Meditazione secondo Aurobindo
Aurobindo è nato a Calcutta, in India, nel 1872. La sua ricerca spirituale non segue nessuna via o scuola tradizionale e fonde la cultura occidentale con la sapienza orientale. Riprende il concetto che nell'uomo ci sono grandi poteri latenti che devono essere recuperati, attivati e utilizzati attraverso la Meditazione. Non c'è contrasto con il Cristianesimo, se aggiungiamo che attraverso la meditazione è lo Spirito Santo che attiva questi poteri, dandoci la Grazia. Questa è la via del suo Yoga, che si propone di accelerare una evoluzione che è in corso.
Lo Spirito è la volta dell'esistenza universale, la Materia è la sua base, la Mente è il legame che li unisce. Ma lo Spirito è anche dentro di noi; dobbiamo quindi riconoscere la spiritualità del corpo e tendere a reintegrarci con il nostro originario stato divino. Secondo Aurobindo, l'uomo si realizza nella sua integrità di corpo, mente, spirito, e grazie a questa armonia può arrivare la conoscenza di sé. Dobbiamo avere una intensa aspirazione al trascendente e i risultati dipenderanno dal desiderio e dall'impegno personale. E il risultato è un contatto duraturo con il divino, accompagnato da una autentica armonizzazione fra vita interiore e vita esteriore, che si manifesta in tutto il vissuto ed è utilizzata per costruire un mondo migliore. Questa conquista può arrivare in un lampo, ma è preceduta da un allenamento della Mente attraverso la concentrazione.
Mère, continuatrice dell'opera di Aurobindo, ha scoperto che c'è un grande potere in fondo all'inconscio ed ha compreso che è separato da noi solo dalle radici della mente. Le nostre memorie, la nostra cultura, i nostri condizionamenti sono questa barriera; la coscienza si è autolimitata restringendo il proprio campo di azione e creando un inconscio mentale, che se non è conosciuto si oppone al cambiamento. Comprendere di più e aumentare la nostra consapevolezza è la via per riunire ciò che è stato separato.
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