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venerdì 2 dicembre 2011

SIMBOLOGIA EBRAICA : MENORAH...LA LAMPADA DEI SETTE CHAKRA

Menorah significa in ebraico "candelabro" nella tradizione ebraica esso rappresenta il candelabro a sette bracci che si trovava nel tempio  di Gerusalemme e che è diventato il simbolo della religione ebraica. La parola menorah si trova nella Bibbia: "Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello; il suo fusto e i suoi bracci, i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutte di un pezzo... e ancora farai le sette lampade del candelabro e le collocherai sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso". Il candelabro ha un significato simbolico collegato al numero 7 che si interpreta come metafora del cielo e dei 7 pianeti ma anche come idea della ciclicità della natura.
-è il numero perfetto e quindi il numero di Dio, (il numero del diavolo è invece sei, quindi imperfetto)

- è il numero di giorni in cui Dio compì il miracolo della creazione (Nella Bibbia troviamo scritto: "E furono compiuti i cieli, la terra e tutte le loro creature. E terminò il Signore nel giorno settimo l'opera Sua e si riposò, il settimo giorno, da tutta l'opera che aveva fatto. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso cessò (shavàth) tutta l'opera Sua che aveva compiuto") (Bereshìth, Genesi 31).

-Nelle sette lampade della menorah c’è il simbolo della creazione dell’universo in sette giorni. La luce centrale rappresenterebbe il sabato.

-I sette bracci sarebbero i sette cieli inondati dalla luce di Dio. La cifra sette ha un’importanza particolare, perché significa la perfezione.

-Sette sono anche gli occhi di Dio che scrutano il mondo (Zac. 4,10).

-Nell’Apocalisse, Giovanni vede l’Agnello come immolato, con sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra (Apoc. 5,6).
-Le sette corna sono simbolo della potenza e i sette occhi della conoscenza che il Cristo possiede con pienezza.

-Anche nell’icona della Sapienza divina, l’Angelo — lo Spirito Santo — poggia con le ali su un trono con sette colonne.

Il candelabro è una stilizzazione, un derivato dell’albero, ove le luci han preso il posto dei frutti. La forma dell’albero a sette rami risale a tempi antichissimi e si ritrova nelle religioni antiche di millenni, dal momento che, nei tempi più remoti, l’albero aveva un profondo significato religioso: esso incarnava la divinità. 


Arrivando nella Terra Promessa i patriarchi recarono con sé il mito dell’albero cosmico della vita. Albero imponente, i cui rami toccano il cielo e portano frutti che danno l’immortalità. Con l’andar del tempo l’albero prende la sua forma e il suo aspetto originale per diventare un ornamento: il candelabro a sette rami. Da qui viene il suo simbolismo. La menorah è dunque un’ emanazione dell’albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno l’albero della luce.


-E’ un albero che conduce gli uomini verso la luce e la luce verso gli uomini. Per mezzo di questa luce, che scorre come un torrente verso il mondo, Dio è presente ovunque. La prima lampada della menorah è questa luce del Signore, la luce perpetua che doveva andare giorno e notte. La luce della menorah è un simbolo della presenza di Dio sulla terra, il che spiega il fatto che essa sia l’unico oggetto del Tempio che abbia trovato posto nella sinagoga, divenendo cosi un possente legame tra le due case di Dio.

T
ra i simboli biblici, uno dei più cari è il candelabro a sette bracci, fatto per ordine di Dio secondo il modello che Mosè aveva visto sul monte Sinai.
“Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.
Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato.
Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e cosi anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. 


Cosi sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle: un bulbo sotto i due bracci che si dipartono da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartono da esso; cosi per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorato a mantello.
Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti a esso. I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. Lo si farà con un talento di oro puro, esso e tutti i suoi accessori” (Es. 25, 3 1-39).
Lo studioso ebreo Alexandre Adler, in un articolo sul candelabro a sette bracci (in ebraico si chiama Menorah) si chiede perché è diventato un emblema. Egli dice che la risposta esatta scaturisce dal posto che la menorah occupava nel Tempio presso l’Arca, dunque presso la Torah. C’è un rapporto tra la Torah e il candelabro a sette bracci? Certo, poiché la menorah serve la Torah illuminandola. Essa è l’espressione dell’esistenza della Torah, la Legge che Dio ha dato al suo popolo. Infatti Dio ha ordinato che una lampada bruci presso il tabernacolo, sia per la Torah che per riflettere la sua luce verso Dio. 


La stessa Torah è la luce della umanità, come Dio è la luce dell’universo. La menorah stabilisce un flusso ininterrotto fra Dio e il popolo e con la sua presenza, la sua fiamma, il suo legame con Dio, è testimonianza della proclamazione di una legge divina.
Anche noi cattolici abbiamo una lampada sempre accesa davanti al tabernacolo in cui non c’è il rotolo della Torah (cioè i primi cinque libri della Bibbia), ma la Parola di Dio fatta carne, Gesù eucaristia.



Adler dice che il candelabro è una stilizzazione, un derivato dell’albero, ove le luci han preso il posto dei frutti. La forma dell’albero a sette rami risale a tempi antichissimi e si ritrova nelle religioni antiche di millenni, dal momento che, nei tempi più remoti, l’albero aveva un profondo significato religioso: esso incarnava la divinità. Arrivando nella Terra Promessa i patriarchi recarono con sé il mito dell’albero cosmico della vita. Albero imponente, i cui rami toccano il cielo e portano frutti che danno l’immortalità. Con l’andar del tempo l’albero pende la sua forma e il suo aspetto originale per diventare un ornamento: il candelabro a sette rami. Da qui viene il suo simbolismo. La menorah è dunque un’emanazione dell’albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno l’albero della luce.
È un albero che conduce gli uomini verso la luce e la luce verso gli uomini. 


Per mezzo di questa luce, che scorre come un torrente verso il mondo, Dio è presente ovunque. La prima lampada della menorah è questa luce del Signore, la luce perpetua che doveva andare giorno e notte. La luce della menorah è un simbolo della presenza di Dio sulla terra, il che spiega il fatto che essa sia l’unico oggetto del Tempio che abbia trovato posto nella sinagoga, divenendo cosi un possente legame tra le due case di Dio.
Nelle sette lampade della menorah c’è il simbolo della creazione dell’universo in sette giorni. La luce centrale rappresenterebbe il sabato. I sette bracci sarebbero i sette cieli inondati dalla luce di Dio. La cifra sette ha un’importanza particolare, perché significa la perfezione. Sette sono anche gli occhi di Dio che scrutano il mondo (Zac. 4,10). Nell’Apocalisse, Giovanni vede l’Agnello come immolato, con sette coma e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra (Apoc. 5,6). Le sette coma sono simbolo della potenza e i sette occhi della conoscenza che il Cristo possiede con pienezza.
Anche nell’icona della Sapienza divina, l’Angelo — lo Spirito Santo — poggia con le ali su un trono con sette colonne.
La menorah è anche simbolo astrale. Simbolicamente rappresenta il sistema planetario: il cielo, con il sole al centro e pianeti da ambo le parti (Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere e la Luna). I pianeti, come le lampade del candelabro ricevono la luce del sole, la luce celeste, che è eterna e che anche quella del Tempio. Cosi la Legge nel Tempio è eterna ed esisterà tanto a lungo quanto il sole, i pianeti e l’universo. I pianeti sono considerati, nella credenza popolare, come espressione della potenza creatrice e della volontà del Signore: essi indicano il destino dell’umanità, che è eterna come eterna è la collocazione dei pianeti nel cosmo.
Fino alla distruzione del Tempio (nel 70 d. Cr.) La riproduzione della menorah era inesistente, dal momento che i rabbini vietavano ogni menorah che fosse la riproduzione di quella del Tempio. Ci sono alcune riproduzioni del candelabro, tra cui quella del bassorilievo sull’Arco di Tito a Roma e porta la data dell’80 d. Cr. cioè dieci anni dopo la distruzione del Tempio. Nel Museo d’lsraele a Gerusalemme c’è una bellissima menorah (del 20-15 av. Cr.) scoperta recentemente. È la più antica. La sua forma più arcaica è a bracci più allungati e dà un’idea precisa di come fosse il candelabro a sette bracci, perché l’ignoto scultore avrà certamente visto l’originale nel Tempio.
La menorah è anche il candelabro della salvezza, così come si vede scolpita sulle tombe, a partire dall’epoca in cui si è diffusa fuori del Tempio, cioè dopo il 70. Sono state scoperte molte tombe dei primi secoli con questo simbolo di salvezza e con scolpite accanto alcune invocazioni del salmo 119:
La tua Parola è lampada ai miei passi,
luce sul mio sentiero,
la tua Parola è mia per sempre,
è il grido di gioia del mio cuore

NOTA:
Torah: dalla radice jarah (“mostrare, insegnare”), significa letteralmente “dottrina, insegnamento”, benché siamo soliti tradurlo con “Legge”. La Torah si riferisce al complesso della rivelazione mosaica: sono Torah le dieci parole del Sinai come l’insieme della legislazione veterotestamentaria, che viene fatta risalire tutta quanta a Mosè. Di conseguenza, lo sono pure i primi cinque libri della Bibbia (Pentateuco): La Torah si chiude solamente con la morte di Mosè, narrata nell’ultimo capitolo del Deuteronomio. Perciò non si tratta solamente di “legge” ma anche di “storia”: quella che va dalle origini fino all’ingresso nella Terra Promessa. Nella Torah è inclusa l’esperienza storica fondamentale di Israele. Al tempo stesso l’“insegnamento” della Torah continua lungo tutta la storia successiva: accanto alla Torah scritta cresce sempre più nel giudaismo rabbinico l’importanza della Torah orale (La Tradizione). Anche quest’ultima vien fatta risalire all’esperienza originaria di Mosè sul monte Sinai, attraverso la mediazione storica degli Anziani, dei Profeti e dei Sapienti.
Il miracolo di Chanukkà è narrato nel Talmud, ma non nel libro dei Maccabei. La festa celebra la sconfitta, per mano di Giuda Maccabeo, dei Seleucidi e la successiva riconsacrazione del Tempio. La festività, durante gli otto giorni, è caratterizzata dall'accensione dei lumi di un particolare candelabro ad otto braccia chiamato chanukiah.
La storia, riportata nel Talmud, racconta che dopo la riconquista del Tempio, i Maccabei lo spogliarono di tutte le statue pagane e lo sistemarono secondo gli usi ebraici. Scoprirono, inoltre, che la gran parte degli oggetti rituali era stata profanata. Secondo il rituale, la menorà del Tempio doveva essere illuminata in permanenza con olio di oliva puro. Nel Tempio però trovarono olio sufficiente solamente per una giornata. Lo accesero comunque mentre si apprestavano a produrne dell'altro. Miracolosamente, quel poco olio durò il tempo necessario a produrre l'olio puro: otto giorni. Per questo motivo gli ebrei accendono ogni giorno della festa una candela in più rispetto al giorno precedente.
La tua Parola è lampada ai miei passi,
luce sul mio sentiero,
la tua Parola è mia per sempre,
è il grido di gioia del mio cuore !
Il miracolo di Chanukkà è narrato nel Talmud, ma non nel libro dei Maccabei. La festa celebra la sconfitta, per mano di Giuda Maccabeo, dei Seleucidi e la successiva riconsacrazione del Tempio. La festività, durante gli otto giorni, è caratterizzata dall'accensione dei lumi di un particolare candelabro ad otto braccia chiamato chanukiah.
" Con riferimento alla storia di questa festa vediamo che questo periodo rappresenta bene il senso del miracolo (un'ampolla d'olio durò tutto il periodo di 8 giorni - e 8 è il salto di qualità dal mondo materiale, quello dei 7 giorni, a quello spirituale, le sefirot superiori).

Il miracolo consiste anche nel fatto che proprio in questo periodo dell'anno, il più buio, noi accendiamo la luce interiore, difatti il candelabro viene posto vicino ad una finestra per far sì che da fuori si veda che la nostra casa è illuminata da dentro.

Possiamo meglio dire che mai come in questo caso, la nostra casa rappresenta la nostra anima che riceve  e da luce interiore.
E' interessante notare che il candelabro non serve ad illuminare, ovvero non possiamo usare quella luce come unica fonte di luce in casa perché quella luce è in realtà solo interiore e non può essere usata a fini pratici.

Sembra un particolare banale ma non lo è.

In effetti quello che avviene in quei giorni è quanto di più esoterico e quindi cabalistico, i lumi infatti, ci accendono uno per volta aggiungendo una luce al giorno, in quanto la luce quella vera, quella di Verità e Conoscenza può essere ricevuta solo gradualmente altrimenti se ne resta abbagliati e si potrebbe perdere la vista  o...il senno.

Già da adesso è bene ringraziare Dio per quanto ci dona non solo di buono ma anche, e questo è molto difficile, di quanto ci fa meno piacere. "

NELLA TRADIZIONE OCCIDENTALE INVECE SI SVILUPPA............

L'ALBERO DI NATALE.......

"
Il candelabro è una stilizzazione, un derivato dell’albero, ove le luci han preso il posto dei frutti. La forma dell’albero a sette rami risale a tempi antichissimi e si ritrova nelle religioni antiche di millenni, dal momento che, nei tempi più remoti, l’albero aveva un profondo significato religioso: esso incarnava la divinità. Arrivando nella Terra Promessa i patriarchi recarono con sé il mito dell’albero cosmico della vita. Albero imponente, i cui rami toccano il cielo e portano frutti che danno l’immortalità. Con l’andar del tempo l’albero prende la sua forma e il suo aspetto originale per diventare un ornamento , da qui viene il suo simbolismo luminoso e nouminoso .

E’ un albero che conduce gli uomini verso la luce e la luce verso gli uomini. Per mezzo di questa luce, che scorre come un torrente verso il mondo, Dio è presente ovunque." 


( cortese concessione del caro amico Massimo )

1 commento:

  1. Il candelabro rappresenta il pianeta Saturno (colui che da le misure al tempo) e la durata settennale di ciascuna delle sue stagioni. Vedi " www.chilometrando.org - La tela di Penelope "

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