Lo yoga è salute e, ancor di più, è auto-gestione della propria salute. Questa disciplina viene considerata oggi dagli esperti basilare per svolgere meglio qualcunque attività sportiva e professionale.
Famosi campioni come il subacqueo Mayol, il tennista Mc Enroe, intere squadre di calcio, si preparano con lo yoga. Infatti come interval-training e come sviluppo della capacità di concentrazione è sempre più utilizzato in tutti i rami dello sport e della vita.
Varie psicoterapie moderne come il famoso training autogeno non sono che una piccola sintesi di tecniche mentali yoga, di respirazione, di rilassamento e di comunicazione, desunte dalla millenaria esperienza della filosofia e metodologia yoga.
Grande applicazione trova esso inoltre in tutte quelle attività motorie, cosiddette dolci, raccomandate appunto ai sedentari, ai sofferenti di dolori a tutto l’apparato osteomuscolare (dolori alla schiena, alle articolazioni, dolori muscolari in genere) e agli anziani e ai disabili “Voler rimanere giovani e vitali non è una frivolezza ma, al contrario, un dovere verso se stessi e verso gli altri “. Questa è l’espressione di molti saggi yoghi. E ancora: “ E' immensamente più sociale rimanere giovani ed autosufficienti che imporre ai propri figli ed alla società il peso di una vecchiaia tribolata conseguente a un modo di vivere sbagliato ".
Tutto questo dovrebbe attuarsi attraverso un rispetto reciproco e l’osservanza di regole etico-morali insite nella disciplina e nella filosofia yoga stesse. Che lo yoga possa fornire infine una risposta alle domande dell’uomo del ventunesimo secolo risulta evidente dalla sempre maggiore affluenza della gente ai corsi di yoga, soprattutto nei Paesi altamente sviluppati e tecnicizzati e nelle grandi e caotiche città in cui viviamo.
Perché praticare lo yoga - Il parere del medico
Numerosi centri di ricerca medico-scientifica in molti paesi del mondo evidenziano sempre più l’efficacia delle pratiche yoga coadiuvanti nella cura delle varie patologie fisiche-psichiche.
Sempre più, esperti medici, psicoterapeuti, kinesiologi ed operatori della riabilitazione consigliano l’applicazione delle tecniche yoga.
Lo yoga infatti viene utilizzato, in molte cliniche del mondo, per la terapia delle malattie mentali e nelle tossicodipendenze e, ai fini della rieducazione, negli istituti di pena.
Negli ambienti ospedalieri è poi raccomandato per la preparazione al parto e post parto. Numerose sono inoltre le applicazioni di specifiche tecniche yoga per il miglioramento dell’apparato genito urinario.
Le posizioni yoga portano ad un superamento dei problemi collegati alle deviazioni della colonna vertebrale come scoliosi, cifosi lordosi; altrettanto possono trovare sollievo tutti coloro che soffrono di artrosi, di ernia discale e di dolori articolari in genere.
Un altro benefico effetto si ha sul sistema circolatorio sanguigno e linfatico con la rimozione, delle stasi venose, della ritenzione idrica, della pigrizia intestinale, e quindi delle varici che colpiscono notevolmente gli adulti, soprattutto le donne.
L’attività respiratoria viene rieducata, stimolata e potenziata e ciò apporta benificio su tutto l’organismo, per cui le tecniche di respirazione yoga trovano indicazioni nella cura delle patologie dell’apparato cardiaco, respiratorio e nei problemi connessi alla pressione sanguigna. Del resto tutte le metodologie yoga sono indicate per ovviare ai problemi derivanti dallo stress: ansia, insonnia, ipertensione, asma, nevrosi, dermatiti, squilibrio ormonale, coliti, depressione ed altri malanni ancora.
I bambini, a partire dai sette anni di età, possono praticare questa disciplina con ottimi risultati: sul piano fisico, per un sano ed armonioso sviluppo, sul piano psichico, per una migliore capacità di concentrazione e un miglior profitto scolastico. Del resto pure la cosiddetta “terza età” trova nella pratica yoga tutta una serie di esercizi, facilmente accessibili e di grande utilità, per ovviare a tutti i problemi appena menzionati; solo che in questi casi specifici l’istruttore dovrà essere ulteriormente all’altezza delle situazioni.
In definitiva lo yoga è una disciplina per tutti e, dal suo studio e dalla sua pratica ognuno potrà ottenere, gradualmente e secondo le proprie possibilità e necessità, un sicuro miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche e, quindi, una più grande serenità.
Tutto questo dovrebbe attuarsi attraverso il rispetto delle regole etiche e morali, igieniche e alimentari e delle leggi della natura considerate attentamente nella filosofia e nella pratica della Scienza Yoga.
Che lo Yoga possa fornire, infine, una risposta alle domande dell’uomo del terzo millennio risulta evidente dalla sempre maggiore affluenza della gente ai corsi di tale disciplina, soprattutto nei paesi altamente sviluppati e tecnicizzati e nelle grandi e caotiche città in cui viviamo.
Messaggio profondo dello yoga
Il messaggio più profondo dello Yoga è il messaggio di “Pace”. In un mondo conturbato come il nostro, pieno di violenze e di soprusi, lo Yoga è apportatore di pace interiore, di serenità, di armonia e di collaborazione sociale. Lo Yoga è contro la violenza perché alla base di questa disciplina c’è solo il desiderio profondo di migliorare se stessi, ritrovare la salute e la pace interiore, predisponendoci così ad un rapporto più disteso ed armonioso con gli altri.
E’ questa conoscenza totale di noi stessi, del controllo dei moti della nostra mente, del reale scopo della vita, che la pratica assidua dello Yoga conferisce, conducendoci inoltre ad una espansione della coscienza ed alla emancipazione totale.
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YOGA E BENESSERE - Ipotalamo e yoga
Nel corso delle nostre lezioni abbiamo analizzato la fisiologia dello stress e i fattori esterni che lo determinano: ma bisogna approfondire l’argomento andan-do a studiare l’ipotalamo, le sue principali funzioni, e le sue relazioni con lo stress.
L’ipotalamo è un vero e proprio centro di comando a cui sottostanno tutta una serie di ghiandole secernenti ormoni, ad esempio la tiroide, che a loro volta scatenano delle reazioni, ottenendo funzioni specifiche.
La produzione dei fattori di rilascio o messaggeri di natura ormonale dall’ipotalamo, indirizzati presso ghiandole “bersaglio”, determina il rilascio da parte della suddetta ghiandola di ormoni che trasmessi ad un organo “bersaglio” lo stimolano a secernere delle sostanze che agiscono sul nostro organismo mediante reazioni chimiche specifiche.
Praticare lo Yoga, eseguire posture dolci e stabili, passeggiare a piedi scalzi sulla sabbia, vicino alle grandi distese di acqua, praticare tecniche di respirazione e meditazione, facilita il rilassamento, la rigenerazione del corpo e della mente, eleva lo spirito. Si recupera in tal modo una grande quantità di Prana, la forza vitale. Tutto ciò è fondamentale per ovviare agli effetti negativi dello stress e migliorare le condizioni di vita e lo stato mentale.
Apprendere le nove funzioni dell’ipotalamo significa conoscere il funzionamento del corpo umano, il perché un individuo perfettamente sano arriva al “CRACK” (questo è il termine con cui si designa lo stato di caduta di un individuo), capire le modificazioni che avvengono in noi grazie alla pratica delle tecniche Yoga, le quali ci forniscono un ausilio ai numerosi problemi che ci pone la vita contemporanea.
REAZIONE - ATTACCO - FUGA
E’ una delle più importanti funzioni ipotalamiche che aiuta l’individuo nella sopravvivenza in condizioni in cui debba prepararsi alla lotta, sia per aggredire, sia per difendersi, attraverso una lunga serie di reazioni: il glicogeno epatico e muscolare viene scisso in glucosio che fornisce energie all’individuo mediante combustione, si ha un aumento della pressione ematica e della frequenza cardiaca, mediante la nota scarica adrenalinica della midollare del surrene.
Questi fenomeni sono utilissimi se lo stimolo è saltuario, ma se la stimolazione è continua (in condizioni di stress) questa funzione ipotalamica trasforma l’ipotalamo stesso in una specie di “KILLER” per l’individuo.
Infatti è noto che nella condizione di stress l’individuo manifesta tachicardia, disturbi di varia natura (malattie psicosomatiche) e diminuzione dei sistemi immunitari, portando un soggetto prima fisicamente sano ma solo per un certo periodo stressato, a manifestare malattie fisiche “reali” dai generi più svariati.
La reazione — Attacco o Fuga può quindi portare realmente a numerose malattie psicosomatiche in tempi, però, che variano da individuo a individuo a parità d’intensità e frequenza di stimolazione. Nessuno è immune dallo stress.
RITMO SONNO - VEGLIA
Il ritmo sonno — veglia è il rapporto tra le ore di sonno e di veglia di un individuo. Quando l’ipotalamo funziona perfettamente il ritmo sonno — veglia è regolare, cioè un individuo, tutti i giorni, sia addormenta e si sveglia sempre nelle medesime ore.
Se l’ipotalamo non funziona regolarmente come nella condizione di stress la regolarità del ritmo sonno — veglia viene alterato e probabilmente qualcun’altra delle nove funzioni ipotalamiche.
La persona soggetta a tali disfunzioni è affaticata dal lavoro quotidiano, non riesce ad addormentarsi e a riposare bene. S’innesca così una reazione a catena che conduce il soggetto stressato alla soglia dell’ospedale o della cura psichiatrica.
Tutto ciò può avvenire anche in breve tempo circa 15 — 20 giorni; ci sono casi in cui la durata è maggiore anche di alcuni anni nei quali il soggetto inconsapevolmente “malato” riesce a sfogarsi o come comunemente si dice a scaricare.
TERMOREGOLAZIONE
La termoregolazione consiste in una serie di meccanismi sempre controllati dall’ipotalamo ed adibiti al mantenimento della temperatura corporea a livelli costanti; ad esempio la vasodilatazione e la vasocostrizione dei pori cutanei, l’aumento della frequenza cardiaca e della capacità polmonare.
Affinché i suddetti meccanismi continuino a funzionare regolarmente, dobbiamo stimolare l’ipotalamo; per esempio evitare di chiuderci ai primi freddi in casa, praticare attività fisica come lo Yoga che con l’ausilio di tecniche posturali e respiratorie allena la
termoregolazione.
CONTROLLO DELL’ADENO IPOFISI
L’ipotalamo ha sotto il suo controllo anche l’adenoipofisi; anatomicamente è situata nell’osso sfenoide e precisamente nella sella turcica nel lobo anteriore dell’ipofisi, costituendo una delle due sezioni principali della ghiandola pituitaria. L’altra parte è denominata neuroipofisi.
L’adenoipofisi regola cosi un insieme di meccanismi importati per la sopravvivenza, ma dobbiamo dire che è solo in parte controllata dall’ipotalamo. L’adenoipofisi ha altre importanti funzioni: indirettamente per il metabolismo e direttamente influenza le ovaie per la regolarizzazione del ciclo mestruale.
CONTROLLO SESSUALE
a) Perpetuazione della specie
b) Sesso psichico- libido
La procreazione e il controllo sessuale sono completamente sotto il controllo dell’ipotalamo; anche in questo caso la disfunzione della ghiandola in esame crea dei problemi agli individui: fattori di stress hanno causato ai nostri giorni due tipi di sindromi: quella da “uomo manager” e da “donna manager”. Quest’ultima causa alterazioni nel ciclo mestruale con l’eventuale scomparsa dello stesso. L’inattività prolungata delle ovaie le può rendere ipotrofiche, difatti in alcuni casi si sono riscontrate le ovaie completamente secche.
CONTROLLO DELL’H.C.L
La secrezione continua di acido cloridrico nel momento in cui i fenomeni digestivi non avvengono, determinata dall’alterazione funzionale dell’ipotalamo, provoca l’ulcera gastrica.
LA REGOLAZIONE E L’ELIMINAZIONE DELL’H2O NELL’EQUILIBRIO IDRICO (o idrico — ionico — salino)
Oltre ad essere controllato dall’ipotalamo l’equilibrio
idrico — ionico — salino è in relazione con la dieta alimentare.
A questa regolazione partecipa l’aldosterone che fa riassorbire l’acqua e il sodio.
PRESSIONE ARTERIOSA
La regolazione della pressione arteriosa avviene mediante dei meccanismi che la stabiliscono a valori medi di circa 80 — 120 per l’uomo, mentre la donna ha minima di circa 70 e la massima di 100 — 110 circa.
L’ipotensione può causare svenimenti come ad esempio nel calo della glicemia, la quale non porta a morte se il soggetto non viene a trovarsi in particolari situazioni, ad esempio alla guida di un’autovettura.
Più pericolosa è invece l’ipertensione che determina malattie psicosomatiche. L’ipotalamo impazzito può fare aumentare la pressione anche in individui ipotesi trasformandoli in ipertesi, a lungo andare può provocare l’infarto o l’ictus cerebrale, soprattutto in individui di età media intorno ai 40 — 50 anni.
Negli ultimi anni si sono verificati numerosi casi di infarto ed ictus cerebrale dovuti all’ ipertensione soprannominata e facilitati da una non corretta alimentazione, da attività sedentarie, nonché da una vita troppo frenetica.
ASSUNZIONE DEGLI ALIMENTI (sensazione della fame)
E’ la funzione che determina la frequenza del cibo assunto in sinergismo alla sensazione di pieno del canale digerente.
Comunemente si pensa che i problemi fisici di natura alimentare sia un campo di studio relativo soltanto ai dietologi e agli endocrinologi, mentre come vedremo alcuni casi di essi solo strettamente relazionati all’ipotalamo interessando altri campi di studio sempre inerenti alla medicina come la neurologia.
La fame ha tre fasi: cefalica, gastrica, e intestinale: la fase che a noi interessa è la prima quella “cefalica”. Questo è lo stimolo a mangiare che è determinato dall’odore e dal gusto e dal desiderio psichico del cibo.
Se questa fase è regolare l’individuo anche colui che ha uno stomaco slargato e di conseguenza un appetito superiore al normale non ha desiderio di mangiare in continuazione. All’opposto situazioni di stress quali insoddisfazioni ed ansie, frustrazioni, depressioni, provarono nell’individuo la ricerca di un appagamento alimentare e quindi una continua stimolazione all’assunzione del cibo.
Negli individui che manifestano tali condizioni c’è una preferenza negli alimenti dolci come ad esempio la cioccolata.Da questa sintetica e schematica analisi delle funzioni dell’ipotalamo ci accorgiamo immediatamente che tale regione del nostro cervello controlla praticamente tutte le funzioni principali del nostro organismo e quindi il suo perfetto funzionamento consente di mantenere uno stato di salute ottimale.
Abbiamo accennato al ripetersi continuo di cause stressanti che, in soggetti psicologicamente predisposti determinano malattie psicosomatiche, per esempio le persone che hanno paura di avere una perforazione allo stomaco, con l’accumulo di energie non utilizzate e lo sfogo delle stesse a livello gastrico, gli determinano l’ulcera gastrica.
L’ipotalamo è quindi il responsabile (sempre relazionandolo ai fattori esterni) dei numerosi mali contemporanei, che spesso vengono ad associarsi: tachicardia, ipertensione ed ansia.
L’onerosità dell’ipotalamo diminuisce quando riusciamo a metterlo sotto la nostra volontà, mediante le tecniche Yoga.
Famosi guru riescono a controllare molte delle funzioni ipotalamiche, rallentando ad esempio l’invecchiamento, praticando l’autoguarigione mediante la liberazione del cortisone, evitando le malattie influendo sui sistemi immunitari, aumentando il loro quoziente di Bioenergia.
Lo Yoga quindi influenza positivamente l’ipotalamo dimostrandosi l’unica soluzione, in perfetta sintonia alle funzioni del corpo umano e alle leggi che governano l’universo, che riveli risultati chiari e concreti ai mali contemporanei.
Ovviamente esistono tantissime tecniche Yoga: posizioni, respirazioni, pranajama ecc. che aiutano a ripristinare l’omeostasi.
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YOGA E BENESSERE - Yoga ed endocrinologia
E’ da un po’ di tempo che ormai anche la medicina occidentale ha assimilato dall’Oriente la convinzione che salute voglia dire realizzazione dell’armonia Corpo-Mente-Spirito. Largo sviluppo ha avuto nell’ultimo decennio l’Endocrinologia e lo studio delle sue connessioni con il Sistema Nervoso e con il Sistema Immunitario.
L’Endocrinologia si basa sul concetto fondamentale di OMEOSTASI o equilibrio, come lo Yoga che con le sue “ Asana” (posizioni), con la meditazione e con la respirazione porta al riequilibrio dell’Energia nei Chakras o Ruote di Vita, punti energetici dove l’energia del corpo può essere in eccesso o in difetto.
Eccessi o deficit ormonali esitano infatti in malattia e lo stress a cui èsottoposto l’individuo nella nostra società è il principale fattore di perturbamento dell’equilibrio endocrino.
Gli ormoni contribuiscono a mantenere l’equilibrio dell’ambiente dove si svolge la vita di cellule e tessuti, regolano la concentrazione della sostanze nutritive e della circolazione sanguigna, regolano la risposta dell’organismo a stimoli ambientali quali il freddo, i traumi, gli stress psichici e le infezioni; stimolano l’accrescimento e le funzioni riproduttive.
Fondamentale è la correlazione tra Sistema Endocrino e Sistema Nervoso. Questa interazione si svolge sia a livello Ipotalamo-Ipofisario (Sistema Nervoso Centrale) sia a livello del Sistema Nervoso Autonomo.
I Chakras della Filosofia Orientale corrispondono alla nostre ghiandole endocrine ed ai gangli nervosi,quindi il lavoro effettuato sul corpo con le metologie Yoga ed una prevenzione o diagnosi di squilibri endocrini sono una via per il benessere psico-fisico.
Ricordiamo la correlazione tra epifisi e il cosiddetto “Terzo Occhio” della filosofia filosofia esoterica dell'India: l’Epifisi è una piccola ghiandola situata nel cervello, secerne la Melatonina ed ha una attività secretoria che presenta della alternanze ritmiche legate alla luminosità dell’ambiente, raggiungendo valori massimi durante il buio e minimi con la luce diurna.
Grazie alle tecniche di respirazione e rilassamento (Prananyama e meditazione) si hanno notevoli modificazioni chimiche in seno all’organismo umano: cervello, cellule e mente.
A livello psichico i Chakras rappresentano i molti livelli di coscienza; lavorando su di essi si può sperimentare come i nostri pensieri producono le nostre emozioni e queste i nostri comportamenti e le nostre percezioni.
Diagramma dei chakra
Zone del cervello corrispondenti ai chakra
Le forme e il contenuto dei Chakra sono costituiti dalla ripetizione di schemi appresi nella nostra vita quotidiana e di abitudini che creano le azioni nel mondo che ci circonda: stress, paure, ansia e patologie con conseguente abbassamento delle difese immunitarie.
Ecco dunque il collegamento tra mente e corpo e l’importanza di lavorare con lo yoga e con la meditazione sulla consapevolezza dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
L’autoperpetuazione di uno schema nel lavoro, nel campo affettivo ecc., può rappresentare un blocco nella crescita personale e scatenare malattie psicosomatiche di vario genere.
Il dolore passato o lo stress influiscono sul corretto funzionamento dei nostri Chakra e quindi anche sul nostro sistema endocrino.
Di grande rilevanza è il beneficio delle posizioni e della respirazione Yoga sugli esiti di mastectomie, facilitando il ripristino della circolazione sanguigna (con la formazione di by-pass ove occorre), la circolazione linfatica e la normo epitelizzazione delle cicatrici.
Le tecniche di rilassamento e meditazione aumentano l’increzione delle endorfine e dei peptidi oppioidi necessari al recupero della serenità, del benessere, della calma e delle difese contro lo stress.
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Ayurveda: un'antica arte di guarigione
La medicina, o meglio "l'arte di guarire" è antica quanto l'uomo. Nelle Tradizioni antiche l'arte di guarire era l'arte di conservare l'uomo in buona salute attraverso un corretto modo di vivere. La Medicina Ayurvedica è un'arte di guarigione molto antica. Il termine Ayurveda deriva dalla lingua sanscrita (madre di tutte le lingue moderne), “Ayu” significa vita, “Veda” significa conoscere.
L'Ayurveda che significa "scienza della vita" è un' antica arte di guarigione della tradizione indiana che ben si presta ad essere applicata anche nei nostri tempi e nei paesi occidentali. L'Ayurveda è usato da più di 5000 anni su milioni di persone è il sistema di medicina più antico di cui si abbia testimonianza scritta.
E' un sistema olistico di guarigione e come tale considera l'uomo nella sua integralità: corpo fisico, energetico, mentale, psichico e spirituale. La medicina ed il pensiero moderno post-cartesiano tendono a generalizzare i fenomeni mentre nell'Ayurveda tutto viene valutato individualmente, "ad personam". Secondo l'Ayurveda nell'uomo, come nel corpo, vi sono tre principi base, chiamati Dosha, formati dagli elementi fondamentali che compongono l'Universo: Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Etere.
Dall'unione di Aria ed Etere si forma il Dosha Vata (aria); dall'unione di Fuoco ed Acqua si forma il Dosha Pitta (fuoco); dall'unione di Terra ed Acqua si forma il Dosha Kapha (acqua). Questi tre Dosha regolano tutte le funzioni fisiche e psichiche del nostro organismo. In ogni organismo sono presenti tutti e tre i Dosha e a seconda che vi sia prevalenza dell'uno o dell'altro si definiscono in Ayurveda tre costituzioni pure e sette costituzioni miste.
La costituzione è determinata al concepimento, ma durante la nostra vita, a seconda del nostro modo di condurla, delle scelte che facciamo, del cibo che mangiamo si possono creare degli squilibri, dovuti all'aumento di uno o più Dosha e si crea la malattia. Secondo il concetto ayurvedico la malattia è determinata da un non corretto stile di vita che porta nel tempo allo squilibrio dei Dosha.
Il metodo diagnostico ayurvedico è di osservazione e di ascolto. La diagnosi principale si attua attraverso la palpazione del polso radiale. Altri metodi diagnostici sono: la fisiognomica del volto, l'esame della lingua, degli occhi, delle labbra, delle unghie.
I principali metodi di cura sono: l'alimentazione prescritta secondo l'esame dello squilibrio dei Dosha, i farmaci ayurvedici ( fitoprodotti e minerali), il massaggio, pratiche yogiche e meditative, uso di pietre e cristalli, pratiche di ringiovanimento (panchakarma).
L'Ayurveda pone enfasi sul prendersi la responsabilità della cura di se stessi, ad esempio preparando il proprio cibo, facendo un esercizio fisico appropriato, mangiando cibi adatti alla stagione e mantenendo uno stato positivo della mente. In particolare l'Ayurveda sostiene che la salute è il risultato di uno stato di armonia col proprio sé.
"La malattia è un Maestro che ci fa capire gli errori commessi nel nostro modo di vivere e di pensare."
( Paramahansa Satyananda Sarasvati )
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ENDORFINE E YOGA
ALIMENTAZIONE E SALUTE
La Natura , quindi, è la pura attività dell’universo
materiale in evoluzione, ma è priva di coscienza, è inconsapevole. E’ quel principio che da uno stato immanifesto,
attraverso il processo di evoluzione/trasformazione, dà origine a tutto ciò che
diviene manifesto, visibile, tangibile; intendendo con ciò sia la realtà
materiale che quella mentale, o psichica. Nella manifestazione universale ed
individuale è definita anche la polarità energetica dell' Essere e della
sostanza cosmica dell'universo
Niyama, le 5 Osservanze:
La Coscienza , secondo
un’interpretazione indiana, sarebbe una qualità della manifestazione universale.
Il cervello dell’uomo, invece, sarebbe lo strumento capace di adattare questa
qualità alla condizione umana, rispondendo unicamente alle necessità della sua
natura. Tale strumento, attraverso le sue sette funzioni dislocate in
altrettante aree, permetterebbe all’uomo di sperimentare e beneficiare di sette
specie di coscienza.
NADA-BRAHMA YOGA “OM”- IL SUONO ETERNO PRIMORDIALE
La Chandogya Upanishad è una di quelle 108
Upanishad che tratta sicuramente in maniera più particolare del suono
dell’OM con i suoi molteplici
significati e dove viene definito come l’“UDGITA”: Ud significa Alto Supremo, Gita significa Canto Divino, quindi, l’OM è definito come il “CANTO SUPREMO “. Esso veniva cantato dai sacerdoti addetti
alla cerimonia iniziatica dei Mantra e l’OM era sempre recitato, all’inizio di tutte le pratiche dei Mantra, dall’Udgatar,
il Maestro cantore che aveva la funzione, appunto, di iniziare,
precedentemente, tutti gli adepti al Suono Supremo, il Mantra OM, il “Verbo Divino”.
LA VISIONE DELL ’UNIVERSO VISTA DALLA CHANDOGYA UPANISHAD
La Suprema Realtà Divina che abita nel corpo
umano è detta ”ATMAN ”, l’anima,
che è appunto un’emanazione della Vibrazione Cosmica, OM. Questo suono trascendentale rappresenta
quindi l’Energia Vitale che ci anima e che deriva appunto dall’OM
primordiale, dall’emanazione della vibrazione sonora dell’Assoluto.
La CHANDOYA UPANISHAD dice ancora che il Suono Supremo è l’Essenza stessa dell’Essere Divino, dell’Assoluto. Anche per
la scienza moderna la Luce
e il Suono sono inseparabili; la
Luce , inoltre, è il simbolo della Conoscenza e il Sole
riveste grandissima importanza come simbolo della Conoscenza del Divino,
dell’illuminazione individuale, che permette all’ignoranza di venire spazzata
via permeando la Coscienza
individuale ed elevando l’essere umano alle più alte vette di Consapevolezza e
di Saggezza.
In
principio era il Verbo (la parola) e la parola era con Dio, …e la parola era la
manifestazione di Dio stesso! OM è il suono di tutti gli elementi:Terra, Acqua,
Fuoco, Aria, Etere; è il rombo del
tuono, è il boato dei vulcani, è il sussurio del vento, è il rumore del mare, è
il mormorio dei fiumi, è il canto degli uccelli, è il vagito di un bimbo appena
nato…è la voce dell’uomo!
Nella
Cosmologia indù, OM è l’immagine dei tre aspetti divini di del Signore Shiva,
dal quale dipendono:
OM racchiude in sé le 3 Essenze divine: Esistenza (Sat), Conoscenza
(Cit) e Beatitudine (Ananda).
Om è
Om è la
parola del Divino, del Maestro, del Guru. E’ il Simbolo cosmico che racchiude l’Eternità nei
suoi tre aspetti: Passato, Presente, Futuro!
Om
rappresenta l’Immanenza,
“Om è il nostro vero
Nome!” Ripetendolo giornalmente, vengono poco alla volta potenziate le nostre
qualità mentali e risvegliate tutte le energie e facoltà interiori latenti in
ogni essere umano!
I Saggi illuminati dicono
sempre che “Qualsiasi Karma negativo può essere purificato ripetendo
assiduamente il Sacro Simbolo OM!!!”
LA
MANIFASTAZIONE DELL ’ESERE UMANO SULLA TERRA – NELLA FILOSOFIA SAMKYA E YOGA
VIENE DETTO:
Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.
La sostanza del DNA (nel tessuto vivo, non in provetta) reagirà sempre a questi raggi modulati e addirittura alle onde radio, se vengono utilizzate le frequenze giuste. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro DNA reagire al linguaggio è perfettamente naturale.
Mentre i ricercatori occidentali prelevano singoli geni dalle eliche del DNA e li inseriscono altrove, i russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici. Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un DNA particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni di DNA! Così le informazioni sono state trasmesse senza gli effetti collaterali che possono manifestarsi quando si prelevano e reinseriscono dei singoli geni dal DNA.
Quindi è stato provato ciò che i maestri spirituali sanno già da tempo. Ovviamente la frequenza utilizzata deve essere quella giusta. Per questo motivo non tutti otteniamo lo stesso successo. Ogni individuo deve lavorare sul proprio processo e sviluppo interiore per stabilire una comunicazione conscia con il DNA. Più sarà alta la consapevolezza di un individuo, meno ci sarà la necessità di un congegno, e si potranno ottenere questi risultati da soli. La scienza finalmente finirà di prendersi gioco di queste idee e confermerà e spiegherà questi risultati. E non finisce qui.
I ricercatori russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un "tunnel spaziale"! Questi tunnel sono l'equivalente microscopico dei cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" in prossimità di buchi neri (lasciati da stelle estinte). Sono dei collegamenti tra aree completamente diverse nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. l DNA attrae questi pezzi d'informazione e li trasmette alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento. Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo rendono inefficace l'ipercomunicazione, o le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.
È paradossale come fino ad alcuni decenni fa la scienza medica, che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA, non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una struttura del corpo anatomico, come appunto la ghiandola pineale. Questo malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana) il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica.
L’Ossitocina, l’Ormone dell’Amore
LA SCIENZA DELLO YOGA "YOGA SUTRA”
PURNA YOGA (LO YOGA TOTALE) SI DIVIDE IN: BAHIRANGA, ESTERIORE – E
ANTARANGA, INTERIORE
(I
Sublimi insegnamenti negli Yoga Sūtra di Patañjali)
[modifica]la
costruzione del tempio
I
guerrieri della luce
Four
Stones
La
trasmutazione Fiery
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ENDORFINE E YOGA
La tradizione religiosa vuole ascrivere il " peccato originale " ad una succosa mela colta dalle mani improvvide e ardite della progenitrice Eva . Schiere di teologi e studiosi si sono affrontate sul tema , ma a tutt'oggi la questione non è definitivamente chiarita . Don Falcuccio propone una opzione clamorosa : e se se si fosse trattato di una....PERA?
La scienza e lo studio del corpo hanno scoperto ormai da tempo in circolo nel prezioso e stupefacente laboratorio corporeo , l'esistenza delle " ENDORFINE " , sostanze secrete dall'apparato ghiandolare-ormonale , che generano nell'organismo piacevoli stati di benessere psicofisico . Non solo , le endorfine sono dei veri e propri anti-dolorifici , in mancanza delle quali il corpo , o meglio ancora l'intero organismo psico-somatico cade preda del dolore , inducendo il malcapitato a ricorrere a surrogati fermaceutici analgesici , che alla lunga procurano una fastidiosa se non problematica " dipendenza ".
Quella "mela" deve aver procurato un tale "gusto" endorfinico ai due pro-genitori , da indurli a ri-provarci ancora , e in quel momento , ahimè , sono entrati nella "rete" neurale di matrix/maya , la mente egoica inferiore , tanto che da qule giorno la mela , alchemicamente parlando , si è trasformata in " PERA " ; infatti se non si facevano una "pera " al giorno i due poveretti andavano in " ROTA "( Crisi di astinenza ) . E' lì che nacque il detto : < Capello , capellaccio , si nun moro ce arifaccio > !
Lasciarono l'Eden ed entrarono nell'inferno di Matrix !
E già , infatti dentro matrix non esiste " libertà "( = moksa ) , esiste solo schiavitù , dipendenza , la mela è una scelta , la pera una necessità !
I quotidiani "gossippari " , quelli che si leggono nelle sale di attesa dei parrucchieri , riportano una intervista a una soubrettina un pò attempata , che ri-vela , pensate un pò , il segreto della sua bellezza nonostante abbia passato la cinquantina , ascoltate e prendete appunti : < Faccio sesso ogni giorno > !
Se non lo fa sta male ! Beata lei dirà qualcuno più sprovveduto. Insomma se non si fa una pera di sesso non sta bene , come non sta bene chi non si fa una pera di fumo fuori sul portone , chi non si fa una pera di cannabis , di psicofarmaci , di lavoro , di politica , di tribuna televisiva , di talk show .
Vedi il povero ministro costretto a spendere botte di milioni di euro per rimediarsi il sesso che fa sentire giovane pure a lui . L'aveva detto la moglie : è sesso/dipendente !
Ha bisogno un di sesso continuo , sennò le endorfine chi gliele da ? Gli scherani-parassiti che lo circondano ? La politica con le sue lunghe , pipposissime sequele di noiosi accadimenti , gli emigranti , i tunisini ..ecc...? Ma va là !
Il corifeo di coribanti che gli sono intorno , anche loro cercano i succedanei del sesso come : il potere , politico e finanziario , il successo ...ecc...ecc...e quindi forza anche qui pere giornaliere . Gli Anchorman televisivi estenuati da logorroiche maratone , ecc...anche qui pomeriggi serate intere di pere televisive .
Matrix sa benissimo che l'uomo/donna si muove in base a due principi fondamentali : Piacere ( Raga ) , Dolore ( Dvesha ) !
L'uomo/donna cerca tendenzialmente il piacere e fugge dal dolore . Tutto il successo di Matrix consiste in questa conoscenza : blandisce con il piacere creando dipendenza o minaccia con il dolore quando non raggiunge lo scopo .
Quando nelle sacre scritture di oriente ed occidente si parla di "idoli ", questi sono proprio le "dipendenze" , i nostri centri ossessivi , che hanno per unica fonte la paura della morte.
Cara soubrettina , mi spiace deluderti , ma il sesso si fa dentro Matrix , nel Regno si fa l'AMORE , si vive di Amore , si dona Amore , si riceve Amore . Questa è la scoperta che fa la SAMARITANA quando incontra il Maestro al pozzo . Si reca lì ogni giorno a prendere "acqua " ( Svadisthana chakra = amore fisico = emozioni ) , ogni giorno però la finisce e ogni giorno deve tornare a riprenderla perchè si tratta della sua "dipendenza " , ha avuto 5 mariti ( i 5 sensi schiavizzati da Matrix ) , ogni giorno è "costretta a questo andirivieni , come te , finchè non ha provato "arsura " , derivata dall'aridità della sua vita , e ha cercato incosciamente un'acqua "diversa". Gliel'ha fornita il Maestro < La mia acqua zampilla in eterno , non avrai più sete > .
E questo vale per tutti quelli che hanno "dipendenze ", sono malati e non guariranno fintanto che non berranno quell'acqua , Cavaliere compreso per " uscire " da Matrix !
Cosa sono le endorfine?
Le endorfine sono sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. La loro azione è simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee.
L'interesse scientifico verso le endorfine iniziò negli anni intorno al 1970 quando gli studi sull'effetto di alcuni oppiodi esogeni (ad esempio la morfina) condusse alla scoperta di recettori specifici all'interno del sistema nervoso centrale. Si ipotizzò quindi che il cervello stesso fosse in grado di sintetizzare delle "morfine endogene" che furono chiamate, appunto, endorfine.
Attualmente si conoscono quattro distinte classi di endorfine, dette rispettivamente "alfa", "beta", "gamma" e "delta".
Sintetizzati anche nell'ipofisi, nei surreni e in alcuni tratti dell'apparato digerente questi peptidi hanno i loro recettori in varie zone del sistema nervoso centrale dove si concentrano soprattutto nelle aree deputate alla percezione dolorifica.
Oltre ad aumentare la tolleranza al dolore le endorfine sono coinvolte:
nella regolazione del ciclo mestruale
nella secrezione di altri ormoni come GH, ACTH, prolattina, catecolamine e cortisolo
nel senso di benessere ed appagatezza che insorge al termine di un rapporto sessuale
nel controllo dell'appetito e dell'attività gastrointestinale
nella termoregolazione
nella regolazione del sonno.
Il rilascio delle endorfine in circolo avviene in particolari circostanze tra le quali un ruolo particolare è svolto dall'attività fisica.
Un aumento della concentrazione plasmatica di queste sostanze si verifica anche durante terapie analgesiche come l'agopuntura, l'elettrostimolazione e il massaggio sportivo.
Il coinvolgimento delle endorfine nel controllo delle attività nervose è stato a lungo studiato ed il ruolo di queste sostanze per certi aspetti non è ancora stato completamente chiarito.
L'aspetto più affascinante ed interessante delle endorfine risiede nella loro capacità di regolare l'umore. Durante situazioni particolarmente stressanti il nostro organismo cerca di difendersi rilasciando endorfine che da un lato aiutano a sopportare meglio il dolore e dall'altro influiscono positivamente sullo stato d'animo.
Le endorfine hanno dunque la capacità di regalarci piacere, gratificazione e felicità aiutandoci a sopportare meglio lo stress. L'interazione di queste sostanze con altri ormoni e neurotrasmettitori secondo le più recenti scoperte starebbe alla base di numerosi aspetti della sfera psicologica e sessuale dell'uomo. Studiando le concentrazioni plasmatiche di queste sostanze in particolari situazioni (tradimenti, maternità, amore, sesso, infatuazione ecc.) si è infatti scoperto che esiste una forte correlazione tra le suddette situazioni e la quantità di endorfine ed altre sostanze presente nel sangue.
La dipendenza da alcune droghe, come l'eroina, si spiega proprio nell'inibizione della produzione endogena di endorfine. All'interno del nostro organismo l'eroina si sostituisce infatti al ruolo naturale di queste sostanze inibendone la produzione. Quando si sospende l'assunzione di questa micidiale droga, i livelli plasmatici di endorfine sono estremamente bassi e ciò si correla al senso di stanchezza, insoddisfazione e malessere generale che porta il drogato a ricercare una nuova dose.
Endorfine e attività fisica
La sintesi di oppiodi endogeni, come le beta-endorfine, aumenta in risposta all'esercizio fisico. Sebbene tale incremento sia soggettivo mediamente le concentrazioni plasamatiche di questi ormoni aumentano, sia nei maschi che nelle femmine, del 500%.
Ciò spiega perfettamente quell'innegabile sensazione di euforia e di benessere che insorge dopo aver praticato un po' di attività fisica. Riduzione di ansia, stress, arrabbiature e controllo dell'appetito sono ulteriori proprietà benefiche delle endorfine che hanno tra l'altro anche un potente effetto analgesico implicato nella ridotta percezione del dolore.
Quest'ultimo punto ha con tutta probabilità il significato fisiologico di aumentare la tolleranza alla fatica prolungata. Non a caso nei soggetti molto allenati si riscontra una più lenta degradazione degli oppiodi endogeni prodotti durante attività fisica.
Le endorfine avrebbero un ulteriore effetto positivo sulla performance sportiva migliorando la coordinazione dei movimenti e la reclutazione delle fibre muscolari.
Un po' come il cioccolato ed il fumo anche le endorfine possono dare una certa dipendenza. Ciò spiegherebbe come mai esistano tanti sportivi incalliti che piuttosto di saltare un allenamento preferirebbero sottoporsi a chissà quali torture! Conclusione forse un po' azzardata ma che ha sicuramente una base scientifica nella maggiore sensibilità alle endorfine riscontrata nei soggetti allenati.
Ecco dodici modi per produrre endorfine e quindi per diminuire il dolore e per avere un senso generale di benessere:
1. Mangiare del peperoncino
2. Fare sport.
3. Avere un orgasmo.
4. Fare una seduta di agopuntura (chissà perché é così poco diffusa in
Italia…)
5. Mangiare il cioccolato.
6. Fare qualcosa di “estremo”: Bungee jumping, un giro sulle montagne russe, un lancio con il paracadute etc etc
7. Ridere: più è lunga la risata, meglio è.
8. Prendere il sole.
9. Vedere uno spettacolo che vi piace e/o ascoltare della bella musica.
10. Pensare positivamente. Ciò invocherà “l’effetto placebo”.
11. Fare alcuni respiri profondi.
12. Aumentare il contatto fisico con il vostro partner. (studio condotto dal Dr. Candace Pert della Johns Hopkins University).E non dimenticate che… la gente che fa sport ha regolarmente livelli più elevati dei beta-endorfine nel corpo di coloro che non lo praticano. Un motivo in più per fare ginnastica!
Che bisogno c’è di comprare farmaci quando potete produrveli da soli?
ALIMENTAZIONE E SALUTE
Una notizia che ha dell’incredibile:
la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa (1923)
da uno scienziato premio Nobel per la medicina, nel 1931. E da allora nulla è
stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in
tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come, ad esempio
l’italiana, AIRC. Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto
dall’industria farmaceutica e alimentare.
Nel 1931, lo scienziato tedesco
Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Noanimaltesting Nobel per la
scoperta sulla causa primaria del cancro.
Proprio così. Ha trovato la causa
primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel. Otto ha scoperto che il cancro
è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita
anti-fisiologico. Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico
nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il
corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva
ossigenazione delle cellule). L’acidosi cellulare causa l’espulsione
dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.
Egli ha detto:
“La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se
una persona ha una di queste cause, di conseguenza ha anche l’altra”!. Cioè, se
una persona ha eccesso di acidità, automaticamente avrà mancanza di ossigeno
nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.
Inoltre Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a
differenza delle alcaline che attirano ossigeno”. Cioè, un ambiente acido è un
ambiente senza ossigeno. Inoltre, egli ha dichiarato: “Privando una cellula del
35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”. “Tutte
le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule
tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni).
“I tessuti
tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.” Nella sua opera “Il
metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono
caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e
ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono
anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di
alti livelli di ossigeno. Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con
glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro
che un meccanismo di difesa che hanno alcune cellule del corpo per sopravvivere
in un ambiente acido e privo di ossigeno.
In Sintesi: le cellule sane
vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale
funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di
ossigeno. Importante: una volta terminato il processo
digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati,
grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o
alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si
mangia. Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala
chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH
neutro. È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono
sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere
di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH
del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona è
inferiore a 7, va in Coma.
GLI ALIMENTI CHE ACIDIFICANO IL CORPO:
* Lo zucchero raffinato e
tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza
grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano
il pancreas). * Il suo pH è di 2,1 (molto acido) * Carne. (Tutti i tipi)
*Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc) * Il
sale raffinato. * Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte,
biscotti, ecc) * Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina,
sale, zucchero e conservanti) * Margarina. * Caffeina. (Caffè, tè nero,
cioccolato) * Alcool. * Tabacco. (Sigarette) * Antibiotici e medicina in
generale. * Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando
l’acidita’ dei cibi”) * Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti
conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc. Il sangue si ‘autoregola’
costantemente per non cadere in acidosi metabolica, garantire il buon
funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere
delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel
metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati)
acidificano il sangue e ammorbano il corpo. Dobbiamo tener conto che con il
moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno,
365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.
GLI ALIMENTI
ALCALINIZZANTI:
* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma
all’interno del corpo avviene una reazione alcalinizzante.”. Altre sono un po'
acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le
verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no. * I Frutti, stessa cosa. Ad
esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un
effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi
ingannare dal sapore acidulo) * I frutti producono abbastanza ossigeno. * Alcuni
semi, come le mandorle sono fortemente alcalini. * I cereali integrali: l’unico
cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi,
tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è
bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti. *Il
miele è altamente alcalinizzante.
* La clorofilla: le
piante sono fortemente alcaline. (In particolare aloe vera, noto anche come
aloe)
* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione
cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte di
tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj. *
L’esercizio fisico mirato ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita
sedentario degenera le funzioni vitali nel corpo.” L’ideale è
avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e
naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo
zucchero raffinato e gli edulcoranti, la carne, gli insaccati ecc...
*
Non
abusare del sale o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati,
l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i
prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare
il più possibile. Il Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più
rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali
non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile, per il cancro,
comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta
alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono
acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si
eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può
produrre il cancro. Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la
ritenzione di acido”. “Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di
testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali,
arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”. Il Dr.
Theodore A. Baroody ha scritto, nel suo libro “Alcalinizzare o morire”
(alcaline or Die): ” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie,
ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: molte
scorie acide nel corpo”.
Il Dr. Robert O.
Young ha detto:
“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte
le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un
corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli
che è in grado di eliminare, allora le malattie si manifestano.”
Il Grande Osho ci
dice:
"Siamo nati nella Luce; siamo parte
della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di Quella Sorgente Infinita,
in un'altra dimensione spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole
infinitamente grande"
Il Pecorso Yoga ci insegna che il vero
scopo della vita è la "purificazione continua" attraverso i vari
rami dello Yoga, e la giusta alimentazione, per conseguire una migliore
salute fisica mentale e spirituale (...la Realizzazione del Sé) che comprende
una migliore Comunicazione, amorevole Comprensione e benefica
Collaborazione tra gli esseri umani, la Madre Terra e l'Universo intero.
E LA CHEMIOTERAPIA?
La chemioterapia acidifica il corpo a tal
punto, che ricorre alle riserve alcaline dell'organismo, per neutralizzare
l’acidità, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati
nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli. Per questo motivo
osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e,
tra le altre cose, la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla
stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
Niente di tutto
questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria
del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle
attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e
i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato. Tutto
indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica
entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto. Più
le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per
avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce
l’industria alimentare. Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che
ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …” No, non
poteva!
“Che
il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
(Ippocrate, il padre
della medicina)
Nel corso degli anni, di insegnamento e pratiche di Yoga, moltissime persone con vari probleni e patologie di schiena hanno ritrovato mobilità ottimale, scioltezza, salute e Serenità... Ma veniamo ora al seguente studio, contenente anche miei vari commenti ed osservazioni a riguardo... verificati lungamente ed approvati anche da altri esperti Medici e Specialisti della Riabilitazione, di varie Università italiane e straniere. Auguro, quindi, Buona lettura e Studio a tutti...
Nel corso degli anni, di insegnamento e pratiche di Yoga, moltissime persone con vari probleni e patologie di schiena hanno ritrovato mobilità ottimale, scioltezza, salute e Serenità... Ma veniamo ora al seguente studio, contenente anche miei vari commenti ed osservazioni a riguardo... verificati lungamente ed approvati anche da altri esperti Medici e Specialisti della Riabilitazione, di varie Università italiane e straniere. Auguro, quindi, Buona lettura e Studio a tutti...
Sinceramente! (Yogacharya Ananda Shiva * Roberto Mattei
*)
*
"DISCOPATIE - ERNIA DEL DISCO - TUTTO
QUELLO CHE C' E' DA SAPERE,
COME PREVENIRLE E COME CURARLE!"
*Colonna Vertebrale - Ernia discale ed
altre patologie - Prevenzione e Cure*
Ricerche effettuate presso l' Istituto Superiore di Sanità
"Regina Elena" di Roma ed in altri Ospedali nel mondo.
*
1) Quante persone in Italia e nel
mondo soffrono di ernia del disco lombare?
La prevalenza nel corso della vita di
ernia del disco lombare è stata stimata pari all'1-3% nei Paesi occidentali.
L'indagine ISTAT sullo stato di salute
in Italia segnala che l' 8,2% della popolazione ha riferito nel 1999 di essere
affetta da «lombosciatalgia» (7,3% maschi e 9,3% femmine). L'ernia del disco
associata a sintomi clinici si manifesta più spesso nelle persone di 30-50
anni.
La Ricerca della Salute Ottimale del
nostro Essere, la Conoscenza e l'Evoluzione totale della Coscienza individuale
ed universale, fanno parte integrante dello studio della Filosofia e Pratica
dello Yoga Integrale raccomandati nella nostra "Accademia Internazionale di
Formazione Insegnanti Yoga", ma anche per tutti gli
interessati.
2) Cos'è l'ernia del disco
lombare?
L'ernia del disco lombare sintomatica è
una patologia degenerativa del disco intervertebrale, dovuta alla fuoriuscita
del disco dal cosiddetto "anulus", la parte esterna del disco, una specie di
cuscinetto che ha il ruolo di ammortizzare le forze che si sviluppano tra una
vertebra e l'altra. L'ernia discale è un fenomeno dinamico, nonché una
condizione relativamente comune a prognosi favorevole nella maggior parte dei
casi.
Gli studi di storia naturale indicano,
infatti, che le ernie del disco intervertebrale si riassorbono spesso del tutto
o in parte, e che la sintomatologia ad essa associata regredisce di frequente
con i trattamenti conservativi. Ciò significa assumere posture Yoga adeguate che
favoriscano il distanziamento delle vertebre compresse, il rafforzamento dei
muscoli dorsali, cervicali ed addominali e, per quanto possibile, cercare
di favorire, con un'assidua pratica di
asana (posture) di Hatha Yoga adeguate, il riallineamento della colonna
vertebrale, distanziamento delle vertebre e dei dischi, onde evitare le
discopatie e tutta la serie delle problematiche che una colonna vertebrale, non
curata, comporta...
Purtroppo, solo quando accusiamo reali
ed avanzati problemi e condizionamenti, ci rendiamo conto di quanto sia
importante mantenere in buona salute e flessibilità questa "meravigliosa
struttura portante e nostro sostegno fisico, psichico e spirituale", che è,
appunto, la nostra Colonna Vertebrale!!!
*
3) Con quanta frequenza ci si opera
di ernia del disco lombare? E quali tipi di intervento chirurgico sono i più
utilizzati?
Sono state descritte variazioni
internazionali molto ampie dei tassi di intervento chirurgico per ernia del
disco lombare risalenti agli anni Ottanta: da 10 per 100.000 in Gran Bretagna a
più di 100 per 100.000 negli USA. In Italia sono effettuati ogni
anno circa trentamila interventi chirurgici con diagnosi di ernia
del disco lombare, che corrispondono a un tasso medio nel triennio 1999-2001
pari a 5,09 per 10.000 - I tassi regionali standardizzati per età e sesso
oscillano, quindi, ampiamente, da 6,87 in Lombardia al 2,52 per 10.000 in
Calabria. La variabilità temporale nel triennio è stata invece contenuta: il
numero assoluto di operazioni è aumentato da 28.231 nel 1999 a 30.243 nel
2001.
*
Sempre in Italia nel 2001, la chirurgia
per ernia del disco lombare veniva effettuata nel 61% dei casi, nei maschi e
consisteva in interventi di discectomia (88%); discectomia per cutanea o laser
(7%), chemonucleolisi (2%), o decompressione (2%). La differenza tra maschi e
femmine (rispettivamente 16.000 e 8.000 interventi, nella fascia d'età 30-39
anni) si riduce progressivamente con il progredire dell'età. Rispetto al 1999, diminuisce
dal 4% al 2% la quota di chemonucleolisi a vantaggio delle tecniche percutanee.
Queste ultime sono più frequentemente utilizzate nelle case di cura accreditate
(18%) piuttosto che nelle altre tipologie amministrative di ospedali. La
chemonucleolisi viene eseguita con frequenza più elevata in Campania (10% sul
totale degli interventi) e nel Friuli (8%) rispetto alle altre regioni. Il 20%
delle chemonucleolisi e il 33% delle discectomie percutanee sono effettuate in
"Day hospital".
A meno che non si incorra in qualche
incidente particolare, o si facciano sforzi inadeguati, sport
violenti, e
quant'altro possa danneggiare questa nostra struttura meravigliosa, una sana
attività fisica, tipo posture Yoga mirate, nuoto e massaggi; possono senza
dubbio aiutarci ad evitare tali problemi e rimanere integri.
4) Quali sono i fattori di rischio di
ernia del disco lombare?
Sono considerati fattori di rischio le
occupazioni sedentarie e l'inattività fisica forzata ed inadeguata, il
sovrappeso, l'alta statura, la guida di veicoli a motore prolungata e costante,
le vibrazioni relative e tutti i lavori ad elevato impegno fisico, soprattutto
se comportano abitualmente il sollevamento manuale di carichi; ed ovviamente le
gravidanze, per le donne... o gli stomaci e addome debordanti ... per chi se li
è procurati!!!
Per questo è evidente la necessità di
praticare regolarmente delle attività fisiche Yoga specifiche... e curare
un'alimentazione adeguata... per ovviare alle varie ripercussioni
negative sulla nostra preziosa colonna vertebrale!
5) Quali sintomi rendono certa la
diagnosi?
L'ernia del disco lombare si manifesta
con un quadro clinico caratterizzato da mal di schiena, radicolopatia
compressiva sciatica o crurale, e limitazione o impotenza funzionale. Il dolore
crurale o cruralgia è un dolore che corre lungo la parte anteriore della coscia,
mentre quello sciatico è un dolore posteriore lungo tutta la gamba, fino al
polpaccio o al piede.
Se soffriamo quindi di tali dolori
alla schiena e nella gamba è necessario, appunto,
cominciare subito
uno specifico programma di Yoga adeguato, senza rinviare oltre!
6) Come avviene la diagnosi?
I cardini su cui si deve basare il
processo diagnostico sono tre: la raccolta dei dati anamnestici; l'esame
obiettivo con test clinici di coinvolgimento radicolare (irritativo,
deficitario, paretico); la diagnostica per immagini e strumentale. Al riguardo,
la tomografia computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica (RM) sono pressoché
sovrapponibili in termini di sensibilità, specificità e accuratezza
diagnostica.
E' peraltro da sottolineare che la RM
non eroga radiazioni ionizzanti e visualizza meglio i tessuti molli
e le alterazioni del tessuto osseo
spongioso.
Se non abbiamo
fatto ancora degli accertamenti adeguati ma soffriamo di disturbi alla colonna
vertebrale, è il caso di farli!
7) Quando si raccomanda il
trattamento chirurgico?
La sindrome della cauda equina da ernia
del disco intervertebrale rappresenta un'indicazione assoluta all'intervento di
discectomia da effettuare urgentemente, se possibile entro 24 ore e non oltre le
48 dall'insorgenza dei sintomi. La comparsa di deficit motorio in un paziente
con diagnosi accertata di ernia del disco lombare richiede di prendere in
considerazione l'intervento chirurgico, pur non rappresentando un'indicazione
assoluta. Nei casi in cui sussiste la corrispondenza tra sintomatologia, segni
clinici e immagini diagnostiche, si raccomanda di considerare l'intervento
chirurgico in presenza di tutti i seguenti criteri: durata dei sintomi superiore
a sei settimane; dolore persistente, non rispondente al trattamento analgesico;
fallimento, a giudizio congiunto del paziente e del chirurgo, di trattamenti
conservativi efficaci, adeguatamente condotti.
Appunto, è necessario conoscere la
reale causa
dei
disturbi nella
nostra colonna vertebrale e intraprendere un mirato programma di attività Yoga,
adeguato alla reale problematica...
8) Quali sono i fattori predittivi
dell'esito del trattamento?
Le complicanze del trattamento
chirurgico dell'ernia del disco lombare sono legate al tipo di ernia trattato,
alle caratteristiche socio-demografiche del paziente e ad alcuni fattori
psicosociali. Gli esiti peggiori sono stati riscontrati nel caso di ernie di
piccole dimensioni, con anulus intatto, o in pazienti con frammenti erniari e
difetti minimi dell'anulus. In sintesi, esiste buona prova che i risultati
chirurgici più favorevoli si hanno operando pazienti con patologia del disco più
estesa e compressiva. Riguardo la durata della sintomatologia come fattore
predittivo, i pazienti con sciatalgia di durata maggiore riportano esiti
postoperatori peggiori, tanto da giustificare un'attesa, mentre i pazienti
operati entro due mesi dall'inizio della sintomatologia hanno esiti chirurgici
più favorevoli.
Circa l'età esistono deboli prove che
l'età superiore ai 40 anni possa rappresentare un fattore prognostico
sfavorevole. Anche il fatto di svolgere un lavoro pesante è risultato associato
a un esito chirurgico sfavorevole, mentre il genere non è risultato avere alcun
effetto predittivo sulla prognosi. In alcuni studi sono risultati predittivi di
un esito postoperatorio insoddisfacente fattori psicosociali come lo stress
psicologico, la somatizzazione del dolore e un basso livello di istruzione.
Tuttavia altre ricerche hanno invece mostrato come l'esito del trattamento
chirurgico sia del tutto indipendente dai fattori psicologici preoperatori.
Ovviamente dipende tutto dalla reale
entità e natura dei nostri mali di schiena... cosa abbiamo fatto per procurarceli e cosa dobbiamo fare per
cercare di evitare tali inconvenienti e recuperare in breve la salute ottimale?!?...E tale salute
ottimale non si conseguirà solo...tagliando... e cucendo... ma ristabilendo tutte le
condizioni necessarie!!!
9) Quali le possibili complicanze
dell'intervento.
Le complicanze più frequenti risultano
la lacerazione della dura madre, il danno alle radici nervose, le infezioni
della ferita chirurgica e la discite, che consiste nell'infiammazione del disco
e delle vertebre adiacenti, talora estesa anche ai tessuti molli circostanti.
Ovviamente tra le complicanze c'è quella di dover reintervenire nuovamente.
Alcuni studi condotti in Finlandia hanno
stimato rischi cumulativi di reintervento a nove anni pari al 18,9% e di
interventi successivi dopo il primo reintervento a dieci anni pari al 25,1%.
Altre fonti riportano che i tassi di reintervento dopo chirurgia del disco
lombare variano ampiamente dal 3% al 15%.
I tassi di reintervento a uno e dieci
anni, calcolati dal Registro nazionale svedese per la chirurgia della colonna
lombare, dove sono state registrate 27.500 operazioni tra il 1987 e il 1999,
sono risultati pari rispettivamente al 5% e al 10%.
Sempre nel Registro nazionale svedese il tasso di mortalità
a 30 giorni è stimato pari a 0,5 per 1.000 e l'incidenza delle complicanze pari
a 2,7% per la discectomia convenzionale, ed a 5,8% per la
microdiscectomia
Considerando, quindi, tali dati
statistici sopraelencati, risulta sempre più evidente la necessità di
un'adeguata attività fisica preventiva ed un'altrettanto mirato trattamento di
prevenzione, o di recupero e sostegno strutturale adeguato, per non continuare a
fare collezione di tali fastidiosi e problematici interventi, protratte
sofferenze e blocchi fisici
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II MISTERO DELLA
MENTE
(Dai sublimi
insegnamenti di Swami
Muktananda)
CENNI STORICI E PERSONAGGI
DEL MONDO DELLO YOGA - II MISTERO DELLA MENTE...
SVELATO ! MATRIKA SHAKTI...
Swami Muktananda ed il Lignaggio dei Siddha
Yoga
Swami Muktananda nacque nel 1908 da una
facoltosa famiglia di proprietari terrieri che viveva nel sud dell'India, vicino
alla città di Mangalore. Intorno ai quindici anni incontrò varie volte il grande santo
Bhagawan Nityananda, che in seguito divenne suo maestro
spirituale.Questi
incontri segnarono una svolta nella vita del ragazzo. Poco dopo decise di andar
via di casa alla ricerca di una esperienza diretta di Dio, un viaggio che
l'avrebbe portato a percorrere l'India in lungo e in largo per ben tre volte
nell'arco di quasi venticinque anni. Incontrò il suo primo maestro, Swami
Siddharudha, uno studioso e santo tra i più famosi dell'epoca, in un ashram a
Hubli, trecento chilometri a nord della casa dei suoi genitori.
Fu lì che studiò il
Vedanta e prese i voti di sannyasa, ossia i voti monastici, ricevendo il nome di
Swami Muktananda, "la beatitudine della liberazione". Quando Siddharudha morì, nel 1929, Swami
Muktananda cominciò a visitare un ashram dopo l'altro, incontrando più di
sessanta maestri spirituali e assorbendo i loro insegnamenti, sempre alla
ricerca di qualcuno che gli desse l'esperienza di Dio. La sua ricerca continuò per diciotto
anni. In quel periodo divenne un esperto delle maggiori scritture indiane,
apprese un'ampia gamma di discipline e abilità, dall'hatha yoga all'arte
culinaria, alla medicina ayurvedica, ma senza trovare ciò che cercava.
Infine uno dei santi
che aveva conosciuto lo mandò da Bhagawan Nityananda, il Maestro Siddha, ossia
il maestro spirituale perfetto, incontrato tanti anni prima.
BHAGAWAN
NITYANANDA
Un personaggio straordinario Bhagawan Nityananda! Un Grande
Maestro Siddha, un essere austero, assolutamente distaccato, incredibilmente
potente, alla cui presenza tutto si quietava.
E' considerato uno
dei maggiori saggi e santi moderni dall’India. Egli viveva allora nel piccolo
villaggio di Ganeshpuri, ottanta chilometri a Nordest di Bombay.
Swami Muktananda
riconobbe in Bhagawan Nityananda il Guru che aveva sempre cercato e che, come
dichiarò in seguito, con questo incontro, "mise per sempre fine al mio vagare".
Da Bhagawan Nityananda Swami Muktananda ricevette Shaktipat, la sacra iniziazione della
Tradizione Siddha, grazie alla quale viene risvegliata l'Energia spirituale di
una persona. Quest'energia, chiamata kundalini, è un potenziale divino che
esiste all'interno di ogni essere umano. Una volta risvegliata permette a un
cercatore di raggiungere i livelli più sottili dell'esperienza interiore ed il
Sé spirituale. Con
questa iniziazione, Swami Muktananda divenne un discepolo e si dedicò al
sentiero spirituale indicatogli dal suo Guru.
Questo fu l'inizio di
un periodo di nove anni di intensa trasformazione, di totale purificazione, nel
corso del quale Muktananda esplorò i regni ulteriori della Coscienza, arrivando
a stabilizzarsi nella pienezza e nell'estasi della propria natura più profonda,
il supremo Sé.
Nel 1956 Bhagawan Nityananda dichiarò che il viaggio ulteriore del
suo discepolo era giunto al termine: Swami Muktananda aveva realizzato il Sé,
l'esperienza dell'unione con Dio. Anche dopo aver raggiunto la meta della sua ricerca, Swami
Muktananda rimase un discepolo devoto e continuò a vivere tranquillamente
vicino a Ganeshpuri.
Bhagawan Nityananda
fece costruire per lui un piccolo ashram, vicino al suo, e per cinque anni Guru
e discepolo vissero a meno di un chilometro di distanza.
Poi, nel 1961, poco prima di morire, Bhagawan Nityananda scelse
come suo successore Swami Muktananda e gli diede il comando di portare
l'iniziazione shaktipat e le pratiche senza tempo dello Yoga ai cercatori di
tutto il mondo. Quel giorno Bhagawan Nityananda gli disse: "II mondo intero ti
vedrà"!
E così avvenne; Swami
Muktananda fu invitato più volte nelle maggiori università del mondo a tenere
intensi discorsi, conferenze a docenti in Psichiatria e Psicologia, a formatori
ed oratori, di tutto il mondo. Negli anni successivi Babà, come veniva chiamato Swami Muktananda,
viaggiò per tutto il mondo, impartendo a molti altri illustri adepti, la stessa
iniziazione Shaktipat che aveva
ricevuto, facendo conoscere gli insegnamenti e le pratiche del Siddha Yoga a
moltissimi ricercatori spirituali e dispensando con generosità la Grazia della
saggezza donatagli dal suo Guru.(Gu-ru significa Colui che rimuove l'oscurità dell'ignoranza e
dona la Luce nell'anima e nell'intelletto).
Persone che non avevano mai sentito parlare di meditazione, in
presenza di Babà si sentivano attirate verso una quiete interiore che dava nuovo
scopo e significato alla loro esistenza.
Babà ideò programmi
per dare Shaktipat a gruppi numerosi di persone, e non si stancò mai di spiegare
il processo di trasformazione in atto al loro interno. Via, via che la fama di
Babà si diffondeva, il suo ashram, ora noto come Gurudev Siddha Peeth, si
espanse per accogliere i cercatori che arrivavano e, col tempo, in tutto il
mondo furono aperti altri ashram e centinaia di centri di meditazione Siddha
Yoga.
Nel 1982, poco prima di morire, Swami Muktananda designò come
successore Swami Chidvilasananda. Sua discepola sin dall'infanzia, ella aveva
viaggiato con lui a partire dal 1973, traducendo in inglese i suoi scritti, i
suoi discorsi, e i molti dialoghi informali con i devoti. Colma sin dalla più
tenera età dell'anelito a raggiungere Dio e ardentemente impegnata nella
ricerca spirituale, divenne una discepola esemplare. Il suo Guru la guidò con molta
attenzione nel sadhana, in modo da prepararla alla successione.
Nel maggio del 1982
Swami Chidvilasananda prese i voti monastici e verso la fine dello stesso mese
Swami Muktananda le conferì il potere e l'Autorità del lignaggio Siddha,
l'eredità spirituale ricevuta dal suo Guru. Da allora Gurumayi, come viene spesso
chiamata, continua a dare "Shaktipat" e ad insegnare
le pratiche spirituali del Siddha Yoga a un numero sempre maggiore di cercatori,
facendo conoscere loro il messaggio di Swami Muktananda: Medita sul tuo Sé. Onora il tuo Sé.
Adora il tuo Sé.
Comprendi il tuo Sé.
Dio dimora in te come te.
SWAMI CHIDVILASANANDA -
"GURUMAY"
(L'attuale
Maestro Spirituale della Tradizione Siddha, discendente diretta di Bhagawan
Muktananda.
Così ci
riferisce del suo Maestro e dei suoi sublimi insegnamenti circa la Psicologia
del profondo in relazione alla Vasta visione Orientale ed alla limitata visione
occidentale, cosa che ci dovrebbe far riflettere profondamente tutti, a noi
occidentali...)
Swami Muktananda era
uno psicologo, ma non del tipo a cui siamo abituati in Occidente. Nella cultura
da cui proveniva, uno psicologo non è qualcuno con una laurea e qualche anno di
pratica. Gli psicologi dell'Oriente (cioè i veri psicologi) sono dei saggi,
uomini e donne di rara e splendida sapienza. Nella tradizione di Swami Muktananda,
tali grandi psicologi sono chiamati Siddha, Maestri che hanno realizzato il Sé,
esseri che non solo hanno raggiunto lo stadio più alto dell'evoluzione umana, ma
che sono anche in grado di fare avanzare gli altri verso questa meta.
Benché in Oriente tali Maestri siano stati conosciuti e
riconosciuti per millenni, la maggior parte degli occidentali ha una così
scarsa conoscenza dei livelli più elevati della Coscienza umana che trova
difficile persino immaginare che cosa significhi averli padroneggiati.
Ci può far piacere
pensare che un essere umano è una creatura in grado di perfezionarsi e che la
vita è un processo che conduce verso livelli sempre più elevati di maturità ma,
tutto sommato, nel nostro mondo Occidentale, non abbiamo davvero alcun modello
simile che ci suggerisca quale potrebbe essere il risultato finale di questo
processo di crescita.
Swami Muktananda era un tale sublime modello! Stando con lui,
osservandolo, cominciavamo a renderci conto fino a che punto arriva la
potenzialità umana. Swami Muktananda aveva la spontaneità di un bambino, unita
alla sicurezza e alla saggezza di un uomo che aveva trovato risposta a tutte le
proprie domande. Sia che parlasse a migliaia di persone o fosse in intima
conversazione con una o due, era sempre completamente concentrato, assolutamente
presente, e in totale sintonia. Il suo amore e la sua accettazione degli altri erano
incondizionati:
benché andassero da
lui persone con sofferenze mentali ed emotive di ogni tipo, non ha mai respinto
nessuno. Il poeta e saggista Paul Zweig era solito raccontare quanto accadde
durante il suo primo incontro con Swami Muktananda, quando un uomo in evidente
stato di agitazione si alzò e urlando affermò che in questo mondo di sofferenza
nessuno aveva il diritto di essere felice come lo era Swami Muktananda.
Swami Muktananda
rimase semplicemente seduto nella sua sedia guardandolo con occhi calmi, finché
ad un certo punto l'uomo gridò: "Che cosa faresti se tirassi fuori una pistola e
premessi il grilletto?" "Morirei amandoti" fu la risposta di
Swami Muktananda...
Ciò che colpì Zweig,
e che colpì anche gli altri intorno a Swami Muktananda, fu non solo il suo
Amore, ma anche la sua assenza di paura, la sicurezza e la padronanza di sé con
cui diede all'uomo quella risposta che disarmò totalmente la sua rabbia e
frustrazione! Queste sono le qualità che tutti cerchiamo di raggiungere e che ci
attendiamo specialmente da un insegnante: saggezza e coraggio, amore ed
intuizione, capacità di comprensione... e la Conoscenza necessaria per guidare
gli altri verso la loro Realizzazione! In effetti, un Siddha offre ai suoi
studenti non solo risposte alle loro domande, ma il mezzo per entrare in
contatto con le loro risorse più profonde di Forza, Libertà e Amore.
Egli ha la capacità
di risvegliare nelle persone l'energia spirituale latente, di avviare un
processo interiore spontaneo che le conduca non solo ad una pace e
soddisfazione più grandi, ma anche a espandere radicalmente l'esperienza di chi
esse sono realmente.
Quando qualcuno andava da Swami Muktananda per domandare come
capire e come aiutare le persone, molto spesso egli rispondeva parlando della
mente. Per lui comprendere se stessi e gli altri significa soprattutto
comprendere la propria mente, e trattare con i problemi significa soprattutto
trattare con la mente. L'insoddisfazione che sperimentiamo, ci diceva, non è causata da
forze esterne, né è il risultato di precoci condizionamenti. Le nostre
difficoltà derivano dall'incapacità di gestire i prodotti della nostra mente.
Perciò la sua cura contro l'infelicità e la sensazione di confusione era molto
semplice: padroneggiare la propria mente... e le metodologie sono: purificazione
del nostro intero essere attraverso le assidue pratiche dei vari rami dello
Yoga: Asana - Pranayama - Mantra - e Meditazione!
Swami
Muktananda e la Psicologia
Il
punto di vista di Swami Muktananda sulla mente era basato sulla Psicologia
classica dello Yoga, derivata in particolare dagli Yoga Sutra di Patanjali e
dagli insegnamenti della grande Filosofia monistica dello Shivaismo del Kashmir.
Questo approccio si fonda sulla
comprensione che la mente non è né il cervello fisico né l'intelletto (benché
l'intelletto sia una parte della mente). In realtà la definizione yogica della
mente è molto simile alla nozione di ego che troviamo nella psicologia
occidentale.
La mente, dal punto di vista della
Filosofia Yoga, è il bagaglio psichico interiore di un essere umano, un insieme
complesso di percezione, cognizione, giudizio e identità personale, che
determinano la qualità dell'esperienza individuale di vita. Secondo la psicologia yogica, la mente comprende quattro
funzioni. Attraverso i sensi, essa riceve informazioni su noi stessi, gli altri
e l'ambiente. Poi mette in relazione
queste informazioni con la nostra esperienza precedente, integrandole nella
storia personale e rendendole parte di noi stessi. In seguito formula un
giudizio sui dati ricevuti, e infine deposita l'esperienza, assieme a tutte le
altre, nel vasto magazzino dell'inconscio.
*
La base di tutte le funzioni della mente
è il processo di cognizione e pensiero. Swami Muktananda sottolinea in questo
saggio che la mente consiste in un flusso continuo di pensieri.
Questo è ciò che tutti noi sperimentiamo
non appena rivolgiamo la nostra attenzione all'interno.
Quando ci stendiamo per addormentarci,
ritiriamo i nostri sensi dal mondo esterno; chiudiamo gli occhi e focalizziamo
l' attenzione all'interno, e così facendo diveniamo consapevoli dell'incessante
flusso di pensieri, fantasie ed immagini che attraversano la nostra mente.
In effetti l'insonnia altro
non è che l'incapacità di distoglierci da questo flusso ed è durante i periodi
di insonnia che la maggior parte delle persone comincia a rendersi conto di
quanto la mente sia fuori dal loro controllo.
Gli psicologi dello yoga
hanno spinto l'autoanalisi molto più avanti della maggior parte di noi, e la
conclusione a cui sono giunti è che lo stato in cui si trova la nostra mente
determina lo stato in cui ci troviamo. Come Swami Muktananda sottolinea nelle
pagine seguenti, non abbiamo alcun controllo sul nostro stato interiore. La
felicità va e viene, e siamo incapaci di afferrarla e trattenerla. Ci
identifichiamo con i pensieri e le emozioni che attraversano la nostra mente;
quando i pensieri e le emozioni sono piacevoli ci sentiamo felici, quando sono
spiacevoli soffriamo.
E' importante notare che Swami Muktananda non fa una marcata
distinzione fra pensieri ed emozioni.
In Occidente
consideriamo le emozioni distinte dai dati dell'intelletto, ed abbiamo creato
per il nostro benessere una varietà di terapie mirate a sciogliere i blocchi
emozionali.
Ma
Swami Muktananda e gli yogi-psicologi della sua tradizione ci dicono che anche
le emozioni sono prodotti del pensiero, essendo di fatto reazioni ai pensieri e
alle immagini, e quindi lavorare sull'espressione e sull'analisi delle emozioni
significa essenzialmente focalizzarsi su manifestazioni secondarie.
Per tale ragione, uno dei rimedi raccomandati più di
frequente da Swami Muktananda per le emozioni negative erano i pensieri
positivi. Egli sottolineava che, se invece di pensare a noi stessi come piccoli
e infelici, cominciassimo a pensarci come puri e perfetti, il nostro stato
interiore cambierebbe di conseguenza.
Egli ci ha detto che il
modo più efficace di trattare sia i pensieri che le emozioni è in ultima
analisi quello di trascenderli, osservandoli da una posizione al di là della
mente.
In altre parole, invece di pensare ai
nostri pensieri, emozioni e impulsi, invece di tentare di analizzarli, di
risolverli o di sbloccarli, egli ci ha suggerito semplicemente di osservarli.
E' qui che giungiamo al cuore della
Psicologia yogica, perché la prospettiva di Swami Muktananda sulla mente si basa
sulla Conoscenza che esiste qualcosa di più potente della mente, qualcosa di
più potente della struttura dell'ego. Quella cosa, egli ci ha detto, è il Sé, Il Testimone, la Coscienza
suprema che osserva la mente.
Quando facciamo un passo indietro per
osservare i nostri pensieri, scopriamo che non è la mente che li osserva, ma
qualcos'altro, cioè un "Io" che è totalmente libero e separato dall'attività
della mente. Secondo Swami Muktananda e
gli altri saggi della sua tradizione, quel Conoscitore è il nostro vero Sé, che
nella tradizione indiana è chiamato Atman , il
Sé interiore, l'Assoluto, il Dio interiore!
La famosa
affermazione di Swami Muktananda: "Medita sul tuo Sé, onora il tuo Sé, poiché
Dio dimora in te come te",
si riferisce a questo Conoscitore
interiore dei nostri pensieri e sentimenti, di cui possiamo fare esperienza
durante la Meditazione come pura Consapevolezza di "Io sono", senza nessun altra
autoidentificazione. Tutte le cose, ci direbbe Baba
(...così anche veniva chiamato, affettuosamente Muktananda), esistono in quel
Conoscitore: pace, potere, conoscenza, entusiasmo, vigore, chiarezza ed energia
illimitata.
Una volta entrati in contatto con il Sé
interiore, quel Conoscitore al di là della mente, possiamo facilmente acquisire
il controllo sulla nostra mente, e quindi sulla nostra vita. La percezione del Testimone interiore, il Sé ulteriore, è cruciale
nel processo di crescita descritto nella Psicologia yogica. I maestri della
Psicologia occidentale contemporanea, come Freud, Piaget, Erikson e Maslow,
hanno descritto tutti lo sviluppo umano come un processo che avanza per stadi,
da livelli di percezione, di conoscenza e comportamento più primitivi e
concreti, fino a livelli più sofisticati e astratti.
Chiunque consideri
la questione dello sviluppo umano, si trova alla fine di fronte allo stesso
interrogativo: qual è il livello massimo di sviluppo che un essere umano può
raggiungere?
Nel loro tentativo di rispondere a questa
domanda, gli scienziati e gli psicologi occidentali si ritrovano continuamente
di fronte ai limiti della loro definizione di essere umano limitato.
Secondo i parametri occidentali dell'evoluzione
umana, un "ego forte e sano", libero da condizionamenti percettivi, nei pensieri
e nei modelli comportamentali, è il livello più alto che si possa raggiungere.
Per gli psicologi dello Yoga, tuttavia, la conquista
di un ego sano è solo uno stadio intermedio. Dal punto di osservazione
privilegiato in cui si trova il Sé, la mente-ego, con la sua interminabile rete
di pensieri, impulsi e desideri, è solo uno strumento...
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Laddove gli psicologi occidentali parlano di rinforzare
l'ego, gli psicologi orientali parlano di controllare la mente. "Se la tua mente
è sotto controllo, puoi ottenere qual-siasi cosa", dice qui Swami Muktananda. In
effetti il controllo, non solo sulla mente ma anche sul corpo e sui sensi, è uno
degli aspetti centrali dello yoga.
La psicoterapia Occidentale contemporanea pone grande enfasi sull’
aiutare le persone ad imparare a esprimere e a soddisfare i propri bisogni e
desideri. Il pensiero orientale, per contro, sostiene che è il desiderio stesso
a creare i nostri problemi e che indulgere quindi nei sensi e nelle emozioni non
ci può aiutare a raggiungere né la soddisfazione né la pace.
Gli yogi psicologi sottolineano che i desideri sono senza
fine e che abbandonarsi a un desiderio dopo l'altro significa solo creare spazio
per innumerevoli altri ancora e ancora! Perciò lo yogi ci dice che il modo per
raggiungere un appagamento durevole non è continuare a cercare di soddisfare i
desideri, bensì disciplinarli. Lo yogi vede che la mente-ego è solo un aspetto
della nostra natura e che dedicare le nostre migliori energie a soddisfarne i
bisogni significa in ultima analisi defraudare noi stessi del pieno sviluppo del
nostro Sé.
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Tornando al nostro
ego, Swami Muktananda ribadisce, quindi, che l’ego è uno strumento importante e
necessario per operare nel mondo, ma che in sé non potrà mai consentirci di
completare il viaggio della nostra evoluzione definitiva. Completare questo
viaggio, secondo il modello di sviluppo orientale, significa giungere a
conoscere il Sé supremo, che si trova al di là di tutti i pensieri e tutti i
desideri.
In breve, la meta che gli psicologi dello
yoga fissano per noi non è altro che la realizzazione della nostra essenziale
divinità. La psicologia orientale parte da questa comprensione. "L'anima
individuale non è un'entità separata ma una parte di Dio", scrive Swami
Muktananda in questo saggio. "La nostra vita è in Dio. È Dio che fa funzionare i
nostri sensi ed è Dio stesso che testimonia i nostri pensieri." Ma se le cose stanno così, potremmo chiederci, perché non ne siamo
consapevoli? Perché, dicono i saggi della tradizione orientale, siamo ingannati
dalla mente stessa: l'attività della mente crea una barriera che ci impedisce di
conoscere ciò che è al di là di essa. La psicologia yogica classica ci dice che
giungiamo a conoscere il Sé interiore quando poniamo fine al chiacchierio
mentale, le fluttuazioni della nostra mente.
È a quest'unico fine che sono dirette la maggior parte delle
tecniche yogiche, come la postura stabile, la concentrazione sul respiro, la
meditazione, la ripetizione del mantra, e le varie discipline delle differenti
scuole. Secondo la filosofia dello yoga, il Sé è talmente sottile che sfugge a
qualsiasi tentativo di approccio tramite il pensiero o l'intelletto, per questo
bisogna conquistarlo solo attraverso la mente pura, la Meditazione costante.
Ma una volta che il
circolo dei pensieri, delle emozioni e degli atti cognitivi si interrompe, il Sé
semplicemente si rivela, come il sole scintillante appare all’orizzonte,
all’alba di un nuovo giorno radioso.
Comunque, anche i nostri sforzi per
quietare la mente possono restare infruttuosi se prima non prepariamo
assiduamente il nostro intero essere a questo intenso percorso di elevazione
interiore. Risulterà, inoltre, errato trattare la mente come un nemico e tentare
di sopprimerla, o di controllarla rigidamente; questo è un processo che ben
presto si rivelerà inutile; sarà come tentare di combattere il vento.
La mente è di gran lunga troppo forte
per poterla attaccare rigidamente con qualche speranza di vittoria. Al
contrario, va trattata sempre con molta dolceza, propio come un cavallo
bizzarro. Ma perché la mente è così potente? Nel rispondere a questa domanda Swami Muktananda ci ha impartito
quello che è forse il suo insegnamento più importante. Unitamente ai saggi dello Shivaismo del Kashmir, egli sottolinea
che la mente individuale è solo una forma della Coscienza universale,
dell'energia creativa del cosmo, cioè un aspetto di quello stesso Sé che stiamo
cercando di raggiungere. Ma il nostro ego umano è così travolgente che la
trascina nella costante soddisfazione sensoriale.
Comunque, la mente ha il potere di determinare la nostra
esperienza del mondo perché non è altro che una forma contratta di quel "Potere"
che ha creato e crea il mondo all'infinito! E poiché la nostra Coscienza ha la
capacità di assumere a volontà qualsiasi forma, ne consegue che anche la mente
assume qualsiasi forma su cui si focalizzi. Questo è il motivo per cui i nostri pensieri e le nostre
sensazioni tendono a dominarci, a colorare la percezione di qualsiasi cosa,
cosicché quando pensiamo a qualcuno con amore, scopriamo che tutta la nostra
visione viene permeata da quel sentimento d'amore, mentre quando ci sentiamo
ostili o sospettosi, tendiamo a cercare conferma del nostro stato d'animo
ovunque guardiamo. Ed è anche per questo motivo, come
ci spiega qui Swami Muktananda, che le tecniche di meditazione funzionano,
perché, così come la mente si permea di collera quando ci concentriamo su
pensieri di collera, allo stesso modo assorbe le qualità di pace e di libertà
del Sé quando ci focalizziamo sul Sé.
"La mente rivolta all'esterno assume la forma degli oggetti del
mondo" ha detto Swami Muktananda "ma, quando la mente si rivolge all'interno,
diventa nuovamente pura Coscienza." Questa affermazione è l'essenza stessa della psicologia
Siddha, e poggia su una percezione di unità che non lascia fuori neppure un
atomo dell'universo. E' questa comprensione, sottolinea Swami Muktananda, che
alla fine porterà la mente a quietarsi. E dice ancora: "Quando conosci a fondo
la mente, conosci Dio, perché Dio è alla Sorgente della mente!"
Swami Muktananda ci raccomanda, quindi,
un certo numero di tecniche yoga e kriya per ricondurre delicatamente la mente
al Sé, e parla inoltre del risveglio di kundalini, l'energia spirituale che
dimora latente in ogni essere umano, quale strumento chiave per rivolgere la
mente all'interno. Ma alla fine egli mette in chiaro che solo comprendendo la
vera natura della mente noi possiamo liberarci dalla sua schiavitù.
Riconoscere la mente come energia
cosmica è riconoscere la nostra infinita creatività; è comprendere che non siamo
vittime delle circostanze attorno a noi che sembrano plasmarci, ma siamo i
potenziali creatori e modellatori di tutti i mondi, interni ed esterni, che
sono parte di noi e di cui noi siamo parte. Questo è uno dei doni che un Grande
Maestro Siddha può darci: la realizzazione della nostra vera potenzialità, che
giunge quando comprendiamo il mistero della mente!!!
II MISTERO DELLA MENTE
La mente è il mistero della vita umana.
Può essere il giardino della gioia o il cammino segreto verso la morte. Può
mostrarci il paradiso, o può condurci all'inferno. La mente tortura chiunque:
gente ricca e gente povera, uomini e donne, scrittori e scienziati, politici,
uomini d'affari e professori. Una persona è infelice perché il suo lavoro non le piace, mentre
un'altra è angosciata perché teme di morire.
Qualcuno soffre perché non ha moglie,
mentre qualcun altro vive nell'ansia perché sua moglie è bellissima e ha paura
che gliela portino via. Nelle nazioni sviluppate la gente ha cibo a sufficienza,
vestiti, istruzione e benessere. Esiste però una sofferenza mentale talmente diffusa che il numero
di psichiatri e di ospedali per malattie mentali è in continua crescita. È una
vera rarità incontrare una persona che non abbia problemi causati dalla propria
mente. Eppure la stessa mente che è causa della sofferenza è anche il mezzo per
raggiungere la più grande felicità. Chi ha davvero capito la mente e l'ha
condotta sotto il suo controllo vive nella beatitudine. Una persona che ha reso
la sua mente pura, forte e calma è in grado di portare a termine qualsiasi
compito.
E’ per questo che i saggi dell'India
hanno detto che la mente è la causa sia della felicità che dell'infelicità, sia
della schiavitù che della liberazione. Se c'è una cosa che vale la pena di
conoscere in questo mondo, è la mente. In India ci sono molti grandi testi
sacri. Ci sono quattro Veda più quattro Veda sussidiari, centootto Upanishad,
diciotto Purana, ventuno Agama, trentadue Smriti e sei sistemi filosofici.
Queste Scritture
parlano molto poco di come raggiungere Dio; al contrario, si dedicano quasi
esclusivamente a descrivere mezzi per purificare e calmare la mente. Perché la
mente è considerata così importante?
È stato detto: "A causa di
manas, la
mente, noi siamo manava, esseri umani". Senza la mente, non
siamo altro che Dio. Le Scritture e i santi dicono che l'anima individuale non è
un'entità separata, ma una parte di Dio. E’ completamente pura, ed è
l'incarnazione della beatitudine suprema. Per noi pensare di essere senza Dio è
come per un pesce credere di non aver mai visto l'acqua. Un pesce non vive
senz'acqua; l'acqua è l'elemento nel quale vive. Noi siamo nella stessa condizione: la
nostra vita è in Dio. E' da Dio che otteniamo la vita, è per mezzo di Dio
che inspiriamo ed espiriamo.
È Dio che fa funzionare i nostri sensi
ed è Dio che testimonia i nostri pensieri. Dio vive dentro di noi nella forma
del Sé interiore, la pura consapevolezza dell’"Io" che è con noi sin da quando
siamo venuti al mondo. Anche se le persone sovrappongono diverse nozioni a quella
coscienza dell'Io, come "io sono un uomo", "io sono una donna", "io sono bravo",
"io sono stupido", essa rimane completamente libera.
L'"Io" interiore, che è più vicino a noi
del nostro stesso respiro, è divino. Eppure le persone si sentono lontane da Dio, pensano di non
aver raggiunto Dio. Perché? A causa dell'illusione creata dalla mente.
Una volta conosciuta la mente, diventa molto
facile liberarci da quest'illusione. Quando abbiamo una malattia cerchiamo una
diagnosi, perché una volta scoperta la causa è facile curarla; allo stesso modo,
una volta conosciuta la mente, possiamo facilmente trovare un rimedio ai suoi
disturbi. Per questa ragione, la conoscenza della mente è essenziale per tutti
noi.
MATRIKA
SHAKTI
Carissimi leggetevi e rileggetevi bene anche quest'altra parte;
poi ne possiamo parlare meglio a voce: è troppo importante e necessita di
ulteriore approfondimento e pratica di Matra e Meditazione, per sperimentarsi
veramente!!! Così
come Patanjali spiega che le modificazioni della mente sono la causa della
nostra condizione di contrazione, lo Shivaismo descrive la natura della forza
che da origine a queste modificazioni. Negli Shiva Sutra c'è un aforisma: jnànàdbisb-tbànam màtrika, "È màtrika,
la madre non compresa, il potere del suono associato all'alfabeto, che è la base
della conoscenza limitata".
Quando chiti (la coscienza di sé),
si sottopone a dei limiti, si manifesta nella forma di màtrika.
Matrika shakti è l'energia celata dietro la mente. Matrika
letteralmente significa "lettere"; in sanscrito, le lettere dell'alfabeto si
chiamano màtrika. Màtrika shakti, il potere dietro le lettere, è la forza
che crea le parole, e le parole sono responsabili della nostra esperienza di
limitatezza. Màtrika ha origine dal livello
più profondo della parola. Così come abbiamo quattro corpi, abbiamo anche
quattro livelli di linguaggio. Il livello più profondo è
paravak, il linguaggio cosmico
o anche livello supremo della parola. Questo è il livello della pura Coscienza.
Anche se paràvàk è
onnipervadente, nel corpo umano risiede nella regione dell'ombelico. A questo
livello, la shakti è assolutamente pura. Da qui, la shakti sale fino all'altezza
di pashyanti, che si trova nel cuore ulteriore. Qui le lettere iniziano a
prendere forma, ma in modo nascosto. La parola sale poi fino a maàbyamà, che si trova nella regione della gola.
Qui le
parole sono formate, ma non sono ancora pronte per essere articolate. Per
ultimo, la parola sale fino a vaikhari, o livello materiale, il livello della
lingua. Qui le parole sgorgano nella forma di linguaggio verbale.
In paràvàk, la shakti esiste nel suo
stato espanso originale. Tuttavia quando sale fino al livello di maàhyamà si
contrae, perché è in maàhyamà che si formano le combinazioni di lettere. Quando
le lettere cominciano a emergere, sono soltanto suoni; ma tramite il potere di
màtrika shakti si uniscono per comporre parole, che iniziano a produrre un
effetto su di noi. Le lettere formano le parole, le parole formano le frasi. Ogni
parola ha il suo significato, e il significato ha il suo obiettivo.
Da sole, le lettere s,
t, u, p, i, d, o, non significano nulla, ma una volta unite formano la parola
"stupido". Questa parola ha un significato, e quando la udite si imprime
un'immagine nella mente. Quando vi identificate con l'immagine, sorge un certo
sentimento e, a causa di esso, provate dolore.
E' così che màtrika shakti funziona nei mondi interiori ed
esteriori. Essa crea immagini sullo schermo della mente, le quali provocano
gioia o dolore. In questo modo màtrika shakti, il potere delle lettere, crea
tutti i diversi tipi di sentimenti ed emozioni che agitano la nostra mente.
Se nella mente non sorge nessuna lettera, la mente
rimane calma, lo sappiamo per esperienza. Appena svegli al mattino, c'è un breve
lasso di tempo in cui la mente è serena e libera da pensieri. Siamo nello stato
del puro "Io". Poi inizia il lavoro di
màtrika shakti, e le parole sorgono nella mente. Pensiamo a dove ci troviamo, pensiamo a prendere il tè, pensiamo a
lavarci i denti. In questo modo, il mondo inizia ad esistere per noi.
E
solo grazie alle lettere che possiamo mandare avanti le nostre faccende nella
vita di tutti i giorni. Il linguaggio, la terminologia, i romanzi, le Scritture
non potrebbero esistere senza màtrika shakti. Questa shakti contiene ogni cosa:
desiderio, avidità, amore, purezza e impurità. Tutto ciò che succede in questo
mondo, succede a causa di màtrika shakti.
Lo Shivaismo parla di tre impurità (mala) congenite che
restringono la nostra comprensione. La prima di queste è ànava mala, che ci fa sentire imperfetti. La seconda è
màytya mala, che ci fa sentire differenti dagli altri. La terza
è karma mala, che ci fa percepire
che siamo noi che compiamo le buone o le cattive azioni. La conoscenza che nasce da queste
impurità ci rende schiavi facendoci credere di essere creature limitate e
insignificanti. Queste impurità si basano su idee e concetti che nascono da
parole, e l'origine di tutte le parole è màtrika shakti. Tramite màtrika shakti noi proviamo sentimenti di
contrazione come "sono imperfetto", sono stressato, "non piaccio a nessuno",
"capisco di più di chiunque altro", "sono uno psicologo","sono bello", "ho un
sacco di problemi!" Tramite il lavoro di màtrika, sorgono e si dissolvono
continuamente onde di pensieri e di immagini;
nascono e muoiono infiniti pensieri nelle nostra
coscienza.
C'era una volta un povero
operaio chiamato Sheikh Mahmoud. Un giorno, il suo principale gli diede un vaso
di argilla pieno di burro chiarificato e gli chiese di portarlo alla città più
vicina. "Se lo fai " gli disse il principale "ti darò due rupie. Se fai cadere
il vaso, dovrai pagare il ghee."
Sheikh Mahmoud mise il vaso
sulla testa e si avviò lungo la strada. Mentre camminava, iniziò a pensare: "Sto
per guadagnare due rupie. Cosa ne farò?" In quei tempi, tutto era a buon
mercato. Per una rupia, si potevano comprare venticinque polli. Sheikh Mahmoud
disse: "Ecco, mi comprerò dei polli. Si moltiplicheranno e presto avrò cento
polli, cinquecento polli, mille polli, diecimila polli.
Poi venderò tutti i polli e
comprerò delle capre. Avrò capre, pecore e una grande fattoria. Le capre e le
pecore si moltiplicheranno e quando le venderò potrò comprarmi delle merci;
diverrò un ricco commerciante.
Poi mi sposerò e avrò una
casa. Andrò in ufficio, e ritornerò a casa per il pranzo. Avrò un cuoco molto
bravo che mi preparerà piatti deliziosi; e se il cuoco non mi porterà da
mangiare all'ora giusta, mi arrabbierò e lo prenderò a schiaffi; potrò
permettermelo: sarò un ricco commerciante".
Nel pensare l'atto di
schiaffeggiare il cuoco, sollevò il braccio. Non appena lo fece, il vaso con il
ghee volò a terra.
Il ghee dunque non arrivò
alla vicina città. Mahmoud non ebbe le sue due rupie. Egli non acquistò polli;
non acquistò capre né pecore. Non si sposò e non comprò nessuna casa. Non andò
mai in ufficio, e non prese a schiaffi nessuno.
Si sedette con il viso tra
le mani; dopo un poco fece ritorno dal suo principale e confessò: "Padrone, ho
rovesciato tutto il ghee".
Il principale replicò: "Come
hai potuto fare una cosa così stupida? Hai buttato via il mio guadagno di una
settimana!"
"O padrone," disse Mahmoud
"voi avete perso il guadagno di una settimana, ma io ho perso i miei polli, le
mie capre, la mia casa, mia moglie, il mio ufficio e il mio
cuoco!"
Questo è il gioco della
mente. Questo è il potere di matrika shakti. Un pensiero porta a un altro
pensiero, il quale porta a un terzo pensiero. La progenie di matrika shakti è
infinita. Matrika shakti continua a creare lettere e noi continuiamo a farne
l'esperienza. Ci infatuiamo delle lettere, ci identifichiamo con esse e in tal
modo ne diventiamo schiavi. Dal cuore sorgono vari sentimenti e l'anima vaga
costantemente da uno all'altro, provando dolore e piacere.
Matrika shakti ci fa dimenticare che noi
siamo il Sé. Invece di farci sperimentare Dio in ciascuno, ci fa sentire
separati da tutti. Nasconde la nostra vera natura e ci mostra le sue
manifestazioni. Matrika shakti non si prende mai una vacanza, non va mai a
dormire, non ritarda mai il suo lavoro e non va mai in pensione. Muore solo
quando raggiungiamo lo stato libero da pensieri, lo stato di nirvikalpa samàdhi, (La pura Coscienza
infinita e libera; lo stato in cui si perviene alla Coscienza non duale,
Atma-Brahman, quindi la contemplazione estatica del Supremo Sé, la fusione con
l'Assoluto!)
Tuttavia quando viene adeguatamente
compresa matrika shakti ci aiuta anche a progredire. È tramite matrika che siamo
in grado di ripetere il mantra e di contemplare il Sé. (Comprendete bene,
quindi, il potere del Mantra...) Gli yogi che comprendono la natura di matrika, la perseguono e
l'osservano, proprio attraverso la ripetizione del Mantra! Trasformano i cattivi
pensieri in buoni pensieri, fanno calmare la loro mente portando in tal modo
matrika sotto il loro controllo. Pensando "io sono il Sé, io sono Shiva", essi
usano matrika shakti per espandersi, (...ed è per questo che si ripetono le
stesse parole o le frasi nei Mantra...).
Quando comprendete cosa sia matrika shakti, quando contemplate
continuamente matrika shakti, quando volgete la mente all'interno immergendola
nella sua stessa sorgente, allora vi elevate al di sopra del dolore e del
piacere. Non dovete più seguire i capricci di matrika shakti. Quando la mente diviene libera da pensieri, dona beatitudine. Alla
base di matrika shakti c'è pura conoscenza. Quando si
conosce a fondo la mente, si conosce Dio, perché Dio è la sorgente della mente.
Ovunque vaghi la mente, all'interno o all'esterno,
qualsiasi pensiero o costrutto mentale sperimenti, sia doloroso che piacevole,
la Coscienza è alla base di tale movimento.
Il saggio Vasuguptacharya dice che ovunque vada la mente e
qualsiasi cosa pensi, Shiva, la Coscienza universale, è lì. Se le cose stanno
così, in quale luogo mai può andare la mente per smarrirlo? (...dietro i
capricci e le fantasie egoiche...) Così come con la stessa argilla si fanno infiniti vasi, allo
stesso modo la stessa Coscienza, la shakti, è divenuta un'infinità di pensieri.
Contemplate Matrika shakti con questa comprensione.
Durante la contemplazione della vosta mente, all'inizio della
concentrazione osservate i vostri pensieri senza rimanerne intrappolati.
Osservate in che modo gioca matrika shakti, come dà
significato alle lettere, in che modo le lettere compongono le parole, come le
parole contengono ciascuna il proprio valore e significato. Osservate come le parole creano immagini, man mano che si uniscono
e l'effetto che tali immagini hanno su di voi. Osservate come gli innumerevoli
pensieri nascono e muoiono nella mente stessa. ...Questa è vera psicologia; con
la pratica si arriva alla vera conoscenza della mente.
Sedetevi quietamente. Focalizzatevi sulla fonte originale di tutti
i vostri pensieri. Con la comprensione e la contemplazione del respiro circolare
calmate la mente alla sua sorgente. Percepite lo spazio dove i pensieri si
dissolvono e da dove essi sorgono. Percepite il
Testimone interiore privo di forma alla base della mente, il Sé. Comprendetelo e
rimanete stabilizzati in esso; la vostra coscienza si espanderà sempre
più. ...Con la spada dello
stato privo di pensieri, recidete i legami della mente. Interrompete qualsiasi pensiero che sorga in essa, sostenuti dalla
consapevolezza del vostro respiro che viene dalla Sorgente dell'Essere, e
immergetevi in Esso.
Il grande essere Gaudapada disse: “manodrishyamidam dvaitam
yatkinchitsacharacharam manaso hyamanibhave dvaitam
naivopalabhyate”
Questo mondo, con tutti gli esseri animati e gli oggetti
inanimati, non è altro che la creazione della mente. Quando le attività della
mente cessano, non c'è più mondo, non c'è più dualità...
C'è solamente Dio!!!
HARI OM! HARI OM!! HARI
OM!!!
(Adattamento di Roberto Mattei (Shri Ananda Shiva)
al quale è stato conferito "Shaktipat" nel 1999 dai
Maestri della Tradizione Siddha, per la sua sincera Ricerca
e e passione nella diffusione degli insegnamenti
originali della Scienza dello Yoga
LO YOGA, LA
VIA MAESTRA , SECONDO IL PENSIERO FILOSOFICO DELLO SHIVAISMO
DEL KASHMIR, DELL’INDIA ANTICA
L’ESSERE UMANO - SAMKHYA – YOGA – TANTRA – ASTANGA YOGA - YAMA E NIYAMA - I 5 KOSHA – I 5 VAYU
Ogni civiltà, ogni cultura
è frutto dell’accumulo delle conoscenze e dell’esperienza tramandate di
generazione in generazione. Lo Shivaismo dell’India, le cui fonti risalgono
alla più remota preistoria, è un’immensa somma di esperienze
filosofiche-psicologiche e spirituali. Le descrizioni delle strutture sottili
dell’essere umano che sono alla base delle tecniche yoga rivelano un livello di
conoscenze così vaste di fronte al quale le nostre recenti investigazioni nel
campo della psicofisiologia moderna appaiono ancora poca cosa. Nessuna delle
concezioni relative alla natura del mondo e ai metodi di realizzazione
dell’essere umano, così come trovano espressione nello Shivaismo appartiene in
origine al mondo emergente degli Ari che
solo gradualmente hanno assimilato alcuni aspetti delle conoscenze dei popoli
vinti nel mondo indiano e in quello ellenico.
Inoltre l’insegnamento
filosofico e morale dello Shivaismo
evidenzia un fattore saliente nella storia dell’umanità e cioè: “Quando,
secondo l’evoluzione dei cicli della vita, l’orgoglio dell’uomo sospinto dal relativo sviluppo delle forze negative dell’egoismo e della sopraffazione,
manifesta le forze nefaste del genere umano, creando potenziali strumenti della
distruzione e della morte sulla terra, il Signore Shiva principio e fonte di
vita si manifesta in esseri illuminati e rivela agli uomini le tre vie della
Conoscenza, della Realizzazione e della Salvezza esse sono:
1) Il Samkhya - Tratta della Cosmologia, la Natura divina della
Creazione.
2) Lo Yoga
- La Via Maestra da seguire per ottenere la
liberazione dalle sofferenze
3) Il Tantra - Tratta
dei riti, delle pratiche iniziatiche e catartiche per realizzare l’emancipazione finale
dell’individuo
Più in dettaglio:
1)
Il Samkhya spiega la struttura del mondo e il sistema della Creazione,
il parallelismo e l’interdipendenza dei vari aspetti della materia, della vita
delle specie, l’unità fondamentale del macrocosmo e del microcosmo, l’Universo
e l’Uomo.
2)
Lo Yoga è la scienza-la disciplina tramite la quale, per mezzo delle
pratiche e dello studio di tecniche psico-fisiche e di introspezione l’uomo
impara a conoscere se stesso, le forze che governano il suo essere e la natura
fenomenica; impara a tacitare le divagazioni della mente ed a risalire alle
fonti della vita.
3)
Il Tantra è il nesso tra il Samkhya e lo Yoga. Insegna le metodologie
iniziatiche e di trasformazione evolutiva con cui l’uomo può entrare in
contatto con l’invisibile, la sorgente dell’Energia Creatrice e della Vita.
Attraverso
questo processo di reintegrazione l’uomo può realizzare l’emancipazione dalle
sofferenze, attraverso la comprensione della natura dell’universo e del Sé.
Egli potrà infine cogliere i principi fondamentali che collegano la creazione e
il Creatore, lo scopo della vita e ottenere la fusione con l’Assoluto.
L’ESSERE UMANO
Il corpo fisico come si sa è formato da miliardi
di cellule specializzate che compongono i vari sistemi del nostro complesso
organismo quali: osteomuscolare; nervoso; circolatorio; respiratorio;
endocrino; energetico; digerente.
Tutti i tessuti e le
cellule che compongono il nostro organismo sono nutriti non solo da tutta la
vasta serie di componenti nutritivi, di una buona alimentazione bilanciata, ma
soprattutto dall’energia vibrazionale superiore, il Prana, la forza vitale, la Shakti universale che
diviene in noi la kundalini, la nostra energia psicofisica individualizzata.
Attivando i processi metabolici questa energia pranica sottile da al corpo fisico la vita e la possibilità, a
seconda del grado di evoluzione interiore,
il manifestarsi della nostra Coscienza ed azione nel mondo.
SISTEMI FILOSOFICI:
SAMKHYA E YOGA
Il Samkhya è uno dei sei sistemi filosofici
classici della tradizione indiana associato allo yoga, ed è una delle componenti
teoriche della Bhagavad-Gita nella quale si trova scritto “Colui che vede
Samkhya e Yoga come una sola cosa, colui vede”.
Il Samkhya ammette due principi: uno è
spirituale, cosciente, lo spirito, il Sé, chiamato Purusha, che si frammenta in tanti sé quanti sono gli individui;
l’altro è materiale ed è la
Prakrti, che si manifesta nella Natura
materiale, la sostanza primordiale.
Purusha e Prakrti sono
tutti e due reali ed eterni.
Il Purusha, dal sanscrito, significa, l’Uomo
Cosmico che pervade l’Universo intero e permette la sua trasformazione ed evoluzione;
è lo Spirito puro divino che illumina le coscienze, che sinceramente lo
ricercano attraverso il percorso evolutivo di tutti i rami dello Yoga.
La Prakrti, secondo il sacro testo, Bhagavad Gita (il Canto del Signore Krishna) è
l'intelligenza della natura originaria attraverso cui l'universo esiste e si
esplica.
E’ solo il Sé supremo, quindi, che compenetrando la Natura umana, permette
all’individuo che si evolve attraverso lo studio, la ricerca, la Meditazione e l’ascesi
nello Yoga, di ritrovare in sé, tale principio Spirituale eterno. Il
dolore l’asservimento dell’uomo provengono dall’ignoranza della vera natura
dello spirito, dalla confusione tra la vita psichica e mentale (attività dei
sensi, dei sentimenti, dei pensieri, ed emozioni) e il Sé; la sofferenza e il
dolore dunque esistono ma rientrano nell’ambito dell’esistenza nella natura,
non sono che dei semplici stati di fatto che non appartengono al Sé, il quale è
eternamente libero e puro.
Il metodo di liberazione
proposto dal Samkhya è la conoscenza delle leggi della Realtà, mentre lo Yoga insiste sulle pratiche fisiche e
mentali , sull’ascesi e sulle tecniche di meditazione.
Secondo il metodo Samkhya, la natura, Prakrti, possiede tre qualità,
tre modi d’essere chiamati Guna:
Sattva, è la pura luminosità e corrisponde all’intelligenza;
Rajas, è la pura attività e corrisponde all’attività fisica e mentale;
Tamas, è l’inerzia e corrisponde all’ offuscamento fisico e
mentale, alla pigrizia;
Sotto l’impulso di purusha,
lo spirito la natura, prakriti, da inizio alla creazione del cosmo nella sua
totalità, dagli elementi inanimati fino ad arrivare all’attività psichica più
eterea; le differenze tra i vari
fenomeni sono da mettere in relazione con il predominio di questo o quel guna.
Queste osservazioni appartengono al campo dell’intelligenza, che è la
manifestazione più trasparente, più sottile dell’attività mentale e che fa
parte dunque del campo naturale e non di quello spirituale. In che modo allora
posiamo arrivare a dissipare l’ignoranza dello Spirito? In realtà per il Samkhya, l’intelligenza per
il suo aspetto luminoso (sattva) riflette lo Spirito e la comprensione del
mondo esterno non è possibile
che mediante questa
riflessione esiste dunque una relazione molto stretta e sottile tra
intelligenza e Spirito,
come quella dello specchio che riflette il sole; la conoscenza allora arriva ad
un risveglio per cui il Sé si rivela in sé stesso, a una conoscenza assoluta in
cui l’oggetto si identifica con il soggetto.
Lo Yoga, la parola yoga deriva dalla radice
sanscrita yug, che significa unire,
legare; lo yoga è dunque un sistema filosofico applicato attraverso un
complesso metodo di tecniche
psicofisiche che mira a disciplinare il corpo e la mente. Si apprende così a
gestire meglio il corpo, i propri sensi
e le attività mentali in modo da
raggiungere la liberazione dai
condizionamenti della vita, e ottenere l’unione con l’Assoluto implica
ovviamente una ricerca e un percorso evolutivo totale. Vi sono numerosi metodi
di yoga la cui pratica costituisce una dimensione specifica della spiritualità
indù.
L ‘ASTANGA YOGA DI PATANJALI
- LE OTTO REGOLE DEL PERCORSO FORMATIVO DELLA “SCIENZA DELLO YOGA” – O, YOGA
INTEGRALE.
Lo Yoga classico è quello che forma uno dei
sei grandi darshana (visione del mondo) abbinato come già detto al Samkhya. La
sua origine è indubbiamente molto antica e la sua formulazione sistematica
della teoria e della pratica si trova negli Yoga Sutra di Patanjali che
risalgono a circa tremila anni fa. Lo Yoga come le altre discipline orientali,
deve essere effettuato inizialmente sotto la guida di un maestro qualificato.
Analizzando i due sistemi filosofici possiamo
constatare che mentre il Samkhya
pone l’accento soprattutto sulla conoscenza metafisica, lo Yoga insiste sulle tecniche
corporee energetiche e di meditazione. Per realizzare lo stato di Yoga: unione
ed armonia nell’essere che gli Yoga-Sutra definiscono fin dall’inizio come “La cessazione delle divagazioni della mente”,
Patanjali considerato il Padre dello Yoga enumera otto tappe, gli otto anga (braccia), che il praticante
deve adottare per gradi.
Esse sono:
1-
Yama,
le regole morali; non uccidere, non rubare, non
mentire…
2-
Ni-ama,
regole e osservanze spirituali: purificazioni, porre un freno ai desideri
sfrenati, studio dei Veda…
3-
Asana,
le posizioni corporee che devono essere stabili
4-
Pranayama,
le discipline della respirazione
5-
Pratyahara,
interiorizzazione, visualizzazione,
dinamiche mentali, abbandono
6-
Dharana
, la concentrazione del pensiero su un solo punto
7-
Dhyana,
la meditazione continua
8-
Samadhi,
estasi, stato di decondizionamento, armonia interiore e universale, fusione con
dell’Atman con l’Assoluto.
E’ da notare che lo Yoga
attuale in occidente si riferisce soprattutto agli aspetti più fisici ed
energetici per quanto sempre più si sta sviluppando un interesse maggiore per
gli aspetti più spirituali, di meditazione.
I 5 KOSHA: La composizione Sottile
dell’essere umano
nella
fisiologia yoga
Gli antichi Rishi, saggi
yogi, scendendo sempre più profondamente nell’essere umano, giunsero a
riconoscere ed a classificare cinque involucri o guaine (Kosha), racchiudenti il sesto, il Jivatman, cioè lo Spirito incarnato. Come le cellule contribuiscono a formare l’organismo
fisico, così, secondo l’antica conoscenza yoga, una fittissima rete di condotti
supersottili (Nadi), nelle antiche mappe indiane e cinesi, se ne contano circa
350.000, contribuiscono a creare altri involucri, di vibrazione più o meno
sottile, di cui è composto l’essere umano. Tutti questi corpi avvolgono e
manifestano nei vari stati immateriali la parte immortale e divina che è insita
in ogni essere umano, l’Atman, lo Spirito .
Tale nostra costituzione,
secondo gli antichi Rishi indiani, costituisce una interessante analogia con il
cristianesimo, che considera appunto l’esistenza dell’anima e dello Spirito.
Tutti i corpi che lo yoga
contempla e che hanno la funzione di valorizzare e manifestare l’Atman, possono essere percepiti e
visualizzati nelle pratiche meditative dopo aver effettuato tecniche
particolari contemplate nei vari tipi di Yoga quali: Hatha, Kundalini, Raja, Mantra, Bhakti (Concentrazione – Meditazione –
Samadhy – Samyama - Pranayama esoterico -
Meditazione trascendentale. L’Atman, la parte divina più elevata, luminosa
di ogni essere vivente, è lo Spirito Puro, il Vero Sé interiore il cui
risveglio e potenziamento è la meta di ogni sentiero yoga.
1) Ananda–maya-Kosha,
è il primo involucro più vicino allo Jivatman (lo spirito
incarnato) è la causa degli altri
Kosha; è un involucro fatto di
felicità e beatitudine. E’ insita in
tutti gli esseri ed è l’involucro fatto di luce purissima, è il più vicino
all’atman. Esso è il riflesso dello Spirito Universale (Satchidananda,
Paramatman) - E’ atemporale e
aspaziale.
2) Vijnana-maya-kosha,
è il secondo involucro e racchiude il senso dell’Io personalizzato, il sé
inferiore, la ragione, la coscienza
del bene e del male. E’ la sede
della discriminazione, dell’intuizione, del
discernimento e della conoscenza. Per la sua manifestazione si
avvale dell’autocoscienza (Ahamkara), dell’intelletto (buddhi)
e della sostanza mentale (citta). E’ ATEMPORALE
3) Mano-maya-kosha, è il terzo involucro ed è la sede di altri processi psichici, quali
istinti e condizionamenti propri dell’individuo; ingloba i complessi le
sensazioni coscienti e l’inconscio individuale. Questo è lo stato dove cerca di arrivare lo
psicanalista. Ne fa parte anche la
memoria, è l’influenzabile e comprende le 5 (jnanendriya) le facoltà percettive,
prodotte dai 5 sensi. E’ temporale.
4) Prana-maya-kosha
è il quarto involucro, e
comprende tutte quelle energie che raggruppano e animano il corpo umano, (l’Anna-maya-kosha);
in questo prana-maya-kosha hanno sede i cakra, vortici energetici, le nadi o
canali (meridiani) per la diffusione dell’energia pranica, la kundalini, l’energia
cosmica individualizzata, necessaria all’evoluzione di tutti gli esseri.
E’ un involucro meno grossolano rispetto al fisico, ma ancora percepibile
dal senso del tatto, (sotto forma di calore) inoltre è compenetrato dalle 5
correnti vitali maggior i- i 5 soffi vitali (vayu) - e dalle 5 inferiori. I
cakra, innumerevoli, di cui sette principali, possono essere attivati dai due
involucri psichici Vijnana-maya e mano-maya-kosha, ed è qui che ha inizio
l’accelerazione evolutiva dell’essere.
E’ temporale.
5) Anna-maya-kosha, è il quinto involucro, lo stato materiale, fisico,
fatto di nutrimento. E’ composto dai 5 elementi sottili (tanmatras), i 5 sensi: gusto, olfatto,
vista, tatto, udito e dai 5 elementi della materia: terra, acqua, fuoco, aria
ed etere. Contiene inoltre i 3 umori (dosha) che sono: il muco, la bile e
l’aria (l’acqua-fuoco-aria nell’Ayurveda) ed i 7 fluidi di cui:
grasso-sangue-linfa-midollo-sudore-liquido seminale e lacrimale. E’ temporale.
La fisiologia yoga ci descrive questi Cakra come ruote e vortici
che possono dinamicizzare o staticizzare il flusso dell’energia ruotando più
velocemente e aritmicamente. Sono vere e proprie porte sul cosmo, sono statici, morti negli
individui pigri e depressi, mentre sono dinamici, vivi negli individui attivi
ed entusiasti.
Il pranayama esoterico può appunto risvegliare
maggiormente i cakra, mettendo in correlazione tempi e modalità di tecniche con
i movimenti orbitali della terra, della luna e del sole. Nella filosofia Samkhya, i saggi yogi affermano che nell’universo
esiste un solo e unico respiro, il respiro di Dio. Infatti oltre all’uomo
respira l’animale, la pianta, l’oceano, la terra, il sole, le stelle, l’intero
cosmo. Chi è pervenuto lievemente ad un grado più profondo di sensibilità
psichica, certamente avrà costatato questo fatto. Il prana entra così nell’uomo
attraverso le porte succitate, i Cakra, qui si specializza prendendo il nome di
Vayu (soffio vitale) in dieci soffi vitali che circolano nel corpo pranico.
Le
PranAdi o soffi vitali interni
1) La prima è Pranavayu, assorbe energia dalle vie
respiratorie, va dal naso ai polmoni, soffio del suono; alimenta il cakra
Anahata e il Dosha Vata(acqua).
2) La seconda è Samanavayu;
assimila energia degli alimenti; sta tra diaframma e ombelico; soffio vitale;
alimenta il cakra manipura e il dosha pitta(fuoco).
3) La terza è Vyanavayu; presiede ai processi dell’intero
corpo, sangue, linfa, nervi; circola in tutta la complessa rete di nadi; soffio
onnipervadente, distributivo.
Alimenta tutti i cakra e i
tridosha(neuroumori ayurvedici).
4) La quarta è Apanavayu; elimina l’energia inutile, va
dal plesso solare ai piedi; soffio escretorio. Insieme al prana è il più
importante. Regge Muladara, Svadhishthana cakra e il Dosha Kapha(aria).
5) La quinta è Udanavayu; va dalla gola al cranio; soffio
esteriorizzatore(parola-pensiero).Alimenta la coppia dei cakra Vishuddha-Ajna.
Vi sono inoltre altri
cinque soffi esterni quali:
1)-Nagavayu: vomitare, ruttare, singhiozzare
2)-Kurmavayu: battito di palpebre- la cui
mancanza produce il sonno
3)-Krikaravayu: starnutire-tossire-produce fame
e sete
4)-Devadattavayu: sbadiglio
5)-Dhananjayavayu: libera l’anima dal corpo al
momento della morte e disintegra il corpo morto, interrompe i flussi
energetici.
Le
terapie energetiche olistiche
La scienza yoga sempre più,
nel mondo occidentale, sta diffondendosi come coadiuvante nelle terapie fisiche
e psichiche energetiche comprese nella definizione “Olistica” come: agopuntura,
bionergetica, naturopatia, ayurveda e la più recente omeopatia, reyki ed altre
ancora.
Tutte queste discipline
fondano i loro principi basilari sull’esistenza dell’energia, il Prana, la Forza vitale che tutto
compenetra.
Dalle ricerche scientifiche
moderne e dalla fisica quantistica è stato dimostrato che la materia è energia;
noi siamo infatti materia compenetrata di energia: corpo, spirito, mente,
vibrazioni, emozioni, radiazioni, forza fisica e psichica , di conseguenza noi
possiamo essere influenzati dall’energia che è al di fuori di noi e viceversa.
L’energia nella sua forma
pura non è visibile ai nostri occhi perché a livello subatomico o quantistico
essa è composta da schemi di luce e vibrazioni per cui essa si manifesta su una
soglia di frequenza al di sopra della percezione dei nostri 5 sensi. Ma sovente
la possiamo percepire con il nostro senso interno, il sesto senso, la nostra
coscienza.
Tornando quindi al nostro
complesso organismo possiamo costatare che i famosi corpi sottili costituiscono
il collegamento tra il fisico e l’eterico, energetico, mentale, psichico e
spirituale. Ora quando questo meraviglioso
e delicato sistema viene sbilanciato, anche solo minimamente, si
verifica la cosiddetta “Distonia energetica”. Tale fenomeno si manifesta con la
perdita progressiva, da parte del nostro organismo, della capacità di stare
bene e di autoripararsi.
Le cause di questa distonia possono essere
molteplici. La nostra possibilità di assorbire e scambiare costantemente energia
può essere insufficiente o alterata. Queste alterazioni possono essere
riconducibili a cause psichiche, emozionali, alimentari, ambientali e
quant’altro. Di conseguenza la distonia raggiunta amplifica le eventuali
problematiche già in atto generandone di nuove.
Come si può ben capire, ci
veniamo a trovare di fronte ad un circolo chiuso che si autoalimenta e che deve
essere immediatamente interrotto per consentire alla psiche di recuperare
l’equilibrio necessario per gestire successivamente in maniera opportuna tutto
l’organismo e ricreare l’OMEOSTASI.
stress
e sistema immunitario
Infatti è stato ampiamente dimostrato che esiste un forte legame
fra lo stress, la depressione e il decadimento della funzione del sistema
immunitario, con conseguenti alterazioni e disfunzioni ormonali. E’
anche dimostrato che esistono correlazioni tra stati d’animo fortemente turbati
e l’inizio di tumori e svariate altre patologie. Infatti una grande dispersione
di energia è determinata dagli stati di stress fisico e psichico. Il primo è
generato dal troppo lavoro, dal poco sonno, da un’alimentazione errata,
dall’ambiente malsano in cui si vive: metropoli piene di smog, rumori,
confusione, degrado. Il secondo è causato invece da tensioni emozionali
negative, conflitti, rabbia e rancori verso qualcuno, rapporti familiari
esasperati, sensi di colpa, insoddisfazioni etc.
Tutti fattori che possono
indurre a depressione e somatizzazioni varie.
Quando i due tipi di stress si combinano, si scatenano
sollecitazioni negative al nostro sistema immunitario debilitandolo ed aprendo
così le porte alle malattie più svariate.
E’ evidente quindi che i
problemi fisici, emotivi e psichici sono responsabili del cattivo funzionamento
del nostro organismo.
Ciò dimostra dunque che è necessaria una maggior attenzione ai
bisogni psico-energetici dell’essere umano; per di più è stato comprovato che
la causa della malattia rimane impressa nel nostro “psico-nastro” nel corpo
sottile, divenendo uno schema cristallizzato che può rigenerare la malattia. Per
questo non basta curare solo il corpo fisico, ignorando quanto sia
indispensabile agire sui livelli emozionali, mentali, psichici e spirituali. Platone
infatti diceva, come tanti antichi saggi indiani “Sana prima la tua anima se vuoi guarire il tuo corpo”.
Infatti oggi sempre più
anche in occidente la diffusione delle svariate forme di medicine alternative
trattano l’uomo in modo olistico. Come ben si sa, ogni cellula del corpo
contiene le informazioni genetiche (dna,cromosomi) “Olismo” , cioè del “tutto”
(holos in greco). Da ciò deriva che la
malattia non colpisce solamente la parte del corpo dove si manifesta
fisicamente, ma ha influenza su tutto l’organismo. Da qui il fatto che il benessere umano, nel
concetto olistico yoga è determinato da
uno stato di totale equilibrio tra i singoli elementi del corpo, della mente e
dello spirito, in totale integrazione.
Un individuo che sta bene è felice e sano e vive la vita nel suo pieno significato, nella
comprensione di sé e del suo ambiente, nella continua crescita psicologica e
spirituale. Questa è la meta a cui tutti dobbiamo tendere, questo è il vero
stato di yoga-unione e armonia con se stesso, il mondo e l’Assoluto.
YAMA E NIYAMA – ll
saggio illuminato Patañjali (non
a caso definito Bhagavân, il divino),
circa 500 anni avanti Cristo, codificò
lo Yoga in un'opera unica nel suo genere: “Yoga
Sutra” (Ashtânga
Yoga), Lo Yoga dalle 8 braccia (regole). Una straordinaria raccolta di aforismi
- 196 sûtra -
giunti fino a noi grazie a una ininterrotta trasmissione orale, definita col termine paramparâ - da bocca a orecchio, da Maestro a
discepolo. In virtù di questo
sistema complesso e organizzato, definito,
La Scienza
dello Yoga, si delinea il percorso che il vero praticante yoga dovrà
seguire per ottenere l'illuminazione e la liberazione dalla catena delle
sofferenze e reincarnazioni. Quale cardine e punto di partenza per una comprensione
ordinata di tale studio, vediamo che le
prime
2 Anga: Yama e Niyama , consistono
nelle Astensioni e le Osservanze e sono da considerarsi il fondamento morale dell’Ashtanga
Yoga. Oltre a tali 2 Anga (Bracci) gli altri sei, sono denominati: Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana,
Dhyana e Samadhi. Lo studio via,
via sempre più coinvolgente di Yama e Niyama,
condurranno l'adepto a una meravigliosa presa di coscienza di sé, del proprio
ruolo in questo grande spettacolo della Creazione... e le sorprese potrebbero
non finire qui. Ci si potrebbe trovare coinvolti in un oceano di Verità, di
Conoscenza e di Amore universale. Vediamo,
quindi, cosa sono e come possono essere interpretati questi «comandamenti»,
assai rigorosi ed espressi in maniera da non lasciar spazio ad alcuna deroga, a
nessuno «sconto».
Yama, le 5
Astensioni:
Ahimsa - la non violenza, un
atteggiamento globale, onnicomprensivo rispetto a ciò che può «ferire l'altro»
- l'uomo, l'animale, l'ambiente, tutte le cose che possono perdere la loro
identità e la loro funzione. Dunque ahimsa va ben oltre il concetto di «non
uccidere»; bisogna comprendere che la freddezza nella comunicazione uccide
tanto quanto un pugnale, che la crudeltà mentale è una grandissima forma di
violenza così come l'indifferenza, una certa forma infida di ironia, il non
saper ascoltare, non voler vedere... Pertanto l'ahimsa rappresenta il grado più alto di
inoffensività. Difficile da mettere in pratica... ma vero!
Satya - la verità, sempre, in
ogni momento. Lo stolto mente con facilità, esagera nei suoi racconti, lascia
intendere cose diverse dalla realtà dei fatti e in definitiva mente a sé stesso
perché si pone in una condizione diversa rispetto alle esigenze della sua
stessa anima. Poi, secondo Taimni, la menzogna offusca la buddhi (la pura coscienza), ovvero ottenebra
quella limpida intuizione necessaria all'evoluzione. E ancora: una menzogna
tira l'altra e il fardello diventa pesante e ingestibile quando si vuol
procedere spediti verso l'illuminazione.
Asteya - non solo non rubare! Ma
nemmeno ricercare privilegi che non ci spettano, attenzioni particolari in
virtù di una posizione sociale o economica che permetterebbe, in determinate
situazioni, un salvacondotto, un lasciapassare, una bustarella. Niente di
niente. Bastare a sé stessi e cercare di comprendere sempre di più e sempre
meglio «il nostro ruolo in questa vita», con tutto quello che ne deriva
Brahmacharya - la continenza. E fin qui
sono d'accordo: una vita sessuale smodata che genera attaccamenti di ogni tipo
è contro ogni forma di igiene mentale. Non concordo però con l'astinenza
assoluta indicata da molti commentatori come condizione imprescindibile al
progresso spirituale, già tenendo in considerazione l'etimologia della parola brahmacharya che letteralmente significa «essere
Maestri di sé stessi in Brahman». Semplicemente, il giusto distacco e
l'atteggiamento appropriato in un piacevole aspetto della vita.
E' evidente invece che ad un livello avanzato di ricerca personale,
spontaneamente diminuiscano gli appetiti sessuali, tanto grande e desiderabile
appare il contatto con l'Assoluto che via, via si è rivelato e che sappiamo
essere «l'Unica Mèta».
Aparigraha - il non possesso. Pensare
di possedere qualcosa, o qualcuno, è pura illusione. In questo periodo di tempo
che va dalla nostra data di nascita (certa) alla nostra data di morte (?) e che
sappiamo essere null'altro che una possibilità che ci viene offerta dalla Vita
- la Madre Divina ,
la Shakti -
come occasione di trasformazione e sviluppo spirituale, che posto ha il
concetto di possesso? Siamo nel bel mezzo di un grande spettacolo in cui ognuno
di noi ha un ruolo, quello che ci siamo meritati grazie a tutto quello che
abbiamo fatto o non fatto nelle nostre vite precedenti. Siamo gli attori,
troppo spesso inconsapevoli del nostro ruolo, e infatti ci ritroviamo a
interpretare Paperon dei Paperoni o la Divina collezionista di cuori infranti o il
plurititolato capo di azienda o di governi....
Infine si diventa schiavi e vittime di un pensiero/attaccamento
costruito sul nulla. Arriva Mara - il Dio della Morte - e tutto scompare...
Niyama, le 5 Osservanze:
Sauca - la purezza, la pulizia
del pensiero, delle intenzioni e anche dell'abito che si indossa, della nostra
pelle e in generale del corpo, come si evince dalle scrupolose attenzioni che
lo Yoga dedica all'organismo tutto.
Mentre riferendoci a yama pensiamo a cinque precetti che vietano
comportamenti dannosi per l'evoluzione personale e per l'armoniosa convivenza
con il genere umano, se parliamo di niyama osserviamo che si
tratta di indicazioni disciplinari, costruttive, in vista di una vera vita
yogica: da una sana, parca dieta alla molteplicità dei neti, dei dhauti e dei prânâyâma
purificanti e ossigenanti.
Contemporaneamente, depurati dalla spazzatura altamente inquinante
dei pensieri abituali che affollano la mente e su cui di solito non si ha alcun
potere di controllo, avvicinandoci alla meditazione osserviamo l'alba del
nostro riscatto, la luce radiosa dell'Eterno che si fa strada. La meditazione
dunque come panacea e come espressione di una Realtà vera, senza ambiguità.
Samtosa - l'appagamento, proprio il
contrario della frustrazione (sentimento assai diffuso che fa apparire l'erba
del vicino sempre più verde).
Samtosa rende assai bene l'idea di
quiete, di pacificazione allorché si accetti l'idea che non esiste un Dio
capriccioso che fa e disfa le cose secondo l'umore del momento ma si capisca
che la fortuna e la sfortuna non esistono e tutto deriva da un Principio
Originario che è la matrice stessa della Vita, delle Coscienza e dell'Amore - sat-cit-ânanda.
E noi siamo QUELLO.
Tapas - la fede, il fuoco ardente
dell'Amore per il Divino che consuma e rigenera. Questa fiamma va mantenuta
costantemente viva, a qualunque costo, ed è la base per una sana spiritualità
fatta di gioiosa consapevolezza e di allegra condivisione con il prossimo
piuttosto che di funeste pratiche autopunitive, di sacrifici non richiesti, di
volti lividi e senza sorriso. «Un santo triste è un triste santo» recita un
proverbio.
Buddha stesso, dopo anni di penose pratiche ascetiche, comprese che
il volto di Dio si rivela soprattutto nella gioia; e la notte successiva a
questa scoperta, seduto sotto l'albero della bodhi,
Egli ottenne il nirvâna.
Svâdhyâya - lo studio di sé e del Sé.
Uno studio non in chiave psicologica ma logico e deduttivo.
Qui possono essere di aiuto le biografie dei santi e degli
illuminati, di coloro che hanno ottenuto la liberazione in vita: gli eletti!
E ancora, comprendere il coraggio di queste grandi anime che non
hanno voluto smarrirsi nella giungla dei senza dio e, pagando sempre prezzi
altissimi, avendo annientato il proprio ego, si sono purificati al calor rosso
dell'abnegazione, hanno superato sé stessi e hanno spezzato la ruota delle
reincarnazioni. Finalmente la libertà: il kaivalya.
Îsvara pranidhâna - le resa: l'abbandono a
Dio quale Ente Supremo, solo conoscitore della «Legge di causa ed effetto» e
dunque il reggitore stesso della vita nella molteplicità delle sue espressioni.
L'abbandono alla volontà suprema è la più alta forma di ascesi ed è
ciò che contraddistingue il vero illuminato. Affrontare il proprio percorso
spirituale secondo questo principio garantisce, senza ombra di dubbio, la
conoscenza e la liberazione in vita.
“LA META SUPREMA ”, MOKSHA - LA LIBERAZIONE DALLE
SOFFERENZE
Da come abbiamo visto il
fine della via dello Yoga è condurre l’essere umano, il sincero ricercatore, a
realizzare la liberazione completa dall’infelicità e di conseguenza rendere
impossibile il ritorno in nascite e morti e raggiungere così la meta suprema:
la fusione con l’Assoluto- che poi nella vita si manifesta appunto con una
completa disponibilità e serenità nei confronti degli altri esseri e della
vita.
Vediamo quindi che il
dolore umano ha origine dalle azioni egoistiche le quali, essendo basate sulle
illusioni, conducono alla sofferenza.
L’essere umano è schiavo della sofferenza
perché sottoposto all’influenza delle 5 sorgenti del male: Ignoranza; Egoismo;
Attaccamento; Avversione; e Ostinazione nell’attribuire una validità propria
agli avvenimenti circostanti.
Così egli si lascia
coinvolgere emotivamente dalle circostanze della vita che di conseguenza
producono gioie e dolori.
Solo risvegliandoci alla
comprensione del tutto e alla emersione dei valori umani ed alla Conoscenza
Spirituale, possiamo realizzare l’Amore Universale ed aprire il nostro cuore.
La meta suprema del cuore
si manifesta allora con l’applicazione di 2 vie:
1-
Artha:
che significa eliminare una sofferenza per volta;
2-
Paramartha:
che significa eliminare alfine tutte le sofferenze e far si che non si ripetano
più.
Per ottenere ciò è necessaria quindi la Conoscenza e la Meditazione. Questo
si realizza attraverso il percorso Yoga che comprende: lo studio di sé del
mondo e della vita, la pratica del Mantra e la Meditazione.
Vediamo allora che la
preghiera è il respiro di ogni religione, che porta l’uomo ad unirsi a Dio, ad
ogni sospiro sempre più vicino.
Dhyana (la meditazione) è
il processo dell’ascolto della musica celeste( cioè della voce divina o
dell’insegnamento spirituale simboleggiato dal flauto di Krishna) che noi
esseri umani possiamo percepire in meditazione.
Dimorando nel silenzio,
oltre i pensieri ricorrenti col l’orecchio mentale pronti a cogliere tutti i
messaggi della melodia celeste.
Lo yoga allora ci porta a
realizzare la fusione della mente- dell’io individuale con l’Assoluto, nella
beatitudine dell’oblio di se stessi, lasciandoci colmare la Coscienza dalla Grazia
Divina.
HARI
OM!!!
I Sapta Bindu e le sette aree
del cervello –
Da una Conferenza
dell’Amico Maestro Amadio Bianchi, Presidente del Movimento Mondiale Yoga e
Ayurveda (Argomento trattato anche nel suo libro, Lo Yoga e L’ayurveda, Edizioni,
Spazio Attivo)
Potremmo
paragonare tale fenomeno a quello della luce solare che, come tutti sanno,
scomposta attraverso un prisma, produce uno spettro nel quale si distinguono
sette gruppi di colore con una lunghezza d’onda sempre più piccola che va dal
rosso al violetto: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto.
La luce solare rappresenta la coscienza universale, il prisma il cervello ed i
sette fasci colorati le tipiche qualità di coscienza fruibili dall’uomo.
Le
sette qualità, come già detto, risulterebbero dislocate in
altrettante aree e ognuna presenterebbe un apice nel punto detto Bindu, la
cui conoscenza, permetterebbe, ad un operatore, di stimolare la funzione
relativa all’area. Ecco cosa sono i Sapta Bindu, conosciuti
da alcuni terapeuti indiani. Proviamo a descriverli.
Il primo,
posto al centro delle sopracciglia sarebbe il
fulcro della zona cosiddetta discriminativa del
cervello. Le nostre scelte, le
faremmo tramite quest’area, ed un suo buon funzionamento consentirebbe di
essere lucidi, sottraendoci alla sofferenza causata dai contrasti, dalle
incertezze, e dal fumo del dubbio. Saper scegliere bene, imparare a distinguere
il bene dal male, è, ad esempio, ritenuto così importante per un indù, da
ricordarlo in continuazione a se stesso con un vistoso segno, posto, come tutti
sanno, al centro delle sopracciglia. Stimolare tale punto si ritiene possa
risvegliare volontà, determinazione e soprattutto chiara visione. Alcuni
Maestri indiani affermano, tuttavia, che un iper-funzionamento dell’area
cerebrale in oggetto, potrebbe rendere inclini alla prevaricazione, alla sete
di potere e, in generale ad una tendenza alla sopraffazione.
Il secondo,
situato alla sommità della fronte, più o meno all’attaccatura dei capelli,
sarebbe invece il perno della zona cerebrale che consentirebbe l’esperienza di
coscienza del presente e del divenire. Qualcuno l’ha
paragonata ad un radar che capta le informazioni provenienti dal cosmo. Una
sovreccitazione di tale area, porterebbe portare a capacità precognitive ma
provocherebbe confusione emotiva e di conseguenza decisionale.
Tutti coloro che per esercizio o per natura presentano queste
facoltà sono difatti assai disturbati sia sul piano fisico, sia mentale e
quindi da ritenersi, sempre secondo l’interpretazione indiana, non in equilibrio.
Il terzo bindu posizionato
al centro del capo, più o meno dove sta la ghiandola
pineale, sarebbe vertice della visione interiore, della coscienza "dell’io
sono". Nel caso di "sovreccitazione" dell’area di cui è
fulcro, avvertono sempre i conoscitori indiani, si paleserebbero talune
allucinazioni, in particolare quelle mistiche, come le esperienze di visioni in
cui sono incappati alcuni meditanti.
Il quarto
bindu si trova nella parte posteriore della testa, dove il capo
appoggia quando si è sdraiati sul pavimento senza cuscino, tendendo ad
avvicinare il mento allo sterno. Esso potrebbe essere considerato il cardine
del subconscio oltre che dell’area destinata al controllo delle funzioni
respiratorie. Qui avrebbero sede le immagini legate alla memoria individuale
dell’esistenza presente.
Parrebbe ovvio dedurre che l’iperfunzionamento di questa zona,
porterebbe ad un incontrollata emersione dei famosi samskara o
impressioni legate all’esperienza del vissuto attraversi i sensi. Un
cortocircuito, invece, annullerebbe completamente la memoria individuale
causando anche totale amnesia persino nei confronti del proprio nome.
Il quinto bindu collocato
sette, otto centimetri al di sopra del quarto, per intenderci, dove i preti si
facevano la chierica o dove talune sette che scelgono di radersi completamente
il capo, lasciano un'unica ciocca di capelli, potrebbe essere ritenuto il
massimo punto del cervello destinato all’esperienza di
coscienza e di memoria collettiva, come, ad esempio, la memoria
genetica e di razza. Da qui potrebbe derivare la percezione di ciò che è sempre
stato, di ciò che è e di ciò che sarà, a differenza del secondo bindu legato
più alle percezioni cosmiche soggettive.
In caso di eccessiva sensibilità in alcuni soggetti, si
scatenerebbero fobie come la paura dei topi, dei ragni, dei serpenti, oggi
apparentemente ingiustificabili date le attuali esigue proporzioni fisiche di
questi animali sul nostro pianeta. Ciò risulterebbe dalla memoria di
dissomiglianti situazioni vissute e sottilmente trasmesse a noi dai nostri avi.
I topi, per fare un esempio, si sono
resi responsabili di aver diffuso terribili pestilenze.
Il sesto bindu posto
alla sommità del capo è fulcro dell’area cerebrale che ci consente le
più alte esperienze intuitive. Esso è, per questa cultura, il Brahma-Randhra "la
porta di Brahma" in quanto da qui si potrebbe accedere all’esperienza
sovraordinaria.
In
quest’area viene collocato e rappresentato il settimo cakra che sovrasta
l’attività fisica ordinaria, per alcuni già al di là degli elementi fisico
corporei. Questo dunque sarebbe il luogo di partenza per la realizzazione
spirituale, la liberazione dal Samsara (ciclo delle
esistenze), e l’esperienza di coscienza della non dualità.
Il settimo ed ultimo bindu si
troverebbe addirittura fuori dal corpo. Dieci, dodici centimetri al di sopra
della sommità del capo, nell’involucro energetico (kosa)
costituito dal prana.
Tale
involucro, realtà ancora assolutamente materiale anche se estremamente sottile,
viene collocato nell’ interpretazione indiana tutt’ intorno al corpo. Quando,
per un insieme di coincidenze, ci si trova a vivere un’ esperienza di coscienza
collegata a tale punto la sensazione è di trovarsi fuori dal corpo.
Accade
qualche volta in meditazione o in stati di coscienza particolari, anche di
origine traumatica come un incidente stradale, nella quale una coscienza
ordinaria più legata all’attività sensoriale viene meno.
In
conclusione: la precisa conoscenza di tali punti permette ad un terapeuta di
intervenire manualmente sui cinque punti trattabili con le mani per sollecitare
la regolare funzione delle aree cerebrali, ridonando al soggetto salute,
coscienza e corretta conoscenza.
Hari
Om!
Ontologia - Per ontologia si
intende lo studio della natura dell'essere, dell'esistenza e della realtà in
generale, così come delle categorie fondamentali dell'essere e delle loro
relazioni. Essa implica, quindi, la ricerca del senso profondo di ogni essere
reale. Ciò è anche attinente all' antropologia filosofica e quindi alla domanda circa
il senso dell'esistenza dell'uomo che pensa e che si pensa. Ogni domanda
intorno al “soggetto", all’ "oggetto" e la loro
"relazione", dunque tra "
io" e "mondo".
Tornando a osservare nella
cultura indiana, il sistema filosofico Samkhya classifica, come accennato
precedentemente, tutti gli oggetti come rientranti in una delle due categorie: Purusha e Prakrti. In senso metafisico,
Samkhya mantiene un dualismo mescolato tra spirito/coscienza (purusha) e
la materia (Prakriti).
Purusha è, quindi, il Sé o pura coscienza trascendentale, l’Assoluto,
l’Infinito, indipendente, libero, impercettibile, inconoscibile, al di sopra e
al di là di ogni esperienza, qualsiasi parola o spiegazione. Viene anche detto: "Pura
Coscienza senza attributi".
Prakrti è la manifestazione primaria dell’universo, (tranne del Purusa), che è incausato; quindi la Prakrti rappresenta tutto
ciò che è fisico, percettibile ai sensi ed alla psiche individuale, sia la
materia e la forza. Dal momento che la Prakrti è il primo principio (tattva)
dell'universo, è chiamato il Pradhana, ma essendo il principio inconscio e
poco intelligente, è anche chiamata, Jada. Essa è composta, compenetrata, da tre
caratteristiche essenziali (trigunas), quali:
§ Sattva - finezza, leggerezza,
luce e gioia;
§ Rajas - l'attività,
eccitazione, e il dolore;
§ Tamas -, pesantezza,
l'ostruzione e l'accidia. grossolanità
Tutti gli eventi fisici sono
considerati come manifestazioni dell'evoluzione della Prakriti, o la natura primordiale (da cui tutti
i corpi fisici sono derivati).
Ogni essere senziente è un Purusa, ed è senza limiti e senza
restrizioni dal suo corpo fisico. Le Samsara,
o schiavitù si presenta quando il Purusa individuale non ha le conoscenze
adeguate e la capacità di discriminare il giusto dal falso, il bene dal male e
così è indotto in errore circa la propria identità, si identifica
eccessivamente con il mondo intorno a lui e si confonde con il corpo fisico,
che è in realtà una manifestazione della Prakriti.
Il Jiva, lo spirito
individuale, viene quindi, liberato dalle sofferenze quando l’individuo,
ricercando la conoscenza di sé, del mondo e dello scopo della vita, sviluppa la
capacità di discriminare tra bene e male, e comprende la differenza tra conscio
e inconscio, Purusha Prakriti. Tale acquisizione conferisce, appunto, Moksha la Liberazione …
IPOCONDRIA - La paura di star male! In medicina, e più comunemente nel linguaggio
comune, l’ipocondriaco è afflitto dalla costante preoccupazione, spesso
eccessiva e infondata, sulle condizioni precarie della propria salute; con la
convinzione che qualsiasi visita medica di routine possa rivelare, appunto,
qualche patologia.
Le varie tipologie - Sebbene la
preoccupazione di un ipocondriaco sia in genere legata all'osservazione
ossessiva di sintomi oggettivi correlati con il proprio organismo (per esempio
problemi
gastrointestinali, palpitazioni cardiache o dolori muscolari), a scapito del
mondo esterno, essa persiste anche dopo una valutazione medica in cui sia
appurato che tali sintomi non indicano nessuna effettiva patologia, o comunque
non una patologia abbastanza grave da giustificare il livello di ansia e paura dell'ipocondriaco.
Oltre alla più tipica e diffusa forma nevrotica, alcune gravi
manifestazioni di ipocondria, ad esempio in presenza di deliri e allucinazioni,
possono essere classificate come veri e propri disturbi psichici; in questo caso l'ipocondria
viene definito un disturbo somatoforme, paragonabile alle malattie psicosomatiche.
Cause e diffusione - Tra le cause
principali dell'ipocondria vi sono l'ansia e la depressione e da un punto di vista psicologico essa è definibile come un meccanismo
di difesa da un pericolo interno o esterno, associato alla vita relazionale e
sociale oppure all'identità.
Lo scopo dell'ipocondriaco, conscio od inconscio, è quello di
allontanarsi dalla vera causa di pericolo (ad esempio una malattia), oppure
dalla causa di un fallimento nella vita (ad esempio nello studio, nel lavoro,
nella famiglia) e di intensificare le manifestazioni rassicuranti e di
attenzione svolte dall'ambiente circostante nei suoi confronti.
Gli uomini e le donne sono colpiti nella stessa percentuale
dall'ipocondria (2%), e la fascia di età maggiormente coinvolta dai sintomi di
tale malattia è quella tra i quaranta e i cinquant'anni; ma sovente ne sono
affetti anche molti giovani, al giorno d’oggi, coinvolti nella frenetica vita
moderna piena di sollecitazioni, competizioni, aspettative ed incertezze.
Tale programma è la sintesi del percorso formativo svolto nel
nostro Master Internazionale Formazione Insegnanti Yoga, che un responsabile
Maestro di Yoga dovrebbe conoscere, ed applicare sempre più, nella pratica
individuale e proporlo agli iscritti a propri corsi.
Testi e libri raccomandati per il Master
Insegnanti:
1) YOGA SUTRA DI
PATANJALI
2) BHAGAVAD GITA (SHRI KRISHNA) Commenti di Sri Aurobindo
3) LE 5 UPANISHAD FONDAMENTALI…
4) I VEDA – I TESTI DELLA CONOSCENZA
5) ASANA PRANAYAMA MUDRA
E BANDHAS - SWAMI SATYANANDA MHRJ
6) PRANYAMA – DINAMICA
DEL RESPIRO – A. VAN LISEBETH
7) SURYA NAMASCAR – SWAMI
SATYANANDA MAHARAJ
8) KUNDALINI – GURUDEV SHIVANANDA MAHARAJ
9) VOI SIETE PURA COSCIENZA
- SWAMI CHIDANANDA MAHARAJ
10) LA VERITA ’ CHE LIBERA - SWAMI CHIDANANDA MAHARAJ
HARI OM!!!
Roberto Mattei
Lo Yoga Vasistha, Il Grande Saggio dell’antichità – Le Origini ed
evoluzione dello Yoga.
Il Sincretismo può essere considerata qualsiasi tendenza a conciliare elementi
culturali, filosofici, o religiosi eterogenei appartenenti a due o più culture o dottrine diverse. Il
termine è applicato soprattutto nella scienza e storia delle religioni, in cui
indica quel complesso di fenomeni e concezioni costituite dall'incontro e dalla
fusione di forme religiose differenti.
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Lo Yoga
Vasistha è considerato uno dei più
antichi fenomeni di sincretismo culturale
filosofico, spirituale contenente elementi di Vedanta, Jainismo, Yoga, Samkhya, Saiva Siddhanta e Buddhismo Mahayana.
E’ considerato uno dei più antichi
manoscritti disponibili (il Moksopaya,
o Moksopaya Shastra) è un
testo filosofico sulla salvezza (moksa-upaya: "significa
liberare"), ed è stato scritto sulla collina Pradyumna a Srinagar nel 10° secolo d.C.
Lo Yogavasistha contiene 6.000 versi. Una recente ricerca ha dimostrato che
in questa versione sono state
introdotte approfondite considerazioni sulla sincera Bhakti percepita
istintivamente dal Principe Rama nei confronti del suo Guru, Vasistha.
Il principe Rama torna dal giro del
paese, e rimane del tutto disilluso dopo aver sperimentato l'apparente realtà del mondo. Questo preoccupa il padre, il re Dasaratha, che esprime la sua
preoccupazione circa lo stato d’animo di Rama, al Saggio Vasistha.
Vasistha consola il re dicendogli che l’attuale stato d’animo di
Rama (vairagya) è un segno che il principe è ora pronto per
l'illuminazione spirituale. Egli dice che Rama ha iniziato la comprensione profonda della verità
spirituale, ed è questa la causa della sua confusione attuale; ma ha bisogno di
una conferma; quindi il Saggio Vasistha chiede al Re di convocare il Principe
Rama.
HARI OM!
NADA-BRAHMA YOGA “OM”- IL SUONO ETERNO PRIMORDIALE
DA
STUDI ED ESPERIENZE DIRETTE DI ROBERTO
MATTEI CON IL SUO AMATISSIMO MAESTRO DI MANTRA YOGA, IL MAESTRO VEMU MUKUNDA,
SCIENZIATO NUCLEARE ALLA NASA - GRANDE MUSICISTA E VIRTUOSO DELLA VEENA, IL SACRO STRUMENTO DELLA DEA DELLE
ARTI SARASVARI. SPECIALISTA DELLA MUSICA CLASSICA TRASCENDENTALE “KARNATIKA “DELL’INDIA ANTICA.
Osservando la visione del Cosmo da un
punto di vista della tradizione indiana e della Filosofia dello Yoga in
particolare, questa visione dell’Universo viene presa in considerazione in
molti testi antichi (Upanishad, Veda, Purana); ritroviamo
quindi una visione dell’Universo che appare ai nostri occhi molto poetica e spirituale, anche se oggi trova sempre più
precisi riscontri scientifici.
Secondo la Filosofia Esoterica
indiana l’Universo è nato ed è scaturito attraverso la potenza del suono OM
che viene definito come il Big Bang, dalla scienza moderna, ma in quei tempi era definito come l’unica
grande eterna vibrazione che esisteva a livello immanifesto e poi si è
manifestata con la
Creazione.
(Senti
il CD: ”OM Il Suono Eterno” cantato da Swamji Chidananda Maharaj,
Presidente della Divine Life Society di Rishikesh, India, Maestro di Roberto Mattei.
Vedi anche il nostro sito cliccando su Chidananda, nella pagina:1 Maestri di
riferimento).
Il Cosmo viene chiamato Brahmandam.
Brahma significa la Suprema Realtà ;
Andam significa l’Uovo cosmico chiamato anche GARBHA-GRA poiché
anticamente il Cosmo veniva rappresentato con la forma di un uovo. Questo
perché l’uovo rappresenta, simbolicamente, la dimora circolare della Suprema
Realtà Divina, priva di angoli, di spezzature; è una omogeneità, una
completezza. Tutti gli esseri sulla
Terra nascono da un uovo.
GARBHA-GRA inoltre è il santuario più
interno, il centro di un tempio indiano, nel quale è racchiusa la principale
divinità del tempio stesso e come tale viene considerato “il recipiente
contenitore del Seme del Principio della Manifestazione Universale”… Poiché
tutto ciò che esiste era derivato da questo luogo, esso costituisce quindi un
centro di incommensurabile potenza, ben adatto alla manifestazione della
Divinità.
Il Brahmandam veniva chiamato anche il Brahmanpuram:
Puram vuol dire città, dimora, il
Cosmo e l’Uovo cosmico venivano intesi quindi come la dimora del Supremo. Il
corpo umano che è il microcosmo viene anch’esso chiamato il Brahmanpuram.
COME
E’AVVENUTA LA GENESI ,
LA NASCITA DEL
COSMO
Le antiche scritture dicono che da quel
vuoto infinito che sta al di là di tutte le cose è emerso il Cosmo con l’”UDGITA
” il Suono Supremo. E’scaturito così l’OM
e tutto l’Universo si manifestò di
conseguenza; è quel suono che permea tutto il Cosmo con la sua grande e
continua vibrazione vitale. Il suono che si è autogenerato, automanifestato.
La Sacra Sillaba OM è quindi un suono che racchiude in sé tutti i suoni; OM
li comprende tutti come il seme comprende la pianta. Da OM si sono formate
tutte le parole, tutte le vibrazioni, tutte le melodie. Om è la voce del
Divino!
In
principio era il Verbo (la parola) e la parola era con Dio, …e la parola era la
manifestazione di Dio stesso! OM è il suono di tutti gli elementi:Terra, Acqua,
Fuoco, Aria, Etere; è il rombo del
tuono, è il boato dei vulcani, è il sussurio del vento, è il rumore del mare, è
il mormorio dei fiumi, è il canto degli uccelli, è il vagito di un bimbo appena
nato…è la voce dell’uomo!
Nella
Cosmologia indù, OM è l’immagine dei tre aspetti divini di del Signore Shiva,
dal quale dipendono: La
Creazione , La Conservazione e La trasformazione di ogni cosa
vivente, esistente, (Distruzione, Trasformazione, Rigenerazione).
OM racchiude in sé le 3 Essenze divine: Esistenza (Sat), Conoscenza
(Cit) e Beatitudine (Ananda).
Om è la Perfezione della
Verità, della Saggezza, della Sapienza.
Om è la
parola del Divino, del Maestro, del Guru. E’ il Simbolo cosmico che racchiude l’Eternità nei
suoi tre aspetti: Passato, Presente, Futuro!
Om
rappresenta l’Immanenza, la
Potenza , e la
Trascendenza del Divino racchiuse e latenti in tutte le cose
esistenti nell’Universo intero, siano esse cose grossolane (materiali) o
sottili (energetiche - psichiche) o spirituali, visibili o invisibili,
organiche od inorganiche; evidenti essenzialmente nell’ essere umano
illuminato, Saggio, Sereno, Amorevole, con se stesso e con tutti!
“Om è il nostro vero
Nome!” Ripetendolo giornalmente, vengono poco alla volta potenziate le nostre
qualità mentali e risvegliate tutte le energie e facoltà interiori latenti in
ogni essere umano!
I Saggi illuminati dicono
sempre che “Qualsiasi Karma negativo può essere purificato ripetendo
assiduamente il Sacro Simbolo OM!!!”
Om rappresenta la vibrazione fondamentale, l'origine della
creazione, il Verbo del cristianesimo. E' detto anche Pranava (il suono
primordiale, il suono per eccellenza) e Aksara (imperituro).
Esiste un'intera Upanishad (la Mandukya-Upanishad )
dedicata ad esso.
Esiste un'intera Upanishad (
E'
composto da tre suoni: A, U ed M che corrispondono agli stati di veglia, sogno
e sonno profondo; il silenzio che segue corrisponde al quarto stato di coscienza
- Turiya, lo stato di beatitudine in cui l'individuo riconosce l'identità con
il principio fondamentale. Rappresenta anche l'assoluto nei suoi tre aspetti di
creatore (Brahma), conservatore (Visnu) e distruttore o trasformatore (Shiva). Il
canto dell'Om e la contemplazione sul
suo significato profondo portano grandi benefici e sono alla base della
disciplina del japa-yoga.
Il simbolo di Om si può visualizzare, durantela Meditazione , nello
spazio situato dietro il Centro tra le sopracciglia; si può percepirlo,
attraverso una visione psichica all’interno del Centro di Energia sottile, Ajna
Chakra, detto kshetram o punto di
contatto con il Divino in noi, “Il Maestro interiore”.
Om significa anche “Babul”, Padre e Madre allo stesso tempo!
Il simbolo di Om si può visualizzare, durante
Om significa anche “Babul”, Padre e Madre allo stesso tempo!
Ed è
potente un simbolo "mantrico",
indiano o buddhista.
Aum o
Om significa inoltre, l’Eterno e rappresenta in pratica la
ripetizione, il ciclo dell'universo nel tempo infinito
Tutti
i mantra lo contengono, come il seguente:
OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU…(che il mondo intero sia felice)
OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU… (che il mondo intero sia felice)
OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU… (che il mondo intero sia felice)
OM SHANTI, SHANTI, SHANTI … (pace, pace, pace!).
Tale Sacro Simbolo cosmico, variamente
stilizzato, è la lettera sanscrita corrispondente a quel suono specifico.
HARI
OM!!! (La parola Hari significa, Dio, Signore, Assoluto), quindi, le due
parole:
“Che Dio
ci Benedica tutti !”
IL
BRAHMAN-PURAM (il corpo umano) è
composto da cinque elementi:
OSSA...............TERRA
SANGUE.............ACQUA
CALORE.............FUOCO
RESPIRO............ARIA
VIBRAZIONE.........ETERE
Osservando il nostro corpo possiamo
realizzare che esso è costituito dagli stessi elementi che ritroviamo
nell’Universo e nel Cosmo.
Il quinto elemento è l’etere, la
vibrazione che pervade tutta la
Creazione , ed è quella “sostanza ” estremamente sottile che
si trova anche al di là dello spazio infinito e, nel contempo all’interno di
tutte le cose create; e similmente è riscontrabile nell’essere umano sottoforma
di Energia, la Vibrazione
eterna, l’OM il quale ci appartiene
come nostra vera natura…come Essenza spirituale, appunto!!!
Dunque il Mantra Yoga si prefigge lo
scopo di farci ritrovare e percepire questa potente vibrazione energetica che
sta all’interno di noi stessi e porla in sintonia con la Vibrazione Universale
Infinita.
Mettendoci in contatto con queste dimensioni
trascendentali attraverso il Mantra e la meditazione si può creare un
interscambio tra la propria vibrazione e la Vibrazione Cosmica.
E’ per questo che il Mantra Yoga viene utilizzato per purificarsi, accordarsi,
fondersi con l’Assoluto, la Grande Vibrazione Cosmica, rigenerandoci
immensamente.
Come possiamo scoprire questa
Vibrazione? Soprattutto attraverso la pratica del Mantra OM, degli altri Mantra Vedici, dei Bija Mantra e degli altri vari suoni a disposizione nel Cosmo,
tutti derivanti dal Sacro OM.
Possiamo anche vedere che le sette note
musicali e i sette colori dell’arcobaleno che esistono nel Cosmo sono stati
codificati creando le sette note che possiamo definire i Bija Mantra, i suoni seme dell’universo.
Attraverso l’emissione di questi suoni
eterni che esistono sia nel macrocosmo che
nel microcosmo, (nell’Universo e in noi) possiamo eseguire questa
pratica altamente trascendentale e ottenere, in tal modo, la possibilità di
scoprire la nostra vera dimensione spirituale
armonizzandoci con noi stessi e con gli altri.
Tale vibrazione, come già realizzato, esiste,
infatti, costantemente all’interno del nostro essere e al di fuori di noi, sia
a livello corporeo, sia a livello animico o spirituale; per tali ragioni,
risulta allora evidente che è possibile entrare in contatto psichicamente con
le altre dimensioni spirituali, per mezzo della meditazione, la preghiera, il
mantra Om, e gli altri mantra; (o la canalizzazione del pensiero positivo, il
Channelling,) in ogni luogo o direzione, essere o individuo, sulla Terra e nell’Universo
infinito.
Tale
realtà, insita in ogni individuo, è la nostra energia vitale, mentale, psichica
e spirituale che ci dona la vita e la capacità di intendere e di volere
determinando il nostro destino.
Con la
pratica costante e la sincera Meditazione sull’OM possiamo ritrovare e mantenere
l’equilibrio interiore, la Saggezza
e l’Armonia con l’Umanità intera, fino al conseguimento della Realizzazione del
nostro vero Sé , l’Illuminazione,
la fusione con l’Assoluto.
Il
Maestro Mukunda ci ricorda, inoltre, che Nel Brahman-puram, il corpo umano, vi è un
palazzo, una dimora che ha la forma di loto e questo castello contiene il VAYU, il soffio vitale divino che permea
l’Universo.
Il VAYU, come già detto, è anche parte del nostro essere, e dimora nel loto del cuore, (Anahata chakra)
Questo palazzo
ha cinque porte (cinque Prana ossia i cinque soffi vitali) che sono:
PRANA – APANA – VIYANA – SAMANA –
UDANA.
Queste
sono le cinque Forze vitali che regolano le funzioni del corpo e di tutto il
nostro essere.
Le
abbiamo già viste in precedenza nelle pagine: 5, 6, 7, 8.
HARI OM !
(Ajna Chakra, il Terzo Occhio, l'Occhio
della Saggezza)
E’ considerato
"Il Centro del potere spirituale illimitato" che si acquisisce
attraverso la pratica del Raja Yoga che conferisce Saggezza, Salute, Serenità e
Armonia individuale ed universale)
Il Grande Osho ci dice
a proposito:
"Siamo nati nella
Luce, siamo parte della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di
Quella Sorgente infinita di Amore universale; in un'altra dimensione
spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole infinitamente grande!
I Grandi Saggi di tutti i tempi ci ricordano infatti:
" La nostra coscienza è lo speciale centro di manifestazione dell'Energia
dell'Assoluto, Dio per uno sviluppo ed espressione sempre più piena e
benefica, consistente nella manifestazione di eventi che superano le condizioni
individuali precedenti, durante la vita sulla Terra.
Una manifestazione totalmente nuova che procede secondo una
sequenza ordinata. L'Eterno Creatore non può cambiare la Sua innata Natura divina; il
Suo Spirito pervadente continua ad operare negli esseri umani, secondo le leggi
del Karma.
Tale Sua Energia si manifesta negli individui in tutte le Ere
cosmiche, con lo scopo di produrre condizioni di vita sempre nuove e migliori;
tali da favorire l'evoluzione di tutti gli esseri sulla Terra e nell'Universo
Infinito! Alla realizzazione di tale progetto, tutti
gli individui sono chiamati a concorrere, sempre più consapevolmente,
durante la loro esperienza terrena.
Meditazione -
Consapevolezza - Saggezza
Oltre i vari rami preliminari, nell’Astanga Yoga di Patanjali,
che purificano e preparano l'essere umano, la Meditazione è il
culmine che conduce allo sviluppo di
tutte le nostre facoltà, o poteri psichici interiori. La Meditazione ci aiuta a
fermare il pensiero dall'andare su molteplici immagini, ricordi, turbe,
situazioni ed emozioni, incessantemente.
Tali facoltà si realizzano sempre più restando consapevoli del
nostro respiro calmo e profondo, in una postura comoda, con la schiena
eretta, mantenendo la visione interiore
della nostra Coscienza libera da qualsiasi pensiero e tensione.
Con la pratica assidua possiamo favorire, appunto, la
focalizzazione della nostra mente e
conseguire la totale espansione della nostra Coscienza realizzando: Salute,
Serenità e Saggezza
HARI OM!!! HARI
OM!!! HARI OM!!!!
A tutti i Carissimi Amici iscritti al nostro Master Internazionale
Formazione Insegnanti Yoga.
I saggi dicono che bisognerebbe "...Essere Uniti nella
Diversità", ma anche qui ci vuole apertura mentale da ambo i lati,
altrimenti come facciamo ad unirci con qualcuno che teme di essere
traviato? Infatti i saggi Maestri Yoga del passato e moderni dicono che
determinati percorsi li fa chi si sente pronto veramente…altrimenti non è
possibile procedere!!!
Mi riferisco anche al fatto che sovente la gente viene nelle nostre
scuole yoga cercando aiuto disperatamente, per vari malanni inspiegabili e
persistenti, ma poco dopo, affrontando vari argomenti e metodologie proposte
nei vari rami dello yoga - che richiedono “La messa in gioco di se stessi” e
l’abbandono a determinate pratiche, vari rinunciano a procedere, più per dei
blocchi mentali, che fisici…Che ci vogliamo fare? Significa che non sono
ancora pronti per questa
straordinaria “Avventura!”
Sono i misteri della psiche umana che può essere curata solo se
veramente ci mettiamo in gioco e ci sperimentiamo in vari modi nella vita,
soprattutto cercando di liberarci da qualsiasi condizionamento che ci blocca
l'evoluzione fisica mentale e spirituale...Inoltre, tutti i nostri
discorsi e quelli dei vari colleghi docenti, nel nostro Master, Insegnanti,
sono frutto esclusivo della sincera volontà di poter aiutare a comprendere la
realtà infinita della Filosofia Esoterica dell'India antica e dello Yoga, nel
mondo attuale.
Quindi, se la sete di Conoscenza del “Ricercatore nello Yoga”
è sincera, non puoi prescindere dall'osservare serenamente la variegata Realtà
nelle sue varie sfaccettature. Ti posso assicurare “Sincero ricercatore” che
man mano con l'espandersi della tua comprensione, conoscenza e livello di
coscienza, questa tua esperienza terrena ne trarrà grande vantaggio e serenità.
Dopo
le premesse dei capitoli precedenti…Eccovi, quindi, la versione in
Italiano di un discorso straordinario, di un ispirato Maestro di Mantra
Yoga, Jay Uttal (Musicista, compositore e cantante occidentale), che ha avuto,
appunto il buon Karma di incontrare, a sua volta un grande Maestro indiano che
lo ha aiutato a canalizzare la sua grande energia interiore ed a condurlo in
cammino di evoluzione ed ispirazione artistica e devozionale.
Ovviamente ho cercato di rendere comprensibili alcuni
termini in sanscrito, utilizzati dal Maestro Artista e reso,
quindi, più adeguato al nostro Corso Internazionale di Formazione
Insegnanti Yoga. Ma sarà interessante sentire anche il discorso in
Inglese, direttamente dalla sua voce; abbiamo vari suoi CD che alcuni di voi,
credo abbiano già ascoltato; gli altri li potranno avere.
Le intuizioni e le parole che escono dal cuore di Jay Uttal,
in questo bellissimo suo discorso, in un concerto, davanti al suo folto
pubblico, sono state, a suo tempo, molto significative anche per me.
Il suo amato Maestro indiano è un grande essere ispirato e tutti
possiamo usufruire di questo fiume di Saggezza infinita, se solo sappiamo
aprire i nostri canali e la nostra anima... Senza dubbio, questo lavoro sarà
utile a tutti per una sempre maggiore comprensione delle straordinarie
metodologie del mondo dello Yoga. Sicuramente sarà karmicamente utile a
tutti comprendere sempre meglio i messaggi di questi illuminati personaggi che
con tanta passione cercano di trasmetterci le loro sublimi esperienze! Buona
lettura e riflessione a tutti!!!
Saluti Sinceri, Roberto Mattei
*************************************
INTRODUZIONE ALLA PRATICA DEL BHAKTI YOGA E
DEL KIRTAN (MANTRA) DEL MAESTRO JAI UTTAL - IN OCCASIONE DI UN SUO
CONCERTO IN PUBBLICO.
ATTRAVERSO LE SUE ISPIRATE PAROLE, JAI
UTTAL TRACCIA UNA BELLISSIMA SINTESI DELLO YOGA IN GENERALE, DEI MAESTRI
INDIANI, DELL’ IMPORTANZA DEL MANTRA E DEL BHAKTI YOGA, NONCHE’ DEL
SIMBOLISMO PROFONDO DEGLI ASPETTI DEL DIVINO, NELLE
SUE DIFFERENTI MANIFESTAZIONI NELL’UNIVERSO.
La traduzione in Italiano è stata realizzata grazie alla preziosa
collaborazione di Cristina Candioli – nostra amica e socia (di
madrelingua inglese) - iscritta al Corso Internazionale di Formazione
Insegnanti Yoga, organizzato dalla nostra Associazione, sotto il Patrocinio del
Comune di Roma, Regione Lazio, UISP Roma e CONI. La nostra Scuola è inoltre
certificata dalla C.U.I.D.Y., Confederazione Ufficiale Italiana dello Yoga;
la E.Y.F., Federazione Europea Yoga
ed il World M.Y.A. Movimento Mondiale per la Diffusione dello Yoga e
l’Ayurveda. Nel secondo brano del C.D. Jai
Uttal canta i primi versi del Mantra:
"...Hari Om!...Hari Om!
...Guru Om!...Guru Om!...Sia Ram! Sia Ram…"
Poi inizia a parlare al pubblico conveuto al concerto:
"...Salve a tutti! Il mantra che ho appena cantato è un
invito ed una invocazione agli Spiriti guida, ai cari amici, agli Angeli e a
tutti coloro che ci aiutano, affinché si uniscano a noi nella pratica del
Kirtan. Quando pronuncio le parole “...Sia Ram”...dico: io vedo Sita, la Divinità
infinita che si manifesta nella Creazione, e vedo Ram, Colui che
tutto pervade, la fonte non manifesta di tutta la Creazione. In ogni
volto che osservo, in ogni sguardo che incontro io vedo Sita e vedo Ram, e
quindi vi dico “Namasté”, benvenuti, benvenuta a Sita e benvenuto a Ram! Quando
canto “Om Guru, Om Guru” chiedo al mio Guru e al Principio del Guru Universale,
che è quella energia che ci conduce verso la luce, Colui che rimuove l'oscurità
interiore nelle nostre coscienze...di venire presso di noi, di cantare
attraverso di me, attraverso noi tutti, per insegnarci e portarci verso la Saggezza e la Luce interiore.
Molti secoli fa, in India, vivevano degli esseri straordinari
chiamati Rishis, o sapienti, che svilupparono dei sistemi in grado di
portare l’essere umano a più diretto contatto con i diversi piani d’esistenza
elevandoli fino ai massimi livelli di Coscienza Superiore. Questi sistemi, che vennero chiamati Yoga,
aiutavano gli esseri umani ad accordare le loro menti, i loro corpi, le loro
vite e le loro anime...Erano pratiche volte ad armonizzare le energie del
corpo, a essere più in accordo con la natura e le sue forze, e miravano a
calmare la mente ed a focalizzare il respiro. Molte di quelle pratiche sono
andate perdute; oggigiorno molti pensano allo yoga come ad un sistema di
esercizi puramente fisici, ma in realtà lo Yoga, nei suoi vari rami e
metodologie, è davvero molto di più! Riguarda tutto il nostro essere, lo scopo
della vita e la relazione con il Se Universale!
Tutti gli Yogis avevano compreso che una delle parti più
importanti dell’essere umano è il cuore, centro delle emozioni. Possiamo
allenare il corpo come forsennati, possiamo diventare ultra intelligenti, ma
che fare delle nostre emozioni? Le emozioni sembrano nascere e morire,
procedono incessanti come le onde del mare e nessuno sa mai cosa avverrà
delle proprie emozioni. Cerchiamo di controllare le nostre emozioni,
tentiamo di nasconderle, di reprimerle, ma gli antichi yogis sapevano bene che
questa non era la maniera giusta. Sapevano che le emozioni hanno un ruolo
cruciale nel portare gli uomini verso una divina consapevolezza, e le emozioni
sono un potenziale enorme! Ed è per questo che è necessario imparare a gestirle
al meglio, per il bene nostro, dei nostri cari e dell'umanità tutta...
Quindi, piuttosto che
sbarazzarci delle emozioni dobbiamo utilizzarle perchè sono il nostro
carburante, la nostra energia. Le emozioni sono ciò che Dio ci ha dato per
parlare con lui! E cosi nacque il Bhakti Yoga.
La parola bhakti viene in genere definita come devozione, anche se
credo che in Occidente abbiamo una visione ristretta del suo significato. Per
devozione noi intendiamo in genere sottomissione o asservimento, ma in India,
il paese da cui proviene questa tradizione, il termine bhakti indica, e credo
in maniera più accurata, una relazione che sia la nostra relazione con il
Divino, la nostra personale relazione con la nostra anima o con l’Universo
infinito, con l’Assoluto. Inoltre tutte le emozioni che entrano in gioco in
queste relazioni sono valide, sono emozioni che vengono toccate,
purificate ed elevate nel Bhakti Yoga.
Sappiamo che quando ci innamoriamo l’amore non è affatto un
sentimento monocromatico! Chi tra noi è stato innamorato sa che l’amore ha
innumerevoli colori, e tante sfumature...Nell’amore c’è il desiderio, la paura
– c’è tanta paura nell’amore! C’è la gelosia, la ricerca
dell'altro, dell'altra...c'è lo struggimento per l’altro! L’amore contiene l’estasi e la magia
assoluta dell’attimo nel quale l’individuo si dissolve nell’infinita unità...
Sono tutti aspetti dell’amore.
Allo stesso modo nel Bhakti Yoga noi abbracciamo l’intera gamma
delle emozioni, e troviamo infatti molte pratiche nel Bhakti; questo perché gli
yogis ritenevano che la sfera delle emozioni fosse qualcosa di immenso,
senza limiti; infatti riguarda tutti i nostri sentimenti, la nostra mente,
la nostra psiche...la nostra anima! Quindi non c’era una visione
circoscritta negli insegnamenti di questi grandi maestri del
passato o contemporanei...Loro dicevano che puoi danzare con Dio, puoi
preparare del cibo per Dio, sentire uno struggente amore per Dio, scrivergli
delle poesie, dipingere per Lui... poiché, dopotutto, chi è Dio, se non
l’intera Creazione che si manifesta
intorno a noi!?! Ma, forse più importante di ogni altra cosa, noi possiamo
cantare con Dio! Ed è da ciò che deriva il Kirtan, i canti che ascolterete
su questo album e che canteremo insieme.
Il “Samkirtan” (La pace interiore che sgorga attraverso il canto ed
eleva l’anima), è il processo del cantare che origina dal cuore e non dalle
labbra o dalla lingua solamente, ma è l’espressione della gioiosa commozione
che scaturisce dal cuore quando la gloria di Dio e della Sua Creazione
viene ricordata nel canto…
Solo in tal modo si realizza la spontanea manifestazione
dell’estasi interiore che non bada alla lode o al biasimo, non ricerca
l’ammirazione o l’apprezzamento degli ascoltatori, ma solamente cantare per la
propria gioia e soddisfazione di esprimere tutto se stesso in questa straordinaria forma che tocca profondamente
la nostra anima e tutto il nostro essere!
Solo il “kirtan” (canto), di questo tipo superiore può chiamarsi
“Samkirtan”! Il Kirtan, quindi, include la ripetizione degli innumerevoli nomi
delle tantissime divinità, sia maschili che femminili del vasto Pantheon
indiano. Nell’Induismo, la tradizione dalla quale viene questa pratica, tutti i
nomi sono considerati dei Mantra potentissimi e degli strumenti antichissimi
per svelare quel profondo canyon, misterioso e sconosciuto, che contiene tutte
le nostre emozioni e aspirazioni. E
quasi non importa quale nome scegliamo, quale mantra cantiamo, sono tutti un
canale per le nostre aspirazioni o preghiere inespresse, un mezzo per navigare
il “Fiume della vita” e per addentrarci nell’acqua che ci conduce a quella
Fonte cosmica, divina e infinita…
Il Kirtan viene quindi praticato da tempo immemorabile, da milioni
di persone...da svariati secoli...ed ogni parola si è arricchita di infinita
energia! Ritengo che nel tempo la musica sia cambiata parecchio, molta musica
che faccio io è moderna eppure i Mantra e le parole che recitiamo vengono
cantate da secoli e secoli. Questi Mantra venivano cantati da persone che lodavano Dio pieni
d’estasi, da chi piangeva disperato, da chi sedeva e con infinita pazienza
ripeteva il nome di Dio; tutti alla ricerca della connessione dei loro cuori
con quel Grande Infinito Cuore! Molti di noi occidentali non sono abituati
a cantare, si vergognano e si sentono inibiti quando cantano di fronte ad
altri.
Nella vita molti di noi non sanno come esprimere le proprie
emozioni; normalmente abbiamo a disposizione solo una gamma ristretta di
emozioni che ci possiamo permettere di provare, e nelle quali ci sentiamo a
nostro agio. Eppure, wouh! Abbiamo così tanto dentro di noi!
E più riusciamo a esprimerci...più riusciamo ad aprirci al mondo e
alla vita, più riusciremo a liberarci dalle tensioni, dalle ansie e dalle preoccupazioni...e
più diventeremo ricchi interiormente! Tutti noi, le nostre vite ed i nostri
cuori e la nostra mente, allora, si
espandono, si elevano sempre più!
Ed il canto è uno strumento così incredibile e potente per liberare
le emozioni che molti non conoscono neanche! Solo così avviene che la voce,
unita ad un respiro a pieni polmoni, tocca direttamente quel pozzo interiore
delle emozioni e delle turbe mentali, purificandoci...
All’inizio, ribadisco, quando cantiamo, potremmo sentirci
intimiditi...anche a me capita quando inizio a cantare…poi si comincia e
gradualmente le nostre “finestre chiuse” interiori si dischiudono; la porta del
cuore si apre e maggiormente riusciamo ad allontanare le nostre inibizioni, il
nostro auto-giudizio, le nostre autocritiche, e, finalmente il nostro ego si
quieta...e allora entriamo sempre più in uno stato di pace, di armonia
interiore e con tutti…Ad esempio, all'inizio, ci preoccupiamo di come
sembriamo quando cantiamo, ci preoccupiamo di chi ci ascolta…poi, iniziando,
man mano, ci si abbandona alla pratica e sempre più l’esperienza diventa entusiasmante e ricca di
sensazioni profonde! Per alcuni di noi questa esperienza può sembrare molto
strana, nuova ed esotica, ma vorrei lo stesso invitare voi tutti a provarla, a
sperimentarvi e, se possibile, mettere da parte per un attimo la nostra, la
vostra mente analitica e iniziare a cantare!
La cosa più importante, ripeto, è non essere critici con voi
stessi; tutto ciò che provate è assolutamente valido, è assolutamente perfetto!
A volte cantando, io metto la mia mano sul cuore e ascolto la vibrazione
prodotta dalla mia voce, lì, proprio sul centro del mio cuore...e sento in
tutto il mio essere l’energia che cresce...e allo stesso tempo canto più forte,
più intensamente...e canto esternamente le parole e canto anche internamente
con passione...E sempre più, tutto questo, molto dolcemente, mi conduce verso
quel luogo…verso quel vasto “Oceano” di sensazioni divine racchiuse dentro
me…dentro di noi. E quando parlo di “sensazioni divine” intendo tutte le
sensazioni, umane e divine, divine e
umane che sono dentro tutti noi! ...Quindi, perché riteniamo che ci possa
essere una qualche differenza in tutte queste nostre manifestazioni
interiori? Ho sentito per la prima volta il Kirtan da adolescente, a New York.
Abitavo a Manhattan e quando sentii degli album di musica folk e tradizionale
indiana tutto ciò mi catturò totalmente!
...Furono i suoni e le voci a rapirmi e a sollevarmi e, più di
tutto, quell’incredibile anelito e desiderio di pace...di amore...di
sublime....che udivo nel loro canto. Cosi, all’età di 19 anni andai in India e
tra tutte le cose meravigliose che mi accaddero la più incredibile fu
l’incontro con un santo indiano, un Guru chiamato Neem Karoli Baba. Era un uomo
semplicissimo per moltissimi aspetti; indossava un telo bianco e sedeva su una
panca di legno, mentre sorrideva e parlava e ripeteva il nome di Dio, diceva:
Ram, Ram, Ram! Ma la sua presenza era così magnetica e potente da
riuscire a toccarmi profondamente nel cuore ed a stravolgermi interiormente,
profondamente!
Questo Maestro mi illuminò la mente ed il cuore e mi fece
intraprendere un nuovo sentiero di vita...Attorno a Maharaj, (il titolo
onorifico di un Guru illuminato) risuonavano le voci di persone che cantavano
Samkirtan; si sentivano anche da lontano, per le strade anche attraverso gli
altoparlanti, e la sua musica era cosi appassionata e commovente che volevo
ascoltarla sempre più! E desideravo solo imparare a conoscerla meglio. E mentre
sedevo accanto a questo Santo uomo, che era l’incarnazione di un vastissimo
Amore, tutte le benedizioni di questo meraviglioso essere spirituale toccavano
il mio cuore in una maniera che è impossibile a descriversi.
E così ascoltando il Kirtan tutto il
tempo appresi un modo per esprimere ciò che era racchiuso nel mio cuore.
Oltre a tutto ciò, il mio Guru Maharaji
adorava il Kirtan e quando cantavamo tutti insieme sentivo che, allo stesso
tempo, stavamo donando qualcosa a lui e allo Spirito universale e nel
contempo ricevevamo tutti grande energia interiore, grande passione.
E ciò accade perchè, quando apriamo
i nostri canali psichici, a noi viene regalata ogni cosa...Dio ci dà il
nutrimento interiore, ci da il respiro e la vita! Quindi, che cosa possiamo donare noi in
cambio a Dio? Maharaji mi ha
benedetto donandomi la Bhakti !
(La devozione sincera, profonda…). Egli ha piantato in me i semi della Bhakti,
ha attivato in me una grande energia! E mi ha fornito degli strumenti per
continuare a far crescere quei semi. Mi sento molto fortunato di aver ricevuto
tutto questo e di poterlo condividere con voi...
Al alcuni di voi potrebbe sembrare sconcertante cantare canzoni
dedicate a centinaia di diverse divinità indiane, maschili e
femminili. Divinità con la testa di elefante! Divinità con il viso da
scimmia! Dee con otto braccia e Dee che cavalcano delle tigri, dei cigni e
altro ancora! Ma tutto ciò è profondamente insito nella
molteplicità dei simboli divini nella tradizione induista. Dopotutto
perchè dovremmo ritenere Dio come qualcosa di diverso rispetto al creato, a noi
stessi, ai nostri cari e alle persone che conosciamo ed a tutti gli esseri!?!
Come esseri umani noi abbiamo innumerevoli sfaccettature, tanti
aspetti e volti, abbiamo tanti modi di essere nel mondo e innumerevoli
colori sono racchiusi dentro di noi… Non
è lo stesso per Dio…nelle Sue varie espressioni di Manifestazione e di Potenza?
Io credo che l’ Essere Universale, l’ Unità universale, si manifesti in maniera
che noi possiamo relazionarci con Lui, o con Lei, in particolar modo con tutta
la gamma delle nostre diverse emozioni che proviamo.
...Tra le mie divinità preferite, e tra i miei migliori amici, per
me c’è Hanuman, il Dio dal volto di Scimmia! (...questo ovviamente è un simbolo
che si rifà agli antichi abitanti primitivi di quelle regioni, di colore
scuro). Hanuman è un essere così vasto...così imprevedibile e misterioso,
che è quasi impossibile descriverlo con poche parole! Hanuman è il simbolo
della totale abnegazione, della devozione e del servizio assoluto, al Divino!
Hanuman è pronto a fare qualsiasi cosa
per Dio...per servirlo!
Lord Hanuman mentre canta il Mantra in onore dell’amato Signore Rama:
“Sri Ram Jay Ram” - Leggete il Ramayana e rimarrete affascinati
dalla potenza della Devozione!!! Allo stesso tempo, però, è anche un
ferocissimo guerriero; è l’ acerrimo nemico dei demoni dell’ignoranza,
dell’egoismo, della violenza e di coloro che manifestano la totale
noncuranza dell’Io Supremo!
Questo dimostra che ci sono moltissimi contenuti da
considerare per comprendere i differenti aspetti delle divinità dell’Induismo.
Hanumam è il figlio del Dio del Vento, del Soffio Divino ed è conosciuto anche
come il Respiro di Ram! La Forza
vitale, l’Energia cosmica che ci collega a Dio, all’ Infinito!
Ganesha, il Dio dal volto di Elefante, poi, è tra le divinità più
popolari in India e anche tra i più conosciuti in Occidente; anche questo
carico di simbolismo! Ganesha viene sempre invocato all’inizio di ogni impresa
e di ogni prova perchè è il Dio che rimuove gli ostacoli.
Ganesha è il depositario della Saggezza e conferisce la Conoscenza divina, è
dotato di pazienza infinita e rappresenta anche l’elemento Terra, le radici.
Infatti, viene detto: ”...Come possiamo procedere e andare avanti nella vita
finché non abbiamo fatto pace con le nostre radici, le nostre fondamenta”?
...Nel mio CD ci sono anche parecchi Kirtan dedicati a Radha e Krishna,
Radhe e Govinda e Radhe e Sham. Radha e Krishna sono gli amanti divini; Radha è
la Dea ,
l’incarnazione di tutti i sapori e gli aromi dell’amore…è il momento in cui il
cuore è in piena fioritura e i frutti più carichi sono pieni di nettare...
Questo è il simbolismo
di Radha! E Krishna, detto anche Govinda, o Sham, (colui che da la gioia,
l’amico interiore Divino) è la forza assoluta e non manifesta della
Creazione, del Creatore! E' la
Divinità vista come il nostro più intimo e caro amico/a!
Quando pensiamo, quindi, a Radha e Krishna, Radhe e Govinda, Radhe
e Sham, ci riferiamo agli aspetti più romantici delle emozioni umane che
rappresentano il nostro intimo, quel luogo interiore nel quale desideriamo,
aneliamo ricongiungerci con l’Amato, e insieme al nostro
prediletto, ci distacchiamo da tutti i nostri attaccamenti e
desideriamo solo, vicini volto a volto, abbracciare l’Amato, l’Amata…
Quando Krishna suonava il flauto tutti coloro che sentivano tale
melodia perdevano ogni attaccamento verso i problemi dell’esistenza terrena,
tutto si dissolveva come fumo, come vapore, e diventavano Radhe, Radha…esseri
pieni di amore per tutto e tutti!
In India, nell’area nella quale Krishna e Rada vengono ancora
adorati, le persone sono solite rivolgersi tra di loro salutandosi e
chiamandosi: Radhe! Radhe! E’, infatti, un altro modo di dire Radha. Non si
salutano, quindi, dicendosi: Ciao John, Jo, Mary ecc. bensì dicono:
“Radhe! Radhe! Radhe!” Chiamandosi in tal modo con il nome
della Dea, chiamandosi amato, amata. Questo perchè noi siamo tutti gli amati di
Dio e tutta la Creazione
è il desiderio della Dea di
ricongiungersi con Dio…
Troviamo poi il Dio Shiva, il
Distruttore, il Trasformatore!
Colui che rappresenta l’Energia primordiale della trasformazione!
Shiva...Mahadeva (Il Grande Dio), sono tutti i diversi nomi di Shiva; ed ancora:
Natàraj, (Il signore della Danza Cosmica), Shivaraj, (il Fausto
Signore dell’Universo); sono i tanti nomi per indicare quella potente onda di
trasformazione continua, il maremoto ed il vento del cambiamento; il Grande
fuoco che purifica e trasforma tutto l’Universo, nelle sue molteplici
espressioni e manifestazioni! Shiva è tutto ciò!
...E' quella potentissima forza che produce mutamento..! E ci
riferiamo a lui come al Distruttore perché cancella ciò che è scritto sulla
lavagna così che nuove opere possano essere scritte! Egli distrugge tutto
affinché la rinascita possa avvenire all’istante.!
Ed è tutto ciò che accade dentro di noi, ogni secondo, in
ogni millesimo di secondo, in tutte le nostre cellule, in tutto il nostro
essere...in tutti gli esseri sulla nostra Terra e nell'Universo
infinito! ...Creazione, Conservazione, Distruzione e Trasformazione!
OM NAMAH SHIVAYA!
OM NAMAH SHIVAYA! OM
NAMAH SHIVAYA!
In questo CD abbiamo anche dei mantra rivolti a Durga, a Kali, che
sono entrambi sinonimi della Divinità vista sotto l' aspetto del
Principio femminile creatore manifesto; Durga e Kali ci possono aiutare a vincere la collera, la
furia distruttiva e tutti quegli aspetti e tendenze più negativi della
personalità e dell'animo umano! Durga, Kali, Parvati, Shakti e molti
altri sono i vari nomi dell' Energia femminile, la manifestazione nel
fenomenico del Principio creatore, considerata anche la sposa di Shiva.
Nei vari dipinti o sculture indiani Kali e Durga vengono raffigurate mentre cavalcano
tigri e cavalli e vanno alla carica nella battaglia; impugnano le armi per
distruggere, recidere, estirpare, appunto, gli aspetti negativi del
nostro ego; per questo esse hanno
delle espressioni feroci sul volto.
Kali brandisce la spada ed è coperta dal sangue della testa recisa
dell’ego; a volte la Madre
universale si manifesta totalmente piena d’ira, perchè il potere del nostro io,
del nostro ego è così forte, distruttivo, tenace e ingannevole che produce
tanto male tra gli esseri umani, tra noi…i suoi figli!
Ma questi simbolismi sono utili a comunicare tali messaggi anche
alle genti umili, non colte…perché tutto è utile e necessario per il
raggiungimento della nostra liberazione; la Dea ci aiuta così a diventare liberi dalle
negatività interiori ed elevare il nostro spirito...Si narra infatti che quando
guardiamo davvero intensamente negli occhi di Kali... "negli occhi del
mondo..." allora tutte le brutture del mondo, le nostre brutture e
tutti gli orrori umani si tramutano nella "Visione meravigliosa
del Suo volto" che diviene di una mirabile bellezza e Luce assoluta!
E' la meraviglia della
Creazione intorno a noi!
...Sì, perché tutti gli esseri in questo nostro Mondo meraviglioso
e nell'Universo infinito, sono una straordinaria, fantastica
Manifestazione del Brahman, L'assoluto, Dio Creatore!
…Ed io ritengo che sia proprio questa l’essenza della Bhakti, della
Devozione sincera che tutti dovremmo sviluppare e percepire dentro di
noi!..Questa è la vera essenza, il vero cuore di questa pratica, che tutti i
mistici, ovunque in ogni angolo della Terra, hanno sentito e
percepito intensamente! E nella quale dovremmo abbandonarci tutti
totalmente!
...Personalmente, ogni volta che canto e
recito un Mantra o Samkirtan, in onore di Krishna, Shiva, Hanuman,
Ram, Sita o altri divini Archetipi, dico anche una preghiera: ... “Che la mia
volontà personale, il mio ego, si dissolva nella Grande Volontà Unica,
nell’Immensa e divina Coscienza Universale…Che io possa offrire a Te Oh
Signore, a Voi Oh Dei, tutti i miei desideri, i miei sogni, le mie motivazioni
e ragioni...tutto!...E che sia fatta la Tua Volontà , Oh Signore infinito!...Non la
mia!"
Il Maestro Jai Uttal, si conceda dai suoi ascoltatori e da
tutti noi, con le intense frasi conclusive, il sincero Auspicio,
ed eseguendo il famoso saluto indiano, Namasté!:
" In tutti i contenuti di questo mio
discorso, ho cercato umilmente di dare un accenno al ricco simbolismo di
ogni personaggio, divinità e figura emblematica della ricca cultura Vedica, contenuta
nella Filosofia esoterica dell'India antica, di modo che tutti voi,
gentili amici qui convenuti, possiate cogliere l'essenza di questa
straordinaria pratica (Swadhyaya = studio dei testi, sacri della Conoscenza, di
sé e del Sé Supremo, attraverso la pratica del Mantra, dei Kirtan e la Meditazione ). Tutte
pratiche purificatrici che l'umanità intera dovrebbe eseguire assiduamente
e con passione per rendere migliore e più sacra la vita individuale, e di
tutti gli altri esseri sulla nostra meravigliosa Madre Terra!
Questa è l'Essenza del cammino Yoga!
Questo è il Cuore e lo scopo di tutta la nostra ricerca nella vita!...E quando
canto e suono mi viene spontaneo pensare al mio amato Guru, Neem Karoli Baba Maharaj;
…per me il vero canale che mi conduce al Mondo e a Voi tutti, qui oggi convenuti!...Tutto
l’Universo è racchiuso anche nel mio cuore, nel nostro cuore, dove risiede il
nostro Sé divino, il Guru individuale e universale...che io saluto
riverente in voi tutti:...Namasté!!!"
HARI OM! HARI
OM! HARI OM!
(Che Dio vi Benedica Tutti!!!) Jay
Uttal
La parola Namasté, o Namaskar
E’ un saluto originario dell'India e viene usato
comunemente in molte regioni dell'Asia. E' utilizzato sia quando ci si incontra
che quando ci si lascia. Viene accompagnato dal gesto di congiungere le mani,
unendo i palmi con le dita rivolte verso l'alto, e tenendole all'altezza del
petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col
capo. Nella cultura indiana, questo gesto è un mudra, un gesto
simbolico utilizzato nello Yoga nella asana Pranamasana, posizione
della preghiera o posizione del saluto; o nella pratica
del Saluto al sole, all'alba ed al tramonto...
Namaskar è una variante usata per esprimere particolare deferenza.
La parola Namasté letteralmente significa "mi inchino a
te", e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con
reverenza) e te, (a te). In una valenza più spirituale però,
significa: saluto, (mi inchino a) le qualità divine che sono in te; ed ancora:
mi inchino alla luce del Dio che c'è in te! In sostanza, dunque, il significato
ultimo, è quello di riconoscere la sacralità del Sé supremo insita
in ogni essere umano. (Spesso, però, quando la mente di molti
individui è totalmente offuscata e turbolenta, con contenuti
psichici negativi e pieni di risentimento e violenza) è quasi impossibile
per un simile individuo, una tale sublime percezione...)
(Adattamento
di Roberto Mattei – Yogacharya Ananda Shiva)
(IL
C.D. in originale, in Inglese, con le musiche ed il discorso di Jai Uttal,
è disponibile, free, presso la nostra sede – portate la vostra pen-drive)
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Da aggiungere i Klesha, le radici delle sofferenze nella vita
–
Effettuare lo studio del Kundalini Yoga, di Shivananda – Voi
siete Pura Coscienza e La
Verità che Libera, di Chidananda – I Chakra, ed il Saluto al
sole di Satyananda – Il Pranayama, Dinamica del Respiro, di A. V. Lisebeth
- La Bhagavad Gita , di
Aurobindo – Le 5 Upanishad fondamentali – Il Ramayana.
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I SEGRETI DEL DNA SVELATI – KUNDALINI YOGA E I POTERI
DELLA MENTE
Il DNA umano funziona come una specie di "Internet
biologico", ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Nuove
ricerche scientifiche in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano
fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a
distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle
persone e molto altro.
In più si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, SENZALA NECESSITA'
di prelevare e reintrodurre singoli geni. Soltanto il 10% del nostro DNA serve
a produrre le proteine, ed è questo 10% che viene esaminato dai ricercatori
occidentali. Il rimanente 90% viene considerato "junk DNA", DNA
spazzatura...
In più si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, SENZA
(Vedi i Mantra nello Yoga, le
litanie e le preghiere di tutte le tradizioni religiose)
Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% a caso, hanno esplorato questo 90% del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari!
Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90% "inutile") segue le stesse regole di tutte le lingue dell'uomo.
A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base di grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell'uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.
Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% a caso, hanno esplorato questo 90% del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari!
Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90% "inutile") segue le stesse regole di tutte le lingue dell'uomo.
A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base di grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell'uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.
(Il grande Swami Muktananda, della tradizione Siddha, parla della
Matrika Shakti, la Kundalini ,
la Matrix
divina che compenetra l'universo e tutti gli esseri che può essere influenzata
beneficamente da suoni e vibrazioni trascendentali, tipo i Mantra appunto o i
canti mistici tradizionali di vari popoli).
Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che "i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico che usa radiazioni laser di DNA endogeno." Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l'informazione genetica stessa.
Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che "i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico che usa radiazioni laser di DNA endogeno." Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l'informazione genetica stessa.
Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.
La sostanza del DNA (nel tessuto vivo, non in provetta) reagirà sempre a questi raggi modulati e addirittura alle onde radio, se vengono utilizzate le frequenze giuste. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro DNA reagire al linguaggio è perfettamente naturale.
(Esattamente come hanno sempre affermato i saggi Rishi indiani e
Shamani dei popoli antichi, a proposito dei Mantra e canti propiziatori
incantatori e simili che accompagnavano sempre le loro pratiche spirituali, di
guarigione e qantaltro!)
Mentre i ricercatori occidentali prelevano singoli geni dalle eliche del DNA e li inseriscono altrove, i russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici. Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un DNA particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni di DNA! Così le informazioni sono state trasmesse senza gli effetti collaterali che possono manifestarsi quando si prelevano e reinseriscono dei singoli geni dal DNA.
Quindi è stato provato ciò che i maestri spirituali sanno già da tempo. Ovviamente la frequenza utilizzata deve essere quella giusta. Per questo motivo non tutti otteniamo lo stesso successo. Ogni individuo deve lavorare sul proprio processo e sviluppo interiore per stabilire una comunicazione conscia con il DNA. Più sarà alta la consapevolezza di un individuo, meno ci sarà la necessità di un congegno, e si potranno ottenere questi risultati da soli. La scienza finalmente finirà di prendersi gioco di queste idee e confermerà e spiegherà questi risultati. E non finisce qui.
I ricercatori russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un "tunnel spaziale"! Questi tunnel sono l'equivalente microscopico dei cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" in prossimità di buchi neri (lasciati da stelle estinte). Sono dei collegamenti tra aree completamente diverse nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. l DNA attrae questi pezzi d'informazione e li trasmette alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento. Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo rendono inefficace l'ipercomunicazione, o le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.
(Si evidenzia che la
Forza del Pensiero Positivo è realmente Vincente!!!
Esattamente come di dice nello Yoga Nidra, a proposito del Sankalpa!)
Un esempio di ipercomunicazione lo troviamo, per esempio, nel mondo
degli insetti. Quando la regina di un formicaio viene separata dalla sua
colonia, le formiche lavoratrici continuano il loro lavoro secondo un piano
preciso. Ma se la regina rimane uccisa, tutte finiscono di lavorare; nessuna formica
sa più cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i suoi "piani di
costruzione" anche se è lontana, attraverso la coscienza di gruppo dei
suoi sudditi. L'importante è che sia viva. Negli uomini, spesso si ha un
fenomeno di ipercomunicazione quando improvvisamente si trova l'accesso a
informazioni al di fuori della propria conoscenza. Questa ipercomunicazione
viene vissuta come ispirazione, intuizione o trance. Il compositore Giuseppe
Tartini per esempio una notte sognò il diavolo seduto accanto il suo letto che
suonava il violino. La mattina successiva Tartini fu in grado di ricordarsi
esattamente lo spartito e scriverlo: ne risultò la sonata "Il trillo del
diavolo".
(Attraverso le intense pratiche di Mantra e Meditazione
trascendentale, ai sinceri e assidui praticanti si manifestano,
infatti, svariate siddhi, i poteri extrasensoriali
come: chiaroveggenza, telepatia, visione onirica e Percezione
extrasensoriale, channeling e molte altre...)
Un infermiere 42enne per molti anni sognò una situazione nella
quale era collegato a una specie di enciclopedia sotto forma di CD-Rom. In quei
sogni gli venivano trasmesse delle conoscenze di ogni genere, e la mattina
seguente era in grado di ricordare tutto. Gli arrivò un flusso enorme di
informazioni, e sognava per lo più dettagli tecnici che erano al di fuori della
sua conoscenza. Quando vi sono questi casi di ipercomunicazione, si possono
osservare dei fenomeni sovrannaturali nel DNA. Gli scienziati russi hanno
irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è
formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva
sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l'energia al di fuori dello
spazio e del tempo continua a passare attraverso i tunnel spaziali attivati anche
dopo la rimozione del DNA.
(I Saggi Yogi, da sempre dicono, appunto, che le potenti
emissioni del nostro pensiero, se ben dirette si fondono nella "Cronaca
dell'Akasha cosmica" e di conseguenza ritrasmesse nella coscienza di un
sensibile ricevitore)
Gli effetti collaterali più frequenti nell' ipercomunicazione sono
dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici
possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il
campo elettromagnetico si dissolve, l'apparecchio ricomincia a funzionare
normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l' ipercomunicazione.
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza. (Proprio come affermavano gli antichi Saggi).
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l' ipercomunicazione.
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza. (Proprio come affermavano gli antichi Saggi).
Senza un'individualità distinta la coscienza collettiva non può
essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato
primitivo di istinti primordiali. L'ipercomunicazione nel nuovo millennio
significa una cosa ben diversa. I ricercatori pensano che, se gli uomini con
piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità
di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio! E
l'umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva. ll
tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da parte di un solo individuo, ma l'impresa potrebbe
riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene).
Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra
(frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel
nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando
alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un
laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo.
Una civiltà moderna che sviluppa questo
tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d'inquinamento ambientale, né di
risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe
controllare automaticamente e in modo naturale l'energia del pianeta. Se un
numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato,
come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza.
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e-140°C ). Inoltre, tutti i
superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo
dimostra che il DNA sia è grado di farlo.
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai
tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e
durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono
creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune
regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le
sfere a volte s'innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno
scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a
bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in
grado di reagire ai nostri pensieri. (Ne siamo stati testimoni ed abbiamo
interagito!)
Queste sfere di luce hanno una carica
energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche.
Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce,
quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro
energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere
vengono catturate anche nelle foto. In
passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli
angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che
persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo
fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. Anche
la scienza "ufficiale" conosce le anomalie della terra che
contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono
state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.
L'articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com (Kontext - Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori. Tutte le informazioni sono tratte dal libro "Vernetzte Intelligenz" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN 3930243237; purtroppo per ora esiste soltanto in tedesco.
L'articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com (Kontext - Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori. Tutte le informazioni sono tratte dal libro "Vernetzte Intelligenz" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN 3930243237; purtroppo per ora esiste soltanto in tedesco.
HARI OM !!! ... E
cantiamo sempre più i Mantra e meditiamo sempre più!
Con tali pratiche si ottiene:
Salute
- Serenità - Saggezza!
Le 3 Sante esse !!! Cari Saluti a tutti, Roberto
(Ajna Chakra, il Terzo Occhio, l'Occhio
della Saggezza)
E’ considerato
"Il Centro del potere spirituale illimitato" che si acquisisce
attraverso la pratica del Raja Yoga che conferisce Saggezza, Salute, Serenità e
Armonia individuale ed universale)
Il Grande Osho ci dice
a proposito:
"Siamo nati nella
Luce, siamo parte della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di
Quella Sorgente infinita di Amore universale; in un'altra dimensione
spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole infinitamente grande!
I Grandi Saggi di tutti i tempi ci ricordano infatti:
" La nostra coscienza è lo speciale centro di manifestazione dell'Energia
dell'Assoluto, Dio per uno sviluppo ed espressione sempre più piena e
benefica, consistente nella manifestazione di eventi che superano le condizioni
individuali precedenti, durante la vita sulla Terra.
Una manifestazione totalmente nuova che procede secondo una
sequenza ordinata. L'Eterno Creatore non può cambiare la Sua innata Natura divina; il
Suo Spirito pervadente continua ad operare negli esseri umani, secondo le leggi
del Karma.
Tale Sua Energia si manifesta negli individui in tutte le Ere
cosmiche, con lo scopo di produrre condizioni di vita sempre nuove e migliori;
tali da favorire l'evoluzione di tutti gli esseri sulla Terra e nell'Universo
Infinito! Alla realizzazione di tale progetto, tutti
gli individui sono chiamati a concorrere, sempre più consapevolmente,
durante la loro esperienza terrena.
Meditazione -
Consapevolezza - Saggezza
Oltre i vari rami preliminari, nell’Astanga Yoga di Patanjali,
che purificano e preparano l'essere umano, la Meditazione è il
culmine che conduce allo sviluppo di
tutte le nostre facoltà, o poteri psichici interiori. La Meditazione ci aiuta a
fermare il pensiero dall'andare su molteplici immagini, ricordi, turbe,
situazioni ed emozioni, incessantemente.
Tali facoltà si realizzano sempre più restando consapevoli del
nostro respiro calmo e profondo, in una postura comoda, con la schiena
eretta, mantenendo la visione interiore
della nostra Coscienza libera da qualsiasi pensiero e tensione.
Con la pratica assidua possiamo favorire, appunto, la
focalizzazione della nostra mente e
conseguire la totale espansione della nostra Coscienza realizzando: Salute,
Serenità e Saggezza
HARI OM!!! HARI
OM!!! HARI OM!!!!
CANTARE IN GRUPPO - “Il Risveglio del Corpo di Luce”
Molti mantra hanno grande potenza. Chi
vuole utilizzarli in modo corretto dovrebbe conoscere il significato di un
determinato mantra e di come e quando va applicato. Prima di cantare un mantra
va verificata la purezza delle motivazioni, della fede e della fiducia,
affinché non vengono inviati nell' universo messaggi che non si vogliono.
Nella nuova struttura energetica del
nostro pianeta il canto e la verbalizzazione ad alta voce producono una forza
creatrice notevole tanto più se questo avviene in gruppi di persone. Per questo è un vantaggio se i mantra vengono
cantati in grandi gruppi di persone. Si forma un' energia particolarmente forte
se il canto dei mantra è accompagnato da meditazioni e dal canto di vocali; per
la definizione di tale canto si usa la parola inglese toning.
I singoli membri del gruppo cantano a
scelta e alternativamente, una delle vocali (a-e-i-o-u ) a piena gola nella
tonalità sonora che viene spontanea. L'altezza sonora può anche essere variata
melodicamente.
Questi suoni producono vari effetti sui
centri energetici del corpo. Un effetto particolare si ottiene cantando di
tanto in tanto in accordi. Nel toning e nella
meditazione si da l'opportunità alla “Guida interiore, Il Sé spirituale
individuale di lavorare con noi sul piano sottile (Energetico). Perciò dobbiamo
prima sintonizzarci con la sfera della nostra anima e ringraziare per tutti gli
aiuti che chiediamo all’Energia Cosmica, con i Mantra.
Tra i toning e i Mantra andrebbero
inserite anche delle pause in modo che i partecipanti attraverso la
concentrazione sulla respirazione profonda, possono stabilire un ottimo
collegamento con il proprio Sé, il proprio Atma, (la propria Anima).
(Il Signore Shiva - Naṭarāja - Il signore
della Danza cosmica)
Shiva nella sua forma Naṭarāja (Re della danza) in
una raffigurazione dell' XI secolo conservata presso il Museo Guimet di Parigi. La
raffigurazione di Śiva Naṭarāja si fonda su un antico
mito che vuole i Ṛṣi
della foresta di Tāraka (Himālaya) nel tentativo di uccidere la divinità
per mezzo di canti magici.
Śiva si mise dunque a
ballare trasformando le maledizioni di questi canti in energia creativa. I Ṛṣi generarono allora,
sempre per mezzo della magia, il nano Apasmāra personificazione
della ignoranza e dell'assenza di memoria aizzandolo contro il Dio. Ma Śiva lo
schiacciò con il suo piede destro spezzandogli la colonna vertebrale, liberando
al contempo l'umanità da questo flagello e avviando la salvezza dai legami
dell'esistenza simboleggiata dalla gamba sinistra sollevata in aria.
In questa
raffigurazione Śiva è con quattro braccia che reggono alcuni dei suoi attributi
o formano delle mudrā:
la mano sinistra
posta dinanzi al lato destro del corpo è nel gesto dell'elefante (gaja-hasta, indica la
proboscide di un elefante simbolo della forza), mentre la mano destra è
sollevata nel gesto di protezione (abhayamudrā, invita il fedele a
non avere paura);
con la mano destra
sollevata regge il tamburo primordiale (ḍamaru, a forma di clessidra come ad unire il liṅga con la yoni, e a provocare il suono che genera il
creato: dove i triangoli formanti la clessidra si uniscono inizia la creazione,
nel culmine della loro separazione ha avvio la distruzione della vita) mentre
con la destra regge il fuoco (agni) simbolo della distruzione di ogni cosa.
A sorreggere la figura c'è un fiore di loto (padma) che produce un fulmine di fuoco
semicircolare (prabhāmaṇḍala) che circonda l'immagine e rappresenta la
sacra sillaba Oṃ
(Speciale Mantra dedicato al Signore Shiva, La Coscienza Suprema
Universale; l’Energia che muove l’Universo)
Maha Mrtyunjay Mantra
*
Om! Tryambakam Yajamahe
Sugandhim Pusti-vardhanam
Urva-rukam-iva Bandhanat
Mrtyor-mukshiya ma-mrtat Om!
Significato: Om!
In questo speciale Mantra noi ci rivolgiamo al Signore Shiva, la Coscienza Suprema
Universale; l’Energia che muove l’Universo, Colui che è pieno di fragranza e
che nutre tutti gli esseri. In tale Mantra aneliamo alla libertà dal ciclo
della morte e rinascita; invochiamo la possibilità di liberarci dai
condizionamenti nocivi della nostra mente, della nostra anima. In tale canto
ricerchiamo intensamente l’illuminazione finale ed il raggiungimento della
serenità, della saggezza e dell’immortalità spirituale.
Spiegazione:
in questo mantra ci rivolgiamo al Signore Shiva chiamato anche Sankara e
Trayambaka. Sankara è una parola formata da due parole sanscrite: Sama e Kara
(Sama = benedizione) e (Kara = colui che dona).
Trayambaka,
inoltre significa colui che ha tre occhi (dove il Terzo Occhio significa Colui
che dà la Sapienza ,
che distrugge la nostra ignoranza e ci libera dal ciclo della morte e la
rinascita).
Ulteriori contenuti del Mantra: nel
profondo di ciascuno di noi esiste uno spazio di pura felicità. Senza stress,
senza preoccupazione, senza malattie…Soltanto felicità! E noi possiamo entrare in contatto con questo
spazio divino con una tecnica antichissima come il Maha Mrityunjay Mantra.
Questo
sacro mantra è così potente che attraverso il nostro sincero canto produciamo,
man mano, intense vibrazioni liberatorie nel profondo di tutto il nostro
essere. Queste sottili vibrazioni accendono il “Tapas” (Il sacro fuoco
interiore), quel Sacro fuoco che consuma tutta le nostre tensioni e negatività
psichiche…che purifica tutti i nostri sistemi mentali e psichici contorti, ed eleva
la nostra Coscienza conducendoci, infine, alla calma, alla pace con noi stessi
e con tutti ed alla felicità suprema.
Un
potente Suono cosmico è contenuto, infatti, nel “Raga” (la melodia) di questo
Sacro Mantra!…E mentre esso vibra, con il nostro canto, attraverso ogni nostra
cellula, ogni nostra molecola ed ogni nostro atomo, strappa via il velo
dell’Ignoranza che ci lascia credere di essere incompleti e infelici!…E ci
rende consapevoli della nostra Divinità.
E’il
Mantra fondamentale della Cultura e Filosofia dello Shivaismo del Kashmir. E’
stato Rivelato dallo stesso Signore Shiva alla sua Sposa Parvathi – per la
salvezza dell’Umanità – viene quindi tramandato sin dalle origini ed è eseguito
regolarmente in ogni Puja (sacro rituale di offerta al Signore dell’Universo).
Si ritiene anche che sia un Mantra che ringiovanisce, che dona la salute, la
ricchezza, la longevità, la pace, la prosperità, la soddisfazione e
l’immortalità, in chi lo canta con fede ed assiduità!!!
…I
saggi Guru, Maestri spirituali illuminati della Tradizione, ci dicono, inoltre,
che cantando questo mantra si crei uno scudo protettivo che allontana tutti i
mali, e che tale canto protegga contro incidenti e contro le sfortune di
qualsiasi genere... Sempre tali saggi illuminati ci ricordano anche che, quando
tale mantra viene cantato assiduamente e con fede sincera, abbia il potere
straordinario di curare molte malattie ritenute incurabili anche dai medici!
Tutte
queste (Siddhi), tutti questi poteri si
manifestano perché tale divino Mantra costituisce un’intensa meditazione ed
identificazione con il Signore Shiva: Il più Potente, Il più Inaccessibile ed,
allo stesso tempo, Il più Innocente e Disponibile di tutti gli Dei…Il Creatore;
Colui che distrugge tutti gli aspetti negativi! …Colui che promuove il continuo
mutamento interiore ed universale, l’Asceta divino!!! E questo è il vero scopo
di questa “Sadhana” (pratica spirituale), la pratica spirituale che il sincero
praticante deve effettuare per raggiungere il Vero Scopo dello Yoga, La Liberazione finale!
Tale
Sacro Mantra, è conosciuto infatti come il Moksha Mantra del Signore Shiva
(Moksha = Liberazione). Il Maha Mrityunjay
Mantra evoca, quindi, il Principio energetico spirituale del signore
Shiva (cioè la Scintilla
divina) che tutti abbiamo dentro di noi, il Sé Supremo! …Che scaccia la paura
della morte, liberandoci, infine, dal ciclo della morte e la rinascita.
Quando Cantare Questo Mantra - Cantare
questo mantra con amore e devozione durante il Brama Muhurtha (all’alba, allo
spuntar del sole) è estremamente benefico, ma può anche essere cantato, con
grandi benefici, in qualsiasi momento del giorno ed in qualsiasi ambiente, con
sincerità.
“Om Namah Shivaya – Shivaya Namah Om!!!”
NIRVANASATKAM
(Altro
speciale Mantra di Shiva – Di Sri Shankaracharya)
“CIDANANDA - RUPAH SHIVO
HAM, SHIVO HAM
Mano-buddhyahankara–cittani
naham
Na ca srotra-jihve na ca
ghrana–netre
Na ca vyoma
bhumir na tejo na vayus
Cidananda–rupah shivo’ham, shivo’ham.
Io non sono né la mente conscia né
quella inconscia, né l’intelligenza né l’ego, né le orecchie né la lingua né il
senso dell’odorato o della vista, né l’etere né l’aria né il fuoco né l’acqua
né la terra. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
Na ca prana–sanjno na vai panca–vayur
Na
va sapta–dhatur na va panca-kosah,
Na vak–pani–padam na copasthapayu
Cidananda–rupah shivo’ham,
sivo’ham.
Io non sono né il prana né i cinque soffi vitali, né i
sette componenti corporei né i cinque involucri, né la parola né le mani né i
piedi né l’ano né l’organo sessuale. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono
Shiva! Io sono Shiva!
Na me dvesaragau
na me lobhamohau
Mado naiva me
naiva matsarya–bhavah,
Na
dharmo na cartho na kamo na moksas
Cidananda–rupah, shivo’ham,
sivo’ham.
Né avversione né attaccamento, né
avarizia né illusione, né arroganza né gelosia, né giustizia né ricchezza né
piacere mi appartengono in alcun modo. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono
Shiva! Io sono Shiva!
Na punyam na papam na saukhyam na
duhkham
Na mantro na tirtham na veda na yajnah,
Aham bhojanam naiva bhojyam na bhokta
Cidananda–rupah shivo’ham shivo’ham.
Io non sono né virtù né vizio, né
piacere né dolore, né mantra né luogo sacro, né i Veda né i sacrifici. Non sono
né cibo né chi lo mangia né l’atto di mangiare. Io sono Coscienza e
Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
Na mrtyur na sanka na me jati–bhedah
Pita naiva me naiva mata ca
janma,
Na bandhur na mitram gurur naiva sisyas
Cidananda–rupah shivo’ham, shivo’ham.
Né morte né dubbio né distinzione di
casta, né padre né madre e nemmeno la nascita sono in alcun modo miei. Invero
non sono né fratello né amico, né Guru né discepolo. Io sono Coscienza e
Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
Aham nirvakalpo
nirakara–rupo
Vibhurgya piya sarvatra sarvendriyani
Sadhan me sa mathva na
muktir na bhanda
Cidananda–rupha shivo’ham,
shivo’ham.
Io sono senza pensiero e senza forma.
Sono onnipervadente,sono ovunque, tuttavia sono al di là dei sensi. Non sono né
distacco né salvezza. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono
Shiva!
Sadgurunath maharaj ki Jay.
Gloria al vero “Guru” (Maestro
Divino, Dio)
Roberto
Mattei – “Ananda Shiva”
(Paramatma – L’Assoluto – Il
Brahman)
“Sahasrara Chakra - Il Chakra dei Mille Petali"
Centro di energia sottile dai 1000 petali, è il chakra più
importante di tutti. È situato nell’area limbica del nostro cervello ed è
costituito dalla riunione delle energie emanate dai 6 chakras inferiori in uno
spazio incavo, sui bordi del quale si trovano i 1000 petali. Si possono vedere
tutti questi nervi lungo il lobo limbico sezionando il cervello
trasversalmente; e assomigliano a dei petali.
Prima della realizzazione del Sé questo centro è chiuso da 2
sovrastrutture psichiche sferoidali del nostro ego e superego. Assomiglia ad un
fiore di loto chiuso, ma quando viene illuminato dal risveglio della
kundalini che lo raggiunge, si vede il Sahasrara come un fascio di fiamme dai 7
colori; come uno splendido fiore di loto aperto.
Questi colori si integrano creando infine una luce
sfavillante di colore cristallo chiaro emanate energia spirituale. Questa
è la manifestazione dell’Unione con il Potere Divino onnipervadente (la Realizzazione del
Sé) che ci permette di sentire e vedere le vibrazioni psichiche altrui. È
il raggiungimento dell’integrazione, della libertà assoluta, della gioia dello
Spirito e la Serenità
infinita.
È anche chiamato Chakra
della Corona, ha nel suo cuore un loto più piccolo a dodici petali in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura
la sede della Shakti Suprema,
cioè la Forza Cosmica non individualizzata.
Nei mille petali del loto sono
contenute tutte le lettere dell'alfabeto sanscrito.
Sahasrara chakra è relazionato con ghiandola pineale, ed ha un solo polo. È di
colore viola ed è orientato verticalmente verso il cielo. È il chakra che
governa la corteccia cerebrale e viene intensamente stimolato dal sincero
praticante che esegue assiduamente specifiche Asana, Shatkarma, il Pranayama,
Concentrazione e Meditazione. Tali metodologie di purificazione totale dell’essere favoriscono, appunto,
l’espansione della Coscienza, lo sviluppo della Consapevolezza ed un Intelletto
luminoso. La
Realizzazione del Settimo Chakra porta, quindi, ad uno stato
di contatto e comunione con la
Shakti , la Forza Divina Creatrice dell'Universo; si realizza uno
stato di appagamento spirituale, totale libertà dalle limitazioni degli istinti
bassi e grossolani.
Le Siddhi (I poteri psichici che si manifestano
al sincero praticante) sono relative alla Conoscenza superiore, alla medianità,
pranoterapia, ed al favorire le guarigioni con il solo potere mentale. Al
Sahasrara Chakra convergono quindi tutte le energie che concorrono all'
Illuminazione, alla Relazione tra la Coscienza dell'individuo e quella Dell’Assoluto e
dell'Universo intero. Si tratta, è evidente, di stati dell'essere che sfuggono
alle possibilità descrittive della razionalità e che possono essere compresi
soltanto attraverso l'esperienza diretta dal sincero praticante, asceta.
L'apertura di questo chakra coincide con
il Bodhi (l'illuminazione spirituale nel buddhismo)
La ghiandola anticancro – Così la definiscono
gli studiosi moderni:
Paolo Lissoni, Giusy Messina e Fernando Brivio
Paolo Lissoni, Giusy Messina e Fernando Brivio
Per
lungo tempo ignorata dalla medicina, la conoscenza ghiandola pineale si è recentemente
rivelata fondamentale nella cura dei tumori. La melatonina – principale ormone
secreto dall’epifisi – ha un effetto antitumorale riconosciuto e il difetto
nella produzione notturna di tale ormone è la principale causa endocrina della
malattia tumorale.
La
ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine, è il principale organo
del corpo umano responsabile della regolazione del ritmo biologico circadiano
sulla base del principale ritmo cosmologico, quello dell’alternanza del periodo
di luce con quello di tenebra.
Il
principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT), la
cui secrezione è inibita dalla Luce e stimolata dalla Oscurità, con il
conseguente stabilirsi di un ritmo circadiano luce/buio caratterizzato da bassi
livelli ematici di MLT durante le ore di luce e alti livelli durante la notte,
superiori di almeno tre volte rispetto a quelli diurni.
La
presenza di un normale ritmo circadiano luce/buio nei livelli ematici di MLT
rappresenta un parametro fisiologico fondamentale caratterizzante lo stato di
salute e la cui alterazione costituisce uno dei segni più precoci del
configurarsi di un grave stato patologico. Infatti, alterazioni del ritmo
luce/buio della MLT sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie
metastatiche, la malattia depressiva, la schizofrenia nella fase cronica e
l’ischemia cerebrale.
Una scienza nuova per il recupero dell’armonia
È paradossale come fino ad alcuni decenni fa la scienza medica, che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA, non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una struttura del corpo anatomico, come appunto la ghiandola pineale. Questo malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana) il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica.
Il nome stesso di epifisi (dal greco epi-fysin
che si significa “al di sopra della natura”) denota che gli antichi avevano già
compreso sinteticamente il ruolo centrale della ghiandola pineale nella
regolazione della vita spirituale auto-cosciente. Da quanto affermato risulta
evidente che non è possibile comprendere il significato e la funzionalità
biologica della ghiandola pineale studiandola o solo dal punto di vista
medico-scientifico o solo dal punto di vista filosofico-spirituale, ragion per
cui forse nessun altro argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico,
esige una nuova concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la
biologia.
Una delle frasi più false e storicamente
superate, ma al contempo fra le pi & ugrave; diffuse, citata pressoché da
tutti – filosofi, bioetici, teologici, psicologi e parapsicologi – è quella del
rischio nel mondo contemporaneo di ridurre l’uomo alla sua biologia. La verità
è invece, all’opposto, il rischio di un’amputazione biologico-selettiva del
corpo umano per adeguarlo sia alle esigenze di mercato che – cosa ancora più
grave – a un’idea antropologica la quale, fingendo di porsi come neutra e
laica, impone di fatto una despiritualizzazione della biologia per ribadire la
ormai superata concezione del corpo umano equiparabile ad una macchina.
Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico
nello studio della fisiologia e della clinica della ghiandola pineale non si
spiega in altro modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi
cosciente, di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello
Spirito, di
cui la pineale è simbolo
elettivo.
Inoltre uno dei motivi che hanno ritardato le
ricerche sulla ghiandola pineale è legato alla sua precoce calcificazione,
interpretata dagli scienziati del passato come segno di un esaurimento
funzionale della ghiandola stessa, come se si trattasse di una vestigia non più
utile nelle specie biologiche evolute. Le successive ricerche hanno invece
dimostrato che la calcificazione della pineale non è dovuta ad altro se non
alla produzione di cristalli di calcio in grado di percepire le variazioni
elettromagnetiche.
Allo stato attuale delle conoscenze –
reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica –
possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella
di rendere possibile una relazione armonica: da una parte fra singolo organismo
vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro fra la propria vita
spirituale e il corpo biologico.
**************
I
TESTI CLASSICI DELLA TRADIZIONE INDIANA
PER IL
MASTER INTERNAZIONALE FORMAZIONE INSEGNANTI YOGA
Le Upaniṣad - Dal Sanscrito, è sostantivo femminile, devanāgarī:
sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti
in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV
secolo a.C. (le quattordici Upaniṣad vediche)
anche se progressivamente ne furono aggiunte di minori fino al XVI secolo
raggiungendo un numero complessivo di circa trecento opere aventi questo nome,
e trasmesse per via orale. Le Upaniṣhad Furono messe per iscritto per la prima volta nel 1656 quando il Sultano musulmano Dara
Shikoh (1615-1659) ordinò la traduzione dal Sanscrito
al Persiano di cinquanta di esse e quindi la loro resa in forma
scritta.
Il termine Upaniṣad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere)
e dai prefissi upa e ni (vicino) ossia
"sedersi vicino", ma più in basso (ad un guru, o maestro
spirituale), suggerendo l'azione di ascolto di insegnamenti spirituali. Questo
termine richiama chiaramente, come evidenziato da eminenti studiosi, anche un
insegnamento "esoterico". Significativo è che persino la Bhagavadgītā
si qualificava come upaniṣad nell'insieme dei
manoscritti del Mahābhārata (il Famoso testo dell'epica
battaglia avvenuta in India all'epoca di Shri Krishna) il
quale riporta le note dell'antico commentatore Bhāskara, il
quale dice che tale testo sacro (La Bhagavad Gita ) era vietato alle persone di
bassa casta non preparati culturalmente per poter comprendere in senso
positivo i sublimi insegnamenti! Si dice infatti che le persone di bassa
casta che l'avessero ascoltata, senza essere preparati, avrebbero
subito la stessa sorte di coloro che avessero ascoltato le Upaniṣad senza
averne la qualifica: gli sarebbe stato versato del piombo fuso nelle
orecchie!!! Questo spiega la ragione per cui le Upaniṣad non
furono mai messe per iscritto ma sempre trasmesse per via orale solo a persone
che erano autorizzate a riceverne gli insegnamenti.
Le Upaniṣad sono, dunque, commentari "segreti" (rahasya)
dei Veda, (I Testi della Conoscenza sacra nonché loro 'fine'),
nel senso di completamento dell'insegnamento vedico; per questo motivo sono
anche conosciuti come Vedānta (che significa appunto Lo scopo
dei Veda).
Le Upanishad, quindi, sono alla base del pensiero filosofico,
spirituale e religioso indiano che attraverso il Brahmanesimo giungerà, nella
nostra era, a costituire quel complesso di dottrine e pratiche che va sotto il
nome di Induismo.
Le Upaniṣad fungono
da commentari o estensioni rispettivamente di ognuno dei quattro Veda
(Ṛgveda, Sāmaveda, Yajurveda e Atharvaveda)
e unitamente ai Veda, ai Brāhmaṇa e
agli Āraṇyaka rappresentano, secondo la tradizione induista,
la cosiddetta Śruti, ovvero la sapienza per come è stata rivelata
dall'Assoluto ai loro mistici cantori indicati come ṛṣi
i quali si sarebbero limitati alla sua trasmissione orale.
La loro datazione è difficile e controversa, ma
risultando opere comunque successive ai Brāhmaṇa, la
somiglianza nello stile e nei contenuti di alcune di queste può far stabilire
con sufficiente contezza la loro collocazione temporale. Per questa ragione
le Upaniṣad più antiche vengono indicate come vediche.
La maggior parte degli studiosi contemporanei ritiene l'avvio della
loro composizione a partire dal IX-VIII secolo a.C. Tali Upaniṣad vediche
si inseriscono nella tradizione degli Āraṇyaka
Śruti,
la Verità rivelata
nei Testi sacri del Vedismo, Brahmanesimo, Induismo;
consistono nei:
Veda:
Ṛgveda - Sāmaveda - Yajurveda -
Atharvaveda
° Brāhmaṇa: Aitareya
Brāhmaṇa - Chāndogya Brāhmaṇa - Kauṣitakī
Brāhmaṇa -
Taittirīya Brāhmaṇa -
Śatapatha Brāhmaṇa - Gopatha
Brāhmaṇa - Jaiminīya Brāhmaṇa - Kauṣitakī Brāhmaṇa - Sāmavidhāna
Brāhmaṇa - Ṣaḍviṃśa Brāhmaṇa - Tāṇḍya Mahā Brāhmaṇa
° Āraṇyaka: Aitreya
Āraṇyaka - Kauṣitakī Āraṇyaka -
Taittirīya Āraṇyaka -
Bṛhad Āraṇyaka
Le Upaniṣad più antiche, altrimenti
dette "vediche", risultano essere quattordici
Esse
sono: Rhadāraṇyaka Upaniṣad - Chāndogya Upaniṣad -
Aitareya
Upaniṣad - Taittirīya Upaniṣad - Kauṣitakī Upaniṣad -
Kena Upaniṣad - Īṣa Upaniṣad
- Kaṭha Upaniṣad -
Śvetāśvatara
Upaniṣad - Praśna
Upaniṣad - Muṇḍaka Upaniṣad -
Mahānārāyaṇa Upaniṣad - Maṇḍukya Upaniṣad - Maitri Upaniṣad
Smṛti: Vedāṅga - Kalpa -
Śikṣā - Nirukta - Chanda - Jyotiṣa - Vyakāraṇa
Upāṅga
(Vedāṅga secondari)
Purāna: Brahma Purāṇa - Padma Purāṇa - Viṣṇu Purāṇa - Śiva Purāṇa -
Bhāgavata Purāṇa - Nārada Purāṇa - Mārkḍeya Purāṇa - Agni Purāṇa - Bhaviṣya Purāṇa - Brahmavaivarta Purāṇa - Liṅga Purāṇa - Varāha Purāṇa - Skanda Purāṇa - Vāmana Purāṇa - Kūrma Purāṇa - Matsya Purāṇa - Garuḍa Purāṇa - Brahmāṇḑa Purāṇa -
Dharmaśāstra: Manusmṛti - Nyāya - Mīmāṃsā -
Itihāsa (Letteratura
epica): Mahābhārata - Bhagavadgītā - Rāmāyaṇa
L’Ossitocina, l’Ormone dell’Amore
L’ossitocina è un ormone prodotto in una delle
parti più antiche del cervello che viene rilasciato dall’ipofisi. Questo
ormone, spesso chiamato “ormone dell’amore”, ci fa stare bene! L’ossitocina viene
prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e
l’allattamento, durante le dolci interazioni tra persone che si amano, nel
preludio dell’atto sessuale e nell’orgasmo sia maschile che femminile.
Sembra
che durante un orgasmo la presenza dell’ormone nel sangue sia presente in una
quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. L’ormone, una
volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura
corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.
Ma,
una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, e fa da
“collante”, nei legami affettivi che si instaurano tra le persone, infatti, il
ruolo dell’ossitocina favorisce: Interazione sociale positiva – Attivazione di afferente sensorie da parte di
stimoli non fastidiosi - Stimolazione di effetti antistress - Stimolazione
dell’attaccamento e del legame - Stimolazioni mentali, sensoriali o
condizionati ripetitivi non fastidiosi - Promozione della salute
E’
importante stimolare la produzione di ossitocina fina dalla nascita, i genitori
hanno un ruolo fondamentale. Quando un genitore prende in braccio suo figlio
dolcemente, o quando lo stringe a sé per consolarlo o quando lo aiuta a
superare una difficoltà o quando giocano insieme divertendosi o anche quando il
genitore ascolta attivamente le preoccupazioni di suo figlio, la produzione di
ossitocina è molto alta.
Abbracciate
i vostri figli! Anche se loro, a volte, sembrano non volere le vostre coccole!
In ambito psicologico, le terapie relazionali e le terapie corporee, riducono
l’angoscia stimolando la produzione di ossitocina. Infatti queste modalità
terapeutiche vanno a compensare la mancanza di relazioni sociali positive che
magari la persona in quel momento non sente di avere o non ha.
Un
altro modi di liberare ossitocina è attraverso le immagini, addirittura in
alcune ricerche si è dimostrato che bambini abbandonati spesso hanno delle
allucinazioni positive o dei ricordi sensoriali che ne stimolano la produzione.
Gli effetti positivi dell’ossitocina sono stati scoperti anche grazie a delle
ricerche che hanno evidenziato le conseguenze della mancanza dell’ormone in
alcuni animali:
-
iniezioni di ossitocina nel cervello di animali aggressivi, riducono tali
comportamenti. L’ossitocina, infatti, è un neutralizzatore dell’acelcolina che
se presente a livelli alti può risultare tossica producendo atteggiamenti
aggressivi;
-
alcuni sperimentatori hanno scatenato un comportamento materno in topi da
laboratorio non gravidi, mentre hanno inibito il comportamento materno
iniettando nelle stesse zone del cervello delle sostanze che bloccano l’ormone:
le mamme topo tendevano a trascurare i piccoli fino a dimenticarsi di
recuperarli se si allontanavano;
-
I topi maschi, privati dell’ormone, tendono invece ad avere disturbi sociali e
mostrano amnesia sociale.
Queste
scoperte fanno luce anche su alcuni disturbi come l’autismo e la sindrome di
Asperger, patologie caratterizzate da una notevole difficoltà in ambito
sociale.
In
alcune ricerche è stato dimostrato che ragazzi con autismo ad alto
funzionamento a cui è stata somministrata ossitocina, non solo aumentavano i
significati emotivi del linguaggio ma mostravano anche una riduzione di
comportamenti ripetitivi.
Ed
ecco che la produzione di ossitocina diventa fondamentale! La somministrazione
di ossitocina avviene per via venosa e intranasale, ma la sicurezza dei
trattamenti deve essere ancora accertata prima di passare allo studio su
pazienti in età infantile (Hollander, 2006).
Dr.sa Paola Romitelli
Biblografia
Odent
M., Abbracciamolo subito!, Edizioni Red 2006
Uvans-Moberg K., Oxytocine may mediate the
benefits of positive social interactions and emotions,
Psychoneuroendocrinology, 1998.
Sunderland
M., Aiutare I bambini a superare lutti e perdite, Erickson 2003.
Sembra, quindi, che l’ossitocina, ormone
rilasciato dall’organismo durante la gravidanza e l’allattamento, ma anche in condizioni di piacevole relax,
sia in grado di modificare il nostro comportamento rendendoci più generosi e fiduciosi
verso il prossimo.
A dimostrarlo due
distinte ricerche condotte nell’ultimo anno:
La prima, secondo la
quale l’ossitocina,
renderebbe maggiormente generosi e attenti ai bisogni altrui, risale in realtà
alla fine del 2007 ed è stata condotta da Paul Zak della Claremont Graduate University (USA), la seconda, della quale si è
avuta invece notizia in questi giorni, è frutto della collaborazione fra lo
svedese Karolinska Institute di Stoccolma e il Welcome Trust Functional Imaging
Laboratory di Londra e
avrebbe dimostrato come l’ossitocina sia in grado di ridurre l’ansia e agevolare le relazioni sociali.
Alcuni scienziati
israeliani hanno scoperto che l’ossitocina,
detto anche l’ormone
dell’amore perché
riguarda i comportamenti come la fiducia, l’empatia e la generosità, riguarda
anche i comportamenti opposti come la gelosia e la malignità.
Infatti, Il Dr. Simone Shamay-Tsoory, a
seguito di attente ricerche presso l’Università di Haifa, afferma che l’ormone è un limite complessivo per i
sentimenti sociali: quando l’associazione della persona è positiva,
l’ossitocina rafforza i “pro-comportamenti” sociali; quando l’associazione è negativa, l’ormone aumenta i
sentimenti negativi.
Studi precedenti hanno, inoltre, mostrato che l’ormone ossitocina
ha un effetto positivo sui sentimenti positivi. L’ormone viene rilasciato nel
corpo naturalmente durante il
parto, e durante le relazioni
(DEFINITO ANCHE: SAMYAMA)
ASTHANGA YOGA: LE OTTO
REGOLE DELLA SCIENZA DELLO YOGA.
(I
Sublimi insegnamenti negli Yoga Sūtra di Patañjali)
Yoga Bahiranga - Lo Yoga Esteriore -
Le prime 5 regole comprendono:
1 – Yama – In breve significa: astenersi dal nuocere a se stessi ed
agli altri.
Indica le regole da osservare
per ottenere un benefico autocontrollo”,
tolleranza, senso del dovere".
Ne consegue un atteggiamento coretto che proviene dall’osservazione di
una percorso di ricerca della conoscenza e disciplina etico-morale che
influenza positivamente il nostro comportamento, con noi stessi ed il mondo
esterno.
2 - Niyama - Osservanze e Restrizioni: consistono nelle pratiche di
purificazione e comportamento: lavarsi il corpo, nutrirsi in modo
corretto, ed astenersi dal nuocere a se stessi ed agli altri, in vari modi,
azioni, violenze, pensieri negativi, abitudini errate, vizi ecc.
3 - Asana - Posture fisiche per trattare il corpo, favorire le funzioni
metaboliche di purificazione e canalizzare meglio la circolazione
sanguigna, linfatica ed energetica, rigenerando tutto il corpo e la
mente.
4 - Pranayama - Tecniche di controllo e canalizzazione del Prana per
mezzo della respirazione controllata ed abbinata a Mudra e Bandha (gesti
simbolici e contrazioni dei punti energetici); altrimenti il praticante non è preparato
fisicamente, mentalmente, per poter affrontare le pratiche più elevate del
controllo della mente e psiche..
5 - Pratyahara - Tutte le tecniche di interiorizzazione
per facilitare la discesa dentro di sé serenamente, attraverso le pratiche di
rilassamento, respirazione tranquilla, ritiro dei sensi, contemplazione
degli opposti, in uno stato di Consapevolezza, con la mente non giudicante.
Tali pratiche producono lo stato di coscienza tranquilla detto “YOGA NIDRA”; in cui i contenuti della psiche si manifestano serenamente
nell'individuo che sta per addormentarsi
- o nel risveglio - in cui si formano le
immagini mentali tranquille. (tale livello viene molto
semplificato nel Training Autogeno occidentale).
Lo Yoga Nidra - è quindi, parte
integrante del Pratyahara e conduce alla Reintegrazione dei vissuti psichici
(anche rimossi) nella Coscienza del praticante; tutto ciò viene a costituire, quindi, di un ponte tra Bahiranga (lo Yoga
esteriore di preparazione fisica-psichica) che comprende le 5 regole dello Yoga
preliminare (fin qui enunciate), per sfociare in Antaranga (lo Yoga interiore o di purificazione del sé) con le
altre 3 regole che vediamo di seguito.
In Pratyahara, (regola 5) quindi, la Coscienza dell’assiduo praticante viene
allenata all' interiorizzazione tranquilla, in modo che le
stimolazioni provenienti dai 5 sensi: olfatto, gusto, vista, tatto, udito,
non turbino più i loro rispettivi centri nel cervello, e non
condizionino oltremodo la coscienza del (Sadhaka) il sincero praticante;
preparandolo, in tal modo, nelle fasi successive.
Tale sublime acquisizione rappresenta l'Obiettivo supremo di tutto
il percorso dei vari rami della Filosofia e pratica dello "Yoga Purna",
o Yoga Integrale, che conducono il sincero
praticante alla Realizzazione di: Conoscenza, Salute, Saggezza, Amore universale,
Serenità e Gioia infinita.
1)
Continuiamo ora con la descrizione delle restanti 3 regole
dell' Antaranga
(che nell'insieme viene definito, Samyama) nel quale
si consegue la realizzazione dello Yoga Interiore o Superiore.
Tale elevato livello va eseguito solo dopo le preparazioni fisiche
e psichiche, contemplate nelle precedenti 5 regole - già menzionate - In
totale, le 8 regole dell' "Ashtanga Yoga", la Scienza dello Yoga, del
Saggio Patanjali.
6 - Dharana - l'Arte ci concentrare l'energia attraverso le pratiche Yoga sul
corpo mente e spirito;
8 - Samadhi, (in sanscrito, significa "mettere
insieme", "unire il sé individuale con il Sé cosmico") è un
sostantivo maschile sanscrito proprio delle culture induista e buddhista
che descrive l'unione del meditante con l'oggetto della
meditazione.
Per maggiori dettagli possiamo vedere:
Samyama (dal sanscrito, Samyama, significa tenere insieme, legare,
vincolare), combina la pratica simultanea di Dharana (Concentrazione, Intenti); Dhyana, Contemplazione, (Consapevolezza) e Samadhi, l’unione con l’Assoluto.
Il Samyama è quindi lo strumento
per raggiungere la più profonda Conoscenza e Coscienza illuminata,
(l'unità con il Sé supremo, l'Estasi divina dei Saggi e Santi di tutte le
tradizioni ed epoche, compreso il Buddha, il Cristo e vari altri
successivamente)...
Si
tratta di un "catch-all", termine che riassume il processo di
Assorbimento psicologico nell'oggetto della Meditazione.
La pratica dell'insieme del Samyama, come Patanjali afferma nei suoi Yoga Sutra, genera Prajna,
la Saggezza (in
sanscrito) o Pañña (nel
Buddhismo). la Saggezza,
o la comprensione, il discernimento o acutezza cognitiva è intesa
esistente nel flusso universale, alla portata di tutti.
Tale saggezza è contenuta, infatti, nel Software universale di
essere e divenire, dell'individuo, e può essere
intuitivamente sperimentata solo attraverso la pratica evolutiva,
sincera e costante. E' quella Saggezza che si fonda, sulla Meditazione,
Consapevolezza e Realizzazione diretta delle quattro mete della vita
umana:
Dharma, Artha, Kama e Moksha, analizzate e proposte magnificamente da Patanjali nei suoi
Yoga Sutra (La Scienza
dello Yoga), e riprese poi nella lingua Pāli, dal Buddha. Tali mete
corrispondono, infatti, alle Quattro nobili verità del Buddhismo: l'Impermanenza, l'Origine interdipendente, non Autonomo, Anattā, (in Pāli; o Anatman (in sanscrito), e Vuoto, il quale si riferisce alla nozione
di "non-sé"...o, vuoto mentale sereno.
Anche il Buddha, nel contesto del suo
insegnamento, dice che tutte le cose percepite attraverso i 5 sensi,
dalla Coscienza (il sesto senso, il mentale) non sono veramente "io"
o "mio", e per questo motivo non bisogna aggrapparsi a
loro...altrimenti ne consegue l'Infelicità! Tutto ciò è molto bello e vero ma richiede lo sviluppo
di una forza di volontà e conoscenza interiore, sempre maggiore;
e sviluppo del controllo delle pulsioni egoiche, da parte
dell'assiduo praticante di meditazione, per non lasciarsi trascinare
negativamente dalle alterne vicissitudini della vita; e riuscire,
quindi, a vincere i risentimenti contrastanti provocati dagli
attaccamenti e repulsioni, dalle passioni distruttive della
personalità individuale.
Nello Scienza dello Yoga ciò viene detto, appunto, Neti, Neti: non questo, non quello; e si medita sulla frase: "io sono Pura Coscienza illuminata"...ripetendosi mentalmente il famoso OM - mantenendo
la Consapevolezza del respiro circolare, tranquillo, centrati nello
spazio mentale libero ed infinito! OM infatti è la Vibrazione originale
dell'Assoluto, il Respiro del Creatore, il Suono primordiale del
Sé supremo che dà origine e sostegno all' Universo intero, alla
manifestazione e Vita di tutto ciò che esiste.
Tale assidua pratica meditativa rigenera e
mantiene la Coscienza
individuale focalizzata, potente, serena e Saggia! Perché solo raggiungendo
"Prajna", la
Saggezza , si è in grado di estinguere i Klesha (in
Sanscrito), le 5 Sorgenti delle sofferenze e afflizioni che condizionano
la vita dell'individuo impreparato, ben descritte negli Yoga sutra di
Patanjali. Inoltre, tutte le conquiste descritte ed i
relativi benefici, si possono conseguire seguendo gli insegnamenti
dei grandi Maestri del passato, attraverso le seguenti pratiche: L'Ascolto del Maestro,
(Professore o Insegnante) - Lo Studio dei testi della Conoscenza, Mantra -
La Ricerca ,
Analisi, Riflessioni - La
Contemplazione - La Consapevolezza - La Meditazione.
Tutte pratiche che contengono, appunto, una
trasposizione del Trino Samyama, il quale conduce, nel suo
insieme, al migliore livello di Coscienza, Meditazione e Realizzazione del Sé
Spirituale. Ne consegue l'Armonia interiore, che significa stare bene con
se stessi e con tutti, in uno stato di perenne Serenità, Gioia infinita ed
Estasi divina!
Carissimi Amici, non ci resta che la Pratica assidua !!! HARI OM!!! Roberto
AMPLIAMENTO DEl
SIGNIFICATI DI YAMA: OSSERVANZE
YAMA, significa freno,
controllo; regole di comportamento etico-morale da adottare nei riguardi di se
stessi e degli altri - contiene i
seguenti 5 comandamenti:
1 - Ahimsa: la NON VIOLENZA viene
detto nel commento di Vyasa (un antico Saggio):
“E’ l'Astensione dal ferire, dall'
offesa in tutti i modi, in tutti i tempi, verso tutti gli esseri”.
2 - Satya: la VERITA' non significa solo
dire il vero ma è anche accordare le proprie azioni alle parole. Dire verità
quindi non solo come proibizione, non mentire; “dire
la verità significa (insegna
il Saggio Vyasa) che la mente ed il discorso devono
corrispondere all'oggetto, cioè debbono essere così come sono, se il discorso è
proferito allo scopo di trasporre in altri la propria conoscenza non deve
essere ingannevole o errato o insufficiente”.
Quindi possiamo intendere questo yama come
un’occasione per tentare di allineare pensiero, parola e azione e fare in modo
che non ci sia una dissonanza fra quello che diciamo e quello che facciamo e
questo è fondamentale in tutti i rapporti.
La verità deve essere detta “per recare bene a tutte le creature
non per offenderle e qualora fosse usato così, solo per offendere allora nonché
essere verità sarebbe peccato anzi essendoci un’apparenza di merito una
somiglianza col merito, si commetterebbe il peggiore dei mali, pertanto uno
dica la verità soltanto dopo aver ricercato ciò che è buono per tutti gli
esseri".
Le parole possono dire la verità ma potrebbero essere dette in un
contesto in cui fanno solo del male, in cui la persona non percepisce la
verità, ma solo la ferita; in questo caso noi pensiamo che stiamo dicendo la
verità, invece stiamo recando un danno ad un’altra persona.
Ci viene così richiesta un’intensa attenzione verso l’altro.
Appare evidente già da questi primi passi che occorre una
sensibilità, un’attenzione, un’accoglienza, una capacità di discriminazione,che
può costare un lavoro introspettivo di osservazione di sé nelle relazioni, che
potrà durare una vita….per gli indiani forse molte vite!
3 - Asteya: è non rubare. Viene detto da Vyasa “che il furto è un appropriarsi delle cose altrui in maniera non sancita”;
nutrire il desiderio di queste appropriazioni, lavorare sul desiderio si
ricollega con samtosa (un niyama) il contentamento di ciò che si
ha.
4 - Brahmacarya: va ad indicare normalmente
l'astinenza sessuale, contemplata nello yoga di
Patanjali dove c'è un tendenza chiaramente ascetica.: chi pratica lo yoga deve
astenersi dalla sessualità.
Ovviamente non tutte le scuole di yoga sono d'accordo e, nel caso
di persone che non fanno questa scelta drastica ma che hanno una vita normale,
può essere interpretato in tanti modi; può voler dire non arrecare sofferenza a
se stessi e agli altri attraverso una condotta sessuale scorretta.
Ha molto a che fare con la conservazione di un’energia sottile
collegata alla sessualità e che, se non viene dispersa nell'atto sessuale, può
essere poi indirizzata in altre condizioni.
5 - Aparigraha: viene tradotta con
austerità, povertà, ha a che fare con la vita degli asceti e viene detta da
Vyasa: "Significa non accettare
alcunché considerando i danni che comporta l'accettarlo, il conservarlo, il
distruggerlo, l'attaccarsi ad essa e l'offesa".
AMPLIAMENTO DEl SIGNIFICATI DI NIYAMA: ASTINENZE
Sono le
discipline di purificazione degli aspetti fisici, energetici, e mentali; si
realizzano nelle 5 regole fondamentali da rispettare nei riguardi di se stessi
per mantenersi integri:
Saucha, Samtosa, Tapas, Svadhyaya, Isvarapranidhana.
Queste, a differenza degli yama
che mettiamo in atto quando le circostanze esterne ci presentano l'occasione,
vanno applicate sempre anche se vivessimo isolati, da eremiti, sono delle
regole in funzione di una crescita e maturazione personale. Sono,appunto,le
discipline di purificazione individuali. Esse sono:
1 - Sauca (PUREZZA): la pulizia del corpo, è la purezza esterna, cioè la
pulizia del corpo e si ottiene con argilla, acqua e simili, e con pratiche di
purificazione, oppure con la consumazione di cibo sacrificale e quindi purezza
della dieta.
“Nello yoga si è sempre ritenuto che l’interno del
corpo possa essere “inquinato” da rifiuti del metabolismo, sostanze chimiche o
altre tossine. Questi inquinanti sono considerati un serio ostacolo per la
salute e la lucidità mentale. A volte insieme agli esercizi di pulizia si
pratica il digiuno al fine di consentire alle funzioni metaboliche
di concentrarsi sull’eliminazione dei rifiuti.” 11
Possiamo intraprendere un lavoro di purificazione che riguardi
anche i contenuti della mente.
2 - Samtosa: che è tradotto con SERENITA' è il “contentamento”, fare a meno di
tutto ciò che non è indispensabile e accontentarsi di quello che si ha. Vyasa
traduce: "Si dà contentamento quando non si desidera avere più dei
mezzi a disposizione".
Lo possiamo definire come l'assenza del desiderio di aumentare le
necessità della propria esistenza. Questo implica una continua revisione delle
proprie priorità, della propria scala di valori. In una visione psicoterapeutica possiamo
commentare:
“possiamo leggerlo anche
nella patologia mentale. Chi ha una nevrosi ha una capacità di godere
estremamente ridotta; quando riceviamo delle ferite psicologiche nella vita e
si soffre molto, tentiamo di anestetizzarci a questa sofferenza.
I meccanismi di difesa sono tutti basati sul non sentire il
dolore: questo dolore si può non sentire facendo finta di averlo dimenticato,
rimuovendo l'emozione corrispondente, ma è sempre una desensibilizzazione
rispetto al dolore…il punto è che non solo non si è più capaci di sentire
il dolore ma neanche il piacere, quindi si riduce la capacità di godere”.
3 - Tapas: è tradotto dal punto di vista tecnico come ascesi; é quell'ardore
interno che si ottiene attraverso l'ascesi, è quell'essere accesi nella
disciplina, é una fiamma che arde senza la quale non avviene una combustione,
una trasformazione e un cambiamento.
Parlare di ascesi in occidente è senz’altro difficile, ma se
affrontiamo questo niyama come opportunità per superare la
tensione che genera l’attrazione per i bisogni quali la fame e la sete,
stare in piedi e seduti, i digiuni, le penitenze, etc. è riuscire a mantenere
uno stato di equanimità di fronte agli estremi stadi che normalmente ci
generano forte disagio. Ma come interpretare senza eccessi questo niyama?
E qui, il grande Vyasa ci viene in aiuto:
" bisogna fare l'ascesi
per scorrere il sentiero yoga e si ritiene che tapas, cioè l'ascesi,
debba essere praticata dallo yogi nella misura in cui non contrasti la calma
mentale".
Ci offre un parametro di valutazione chiaro e inequivocabile.
Quindi l'ascesi ha un valore soltanto finché non diventa qualcosa
che turba la quiete mentale.
5)
L'ascesi serve a semplificare il cammino, in maniera tale da poter
procedere senza problemi. Quindi deve favorire la quiete mentale, se l'ascesi
diventa una specie di automortificazione, uno sforzo continuo che altera
completamente la quiete mentale diventa controproducente.
Ancora una volta è necessaria una capacità di discriminazione e il
desiderio per la ricerca del proprio equilibrio senza eccessi, senza fanatismi.
4 - Svadhyaya: vuol dire lo studio di sé o del Sé, e vuol dire andare all'interno
di se stessi.
Affianchiamo alla possibilità che abbiamo di esplorare noi stessi
attraverso una pratica concreta, lo studio e la lettura dei testi sacri,
dei trattati sulla liberazione. Lasciando che queste letture non diventino uno
sterile esercizio intellettuale, ma cercando di usarle come strumenti che
mi aiutano a guardare dentro me stesso, in quanto senza la diretta esperienza
il sapere non serve.
5 - Ishvarapranidhana: é detto: "La devozione al Signore è
l'offerta di tutte le azioni fatte a lui come sommo maestro", sappiamo
che per molti il Signore (Ishvara), il Dio ha una particolare presa
emotiva e motivazionale per cui la pratica dell'abbandono, della devozione al
Signore, l'offerta di tutte le proprie azioni a Lui è anche un modo di
mantenersi consapevoli; ogni cosa che faccio se é dedicata a Dio richiede che
io sia presente a quello che faccio.
Questo niyama,
ovviamente, a prima vista ci fa pensare all’asceta che rinuncia al mondo.
La Baghavad Gita è stato il primo testo che ha indicato
una via alternativa a questa; non è necessaria la rinuncia a tutte le azioni e
scegliere la via ascetica, chi vuole rimanere nel mondo e vuole avere una
famiglia, lavorare, ecc. ha anch’egli una possibilità di liberarsi, perché per la Gita la cosa fondamentale è
il distacco: “essere nel mondo
senza essere del mondo”. Ancora
una volta il percorso di crescita è laico e possibile a tutti.
Quindi, Carissimi,
da come vedete tali regole
sono simili, in parte, ai nostri famosi 10 Comandamenti nel Cristianesimo, ma
in questo contesto induista, viene posta in chiari termini la responsabilità
individuale che ogni persona dovrebbe sviluppare.
In queste regole traspare
una profonda analisi della vita degli esseri nel mondo e le relazioni
reciproche. In tali regole viene posta una maggiore attenzione al fatto che
l’individuo impari a rendersi responsabile della propria vita – del proprio
Karma - e della vita degli altri; impari quindi a non farsi male da sé stesso -
con le cattive abitudini di tutti i tipi - ed a sviluppare una maggiore
disponibilità verso tutti, con Coscienza, Serenità e Saggezza. Divenire quindi
più utili alla propria evoluzione e liberazione dalle sofferenze, e
contemporaneamente, più utile anche agli altri.
Certo non è così facile per
tutti! Ma questo è il percorso che hanno
fatto e fanno – (e suggeriscono, appunto) i saggi del passato e molti sinceri ricercatori del vero scopo
della vita, nello Yoga, da millenni. Soprattutto, è ovvio, i Maestri come Swami
Chidananda … Anche in quel suo libro, Egli tocca spesso tali argomenti…proprio
perché sono la Base
per l’evoluzione dell’individuo, nella vita e nel mondo.
Artha, In
sanscrito, significa "scopo,
obiettivo, causa, motivo, nozione" significato.
Si riferisce all'idea di prosperità materiale. Nell’ Induismo , artha è uno dei quattro scopi della
vita, noto come purusharthas. E 'considerato un nobile obiettivo
fintanto che segue i dettami della morale
vedica. Il concetto comprende il
raggiungimento della notorietà, raccogliendo la ricchezza e favorendo una
elevata posizione sociale. E 'il secondo dei quattro purusharthas, gli altri
tre sono dharma (giustizia), kama (piacere fisico o emotivo) e moksha (liberazione).
Artha è uno dei dharma (doveri) di una persona
nella seconda fase della vita, la fase di padrone di casa, e durante questo una
persona deve accumulare la ricchezza più possibile, senza essere avidi, per
aiutare e sostenere la sua famiglia ed essere in grado per dare a nobili opere
di carità.
L’Energia Divina del Signore Shiva, detta anche Agni il Signore
del Sacro Fuoco che crea l'universo e pervade tutti gli esseri.
Nel pantheon vedico, Agni è
considerato una delle divinità principali, soprattutto nel Rig Veda. E' la Luce ,
l'Energia primordiale della vita; l'Energia cosmica che crea e trasforma
l'universo intero. Ma è anche "l'energia psichica" individuale; i
poteri della mente umana e l’Energia del cuore; in particolare quell'energia
che si manifesta nell' amore, nel pensiero, nella creatività.
Nella mitologia Indù è la famosa " Colonna di
fuoco" manifestata dal Signore Shiva"
per dimostrare la propria
infinita potenza alle altre divinità: Brahma e Vishnu.
E’ la dimostrazione tangibile della potenza della Creazione, nelle
successive sequenze di: Distruzione, Trasformazione, Purificazione e
Rigenerazione dell'Energia divina.
E’quella “colla atomica”
cosmica, che si manifesta attraverso potentissime vibrazioni e forza
connettiva che da origine ai corpi celesti, alla luce delle stelle e del nostro
sole; è inoltre quelle’energia che pervade la mente e la coscienza di tutti gli
esseri umani.
Esiste una forma di Yoga, detta
appunto, Agni Yoga, il quale afferma che l'umanità sta entrando nella
nuova era del Satya Yuga (l'Era della Luce). Siamo infatti nell’era del Kali
Yuga (l’era dei conflitti, guerre e distruzioni…del buio psichico) in cui il
flusso del Fuoco cosmico viene versato sulla Terra. Non vi è pericolo che la
mancanza di sintesi spirituale (ovvero l'incapacità di umanità di riconoscere
l'esistenza di energia più elevata Forze Fiery) blocca queste energie di essere
trasmutato l'umanità nella crosta della terra, dove avrebbero stabilizzare il
magma fuso sotto la superficie . Senza
trasmutazione da parte dell'umanità, queste energie wlll diventi negativa e
distruttiva e portare sui terremoti e sconvolgimenti altri.[1] è aggravato la situazione di abuso umanità di "fuoco":
non solo lordo incendi come la combustione ed energia elettrica, ma anche il
più sottile incendi di pensiero e di sentimento.[2] Se l'umanità e il nostro pianeta per sopravvivere, dobbiamo essere
in grado di accettare consapevolmente questa potente energia dallo spazio e
trasformarlo in una forza costruttiva.[3] Nel perseguire questo, dobbiamo prima purificare e perfezionare la
nostra energia psichica, la forza sottile alla radice
delle nostre emozioni, percezioni e pensieri. Questo
graduale processo di espansione prevede di coscienza, così come l'accensione dei
centri di energia sottile nell'organismo umano e la trasmutazione della loro
fuochi.[4]
Diversamente dalla maggior
parte degli approcci tradizionali per la padronanza delle più alte energie
sottili, Agni Yoga insiste sul fatto che il controllo deve avvenire nel
contesto della vita contemporanea secolare. Il
monachesimo è sostituito da azione per il bene comune, il lavoro creativo che
aiuta a costruire una nuova era basata sulla conoscenza che è al tempo stesso
scientifico e spirituale. Anche
se "L'epoca a venire sarà sotto i raggi di tre Signori-Maitreya, il Buddha, e Cristo"[5], il New Age è noto come l'Età del Maitreya, il futuro Istruttore
del Mondo, perché le caratteristiche associate a Maitreya verrà a in primo
piano. Inoltre, perché la
manifestazione di Maitreya è collegata con l'affermazione della Madre del
Mondo, nel passato, presente e futuro ",[6], la nuova era è anche conosciuto come l'epoca della donna, o
l'epoca della Madre di Mondo. E 'anche l'epoca di Shambhala, dal momento che
l'umanità sarà direttamente governata dalla Confraternita del Mahatma che
abitano in Shambhala, una dimora misteriosa in Asia
Centrale. "Quali sono i segni dei tempi di Shambhala? segni del tempo della verità e della
cooperazione. "[7] "Si dovrebbe capire il prossimo i doni più di
evoluzione:-energia psichica primo-della donna secondo movimento, in terzo
luogo collaborazione. Ciascuno di
questi doni devono essere accettate in misura piena, non astrattamente. "[8]
[modifica]la
costruzione del tempio
Nel rivolgermi a
"costruttori e guerrieri", il primo linee molto dello Yoga
insegnamento Agni[9]indica due aspetti del lavoro
esterno di coloro che seguono Agni Yoga: la costruzione di una nuova era, e la
battaglia per creare le condizioni che la costruzione è possibile.[10]
Il lavoro costruttivo descritto
nei libri di Yoga abbraccia ogni campo della vita umana. Nei primi paragrafi della didattica,
il lavoro è paragonato alla costruzione di un nuovo tempio per tutta l'umanità,
il tempio è un simbolo della conoscenza spirituale non è ancora giunto alla
piena manifestazione. L'arte e la bellezza sono anche sottolineato fin dall'inizio.[12] " Ricordate, l'Arte è quello medio vitale della cultura a
venire. attraverso la bellezza si avvicinerà a voi. "[13] Lavorare con i bambini è un altro tema iniziale che continua
attraverso tutta la serie.[14]
Nel campo della medicina, Agni
Yoga anticipa gli sviluppi nei decenni successivi. "Agni Yoga approcci appena in
tempo. Senza di esso, che avrebbe detto che le epidemie di influenza dovrebbe essere
curata con l'energia psichica? Chi avrebbe prestare attenzione ai nuovi tipi di
malattia mentale, malattia del cervello, e disturbi del sonno? ... [O] ne
dovrebbe pensare seriamente sui nuovi nemici che vengono creati dalle
condizioni della vita contemporanea;. Non si possono applicare vecchi metodi
per loro nuovo approccio da sviluppare attraverso l'espansione della coscienza.
un "[15]
Il nuovo approccio si
concentrerà su "energia psichica, perché la sua porta di cristallo per il
miglior guarigione. E 'possibile estrarre i depositi di questa energia, che è
una panacea per tutte le malattie."[16] Proprio come un sentimento come l'irritazione dà luogo a sostanze
chimiche che si depositano nel corpo, così l'energia sacra ", perché ogni
energia è un cristallo fisico."[17] Oltre allo studio dei "centri nervosi" (chakra), la
ricerca sui depositi chimici delle energie sottili "si forma la direzione
futura della medicina. Attraverso questi domini l'umanità si avvicinerà di
individuare la sottile energia, che per semplicità chiamiamo 'spirito'. Il passo successivo nello sviluppo
della cultura sorgerà dalla scoperta delle emanazioni di questa energia. "[18]
Agni Yoga favorisce la ricerca
empirica sulle interazioni di energia psichica ("mente" o
"spirito") con l'organismo umano e il suo ambiente, e si discute
spesso di come gli scienziati possano meglio affrontare questo nuovo campo.[19] Allo stesso tempo, Agni Yoga approvaaromaterapia,[20] Ayurveda,[21] erboristeria, suggerimento,[22] e di altre pratiche di cui la medicina occidentale tradizionale
rimane scettico."Noi [dei Fratelli] non ignorare i metodi della scienza
occidentale, ma Poniamo energia psichica nella fondazione. Essendo giunti alla
conclusione che l'energia psichica è necessario sia per noi stessi e per le
procedure sperimentali, ci sono principalmente destinate a creare le condizioni
favorevoli al suo accumulo. "[23]
L'accumulo di energia psichica
richiede attenzione al macrocosmo (l'atomo fisico) e il microcosmo (i piani
superiori della esistenza). Il
"corso dei luminari"-il moto dei corpi celesti, in particolare i
pianeti che rappresentano le sette linee della vita cosmica e la composizione
chimica dei loro raggi hanno un forte impatto sulle vicende umane. L'antica scienza di astrologia dovrebbe essere rinnovato, soprattutto per scopi medici e di
governo,[24], ma deve essere combinata con la conoscenza pratica sul terreno[25] e la conoscenza interiore di un cuore ardente.[26]L'espansione della coscienza naturalmente portare l'umanità alla
"off-mondi lontani", inclusi i pianeti su un piano superiore di
esistenza.[27]
Yoga intuizione Agni in
situazione di criticità la Terra
è in anticipo sui tempi. "La
gente si chiede: 'Ora, come possiamo servire sulla Terra nel modo più
vantaggioso?' Essi dovrebbero
ripristinare la Terra
salute. C'è un intero elenco di modi per svolgere questo compito in tutto il
mondo del restauro. Si dovrebbe tenere a mente che le persone hanno distrutto
le risorse della Terra senza pietà. Essi sono pronti ad avvelenare la terra e
l'aria. Sono previste le foreste rifiuti i recipienti di prana. Essi sono diminuiti vita
animale, dimenticandosi che l'energia animale nutre la terra. Essi credono che
le sostanze chimiche non testate (medicina e farmaci) possono prendere il posto
di prana e emanazioni terrene. saccheggiare le risorse minerarie , ha
dimenticato che l'equilibrio deve essere mantenuto. Non pensare a ciò che ha
causato la catastrofe diAtlantide. Essi trascurare il fatto che le sostanze chimiche devono essere
testati nel corso di un secolo, per una sola generazione è troppo breve per
determinare se una sostanza porterà l'evoluzione o il suo opposto ... Pensano
che con qualche atto di misericordia il tempo sarà chiaro e la gente diventerà
prospero! Ma il problema di ripristinare la salute non attraversa le loro
menti. Cerchiamo quindi di amare tutta la creazione! "[28] Ci è anche la discussione di temi quali il cambiamento climatico,[2], la desertificazione,[29], l'urbanizzazione eccessiva,[30]l'inquinamento atmosferico, e di stupefacenti.[31]
I
guerrieri della luce
"Ciò che per chiamare la
malattia del pianeta? Il miglior nome sarebbe 'febbre da avvelenamento.' gas Soffocare da detriti del mondo
inferiore di strati sottili le stanno tagliando il pianeta fuori dal mondo che
potrebbe essere portandola assistenza. terrestre destino L'può concludersi con
una gigantesca esplosione se questo spesso velo non è penetrato. "[32] Per evitare questo il destino e il rinnovamento della terra, la
gente deve imparare a partecipare coscientemente alla tremenda battaglia che
infuria, non solo nel nostro mondo visibile, ma soprattutto nel Mondo sottile
invisibile.[33] Questo vi aiuterà a salvare la Terra e inaugurare il Epoca di Maitreya, un'era
di pace in tutto il mondo e la cultura.[34] Questa è una battaglia tra il mondo terreno e l'invisibile, mondi
sottili, in un certo senso, la lotta si aiutano a collegare questi mondi, che
termina lo stato innaturale di isolamento in che l'umanità terrena esiste ora.[35] Mettendo tutte le forze in gioco e alzando la tensione e il
pericolo per un livello senza precedenti, la Battaglia rende
possibile per il "guerriero della luce" per temperare se stessa o se
stesso per raggiungere la gioia, che accenda i chakra , soprattutto il cuore.[36]
La battaglia può essere
osservato da molti punti di vista. Si
tratta di un conflitto tra gli elementi terra e fuoco,[37], tra il superiore e inferiore incendi,[38], e tra l'aspetto separativo di Saturno e Urano il sintetizzatore.[39] Forse più fondamentalmente si tratta di una battaglia tra i
creativi, potenza affermativa del libero arbitrio umano e il potere distruttivo
di negazione o di nichilismo.[40] Yoga dice sì a ogni aspetto della vita, tra cui conflitti. Per la Fratellanza , la
battaglia è fondamentalmente difensivo, ma è in grado di usare la battaglia
inevitabile per affermare i valori più alti creativo.[41]
Un essere umano è
inevitabilmente coinvolta in tre battaglie: la battaglia tra libero arbitrio e karma, cioè, tra il sé superiore e
inferiore della personalità: la battaglia tra la Fratellanza (o
gerarchia), di Luce e le forze del male, disincarnata, e la battaglia cosmica
"tra le energie sottili e le onde del caos", una battaglia che
continua per sempre.[42] La Battaglia può riferirsi a Armageddon, il conflitto internazionale
che è iniziato nel 1931.[43] In ogni caso, l'Agni Yoga è diverso da più "spirituale"
insegnamenti, nel senso che "non è un insegnamento pacifica" ma una
"chiamata alla battaglia."[44] E 'piena di immagini marziali-spade, scudi, frecce, lance e
armature, come i suoi seguaci sono "guerrieri di spirito "e le virtù
marziali come il coraggio e la vigilanza sono necessari sulla terra.
Four
Stones
Il secondo libro dello Yoga
insegnamento Agni, Foglie del
Giardino di Morya II (illuminazione),
indica quattro principi fondamentali per l'azione."! Amici di Punto
quattro pietre nelle fondamenta delle vostre azioni:-Il rispetto per la Gerarchia. First
Second-La coscienza di unità.. In terzo luogo-Coscienza di co-'di misura.
Quarto applicazione del principio,' Per il tuo Dio"[45]
Insieme a molte scuole di
pensiero asiatico, Agni Yoga insegna che la liberazione spirituale dipende da
coltivare una coscienza di unità con le Forze superiori in modo che possiamo
essere guidati e protetti dalle esseri illuminati compassionevole che
appartengono alla Fratellanza, la
Gerarchia di Luce. Co-misura
è la capacità di comprendere l'importanza relativa del proprio rapporto con
questi esseri superiori e agire di conseguenza. Essa è legata alla
"meta-fitness", la capacità di valutare e regolare i propri pensieri
e azioni alla luce degli obiettivi cosciente.[46]
"Per il tuo Dio": la
capacità di comprendere i più alti ideali di altre persone, i loro dei, per
così dire-e affermarli. In passato,
una persona potrebbe affermare la santità e il valore del proprio dio, ma ora è
necessario trovare "il Dio di ognuno e lo esalti. Si può capire questo con
la ragione, ma è più importante per abbracciare nella sorridere dello spirito.
" Questo principio di grande
tolleranza "è la base del Nuovo Mondo."[47]
La
trasmutazione Fiery
Le fasi iniziali di Yoga
assomigliano a quelle del Raja Yoga, sforzandosi, studio e padronanza del
prana, la vita. Vigore depurazione[48] "Un giovane può chiedere, 'Agni Yoga dovrebbe essere inteso?
How' Dire: 'Come discernimento
del-elemento di collegamento di tutti gli incendi, che nutre il seme dello
spirito, e la sua applicazione alla vita.' Il
giovane può chiedere, 'Come posso approccio che la conoscenza?' 'Purificare il vostro pensiero, e dopo
aver determinato le tre peggiori tratti, li consegno le fiamme di un ardente
impegno. Quindi scegliere un Maestro sulla Terra e, pur conoscendo la
didattica, rafforzare il vostro corpo con le medicine e il pranayama indicato.
Avrete guardar le stelle dello spirito, potrete vedere le fiamme che purificano
i vostri centri, si sente la voce del Maestro Invisibile, si entra in altri
aspetti più sottili comprensione che trasforma la vita. e '"[49]
Come nel Raja Yoga, pratica con successo nel quadro di un guru qualificato risultati
nello sviluppo di chiaroveggenza, chiaroveggenza, e altre
facoltà sottili, così come l'accensione dei centri psichici-il chakra.[50] Oltre ai sette chakra spesso citato in letteratura esoterica, Agni
Yoga tocca sulla accensione dei centri nei polmoni, le spalle, e in altre parti
del corpo.[50] Particolare enfasi è posta sugli incendi nel centro del cuore e il
Calice, o il Anahata chakra, che è dietro il cuore .[51] In queste ultime vengono memorizzati accumuli spirituale di vite
passate, tra cui "conoscenza diretta", un alto grado molto di
intuizione.[52] "La gente spesso confonde grande conoscenza diretta, che è il
risultato di molte esperienze e meraviglioso accumuli su molte incarnazioni,
con un psichismo certo. I manifesti di questi ultimi, più o meno presentimenti
corretto, i sogni e le percezioni del piano astrale che corrispondono a chi
percepisce la coscienza del. conoscenza diretta, d'altra parte, sa con
certezza, conosce il essenza di tutto ciò che accade, sa che la direzione
dell'evoluzione e del futuro;. conoscenza diretta è la sintesi della
spiritualità, naturalmente, appartiene solo a un grande spirito che ha
accumulato il suo calice, indipendentemente da quanto modesta la sua posizione
sociale potrebbe essere. "[53]
Anche se in generale Yoga evita
negazione, tra cui il divieto e la rinuncia,[54], esso esprime una forte opposizione alla magia, le pratiche
medianiche, e psichismo-l'esercizio delle inferiore poteri psichici e
l'attaccamento ai fenomeni psichici[55], in quanto ostacolano la
pratica della Yoga. Per lo stesso
motivo, Agni Yoga si oppone "meccanico" esercizi che cercano di
risvegliare il potere interiore attraverso la manipolazione o il rafforzamento
di quella esterna. Anche gli
esercizi per sviluppare la concentrazione hanno un valore
subordinato.L'ispirazione dalla Gerarchia, una condizione essenziale sul
sentiero ", scende attraverso una condizione di base unico.
Né la
concentrazione né comando della volontà, ma l'amore per la Gerarchia dà luogo a
diretto Comunione. Non sappiamo come migliore o più precisamente per esprimere
la legge guida che come un impeto di amore. Questo è il motivo sia il momento
di mettere da parte la magia con tutta la sua coazione e di essere impregnata
di amore per il proprio nucleo centrale. Poi si può facilmente avvicinarsi alla
fonte del benessere attraverso una meravigliosa sensazione davvero.
Precisamente , tra la disintegrazione del pianeta, si ha la necessità di
trasformare il principio che più efficacemente ripristinare la salute. E che
cosa può unificare con più forza rispetto al mantra, 'Ti amo, Signore!' Tale invito è facile ricevere un
raggio di conoscenza. "[56]
L'amore, poi, è ciò che rende
possibile ricevere la conoscenza interiore, soprattutto se accompagnato dalla
gratitudine e di gioia.[57]
Il coraggio e la pazienza sono necessari anche,[58] per la Yoga
non è solo una questione di accendere i centri con un "Kundalini esperienza ", ma coinvolge
anni di" trasmutazione di fuoco "con cui, i pensieri e le sensazioni
sono raffinati i sentimenti, eventualmente permettendo la Yogi di funzionare nel suo corpo sottile, e più tardi ancora il più
potente del fuoco del corpo e sublime.[59] Lo sviluppo di questi organi rende possibile per uno Yogi di
raggiungere l'immortalità, la capacità di agire
consapevolmente a volontà in, sottile e focoso mondi terrena[60], e lavorare per il bene degli altri su vasta scala. Perché il mondo è attualmente in tale
caos, durante il processo di trasmutazione dei sentimenti di angoscia sono
inevitabili, devono essere riconosciuti e supe
Nel delineare la "quattro
porte", l'Agni Yoga 163 offre una panoramica di tutto il
processo. "Colui che avrebbe
nuotare deve tuffarsi senza paura in acqua. E colui che ha deciso di master
Yoga deve trasformare tutta la sua vita con lui. Perché la gente pensa di poter
risparmiare Yoga una porzione di qualche ora di inattività e rimanere in pensiero
impuro il resto del tempo? In verità, in tutte le azioni dovrebbero essere
impregnati con la forza purificatrice della lotta ardente ... Questa più
sintetizzando Yoga esige l'obbligo di costruire la vostra intera vita secondo
una disciplina che è impercettibile dall'esterno. impercettibile Se questa
disciplina non si sente più come catene, ma si trasforma invece nella gioia di
responsabilità, possiamo considerare il primo cancelli aperti. Quando uno si
sveglia alla collaborazione con la-off mondi lontani, poi il secondo Gates si
apre. E quando le fondamenta di evoluzione sono comprese, le viti si caduta dal
terzo Gates. E infine, quando il vantaggio di utilizzare un addensato corpo astrale è stato capito, poi le frecce
della quarta Gates cadrà. Dato che questo processo va avanti, gli incendi dei
centri del sapere Kindle, e in mezzo i fulmini delle energie più sottili,
conoscenza diretta emerge. Cherish, poi, il fuoco della conoscenza e della
guardia del potere Il Sangha Maitreya
A partire da New Era comunitario, il terzo
lavoro della serie Agni Yoga, le copertine di tutti i libri mostra un riquadro
in cui sono scritte le parole sanscrite "Maitreya Sangha." Questo
implica che Agni Yoga è un insegnamento per il Sangha, la comunità spirituale, che
seguirà il futuro Buddha, Maitreya.
IL SANGA MAITREYA
Il nome Maitreya deriva dal
sanscrito maitri (metta in pali), "amicizia"
o "la gentilezza amorevole." Maitreya è chiamato anche
"Ajita", che significa "colui invincibile." Sia Mahayana e Theravada Buddhismo riconoscere Maitreya
come la prossima Buddha, il Buddha quinto che è quello di riuscire il quarto
Buddha, Gotama. Maitreya sarà l'ultimo dei cinque
Buddha che raggiungere l'illuminazione in questo kalpa, o grande ciclo. Asanga, il fondatore della Yogacara o Coscienza di sola scuola del buddhismo Mahayana, si dice che sono andati a di dimora
Maitreya in Tushita cielo e ha ottenuto cinque
insegnamenti da lui. In 5.670
milioni anno, Maitreya sarà rinascere nel mondo fisico e diventare un Buddha. Fino ad allora, sarà un custode che
veglia sul destino della Terra.[1]
L'emergere di millenaria movimenti aspettando l'avvento di Maitreya indica che i buddisti
non hanno sempre tenuto i 5,67 miliardi rispetto all'esercizio letteralmente. Inoltre, Maitreya è talvolta
raffigurato in postura bhadrasana con le gambe estese, indicando che si sta
preparando a scendere a un piano inferiore.[63] teosofi potrebbe spiegare la 567 figura come indicazione che
Maitreya apparirà alla fine del presente "Quinto Race "e nella sesta
e settima Races.[64] Yoga segue le teorie razziali delineato dalla Blavatsky e sostiene
di essere un insegnamento per la sesta gara, che sta cominciando a manifestarsi
come l'epoca di Maitreya si avvicina. "Ora
siamo in grado di raccogliere gli spiriti della sesta razza, e Agni Yoga è la
chiamata!" [65]
Nel Vajrayana o buddismo tantrico ciascuno dei Buddha che compaiono in questo
mondo è allineato con uno dei cinque Dhyani-Buddha che esistono in mondi
superiori. Mentre il quinto
Buddha terrestre, Maitreya è collegato con il quinto Dhyani-Buddha, Amoghasiddhi, il Buddha della
"realizzazione infallibile", "il conquistatore
invincibile", che raggiunge infallibilmente il suo obiettivo. Amoghasiddhi rappresenta lo stato
perfetto del -skandha samskara (sankhara in Pali), i fenomeni mentali e
fattori motivazionali, tra pensiero e volontà.
Egli è associato con
l'All-Realizzazione di Saggezza, che porta a infallibile libera azione di
invidia e di gelosia. Questa
saggezza è la sintesi degli altri quattro. Amoghasiddhi è il centro del karma
"gruppo" di divinità, "Karma", che indica
"azione" e "energia", e non semplicemente "il
destino." Lui è in genere indicato con la mano destra sollevata nel mudra di coraggio, che porta la pace e protezione a tutti. Egli è associato con la direzione
nord, l'elemento aria, e verde, un colore che calma l'ansia. Il suo simbolo è il doppiovajra, due fulmini che formano una croce equilatero, e la sua
sillaba-seme (bija) è "Ah." Il suo
trono è supportato da garuda, creature che sono metà e metà
uccello uomo. La sua consorte è Tara, la dea madre in Mongolia e Tibet.[66]
Agni Yoga sottolinea l'azione e
la realizzazione sul piano terreno: "da mani d'uomo deve essere costruito
il Tempio ... Le azioni saranno realizzati dalle mani dell'uomo a causa della
più alta creatività." [67] L 'affermazione forte di creatività che corre per tutta la Agni insegnamento Yoga indica
una rottura con i concetti di spiritualità. "Non
giudicare molto, anzi, agire. Non
sedersi nella contemplazione;, creare e scoprire. Piuttosto " [68] "Io sono abbreviare la mia salmi, e mi limita la lunghezza
della mia inni. E la
realizzazione sarà la mia preghiera, e mi si avvia con il silenzio. "
La parola russa per
"realizzazione", podvig,
condivide alcuni significati delle siddhi,
in quanto indica un atto eroico che coinvolge intenso sforzo, abnegazione, e di
eroismo.[70] In Agni Yoga podvig implica sintesi, la capacità di
abbracciare contrasti. L'Agni
Yogi "per lo spirito, ma non staccarsi da se stesso della Terra.
Atti" [71] Yoga afferma sia delle Origini (Начал): materia e spirito, Yin e
Yang, l'asse verticale e orizzontale della croce equilatero. I risultati di Yoga sono manifestati
nella vita attiva di Nicholas e Helena Roerich, noto in libri come il Guru e il
Tara (o Urusvati).
Come nei
cinque libri di Maitreya e Coscienza-Solo il pensiero, il concetto di
"manifestazione" (явление) è quella essenziale di Yoga, le varianti
della parola appare ben più di 1.000 volte in Infinity io sola. L'idea fondamentale è che uno Yogi dovrebbe non solo essere a
conoscenza della Verità, ma anche lavorare con le forze cosmiche di manifestare
o esprimere nel pensiero creativo e di azione. Il concetto di manifestazione è anche
simboleggiato in bocca sorridente di Budai Luohan (布袋罗汉, Hotei in giapponese), una forma di Maitreya
in Asia orientale, la bocca aperta esprime la manifestazione, così come la
sillaba seme "Ah," che è associato con il centro della gola.[72] La grande borsa Budai ha in spalla può fare riferimento al
meritorio "accumulazioni", come quelle che dice Yoga sono memorizzati
nel Calice, il chakra Anahata dietro il cuore.
Fugong-chengjiu (不空成就, Fuku-joju in giapponese), un
nome cinese per Amoghasiddhi, significa "Realizzazione di tutto
dappertutto, senza eccezioni." In Agni Yoga questo appare come la pratica
di "cementare" o saturare lo spazio con infondendovi lo pensiero e di
pura energia.
I temi dell'amore, della
tolleranza, coraggio, vittoria, invincibilità, l'energia, il volo, e il futuro
sono condivise anche da Agni Yoga e la costellazione Maitreya-Amoghasiddhi.
Quanto sopra non convalida Agni
Yoga pretesa di essere un insegnamento per il Sangha Maitreya, ma suggerisce
che chi era la fonte dei libri Yoga ha avuto conoscenza dei simboli e delle
idee tradizionalmente associati con Maitreya e Amoghasiddhi. 'Figlio, il Roerich George (o Yuri), è
stato un eccezionale tibetologa ru: Рерих, Юрий Николаевич, e la Roerich
sempre espresso un atteggiamento positivo verso il Buddismo. I loro scritti, tra cui fondamenta del buddismo da Helena Roerich, la familiarità con
la letteratura mostra buddista disponibile nelle lingue occidentali al momento.
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MERYL
ANN BUTLER intervista BRUCE LIPTON
Conduciamo la nostra esistenza in base a
quello che riteniamo sia il nostro mondo, le nostre capacità e i nostri
limiti. Che conseguenze avrebbe lo scoprire che queste credenze sono
sbagliate? Che ogni cosa, dal DNA al futuro del nostro mondo, si basa su un
semplice «Codice della realtà» che è possibile cambiare e migliorare a
volontà?
MAB: Bruce, l’incontro tra il lavoro
tuo e quello di Gregg Braden è davvero emozionante! Grazie per aver accettato
di condividere alcuni tuoi pensieri con noi.
Dott. Bruce H. Lipton: Grazie, sono felice di partecipare!
MAB:
Il punto di partenza del tuo libro, La biologia delle credenze, è che gli
esseri umani non sono, come pensavamo prima, vittime dei loro geni, ma che
l’ambiente ha un effetto diretto sul nostro DNA. Vorresti approfondire?
BL: Certamente. Fino a tempi recenti, si pensava che i geni fossero
auto-attuativi, cioè potessero accendersi e spegnersi da soli. Come
risultato, oggi la maggior parte delle persone si ritengono dei robot
genetici, cioè che i geni controllano la loro vita.
Le mie ricerche, invece, segnano l’inizio di una concezione radicalmente
nuova della scienza cellulare. La nuova biologia rivela che noi
“controlliamo” il nostro genoma, anziché esserne controllati. Oggi è
riconosciuto che l’ambiente, e più precisamente le nostre percezioni o
interpretazioni dell’ambiente, controllano direttamente l’attività dei nostri
geni. Ciò spiega perché la gente può guarire spontaneamente da patologie
ritenute permanenti.
MAB: Allora è davvero il caso di
parlare di «primato della mente sulla materia»?
BL: Sì, questa nuova concezione della biologia umana non considera il corpo
un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito.
Questa nuova prospettiva è fondamentale in ogni processo di guarigione,
perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre
credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule,
provocando la loro riprogrammazione.
Questa nuova scienza si chiama epigenetica. Esiste da sedici anni, ma solo
ora il grande pubblico sta imparando a conoscerla. Per esempio, l’American
Cancer Society è un’organizzazione che fa ricerca sui geni del cancro da
circa cinquanta anni. Ebbene, questa società ha scoperto che solo circa il 5%
dei casi di cancro ha legami con la genetica; il 95% non ha nulla a che fare
con la genetica. Recentemente, l’American Cancer Society ha pubblicato una
statistica dove si dice che il 60% dei casi di cancro si può evitare
cambiando stile di vita e dieta. Quindi, oggi ci dicono: «Dipende dal tuo
stile di vita, non dai geni».
MAB: Per cui l’agognata «fonte della
giovinezza» potrebbe in realtà trovarsi dentro di noi?
BL: Dentro ognuno dei nostri corpi, in questo momento, ci sono miliardi di
ceppi cellulari, cellule embrionali concepite per riparare o sostituire
tessuti e organi danneggiati.
Comunque, l’attività e il destino di queste cellule rigenerative sono
epigeneticamente controllati. Ciò vuol dire che esse sono profondamente
influenzate dai nostri pensieri e percezioni dell’ambiente. Quindi, ciò che
pensiamo dell’invecchiamento può interferire o migliorare il funzionamento
dei ceppi cellulari, provocando la nostra rigenerazione o il nostro declino
fisiologici.
MAB: Che parte ha l’evoluzione in
tutto ciò?
BL: Beh, come si è scoperto, Darwin aveva torto. La scienza di oggi ignora le
teorie darwiniane basate sulle nozioni di lotta e competizione, anche se
potrebbero volerci anni prima che questo fatto arrivi sui libri di testo. La
cooperazione e la comunità sono in realtà i principi fondamentali
dell’evoluzione, oltre che della biologia cellulare. Il corpo umano
rappresenta lo sforzo cooperativo di una comunità di cinquantamila miliardi
di cellule. Una comunità, per definizione, è un’organizzazione di individui
impegnati a sostenere una visione comune.
Jean-Baptiste Lamarck aveva visto giusto già cinquanta anni prima di Darwin.
Nel 1809 egli scrisse che i problemi che avrebbero afflitto la società
sarebbero venuti dal suo distacco dalla natura, e che ciò avrebbe provocato
la dissoluzione della società. La sua concezione dell’evoluzione era che un organismo
e il suo ambiente interagiscono in modo cooperativo. Se vuoi capire il
destino di un organismo, devi capirne le relazioni con l’ambiente. Egli capì
che la separazione dall’ambiente ci priva della nostra fonte. Aveva ragione.
E se pensi all’epigenetica, ti rendi conto che oggi la teoria di Lamarck ha
trovato dei fondamenti. Quando non si conoscevano processi che provassero le
sue teorie, Lamarck sembrava uno stupido, anche perché credevamo all’idea
neo-darwiniana secondo cui il corpo è soggetto al controllo genetico. Invece
oggi la scienza più evoluta ci mostra che Lamarck aveva ragione, dopo tutto.
MAB: In che modo tutto ciò si
ripercuote a livello cellulare?
BL: Le informazioni provenienti dall’ambiente vengono trasferite alla cellula
attraverso la membrana cellulare. Prima pensavamo che il nucleo della cellula
fosse il suo cervello. Ma nel 1985 ho scoperto che in realtà il cervello
della cellula è la membrana. Il nucleo, come si è scoperto, è di fatto il
centro riproduttivo.
La membrana cellulare controlla le condizioni dell’ambiente e quindi invia
segnali ai geni, per innescare processi che serviranno alla sua
sopravvivenza. Nel corpo umano, il cervello invia messaggi alla membrana
cellulare per controllare il comportamento e l’attività genetica della
cellula. È così che la mente, tramite il cervello, controlla la nostra
biologia.
Per esempio, una disciplina importante nelle scienze della salute è la
psiconeuroimmunologia. Letteralmente, questo termine significa: la mente
(psico) controlla il cervello (neuro) che a sua volta sovrintende al sistema
immunitario (immunologia). È così che funziona l’effetto placebo!
Quando la mente percepisce l’ambiente come sicuro e amichevole, le cellule si
focalizzano sulla crescita. Le cellule devono svilupparsi affinché il corpo
continui a funzionare in modo sano.
Al contrario, in situazioni di stress, le cellule assumono un atteggiamento
di difesa protettiva. Quando ciò accade, le risorse energetiche del corpo,
normalmente impiegate per sostenere la crescita, vengono dirottate a questi
sistemi che forniscono protezione. Il risultato è che in un sistema stressato
i processi di crescita sono limitati o sospesi.
Nei casi di stress acuto (breve) l’organismo è in grado di adattarsi, mentre
uno stress cronico o prolungato è debilitante, perché le richieste
energetiche del corpo interferiscono con la manutenzione richiesta, e ciò
porta a patologie e disfunzioni.
Per esempio, la paura che si è diffusa negli Stati Uniti dopo l’undici
settembre ha avuto un effetto devastante sulla salute dei nostri cittadini.
Ogni volta che il governo lancia l’allarme per un nuovo possibile attacco
terroristico, la paura da sola fa sì che gli ormoni dello stress frenino la
nostra biologia e si preparino a una risposta di difesa.
In seguito all’attacco al World Trade Center, la salute del Paese è caduta a
picco e i profitti delle aziende farmaceutiche sono saliti alle stelle
(registrando un aumento del 100% in meno di cinque anni!).
Quel sistema di allarme basato sul codice colorato, poi, è causa di un’altra
grave conseguenza. In stato di paura, gli ormoni dello stress modificano il
flusso del sangue nel cervello. In situazioni normali, il sangue fluisce al
cervello concentrandosi soprattutto nel proencefalo, la sede del controllo
conscio. In condizioni di stress, le vene del proencefalo si restringono,
costringendo il sangue a dirigersi verso il romboencefalo, il centro dei
riflessi inconsci. In poche parole: quando abbiamo paura, diventiamo più
reattivi e meno intelligenti.
MAB: Nel tuo seminario hai parlato di
come riceviamo l’informazione dello stress. Potresti approfondire
l’argomento?
BL: Certamente. La principale fonte del segnale di stress è la voce centrale
del sistema, la mente. La mente è come il conducente di un veicolo.
Se siamo bravi a gestire il nostro comportamento e le nostre emozioni,
possiamo aspettarci una vita lunga e produttiva. Al contrario, i
comportamenti improduttivi e una gestione inadeguata delle emozioni sono come
un conducente maldestro che stressa il veicolo cellulare, interferendo con il
suo funzionamento e provocando un collasso.
L’informazione dello stress può arrivare alla cellula dalle due menti
separate che formano la voce centrale che controlla il corpo.
La mente conscia (auto-consapevole) è l’io pensante, la mente creativa che
esprime il libero arbitrio. È l’equivalente di un processore a 40 bit, perché
può gestire le informazioni provenienti da circa 40 nervi al secondo. Per
contro, la mente inconscia è un supercomputer provvisto di un database di
comportamenti pre-programmati. È un potente processore a 40 milioni di bit,
che interpreta e risponde a più di 40 milioni di impulsi nervosi al secondo.
Alcuni programmi derivano dalla genetica: sono i nostri istinti. Tuttavia, la
grande maggioranza dei programmi inconsci vengono acquisiti attraverso le
nostre esperienze di apprendimento.
La mente inconscia non è la sede del ragionamento o della consapevolezza
creativa; è un meccanismo rigido di reazione agli stimoli che funziona «in
playback». Quando dall’ambiente viene percepito un dato segnale, la mente
inconscia attiva per riflesso una reazione prestabilita. Non è affatto
necessario pensare!
Il risvolto pericoloso del pilota automatico è che i comportamenti inconsci
sono programmati per avvenire senza il controllo, o l’osservazione, dell’io
conscio. I neuroscienziati hanno scoperto che il 95% - 99% del nostro
comportamento è sotto il controllo della mente inconscia. Di conseguenza, è
raro che noi osserviamo questi comportamenti, e ancora di più che ne siamo
consapevoli.
La tua mente conscia percepisce che sei un bravo conducente, ma è l’inconscio
che per la maggior parte del tempo tiene le mani sul volante. E l’inconscio
può condurti alla rovina.
Siamo stati educati a credere che usando la forza della volontà possiamo annullare
i programmi negativi del nostro inconscio. Sfortunatamente, per fare questo,
è necessario mantenere una vigilanza costante sul proprio comportamento.
Non esiste nell’inconscio un ente osservante che analizzi i comportamenti
“pre-registrati”. L’inconscio è un meccanismo che agisce esclusivamente «in
playback». Di conseguenza, non viene fatta alcuna distinzione tra
comportamento inconscio buono e cattivo: sono tutte “registrazioni”. Non
appena la tua consapevolezza viene meno, la mente inconscia mette
automaticamente in atto i suoi programmi preregistrati, basati
sull’esperienza.
MAB: Come abbiamo acquisito i nostri
programmi inconsci, in primo luogo?
BL: Il cervello prenatale e neonatale opera prevalentemente alle frequenze
EEG delta e theta, nei primi sei anni della nostra vita. Questo modesto
livello di attività cerebrale è definito come lo stato ipnagogico.
Quando si trova in questa trance ipnotica, al bambino non vanno insegnati
direttamente comportamenti specifici. Egli acquisisce il suo programma
comportamentale semplicemente osservando i genitori, i fratelli, i coetanei e
gli insegnanti.
Inoltre, l’inconscio di un bambino “scarica” dall’esterno anche credenze
relative a se stesso. Quando un genitore o un insegnante dice a un bambino
piccolo che sta male, è stupido, cattivo o buono a nulla, queste informazioni
vengono “scaricate” come un dato di fatto nell’inconscio del bambino. Tali
credenze acquisite costituiscono la voce centrale che controlla il destino
della comunità cellulare del corpo.
MAB: Certo, è piuttosto deprimente! Mi
sembra che la nostra mente inconscia sia come un pezzo di criptonite verde
del pianeta natale di Superman, ovvero l’unica cosa che può privarlo dei suoi
superpoteri. La criptonite è simile alle fondamenta rocciose dell’infanzia.
Come hai detto in precedenza, l’inconscio non è cattivo per natura… E nemmeno
la criptonite lo è. Tuttavia, è attraverso questi canali che la
programmazione ricevuta nell’infanzia ci limita nell’età adulta, derubandoci
– giudicando da ciò che dici – dei nostri superpoteri! Molte persone si
sentono vittime bloccate e impotenti, nonostante il fatto che le loro
intenzioni consce siano focalizzate sul successo. Così arriviamo alla domanda
decisiva: in che modo è possibile riprogrammare l’inconscio?
BL: Per modificare la “registrazione” di un comportamento, devi spingere il
pulsante record e ri-registrare il programma che contiene i mutamenti
desiderati. Ci sono molti modi per fare ciò sulla mente inconscia.
Innanzitutto, possiamo diventare più consapevoli di noi stessi e fare meno
assegnamento sui programmi inconsci automatici. Quando siamo più consapevoli,
diventiamo padroni del nostro destino, anziché vittime della nostra
programmazione. Questo cammino è simile allo stato di presenza dei buddhisti.
Secondo: l’ipnoterapia clinica affronta direttamente i problemi nello stato
ipnagogico.
Inoltre, possiamo usare molte nuove tecniche psico-energetiche che provocano
una rapida e profonda riprogrammazione delle credenze inconsce limitanti.
Queste sono forme di Superapprendimento che aprono e integrano entrambi gli
emisferi del cervello allo stesso tempo, permettendoci di riscrivere i nostri
programmi inconsci. Usando questi processi, che dal punto di vista meccanico
sono simili allo spingere il pulsante record nel registratore dell’inconscio,
siamo in grado di liberarci dalle percezioni limitanti, le credenze e i
comportamenti auto-sabotanti.
Tra le tecniche di lavoro sull’energia psichica, vi sono Psych-K, Holographic
Repatterning, EFT (Emotional Freedom Techniques, Tecniche di rilascio
emozionale), EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing,
Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) e Body
Talk (Parlare al corpo)
MAB: Poiché costruisco labirinti, so
che molte persone sperimentano pace e benessere profondi semplicemente
camminando in un labirinto, oltre a un senso di atemporalità, come in uno
stato alterato o ipnagogico. Molte guarigioni spontanee sembrano un risultato
diretto della camminata nel labirinto, e io stessa ho avuto esperienze di
guarigione e di eccezionale benessere. Secondo te, anche questa potrebbe
essere una tecnica per riprogrammare l’inconscio?
BL: Credo che qualsiasi processo che espanda la consapevolezza di sé e ci
permetta di osservare e interagire con il nostro inconscio apra la porta alla
trasformazione. Grazie alla consapevolezza, possiamo attivamente trasformare
la nostra vita per colmarla di amore, salute e prosperità. L’uso di queste
nuove tecniche di “soprascrittura” fornisce un modo per comunicare con le
cellule del tuo corpo ed è un ponte verso la biologia trasformativa e la
psicologia.
MAB: È stato meraviglioso. Grazie,
Bruce, per aver condiviso le tue intuizioni!
BL: Grazie, mi sono divertito!
Meryl Ann Butler intervista Bruce Lipton
Fonte: http://www.scienzaeco
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STADI di EVOLUZIONE
Questi
stadi di “Evoluzione” sono localizzati lungo la colonna vertebrale e il loro
nome è Chakra ,ma possiamo anche chiamarli “loto” o “ruote”. Essi costituiscono
i centri sottili,ovvero i contenuti di energia vitale che devono essere
riattivati.
Citando A. Avalon –“la descrizione dei Chakra
innanzitutto implica una trattazione di
anatomia e fisiologia occidentali dei
sistemi nervosi centrale e simpatico; secondo poi un’analisi della
concezione tantrica del sistema nervoso e dei Chakra.(Il tantra è una dottrina
attenta,in particolare,al controllo delle energie).
Quindi
la correlazione dei due sistemi anatomico e fisiologico ed infine un’analisi
esoterica”-.
In
relazione allo stadio e lo sviluppo di un essere umano questi centri di energia
divengono attivi e agiscono in vario modo.
Farò
ora un’esposizione della collocazione fisica dei centri e poi delle energie che
essi esprimono:
COCCIGE: 4 vertebre – ghiandole Surrenali = MULADHARA
SACRALE: 5 vertebre –
ghiandole Interstiziali = SWADHISTHANA
LOMBARE
: 5 vertebre -
ghiandole Pancreas = MANIPURA
DORSALE
: 12 vertebre -
ghiandole Timo = ANAHATA
CERVICALE
: 7 vertebre -
ghiandole Tiroide = VISHUDDI
SOPRACCIGLIA
: ghiandole Pituitarie = AJNA
CAPO : ghiandole Pineale
= SAHASRARA O BRAHMARANDA
Abbiamo
quindi tre Chakra collocati al di sotto del diaframma che sono Muladhara,
Swadhisthana e Manipura; tre al di sopra del diaframma -Anahata,Vishuddi e Ajna-
e uno situato sulla sommità del capo –Sahasrara-che ha la funzione di integrare
tutti gli altri.
Su
questa divisione possiamo dire che dal punto di vista energetico i primi tre
Chakra inferiori,al di sotto del diaframma,riflettono a livello degradato le
energie dei tre Chakra superiori,ovvero quelli al di sopra del diaframma.
Infatti,analizzandoli uno ad uno e procedendo dal basso verso l’alto vediamo
che:
1)
IL MULADHARA esprime
l’energia dell’autoaffermazione.
2) LO SWADHISTHANA
esprime l’energia della creatività sul piano fisico sotto
forma di istinto di riproduzione.
3)
IL MANIPURA esprime l’
energia dell’amore trasformato in emotività,
attaccamento,spirito
gregario.
4) L’ANAHATA esprime l’energia dell’amore
universale.
5) IL VISHUDDI esprime l’energia
dell’intelligenza creatrice.
6) L’AJNA esprime l’energia della volontà spirituale.
7) SAHASRARA esprime l’energia dello
Spirito,il Jiva.
I tre centri sotto il diaframma governano la forza fisica della
forma materiale e la vita psichica dell’ uomo:l’autoaffermazione,l’ istinto di
riproduzione, l’emotività e lo spirito gregario. I tre sopra il diaframma
concernano la vita intellettuale e spirituale e tutte le attività mediante le
quali l’uomo si rivela differente e superiore al regno animale,e in ascesa
lungo la scala evolutiva.
Nella maggior parte degli esseri umani i centri più sensibili sono
i tre al di sotto del diaframma. Le forze del corpo alimentano la vita sessuale
tramite le ghiandole interstiziali e creano il bisogno di lottare e di
evolversi attraverso le ghiandole surrenali che stimolano l’istinto di
aggressività; governando,infine,la vita istintiva e psichica attraverso il
plesso solare.
Man mano che l’evoluzione procede, il Sé diventa più attivo ed è
così che, gradualmente,può aumentare l’attività dei centri situati al di sopra
del diaframma.
Quando si sveglia il centro del cuore”Anahata”,l’uomo prende
coscienza delle sue relazioni egoiche,della responsabilità di gruppo e della
vita dell’anima .Con il risveglio del centro della gola ”Vishuddi” si sviluppa
il lavoro creativo. Quando si risvegliano i centri della testa, l’uomo diviene
cosciente di sé stesso come personalità integrata,come anima e quindi come
spirito.
I tre centri – Muladhara,,Anahata e Sahasrara devono giungere alla
piena attività e così mescolando l’energia latente nella materia,localizzata
nel Muladhara, si trasforma in coscienza dell’ anima nell’ Anahata e poi in
coscienza dello Spirito nell’Ajna e nel Sahasrara.
Attraverso questo processo l’essere umano raggiunge la sua
realizzazione;l’ insieme Corpo,Anima e Spirito diventa allora attiva
espressione di Dio.
Nella pratica delle tecniche atte a sviluppare le energie latenti,
i Chakra ricorrono all’ aiuto di una simbologia molto complessa. Vengono
rappresentati simboli differenti come le grandi intelligenze degli elementi “ i
Devata ”,” le Shakti “, “ gli Yantra
“,le lettere dell’alfabeto sanscrito e l’uso dei “ Bija Mantra “ .
Gli elementi, o meglio, le facoltà delle grandi intelligenze ovvero
terra, acqua, fuoco,aria, etere,vengono fatti corrispondere ai Cinque Sensi.
Ricordiamo, come ha scritto G.Tucci nella sua “Storia della
filosofia indiana”,che gli elementi non possono essere mai disgiunti in quanto
ogni corpo li contiene, di fatto in sé tutti. Infatti un atomo di terra ha la
stessa composizione di un atomo d’ acqua ed il perché l’uno appare come terra e
l’ altro come acqua non dipende da una diversa composizione bensì da una
differente INTENSITA’ di composizione.
Qui di seguito diamo le corrispondenze:
ELEMENTO MATERIALE SOTTILE SUE PROPRIETA’
Terra
Olfatto
Olfatto
Acqua
Gusto
Gusto
Fuoco
Forma
Forma
Aria
Tatto
Tatto
Etere Suono Suono
Continuando
l’ elenco dei simboli relativi alla rappresentazione dei Chakra troviamo:
I DEVATA: Brahma, Vishnu, Isha, Sadashiva, Shambu.
LE SHAKTI : Daini, Rakini, Lakini,Shakini, Hakini.
GLI YANTRA :Quadrato,Cerchio,Triangolo,Mezzaluna,Bindu o Punto.
BIJA
MANTRA
Brakmaranda
Sahasrara
|
Fontanelle
|
AUM
|
M
|
DO
SI
|
SA
NI
|
BIANCO
BIANCO
|
AJNA
|
IPOFISI
PITUITARIA
|
AUM
|
I
|
LA
|
DHA
|
BIANCO
|
VISHUDDI
|
LARINGE-GOLA
|
HAM(g)
|
E
|
SOL
|
PA
|
PORPORA
FUMO
|
ANAHATA
|
CARDIACO
|
JAN(g)
|
A
|
FA
|
MA
|
ARANCIO
|
MANIPURA
|
PLESSO
SOLARE
|
RAN(g)
|
O
|
MI
|
GA
|
BLU
LUCENTE
(NUVOLE
PIENE DI PIOGGE)
|
SWADHISTHANA
|
SACRO
|
VAN(g)
|
U
|
RE
|
RE
|
VERMIGLIO
|
MULADHARA
|
COCCIGE
|
LAN(g)
|
U
|
DO
|
SA
|
ROSSO
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