ORIGINI DELLO YOGA
Le leggende simboliche dei Purana, i libri sacri della cultura shivaita dell’India antica, ci parlano del Dio Shiva come una divinità dai molteplici aspetti. Shiva è il principio della forza centrifuga per mezzo della quale ogni vita, ogni forma, ogni sistema cosmico si dissolve nella infinita immensità del divino.
Tutto ha origine in lui.
“Shiva è la forza di espansione del mondo, è la fonte energetica dell’esistenza, il principio della vita, ma è anche, poiché l’espansione finisce con una totale dispersione, il principio della dissoluzione e della trasformazione”.
Mount Kailash
Ritirato in meditazione sulla sua montagna paradisiaca (come gli dei di tutte le religioni), praticando lo yoga per millenni, assumendo le numerose posizioni dello yoga, crea le diverse specie degli animali, degli esseri e i differenti elementi dell'universo (le posizioni infatti hanno tutte nomi di animali o di elementi della natura).
Egli dunque è il dio dello yoga.
Fulmina col suo terzo occhio, l’occhio della chiaroveggenza e del sapere, coloro che disturbano la sua meditazione.
Shiva è il Signore del ritmo e della danza, e come tale dà origine al mondo delle forme; infatti tutto vibra, tutto ha un ritmo nell’universo così come il respiro dell’uomo, il battito del nostro cuore, il giorno e la notte e tante altre cose nella natura.
Il tutto è governato da una forza centripeta di concentrazione chiamata Vishnu, da una forza centrifuga di dispersione chiamata Shiva e da una risultante che dà luogo al movimento circolare degli astri e degli atomi, cioè a dire alla materia, chiamata Brahmà.
La materia quindi è un’illusione, cioè perisce, finisce o, se vogliamo, si trasforma; perciò solo l’energia esiste ed è questa energia che dà origine alla vibrazione, al ritmo, ai movimenti, creando così l’apparenza della materia, degli atomi, dell’universo e anche della percezione dei nostri sensi, della memoria e del pensiero.
Le prime espressioni dell’uomo, le prime comunicazioni sono il gesto, la danza e questo costituisce anche il primo linguaggio. Shiva è dunque all’origine del tempo; è il principio della esistenza e della vita.
Egli è il procreatore e il suo segno è l’organo della procreazione; da qui i simboli fallici delle culture orientali prima e mediterranee poi.
Il grembo femminile, la donna è paragonabile alla possibilità energetica della materia, della Shakti. La madre terra elabora il seme dal quale nasce poi la pianta; così la procreazione nell’uomo e nella donna.
Infatti tutto nell’ordine naturale, nel dominio di Prakriti (la natura), è orientato verso la continuazione e l’evoluzione della vita. La funzione di ogni essere vivente è essenzialmente la procreazione o la creazione di qualcosa di sé, che nel piano della natura è la ragione d’essere di ogni individuo, il quale è sempre e soltanto un elemento di una catena infinita. Infatti l’energia vitale nell’uomo nasce dagli organi della procreazione.
Shiva è quindi il creatore e il procreatore del mondo, ma ne è anche il trasformatore.
La sua apparizione sotto forma umana per insegnare agli uomini i segreti della creazione, il ritmo della vita, i modi di realizzare gli scopi della vita, le tecniche dello yoga, il segreto delle arti, ecc., rappresenta il primo esempio di concezione del Dio incarnato.
Lo yoghi, l’adepto dello yoga, con uno sforzo interiore risalendo fino alle origini della vita, prende controllo di questa energia vitale e diventa padrone del suo destino.
Così secondo l’antica cultura tutto dipende dalle rivelazioni fatte all’uomo dal dio Shiva, che nelle culture susseguenti, soprattutto mediterranee, divenne Dionisio e poi Bacco. Infatti nella tradizione dionisiaca, la ricerca della conoscenza passava attraverso la pratica della danza e lo sviluppo del controllo delle forze fondamentali che negli esseri assicurano la continuità e la trasmissione della vita.
Lo yoga quindi venne rivelato dal dio Shiva all’uomo come il metodo fondamentale per l’autosuperamento di se stessi, per una emancipazione totale dell’uomo sotto tutti gli aspetti.
Poco a poco lo yoghi superando i vari gradi dello yoga, cioè perfezionandosi sempre più, diventa padrone delle sue energie vitali e potrà sfuggire alla schiavitù della materia e dei sensi; e secondo la teoria della reincamazione, sfuggire alla catena delle rinascite e delle morti. Avrà più netta la percezione della natura e del mondo e dell’essere divino, che sono fondamentalmente separate e distinte. Partendo dal principio dell’interdipendenza delle nostre reazioni e del nostro corpo, lo yoghi ritiene che con l’esecuzione delle une agisca sulle altre.
L'UOMO DEVE RINNOVARE SE STESSO
ENTRO L'ETERNITA' DEL PROPRIO ESSERE
Egli arriverà a controllare le sue funzioni vitali, il suo corpo fisico, attraverso la conoscenza delle zone emotive in cui risiedono gli istInti vitali che reggono le funzioni del corpo e del cervello e del suo corpo psichico.Tutto questo sarà possibile appunto solo grazie a questa precisa e complessa disciplina chiamata yoga.
Il metodo di allenamento si basa essenzialmente sugli organi di contatto che ci collegano tanto al mondo esterno quanto al mondo interiore; in altri termini, i nostri sensi. Tutta l’educazione fisica e mentale perciò comincerà da una “revisione” delle nostre possibilità sensoriali; una specie di presa di coscienza di noi stessi e di concentrazione su di sé.
Il metodo yoga non consiste solamente in una tecnica puramente fisica: è come già accennato uno dei sei sistemi filosofici dell’India e ormai del mondo, è una scienza sempre più approvata e diffusa nel mondo occidentale.
Lo yoga non è considerato una confessione religiosa, cioè per praticarlo non è necessaria l’adesione ad una particolare religione, specialmente indù. Comunque il metodo non va dissociato da tutto quel complesso di carattere educativo che lo rende più completo rispetto alle nostre culture fisiche.
Lo yoga infatti non deve mai essere inteso come un semplice metodo per fare ginnastica, non è una competizione.
Attenersi a questa disciplina, infine, come molti male informati intendono, non significa reprimere i propri istinti o rinunciare alla vita, bensì lo yoghi conquista e controlla il suo corpo con la pratica delle asana e ne fa un veicolo idoneo al proprio spirito. Egli non mortifica nè trascura mai il corpo o la mente, ma li nutre entrambi.
"Senza sperimentare l’amore e la felicità umana non è possibile conoscere l’Amore universale, divino”, dicono i grandi saggi indù.
Il seguace dello yoga non sfugge alle proprie responsabilità morali e sociali: il matrimonio, la paternità o la maternità non sono un ostacolo alla conoscenza della felicità e all’unione con il creato.
Shiva
Uno dei nomi della suprema Realtà onnipervadente, del Sé interiore. Nella sua forma personale è considerato come il signore degli yogi e conosciuto come Guru supremo da cui discende il lignaggio dei Guru (Maestri Illuminati). Rivelò ed espose varie scritture dette Agama, tra cui le scritture dello Shivaismo del Kashmir e i Tantra.
Shakti
L’aspetto femminile manifesto della Coscienza Divina; p otere spirituale; potere cosmico divino che, secondo la filosofia shivaita, crea e preserva l'universo.
Sé
Coscienza divina che risiede nell'individuo e non è differente dal Principio Supremo, Shiva.
Yoga
Lo stato di unione con il Sé, Dio; le pratiche e le discipline spirituali che conducono a quello stato.
Shivaismo del Kashmir
Filosofia non dualistica che riconosce l'intero universo come una manifestazione di Chiti, l'Energia Divina Creatrice o Shakti (Energia Cosciente Divina). Lo Shivaismo del Kashmir spiega quindi come il supremo Principio immanifesto si manifesti nell'universo.
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