Il rabbino è, nell'Ebraismo, il sacerdote ministro del culto, meglio definibile come saggio interprete della Bibbia e degli insegnamenti della religione ebraica. Il termine italiano rabbino deriva da rabbi, ovvero "insegnante", a sua volta mutuato dalla radice ebraica רַב, rav, che nell'ebraico biblico significa "grande" o "distinto (in conoscenza)". Il governo dei regni dell'Israele era basato su un sistema che mescolava le cariche di re, profeti e sacerdoti. Con la distruzione del Tempio di Gerusalemme e il conseguente collasso della monarchia ebraica, declinò il ruolo del profetato e del clero, mentre la guida spirituale passò nelle mani di saggi delle comunità, dai quali discenderà il ruolo del rabbino così come concepito ai nostri giorni. Poiché è proibito ricevere denaro per insegnare o per decidere su problemi di Halakhah, i rabbini nel passato non erano pagati per le loro attività e dovevano mantenersi autonomamente. Oggi sono dei funzionari stipendiati dalle sinagoghe, con ampi doveri pastorali e di predicazione. Le donne vengono ordinate rabbini dai seminari riformati, ricostruzionistici e conservativi, ma l'Ebraismo ortodosso si oppone con decisione all'ordinazione di donne.
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