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sabato 28 febbraio 2015

L'INDIRIZZO DELL'ANIMA E QUELLO DELLA PERSONALITA'


Accade che conoscendo qualcuno/a e stabilendo un rapporto empatico di lavoro o di semplice desiderio di approfondire quell'incontro venga spontaneo formulare la richiesta di rito del numero telefonico o dell'indirizzo della strada e puntualmente ricevere dalla controparte numero , via e numero civico . Una domanda che all'inizio della sua missione anche Gesù si sente rivolgere da due ex-discepoli di Giovanni il Battista , Andrea e suo fratello Simone ( Simone poi sarebbe  diventato Pietro ) , che appunto avevano preso a seguirlo per la "via" che sarebbe divenuta poi il loro"sadhana" ( via iniziatica). 

Presero a seguirlo silenziosamente interrogandosi interiormente chi fosse quel Maestro ancora "indecifrabile" ese fosse un maestro ? Da quelle parti a quel tempo ne giravano parecchi di esaltati che si autoproclamavano profeti , per lo più ciarlatani inoffensivi . Ma quel tipo là , Yeshuà , esercitava un "magnetismo" attrattivi particolare , si percepiva che non era come gli altri , era dotato di una autorità morale che gli altri non avevano . Ad un certo punto Yeshuà si voltò di scatto ea bruciapelo gli sparò una domanda secca e precisa : 

                                   < Chi cercate ? >

E i due risposero altrettanto seccamente :

                                  < Rabbì dove abiti ?

E ancora seccamente Yeshuà rispose :

                                   < Venite e vedrete >

                     < Erano le quattro del pomeriggio >



specifica il racconto , come a significare che gli "incontri" importanti della vita , quelli che "segnano" sono "indimenticabili" perchè sono gli incontri che determinano una "svolta" interiore , una presa di coscienza , come di fatto avvenne per i due discepoli che in quel giorno iniziarono una storia che li avrebbe condotti a due croci , anche se diverse fra loro ; infatti Andrea fu crocifisso su due pali posti ad " X" , la croce di S. Andrea appunto e Pietro a testa in giù , come l'APPESO dei tarocchi .

Quando i due hanno incontrato Yeshuà ancora ri-siedevano nella "personalità" nutrita dalla loro storia locale , che aspettava un messia terreno con la spada in mano , una sorta di rambo che li avrebbe liberati dalla dominazione romana. Nel loro immaginario trovava più posta l'archetipo di Sansone , tutto "maschile" , "machista" , dedito ad azioni militari , un archetipo per giunta nutrito anche dal Sinedrio sacerdotale insofferente per la dominazione romana . 

Ma così non fu , giunse loro un "messia" che non ri-entrava nelle loro categorie, e quando mai Dio ri-entra o può ri-entrare nelle categorie semplicemente umane ? Infatti si presentò un uomo sicuramente "maschile" , ma anche dei forti connotati femminili , che non disdegnavano la "meditazione" , la "preghiera" , il "perdono" dei nemici , ecc...ecc....più vicino all'eresia messianica che non alla conferma delle loro attese .

A costui domandano titubanti :

                             <  Rabbì dove abiti ? >

ve lo immaginate Yeshuà che risponde : Via della Croce , numero civico 3 , palazzina A interno 14 ? Vi attendo li per le quattro !
E invece niente di tutto ciò , ma semplicemente : 

                                   < Venite e Vedrete>

E non poteva che essere che questa la risposta ; infatti 

                                                   l'ESSERE

l'IO SONO è una realtà 

                                           " NON LOCALE "

a-temporale e a-spaziale ad uno stesso tempo .

La personalità è spaziale e temporale , è invece realtà 

                                               "LOCALE"

circoscritta ad un determinato tempo e collocata in un determinato spazio . L'essere ( Atman / Anima ) si localizza spazialmente nel corpo identificandosi con il " Jiva" , per cui diviene "Jivatman" che si identifica con la realtà esteriore al punto tale di "dimenticare" se stessa e divenire prigioniera dei sensi che le forniscono quella che lei ritiene l'unica realtà .


Alle quattro di quel famoso pomeriggio i due discepoli , i due Jivatman "vedettero" , ebbero una esperienza di carattere "unitivo" (samadhi) , NON LOCALE , uscirono dai limiti angusti della loro personalità " LOCALE" , per trasferirsi presso la " NON LOCALITA' " dell'UNO . Presumibilmente essi abitavamo in un villaggio di pescatori le cui via si chiamano tutte allo stesso modo , come : via delle baleniere ; via del persico ; piazza della stella marina ; ecc..ecc...la personalità per sua natura "locale" , necessita di indirizzi , portoni , numeri civici e i due (discepoli) non sfuggono nemmeno loro  a questa regola  al punto da non poter concepire che Yeshuà non avesse le loro stesse caratteristiche "locali" . 


Ma non fu così , quel pomeriggio , come Alice nel Paese delle Meraviglie , scivolarono dentro uno "stargate" , che li introdusse nella " NON LOCALITA' " ; YESHUA' , grande maestro di Pranayama, procurò loro un 


                                 " MAHA KUMBHAKA "

una " grande (maha)  sospensione (kumbhaka)  " del loro ego (Jiva) , che ancora più correttamente potremmo definire :  

                           " NIRVIKALPA SAMADI "

l'ultimo tipo di samadhi , quello in cui "soggetto osservante" , "oggetto osservato" e " atto dell'osservare" sono diventati "UNO" , cioè non c'è più traccia (mnestica) residua di "ego".  

I due , narra sempre il racconto , ri-entrarono solo alle "quattro" del pomeriggio; e il resto del tempo dalle mattina , circa le dieci ora dell'incontro , fino alle quattro dove erano stati loro e il maestro ? Forse è il primo caso di :

                                   TELETRASPORTO



riportato dai Vangeli e che la Fisica Quantistica dei nostri tempi moderni ritiene una ipotesi sempre più realistica !

Di sicuro avevano fatto una "peak experience" , una "esperienza di picco" che aveva cambiato definitivamente le loro coordinate interiori al punto tale che quando tornarono dissero ai loro compagni di avventura , tante altre personalità che ancora giacevano nella località della personalità e tutto ignoravano della "LOCALITA' " :

               < Venite abbiamo trovato il Maestro >

Ekanathananda


giovedì 26 febbraio 2015

ABBANDONARE IL CORPO DI SOFFERENZA PER IL CORPO DI AUTENTICITA'

Tra i tantissimi e molteplici racconti disseminati negli scritti della tradizione vedica orientale e che riguardano vicende e avventure del dio Shiva ne figura uno molto significativo che spiega anche il colore bluastro della sua gola quando apre la bocca ; infatti si narra che durante la lotta tra i Sura (Angeli) e Asura (Demoni) intenti a tirare la corda dalla propria parte per produrre il movimento della "Montagna d'oro", un vero "frollino cosmico" immerso in un oceano di latte così da produrre l'"Amrita" , il "Soma" , il sacro Elisir dell'immortalità . Però questa operazione mal-condotta finì per produrre "veleno" , il " kalakuta " , che avrebbe avvelenato tutti , Dei compresi , se non fosse intervenuto provvidamente Shiva che ingoiò tutto il veleno in un sorso . 


Un bel racconto dunque che ricorda un pò quelle fiabe che finiscono con il famoso  < e vissero tutti felici e contenti > che accompagnava le palpebre dei nostri occhi di bambini verso il sonno ristorante della notte . Già , ma come sappiamo bene , tutte le fiabe contengono un significato "nascosto" , che anche in questo caso non manca ; infatti il racconto ci dice che le nostre "frizioni" interiori , i conflitti esistenziali che ci "tirano" come una corda da una parte e dall'altra , che stressano il nostro corpo e la nostra psiche , alla lunga producono "veleni" biologici che attaccano i nostri organi e li squilibrano , e così invece di bere il "soma della vita" , finiamo per bere il veleno, che si travasa poi anche nei nostri rapporti con l'esterno , nelle relazioni sociali , affettive , ecc...ecc...con le conseguenze che si possono facilmente immaginare , guerre familiari , conflitti bellici , inquinamento atmosferico ,psichico, ecc....ecc..  

In questo contesto va da se che il corpo è il campo di battaglia (Kurushestra) di questo scontro/incontro tra angeli e demoni , tra le nostre parti/luce e le nostre parti/ombra . Shiva in questo ambito diventa quindi il protagonista della risoluzione di questo psicodramma venefico ; infatti egli rappresenta il "ris-veglio" del " Dio interiore " , l'attivazione della parte divina , la sola capace di "immunizzare" il nostro corpo , un vero antidoto  è dunque conservato nella nostra piccola farmacia interiore , ma che per il più rimane inutilizzato , intrappolato , blindato , piombato , nel nostro "corpo di dolore" ( vedi mio blog sull'argomento) . L'eliminazione di questo "veleno" (egoico) permette di raggiungere il 

                        "CORPO DI AUTENTICITA' "

Tutte le pratiche iniziatiche , sottili , come lo Yoga , le danze sciamaniche , i mantra , i riti sacri correttamente effettuati hanno come meta il raggiungimento di questo " CORPO " , che a tutti gli effetti può essere assimilato ad una "Risurrezione" , un " passaggio " ( pasquale ) da un corpo "addormentato" a un " corpo ris-vegliato".

Lo Yogin che si prepara alla meditazione con il pranayama e le asana , sta compiendo in effetti una danza sciamanica di risveglio energetico ; infatti passa da una asana (forma/rupa) ad un'altra rappresentando così una metamorfosi non solo fisica ma anche pschica e spirituale , risvegliando ora l'energia della Tigre ( viagrasana) ; ora quella del Leone (simbhasana) ; ora quella dell'Aquila ( garudasana) ; ora quella della Scimmia ( hanumasana) ...ecc..ecc...; queste energie così risvegliate salgono in superficie , sulla pelle , e si manifestano utilizzando il prana accumulato nella concentrazione e procurando quindi una trasformazione del corpo "plumbeo" di dolore rivestito di maschere egoiche ,  in un corpo "cristallino" di autenticità , espressione sacra del Vero Se cristico .

Molto importante in questo lavoro di "raffinazione" è l'affiancamento di tecniche di "visualizzazione" creativa . Creare immagini "forti" , come fiumi irruenti carichi di energia , di rapide , oppure onde di oceani che si sollevano , o il volo alto di Condor, Aquile , o fonti cristalline che zampillano combinandosi con il canto degli uccelli in una cornice di campi dorati e carezzati da vivificanti venti primaverili . Immagini che si esprimono nel movimento delle nostre asana che così prendono vita come la statua femminile di Pigmalione , il re che si innamorò perdutamente della statua che aveva scolpito al punto tale di farla vivere , muovere , davanti a se , innamorata del suo re creatore , come la materia (prakriti) è innamorata del suo creatore (purusha) . 

Un corpo "vivo" è ben altra cosa che un corpo "addormentato"!

I veleni si trasformano in virtù , le pietre grezze in pietre luminescenti , quarzi , ametiste , smeraldi , diamanti , ecc...ecc...; l'aggressività della tigre e del leone  si trasforma in "coraggio" ; la rapacità dell'Aquila in generosità sacrificale ; la pesantezza in leggerezza e agilità della scimmia (hanuman);ecc...ecc.....: tutto questo significa incontrare e danzare con gli archetipi ( vedi mio blog su tale argomento) con le loro energie sopite magari nel nostro "lato ombra" pronte a manifestarsi come veleno ; p.es.  "Bujangasana" (cobra) suggerito dal nostro "lato ombra" non purificato porta in superficie una energia velenosa e niente affatto illuminante .

Questo è il "lavoro iniziatico" , una "transustanziazione" dei nostri veleni in virtù , opera che deve nascere dal nostro "centro divino" , dal nostro "asse" cosmico ri-trovato (Merudanda) , Vero Se al centro del nostro "pranayama" , soffio divino , che anima le nostre asana con il "tapas" (calore mistico) e con la nostra devozione ( bhakti) ad Ishvara ( Dio interiore ) !

Yogacharya Ekanathananda    

mercoledì 25 febbraio 2015

SCIOGLIERE O NON SCIOGLIERE L'EGO...? QUESTO E' IL PROBLEMA

Citazioni del Maestro   

 PYogananda  

La lezione della reincarnazione sta nel neutralizzare le onde di ciò che ci piace e ciò che non ci piace, del desiderio e dell'avversione. Facciamo questo esprimendo gentilezza, perdono e comprensione verso tutti e con un deciso appagamento nel Sé. La luce della compassione concreta dilegua l'oscurità della separazione e vi consente di vedere il legame che unisce tutti i cuori con il nastro dorato dell'amore divino. Chi estende il proprio amore sia verso gli amici che verso i nemici elimina la dualità fra amore e odio, contemplando solamente la presenza di un unico amore ovunque.

"Ogni volta che vedi negli altri qualcosa di sbagliato e ne sei afflitto, ricorda che il problema sta in te. Quando dentro di te sei nel giusto ogni cosa è corretta, perché vedi ogni cosa come parte di Dio. Allora accetti le cose come sono, senza giudicare, e guardi tutti con gentilezza e compassione, non importa quanto siano stolti."

Il Maestro dice che tutte le situazioni possono essere cambiate, perché sono solamente manifestazioni cristallizzate del pensiero. Quando i pensieri cambiano, le loro manifestazioni cambiano.

Il Maestro usa questa affermazione per l'autoguarigione: "Io sto bene, perché Dio è in me". Funziona anche praticare il kriya con l'intenzione di bruciare il karma che ha provocato la malattia. Viviamo circondati da un oceano di energia cosmica, a cui attingiamo in modo maggiore o minore a seconda della nostra volontà e della chiarezza della nostra consapevolezza ...

Il Maestro, nell'Essenza della realizzazione del Sé, dice a un discepolo in difficoltà: "Il tuo compito, per ora, è quello di arrivare a Dio. Non preoccuparti del karma che devi ancora portare a compimento. Lascia che sia Dio a preoccuparsene! Prima di tutto, distruggi in te la fonte del coinvolgimento karmico, che è il tuo attaccamento all'ego. Quando l'ego verrà immerso in Lui, ogni azione che compirai non ti si ritorcerà più contro. La tue azioni saranno come scrivere sull'acqua: non lasceranno alcuna traccia nella mente. Mettendoti a dura prova nel trattenerti dal coinvolgimento egoico in ogni azione che compi scioglierai il nodo gordiano dell'illusione. Questo è lo stato del jivan mukta, colui che è interiormente libero sebbene viva in questo mondo. Essendo interiormente libero, niente di ciò che fa potrà mai avere conseguenze su di lui".

lunedì 23 febbraio 2015

ANSIA E DOMINIO DI SE ......



L’ansietà è collegata con la pazienza, è una modalità della pazienza, che a sua volta è un’espressione della carità, la carità deve essere paziente, “benigna è la carità”, dice San Paolo nell’Inno alla Carità nella lettera ai Corinzi. 
L’ansietà può derivare dal tuo temperamento, può derivare dalla mancanza di educazione umana e spirituale, ma principalmente può derivare da una mancanza di amore, di carità. 
L’ansietà in fondo è un pensiero alterato che produce emozioni, commozioni. Può essere un desiderio alterato della volontà, può essere anche un’emozione forte. 
Qual è l’effetto di questo impatto del pensiero alterato, anche da piccole cose (per esempio, il tuo vestito non è stirato bene). Può essere, o per temperamento o per mancanza di saggezza, mancanza di equilibrio, mancanza di dominio di sé. 
L’ansia guasta la mente, la volontà e i sensi, e allora succede che le piccole cose possono diventare oggetto di alterazione del pensiero, alterazione del desiderio e anche della psiche, e di tutto il sistema sensitivo. 
Questa alterazione, che produce l’ansia, che effetto porta? L’alterazione della mente, della libertà, volontà, della psiche e dei sensi, porta a una tempesta nella mente, per cui la ragione non riesce a trovare la corsia giusta della rettitudine. 
Egualmente anche la volontà viene turbata da questa alterazione nelle scelte che vengono fatte o date dagli altri. 
Questo turbamento può scatenare nella mente e nel cuore una tempesta, a volte un terremoto vero e proprio per cui non riesci a trovare la scelta giusta da fare sul momento: rispondere, tacere, pregare, accogliere la sofferenza, prestare un servizio, ubbidire, usare carità, allontanarsi, non partecipare o essere complice delle barzellette non buone, esser pronto a dire la parola di consolazione, ecc. 
Tutti questi movimenti di scelta della volontà vengono turbati da questa tempesta che viene dall’ansietà. 
Sia la mente che la volontà sono in difficoltà, la mente non riesce a individuare con saggezza quello che devi dire, quello che devi fare. 
I pensieri confusi mettono in difficoltà la volontà e la libertà, nel senso che sei in difficoltà per la scelta che devi fare in quel momento: se tacere, parlare, accogliere, sorridere, allontanarsi, se stare ancora, se umiliarsi, ecc., è tutto un insieme di cose, è un vero e proprio caos che sconvolge il cuore. 
Egualmente anche l’alterazione del mondo sensitivo è pericolosa,perché tante volte noi siamo strani, cioè, ci allontaniamo quando abbiamo reazioni sensitive di antipatia, e rimaniamo invece di allontanarci, quando abbiamo sensazioni di simpatia che possono turbare l’universo sensitivo. 
Questo perché manca la saggezza, l’equilibrio e il dominio di sé. 
Qual è l’effetto in un uomo saggio, in una donna equilibrata, che ha il dominio di sé? L’unica via d’uscita è abbandonarsi alla volontà di Dio; se in quel momento il Signore ti chiama a dover soffrire per qualsiasi motivo e tu non riesci a vedere, non riesci a trovare la via per una scelta giusta, non riesci a dominarti,abbandonati alla volontà del Signore. 
Quest’abbandono che è un dono dello Spirito Santo, quest’abbandono totale nelle mani del Signore, si chiama il dono della pietà. 
I doni dello Spirito Santo sono sette: consiglio, sapienza, fortezza e intelletto, pietà, timor di Dio, scienza. 
La fortezza come dono è diversa dalla fortezza della volontà:quest’ultima consiste in uno sforzo enorme che tu devi esprimere con tutta la tua persona: anima e corpo, per resistere a fare il bene e allontanare il male; mentre la fortezza come dono dello Spirito Santo ha un altro cammino, cioè è una resistenza amorosa a rimanere sempre nella volontà di Dio, nella fiducia nell’aiuto di Gesù e della Madonna, per essere sempre nel cammino che devi compiere. 
La fortezza quindi è un dono che ti fa stare sempre stabile quando ci sono difficoltà e problemi, senza che tu faccia sforzi eccessivi
Se tu vai in fondo all’ansia, vedi che può essere un momento di una duplice espressione: o di una mancanza di educazione, di formazione spirituale, oppure di una altissima educazione e formazione spirituale. 
Quando non c’è una vita di fede, di speranza e di amore, l’ansia ti rende insipiente: dici parole fuori posto, puoi anche cadere nella critica, gelosia, e invidia. 
Se manca la formazione spirituale, l’ansia non bene accolta, può aprire le porte a tutte le belve che stanno dentro la tua persona:la mente pensa male, la volontà sceglie facilmente ciò che non è buono, e così fai del male agli altri, perché non sei capace di sopportare l’urto che ti provoca un’insipienza, che ti fa perdere il dominio di te; per cui tu reagisci con parole ingiuriose.
Questa insufficienza di vita spirituale conduce appunto all’impotenza ad accogliere il momento della difficoltà. 
L’ansia si può sentire, anche un santo può sentirla, ma appena appare nella persona, occorre reagire con la mente, con la fede, con la volontà e con la speranza dei farcela. Il cuore poi, reagendo con l’amore, genera equilibrio e saggezza. Tutto questo avviene all’istante per un santo. 
Se uno invece non ha una formazione spirituale, quando appare l’ansia, perde l’equilibrio e il dominio di sé. Se ti accorgi che non riuscirai a dominarti, chiedi aiuto alla Madonna, prega e invoca il dono dello Spirito Santo. 
Così è avvenuto a Gesù nella sua Passione e morte: non cadde nell’insipienza, nello squilibrio, nella mancanza di dominio di sé, Lui non aprì bocca, perdonò il buon ladrone, parlò con la Mamma, con Giovanni, perdonò a tutti, si rivolse al Padre che lo abbandonò, in quel momento fu esaudito. 
Ci può essere l’ansia umana e l’ansia soprannaturale come per es.l’ansia di vedere Gesù, di vedere la Madonna, di parlare con Gesùqueste ansie non vengono da Dio
Le ansie umane quando non sono fagocitate dalla vita divina, dalla fede, dalla speranza e dalla carità, possono provocare disordini anche continui. 
Quando scatta l’ansia, se non la domini subito, può venir fuori di tutto: la gelosia, l’invidia, le parolacce, la critica, la mormorazione, l’impurità, l’orgoglio…. L’ansia è passe-partout che apre tutte le porte della cattiveria, della malizia, della menzogna e dell’azzeramento della vita spirituale. 
Anche nel campo soprannaturale, può creare delle attese disordinate: vedere ciò che non si vede, sentire ciò che non si sente, avere intuizioni che non ci sono
Quindi bisogna regolare bene questa vipera: ubbidisci alla volontà di Dio senza sbuffare, usa carità senza mormorare. L’ansia, quando entra nelle tue occupazioni, le trasforma in preoccupazioni
La preoccupazione, per natura sua, tenta sempre di bruciare l’amore, per cui alla fine senti di aver operato inutilmente
Anche allora il Signore è sempre saggio, equilibrato, pieno d’amore, di paternità, di misericordia. Lui vuole che noi ritorniamo a fare la Sua volontà, a metterci in pace con Lui, e con i fratelli.

Don Vincenzo

sabato 21 febbraio 2015

PAPA NERO , TAMAS O FINE DEL MONDO ?

Nella navata centrale della basilica di S. Pietro poco prima di giungere all'altare della Confessione sotto il baldacchino berniniano  è possibile ammirare una suggestiva statua di bronzo nero che raffigura S. Pietro benedicente  assiso in trono. Il materiale usato (bronzo) e il suo colore (nero) non sono particolarmente insoliti nell'uso della statuaria , ma prestano il destro ad una riflessione particolare se viene richiamata alla memoria una antica profezia , tra le tante , del visionario Nostradamus che profetizzò la " FINE DEL MONDO " con l'avvento del "Papa Nero " e che doveva coincidere proprio con l'elezione dell'ultimo papa , quello attuale , cioè :

                                     FRANCESCO I°

eletto al soglio pontificio il 13 Marzo 2013 , si proprio lui che appena compare al balcone in un tripudio di luce , pronuncia le sue prime parole definendo se stesso 

       < UN PAPA VENUTO DALLA FINE DEL MONDO >

In altri tempi questa profezia avrebbe scatenato ansie "millenaristiche" , processioni penitenziali , paure cosmiche , che vedono ben lontano metafisicamente parlando il materialista uomo contemporaneo anche se poi è assalito da altre paure esistenziali , malattie , guerre , violenza , crisi finanziarie , povertà economica , ecc...ecc....

Quindi non si sono registrate scene apocalittiche di disperazione , il giorno l'elezione Roma era ancora lì e tutto il resto del mondo anche . Meglio così dirà qualcuno , nessun tsunami , nessun diluvio ,anche perchè trovare un "giusto" (Tazadik) ai nostri giorni come Noè è cosa ben difficile e l'arca chi può farla . Allora tutti a dormire tranquilli , l'abbiamo scampata , il mondo non è finito !
Invece il "mondo è finito" veramente e nessuno , eccetto pochi, se ne è accorto .

Infatti la "fine del mondo" è sempre stata interpretata prosaicamente , grossolanamente , in maniera profana e non iniziatica come veramente dovrebbe essere . L'uomo comune , profano, non intende cosa significhi veramente "mondo" . Quanti "mondi" si sono avvicendati su questo pianeta nelle epoche storiche ? Il mondo preistorico ha lasciato il passo al mondo civilizzato , i popoli Sumeri sono succeduti agli Accadici, poi si sono avvicendati gli Egizi , seguiti dai Greci , poi i Romani , e via via gli altri imperi come quelli Spagnoli , Portoghesi , Britannici , oggi gli Americani , mentre nell'altra parte del globo asiatico l'impero Cinese imponeva il suo "mondo" e cosìdicasi per il Sud America e i suoi Incas e Aztechi . 

Ogni impero decretava la "fine del mondo" della cultura precedente e inaugurava la"visione" del proprio "mondo" , una nuova visione , che si affermava sulle rovine di quello precedente . Il "mondo" medioevale prima di Leonardo Da Vinci segnò il passo , crollò , per lasciare il passo a nuove tecnologie , a "nuove terre" che si affacciavano oltre le "Colonne di Ercole", il 

                            "NON PLUS ULTRA" 

che la mente occidentale aveva collocato all'attuale Stretto di Gibilterra . Li era il "Finis Terrae" , il mondo conosciuto , l'ignoto era oltre , fino a quando un navigatore avventuroso più degli altri e forse più insofferente dei "limiti" si spinse oltre e fece così cadere un "mondo vecchio" e fece nascere un "mondo nuovo". Quante nascite , quante morti di "mondi" , come si può parlare di una reale fine del mondo alla luce di tutto ciò ?
Non è il "creato" che finisce , esso cambia , muta , si trasforma perchè è impastato di "divino" e il divino per sua natura è "creativo" , no , sono i "mondi" creati dalla mente dell'uomo/donna che muoiono quando hanno terminato il loro viaggio karmico per far posto a nuovi "inizi" ma pur sempre proiettati da Maya , dalla mente egoica .


Con l'elezione di Francesco I° è finito un certo modo di intendere la Chiesa , di fare Chiesa , un processo che già era iniziato con la fine del papato di Pio XII° , l'ultimo papa "rinascimentale" ( per sua stessa definizione) , di una Chiesa ancora adornata da "flabelli" , cortei , pompe pontificie , nobili al seguito , ecc...ecc ...e la elezione seguente di Giovanni XXIII° che inaugurò nella Chiesa una stagione conciliare che avrebbe condotto all'attuale pontefice , che , si badi bene , è il primo gesuita eletto al soglio di Pietro e chi ha confidenza con le cose di Chiesa sa benissimo che il Padre Generale di tale ordine è chiamato il " Papa Nero " in quanto tale ordine ha rivestito nel corso dei secoli un potere e una autorità difficilmente riscontrabili in altri ambiti ecclesiastici .

Quindi il " Papa nero" è arrivato , la conferma della profezia c'è , ed è indubbio che sebbene in sordina i segnali che questo pontificato invia della "fine" di un certo tipo di Chiesa ci sono tutti e come tutte le fini che si rispettino , dopo i diluvi , arriva il "Primo Vere" , la Primavera , una nuova stagione della Chiesa, un nuovo "mondo " , spirituale , che cresce sulle macerie di questo vecchio mondo di trafficanti politi , finanzieri affamatori di popoli , e cinici banchieri come sempre in prima fila tra i banchi dei "cambiavalute" . La politica scricchiola , i valori ipocriti cui si appella , patria , famiglia , diritto dei popoli , leggi giuste ed eque ( quando mai lo sono state ? ) , sono propinati negli stanchi talkshow senza credibilità alcuna .

Metafisicamente parlando , il Papa Nero , in una prospettiva Yogica significa che la "SATTVA" (Luce)  ,  raggiunge il "TAMAS" ( oscurità) e lo illumina ( vedi mio blog sui Guna ) . Il tamas è un principio di inerzia in senso negativo ,ma in senso positivo significa "solidità" , "stabilità" . La "roccia" "informe" di un pescatore ignorante ( Avidya)  Simone viene raggiunta dalla Luce del Cristo e trasformata in "Pietra" lavorata dalla "Khatekesis" ( risonanza del Verbo , OM ) , lo Spirito ( Purusha ) si solidifica in esso , Prakriti (materia) accoglie e solidifica lo Spirito che le da forma e dimora stabilmente in essa . 

Questa è la 

                             " FINE DEL MONDO " 

la fine di tutte le proiezioni egoiche che hanno creato il "falso mondo".

Chi ha fatto il militare sa benissimo che il soldato al risveglio prima di vestirsi deve fare il "CUBO" cioè : sistemare il letto dando al materasso e alle lenzuola una forma cubica , compiuta. Pietro compenetrato dallo Spirito assume la sua "forma" (Rupa) definitiva , Pietro è lo asana riuscito di Cristo ; infatti Cristo (Purusha/Spirito) fa 

                                 " PIETRASANA"

e incardina definitivamente lo Spirito alla Materia (Prakriti) pronunciando le parole di consacrazione che ben ricordiamo :

< Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam >

  < Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa >

Uno Yogi quando esegue uno asana sta legando (religere = da cui religione) lo Spirito alla Materia e ogni volta che ciò avviene nasce una nuova visione , un nuovo mondo , quello di prima è finito , come è finito un certo modo di fare Chiesa con Francesco I° , il Papa Nero è arrivato veramente ma in molti non se ne sono accorti !

Ps

Caro/a  lettore/ttrice concordo che a volte i miei scritti possano risultare eccessivamente criptici , ma ciò è semplicemente all'uso della "lingua degli uccelli" come la chiamavano gli Alchimisti , cioè : la lingua degli iniziati !
Quindi se qualcosa non dovesse esserti chiara o ancora meglio incomprensibile ,ciò non è dovuto a gioco di supponenza intellettuale , ma semplicemente al fatto che gli occhi e le orecchie "metafisici" non sono ancora "aperti" !

Chi ha occhi e orecchie per intendere intenda !

Yogacharya Ekanathananda 

                                                    

venerdì 20 febbraio 2015

SAMSARA : UN PROFUMO O UNA FOGNA MALEODORANTE ?


Nelle vetrine delle profumerie alla moda , fa bella mostra di se una bottiglietta dai riflessi vermigli contenete un profumo che prende il nome dal sanscrito SAMSARA . Si proprio così 
                 
                                            SAMSARA !

Un profumo dai toni caldi , morbidi , femminili , avvolgenti , che lasciano una scia di esotiche atmosfere dietro a chi se lo è spruzzato addosso e i profumi , si sa , ri-entrano insieme ai vestiti , e alle acconciature  in quel complesso e raffinato gioco di tecniche seduttive mai così frequentate come ai tempi dei giorni così catturati dall'apparire più che dall'essere .

Nella tradizione orientale invece questo termine indica , come gli Yogi che mi leggono sanno , il "mondo illusorio ed egoico" , Maya , Matrix , della "mente" del piccolo ego/se empirico , che proietta all'esterno le sue materializzazioni fantasmatiche dei suoi desideri di potere e di manipolazione che costituiscono la "polpa" , l'ossatura del "fascinum" , di quella attività "fascinatoria" che vende l'irreale spacciandolo per reale , ma che reale non è ; infatti  il samsara è il campo di battaglia (kurushestra) dove prosperano i conflitti egoici , le tensioni interiori ed esteriori ad un tempo , che generano battaglie , guerre , crimini , ecc...ecc... che indeboliscono non solo i corpi individuali , ma anche quelli sociali , aziendali , familiari , nazionali , ecc...ecc... un vero vivaio di malattie , dolori , lutti , ansie , depressioni , suicidi , ecc...ecc...altro che profumo quanto piuttosto una

 

    VERA FOGNA
 MALEODORANTE

    perchè questa è 
                                               l'HABITAT

preferito del "Jivatman" , della "personalità egoica"; infatti in questo "mondo egoico" , l'ATMAN ( anima divina ) è prigioniera del " Jiva " , la personalità individualizzata attraverso le sue numerose e false identificazioni . Per questo lo Yoga inizia con :
    
                               < NETI , NETI , TAT VAM ASI >

                   < Non questo , non questo , tu sei QUELLO >

Come a dire : (anima) non identificarti con questo o quest'altro! Tu sei 

                                        QUELLO 

tu sei il in "essenza" il tuo nucleo divino , sei un Dio , non quella "marionetta" che si muove in un "corpo addormentato" che invano tenti di abbellire e profumare , perchè è sostanzialmente un "corpo di dolore" . Solo il "risveglio" del suo Dio interiore  lo riporterà ( il corpo) alla sua "autenticità" che è quella di esprimere l'anima e allora non ci sarà più bisogno di profumi "adulteranti" , costosi , perchè quando l'anima prende possesso del corpo , profumeremo di :

                                                SANTITA'

Di quanti santi e rishi si narra alla cui presenza si percepisce un profumo di "rose" , tanto è vero che è stato coniato appositamente il termine : 

                          MORIRE IN ODORE DI SANTITA'

come San Padre Pio alla cui presenza molti avvertivano un profumo intenso di rose .
La personalità puzza di "bestia apocalittica" , l'ESSERE invece profuma di cielo e non ha più bisogno di protesi e plastiche perchè ormai si muove nell'eternità al di fuori dello spazio e del tempo !

Chi ha orecchie per intendere intenda !

Yogacharya Ekanathananda

mercoledì 18 febbraio 2015

QUARESIMA : IL GRANDE KUMBHAKA


< In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno ».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? ».( lC 9,22-25)


Con queste parole Gesù firma il significato recondito della Quaresima e cioè : 

             IL RINNEGAMENTO DI SE STESSI

come condizione primaria per seguirlo ; infatti seguirlo significa "liberarsi" (mukti) di tutti i fardelli della personalità egoica (Jivatman) , liberarsi del "piombo" degli attaccamenti (abhinivesha) che ci costringono a rimanere nella morsa schiavizzante del "samsara" , luogo del dolore e dei conflitti , delle guerre e delle passioni . Solo liberandoci di questi "ancoraggi" possimao attraversare il male delle passioni ( Mar Rosso ) e approdare sulla riva della "salvezza" e questo significa diventare uomini/donne "eucaristici" , cioè trasformati in novelli cristi , che hanno perso la loro vita egoica , limitata , finita, ma che hanno trovata quella eterna , illimitata , la vita dei veri " Figli di Dio" .
Il tempo quaresimale è dunque un tempo privilegiato di "passaggio" dalla vita della personalità con le sue false identificazioni a quella dell'ESSERE .

La quaresima quindi viene ad essere un percorso di autoguarigione spirituale , di correzione , di rettificazione della nostra "via" , di eliminazione degli ostacoli che ci allontanano dal Cristo . Un lungo Pranayama di quaranta giorni , un grande "Khumbaka" ( sospensione) degli affetti disordinati dell'ego . Questo si che è vero pranayama ben lontano da un semplice esercizio di sequenze respiratorie . Educare il corpo , la mente , i sensi , alla sospensione dei loro "appetiti" esistenziali esagerati , con i digiuni del corpo , a partire dalla "gola" (vishuddi = purificazione) , eliminando cibi produttori di "tossine" come la carne soprattutto quella "rossa" dalle proprietà "rajasiche" , passionali , che fomentano la vita "sensuale" . Sospendendo le "parole" soprattutto quelle inutili e prosaiche che alimentano il samsara quotidiano , quindi il digiuno della parola. Sospendendo lo scorrimento logorroico dei pensieri tamasici e rajasici , ottenebrati e passionali , per sostituirli con altri , positici , sattvici , luminosi , attinti alle sacre scritture . Alimentando la lettura delle sacre scritture con la riflessione , la preghiera , la meditazione e infine ma non da ultimo praticando la "carità" che si traduce in attenzione verso il prossimo con atti e intenzioni che rispecchino le nostre maturazioni karmiche prodotte dal " TAPAS" ( austerità ascetica ) . Gesù ci invita a fare " Tapas" dietro a Lui . Questa è la "via" pasquale, la via della trasformazione in Cristo ! 

venerdì 13 febbraio 2015

GIUDA : IL TRADIMENTO DEL DUBBIO


Tra i molteplici archetipi del variegato pantheon (tutti gli dei) che compongono la psiche umana , quello di Giuda (archetipo) sicuramente non è fra i più "ri-cercati" e tanto meno fra i più "benvoluti" ; infatti soltanto la dizione del suo nome evoca l'idea di tradimento o di traditore se indirizzato con precisione a qualcuno/a nella fattispecie . Si può dire che lui (Giuda) e Pietro , tra tutti i protagonisti , sono quelli che si  contendono più a lungo la scena sulla ribalta del grande dramma evangelico , anche per il fatto che entrambi operano un tradimento ; infatti anche Pietro "tradisce" e per ben tre volte per giunta . 

Entrambi subiscono la "pressione" dell'ambiente esterno , Giuda quella del Sinedrio, il sacro collegio rabbinico , Pietro quella della folla minacciosa intorno a lui . Quindi due tradimenti , due ripensamenti sulla loro adesione al maestro Yeshuà ; due esistenze "parallele" nello stesso gruppo ma con esiti differenti , infine opposti  . Entrambi si "pentono" , ma uno finisce impiccato ad un albero (Giuda) , l'altro (Pietro) invece si ravvede attraverso un "lavacro battesimale" che irriga di lacrime le sue gote <Flevit amariter> dicono le scritture < Pianse amaramente> e quelle lacrime lo salvarono .

Due "deboli" quindi entrambi ma con accenti e sfumature diverse ; infatti il primo (Giuda) ha agito spinto dalla "venalità" , dal desiderio di lucro , i suoi primi "tre chakra" , istintuali, non controllati , non dominati , non gli hanno permesso di raggiungere "anahata-chakra" , il plesso cardiaco , la seconda "area matriciale" (la prima è il plesso addominale in cui avviene la formazione fisica del feto ) in cui avviene la "umanizzazione" dell'individuo mentre la terza è il "plesso cranico" ( Golgotha ) in cui avviene la definitiva "santificazione" .

Pietro raggiunge "anahata chakra" , le lacrime lo "umanizzano" attraverso la "Teshuvà" (dall'ebraico = pentimento) , il pentimento di Pietro apre la "via" (sadhana) alla Vita Eterna (vedi mio blog su Bios e Zoè ) , quello di Giuda alla morte dell'anima , peggiore rispetto a quella fisica , in quanto significa la "vittoria" dell"OMBRA" , il contenitore dei nostri rimossi "psichici" , dei nodi karmici irrisolti , che di fatto ci proiettano in quello che gli antichi chiamavano il "mondo delle ombre " , lo " Sheol " , il regno della anime irrealizzate , non diventate "anime", un regno in cui prima o poi tutti i " Virat " , gli eroi di turno delle diverse saghe iniziatiche (Odissea , Iliade , ecc...ecc...) devono scendere (in analisi si chiama " descensus ad inferos ) proprio per "ri-prendere" e illuminare i loro "lati oscuri". A qualcuno il colpo riesce , vedi Ulisse , Enea , Dante , ecc) a qualcun altro no , vedi Giuda appunto , o il vittoriano Dottor Jekyll ghermito dalla sua ombra Mr . Hyde (vedi mio blog).
  
Nel mio precedente blog sul significato  di cibo profano e cibo eucaristico , ho riportato un dialogo tratto dal film " Matrix" ( un film sempre da rivedere e da meditare ) , dialogo che si svolge tra Cypher , uno dei componenti dell'equipaggio del "Nabuccodonosor" e l'agente Smith , l'agente subdolo di Matrix . Un dialogo che "mutatis mutandis" ci ripropone quello avvenuto duemila anni prima tra il Giuda dell'epoca e il Sinedrio sacerdotale , ma il contenuto è esattamente lo stesso : il TRADIMENTO .



Giuda come il suo erede Cypher duemila anni dopo aveva ingerito la "Pillola Rossa " e tralasciato quella " Blù " ( vedi mio blog su tale tema ) . L'aveva presa la pillola (rossa) dalle mani di Yeshuà e come Cypher si era lasciato alle spalle il Mondo/Maya/Matrix , il mondo "illusorio" , virtuale , della mente egoica e delle sue proiezioni . quando si ritirano le proprie proiezioni dal mondo illusorio di Maya ( samsara) , si entra in un altro "mondo" , si passa dalla molteplicità all'unità . 

I sensi ( Indryia ) si ritirano all'interno (Prathyara) e si fa l'esperienza del Vero Se , si tocca l'ESSERE , si prova il samadhi (stato unitivo). Una volta entrati nel "mondo" di Yeshuà è impossibile tornare ad ingerire la pillola blù . Farlo significa "tradire" la propria essenza divina e tornare a vivere nel mondo illusorio di Maya con la consapevolezza e la coscienza della sua irrealtà e virtualità . Si diventa un "DIVERSO" , una "CASSANDRA" costretta a fare finta di "credere" nel mondo dei "NOI" . 




I "NOI" sono quelli del SINEDRIO che si oppongono alla realtà dell'IO-SONO perchè lo avvertono come la "distruzione" delle loro impalcature dogmatiche , teologiche . I mistici sono stati , sono e saranno sempre uomini/donne pericolosi/e per ogni sistema religioso o politico che sia , sono pericolosi per i " NOI " , che si costituiscono in mafie , camorre , 'ndranghete , partiti , clan , famiglie , sette , congregazioni , chiese e quant'altro e così facendo "tradiscono" se stessi per primi , la propria parte divina , che nella peggiore delle ipotesi finisce "inevitabilmente in croce " .



Giuda comprese subito l'impossibilità di questo "ri-entro" dentro Matrix e infatti appena commesso il misfatto andò repentinamente a "gettare i trenta sicli d'argento" ai piedi dei "NOI" all'interno del tempio (corpo) profanato . Ma ormai era tardi , la pillola blù , una volta ingerita la rossa , diventa velenosa . Giuda aveva preso "trenta" monete , e trenta non è trentatrè gli anni di Cristo , numero (33) che equivale ad una iniziazione "compiuta" ( < Tutto è compiuto> sono le ultime parole di Yeshuà morente) . L'iniziazione di Giuda è rimasta appesa ad un'albero , non ha raggiunto terra ...ha vinto l'OMBRA !

Giuda era un "NOI" che poi dopo un incontro "estatico"con Yeshuà diventa un "IO" , esce fuori dal samsara , assopora il gusto e i profumi di un'altra "vita" , divina , però viene assalito dal dubbio e il dubbio lo "ri-getta" nel samsara . Il dubbio è "satanico" per sua natura perchè finisce per farti credere "irreali" e virtuali entrambi i mondi che hai toccato e il gioco diventa un emblematico e amletico < Essere o non essere > , si questo è per i Giuda e Cypher di ogni tempo il vero....PROBLEMA !



Morire all'uno o all'altro dei due mondi , dormire, forse sognare . Povero Amleto anche tu avvelenato dal dubbio per parlare con un teschio (Golgotha = luogo del cranio) , un'area matriciale in cui non ti sarà permesso di entrare , perchè lì ti può accompagnare solo la fede e dove c'è il dubbio non c'è spazio per la fede !
Il dubbio di Pietro sarà sciolto dalle lacrime battesimali del suo pentimento e anche lui diventerà un 33 , un "IO" maestro di Fede !

Le tre guna ( Sattwa , Rajas e Tamas...vedi mio blog) in Giuda e Pietro seguono "trasmutazioni" diverse ; infatti in Giuda il "sattwa" iniziale derivato dall'incontro con Yeshuà si spegne a poco a poco soffocato dagli "attaccamenti passionali" del "rajas" ( denaro = prana solido ) e dall"inerzia spirituale" del tamas (accidia).

In Pietro al contrario il "sattwa" iniziale si rafforza nell'esperienza della " Luce Taborica " la cui dolcezza illumina il suo "rajas" trasformadolo in "calore e passione spirituale"   (Tapas) e infine si "solidifica" (coagula) nella stabilità della "pietra" ( tamas ) . La fede aggancia lo Spirito ( purusha) alla Materia (prakriti) . Significativa e simbolicamente forte è la statua di Pietro all'interno della Basilica a lui intitolata lateralmente al baldacchino del Bernini; infatti il suo bronzo è significativamente di colore "nero" , ogni dubbio è....fugato !


< Gratiam supponit naturam > ( T. D'Aquino)

              < Lo Spirito suppone la Materia >

Yogacharya Eknathananda   

domenica 8 febbraio 2015

IL BUE E IL SUO PASTORE : RITROVARE IL VERO SE SMARRITO !

                    Il bue e il suo pastore
                                                  Un’antica storia zen cinese



Una delle più antiche e affascinanti storie Zen cinesi: la storia dei "dieci tori" o delle "dieci icone del toro".

Il professore e maestro Zen Ueda Shizuteru ripercorre i dieci passi della ricerca del bue che gli antichi monaci Chan cinesi prima e quelli Zen dopo, hanno individuato lungo la via che porta alla scoperta della verità. La storia utilizza la metafora di un pastore che ha perso il suo bue e vuole ritrovarlo per indicare le tappe fondamentali di questo cammino.

                                                                  (Traduzione a cura del prof. Matteo Cestari)


1. Alla ricerca del bue

Perché mai cercare? Fin dall'inizio, il bue non si è mai perso. Ma accadde che il pastore voltò le spalle a se stesso, e così il suo bue gli diventò estraneo e si smarrì in spazi remoti e polverosi. Le montagne natie si fanno sempre più lontane. Di colpo il pastore si trova in un intrico di sentieri. Brama del guadagno e paura della perdita divampano come fiamme, e l'una contro l'altra si ergono le idee di giusto e sbagliato, come lance sul campo di battaglia.

2. Trovare le tracce del bue



Grazie alla lettura dei sutra e all'ascolto degli insegnamenti, il pastore può ora scorgere qualcosa del senso della verità. Ha scoperto le tracce. Ora sa che le cose, per quanto diverse possano essere le loro forme, sono tutte dello stesso oro, e che l'essenza di ciascuna cosa non è diversa dalla sua. Eppure, non sa ancora distinguere ciò che è autentico da ciò che non lo è, e tanto meno il vero dal falso. Non può neanche passare per la porta. Per questo si dice che per il momento ha solo scoperto le tracce.


3.Trovare il bue

Nell'attimo stesso in cui il pastore ne ode la voce, di colpo balza nell'origine e la riconosce. I sensi vaganti sono ora acquietati, in tranquilla armonia con esso. Svelato, il bue permea con tutto se stesso ogni atto del pastore. È presente in modo inseparabile, come il sale nell'acqua marina o la colla nel colore. Quando il pastore apre bene gli occhi e guarda, non vede altro che se stesso .




4.Catturare il bue

Per la prima volta, dopo essere rimasto nascosto tanto a lungo nella selva, oggi il bue è stato incontrato. Ma il mondo così abituale e  gradevole di questa selva lo attrae ancora così tanto che è difficile tenerlo. Non sa ancora sottrarsi al desiderio dei fragranti cespugli. Ancora gli smania dentro un'ostinata caparbietà, ed è dominato dalla sua natura selvatica. Se il pastore vuole davvero ammansirlo, deve domarlo con la frusta.

5.Domare il bue

Se nasce il più piccolo pensiero, inesorabilmente ne segue un altro, in una giostra senza fine. Il risveglio rende tutto vero; la cecità,  invece, tutto falso. I pensieri non nascono dalle cose attorno, ma dal cuore del pastore. Tieni salda la corda e non concederti esitazioni !

6.Ritornare a casa in groppa al bue

Adesso la lotta è finita. E guadagno e perdita sono svaniti nella vacuitá. Il pastore canta una canzone di boscaioli e con il flauto intona un motivetto per bambini. In groppa al bue, alza lo sguardo al cielo azzurro. Se qualcuno lo chiama, non si volta; se lo tira per la manica, non si ferma.

7.Dimenticato il bue, il pastore resta solo

Non c'è dualità nel Dharma, e il bue è stato dipinto solo come un mezzo provvisorio, simile al cappio per catturare le lepri o alla nassa per intrappolare i pesci. Adesso per il pastore è come se la luna si stagliasse sulle nuvole o l'oro scintillante venisse separato dalle scorie. Lo stesso raggio di luce fredda luccica già da prima della nascita del mondo.


8.Oblio completo del bue e del pastore

Tutti i desideri mondani sono caduti via, e insieme si è completamente svuotato anche il senso del sacro. Non restare dove dimora Buddha. Va' via veloce da dove non dimora nessun Buddha. Se non si è più attaccati a nessuno dei due luoghi, ciò che vi è di più intimo non lo si potrà più vedere, neanche con mille occhi. Il sacro, al quale gli uccelli consacrano fiori, è solo una vergogna.


9.Ritorno nel fondo e nell’origine

Fin dall'inizio è puro e senza polvere. Là, qualcuno contempla il sorgere e il tramontare di ciò che ha forma, e dimora nella raccolta quiete del non-agire. Non si lascia più illudere dalle transitorie ed ingannevoli immagini del mondo, e non ha più bisogno di esercitarsi. Azzurri fluiscono i torrenti, verdi si elevano le montagne. Seduto, se ne sta a guardare le cose nel loro mutare.


10.Entrare nel mercato a mani aperte



La porta di fascine della capanna è ben chiusa, e neanche il più saggio tra gli uomini potrebbe scoprirlo. Sepolta in profondità la sua natura illuminata, si permette anche di deviare dai sentieri dei venerabili saggi dell'antichità. Con in mano una fiaschetta di zucca, entra nella piazza del mercato; appoggiandosi ad un bastone, ritorna alla capanna. Quando gli va, frequenta osterie e banchi di pescatori, risvegliando gli ubriaconi a se stessi.