Le psicoterapie contemporanee, eredi sorprendenti e inattese della antiche saggezze, non sdegnano di assumere un'aria tra lo scientifico e il misterioso: musicoterapia, analisi transazionale, programmazione neurolinguistica, sofrologia, gestalt, metascrittura, biodanza, danzaterapia, immaginazione proiettiva, reiki, grafologia, ipnosi eriksoniana, processo Hoffman, somatologia, lying, terapia primale, bioenergia, terapia comportamentale, grammatica emozionale, somatorelaxologia, rebirth terapia, respirazione oleotropica, kiniesologia, terapia biosistemica, art-terapia, sciamanesimo, numerologia, sessuologia, coaching, enneagramma, senza peraltro dimenticare le diverse forme di psicoterapia analitica, sono solo alcune delle tecniche più in voga che danno la misura di quanta buona salute goda la creduloneria nelle società cosidette "sviluppate".
In effetti viviamo in una società in cui è avvenuto uno sviluppo ipertrofico dell'anima, intesa come ipersensibilità ai propri malesseri fisici, interpretati quasi sempre come un riflessi di disturbi di natura psichica, psicologica, ereditaria e perfino karmica. Non è un caso che siano le donne a trainare, come sempre, uno spostamento collettivo della percezione su temi che appartengono di diritto alla dimensione psichica, considerata dagli alchimisti la "parte femmina" dell'unità vivente.
Eppure, pur tra mille inganni, imbrogli e manipolazioni compiuti sull'ingenuo "corpo psichico" femminile, sta avvenendo gradualmente la lenta metamorfosi dell'Anima Mundi descritta dalla spiritualità alchemica-cristiana quando afferma la possibilità di una "salvezza dell'anima".
Gli alchimisti rinascimentali, più avveduti sulle tecniche di persuasione di origine religiosa e politica, hanno sempre messo il dito sulla "piaga secolare": la salvezza è possibile, ma non per conquistare un ipotetico regno dei cieli, ma da "chi e da cosa" ci si deve salvare?
Per l'alchimia greca, erede di quella persiana, induista e forse himalayana, l'anima è duale. Anima psichica e anima razionale convivevano all'origine all'interno di ogni essere. Platone lamenta per primo che con l'avvento dei commerci e il fiorire della civilizzazione, l'anima psichica decade dal suo compito di ispiratrice e di guida dell' intelligenza umana per cedere invece lo scettro a forme razionali di organizzazione sociale che hanno il compito di educare la psiche individuale e collettiva a selezionare i compiti più adatti e utili per la sopravvivenza.
Precipitando nel mondo della materia, l'anima psichica (Lucifero) si è così corrotta e da angelo "portatore di luce" è diventata la "fomentatrice" di ogni male e corruzione.
La salvezza dell'anima invece non può fare a meno della sua componente psichica. Le tecniche di guarigione sono ancora una volta espressione di una volontà subconscia di controllo, persuasione, suggestione e manipolazione di ciò che gli alchimisti considervano la "fonte di ogni trasformazione".
E' attraverso la metamorfosi dell'anima psichica in coscienza razionale e intelletto intuitivo che può compiersi infatti la Redenzione dell'Io annunciata dal cristianesimo.
Purtroppo abbiamo perduto alcuni pezzi per strada in questi ultimi secoli di cattolicesimo dogmatico e secolare.
La Redenzione dell'io è un lungo cammino di trasformazione dell'energia primaria (lo Solfo degli istinti) che diviene spirituale nel giorno del Battesimo, ma continua ad evolvere in consapevolezza, conoscenza e coscienza di sé (il Mercurio) attraverso il superamento delle prove e delle tentazioni e la loro metabolizzazione nella memoria evolutiva (i Sale e i chakra della tradizione tantrica)
Anche la logica degli artisti rinascimentali ha una radice alchemica.
Il Cristo alchemico è all'interno di ogni individuo che affronta le prove della "cancellazione del punto di vista personale" (la conversione di san Paolo), della "disidentificazione con l'ego, l'individualità, l'identità, la personalità e persino con il carisma spirituale (la Kènosis di Giovanni Battista) e infine accetta il rovesciamento dei dogmi della chiesa o di ogni altra istituzione (san Pietro impiccato a testa in giù) attraverso la comprensione della verità interiore.
Il Cristo degli alchimisti orientali e occidentali è il Se, ovvero uno stato di assoluta perfezione conquistato dall'individuo che trascende l'aspetto illusorio dell'esistenza (l'identificazione) e apre gli occhi sulla dimensione conflittuale provocata dall'esercizio della libido che si manifesta , in forme molto sottili, anche nel mondo delle idee, della cultura e della religione.
La perfezione di Cristo emerge quindi alla fine di un processo di "crocifissione dei tre ego" che danno corpo alla manifestazione della libido nel mondo.
Diego Velazquez sintetizza il concetto nel "Cristo crofisso" , mettendo in risalto la scritta I.N.R.I.. metafora di una progressiva morte dell'ego materiale(gesù falegname), dell'ego sociale (il Nazareno) e dell'ego culturale e spirituale (il Re dei Giudei).
Velazquez riporta completamente l'iscrizione sopra la croce, a stigmatizzare il carattere iniziatico dell'evento, non più concepito come la morte di un "capro espiatorio" che si immola per la salvezza dell'umanità intera, ma come rappresentazione simbolica del processo di "morte" dell'ego e rinascita nel Se.
La crocifissione rappresenta un passaggio iniziatico a un diverso livello di coscienza che viene compiuto dall'individuo quando diviene consapevole, al termine della metamorfosi dell'anima psichica e a delle prove della vita (il karma), dell'inutile attaccamento ai beni materiali, al successo sociale e alle ideologie o alle proprie convinzioni.
Il distacco dal mondo della materia proietta l'anima psichica fuori da ogni forma di "malattia" sociale. Dopo la "deposizione" dalla croce, gradualmente emerge la "coscienza razionale intuitiva" in grado di evolvere la pulsione psichica istintiva, in pulsione creativa e cognitiva . La pulsione resta, non deve essere inibita o assorbita dalla razionalità, poichè la pulsione è la fonte della gioia, del piacere sensoriale e della percezione intuitiva della verità, così come si presenta al primo sguardo.
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