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giovedì 24 novembre 2011

LA PROPRIOCEZIONE DELL'ALCHIMISTA : IL FIUTO DEL DENARO




La percezione, come hanno spesso ribadito i neuroscienziati,  influenza i meccanismi di pensiero che sono alla base di ogni forma di consapevolezza. Se mi accorgo di ciò che accade fuori di me, qui e ora, e sono consapevole dele mie sensazioni, posso stabilire una connessone significativa tra la percezione visiva (esterocezione) e la percezione sensoriale (enterocezione).

Lo scambio di informazioni che avviene tra interno ed esterno, tra  l'enterocezione e l'esterocezione, è definita  "propriocezione", considerata dagli alchimisti rinascimentali la prima forma concreta  di Arte Alchemica. Se si presta attenzione alle sensazioni corporee, soprattuto nelle situazioni di contatto reale (ma anche virtuale), è possibile individuare con un certo anticipo  gli elementi che saranno utili o dannosi per la nostra evoluzione.

Il concetto di utilitarismo, ritenuto dagli alchimisti del '700 (gli illuministi) uno dei fenomeni più importanti per la sopravvivenza della specie e dell'individuo, non deve essere frainteso. Nel linguaggio astrologico la propriocezione è identificata con la "Venus in taurus", la Venere nel segno del Toro, pianeta e divinità propizia per la sua capacità di individuare  le vibrazioni dell' oro, del denaro e della ricchezza in genere.

La propriocezione  è di fatto  il senso del fiuto, ovvero la capacità di selezionare con lo sguardo connesso ai due lobi frontali (sintesi incrociata di enterocezione ed esterocezione) le frequenze di luce che avvertono della presenza  della ricchezza, sia essa materiale o spirituale. 

L'alchimista quindi è guidato dalla divinità interiore (la Dea Lakshmi dei tantrici) a intraprendere un viaggio per conquistare sia l'oro dei filosofi (la mente intuitiva),  il denaro che garantisce serenità, tranquillità e la possibilità di continuare a svolgere una vita creativa.

In questo senso l'artista alchemico, ovvero l'alchimista che persegue lo sviluppo delle sei modalità della percezione, non potrà mai essere un "rinunciante", un "mistico" , o un "asceta", ma ricercherà istintivamente la "via di mezzo", l'unica che lo condurrà ad assaporare i frutti della  felicità terrena, bellezza (venere in bilancia), coscienza (venere in scorpione)  e conoscenza della verità (venere in ariete).



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