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giovedì 17 aprile 2014

LE VRITTI DI DANTE ALIGHIERI : L'AFFRESCO DEL SAMSARA INFERNALE



Chiudo gli occhi e la memoria mi riporta a quegli anni giovanili impastati di pomeriggi primaverili quando i primi venti di brezza tiepida risvegliavano gli ormoni sopiti dai freddi invernali , invitando  i corpi verso l'uscio di casa a godersi la beata stagione alle porte , i prati erano il beato e soporifero giaciglio di giornate marinate alla scuola . Ma , ma , gli esami erano alle porte e la Divina Commedia , allora imparata a memoria esigeva attenzione e il pomeriggio finiva per essere consumato uggiosamente nella casa in cui sinistramente ri-suonavano i versi del Divin poeta :
 
 < Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura , che la diritta via era smarrita.....>   < Di qui si va nella città dolente , di qui si va tra la perduta gente ....Lasciate ogni speranza o voi che entrate .....> ...........
 
Beh...beh.....il pomeriggio finiva per diventare molto pesante , soprattutto quando si arrivava nel girone dei "lussuriosi" , un vizio che in età giovanile fa spesso capolino , attraverso letture e  pratiche onanistiche che si trasformavano  in racconti minuziosi  nel segreto dei confessionali dove  risuonavano gli strali minacciosi lanciati dai confessori e accompagnati da visioni oniriche terrifiche : fuoco , fiamme , diavoli , urla strazianti .
 
Eppure tutto queste deterrente anti lussuria finiva per ottenere il contrario per quella strana legge di compensazione che regola gli umani ( o dis-umani ? ) piaceri della carne .  A proposito di questi ultimi fino ad una certa età mi sono sempre chiesto che piacere si poteva prendere da una fettina ( allora le bistecche le mangiavano solo i ricchi ) . Poi crescendo compresi che per carne si intendeva il sesso e che la lussuria non era il lusso .
 
 Fatto sta che i danteschi supplizi infernali dominavano l'immaginario dei poveri studentelli autoerotomani e insieme ai solerti e , a volte , troppo interessati confessori non poco contribuirono a rendere affollati gli studi dei nipotini di Freud . Ci pensò poi il '68 a far venire a galla quel "rimosso" sessuale di intere generazioni. A Woodstock si spogliarono tutti e cominciò la stagione dell "amore libero" , del nudismo , delle ammucchiate . Fu come se quelle "bolge" dantesche trattenute fino ad allora nel profondo dell'immaginario collettivo fossero improvvisamente venute a galla con tutto il loro contenuto eversivo .
 
Il tappo era saltato e il bubbone è venuto allo scoperto , le bolge che fino ad allora erano rimaste rinchiuse nei sordidi bodoir di circoli ristretti o di case chiuse , ora si manifestavano alla scoperto . Dante ne sarebbe stato contentissimo , finalmente non avrebbe più dovuto fare tutta quella fatica , le bolge di "dannati" politici , lussuriosi , avidi , sodomiti , eretici , invidiosi gossippari di rotocalco vomitanti il peggio del peggio senza alcun pudore nelle casse di risonanza dei media , lo avrebbero ( a Dante ) portato alla soglia dell'estasi ancor prima di vedere il Paradiso.
 
Ora che gli anni e il passare del tempo mi hanno portato qualche pizzico (spero) di saggezza devo essere grato a quegli studi "noiosi" di allora ; infatti quell'affresco di vizi e di virtù così incomprensibile per me allora , oggi mi permette una comprensione più profonda della vita e dello Yoga , disciplina che insegno da trenta e passa anni . Cosa è la dantesca " Legge Del Contrappasso " se non l'equivalente della " Legge del Karma " ? ; infatti la " Legge del Contrappasso " ( dal latino Contra+Patior = soffrire (patior) il contrario (contra) è applicata secondo un principio in base al quale si stabilisce la pena secondo il contrario della colpa commessa o per analogia ad essa e secondo uno schema che prevede tre tipologie di peccato e cioè :
 
- Peccati d'incontinenza : commessi senza usare la ragione
 
- Peccati di violenza        : uso ben consapevole della ragione ,
                                           eccetto alcuni casi dove i peccatori
                                           sono più guidati dall'istinto.
 
- Peccati di fraudolenza : commessi usando la ragione .

In sanscrito la parola "peccato" o ancora meglio "macula" (macchia) viene indicata con "Klesha" ( vedi mio blog su Vritti e Klesha ) . Le "klesha" , maculano il karma , e un karma maculato si riempie di "semi" (samskara) che si trasformano in "pensieri negativi" , distruttivi che prima o poi si Ri-torceranno sul loro produttore secondo la legge del contrappasso appunto . Tanto più questi pensieri vengono foraggiati ,nutriti , tanto più si ri-presenteranno materializzati sotto forma di ossessioni vere e proprie . L'inferno o il paradiso non sono luoghi ( topos ) fisici , ma luoghi della coscienza . Chi ha familiarità con la lettura del " BARDHO " , il " Libro Tibetano dei Morti " sa cosa intendo dire ; infatti se p.e. uno muore in preda a pensieri e ossessioni di lussuria , quei pensieri , quelle ossessioni , gli si presenteranno al momento del trapasso , quando si entra nello "svapnasthana" , stto di sogno con sogni , come "incubi" , magari sotto forma di "cerberi o lonze " dantesche , animali aggressivi , lascivi , che vogliono assalirlo , ecc..


Lo stato di coscienza in cui si muore diventa il "vortice" , la "Vritti " , la " Bolgia" dantesca , l'eternità ; oppure al contrario si muore in uno stato di "coscienza sattvica" (luminosa) , allora si sperimenta il Paradiso , sempre come eternità . Entrambi comunque , o paradiso o inferno , se non c'è stato un reale "risveglio" cristico della coscienza , seguitano ad essere un "sonno con sogni" , una Vritti in cui siamo passati senza "accorgercene" ; certo comunque meglio sognare il paradiso che l'inferno , ma sempre di sogno si tratta , purtroppo .

La "via" (marga) per evitare tutto questo è solo una e si chiama : RISVEGLIO !
< Se incontri il Buddha , uccidilo > , è l'imperativo categorico dato dal Buddha ai suoi discepoli ; infatti conosceva bene il grande Maestro i pericoli della "virtualità" , capace di imprigionare la mente del maldestro discepolo in una "vritti" (vortice) di finta beatitudine , quella che caratterizza tante sette e religioni frutto di "Egregore" ( vedi mio blog su Egregore) produzioni fantasmatiche della "mente che mente " per dirla alla Osho .

Dante evita questo rischio passando da una bolgia all'altra e anche attraverso i "gironi" del purgatorio e quelli più allettanti del paradiso e lo evita grazie all'esercizio di "Viveka" (discernimento) e " Svadhyaya " ( studio di se e della Sacre Scritture ) e grazie anche alla guida del Mentòre/Manas Virgilio .

Dante vede scorrere davanti a se tutto il vasto panorama del "Samsara" umano , del "mondo" di passioni , di violenze , di sopraffazioni , di vizi , di crimini , prodotti dalla natura istintuale e bestiale del falso se che come una "cappa di piombo" ri-copre il Vero Se sotto la coltre di A-vidya ( nescienza spirituale) .

Il mondo della "molteplicità allontana l'uomo/donna dalla sua " Unità " originaria . Quando nel cuore umano la molteplicità prende il sopravvento sull'UNO , si installa uno stato di "divisione" ( Dvaita = dualismo ) e così l'uomo/donna si scinde in tante "realtà" schizoidi (separate) che rendono la sua vita schiava , senza discernimento , irretita dai "klesha" che si avvicendano senza sosta nel samsara e lo gettano nella disperazione e nello sconforto , che trovano spesso espressione in malattie della mente o del corpo . Prakriti (materia) non può vivere senza il Purusha (Spirito Santo ) .

Dante aiutato prima da Virgilio (manas) e poi da Beatrice (coscienza cosmica) elevatasi a livello di "Buddhi" (intelletto divino ) fa l'esperienza del Samadhi , stato estatico , unitivo , ed esperisce l'unità dell"< Amor che tutto move e l'alte stelle >.

Ha abbandonato per sempre il Samsara , è un "ri-nato" , ormai ha abbandonato la personalità egoica ottenebrante degli Asura ( vedi mio blog su asura ) è entrato nell'orbita divina ed essendo mutato il suo mondo interiore , cambia anche la qualità dei suoi incontri esteriori , in luogo dei personaggi infernali inizia a incontrare quelli celestiali , i santi ; infatti il mondo esterno che viviamo , per la "legge dello specchio" è il riflesso maturativo del nostro mondo interiore , se viviamo nella "cattività" ( prigionia ) delle Klesha e delle Vritti , fatalmente cadremo nel samsara e nelle sue bolge , se , all'incontrario , vivremo nella "unità" ( Adavaita = non-duale ) allora anche i nostri incontri saranno "unitivi" , potremo anche vivere nel samsara , ma conoscendolo , non diventeremo schiavi !

Questa è la Pasqua , questa è la liberazione , questa è la " MOKSHA " !

Yogacharya Eknathananda
 
      


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