturgici , preghiere , mantra , ecc...ecc.....va da se che chi si lega ad una Egregora diventa di fatto uno "schiavo " , un prigioniero essendo legato mani e piedi ai suoi regolamenti "ferrei " ed uscirne significa incorrere in una "scomunica" di fatto , che non è cosa di poco conto , solo l'Iniziato , il Maestro , può partecipare a tutto senza appartenere a nessuna Egregora ! Per questo Cristo ha trasformato i suoi discepoli in " PESCATORI DI UOMINI " , appunto per mandare a" pescare " quanti sono "impigliati " ( prigionieri ) nella " rete"!
Gli iniziati "liberi" dalle Egregore , come i profeti ad esempio , sono capaci di leggere dentro di "esse" , gli "avvenimenti " in scadenza , ma per lo più rimangono ( i profeti ) inascoltati come Cassandra , se non uccisi dalla " RETE " !
Le " FORME-PENSIERO " liberate dai componenti di una Egregora si dilatano nei "piani sottili / astrali " creando un " ENTE INTELLIGENTE " che agisce sugli avvenimenti , sull'ambiente , sul clima e soprattutto sullo "stato di coscienza " delle stesse persone che lo hanno generato , creando intorno ad esse uno stato "vibrazionale " che raggiunge empaticamente chi le avvicina , stato che può essere percepito come " spiacevole " o " piacevole ". Santa Caterina da Siena come elemento discriminativo consigliava di osservare se in presenza di qualcuno si avvertiva una sensazione di inquietudine o serenità ; infatti la prima denotava una presenza demoniaca , la seconda invece angelica !
Tutti noi , tutta l'umanità , ci muoviamo , respiriamo , viviamo in una "atmosfera " vibrazionale creata dai nostri pensieri e azioni , la carichiamo quotidianamente e la "spariamo " nei piani sottili astrali , da cui essa ci ritorna potenziata , amplificata , con la stessa qualità che aveva all'origene , quindi attenzione ai pensieri e alle azioni !
Gli eventi "negativi " sparati dai media ogni giorno creano una "atmosfera vibrazionale " satura di paura ", paura del domani , del futuro , delle malattie , lavoro , pensioni , crac bancari ecc.. , un terrorismo psichico , bellico , ansiogeno , depressivo , al punto che se cito una data p.e. 11 Settembre 2001 , la mente di ognuno ravvisa le Torri gemelle in fiamme che crollano. il terrorismo mediatico è diventato lo strumento più efficace per giustificare guerre altrimenti incomprensibili , controlli televisivi dappertutto , aeroporti , stazioni..ecc...ecc....Perchè la " Rete" vuole vedere ed ascoltare tutti i giorni , siamo il suo pasto , guai a farglielo mancare , si tratta del pasto di Polifemo !
Yogacharya Eknathananda
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….ma la misericordia ( è una mia profonda convinzione ) si estende a quanti sono ignoranti ( spiritualmente ) proprio perché “agiti” ( e non agenti) da una rete oscurata dall’ego a loro insaputa , quindi anche con un “ minimo sindacale” di messe domenicali , sognando più che vedendo , alla fine forse se la caveranno pure loro in virtù di quella amorevole richiesta . ( < Padre perdona loro…….>)
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SMANTELLARE UNA RETE
NEURALE : VERA O FALSA INIZIAZIONE ?
Il
termine greco “ metanoia ” indica un processo di metabolismo
spirituale per cui l’interessato subisce un vero e proprio “ribaltamento” delle
proprie convinzioni interiori ed una conseguente trasmutazione del proprio
universo psichico e spirituale ,nell’ambito di un coinvolgimento che da ultimo
si estende anche alla corporeità ; infatti questa ultima non rimane
indifferente al nuovo grado di consapevolezza e di energia , liberate dall’accesso ad un “nuovo stato” di
coscienza , prodotto dal passaggio da “Avidya”
( = ignoranza spirituale ) a “ Vidya “
, appunto retta conoscenza spirituale , saggezza !
La
parola “ conversione ” traduce in italiano quella greca di
metanoia , ma non le rende perfettamente giustizia , rimanendo su un piano di
genericità , ben lontana dal significato reale del fonema greco ; infatti la
metanoia è un processo “ iniziatico” , che può presentarsi con le
caratteristiche di un “ cambiamento graduale “ , come nel caso di una
iniziazione pilotata da un maestro , oppure con gli aspetti “ drammatici” di
una iniziazione “ spontanea “ .
Glie
esempi di una iniziazione graduale , sono forniti dalle “ catechesi “ , dai
corsi di yoga , ecc….in cui
predomina la figura di un maestro che gradualmente forma le menti dei discepoli
all’apertura di nuove conoscenze spirituali…..senza provocare particolari
“terremoti” interiori .
Nel
caso invece delle “ iniziazioni spontanee “ le cose si presentano un po’ più
complesse….; infatti l’interessato o l’interessata , si trova a passare dal
giorno alla notte in un battibaleno e ciò procura non pochi trambusti interiori
, che portano il soggetto sulla soglia della follia .
Riporto
alla memoria alcuni dei casi di conversione più eclatanti , p.e. : la
CONVERSIONE DI SAN PAOLO , quella di MOSE’ sul Monte Sinai ,
SAN FRANCESCO sul Monte Averna ,….l’elenco potrebbe proseguire ancora a
lungo , ma bastino questi per testimoniare la differenza dei vari cammini e
delle varie esperienze spirituali nel viaggio di avvicinamento all’esperienza
del sacro , che non sempre è così lieve ed agevole come nel caso di una
iniziazione graduale………al punto che la Scolastica antica accanto alla parola “
mysterium “ accompagnava la parola “ tremendum “……..che ha orecchi per
intendere intenda !
Il
soggetto , maschile o femminile , si trova di fatto a passare repentinamente da
un “ mondo “ ad un “ altro “ con coordinate mentali , spirituali ,
spazio-temporali , completamente diverse e rimaste ignote fino a quel momento .
Gli
“ Atti degli Apostoli “ nel caso
di san Paolo , ci parlano di una “cecità” durata tre giorni , in cui ha
soggiornato bendato in casa di Anania ( figura interessantissima di catechista
) , da un giorno all’altro il povero tapino ( S. Paolo ) si è trovato a passare
da “ persecutore” ( dei cristiani ) a “perseguitato” …era un ebreo stretto
osservante formatosi nell’ambito
del “fariseismo” ( dotta corrente ebraica di esegeti ) e si è ri-trovato
cristiano , seguace di Cristo !
Forse
la famosa “ caduta da cavallo “ è stato meno dolorosa di quella che ha vissuto
poi interiormente , nel famoso quadro di
Caravaggio ( Chiesa di S. Maria del Popolo a Piazza del Popolo ) si intuisce appena il “ percorso drammatico “ che ne
sarebbe seguito , rappresentato da quelle bende che per tre giorni sarebbero
calate sui suoi occhi a
simboleggiare l’impossibilità di sostenere la vista di quella “ luce “
sconvolgente che lo aveva folgorato , possiamo solo intuire che il suo sguardo per
numerosi giorni è stato quello di un pazzo…insomma l “apertura” del terzo occhio ( = vista metafisica = Ajna
chakra ) non sempre è “ indolore “ …..anzi….perchè passare dalla vista solo
fisica e monoculare di Polifemo (= uomo grossolano , ignorante spiritualmente = non iniziato ) non è cosa di poco
conto , e la dice lunga il fatto che molta moda New Age , ammantata di
spiritualità ( o spiritualismo ? ) edulcorata da sane alimentazioni , tecniche
dolci psicofisiche , ecc… insomma tutto un “trovarobado” pseudo-spirituale da
consumare in posti ameni quali agriturismi , piscine termali e quantaltro al fine deliberato di mantenere
il tapino nella sua condizione pre-esistente , cioè “bendato”………..evitandosi la
caduta da cavallo ovviamente !
Ma…ma….si
tratterà di “ vera iniziazione “ ?
Se
non segue un vero cambiamento interiore , lo yoga al pari della psicoanalisi si
limita a una terapia di
contenimento ed autoaccettazione propria della impostazione freudiana e
pertanto cara sia al potere temporale che a quello “ spirituale “ , che in caso
contrario vedrebbero seriamente minacciati i loro privilegi , vedi il caso del
politico Pilato , del politico
Erode , e dei religiosi del Sinedrio ( potere sacerdotale di ogni tempo e di
ogni religione ) che si accordarono per accoppare il Cristo , che come maestro
, ebbe il torto di ri-dare la “ vista ai ciechi “….perchè questa è stata , è e
sarà la funzione di ogni maestro o guru che si rispetti sotto qualsiasi
latitudine si trovi .
Domanda
: quale è il fine di ogni vero maestro che si rispetti ?
Risposta : smantellare la rete neurale !
Già…..ma
cos’è una “ rete neurale “ ?
Vediamo un po’ di fare chiarezza su questa parola e soprattutto per quale
motivo è in relazione allo yoga e
alle religioni in genere .
Ora
quando si parla di discipline spirituali , yoga , religioni in genere
, si finisce facilmente per
scivolare in astratte teorie e
filosofie , allontanandosi di fatto dal “materiale” , cioè dal corpo e
dai suoi processi fisiologici , chimici , ecc…ecc….ambito nel quale invece è
necessario rimanere , perché tutte le nostre conoscenze possibili , sono tali
solo se contenute nel corpo .
Per
motivi di spazio e anche per evitare un trattato di fisiologia medica , lontano
dagli obiettivi di questo articolo , mi limiterò a dire quanto segue : NEURALE deriva il suo etimo dai
“NEURONI”, cellule nervose presenti nel globo cerebrale , con la funzione di “trasmettere”
informazioni tra di loro , utilizzando dei condotti , che vanno sotto il nome
di “ SINAPSI “.
Visto al microscopio questo mondo sub-atomico si presenta
come una fitta rete , appunto rete neurale , somigliante a tanti “calamaretti”
, i dendriti , collegati gli uni con gli altri , in cui si svolge una intensa
attività “bio-elettrica” , determinata da cariche positive al loro interno e negative all’esterno
, che si scaricano al momento del passaggio della comunicazione da una cellula
all’altra , informazioni che viaggiano su “onde” , quelle cerebrali appunto ,
che variando producono “stati di coscienza “ nel corpo , veglia , sonno , sonno
profondo…ecc…ecc…..
Come
si “creano” queste sinapsi dunque ? Esse sono il risultato di esperienze che
accumuliamo a partire dalla vita pre-natale nell’utero materno , in quella
post-natale , dai pensieri ripetuti che formuliamo , dalle educazioni familiari
, sociali , dalle relazioni di lavoro , affettive , dalle esperienze di
piacere o di dolore , e perché no
? Anche dal retaggio di accumulo karmico ( se si accetta il principio della
reincarnazione ) , ma anche dal
retaggio ( questo ce lo conferma il pensiero scientifico ) del DNA , la memoria
cellulare , che in pratica ci porta le informazioni di tutta l’umanità che ci
ha preceduto a partire da Adamo .
Il
grande saggio e maestro indiano Shivananda afferma che : < Formula un pensiero
e raccoglierai un atto , formula un atto e raccoglierai una abitudine , formula
una abitudine e raccoglierai un carattere , formula un carattere e
raccoglierai……un destino ! >
Infatti
formulando un pensiero e attualizzandolo ripetutamente creiamo una SINAPSI ;
p.e. una volta creata una abitudine all’alcool , o
alla droga , o al mangiare smodato , ecc…ecc…..formatasi che sia la relativa
Sinapsi , sarà ben difficile , e doloroso , cancellarla e sostituirla con
abitudini più sane ; infatti quando la “rete neurale “ è creata , essa prende a
viaggiar da sola , dando luogo ad un “determinismo” psichico indipendente dalla
volontà della persona ormai incapace a controllarla , anzi finendo per
diventarne “schiava” , prigioniera nell’anima di “forze create” da noi stessi e
per gran parte ricevute in eredità karmica….così l’uomo/donna diventa “cattivo”
, termine da non interpretare secondo istanze morali , ma secondo il suo etimo
latino e cioè : CAPTIVUS = prigioniero , schiavo )…….questo perché nasciamo in
un sistema neurale di “cattività” , altrimenti che senso avrebbe il proliferare
di tante religioni , vie iniziatiche e non ultimo lo Yoga ?
Sistemi
spirituali per “liberare “ ( = Moksa ) gli uomini/donne di ogni tempo al fine di farli trascendere da un sistema neurale di prigionia , di
sopravvivenza , ad un sistema neurale di AMORE , questa è la conversione
appunto , la metanoia , il passaggio ( in ebraico Pesach = Pasqua ) ad una
nuova “visione” di vita , ottenendo la cancellazione delle vecchie sinapsi ( purificazione
, Grazia ) e l’instaurazione di un nuovo sistema neurale , di AMORE , in cui
non regnino più le paure ( morte , vecchiaia , malattie , ansie , attacchi di panico , depressioni , paura del futuro ,successo , fallimento
,pregiudizio ,ecc..ecc) , paure che peraltro costituiscono un forte cespite di
entrata finanziaria per le multinazionali delle industrie farmaceutiche , pei
professionisti della salute , per i professionisti della politica , per le
finanziarie , le assicurazioni , le banche , non ultimo per i professionisti
dello spirito che sfruttano la più grande di tutte le paure , ed in fondo la
madre di tutte, e cioè : la Morte !
La
rete di sopravvivenza è caratterizzata da lotte , conflitti , guerre ,
ecc…ecc….propri della natura ancora non-redenta ed egoica , mentre la rete di
Amore si caratterizza per mitezza
, comprensione , beatitudine , serenità in ogni situazione , propri
della natura redenta e liberata dalla “cattività” .
Una
rete , quella della sopravvivenza , sarà sempre contrassegnata dalla “mancanza”
….(mancanza di amore , mancanza di denaro , mancanza di successo , mancanza di
salute …qualità che se anche presenti tutte sono richieste in quantità sempre
maggiore , perché mai sufficienti….) , l’altra rete , quella di Amore , invece contrassegnata da “abbondanza” , che non vuol dire la
presenza in eccesso delle qualità precedenti , ma la presenza abbondante della
Grazia , che pone l’uomo in una visione differente da quella profana e fiduciosa
nella Provvidenza , se posso ( ed è dimostrato ) pre-ordinare il mio destino
con la qualità delle mie intenzioni , va da se che a seconda che le mie
intenzioni nascano sotto l’egida
dell’una o dell’altra rete , figlie dell’ego o dell’Amore divino , ben
diverso sarà il risultato ; infatti solo e soltanto in questo ultimo caso
possiamo parlare di “libero arbitrio “ in quanto sviluppatesi in un ambiente
“interiore” di libertà dall’ego e dalle sue passioni , motivo per cui il
maestro cristiano sulla croce ebbe parole di richiesta di perdono per quei
“poveri” che vedeva assoggettati alla “rete di sopravvivenza” : < Padre
perdona loro , perché non sanno quello che si ( si badi bene questo “si”) fanno ! >
E’
per questo motivo che in altra occasione sempre lo stesso maestro ( Gesù)
rivolgendosi agli astanti ebbe a dire : < Se non vi convertirete perirete
tutti > , non volendo con ciò esprimere la condanna di un Dio punitivo , ma
semplicemente far costatare che se ci si ostina nella difesa di un ambito
puramente “biologico” senza smantellare la ruggine della vecchia rete neurale ,
si ostacolerà di fatto l’accesso ad una vita “ontologica” , cioè redenta e
ri-collegata con la sua matrice
divina , quindi nessuno ci
condanna , piuttosto ci si autocondanna.
….ma la misericordia ( è una mia profonda convinzione ) si estende a quanti sono ignoranti ( spiritualmente ) proprio perché “agiti” ( e non agenti) da una rete oscurata dall’ego a loro insaputa , quindi anche con un “ minimo sindacale” di messe domenicali , sognando più che vedendo , alla fine forse se la caveranno pure loro in virtù di quella amorevole richiesta . ( < Padre perdona loro…….>)
Tutte
le tradizioni spirituali e religiose di oriente ed occidente forniscono tecniche , preghiere , mantra , salmi , versetti , sure , sutra ,
ecc…ecc…per procurare questo passaggio da una rete all’altra…..quando tale trattamento viene sviluppato fuori dal
contesto delle religioni istituzionali , cioè nelle sètte , si chiama “lavaggio
cerebrale” , ma in questo caso il risultato ( ma non ne sono immuni neanche aree
di quelle istituzionali ) spesso è il passaggio da un sistema “schiavistico” ad
un altro della stessa risma…. Ma cari amici alle nostre sinapsi non attentano
solo le sètte ma anche e soprattutto i media che , conoscendo il “trucchetto”
ci bombardano ogni giorno per creare sinapsi “induttive” e comportamentali…….be
care !
Segnalo
un interessante dialogo nel Vangelo di Giovanni al Capitolo 3 , dialogo che si svolge tra Gesù e Nicodemo , un maestro del Sinedrio ,
quindi facente parte della “intellighenzia” farisaica .
Nicodemo
non sente avversione per Gesù , in
qualche maniera ne avverte la “diversità” del suo insegnamento , ma ne è
attratto , però va da Lui di notte , per non farsi vedere dai suoi , simbolo di
una coscienza non ancora giunta alla piena maturità , però in via di conversione .
In
sostanza Gesù gli dice che un uomo : < Se non rinasce dall’alto non può vedere il regno di Dio > dal
suo canto Nicodemo abietta : < Come può un uomo rientrare nel seno di sua
madre quando è già vecchio ? >
Il
dialogo si svolge tra due individui che abitano due “piani” di coscienza
diversi , Gesù è collocato nel piano sattvico ( luminoso ) di , Nicodemo nel piano tamasico (
ignoranza spirituale ) di muladhara chakra , quindi si può dire un “ dialogo
tra sordi “ , certamente nel caso di Nicodemo , che è ancora imbrigliato nelle
maglie di una rete di
sopravvivenza fornitagli dalla sua area culturale , con tutti gli annessi e
connessi di pre-giudizi che si possono facilmente immaginare e che rendono il
dialogo in questione , per certi
versi , anche un po’ umoristico , se soltanto si usa un po’ di immaginazione
creativa e forse sotto sotto una risatina sotto i baffi ( o la barba ? ) ci è
scappata anche da parte di Gesù….ma vai a spiegare in quell’epoca a Nicodemo le
“ reti neurali sinapsiche “….già è difficile oggi , figuriamoci allora !
Però
una battuta sul tema Gesù la fa dicendo a Nicodemo : < Come ? Sei Maestro in
Israele e non sai certe cose ? > ( Come si fa cioè a nascere dall’alto , i “
nati due volte “ della tradizione indiana ).
La
meditazione su questo dialogo offre l’opportunità per comprendere sotto quale delle due reti viviamo , se
sotto quella della sopravvivenza o sotto quella dell’Amore e ciò potremo
facilmente verificarlo
interrogandoci con sincerità su cosa è focalizzata la nostra esistenza
ed una volta verificata la bandiera di appartenenza decidere sotto quale
condurre il nostro percorso esistenziale , perché va detto , non tutti vivono
male in “ questo mondo “ , anzi
qualcuno vuole tenerselo pure stretto e guai a chi glielo tocca…. In fondo perché dovrebbe
ri-nascere due volte ? Troppa fatica, chi ha orecchi per intendere intenda !
Yogacharya Eknathananda
"Le 10 Illuminazioni"
(da "La Profezia di Celestino" - James Redfield)
___________________________
1. Prendere coscienza del risveglio spirituale in atto e delle coincidenze che si presentano nella nostra vita.
2. Questo risveglio rappresenta il sorgere di una nuova visione del mondo ed un nuovo passo importante dello sviluppo umano.
3. Tutto ciò che esiste è energia sacra che possiamo percepire ed intuire. Possiamo assorbire l’energia che si irradia, in particolare dalla bellezza.
4. La competizione per l’energia è la causa di tutti i conflitti tra gli esseri umani.
5. Si attinge energia attraverso il connubio con l’universo provando Amore per il tutto.
6. Comprendere il proprio passato alla luce degli scambi di energia, partendo dai drammi infantili che creano “intimidatori”, “inquisitori”, “riservati” e “vittime”.
7. Scoprire la corrente attraverso cui l’energia scorre: coincidenze e casi fortuiti che intuiscono e guidano la realtà, sogni che vanno interpretati e rapportati alla vita.
8. Interagire con gli altri positivamente: quando si parla con un’altra persona, per elevarne l’energia, bisogna concentrarsi sul suo viso con amore.
9. L’evoluzione ci porta ad una crescita spirituale. In un mondo ‘ecologico’ si chiarirà il rapporto fra tutte le religioni si opererà per creare nuove condizioni di convivenza pacifica e di benessere.
10. Imparare la capacità di essere ottimisti e di rimanere spiritualmente attivi. Comprendere il modo migliore di identificare le nostre intuizioni e di credervi.
**** **** **** ****
Cercate le anime con cui vibrate in sintonia, e rafforzate i legami che vi uniscono a loro. Ricordatevi che il vostro tempo sulla Terra è stato scelto con grande attenzione per permettervi di lavorare tranquillamente con gli altri gruppi di anime che partecipano allo sviluppo del pianeta. Non formulate alcun giudizio su chi vi sta intorno, e lasciate che continui a percorrere il suo sentiero. Entrate in sintonia con tutti coloro che riconoscete o che suscitano in voi un forte senso di risonanza. La vostra ricettività a incontrare gli altri su un sentiero spirituale li attira verso di voi, e la vostra quota di consapevolezza vi aiuta telepaticamente a raggiungere scopi umanitari su scala globale. ( James Redfield)
Ognuno di noi deve non solo essere onesto, me deve anche ammettere la provvisorietà delle proprie convinzioni prima di fare dichiarazioni importanti, altrimenti corriamo il rischio di spingere gli altri nella direzione sbagliata, semplicemente perchè esercitiamo su di loro questa misteriosa influenza. (James Redfield)
(da "La Profezia di Celestino" - James Redfield)
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1. Prendere coscienza del risveglio spirituale in atto e delle coincidenze che si presentano nella nostra vita.
2. Questo risveglio rappresenta il sorgere di una nuova visione del mondo ed un nuovo passo importante dello sviluppo umano.
3. Tutto ciò che esiste è energia sacra che possiamo percepire ed intuire. Possiamo assorbire l’energia che si irradia, in particolare dalla bellezza.
4. La competizione per l’energia è la causa di tutti i conflitti tra gli esseri umani.
5. Si attinge energia attraverso il connubio con l’universo provando Amore per il tutto.
6. Comprendere il proprio passato alla luce degli scambi di energia, partendo dai drammi infantili che creano “intimidatori”, “inquisitori”, “riservati” e “vittime”.
7. Scoprire la corrente attraverso cui l’energia scorre: coincidenze e casi fortuiti che intuiscono e guidano la realtà, sogni che vanno interpretati e rapportati alla vita.
8. Interagire con gli altri positivamente: quando si parla con un’altra persona, per elevarne l’energia, bisogna concentrarsi sul suo viso con amore.
9. L’evoluzione ci porta ad una crescita spirituale. In un mondo ‘ecologico’ si chiarirà il rapporto fra tutte le religioni si opererà per creare nuove condizioni di convivenza pacifica e di benessere.
10. Imparare la capacità di essere ottimisti e di rimanere spiritualmente attivi. Comprendere il modo migliore di identificare le nostre intuizioni e di credervi.
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Cercate le anime con cui vibrate in sintonia, e rafforzate i legami che vi uniscono a loro. Ricordatevi che il vostro tempo sulla Terra è stato scelto con grande attenzione per permettervi di lavorare tranquillamente con gli altri gruppi di anime che partecipano allo sviluppo del pianeta. Non formulate alcun giudizio su chi vi sta intorno, e lasciate che continui a percorrere il suo sentiero. Entrate in sintonia con tutti coloro che riconoscete o che suscitano in voi un forte senso di risonanza. La vostra ricettività a incontrare gli altri su un sentiero spirituale li attira verso di voi, e la vostra quota di consapevolezza vi aiuta telepaticamente a raggiungere scopi umanitari su scala globale. ( James Redfield)
Ognuno di noi deve non solo essere onesto, me deve anche ammettere la provvisorietà delle proprie convinzioni prima di fare dichiarazioni importanti, altrimenti corriamo il rischio di spingere gli altri nella direzione sbagliata, semplicemente perchè esercitiamo su di loro questa misteriosa influenza. (James Redfield)
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