< 1 Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:
«Io sono Dio onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.
2 Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto».
3 Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
4 «Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.
5 Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.
A. lascia all'istante la città , Ur dei Caldei , dove si praticava una raffinata teologia astrologica . Il nome stesso UR , significa : FUOCO !
Proprio così , e non si può dire che A. non sia un uomo " infuocato " se a così veneranda età accetta di ri-mettersi in gioco , un vero campione di " TAPAS " (= ardore spirituale ) e sicuramente ne ha da vendere , come tutti gli uomini di Dio del resto . A. si lascia alle spalle una città dominata da un'altro "fuoco" , il fuoco delle passioni , un fuoco che arde nelle città terrene dominate dalle passioni , come in seguito saranno Sodoma e Gomorra , metàfore del " prana infero " , distruttivo in contrapposizione al "prana pentecostale " divino , fuoco che illumina ; insomma Abraham ( questo sarà il nome che sostituirà il primo Abram ) , diventerà un esperto di " Pranayama " , vero dominatore del " prana infero " , non rimarrà "bruciato" , ma uscito allo scoperto , diventerà " padre di una moltitudine di genti , questa è la traduzione del suo nome , che avvera la promessa karmica del suo Dio .
A. fa l'esperienza , per primo , dell'Emmanuele , il " Dio con noi " , il Dio che cammina con noi , immanente e trascendente a un tempo , che si miscela con l'umanità , la divinizza umanizzandosi Egli stesso , che si fa compagna di strada e di avventura , come il Cristo che secoli più tardi affianca due accorati e delusi discepoli sulla " strada " ( = marga ) di Emmaus . Con un Dio così alle calcagna non si può rimanere a lungo nelle " città degli uomini " , che diventano oppresssive per la vita spirituale e si rende necessario abbandonarle , perchè il desiderio di infinito che l'uomo/donna si porta dentro è troppo grande e illimitato per vivere in limiti così angusti , l'uomo : < è fatto per il Signore e il Signore per l'uomo > dice l'apostolo Paolo e non gli si può dare torto . Per questo Abramo diventa archetipo di riferimento per la " fede " dell'uomo/donna di ogni tempo , al punto di essere citato come < Nostro padre nella fede > ( S. Paolo ) .
L'uomo/donna "infuocato/a " da Dio non può vivere più nei limiti angusti , ottusi e pasionali delle " città terrene " , ma sente un richiamo irresistibile ad abitare nella " città di Dio " , ed per questo che A. inizia il primo pellegrinaggio della storia umana , a cui ne seguiranno tanti , tanti altri di molti altri/e uomini e donne di ogni epoca , richiamati da quel misterioso richiamo , che fa dire ad Agostino : < Tu ci hai fatti per Te Signore e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in Te >.
Nell'uomo/donna si contrappongono due tendenze fondamentali contrapposte che si possono così riassumere e cioè : tendenza a rimanere e tendenza ad andare via !
La prima come paura di abbandonare il vecchi per il nuovo , la seconda come desiderio di nuovo rispetto ad un vecchio ormai obsoleto ed inutile dal punto di vista evolutivo .
Due tendenze del resto presenti un pò ovunque nei testi scritturali di ogni tradizione religiosa di oriente ed occidente . Lo stesso Dio biblico non ne è esente ; infatti la Bibbia è caratterizzata da due tradizioni note come : tradizione javhista e tradizione elhoista.
La prima , jahvista connota il Dio dei "limiti" , quello dei comandamenti : non fare questo , non fare quello ..non mangerai dell'albero del bene e del male , ecc...L'altra , quella elhoista , connota il Dio del superamento dei limiti , invitante ad andare oltre , a uscire dall'Egitto , da Ur dei Caldei, da se stessi , per andare oltre se stessi , < verso un paese che io ti indicherò > .
Uscire o rimanere ? Tutti i grandi eroi (= Virat) di tante saghe ( Abramo , Giona , Isaia , Geremia, Amleto , Pinocchio , ecc...ecc.. si caratterizzano per questo dilemma , che raggiunge la massima espressione nello scespiriano " essere o non essere ? " , rimanere nei limiti di un Dio conservatore jahvista ( Vishnù) o superarli in braccio a un Dio avventuroso elhoista ( Shiva ) ? Ma Dio , si sa , non è " dualista " ( = dvaita ) ; infatti è " advaita " , non duale , Jahvè ed Elhoim ad un tempo , come afferma il vangelo gnostico di Tommaso : < Dio è quiete e movimento >.
Due tendenze del resto presenti un pò ovunque nei testi scritturali di ogni tradizione religiosa di oriente ed occidente . Lo stesso Dio biblico non ne è esente ; infatti la Bibbia è caratterizzata da due tradizioni note come : tradizione javhista e tradizione elhoista.
La prima , jahvista connota il Dio dei "limiti" , quello dei comandamenti : non fare questo , non fare quello ..non mangerai dell'albero del bene e del male , ecc...L'altra , quella elhoista , connota il Dio del superamento dei limiti , invitante ad andare oltre , a uscire dall'Egitto , da Ur dei Caldei, da se stessi , per andare oltre se stessi , < verso un paese che io ti indicherò > .
Uscire o rimanere ? Tutti i grandi eroi (= Virat) di tante saghe ( Abramo , Giona , Isaia , Geremia, Amleto , Pinocchio , ecc...ecc.. si caratterizzano per questo dilemma , che raggiunge la massima espressione nello scespiriano " essere o non essere ? " , rimanere nei limiti di un Dio conservatore jahvista ( Vishnù) o superarli in braccio a un Dio avventuroso elhoista ( Shiva ) ? Ma Dio , si sa , non è " dualista " ( = dvaita ) ; infatti è " advaita " , non duale , Jahvè ed Elhoim ad un tempo , come afferma il vangelo gnostico di Tommaso : < Dio è quiete e movimento >.
A partire dalla 1° coppia “ matriciale “ Adamo / Eva ( ma ancora prima Ish / Isshà ) , tutta la storia sacra si dipana e si alterna tra figure maschili / femminili , che sviluppano all’interno del loro rapporto coniugale / genitoriale il disegno “ messianico “ voluto per loro da Dio .
MASCOLINITA’ / FEMMINILITA’ sono nel disegno di Dio un “ segno sacramentale “ , che è premessa per il ritorno all’Uno primigenio edenico , dopo aver attraversato il grande mare della “ molteplicità “ ( = terra = polvere = adamah = suolo ).
La BIOLOGITA’ di Adamo / Eva , è preceduta dalla ONTOLOGICITA’ di Ish / Isshà ( termini che in ebraico indicano rispettivamente maschio e femmina ).
Il figlio dell’Uomo ( = figlio messianico ) è figlio di Ish / Isshà re-integrati come genitori ontologici.
I figli che nascono da Adamo / Eva sono figli biologici , solo a partire da Sem ( = il Nome in ebraico ) che sostituisce Abele , si delinea la linea “ messianica “ di ritorno , sulla quale s’innestaranno Noè ( = il giusto che cammina davanti a Dio ) , fino a giungere ad Abramo (=nostro padre nella fede ) , il primo pellegrino della storia sacra , chiamato dal Signore ad uscire dalla sua terra , per andare verso se stesso ( = lek lekà in ebraico ) per ritornare nella terra promessa , cioè : la propria patria “ ontologica " (divina) . Per recuperare la propria “ somiglianza “ con Dio ; per somigliare di nuovo a Dio , dobbiamo essere “ cristificati “.
Abramo lascia la sua casa , la sua patria , la sua famiglia , questa “ triplice dipartita “ nel Monachesimo diventò una immagine non solo del cammino di fede , ma anche del cammino in cui l’uomo diventa se stesso . Chi come adulto è ancora legato ai genitori , non avrà mai una sua vita propria .
1° dipartita
Non si tratta tanto di lasciare la casa , quanto un interiore diventare liberi dalle figure “ parentali “ interiorizzate . ( Vedi il mito di Edipo )
2° dipartita
Si caratterizza come una dipartita dai sentimenti del passato . Certi uomini venerano la loro infanzia , essi sognano le feste natalizie del loro passato ( Natale in casa Cupiello ) , vagheggiano di rifugi in cucina presso le proprie madri ; insomma sono “ orientati “ all’indietro , nostalgici dell’apparente sacro mondo dell’infanzia e delusi dai loro figli che non apprezzano i loro tentativi in questo senso.
Per un sano sviluppo interiore , ci si deve quindi liberare dai sentimenti del passato , tanto da quelli dolorosi , quanto da quelli belli , per non correre il rischio di “ riperpetuare “ all’infinito modelli obsoleti di vita passata , lasciandoci sfuggire l’attimo presente , a cui ci chiudiamo rifugiandoci nel passato .
Lasciare anche le ferite , significa non “ appioppare “ continuamente ad altri la responsabilità della nostra vita , di cui ce ne assumiamo invece il carico in prima persona .
3° dipartita
Caratterizzata dall’uomo che deve partire ed abbandonare le cose visibili.
Da ultimo il cammino di diventare uomini è sempre e soprattutto un cammino spirituale ; si tratta di abbandonare tutto ciò a cui mi posso orientare : il successo , i possedimenti , la buona fama , raggiunta attraverso il mio lavoro...ecc...ecc ( Vedi parabole del giovane ricco, e del ricco possidente di Silos ).
La nostra vita è un continuo essere in movimento
< Dio è movimento e quiete >
Leggiamo nel Vag. Gnos. Tommaso ; non possiamo concederci il lusso di fermarci. Gli uomini corrono sempre il rischio di fissarsi ed attaccarsi alle cose esteriori , allorchè si tratta di percorrere un cammino interiore , ritengono di funzionare bene quando funzionano esteriormente , ma il puro funzionare viene acquisito a scapito dell’immobilità interiore , diventano duri , rigidi , senza misericordia verso se stessi e verso gli altri , a differenza delle donne che si espongono più volentieri al mondo interiore dei loro sentimenti e delle loro ferite . Mito moderno dell’efficienza .
La Bibbia rinuncia a proporre Abramo come ideale d’uomo , ma al contrario ci propone e mostra i suoi “ lati ombra “ , come in altri miti e fiabe , alla fine l’eroe incontra il suo “versante oscuro “ ( Come l'eroe del film " Guerre Stellari " che si scontra con Dark Fenner, il lato oscuro della forza ) . Il personaggio Abramo viene raccontato attraverso singole scene che mostrano il suo graduale sviluppo interiore , che avviene attraverso sbagli ed errori , ma proprio per questo diventa immagine archetipica della fede e patriarca di Israele, di cui il popolo racconterà sempre le gesta ed in base a cui misurerà se stesso .
Il “ LATO OSCURO “ di Abramo si mostra soprattutto nella relazione con sua moglie Sara e con la sua schiava Agar.
Sara / Agar due volti di una stessa donna , l’una padrona , l’altra schiava . Sara uguale ad A. per nascita , Agar invece serva .
Certi uomini sposano più volentieri una schiava , che non una pari grado , verso cui nutrono la paura di essere inferiori .
Abramo abusa di sua moglie presentandola al Faraone come sua sorella , la utilizza come una “ cosa “ per suoi fini reconditi e non sviluppa l’energia necessaria per avere un figlio da lei , che non ha fiducia in lui , non crede al suo uomo che possa ancora fecondarla .
Le statistiche attuali ci parlano di uomini sempre più infecondi a causa dell’indebolimento del seme , molti i casi di impotenza, segnali questi di un preoccupante indebolimento del maschile ; solo l’energia di “ tre uomini “ comparsi misteriosamente alle spalle di Abramo , gli forniranno l’energia maschile necessaria per la fecondazione di Sara .
Abramo , su istigazione di Sara , caccerà via Agar e Ismaele , suo figlio . A. è sul punto d’immolare il figlio Isacco , sulla riga di una religiosità malamente intesa. Il pellegrino in lui è diventata una figura de-responsabilizzante , ha trasformato la religione in “ IDEOLOGIA “ e non si accorgono tanti pellegrini interiori di chi vive e cammina loro accanto , al punto tale di diventare cieco nei confronti dei loro bisogni .
- Il sacrificio d’Isacco - Una falsa immagine religiosa di Abramo - Una vendetta nei confr=
onti di Sara - La punizione religiosa x affermare la “ terribilitò “ divina - La cecità presie=
de allo sviluppo del “ fondamentalismo “ , Il Mito di Kronos ( la de-tronizzazione da parte
del figlio ) . Abramo riceve 2 figli una da una schiava ( Agar ) = figlio biologico , uno da
da una donna libera ( Sara ) = figlio ontologico . < Molti sono i figli dell’abbandonata ,
pochi quelli della donna che ha marito > . I figli della Vergine .
- Insomma Abramo deve “ andarsene “ da tutte le false immagini , che si è creato di se
stesso ( guerriero valoroso , ma anche codardo e calcolatore ..... ) ma anche dalle immagini
che si era fatto di sua moglie e della donna in generale .
“ L’UOMO DEVE MATURARE FINO A DIVENTARE UOMO SOLO SE PRENDE CONGEDO
DALLE IMMAGINI INFANTILI DELLA DONNA ED ARRIVA A VEDERE LA DONNA COME
PARTNER DAGLI UGUALI DIRITTI ED A PORSI DAVANTI A LEI NELLA PARITA’ “
E da ultimo Abramo dovette andarsene anche dall’immagine di Dio , che si era costruita .
Dio non è un Dio che esige sacrifici , ma uno che vuole il nostro cuore , il nostro amore.
Dio non chiede il sacrificio del figlio , qui nella duplice veste di figlio carnale e figlio interiore , cioè , ciò che è originario ed autentico e che desidera farsi strada ed erompere nel Magnificat .
Insomma per diventare interamente me stesso , devo congedarmi da una immagine schematica e blindante del Dio perfetto , rigido , duro di cuore , affinchè si faccia strada il Dio della vita e possa determinare la mia vita .
Abramo personifica l’immagine archetipica del pellegrino !
“ IL PELLEGRINO E’ L’ARCHETIPO DEL CAMBIAMENTO , LA FIGURA CHE NELLA PSICHE EMERGE QUANDO E’ TEMPO DI RIMETTERSI IN VIAGGIO E DI CERCARE UN NUOVO MONDO “ ( Arnold )
Di quando in quando il “ pellegrino “ afferra l’uomo , ed egli parte ed abbandona tutto ciò che gli era noto e familiare , per cercare risposte alle sue domande e dubbi .
Il Medioevo ha registrato una vera e propria esaltazione del pellegrinaggio , famose le mète di Santiago di Compostela , Roma , Gerusalemme ; il cammino durava 9 mesi , quanto il tempo di una gestazione ( 9 è il numero della lama dell’Eremita ) e tornavano a casa ri - nati ........!
L’uomo deve essere a contatto stretto con l’archetipo del pellegrino e di quando in quando mettersi in cammino per lasciarsi alle spalle ciò che è familiare e già raggiunto , pena il rischio di diventare interiormente rigido , rimanendo fermo allo “status quo “, sciupando le sue energie.
Per rimanere “ vivo “ l’uomo ha bisogno del pellegrino e solo così rimane in cammino interiormente ed esteriormente . Egli non ha in mano Dio come un suo possesso , ma va incontro a Dio , viaggiando sperimenterà e sperimentando diverrà “ navigato “.
Si può camminare correndo oppure meditando interiormente rimanendo seduti , però mantenendo inalterato il fine di “ sciogliersi “ da tutto ciò a cui si era aggrappati !
< Dove mai andiamo ? Sempre verso casa > ( Novalis )
Ma il pellegrino deve essere consapevole dei suoi “ lati ombra “ altrimenti rinnega la propria responsabilità per gli uomini che gli sono affidati ; allora intorno a lui si formano vedove ed orfani abbandonati !
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