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sabato 26 novembre 2011

ATTENZIONE ALLE IMITAZIONI.......


                                                     

                          Il Dito Alzato di Gutei

Sii vero a te stesso, perché solo la tua verità può condurti alla verità suprema. La verità di qualcun altro, chiunque esso sia, non potrà mai essere la tua verità. Hai un seme dentro di te. E solo se quel seme germoglia e diventa un albero, tu conoscerai una fioritura; in quel caso, avrai un’estasi e una benedizione che ti accompagneranno sempre e dovunque. Se però segui qualcun altro, quel seme rimarrà qualcosa di morto. E tu potrai anche accumulare tutti gli ideali del mondo, e avere successo, ma in cuor tuo ti sentirai vuoto, perché null’altro potrà mai riempirti – solo il tuo seme, allorché diventerà un albero, ti colmerà. Avrai la sensazione di essere appagato solo quando la tua verità sarà giunta a fiorita, mai prima di allora.

Era abitudine del Maestro Zen Gutei alzare un dito, quando rispondeva a una domanda sullo Zen. Un discepolo molto giovane iniziò a imitarlo, e ogni volta che qualcuno gli chiedeva di che cosa aveva parlato il suo Maestro, il ragazzo alzava il dito.

Gutei venne a saperlo e, un giorno, passando vicino al ragazzo proprio mentre stava alzando il dito, glielo afferrò, estrasse un coltello e glielo tagliò, poi lo gettò via.

Mentre il ragazzo fuggiva urlando, Gutei gridò: “Fermati!” Il ragazzo si fermò, si voltò e guardò il Maestro tra le lacrime.

Gutei aveva il dito alzato. Il ragazzo tentò a sua volta di alzare il proprio, e quando si rese conto che non c’era più si inchinò. In quell’istante si illuminò.


È una storia molto strana, e molto probabilmente la fraintenderai, perché comprendere il comportamento di un illuminato è la cosa più difficile del mondo.

I Maestri non fanno mai nulla di inutile, di superfluo, neppure alzare un dito… Gutei non lo alzava sempre, solo quando spiegava un interrogativo Zen – come mai? Tutti i vostri problemi dipendono dal tuo essere frammentato, dal tuo essere disunito, dal tuo essere un caos, dal fatto che non sei un’armonia. E cos’è la meditazione? Solo questo: raggiungere un’unità organica.

Le spiegazioni di Gutei erano secondarie; quell’unico dito alzato era la cosa più importante, quella fondamentale. In quel modo diceva: “Sii un’unità! E tutti i tuoi problemi si dissolveranno”. Quel ragazzo iniziò a imitarlo.

Ebbene, l’imitazione non ti può portare da nessuna parte. Imitazione significa che l’ideale proviene dall’esterno, non è qualcosa che accade dentro di te. In te hai un seme: se imiti gli altri, quel seme rimarrà qualcosa di morto.

Gutei dev’essere stato un uomo di estrema compassione. Solo per compassione si può essere tanto severi – l’imitazione doveva essere tagliata drasticamente. Il dito è solo simbolico. Il ragazzo doveva essere scosso in profondità, e il dolore doveva raggiungere la radice del suo essere. Un singolo istante di intensa consapevolezza, un espediente preziosissimo… 

Gutei urlò: “Fermati!” E nel momento in cui il ragazzo si fermò, non provò più alcun dolore. Solo per abitudine, quando il Maestro alza il dito, anche il ragazzo lo alza – ma non c’è più. E per la prima volta, il discepolo comprende di non essere il corpo – è consapevolezza. Egli è anima, il corpo è solo una dimora.

Tu sei la luce all’interno – non la lampada, bensì la fiamma.

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