Mosè è il tipico condottiero. Egli guida il suo
popolo dalla prigionia in Egitto alla libertà della terra promessa. Mosè è
colui che sa guidare altri uomini. Ma il popolo è anche una immagine che sta a
simboleggiare parti “ irredente “ della
sua propria anima . MOSE’ è colui che capace di “ GUIDARE SE STESSO “ , prima premessa per guidare gli " ALTRI " .
La bibbia racconta il cammino progressivo attraverso
cui Mosè impara a guidare se stesso e il popolo , Mosè non è nato subito " condottiero “ , lo diventerà con l’apprendistato della
pedagogia divina. Mosè non ha una nascita facile , appena nato è già in
pericolo ; infatti il Faraone ha ordinato l’uccisione di tutti i maschi , anticipatrice di quella " strage degli innocenti " che sarà ordinata da Erode Antipa dopo la nascita di Gesù. M. è “ esposto
“ , appena nato, ai pericoli della vita ; infatti la madre , per sottrarlo al faraone , lo depone in una “ cesta ” (=
arca ) e viene raccolto dalla figlia del faraone , che lo chiama Mosè impropriamente tradotto come < il
salvato dalle acque > , mentre la desinenza egizia " mosis " , che figura in tanti nome di faraoni (Tutmosis , Ramses , ecc..) , significa originariamente il patronimico < figlio di....> .
Il suo inizio esistenziale ricorda quello di tanti
mitemi relativi a nascite divine , bambini con talenti straordinari come : Romolo e Remo ,
Edipo , Krishna , Perseo , Sigfrido , Buddha , Ercole , Gilgamesh , ecc...fino a
Gesù , che già bambino dovette fuggire in Egitto , anche lui come Mosè in pericolo . Il mito ci mostra che noi
tutti siamo bambini divini “esposti“ alle ire della mente egoica inferiore (faraone) . Solo venendo in contatto con il bambino divino che è in noi ,
solo allora scopriamo la nostra autentica “ dotazione “ , il nostro talento e
la nostra missione karmica , quella missione che Dio ci affida. Non rimaniamo fermi al
bambino ferito , ciò che effetivamente siamo . Il bambino divino in noi sta a
simboleggiare il rinnovamento , il vero , inviolato Sè , che in mezzo a tutte
le minacce della nostra vita si trova nel nostro intimo protetto dalla mano di
Dio.
L'Egitto interiore è minacciato da un virus letale che si chiama : " NORMOSI "
Cioè l'acquiescenza , la "normalizzazione" , l'adeguamento conformista alla schiavitù quotidiana , che si trasforma in ignoranza " crassa " e invincibile , è da questa malattia che il Signore , tramite Mosè vuole guarire il suo popolo .
L'Egitto interiore è minacciato da un virus letale che si chiama : " NORMOSI "
Cioè l'acquiescenza , la "normalizzazione" , l'adeguamento conformista alla schiavitù quotidiana , che si trasforma in ignoranza " crassa " e invincibile , è da questa malattia che il Signore , tramite Mosè vuole guarire il suo popolo .
Mosè cresce . Uccide un egiziano , ed il giorno dopo sedando una lite tra
due ebrei , gli viene ricordato il suo omicidio . Mosè fugge in Madian , sposa
la figlia del sacerdote del paese , ha un figlio , Gherson ( in ebraico = nato in terra straniera ) , trasformato in pastore , porta il gregge al
pascolo è un fallito , è naufragato , non aveva ancora incontrato se
stesso. Ma ciò sarà reso possibile proprio dal suo fallimento ; infatti M. aveva
avuto troppa fiducia nelle sue forze .Ora è lì sotto le montagne al pascolo di
un gregge, che simboleggia la sua natura istintuale non domata , in attesa di prendere in mano la guida di un ben altro gregge -
il popolo d’Israele - portatore del “ NOME “ ( in ebraico = Sem = il Nome , da cui i Semiti ) e dovrà condurlo proprio alla
manifestazione di quel “ NOME “ , questo sarà il compito affidato da Dio a Mosè
( indicato in ebraico dalle lettere M sh H ed il cui ribaltamento diviene H sh
M - Hashem - il NOME appunto , cioè Dio ) e tramite lui
ad ogni uomo e collettività umana ; infatti ogni essere è collegato
ontologicamente al NOME e distaccato da questi perde il suo senso e la sua
realtà e si espone alla distruzione ontologica , come nel caso del faraone e
del suo popolo .
L’EBREO e l’EGIZIANO ( al di fuori del loro valore storico )
simboleggiano rispettivamente : colui che si apre uno spazio interiore via via
più ampio ( l’ebreo ) attraverso mutazioni successive , mentre il secondo (
Egiziano ) colui che resta “ bloccato “ dalle forze della schiavitù interiore e
che si oppone ad ogni crescita di coscienza . Mosè non è il condottiero nato e
quando nel “ roveto ardente “ prende coscienza di se stesso come “ Io Sono“ subisce un " REFRAMING " violento alla stregua di Paolo di Tarso molti anni dopo di lui, s’impaurisce , inizia a protestare tra mille titubanze e timori , ma...ma....
Dio ha scelto lui , sarà lui che dovrà prendere il testimone ( = NOME ) e
manifestarlo nel popolo di Dio che inizia Mosè alla sua missione , che è quella
di ogni uomo: manifestare il NOME ! (consiglio una visita alla Chiesa del
Gesù , splendida architettura visiva incentrata sull’adorazione del NOME SUPREMO
“ JHS “ ).
La vicenda terrena di Mosè si snoda attraverso
tradimenti , tensioni , paure , abbattimenti, gioie e disperazioni per far si che degli uomini “ MATTONE “ ( gli
ebrei fabbricavano mattoni per il Faraone a basso costo e perciò tenuti
prigionieri e ridotti ad una vita animale ) in uomini “ PIETRA “ cioè
consapevoli della “ scintilla divina “ in loro ( la Pietra è simbolo dello
Spirito aggangiato alla materia ) e tutto questo processo di “consapevolizzazione “ avviene nel deserto , dove gli ebrei elaborano l’immagine
vera di Dio < Quanto il Signore ha detto noi lo faremo ! > , dopo aver
tentato di costruirsene una ad uso personale (tentazione dell’uomo di ogni
tempo ) il famoso < il Vitello d’oro > .
Il Faraone e Mosè si presentano , ovviamente , come due personaggi "antitetici" fra loro , in conflitto , con il primo che ricopre la parte del "cattivo" e il secondo la parte del "buono" , ma entrambi sono "funzionali" alla opera divina di "divinizzazione" del popolo ; infatti il primo (faraone) tenta di blindare con i "mattoni" , una sorta di muro di Berlino , gli schiavi non permettendo loro di "uscire" dall'Egitto/Avidya ( ignoranza spirituale ) ; mentre il secondo (Mosè) vuole portarli fuori ( gli ebrei) per farne uomini " Pietra " , ancorati al Vero Sè ( Yavhè) , uomini liberi . Il regista occulto rimane sempre il Signore , che da un lato "indurisce" il cuore del faraone e dall'altro sospinge quello di Mosè . Anche nel faraone dobbiamo leggere il Signore stesso , mascherato , che usa tale stratagemma per far partorire il " Nome " dal grembo del suo popolo , il frutto che giungerà a maturazione nella notte di Natale .
Ancora una volta , come già con Abramo in precedenza , il Signore invita l'uomo < ad andare verso se stesso > per liberare il nucleo divino del suo essere più profondo . Il faraone , come i tanti cattivi di tutte le fiabe e miti , non è altro che il "gran sacerdote " che "inizia" l'eroe (= Virat) alla conoscenza di se stesso , incidendo dolorosamente ( = circoncisione ) i " prepuzi " del cuore , liberandoli dalle "pelli" indurite della ignoranza spirituale ( = Avidya ) . Nella composizione ebraica del nome faraone si trova la radice "ra", che indica nell'albero cabalistico il " lato oscuro , "incompiuto" , vera potenzialità , rispetto all'altro lato luminoso , " tov " , lato del " compiuto ". Tutto ciò che è "incompiuto " nell'egiziano , si deve " compiere " nell'ebreo liberato ( = Moksa ) .
Le ultime parole di Cristo saranno proprio : < Tutto è compiuto > , avendo portato a compimento l'opera per cui era stato inviato dal Padre , la " divinizzazione dell'uomo , cristificandolo , trasformato in " UOMO PIETRA "...< Tu es petrus > !
Il Faraone e Mosè si presentano , ovviamente , come due personaggi "antitetici" fra loro , in conflitto , con il primo che ricopre la parte del "cattivo" e il secondo la parte del "buono" , ma entrambi sono "funzionali" alla opera divina di "divinizzazione" del popolo ; infatti il primo (faraone) tenta di blindare con i "mattoni" , una sorta di muro di Berlino , gli schiavi non permettendo loro di "uscire" dall'Egitto/Avidya ( ignoranza spirituale ) ; mentre il secondo (Mosè) vuole portarli fuori ( gli ebrei) per farne uomini " Pietra " , ancorati al Vero Sè ( Yavhè) , uomini liberi . Il regista occulto rimane sempre il Signore , che da un lato "indurisce" il cuore del faraone e dall'altro sospinge quello di Mosè . Anche nel faraone dobbiamo leggere il Signore stesso , mascherato , che usa tale stratagemma per far partorire il " Nome " dal grembo del suo popolo , il frutto che giungerà a maturazione nella notte di Natale .
Ancora una volta , come già con Abramo in precedenza , il Signore invita l'uomo < ad andare verso se stesso > per liberare il nucleo divino del suo essere più profondo . Il faraone , come i tanti cattivi di tutte le fiabe e miti , non è altro che il "gran sacerdote " che "inizia" l'eroe (= Virat) alla conoscenza di se stesso , incidendo dolorosamente ( = circoncisione ) i " prepuzi " del cuore , liberandoli dalle "pelli" indurite della ignoranza spirituale ( = Avidya ) . Nella composizione ebraica del nome faraone si trova la radice "ra", che indica nell'albero cabalistico il " lato oscuro , "incompiuto" , vera potenzialità , rispetto all'altro lato luminoso , " tov " , lato del " compiuto ". Tutto ciò che è "incompiuto " nell'egiziano , si deve " compiere " nell'ebreo liberato ( = Moksa ) .
Le ultime parole di Cristo saranno proprio : < Tutto è compiuto > , avendo portato a compimento l'opera per cui era stato inviato dal Padre , la " divinizzazione dell'uomo , cristificandolo , trasformato in " UOMO PIETRA "...< Tu es petrus > !
Mosè “ stressato da Dio e dagli uomini ( sorte di ogni vero profeta ) morirà
vedendo da lontano la “ terra
promessa “ , di lui non resta neanche la tomba , perchè gli uomini di Dio
veramente umili non hanno bisogno di “ Mausolei “ , che abbondano invece per i
faraoni antichi e moderni . Mosè
muore ma lascia il testimonio a Giosuè , che nell'asse messianico d’ora in poi sarà il nuovo
poratore del “ NOME “ , quel NOME che da ultimo sarà deposto nel
grembo della Vergine e prenderà
carne nel Cristo !
Chi come Mosè si affida alla pedagogia divina e si
lascia da lui condurre alla libertà , crescerà e diventerà uomo , capace di
guidare anche altri alla libertà e la vita !
RIFLESSIONE
- Sono un UOMO-MATTONE o UOMO-PIETRA ?
- Sono schiavo nell'Egitto interiore o giunto alla Terra Promessa ?
- Ho attraversato ( Pasqua) il Mar Rosso delle passioni rajasiche o sono annegato nelle
sue acque tamasiche ?
- Uscire dall'Egitto ( Avidya ) , per diventare VERBO ( Vidya )
- Il Signore può stare con l'uomo/donna solo fuori dall'Egitto , si vuole far incontrare nella
terra della Libertà , la Terra Promessa appunto
- Pasqua / passaggio = mutazione = dal mondo animale
a quello dell’uomo = i personaggi
dei miti sono le “ forze vive “ , che riattualizzate permettono questo “ passaggio “ e
liberano il " Nome " dentro di noi
dei miti sono le “ forze vive “ , che riattualizzate permettono questo “ passaggio “ e
liberano il " Nome " dentro di noi
- Convertirsi o
Scomparire nei “ flutti “ ?
- Vincere le " resitenze interiori " ( faraone ) sull'esempio di M. trasformando l'aggressività
animale in coraggio mistico
animale in coraggio mistico
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