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YOGA : MITI E ARCHETIPI










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  •                                          A R C H E T I P I
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  •                            U N A  V I A  V E R S O  L A  L U C E
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  • La parola “ archetipo “  deriva dal greco Arketipon , che vuol dire primo tipo , prima forma , modello ; un significato molto simile a quello di “ idea “ platonica che sta a significare “ modello ideale “ .
  • Fu C.G. Jung all’inizio del ‘900 con il suo studio sugli “ archetipi dell’inconscio collettivo “ a evidenziare il ruolo fondante ed informativo degli archetipi nell’ambito della evoluzione interiore dell’individuo nel suo percorso dall’oscurità della sua “ ombra “ verso la piena “ luce “ della coscienza ; in fondo gli archetipi dei miti greci , delle fiabe , dei tarocchi , della cabala , delle religioni in genere , che altro sono se non l’esplicitazione di potenti energie contenute nel “ cono d’ombra “ di ogni individuo , chiamato dalla “iniziazione “ a renderle consce ed “ operative “ ?
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  • GLI ARCHETIPI FONDANO IL CREATO E LO PROGRAMMANO !
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  • Uno studio a parte merita il discorso su ciò che “ permette “l’accesso agli archetipi e li rende “ operativi !
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  • < L’incontro con se stessi  è una delle esperienze più sgradevoli  alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante . Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito >  ( C.G. Jung )
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  • Questa proposizione junghiana può essere visualizzata con l’archetipo del dio Giano , il dio bifronte , con una zona in luce, parte anteriore , ed una in ombra , parte posteriore .
  • Ogni essere nascendo , già incarna questo archetipo ( Giamo), in cui nella parte luminosa espliciterà tutto il “ compiuto “ della sua personalità , mentre nella parte in ombra è “ celato “ tutto l”incompiuto” che dovrà manifestarsi nella sua (dell’individuo) evoluzione karmica , ed il passaggio dall’incompiuto ( pura potenzialità ) , al compiuto (manifestazione) , si realizza proprio per mezzo degli “ archetipi “ !
  • E’ per questo motivo che il Cristo morente sulla croce (archetipo dell’Adam Kaidmon cabalistico = l’Uomo Cosmico , e quindi riassuntivo di tutti gli archetipi ) pronuncia come ultima frase : < Tutto è “ compiuto “ > ; infatti Egli ha portato a compimento la missione affidatagli dal Padre , cioè : di manifestare tutta la potenzialità divina , ancora non portata a compimento da tutti gli altri suoi archetipi predecessori , a partire da Abramo , Isacco , Giacobbe , ….ecc…così via dicendo fino a Giovanni il Battista , che conclude la grande stagione degli archetipi biblici passando il testimone a Colui che avrebbe “ compiuta “ la Bibbia con il sacrificio del suo corpo , che perforato dalla lancia del centurione , permetterà lo “ squarciamento del “ velo “ che nascondeva il “ Sanca santorum “ del tempio , la parte più riposta , in cui è celato “ l’incompiuto “ dell’uomo , di ogni uomo , fintanto che non abbia raggiunto la sua piena “ realizzazione cosmica “ .
  • L’incontro con l”ombra” corrisponde alla “ discesa negli inferi”, alla “ nigredo” degli alchimisti , l’inizio della “ Opera “ (Opus) , ben noto a quanti hanno conosciuto…..questa tribolazione , peraltro premessa di “ ri-nascita “.
  • Quando nella psiche di una persona iniziano ad affiorare gli archetipi , vuol dire che la “ ricerca “ si è spinta oltre la sfera personale e ciò , se da un canto è positivo , dall’altro comporta il pericolo di soccombere all’affascinante “influsso” degli archetipi , pericolo ancor più concreto se non rendiamo consce a noi stessi le immagini archetipiche , che possono trasformarsi in una vera “possessione” diabolica e distruttiva dell’individuo coinvolto ; infatti i “ virus emozionali “ all’interno della persona . se non eliminati , determinano una attuazione dell’archetipo in maniera distruttiva .
  • Se l’archetipo del RE  , per esempio  , trova “ virus emozionali“ distruttivi non risolti , si trasforma facilmente nell’archetipo del Tiranno , con le conseguenze a tutti note…l’eroe , si trasforma in codardo traditore , il Saggio , in falso maestro,...ecc…
  • La gestione quindi degli archetipi è alla base di ogni seria “ via iniziatica “ , che miri a dominare tali forze ed a integrarle nella coscienza , cioè anziché lasciare che l’archetipo irrompa inatteso ed autonomamente , avvicinarsi ad esso , “evocarlo” con la meditazione , quasi come facevano i vecchi alchimisti servendosi di supporti “simbolici” , atti a sostenere tali “forze numinose “ .
  • Si tratta di avvicinare gli archetipi con estro poetico e creativo  , accoglierli con il suono creativo dell’arpa interiore accordata dal respiro della meditazione , capace di far vibrare lam potenzialità divina (degli archetipi) ; infatti < il processo creatore per quanto possiamo seguirlo , consiste in una animazione inconscia dell’archetipo…il dare forma all’immagine primordiale è in certo senso tradurla nella lingua d’oggi . ed è per mezzo di questa traduzione che ognuno può ritrovare l’accesso alla fonti più profonde della vita > (C.G.Jung)
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Nello Yoga , realizzare una Asana , equivale esattamente a ciò: dare vita ad un archetipo , come nel mito do Pigmalione che fa " vivere " la statua che aveva scolpito .

Yogacharya Eknathananda






    
               IL MITO DI AFRODITE

Afrodite è una divinità pagana e  incarna simbolicamente una delle molteplici funzioni assunte dall'energia vitale all'interno del corpo fisico. Il corpo umano è pervaso di energia. Quando  l'energia si esaurisce, il cuore cessa di battere e il corpo muore.

Il cuore è l'organo in cui fluisce le due forme di energia vitale veicolate dal sangue  arterioso (prana), o venoso (apana) all'interno delle valvole cardiache che controllano il flusso e lo scambio delle molecole di azoto con quelle dell'ossigeno.

Per gli alchimisti  l'energia  vitale si suddivide  sul piano fisico in prana e apana, le due componenti del  Mercurio di fuoco che  permette l'apertura e la chiusura delle diastole e delle sistole, mentre sul piano mentale  l'energia vitale si manifesta come Eros (marte in ariete) e Thanatos (marte in scorpione).  Venere  è una funzione biopsicologica che si inserisce come mediatrice  tra i due flussi di  energia fisica e mentale, regolando  il giusto equilibrio di prana (Venere in Bilancia)  e  la giusta quantità di  apana nel sangue (Venere in Toro).

L'alchimia orientale che si esercita con lo yoga insiste da millenni sulla necessità di mantenere in equilibrio il prana (lo yang) e l'apana (lo yin), il  sole con la luna, il maschio con la femmina, il giorno con la notte. Se  la Venere in Bilancia, simbolo riconosciuto della bellezza estetica femminile, ha il dono di equlibrare il prana maschile di Marte in Ariete, è altrettanto vero che la paura di morire, di essere posseduti o minacciati (marte in scoprione) riporta al buon senso la placida ed edonistica Venere in Toro, attirata dai piaceri materiali, dall'ozio e dalla pigrizia.

L'equilibrio tra le due componenti dell'energia vitale avviene  sul piano piano fisico se si tempera  l'umidità dell'apana o la secchezza del prana con le tecniche respiratorie del pranayama e si trasformano  i "cinque soffi" presenti all'interno del copo in "anemos ", il vento interiore, simbolo dell'anima che " euforia" attraverso le corde vocali  (Eufrosine) e "bellezza interiore" dalle ghiandole e dalla pelle (Aglaia).  

Ma l'equlibrio si conquista sul piano mentale attraverso l'alchimia di coppia (Tantra). Venere sposa Dionisio, Dio dell'eccesso di prana e quindi delle orge e del piacere fine a se stesso, per temperare, canalizzare e trasformare la sua esuberante energia vitale  in consapevolezza, comprensione e coscienza di relazione (Il Bacco che Venere genera  con Zeus).

Dalla sua unione (yo- ga) con Dioniso  emerge un diverso metabolismo del soffio vitale (elan vital)  in grado di generare  lo splendore (Aglaia), la gioia (Eufrosine) e la sapienza dell'anima (Talia).

Esiste in Natura una combinazione infinita di Prana e Apana che dipende dal ciclo di luni -solare e dal ciclo delle stagioni. Il corpo è natura e gli alchimisti del '600 affermavano che la Pietra Filosofale va cercata nella verdeggiante Natura, a significare la capacità biologica dell'organismo umano di vivere in perfetto equilibrio con il flusso dell'energia vitale universale.

Il digiuno quaresimale, il ramadan, le astinenze, le prescrizioni alimentari, i proverbi, lo studio empirico della metereologia, l'agricoltura bio-dinamica e le feste religiose, e prima di esse quelle dionisiache, svolgono un preciso scopo di  regolazione del prana e dell'apana. Nel periodo primaverile bisogna contenere il prana, con il digiuno,  mentre nel periodo invernale lo si deve incrementare con Bacco e Venere.
L'uomo esce dalla natura e dall'equilibrio naturale dell'energia  quando  l'energia mentale volitiva (la libido)  lo conduce a disobbedire a Dio, simbolo delle leggi naturali universali che regololano i cicli di morte e di nascita, di decadimento e di resurrezione del desiderio.

Nel momento in cui  il prana e l'apana stanno per giungere in equilibrio, attraverso una istintiva regolazione dell'attività o un sapiente dosaggio di  stimolanti naturali (vino, sesso,  condivisione...)  avviene una progressiva esplosione  dell'euforia, stato psicofisico in cui l'energia vitale si stabilizza nel cuore e produce una frenesia di emozioni che culminano nell'estasi dei sensi.

Eufrosine è quindi la gioia provata dall'anima nel periodo in cui  il sole congiunge la luna e il prana, in perfetto equilibrio con l'apana, genera   l'assoluta identità dell'Io con l'energia cosmica universale (il Sè universale).



Gli alchimisti inventarono un alambicco  per realizzare  l'equilibrio dell'energia vitale costituito da due recipienti tra loro comunicanti. Il liquido bianco (il seme sessuale maschile o il sangue adrenalinico femminile) viene surriscaldato, portato ad evaporazione e poi di nuovo condensato all'interno di un utero femminile. Il calore della madre viene temperato dall'acqua fredda (la conoscenza dei sentimenti corporei)  affinchè si formi la sostanza terrena, Hermes, sintesi della consapevolezza, comprensione  conoscenza delle relazioni simboliche create dal ciclo della luna con il sole, e , per riflesso, dell'energia spirituale individuale con l'energia spirituale universale.

Ciò significa che il discepolo alchimista deve  espandere l'apana (l'energia dell'anima) affinchè il suo cuore (il recipiente) possa accogliere il prana universale (la conoscenza dei saggi e degli illuminati) presente nella luce del sole.


            IL MITO DI NARCISO









          
            NARCISO  …. 
                             UN ARCHETIPO PER I PIACIONI



Narciso è una figura mitologica greca, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e della ninfa Liriope.
Secondo il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi Narciso era un bellissimo giovane, di cui tutti, sia donne che uomini, si innamoravano alla follia. Tuttavia Narciso preferiva passare le sue giornate cacciando, non curandosi delle sue spasimanti; tra queste era la ninfa Eco, condannata da Giunione a ripetere le ultime parole che le venivano rivolte, poiché le sue chiacchiere distraevano la dea, impedendole di scoprire gli amori furtivi di Giove. Rifiutata da Narciso la ninfa, consumata dall'amore, si nascose nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.
Non solo Eco, ma tutte le giovani ed i giovani disprezzati da Narciso, invocarono la vendetta degli dei. Narciso venne condannato, da Nemesi, ad innamorarsi della sua immagine riflessa nell’acqua. Disperato perché non avrebbe potuto soddisfare la passione che nutriva, si struggeva in inutili lamenti, ripetuti da Eco.
Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo.
Si narra che Narciso, quando attraversò lo Stige, il fiume dei morti, per entrare nell'Oltretomba, si affacciò sulle acque del fiume, sempre sperando di vedersi riflesso. Ma non riuscì a scorgere nulla a causa della natura torbida, limacciosa di quelle acque. In fin dei conti però, Narciso fu contento di non vedere la sua immagine riflessa perché questo veniva a significare che il fanciullo-sè stesso che amava, non era morto ancora.

Ognuno di noi è un Narciso : un’anima incarnata che ha scambiato la sua immagine per la totalità del suo essere. La nostra individualità ha steso una rete a maglie fittissime , attraverso le quali non passa più alcun ricordo di ciò che eravamo ( che siamo ) prima di avere un corpo.

Il narcisismo è un veleno sottile che rischia d’infiltrarsi in tutti gli archetipi  inquinandoli con quello che gli antichi padri dell’ortodossia chiamavano  in Greco : la philautia , cioè eccessivo “ amore di sè “  !
L’archetipo del Re saggio , infiltrato dall’amore narcisistico , si trasforma ben presto nel tiranno , nel dittatore , nel capoufficio che fa mobbing…quello ( l’archetipo ) dell’Eroe altruista , si trasforma narcisisticamente nel lato ombra del traditore e del codardo , nel giocatore baro , il Saggio eremita nel sordido falso maestro a caccia di denaro e di polli da spennare…ecc..ecc… insomma tutti gli archetipi in presenza di un narcisismo non metabolizato e rettificato rischiano il collasso nel loro “ lato ombra “.

La consapevolezza di Essere non ha immagine , è “ muta “ , “ fredda “ , “ vuota “ non ha nome , nè tempo : è una sorta di infinito spazio che tutto abbraccia ; un amore impersonale, che è il vero senso dell’UNO ; un Dio che non sta seduto da nessuna parte, perchè non ha parte in niente ( pur essendo la matrice di tutto ) essendo indiviso, imparziale , fuori dal tempo , spazio , oltre ogni immaginazione , oltre ogni pensiero ed intuizione .

Tale consapevolezza è alla disperata ricerca di un veicolo che possa manifestarla , ma uno dopo l’altro crea corpi , individui , esseri , che scordando di cantarne le lodi , anzichè armonizzare e dar vita ad Amore , disarmonizzano dando vita a proiezioni .
Il narcisismo può dirsi nato con l’uomo , fa parte della sua natura , a ben guardare non ne è esente neanche Dio stesso ; infatti crendo l’uomo , non si è forse ( Dio ) compiaciuto un pò di vedersi “ riflesso “ nella sua creatura ?

Figuriamoci se l’uomo , già tentato con successo nell’Eden , poteva sfuggire all’azione di questo tarlo ; infatti egli ( l’uomo )  cade nelle spire del narcisismo tutte le volte che si lascia avvinghiare dai mille riflessi  delle mille identità virtuali che altre persone gli rimandano , diventando così un evanescente riflesso di riflessi , al punto di affogarcisi dentro come il Narciso del mito , perdendo di vista la Vita Immortale che lo anima !

Il disperato tentativo di amare noi stessi attraverso tali identificazioni naufraga nel fallimento , perchè l’Amore vero è un oceano in cui riversano tutte queste forme fantasmatiche . E’ impossible amare se stessi  ; infatti l’Amore non è riflessivo, ma al contrario “ dilagante “ , creazione in fieri continua. Ogni centro di coscienza è una piccola parte di quella grande sinfonia , che è il gioco dell’assoluto cantato nel corso del tempo dai mille budda che hanno realizzato di esserLO .

Narciso è punito per non aver voluto-potuto amare , punizione questa per chi ha scelto di essere un corpo-chimico-biologico e basta , dimenticando di essere Amore , anzi chiudendosi definitivamente ad esso , perchè Narciso è chiunque non ama !

Nessuna epoca è stata esente dal narcisismo , elaborandone una personale configurazione, fino a giungere alla nostra , che presta la tecnologia più sofisticata (televisione , cinema , radio , giornali , internet ) al fine di moltiplicare I “ riflessi “ di un esasperato amore di se , giunto a sconfinare nella clonazione , forse il più narcisistico degli effetti , cioè ri-creare il “ simile a sè “ ,l’immagine onirica  di sè in cui si perde il Narciso caravaggesco .

Fra le categorie più a rischio ci sono  sicuramente quella della gente di spettacolo e dei politici , l’alto numero di divorzi che le caratterizza segnala questa difficoltà ad andare realmente verso l’altro .
Oggi forse stiamo assistendo alla più narcistica delle civiltà che si sono avvicendate nel corso dei secoli , caratterizata da una ossessione corporea , da una avida smania di autopossesso , che pre-annuncia un lento suicidio dell’io per mano dell’io stesso !
Narciso è niente , una effimera nuvola di vapore , un gioco inquietante di identità false che si avvicendano sul dorso di un serpente che morde la sua coda , un fiume prosciugato (sorte toccata al padre Cefiso ) , in cui ogni imagine svanisce nella vanità dell’effimero .
Le stesse religioni , lo yoga , risultano falsi , quando nascono dal compiacimento narcisistico , e molto New Age contemporaneo , molte sette pseudo religiose , nascono già morte , perchè è morto chi le genera !

Yogacharya Eknathananda


                                  IL MITO DI POLIFEMO









                                    


                             POLIFEMO……. UN CANNIBALE TRA NOI

Quando il “ piccolo ego “ nascosto in ogni uomo si dilata fino a raggiungere le dimensioni di un gigante , sono dolori per tutti gli uomini,  che si trovano davanti ad un essere mostruoso , camaleontico, capace di assumere l’identità di un serial-killer ,  di un tiranno , di un sanguinario dittatore , di un sistema sociale iniquo , di un consumismo devastante antietico , spersonalizzante e dis-umano .

Le tradizioni religiose di ogni latitudine n e sono bene a conoscenza dei meccanismi perversi di questo “ piccolo ego “ ingigantito dalla  ben nota sindrome junghiana  dell “ inflazione dell’ io , che si presenta nella Bibbia  con il nome di “  GOLIA “ , il terribile   gigante filisteo ; nelle fiabe come il pauroso “ ORCO “ ; nei miti greci con l’aspetto della gorgone Medusa imparruccata di serpenti ; nella storia con i nomi di Erode , Nerone , Hitler , Gengiskan , ….ecc…ecc, questi ultimi , seppure minuti nell’aspetto , tuttavia simboli di un “ gigantismo interiore “  distruttivo oltremodo .

Accanto a questo piccolo-ego , vive parallela e nascosta la natura divina  , eterna , l’Atman , l’anima individuale  , la goccia divina che ci assimila  a Dio ,   il  Cristo , il Buddha , il Vero Sé , da ultimo l’ IO SONO trascendentale oscurato da “ avidya “ , l’ignoranza spirituale , che imprigiona l’uomo nelle maglie della “ illusione  “  (= Maya ) cosmica , per uscire dalle quali , l’uomo tenta di uscire ingigantendo il suo piccolo ego incanalandolo , ahimè , in una spirale  distruttiva di querre e di crimini  ; infatti il piccolo ego vive e sopravvive solo nel mondo della conflittualità interiore ed esteriore , conosce solo rapporti di forza “orizzontali “  e violenti con i suoi simili e se conosce l’amore , l,o intende solo nell’ambito della manipolazione psichica , del possesso dell’altro  come oggetto , dell’asservimento , più che del servizio . 

Il piccolo ego per affermarsi deve combattere stressanti battagli esistenziali , a differenza dell’IO Trascendentale , che al contrario vive nel mondo dell’Unità , dell’Amore divino e gli basta pronunciare semplicemente : < FIAT VOLUNTAS TUA > , < AMEN > , COSI’ SIA , per vedere realizzata ogni cosa ; infatti nel suo “ mondo “ non c’è posto per la polarizzazione “ dualistica “ , propria del piccolo ego , che agisce solo per contrapposizione .

L’Io trascendentale , all’opposto del piccolo ego , non s’ingigantisce , non  urla , non si ammanta di “ status simbol “ , propri del potere terreno ; infatti si serve di veicoli corporei modesti , con il volto di un Gandhi , di un San Francesco , di una Madre Teresa di Calcutta… questi si , veri  giganti spirituali  , silenti , discreti , caritatevoli ; infatti non c’è nulla di più fastidioso per il piccolo ego , che il silenzio e l’anonimato , che spesso accompagnano vite “ fallimentari “  secondo il  suo punto di vista di vero “ trombone “ mediatico !

L’Odissea , una storia mai troppo meditata ( nella scuola di un  tempo doveva essere letta tutta per la fine dell’anno scolastico )  , ci presenta un archetipo stupendo nella figura del ciclopide Polifemo , un  essere mostruoso , che vive in  una caverna , simbolo della ottusità in cui si è rannicchiato , ricurvato , raggomitolato in  se stesso nella oscurità di una vita animale , condivisa con un  gregge di pecore , simbolo di altri piccoli ego sottomessi alla tirannia del più feroce ed incapaci di ribellarsi   , fornendo al mostro il cibo delle loro carni passive ; insomma non si può parlare di una vita come “ pienamente  umana “ , finchè non si è usciti dalle grinfie del piccolo ego e si rimane incatenati nell’ambito di un quotidiano-grotta , ancorati agli “attaccamenti “  esistenziali atti a soddisfare solo i bisogni corporei e più  grossolani come nel caso del ciclopide , rimasto fermo ai limti  di “ BIOS “ , cioè la pura vita biologica ; infatti è dotato di un occhio solo , il suo sguardo è fisso solo sull’illusione della  realtà grossolana , fenomenica , fisica  , materiale , senza alcuna necessità metafisica , che giustificherebbe l’esistenza del secondo occhio aperto invece sul mondo spirituale  .
L’uomo , il vero UOMO , è solo colui che esprime la vita “ONTOLOGICA”, cioè la VITA DIVINA dell’IO TRASCENDENTALE ; infatti fino a quel momento non si può parlare di una vita “pienamente umana” !
Ulisse , l’iniziato  , ovvero il piccolo ego in via di trans-formazione , comprende che rimanendo in quella prigione rischia  la stessa fine del gigante , a causa dei suoi compagni , le passioni , di cui il gigante si nutre .

Polifemo , certo , non è un personaggio tranquillizzante , purtuttavia nell’immaginario  di noi studenti era relegato nell’ambito di una figura leggendaria , e ben guardarsi intorno , in giro , ai nostri tempi , era difficile  trovarne , pertanto rimaneva relegato nella soffitta dei personaggi fiabeschi , insieme al lupo di cappuccetto rosso , al drago di Siegfrido  ; insomma fiabe per adolscenti , come i mostri rassicuranti di Rambaldi in tanti film  moderni di fantascienza .
Tranquilli , tranquilli  , Polifemo rimane storia terrifica del passato studentesco .
Eppure , eppure , Polifemo è un archetipo , e quindi come tale immortale e come tutti gli archetipi , è in attesa di ri-essere attivato e ri-vitalizzato ; quindi anche lui non sfugge alla inesorabile legge cosmica dell’Eterno Ritorno !
Basta guardarsi bene intorno , dentro casa e fuori casa , e subito lo ri-troveremo sotto mentite ed ingannevoli spoglie , siatene certi ; infatti nelle case , a pertire dal dopo guerra , è comparso un “ occhio monoculare “ catodico , che ci guarda continuamente ,  “ mangiando “ la nostra attenzione continuamente , allontanandoci dal nostro “Vero Sé” , relegandoci nell’ambito di una vita solamente “ biologica “  , polifemica e da ultimo dis-umanizzante , resa così da spettacoli sempre più “ trash “ e dal linguaggio “ prosaico “  utilizzato in essi .
I piccoli ego logorroici di personaggi squallidi e  nercisistici  inondano le coscienze passive delle ignave pecorelle sedute passivamente davanti al “ mono-occhio” di vetro , pecorelle , che poi assumeranno comportamenti imitativi , che li  trasformeranno in altri  ciclopidi , come in una reazione a catena , contribuendo ad allungare la vita del mostro , che aduso all’oscurità della grotta  ,  amante dei luoghi
“senza luce “  si nasconde negli anfratti bui e rumorosi costituiti da pub, paninoteche , discoteche , tirando fino alle prime luci  dell’alba e ritirandosi ,  come il vampiro dei Carpazi , al sopraggiungere fastidioso dei primi raggi solari…ma seguiterà a “ mangiare “  anche durante il giorno i corpi stressati e corrosi da un tempo sempre più affrettato ed agitato , segno della mancanza di qualsiasi “ regola “ , con evidenti riflessi negativi sulla struttura corporea e psichica  …!

Ulisse  comprende la pericolosità di Polifemo , piccolo ego ingigantito ,  ed escogita uno “stratagemma”  che si rivela  vincente : ACCECARLO !
Come ? Perforando il suo unico occhio con una palo ( = Sushumna ) con la punta fiammeggiante e resa tale dal fuoco ( = tapas ) ardente dell’ascesi , tesa ad eliminare  le illusioni e gli  attaccamenti che accecano la vista del terzo occhio metafisico ( = Ajina Chakra ).
Come ? Togliendo identità al piccolo ego , chiamandosi : NESSUNO !
Per accedere all’Io Trascendentale bisogna diventare : NESSUNO !
Le vite solitarie ed umili  degli asceti , dei santi , dei sadhu di ogni tempo , sono lì a dimostrarlo .
E ciò si ottiene  con un bel “bagno” di UMILTA’ !
Giovanni il Battista , comprende che il Cristo non può dilatarsi se egli , piccolo ego terrestre non si farà da parte e perciò dice di se : < E’ necessario che Lui ( = Cristo ) cresca ed io diminuisca ! > ; infatti quando l’io (=piccolo ego) muore nasce Dio …quando scompare l’io compare Dio , quando compare l’io scompare Dio !

Ulisse con polifemo , Davide con golia , Perseo con la Medusa , S. Giorgio con il drago , combattono tutti la stessa battahlia dell’Eroe-Iniziato di ogni tempo : far fuori le illusioni , gli attaccamenti , gli idoli , che ostacolano in ogni tempo e sotto ogni latitudine , l’accesso alla “ VERA VITA “ , a quella immortale ed eterna inaugurata  dall’Avvento della VERITA’ , mèta di arrivo  di ogni cammino iniziatico ; infatti è il “colpo della pietra “ , quello inferto da Davide  nel bel mezzo della fronte del gigante Golia a permettere il superamento della “ soglia “ e l’ingresso  nel “ tempio” , “ corpo immortale di beatitudine (Anandamayakosha) finalmente conquistato dall’eroe  .
Ogni religione , ogni via iniziatica , ogni Yoga praticato al di fuori questo contesto , si tarsforma facilmente in una delle tante “ trappole “ spirituali “ , escogitate dal Polifemo / piccolo ego per ritardare la sua fine inevitabile !
Per questo motivo il Cristo  rivolgendosi agli uomini di ogni tempo : <Se non vi convertirete , perirete tutti> , come a dire che se non perderete il vostro piccolo-ego rimarrete incatenati in una vita solamente biologica e non accederete alla Vita Eterna , la Vita dell’IO Trascendentale !



                                            PRATICA   MEDITATIVA

-       Mi raccolgo in silenzio in un luogo tranquillo
-       Se in casa favorisco la concentrazione con l’accenzione di un bastoncino d’incenso , di una candela profumata , di cui osservo la fiamma…
-       Osservo la mia respirazione , la sua qualità , cercando di allungare via via  la fase di espirazione
-       Posso utilizzare l’immagine significativa di una icona che rappresenta l’eroe in procinto di vincere l’avversario  raffigurato sotto forma di un drago , di un gigante ,  comunque di una forza distruttiva
-       Favorisco l’interiorizzazione  con il canto di un mantra , la ripetizione  di una giaculatoria breve o la lettura di un brano tratto da un testo sacro, p.es. : Gesù che incontra Satana nel deserto , la sua ombra….; Mosè che incontra l’IO SONO nell’esperienza del Roveto Ardennte ; Krishna che consiglia Arjuna prima di intraprendere la battaglia contro il suo piccolo-ego…
-       Idealmente mi raffiguro mentalmente la scena dell’incontro prescelto e comincio a guardare le “ombre” dei nemici interiori  che dentro di me ostacolano il cammino verso l”AUTOREALIZZAZIONE” , insomma osservo gli aspetti distruttivi del mio piccolo-ego , prendo coscienza dei miei atteggiamenti distruttivi  , che mi portano a vivere nel mondo dell’ego , piùttosto che in quello dell’Amore
-       Rimango in silenzio lascindo parlare i personaggi convocati in presenza del “VERO SE’” convocato nella veste del Cristo , del Buddha , di Krishna e prendendo coscienza di quanto mi avvicino al “centro” o quanto mi distanzio da esso .
-       Lentamente riapro gli occhi e mi ricollego all’esterno


         Yogacharya Eknathananda


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                                     DENARO E PRANA



Lo yoghi si domanderà, ma non solo lui, cosa ha a che fare il denaro con il prana?
Infatti i frequentatori della spiritualità, ma direi meglio dello "Spiritualismo", non hanno mai visto di buon occhio l'accostamento dello Spirito al denaro , ma, a mio parere, la cosa andrebbe un po' ragionata per meglio comprenderla. 
Consideriamo ora, quindi, che il Prana equivale ad Energia vitale, a "Soffio carismatico" purificante ed energicizzante che attraverso le "nadi" (i canali psicoenergetici sottili) fluisce nel corpo donando a questo salute, forza, capacità di intendere e di volere; regolando i sistemi respiratori, cardiocircolatori, neurovegetativi, digestivi, ormonali, il metabolismo e tutte le funzioni intellettive. 
Insomma il "Prana" è il "Genio della vita", il soffio rigeneratore, energia pura divina che nella tradizione ebraica prende il nome di: RUAH! Il soffio di Dio! E che, nella tradizione taoista, prende il nome di: CHI. 
Prana, Ruah, Chi, Energia vitale, rendono "vivente" il corpo dell'uomo e questo, a seconda della maggiore o minore energia circolante nel suo corpo, diviene forte, debole, in buona salute, malato, ricco o povero. 
Infatti che altro è il corpo se non energia solidificata !
Anzi alla luce dell' equazione einsteiniana, diremo meglio: "Luce solidificata"! < Che in una parte più risplende e meno altrove > (Dante), a seconda della "Qualità" della coscienza individuale (Avidya/Vidya), che l'uomo incontra nella sua incarnazione. 
Un esempio biblico: Giobbe!
Giobbe, narra il libro, è un uomo benestante, ricco, con numerosa famiglia…il che significa, nel linguaggio biblico, che l'energia divina scorre liberamente nel suo corpo, la sua vita relazionale è "Piena "…ama Dio! Ma ha con Lui una relazione religiosa, domenicale...diremmo oggi, automatica, senza una vera esperienza interiore…Insomma è pago di una religiosità puntuale, ma senza particolari slanci interiori, inserita in un contesto di pratiche quotidiane egregiamente assolte. 
Dio è contento di Giobbe e se ne compiace lodandolo, ma Satana , il "sottile" diavoletto, sarcasticamente, fa notare a Dio che Giobbe lo ama perché se la passa bene in salute ed ha la tasca piena . E' troppo facile amare Dio in queste condizioni ! 
A questo punto per Giobbe la vita cambia brutalmente...Dio lo mette alla prova , dando a Satana il permesso di "provarlo", a conferma del fatto che nulla può avvenire senza il consenso di Dio .
La "Iniziazione" di Giobbe comincia ed è devastante ! 
Perde la famiglia, perde la ricchezza e in ultimo si ritrova con un corpo, malato ed ulcerato, in piena povertà. Satana ha "vampirizzato" tutto il suo Prana! Il tapino si gratta le pustole con dei pezzi di coccio ! 
Il corpo di Giobbe , ritiratosi Prana, è devastato, simile a quello di un misero "Barbone"!
Alla fine di un estenuante combattimento spirituale , Giobbe ritroverà Dio nella sua interiorità, ed in lui nascerà una fede "Viva" data dalla coscienza della presenza del "Dio Interiore", risvegliato dalla "Prova". La sua non sarà più una fede automatica, meccanica, ma quella dell'uomo che riposa in Dio e Dio riposa in lui (Shabat). 
Giobbe abbandona, quindi, una fede "Tamasica" (tamas=ignoranza), per accedere ad una fede "Sattvica" (Sattva=Luce spirituale); la sua coscienza, dal muladhara chakra, luogo corporeo degli attaccamenti egoistici e terreni, si trasferisce nell' Ajna chakra, luogo della Luce interiore, della "Chiaroveggenza" e libero dagli attaccamenti conosce veramente Dio di cui dice: < prima ne avevo sentito solo parlare, adesso ne ho fatto l'esperienza >. 
Giobbe riavrà tutto ciò che gli era stato tolto! Satana digrignerà i denti, anche perché viene dimostrato che Dio crede nell'uomo, mentre Satana no! Quindi Giobbe riavrà la famiglia, gli averi, la ricchezza e da ultimo persino un "Corpo nuovo" in cui Prana, Ruah, Chi, riprenderà a fluire nuovamente senza ostacoli, interiori, senza piu: invidia, pigrizia, rabbia, egoismo, avarizia, lussuria, accidia ed altri perniciosi condizionamenti; né ci saranno più gli ostacoli esteriori costituiti da malattie di ogni sorta! 
Morale: Dio e la sua energia (Grazia = Shekinà) circolano liberamente nell'uomo se non trovano ostacoli, se li trovano sono dolori…per l'uomo s'intende!
Il corpo è coinvolto al massimo nella vicenda spirituale di ogni uomo; un antico detto latino recitava così: < Homo sine pecunia imago mortis > (l'uomo senza denaro è l'immagine della morte) ! 
Questo perché Prana è energia solidificata e visibile nel corpo, ed in tutte le realtà solidificate, compreso il denaro…basta osservare il corpo di un povero e vederne la debolezza...il ricco Zaccheo della parabola evangelica per vedere Cristo, sale su un albero in alto (Sushumna) , fora tutti i chakra , attraversa tutti gli stati di coscienza connessi , s'ILLUMINA , cioè ha più energia e s'impone al gruppo. 
Zaccheo non verrà condannato alla povertà da Gesù, ma attuerà un atteggiamento nuovo nell'uso del denaro…prima lo aveva concentrato nelle sue mani (Prana), poi lo mise in "Circolazione" facendone godere anche altri, insegnando loro il modo giusto di accumularlo e di distribuirlo. 
Questo che dovrebbe fare oggigiorno il ricco Zaccheo del "Capitalismo mondiale bancario" che vuole concentrare tutta l'energia (Prana) in poche lobbies e lasciarne prive le nazioni più deboli…un uso "Tamasico", negativo in luogo di quello "Sattvico", positivo del protagonista evangelico. 
Difatti, il denaro in se non è ne tamasico, né sattvico, è semplicemente un aspetto di Prana, che mediante il Pranayama (l'arte del controllo del respiro) va utilizzato coscientemente ed altruisticamente senza renderlo un "Idolo", cioè una energia separata da Dio...perché il denaro fa parte dei suoi doni e come tale fa bene al corpo!
Giobbe docet !
Yogacharya Eknathananda






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  KARMAN  &   DHARMA


Essere o non essere ? Dharma o Adharma ? E già , caro lettore yoghi il dubbio amletico rispunta sempre , perché si tratta di uno domanda che interessa l’uomo di tutti i tempi , sempre alle prese con i conflitti esistenziali , che accompagnano la sua storia  o meglio il suo Karman , il  destino , determinato dalle azioni e dalle scelte  individuali e collettive .
E’ così per Amleto , è così per Arjuna , è così per Giobbe ,  è sempre stato , è , e sempre sarà così ancora per tutti coloro che si pongono la fatidica domanda del significato esistenziale della loro presenza in questa dimensione terrena , da distinguere da quella soltanto fisica .
Scienza e religioni , da secoli in competizione tra loro , si affannano intorno a questi quesiti fisici e metafisici nella speranza di darsi una risposta esaustiva , che metta d’accordo tutti , ma le difficoltà non mancano né all’una , la scienza , che per sua natura indaga solo il fenomeno ; né all’altra  , la religione , che per sua natura indaga solo il noumeno .
Và detto , ad onor del vero , che negli ultimi ottanta anni in seno alla Fisica moderna , si è aperta una nuova branca di esplorazione , meglio nota come Fisica Quantistica , che con l’indagine del mondo sub-atomico , si è così spinta ai confini della materia , tanto da ril-pensare il concetto stesso di materia…addirittura si comincia a parlare di “anti-materia “ . Di certo la materia come la intendevamo nel comune senso newtoniano non esiste più  , in quanto è solida e non-solida ad un tempo ; infatti il pavimento che abbiamo sotto i piedi , il muro della stanza che ci stà intorno , la sedia stessa sulla quale sono appoggiate le nostre terga , il nostro corpo stesso , …sono il risultato di una intensa attività di atomi , cellule , neutroni , elettroni , neutrini , fotoni, tachioni ,  quark,…in continuo movimento , particelle che si trasformano in onde e onde che si trasformano in particelle , secondo un  principio definito dal fisico tedesco Heisenberg < della improbabilità> . Se un Dio esiste in questo contesto , possiamo definirlo  come nel vangelo gnostico di Tommaso ( II sec ) e cioè : < Dio è moto e quiete > . In  questo caso scienza e religione  combaciano…ma non solo in questo punto !
Nel mondo invisibile   sub-atomico regna l’improbabilità , in esso tempo e spazio si comportano come gli eventi pazzi descritti nel libro di “ Alice nel Paese delle Meraviglie “   , mentre nel mondo visibile  super-atomico regna la stabilità e la consequienzialità , sono soltanto gli emisferi destro e sinistro del nostro cervello a fornirci  la temporalità e la spazialità  .
Cosa rende possibile questa “ Coincidentia Oppositorum “ ? Chi è l’artefice , il divino artista di tutta questa armonia , il magistrale regolatore di questa energia che ci circonda ?
Va da se che una Legge Universale , di cui ci sfuggono ancora tante modalità di funzionamento , regola tutto ciò !
Si tratta di una Intelligenza divina , con cui perdiamo il contatto al momento della nascita , quando assumiamo la corporeità fisica , che ci introduce di fatto nel dominio della mente , che fa di tutto per cancellare ogni traccia di questa Intelligenza che opera nella Legge Universale , affidandoci alle conoscenze ed alle fedi religiose dell’inconscio collettivo , le quali non avendo alcun aggancio reale con la Legge Universale , finiscono per diventare un limite invalicabile  , relegandoci di fatto in una dimensione di conoscenza , che finisce per diventare la proiezione delle nostre illusioni , la Maya di cui parlano appunto i mistici !
Se nel 1500 qualcuno avesse parlato della possibilità di raggiungere l’America  dall’Europa in  sei , le conoscenze e le fedi dell’inconscio collettivo sarebbero subito scattate in piedi per connotare di pazzia l’assertore di tale possibilità . Eppure uno dei contemporanei , il Mago Leonardo da Vinci , sfuggendo all’ottuso e limitante “principio di massa” , disegnò , tra le tante cose avveniristiche della sua produzione, un aeroplano , costruù un primo rudimentale modello di deltaplano , che permetteva al suo “pensiero” di mettere le ali e di allontanarsi di cinque secoli dal suo tempo , allineando la sua energia al XX° secolo , in cui tale possibilità è stata resa possibile dagll’aereo a reazione ! E chi ci dice , alla luce di questi eventi e delle ipotesi della Fisica Quantistica , che non esistano “ universi paralleli “ a pochi millimetri da noi , in cui non sia possibile spostarsi a velocità tali da raggiungere New York in una frazione di secondi . E’ solo la millenaria  esperienza dell’inconscio collettivo ereditata dai sei miliardi di umanità che ci ha preceduto a scartare tale possibilità…ma ciò avveniva anche ai tempi di Leonardo , di Cristoforo Colombo , ecc….e poi i fatti hanno sconfessato tali false credenze . Secondo le ipotesi della Fisica Quantistica , il mondo visibile  rappresenta solo il 5%  di materia , che per il 95% rimane ancora in uno stato di “pura potenzialità” , in attesa di esprimersi…il mondo visibile  si presenta quindi come un avanzo della creazione . Di tanto in tanto , nel corso delle ere , il “pensiero” di un genio si collega con questa “ sorgente universale “ , che i cabalisti chiamano “ EN SOF AUR “  , portando in luce qualche “miracoloso” contenuto ; infatti la Legge Universale , si comporta  nei confronti dell’uomo , come uno spedizioniere a cui ci si rivolge per richiedere l’invio  di una merce specifica .
La legge Universale si comporta nei confronti del “pensiero”  , esattamente come uno specchio che riflette l’immagine dell’uomo di fronte , quindi spedisce il “pacco” , con la merce richiesta  , al domicilio del destinatario , e che il pacco contenga “diamanti” o “sassi” dipende solo dalle modalità di richiesta del destinatario , parola che non a caso ne contiene un’altra e cioè : DESTINO !
Infatti la Legge Universale non è soggetta ad alcuna “dualità” o “dicotomia” di male o di bene , si limita soltanto ad inviare quanto richiesto , che prima o poi giungerò , se ne può essere certi .
Il destino non crolla d’improvviso addosso , non è una invenzione del caso , ma il frutto maturo delle nostre scelte , delle nostre decisioni , da ultimo dei nostri “ PENSIERI” , si perché anche i pensieri sono “materia” , materia sottile , materia che diventa carne attraverso l’atto volitivo della nostra mente !
Tutta la disciplina  dello Yoga Nidra si basa sulla strategia del SAMKALPA , atto volitivo e motivazionale , per cui l’esistenza si presenta come il risultato dei nostri “pensieri”  ; per cui viene da se che l’uomo vive la “ vita che crea con i suoi pensieri “ , cosa che presuppone la piena assunzione di responsabilità rispetto alle proprie scelte .

Il KARMAN dunque è il risultato dei nostri pensieri ,  pacchi che abbiamo richiesto alla Legge Universale e che questa ci ha inviato a recapito senza battere ciglio .
Attenzione dunque a formulare pensieri e richiesti , perché quando l’ordine è partito , subito si attiva l’invio  , la cui consegna sarà immediata o ritardata , a seconda dell’allineamento della energia personale investita e dalla qualità dei nostri pensieri .
Infatti è necessario sempre osservare la qualità dei nostri pensieri , effettuando “VIVEKA” , cioè la discriminazione , valutando cioè se il pensiero è figlio del nostro piccolo-ego esterno , pensiero limitante , egoico , che ci confina nell’ambito dell’inconscio di massa collettivo , quel tipo di pensiero , che in ambito biblico è chiamato “ figlio di Egitto “ , dove nella geografia dell’anima l’Egitto rappresenta l’AVIDYA , l’ignoranza spirituale , e quindi tutti i pensieri che nascono da una mente soggetta a tale ignoranza , rendono l’uomo schiavo o lo incatenano ad un destino negativo , contrassegnato da una serialità meccanica di eventi dolorosi , che si ripresentano puntualmente nella vita , procurando un accumulo di “ nodi karmici “  , che tali resteranno  fino a che non verranno  “ sciolti “…
Già , ma fino a quando rimarranno  annodati , e sopratttutto chi li scioglierà  ?
All’opposto sono liberi  , quei pensieri , “  figli della Luce “ , in quanto provenienti dall’interno , dal VERO SE’ spirituale  , dalla Legge Universale , riflessa nel “DHARMA” , l’ESSERE  , il PARADISO,  ordine cosmico che mantiene stabile l’assetto della società e ne garantisce il funzionamento , garantito dall’uomo che osserva il proprio  “SVADHARMA” , il  dovere , che gli assicura un accumulo di meriti  , che gli permetteranno lo sviluppo di un Karman positivo rendendo la sua esistenza gioiosa e non di ostacolo alla realizzazione del Dharma collettivo .
In caso contrario si sviluppa  “ADHARMA” , NON-ESSERE , cioè : l”INFERNO”   ; infatti il Paradiso , dharma , e l’Inferno , adharma , non sono due luoghi fisici  , quanto due “stadi della coscienza” , che l’uomo si trova a vivere in seguito alle sue scelte esistenziali !
L’antica sentenza del Cristo che : < Il Sabato è fatto per l’uomo , e non  l’uomo per il sabato > , stà a significare proprio queste due possibilità e cioè di colui che padroneggia il suo karman , vivendo nell’osservanza del dharma , o di cui che lo subisce come schiavo , rifugiandosi nel piccolo-ego , non-essere , che diventerò la sua maschera , e con il tempo il suo inferno…perchè l’uomo non può vivere separato dalla sua “scintilla  divina “  , seminata in lui come particella  “quantica” al momento della sua comparsa in questa dimensione terrena e fisica .
Quando però si è intrappolati nelle maglie illusorie  di Maya , nei “nodi karmici  “  di un karman negativo , insomma si è schiavi nelle mani del tirannico piccolo-ego , come fare per  ri-connettersi con la matrice divina , con la Legge universale , in maniera armonica ?
Lo Yoga nelle sue numerose varianti d’espressione , Yoganidra , Hathayoga , Baktiyoga , Karmayoga , Shaktiyoga , Kundaliniyoga , Jnanayoga , ecc…offre la possibilità di percorrere  dei sentieri spirituali,  sat-sanga , al fine di permettere la “ re-integrazione”  dell’uomo nel suo stato originario “regale” , di passare cioè : dalla schiavitù  della  propria mente , piccolo ego , alla libertà  ( moksa ) del Vero Sé interiore , attraverso l’osservanza del svadarmha , dovere personale , e del darmha , ordine cosmico ; infatti la libertà non è da intendersi in senso profano ed anarchico come possibilità illimitata di fare come ci pare , ma più correttamente , in senso iniziatico , di agire in  armonia  con la Legge Universale dell’Ordine Cosmico . , liberando
Il ponte di collegamento con il darmha è costituito dal : RITO !
Il  rito  è l’azione karmica per eccellenza ; infatti è azione “sacrificale” , in latino “ sacrum facere “  , cioè : fare il sacro !
Il rito , azione composita di parola e gesto , allinea l’energia dell’uomo all’ordine  cosmico , permettendo la ri-attivazione  dell’archetipo divino causa prima di quell’ordine . Il praticante viene così ad essere purificato dalla presenza dell’archetipo divino  in lui  ( p.es. si pensi alla santa eucarestia , farmaco cattolico , che introduce nel fedele il corpo e sangue di Cristo ) presenza che di fatto lo ri-allaccia alla sua fonte originaria , al punto che al massimo della identificazione con l’archetipo possa dire come S. Paolo : < Non sono più io che vivo , ma Cristo vive in me > ; in quanto il rito  , come tutti sacramenti del resto , ha proprietà  “trasfigurante” , liberando progressivamnte l’uomo dai suoi attaccamenti egoici e dai suoi vizi seriali , che lo imprigionano in una sequela di comportamenti seriali  , radicati anche fisicamente nel cervello come “SINAPSI”  ( neurotrasmettittori) , nei confronti dei quali ( il rito ) agisce come “convertitore” , in quanto nel Regno del Vero Sé si entra solo con le sinapsi dell’uomo-nuovo , avendo cancellato quelle dell’uomo vecchio…..chia ha orecchie per intendere , intenda !
Però si ricordi che i riti funzionano solo quando c’è la partecipazione del cuore e la purezza d’intenti ; infatti praticare asana , pranayama , satkarman (purificazioni) , senza considerare il  corpo come un tempio, da tenere pulito , in ordine , con la fiamma sacra ( tejas ) sempre accesa e alimentata dalla preghiera e dalla meditazione o partecipare ad una messa distrattamente e con il cuore rivolto ad altri interessi , tutto ciò rende le nostre azioni “tamasiche” ( tamoguna = qualità inerte della materia = ignoranza spirituale ) , farisaiche , quindi inutili ed alla lunga controproducenti nonché dannose  fisicamente , psicologicamente e da ultimo spiritualmente , in quanto la Verità eterna non può “convivere”  con la menzogna della vita , che genera solo dualismo conflittuale ; infatti solo quando il nostro mondo interiore  è allineato con la  “  Mente Divina “  ( Buddhi ) , e la mente dell’uomo ( manas) ne riflette la luce , solo allora le azioni rituali  diventano “sattviche” ( sattvaguna = qualità luminosa della materia ) e producono “miracoli” !
il karman purificato dalle sue “trasgressioni passionali “ ( rajoguna = qualità passionale della materia )  smette di generare eventi dannosi e dolorosi , che si sono resi necessari per “rettificare”  il nostro percorso umano allontanatosi dalla “scintilla  divina” e caduto preda della schiavitù della mente .
Liberato ( mukti ) e in asse con il darmha , l’uomo scopre la sua illimitatezza , la sua eternità , la sua bellezzadivina , scopre che a muoversi era stata solo e sempre la sua mente limitata e deviata , in realtà il suo viaggio è stato solo il prodotto delle sue illusioni e delusioni….in realtà non si è mai mosso perché da sempre risiede nella eternità di Dio , il suo viaggio è il racconto di un ritorno ad una casa , da cui non si è mai allontanato… il cuore dell’Eterno !

L’Ego , una goccia oceanica che ha dimenticato la sua origine e si è illusa di avere radici in se stessa..

"Sono una goccia caduta dall'infinito Zero

 Un tentativo d'Amore della Coscienza Divina

 Un'incosciente Speranza di Luce

 Una profonda carezza del Padre Celeste" 

Yogacharya Eknathananda

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