Gli alchimisti del Rinascimento avevano intuito che la "Primavera" non è solo la stagione degli amori e del risveglio dei sensi, ma è anche il periodo in cui il "nitrogeno" (il raggio di luce bianco e rosso) presente nell'atmosfera scende sulla terra per "veicolare" le frequenze infrarosse che stabiliscono un contatto diretto con gli istinti (il bue), le pulsioni (la pecora) e la libido creativa (gli uomini e le donne).
Mentre in Novembre il nitrogeno ritorna verso l'alto, riportando le "anime dei defunti" verso le sfere più elevate, in Aprile e Maggio la luce infrarossa raggiunge il suo apice di intensità e penetra sia nel mondo vegetale che in quello animale e umano. Anche la luce spirituale si propaga nelle frequenze degli infrarosssi.
L'eros, l'amore e la passione per la bellezza delle donne e della natura sono veicolati nell'etere di coloro che sono sensibili alle frequenze infrarosse (ghiandola ipotalamo) e sono allo stesso modo capaci di filtrare e setacciare le frequenze (la ghiandola pineale) all'interno della memoria emotiva, fondamento della memoria evolutiva in grado di sostenere ogni forma di alchimia interiore.
Gli alchimisti che stabiliscono un contatto tra la ghiandola dell'ipotalamo (venere in ariete) e la ghiandola pineale (venere in bilancia) sono in grado di espandere la percezione sensoriale e stendere così i cinque teli che permettono di raccogliere la "rugiada celeste", il conduttore invisibile dell'Eros, della Bellezza, della Verità.
Il corpo delle modelle sapientemente illuminate dall'arte dei fotografi rappresentano il mezzo ideale per stimolare il collegamento tra Eros e Bellezza. L'arte, la moda e la pubblicità utilizzano le stesse frequenze, poichè è solo all'interno di queste che avviene lo scambio simbolico tra l' anima e gli oggetti che comunicano "la verità divina".
I cinque teli rappresentano i cinque tipi di ricezione delle frequenze: i sensi corporei, i sensi psichici, i sensi della mente, i sensi della coscienza e i sensi dello spirito. Ogni frequenza è selezionata, setacciata e archiviata nella memoria dell'anima (l'emisfero destro).
"I sensi corporei possono essere tratti in inganno, ma non i sensi che l'anima utilizza per accogliere la Verità, ovvero la "luce di Dio" (Sant'Agostino). La consapevolezza di percepire la Luce Divina con i sensi dell'anima viene definita da Agostino come "Animo":
"Entrai nella sede del mio stesso animo, che è nella mia memoria, giacché l'animo si ricorda anche di se stesso. Dio non si può vedere che con l'animo, e tuttavia non può essere visto come animo. Dove, dunque, ti ho trovato per conoscerti, se non in Te, al di sopra di me?"
Per gli alchimisti c'è solo un modo di "leggere" la Realtà in modo certo: la Percezione. Ma per esercitare le facoltà della percezione, chiamata in gergo alchemico "la nostra Arte", è indispensabile compiere due atti rivoluzionari per la mentalità occidentale: astenersi dall'azione e rinunciare alla pretesa di interpretare e quindi fissare la realtà con leggi, teorie, dogmi, teoremi scientifici, economici , sociologici e matematici.
Il primo atto è stato descritto da Botticelli nel dipinto "Venere e Marte". Venere è completamente vestita, segno che non deve espletare nessuna funzione corporea sollecitata dall'eros, dall'amore o dalla passione dei sensi. Marte invece è nudo e addormentato, a dichiarare che la pulsione sessuale, il desiderio creativo e la libido di agire sono in uno stato di immobilità, come quello che si realizza durante le fasi di riflessione o di meditazione.
Venere inoltre si trova a sinistra, dove per convenzione sorge il sole, ad indicare che le facoltà dei sensi sono concentrate nell'atto di percepire e non di agire. Venere vestita è l'emblema della percezione in azione, considerata dagli alchimisti il principio di ogni conoscenza, di ogni indagine e scoperta di ciò che è vero, eterno e immutabile. La percezione di Venere è la stessa percezione delle "donne alchimiste", per loro natura attente a selezionare gli elementi ( i tre satiri) che disturbano, ostacolano e distorcono la visione della realtà.
I tre satiri impugnano infatti una lancia con l'intento di accecare Marte al fine di sostituire la visione di ciò che è reale, con una sua improbabile interpretazione. Parole, idee e teorie, come afferma il sociologo Edagar Morin, traducono la realtà in modo insufficiente ed erroneo e producono un'idea distorta e spesso capovoltà di ciò che è vero, giusto e buono per l'individuo e la società (il quarto satiro sorregge il gomito di Marte e infila uno strumento di misurazione capovolto tra il dito medio di Marte e il terreno/realtà).
Tuttavia evolvere nella percezione richiede alcuni passaggi iniziatici che nemmeno le donne sono in grado di affrontare senza la giusta dose di "ragionevole follia".
Bosch è il maggior interprete delle iniziazioni alla percezione alchemica. I soggetti a sfondo religioso hanno il preciso scopo di indirizzare l'interpretazione delle immagini su un piano spirituale elevato, dove convivono i "nobili" sentimenti della rinuncia, del sacrificio, dell'abbandono, del perdono e della compassione e della dissoluzione dell'ego.
E' in quest'ottica che si deve interpretare la serie di opere in cui raffigura "Cristo portacroce" dipinto da Bosch in mezzo ad una accozzaglia di gente che parla senza pensare, che bestemmia parole senza senso, che discute unicamente per convincere, suggestionare o manipolare la psiche altrui. Anche chi tace, come la donna che mostra l'icona di Cristo dipinta su una tela, interpreta la realtà mistificando la verità attraverso la proiezione di immagini conformi agli scopi che la "libido spirituale" indotta dalla religione si prefigge.
Cristo portacroce è l'emblema della consapevolezza di vivere in un mondo farneticante, meschino, volgare e ignorante. Le parole, le idee, le opinioni, le teorie, le filosofie, i principi e i dogmi rappresentano il tentativo di inchiodare la realtà a una Verità Assoluta (Dio), mentre per Bosch (e gli alchimisti orientali) la Verità è sempre relativa a un periodo storico, a una cultura o una condizione economica-lessicale. A volte la Verità è abbastanza forte e incisiva nel convincere l'anima degli uomini, altre volte è debole e frammentata,inadeguata e incapace a descrivere la Realtà assoluta testimoniata da Cristo.
Il Cristo dipinto da Bosch sale sul Calvario portando la croce della rinuncia dell'intelletto razionalizzatore a interpretare la Realtà secondo schemi predefiniti, poichè in ogni situazione critica, anche la più banale, deve essere comunque fatta la volontà del "Padre mio", metafora di una precisa volontà di perseguire le Leggi evolutive (la Verità alchemica) suggerite dalla "percezione di Venere", in grado di vedere amore, bellezza e perfezione aldi là delle parole, delle critiche e delle regole conformi al gusto della massa.
Verità e Realtà sono i due assi della croce che il filosofo alchimista di Bosch aiuta a 'sollevare', affinché la consapevolezza degli errori compiuti dall'intelletto egopatico, egocentrico e finalizzati agli scopi (il fine giustifica i mezzi) conduca alla Ragione, quella alchemica.
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