L'UOMO E LA DONNA UNITI INSIEME PER ENTRARE NEL TEMPIO DEL CORPO
Il Tantrismo è l’insieme degli insegnamenti spirituali, dei metodi rituali, delle pratiche meditative e delle tecniche yogiche con cui si raffinano le capacità mentali introspettive, raggiungendo il pieno controllo sul corpo, sulla parola e sulla mente e ottenendo la purificazione delle energie interne e degli elementi costitutivi fisici e mentali : attraverso questo sottile cambiamento il praticante si trasmuta e si evolve realizzando la sua essenziale ed innata natura che è indistruttibile e pura come il diamante.
Il Tantra è la “VIA” che riconosce la maestosità della vita in tutte le espressioni dell'essere. E' l'Arte eccelsa che celebra la vita e che si basa sulle leggi della natura umana, quella primordiale e divina.
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Il Tantra non è una religione ma una cultura ed una scienza spirituale priva di dogmi imposti con un approccio olistico allo studio dell'universo dal punto di vista dell'individuo. Una scienza che comprende metodi per entrare nel subconscio e tuffarsi nella profondità dell'inconscio per ripulire la personalità, i complessi profondi e le paure che ci impediscono di vivere.
E' un processo di evoluzione interiore, a cui si accede esclusivamente per iniziazione e dove gli impulsi emotivi, estetici e sessuali sono una preziosa fonte di energia spirituale; i livelli di coscienza più profondi, non raggiungibili attraverso il pensiero concettuale,sono ottenibili direttamente mediante l’uso di simboli appropriati; la pratica effettiva che impegna corpo, parola e mente è l’unico mezzo per mettere in luce i valori che già sono impliciti nell’individuo.
Il Tantra, al contrario delle credenze occidentali, non insegna l'arte del sesso o come migliorare le proprie prestazioni sessuali ma può dare un alto valore e significato alla concezione di sessualità entrando, con la pratica dei rituali, in una dimensione sacra, dove per Sacro si intende .” Amore e rispetto per il multiforme trasfigurarsi dei gesti, dei suoni, delle forme, della vita”. Il Tantra insegna a liberarsi dalle inibizioni ed accettare la vita in tutta la sua pienezza risvegliando tutte le energie umane e cosmiche.
La sessualità è l’istinto umano più naturale e più potente, e il tantrismo lo considera parte inalienabile dell’essere umano: un impulso o forza che non è soltanto fisiologica o biologica, ma che permea tutta la vita emozionale ed intellettuale dell’individuo e facilita l’interazione reciproca. Il rapporto sessuale scuote l'essere umano inteso come individuo ed elimina la sua egoità. Nei partner scompare l’idea dell’altro come entità isolata, e fa sorgere un equilibrio in cui non c’è un soggetto che manipola né un oggetto da utilizzare ma ci sono unità (trascendenza del dualismo) e perfetta reciprocità di valori. Non si rimuove il sesso, ma si usa per trasformarlo in attività psichica superiore al fine di ottenere la consapevolezza trascendente (prajñõ).
Il reale praticante tantrico (Sadhaka) trasmuta l'energia sessuale in Amore. La via della sessualità sacra tantrica è un sentiero di amore e accettazione verso se stessi e l'altro. Il sesso sacro armonizza la polarità dell'energia (Shiva e Shakti) e attraverso di essa si oltrepassano le limitazioni del proprio sé sperimentando il senso di unità con la creazione. Infondendo la spiritualità nella relazione amorosa, ed entrando in una coscienza più elevata, il corpo e la passione vengono portati a una nuova dimensione di consapevolezza. Il sesso viene trasformato in Amore poiché esso è la via diretta per trascendere questo mondo con la sua dimensione limitata. L'amore viene trasformato nella luce, in esperienza meditativa, nel supremo ed estremo grande gesto mistico dell'unione.
La coppia che pratica l’unione sessuale tantrica, come se fosse un vero rituale, utilizza le energie fisiche dell’uomo unendole a quelle della donna per raggiungere uno stato di completa armonia con l’Assoluto. Nel Tantra il godimento fisico non deve essere breve e forzato, ma continuo, spontaneo e raggiunto senza pressioni. La sessualità, e quindi il corpo, è un elemento fondamentale attraverso cui si impara ad amare se stessi, a risvegliare le proprie energie vitali per riversarle poi nell’unione con l’altro.
Nell'unione Sacra l’essere femminile viene trasfigurato in un simbolo vivente e in una manifestazione terrena della Madre Divina dell’Universo (Para Shakti), mentre l’uomo incarna il Principio Maschile (Shiva). La donna, che è in grado di dare la vita attraverso l’atto sacro della nascita, è Brahma, una delle tre divinità della Santa Trinità induista che per questo deve essere onorata e rispettata. Ella attrae,assorbe e contiene le energie latenti del Cosmo; quando si unisce all'elettricità maschile, l’energia femminile diventa dinamica e positiva conducendo a una reazione alchemica durante la quale i due partner si armonizzano su livelli multipli sviluppando capacità extra-sensoriali. La donna nel Tantrismo è energia di trasformazione, cambiamento,evoluzione e l'uomo è la pura coscienza.
Il Tantra è una via spirituale di liberazione e reintegrazione con l'assoluto che percorre qualsiasi strada, forma, pratica o espressione di questo “Tutto” di cui l'uomo è solo una scintilla, una rappresentazione in piccolo dell'Universo e del divino.
La Storia del Tantra Tantra, in sanscrito, significa «tecnica per ampliare la coscienza ». Il Tantra «non è né una religione nel senso tradizionale del termine, né una filosofia, né una via mistica basata su concetti metafisici, bensì uno strumento empirico per chi è alla ricerca di qualcosa; è una tecnica che si basa sull'esperienza, nell'ambito della vita concreta. L'ampliamento della consapevolezza inteso in questo modo, include tutti gli aspetti della nostra vita, e appunto in quest'ambito il Tantra è l'unica disciplina nella quale si operi una sintesi tra le dimensioni, apparentemente opposte, del diletto e della liberazione. Proprio i nostri desideri edonistici, basati sul principio della semplice e immediata soddisfazione, formano nel Tantra la dinamica nella quale si allarga la consapevolezza, fino a giungere all'esperienza mistica - ed è così che le pratiche sessuali diventano un veicolo per il progresso spirituale. Come si legge nel Guhyasamaja Tantra nessuno riesce a ottenere la liberazione se si impegna in pratiche difficili e tormentose ; la liberazione può essere raggiuhta soltanto attraverso l'appagamento consapevole di tutti i desideri). Oltre a creare un ponte tra sessuaIità e spirito, il Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte: controllo ed estasi. Nello yoga, per esempio, viene accentuato maggiormente il controllo di sé, l'autodisciplina, il rinsaldarsi dell'io, il meditar se stessi dinanzi al divino; fra i mistici cristiani, al contrario, conta di più l'abbandono al divino, l'attesa paziente della sua grazia e l'annientamento dell'io. Nel Tantra, il divino e l'io rimangono ciascuno al suo posto, e l'oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell'esperienza soggettiva, lungo due strade, quella attiva e quella ricettiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi. Le origini del Tantra risalgono al 2000 a.c. circa, quando gli Harappei popolarono la valle degli Indù. Questa popolazione godeva d'un notevole benessere, e mostrava uno spiccato amore per le arti. La società degli Harappei era di tipo matriarcale. La principale preoccupazione degli Harappei era di vivere nel benessere, e ogni loro abitazione era dotata di almeno un bagno. A questo proposito, è utile ricordare che anche nella piazza della capitale, Mohenjo-Daro, l'edificio dominante non era una torre o un tempio, bensì una grande piscina un vero monumento al benessere. Nelle culture matriarcali la donna occupa un posto d'onore, tanto nella vita profana come nella religione - che è incentrata sulla Dea madre. La figura femminile domina i santuari. Braccia aperte, gambe divaricate, ella si offre all'adorazione. È da segnalare anche l'uso degli Harappei, di porre un grande letto nella stanza principale delle case. Era il letto della padrona di casa, e nella stanza principale, nel salotto si celebrava l'atto amoroso. Nelle società matriarcali anche la religione era un' esperienza viva, in cui l'incontro con il divino non era legato a un sistema di dogmi e credenze, ma veniva sperimentato personalmente. Perciò la religione degli Harappei è strettamente connessa col corpo, con il piacere e la sessualità. Nelle religioni delle società patriarcali il divino è lontano, e diventa quasi irraggiungibile dall'essere umano: il divino non è vissuto all'interno della coscienza individuale e perciò nasce l'esigenza di riempire questo spazio incolmabile tra l'uomo e il divino con credenze, rituali e intermediari (i sacerdoti) che fanno da ponte tra la terra e il cielo. Dunque il passaggio da un'organizzazione matriarcale della società a una patriarcale, che avvenne sia in India che in Europa, cambiò notevolmente le concezioni religiose: «Mentre il Tantra conosce una vasta gamma di rappresentazione del femminile, nella cultura cristiana il femminile è spezzato: la donna appare o come puttana, o come madonna, in adorazione passiva del suo frutto maschile. Nel Tantra, le rappresentazioni del femminile sono sessuali e spirituali, estatiche e intelligenti, feroci e pacificanti. Quale liberazione poter essere spirituali, senza dovere stare in ginocchio con gli occhi abbassati, pii e casti. La donna può mostrare acutezza, lucidità o rabbia e può celebrare il suo essere femmina». Il Tantra ebbe il suo periodo di maggior fioritura tra il X e il XII secolo dopo Cristo, nel Nord dell'India, e fu in seguito soppresso, con il prevalere della religione islamica. Sopravvisse tuttavia in scuole segrete, specie nel Bengala e nell' Assam, e qui stabilì rapporti fruttuosi con la Cina, dove si era formata la seconda grande scuola della sessualità consapevole, quella taoista. In Tibet, invece, al riparo dagli influssi di altri popoli, il Tantra poté esprimersi alla luce del sole, sposandosi con il buddhismo e il Bon, l'antica religione sciamanica: «Guru Padmasambhava, un famoso tantrico indiano, viaggiò nel Tibet nell'vrn secolo dopo Cristo, e insegnò il Vajrayana (la via del diamante) ai primi discepoli, fondando la scuola Nyigmapa del buddhismo tibetano. Nell'undicesimo secolo il traduttore tibetano Marpa viaggiò in India per studiare il Tantra da Naropa, discepolo di Tilopa. Tornato in Tibet tradusse e insegnò i principi tantrici al suo celeberrimo discepolo Milarepa. Da questo periodo cominciò la larga divulgazione del Tantra in Tibet. I suoi insegnamenti furono la base della scuola Kagyiipa del tantrismo tibetano». Ed è proprio in Tibet che accanto a lama di sesso maschile troviamo donne sapienti e venerate. Col passare dei secoli, anche in Tibet alcune scuole - come la' Gelugpa - iniziarono a prender le distanze dalle pratiche sessuali del cosiddetto «Tantra rosso» (o Tantra della mano sinistra) e si limitarono a studiare l'unione tra il maschile e il femminile sul piano energetico, senza badare più al contatto fisico: questa versione più metafisica fu il cosiddetto «Tantra bianco» (o Tantra della mano destra). Così, «il noto mantra buddista "Om mani padme hum" viene tradotto in modo gentile come "il gioiello nel loto", il che, però, non vuole dire proprio niente. Il pudore si affanna a trovare qui una spiegazione artificiosa, negando l'origine tantrica del mantra. Qual è dunque il significato vero di questo antico mantra? Mani, il gioiello, è l'equivalente tibetano del termine sanscrito vajra (diamante) che è l'organo maschile; padme è il fiore di loto che simboleggia la yoni, la vagina; perciò "il gioiello nel loto" non significa nient'altro che l'unione sessuale, il maithuna, in cui il principio maschile e quello femminile si uniscono sia in senso carnale, sia in senso mistico». I secoli successivi furono secoli di decadenza per il Tantra in India, e soltanto dopo la rivoluzione sessuale negli anni Settanta e l'emancipazione della donna in Occidente, si preparò il terreno per la riscoperta dell'unione del piacere con la spiritualità. Negli ultimi decenni i lama tibetani hanno portato gli insegnamenti del Tantra bianco in Europa e America, e alcuni di loro - come Lama Yesce, Lama Zopa o Chogyam Trungpa Rinpoche hanno fatto molto per adattare le meditazioni tibetane alla mentalità occidentale. In India molti ashram si sono aperti agli occidentali, e maestri come Osho Rajneesh, Paramahansa Satyananda o Yogi Bhajanhanno hanno dato chiavi di lettura più aggiornate e comprensibili per gli antichi testi tantrici. Ma le vecchie tecniche e il nuovo pubblico non si incontrano facilmente. Molti discepoli del Tantra vengono a trovarsi in una situazione come quella descritta da Margo Anand, una delle pioniere del nuovo Tantra rosso: «Il primo rituale - i canti dei mantra - ci aiuta a concentrarci. Ci guardiamo negli occhi: non mostrare la mia paura, non ignorare la sua! Qual è il prossimo passo? Dannazione, devo sempre interrompere per leggere le istruzioni. Ciò spezza l'energia. Ah sì, respirare! Inspirare per sei secondi, trattenere per dodici secondi, espirare per sei secondi in sincronia con l'altro. Ma lui inspira, mentre io espiro; sbagliamo tutto. In più questa maledetta posizione del loto: le braccia incrociate dietro la schiena, con l'alluce tra il pollice e l'indice, visualizzando una luce verde tra l'ano e i genitali, che sale pian piano. Non riesco a vedere nulla. "Che razza di rilassamento!" esclama il maschio, il cui scettro tantrico non è disposto ad alzarsi. Finalmente riusciamo a svegliare l'energia con un respiro profondo, con qualche trucco e qualche carezza fuori luogo. Passano venti minuti ma nessun'estasi si fa vedere. Il massimo è qualche brivido sulla schiena. L'esercizio è esotico ma non è proprio una rivelazione». Oggi la sessualità si è liberata e la donna, grazie all'emancipazione, ha ritrovato il suo spazio; la situazione sociale non è più quella di duemila anni fa; ma si presuppone ancora che il sesso appartenga più al maschio e che soddisfi più il desiderio maschile che quello femminile. Questo preconcetto è il retaggio di secoli di repressione patriarcale esercitata sia sulla sessualità sia sul femminile, e impedisce a molte donne di pensare che il buon sesso sia un veicolo per la crescita spirituale, com'era considerato in una cultura concepita al femminile. Articolo tratto dal libro "Tantra - La via dell'estasi sessuale - Elmar e Michaela Zadra"
Le pratiche sessuali Tantra
Quando l’individuo perviene ad un più elevato stadio di consapevolezza, tramite il controllo dell'energia vitale diviene possibile utilizzare anche il sesso per favorire la crescita spirituale. Normalmente l'atto sessuale è un'esperienza limitata: nello spazio (in quanto incentrata sugliorgani sessuali) e nel tempo (di breve durata, limitata ad un effimero istante di piacere fisico). Grazie al Tantra si riesce ad espandere la propria percezione della sessualità, trasformandola in un'esperienza a cui partecipa ogni cellula del suo corpo, ogni fibra dell'essere, e in cui il tempo nella sua accezione comune cessa di esistere. Chi adotta questo atteggiamento sessuale giunge a un simile risultato incanalando l'energia risvegliata dalle pratiche - kundalinî - attraverso le nâdî, ovvero canali energetici del corpo, portando l'energia stessa dal mûlâdhâra chakra, dove normalmente risiede, fino a sahasrara chakra, toccando durante l'ascesa tutti i centri energetici principali del corpo. Mûlâdhâra è il primo chakra nel corpo umano ed è situato nella regione del perineo, tra l'ano e l'organo genitale. Con Mûlâdhâra, secondo il Tantra, nasce la coscienza propriamente umana, anche se è qui del tutto passiva ed appare al suo grado meno elevato. Questo "centro energetico" regola i meccanismi istintivi della sopravvivenza e dell'autodifesa, oltre a quelli della nutrizione, responsabili del mantenimento della vita. Il nome deriva etimologicamente da mula, cioè «radice» e adhara, cioè «supporto, fondamento, base». In Mûlâdhâra, giace addormentata quella che gli scritti tantrici definiscono come energia primordiale, cioè il potenziale che ci permette di compiere il viaggio alla riconquista dell'unità. Questo potenziale è conosciuto con il nome kundalinî o Kundalinî-Shakti. Kundal significa «spirale», kunda indica un luogo molto profondo, o una cavità: questo potere primordiale è infatti rappresentato come un serpente che dorme, arrotolato nelle sue spire, ostruendo con la sua testa l'accesso a Sushumnâ nâdî, ovvero il canale energetico principale. Ogni chakra presiede ad un organo di senso e ad uno di azione. L'organo di senso relativo amûlâdhâra è il naso e il senso associato è l'olfatto. Gli organi d'azione sono l'ano e le gambe. Ojas : l'essenza della vita Ojas è presente nel nsotro corpo non come sostanza reale , tangibile , ma in forma molto sottile , come una linfa energetica che sostiene tutte le nostre capacità fisiche . E' la linfa della vita , quando è sufficiente noi godiamo la salute , quando è carente siamo esposti alla malattia . E' (ojas) l'essenza ultima dei fluidi riproduttivi e del calore dei tessuti . E' localizzata nel cuore , ma pervade l'intero corpo , dando stabilità e sostegno . E' un nettare e viene immaginato come una sostanza bianca e oleosa. quando viene distrutto subentra la morte , quando viene sostenuto , la vita è vissuta pienamente . Ojas dona forza mentale , fisica , felicità , pazienza , calma , concentrazione e memoria . E' alla base della nostra stabilità psico fisica . Sul piano immunitario Ojas è responsabile della resistenza agli agenti esterni , come ad esempio : il clima e i microbi . Ojas determina la capacità ri-produttiva di una persona ; infatti molti dei problemi di fertilità sono legati ad un Ojas impoverito : da Ojas dipendono anche l'equilibrio delle nostre percezioni sensoriali , soprattutto il senso del gusto , dell'odorato e della creatività . La collera , l'odio , le preoccupazioni , la sofferenza morale , il surmenage lavorativo , sono soltanto alcuni dei fattori che impoveriscono Ojas . Altri fattori d'impoverimento sono : eccessi sessuali ; traumi fisici e mentali ; attività fisiche superiori alla propria capacità ; malattie croniche ; uso di droghe ; abuso di farmaci ; cibo de-vitalizzato ; perdita di sonno ; stile di vita lontano dai ritmi della natura . Durante la gravidanza , l'alimentazione e le preoccupazioni della madre condizionano l'Ojas del nascituro . Al contrario pensieri positivi , parole amorose , comportamento corretto , riposo , tranquillità , gioia , sostengono Ojas . Anche una buona amicizia è un buon tonico per Ojas . Ojas è influenzato da Agni (sole) , il fuoco digestivo , che presiede la digestione e l'assimilazione. Ojas viene nutrito e rafforzato anche da cibi nutrienti come : il latte ; latte di mandorle ; ghee ; datteri ; nonchè da una alimentazione ricca di alimenti freschi , interi e non de-vitalizzati e non ultimo dalla meditazione e dalla pratica Yoga . Quando Ojas è impoverito compaiono malattie croniche , degenerative , anche molto gravi . Ojas si riduce con l'età . Un impoverimento precoce do Ojas porta ad una anzianità precoce . Quindi Ojas va trattato con la massima cura se si vuole vivere una vita lunga e in salute . |
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