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venerdì 4 novembre 2011

SHAKTI...LA SUPREMA CONOSCENZA



La suprema Shakti, (l'Energia divina) la cui natura è creare, costan­temente esprime se stessa verso l'alto in forma di espirazione, e verso il basso in forma d'inspira­zione. Focalizzando la mente con fermezza su ciascuno dei due spazi tra un respiro e l'altro, ripetendosi mentalmente “ham inspirando e Sah espirando) si sperimenta lo stato di pura Coscienza del Sè .
  
I BENEFICI STRAORDINARI ATTRAVERSO IL RESPIRO CONSAPEVOLE
E LA MEDITAZIONE SUL SE', IL RADIOSO PRINCIPIO UNIVERSALE DELL' ESISTENZA

L'uomo si da tanto da fare per ottenere la conoscenza del mondo materiale: apprende tutti i rami del sapere mondano, esplora la terra e viaggia anche fino alla luna ed oltre nello spazio infinito. Ma, la maggior parte degli esseri umani non prova mai a scoprire ciò che esiste dentro di sé, nel profondo della propria coscienza.

Poiché l’uomo resta  inconsapevole dell'enorme potere nascosto al suo interno, cerca sostegno nel mondo esterno...e, poiché non conosce la felicità sconfinata che dimora nel suo cuore, spera di trovare gioia in attività e piaceri terreni ; non sperimentando l'amore interiore, cerca affannosamente amore negli altri.

 La verità è che il Sé interiore di ogni essere umano è immensamente grande, pieno di risorse straordinarie ed amabile. Ogni cosa è contenuta nel Sé. Il potere creativo dell'universo intero dimora in ognuno di noi. Il Principio divino, che crea e sostiene que­sto mondo, pulsa in noi come il nostro Sé, scintilla nel nostro cuore e risplende attraverso tutti i nostri sensi.

Molti esseri illuminati, nel corso della storia hanno dimostrato continuamente questa ricchezza interiore. Se cercas­simo tutti di ottenere anche la conoscenza interiore, invece di perseguire solamente la conoscenza del mondo esteriore, potremmo scoprire, in breve, questo splendore che pervade tutto l'Universo.




Senza la conoscenza del Sé, la conoscenza delle cose esteriori è come una fila di zeri che non ha nessun valore finché non è preceduta da un numero. Allo stesso modo, la conoscenza del mondo esterno può portarvi anche grandi vantaggi materiali, ma non può in sé dare l’appagamento totale ! Ma, rivolgendovi all’interno, attraverso la meditazione, sperimenterete con certezza la gioia del Sé; e solo allora troverete quella stessa gioia anche all'esterno.  

 Il vero scopo, il fine ultimo della vita umana è infatti il raggiungimento di tale livello di coscienza e cono­scere il Supremo Sé. Una persona che non conosce la gloria del proprio Sé cade nell'abitudine di considerarsi insignifi­cante, imperfetta e separata dal mondo e da Dio. In questo modo nega a se stessa l'esperienza della propria essenza spirituale più elevata.Nelle pratiche yoga noi seguiamo differenti metodologie spirituali unica­mente per il desiderio di sperimentare il livello più alto del Sé, per il bene individuale e sociale.

Una volta raggiunta tale sublime conquista scopriremo anche che tale dimensione del Sé era già dentro di noi, fin dalla nascita, solo che non ne eravamo consapevoli. Tutte le pratiche spirituali yoga ci conducono, quindi, a stabilizzarci definitivamente nelle qualità della Coscienza illuminata.

In realtà il Sé è sempre dentro di noi e contemporaneamente compenetra l’Universo intero. Infatti, come non è possibile separare il sole dalla sua luce, così il Sé non può essere separato da noi : il suo potere sostiene sempre la nostra vita e tutto il Creato. Se tale sublime Sé non fosse presente anche  in noi i nostri occhi non potrebbero vedere, le nostre orecchie non potreb­bero udire e neppure il nostro respiro potrebbe entrare e uscire; non potremmo essere coscienti. È grazie al Sé che il cuore batte, che la mente pensa, distingue e immagina. E’ grazie al Sé che l'amore sorge al nostro interno.

Il Sé da potere a tutti i nostri sensi e illumina gli oggetti che percepiamo con essi. Questo corpo non ha vita propria, senza il Sé non è che un sem­plice cadavere. Il Sé non solo pervade e sostiene la nostra esperienza individuale, ma pulsa anche in ogni atomo di questo uni­verso. E’ così che il Sé Divino si rende visibile e manifesto. Il Sé dimora perennemente al nostro interno e può essere costantemente sperimentato in ogni istante della nostra vita attraverso la Meditazione.
  
 Il signore dell'Universo ci ricorda sempre:
 svatantra svachchàtma sphurati satatam chetasi shivah”,

( "II Sé infinito, Shiva, la  Sorgente della  Divina Coscienza luminosa è sommamente puro e indipendente e potete sperimentarne sempre tutti la radiosità nella vostra mente liberata, attraverso la Meditazione" )

...E non può essere percepito dai sensi, perché è Lui a farli funzionare, non può essere percepito dalla mente, per­ché è Lui che la fa pensare. Eppure il Sé può essere conosciuto anche senza l'aiuto della mente o dei sensi, attraverso la Meditazione profonda ed il risveglio dell’Intuizione ontologica.

 Secondo lo Shivaismo, il Principio supremo, Dio , ha due aspetti, prakasha e vimarsha. Prakasha significa "illuminazione" e vimarsha "consapevolezza". In qualità di prakasha, questo Principio illumina tutto ciò che è nel mondo, incluso se stesso , in qualità di vimarsha, da la conoscenza delle cose che illumina e le distingue tra loro.

 Prakasha ci fa sapere che un oggetto esiste, vimarsha ci fa compren­dere la natura di quell'oggetto.
 Quando guardate un libro è  prakasha che vi rende consapevoli della presenza di qual­cosa, ed è vimarsha che vi fa identificare l'oggetto come un libro e non come un registratore. Prakasha e vimarsha esi­stono in tutte le cose del mondo.

Il Sé Supremo ha la forma di prakasha e vimarsha, illumina se stesso rendendosi consa­pevole di ciò che realmente è.
 II sole da luce al mondo e illumina anche se stesso, così il Sé da luce ai sensi interni ed esterni e illumina anche se stesso.
Per questa ragione, coloro che conoscono la Verità affermano che il Sé può essere percepito per mezzo della sua stessa luce.
Ed è questo che  avviene attraverso la concentrazione e meditazione...Un poeta ha scritto:
"Come può rimanere nascosto il sole splendente?
Come può rimanere oscurato il vibrante Sé che da fulgore a tutti i sensi e a tutti gli oggetti dei sensi?
  
Nella Bhagavad Gita il Signore Krishna lo dice molto chiaramente: buddhigràhyam atìndriyam, "Benché sia al di là dei sensi, può essere conosciuto dall'intelletto sottile". Proprio come possiamo vedere la nostra immagine in uno specchio, così il Sé può essere visto riflesso nello specchio dell'intelletto purificato. Poiché il Sé esiste ugualmente in ogni cosa e in ogni persona, poiché è in tutti gli oggetti e in tutti gli esseri viventi, e poiché illumina sempre se stesso, dovrebbe essere molto facile percepirlo nella nostra vita quotidiana e nel nostro mondo.

In verità, questo mondo è l'università di Dio, ed esiste per aiutarci a trovare il Divino, anche attraverso le difficili prove della vita. Qualunque cosa facciamo nel mondo è sàdhanà, pratica spirituale. Dio stesso è un grande yoghi, che ha creato questo mondo dal proprio Essere, dal pro­prio stato di yoga, di meditazione. Per questo l'universo è pieno di yoga, di armonia. Tutte le arti, le tecniche e i mestieri praticati in questo mondo non sono altro che vie yoga.

 Forse non sono del tutto codificati in un sistema, ma sono percorsi yoga. (Cioè, quando agiamo in uno stato di creatività siamo in unione di corpo mente e spirito) Uno dei più importanti rami dello yoga è lo Hatha Yoga e l'asana, la posizione seduta, concentrati nella respirazione ci permette di entrare in contatto con il nostro Sé più elevato, rigenerarci ed ampliare la nostra creatività, armonia interiore ed universale.

In questo mondo non rimaniamo sempre in piedi? Di tanto in tanto ci sediamo?
Bene...la postura seduta detta padmasana è una parte naturale della nostra vita quotidiana attraverso la quale, concentrati sul respiro, si può entrare in uno stato di yoga, di unione con il Sé Supremo! Un altro dei rami dello yoga è dhyana, o meditazione. Me­ditazione non è nient'altro che concentrazione sul nostro Sé, sulla nostra Coscienza. Potete guidare un'auto senza concentrazione? Potete comprare qualcosa al mercato senza concentrazione? 
Quando rien­trate a casa dal mercato, potete trovare casa vostra senza concentrazione?

Si tratta certo di una meditazione terrena, nondimeno è un aspetto dello yoga, e anche tutti gli altri aspetti dello yoga sono presenti nel mondo. Tuttavia la nostra comprensione del mondo e l'atteggiamento che abbiamo nei suoi riguardi sono tali da non permetterci di vedere lo yoga (l’armonia) presente in esso. Sebbene Dio esista e sia manifesto dinanzi a noi, non riusciamo a vederlo. La ragione di ciò è che l'antico fantasma dell'ego dimora al nostro interno: l'ego si è impadronito di noi e ci ha fatto dimenticare il nostro yoga naturale ( lo stato di armonia perenne ).

Vediamo quindi meglio cos’è  l'ego? Tutti abbiamo la consapevolezza di "Io". Essa è naturalmente presente in noi ed è pura. Quell'"Io" contiene  infatti l’Essenza di Dio in noi, se lo lasciamo com'è ; ma noi aggiungiamo sempre qualcosa all'"Io" e, non appena lo facciamo, l'"Io" diventa ego, e causa tutti i nostri problemi.

C'era una volta un Guru che disse al suo discepolo: "Non diventare nulla. Vivi in questo mondo senza diventare nulla. Se diventi qualcosa, poi qualcos'altro verrà a tormen­tarti". Un giorno questo Guru e il suo discepolo partirono in pellegrinaggio. Di solito un Guru non insegna a un disce­polo in maniera sistematica, mettendolo a sedere e spiegandogli che le cose stanno in un modo o nell'altro, ma lo istruisce servendosi di una situazione o di un'altra persona.

Durante il loro pellegrinaggio, il Guru e il discepolo giunsero al palazzo di un re. Nel giardino del palazzo c'era un bellissimo villino in cui il re era solito trascorrere del tempo. Il Guru entrò in una delle stanze e si distese per riposare.
Il discepolo chiese al maestro: "Posso andare a dormire nella camera accanto?"
"Sì, dormi pure, ma non diventare nulla" rispose il Guru. Il discepolo ribattè: "Naturalmente, non diventerò nulla".

 Così i due si addormentarono. Dopo mezz'ora soprag­giunse il re con il suo seguito. Non appena vide i mendicanti che dormivano lì, si infuriò e urlò: "Chi siete e cosa fate qui?" Le grida svegliarono il discepolo. "Chi sono? Sono uno swami" rispose.
 "Cosa fa uno swami nel villino del re ? " Gli urlò il re. Prese la frusta di una delle sue guardie e cominciò a colpire il discepolo, gli diede trenta o quaranta colpi, e infine lo spinse fuori a calci.
 Poi entrò nella stanza accanto e trovò nel letto il Guru che russava, profondamente addormentato. "Chi sei?" gridò il re.
 "Hmm" disse il Guru Maharaj. "Chi sei?" urlò di nuovo il re. Il Guru rispose ancora con un semplice "Hmm".
 "Dev'essere mezzo scemo," disse il re" portate fuori il vecchio idiota."

 Le guardie lo trascinarono fuori e lo lasciarono vicino al discepolo, che si lamentava e gemeva.
 “O Guruji” disse il discepolo "guardami, guarda in che stato mi hanno ridotto! Ho ricevuto così tanti colpi che la mia schiena è quasi rotta. "E solo colpa tua" replicò il Guruji. "Per quale ragione sei dovuto diventare uno swami, mentre eri addormentato nel letto del re? Hai ricevuto quel prasàd (dono) dal re perché sei diventato qualcosa; io non sono diventato nulla e così non ho avuto il prasad del re.

Questo è ciò che accade a tutti ! 

Poiché aggiungete qualcosa al vostro "Io", al vostro aham, ricevete colpi dalla vita. Se rimanete quel puro "Io", la pura consapevolezza dell'Io, voi siete Dio. E’ quando diventate un uomo o una donna, uno swami o un professore, un dottore o un inge­gnere che il puro "Io" diventa l'ego.  Così viene creata màyà, l'illusione dell'ignoranza. L’ignoranza non è che la dimenti­canza del vostro vero Sé.

Dimenticare il vostro Sé e considerare voi stessi qualcosa d'altro - questa è ignoranza.

Quando le alghe si diffondono sulla superficie dell'acqua, la coprono e vi impediscono di vederla; quando le nuvole si formano nel cielo, lo nascondono e non potete vederlo; quando le cataratte velano le pupille degli occhi, bloccano la vostra visione. Nello stesso modo, l'ego agisce come uno schermo, come un velo che nasconde il Sé.      
 L’ombra dell'ego non vi permette di conoscere la vostra vera natura, di vedere la divinità del vostro Sé.

Nella Bhagavad Gita, il Signore dice che sebbene Egli esista in ognuno come il Sé, le creature non lo conoscono. A causa dell'ego, dell'attac­camento e dell'illusione, le persone sono accecate dai loro sensi. Credono di essere uomini o donne, di essere alti un metro e sessanta, e che questa sia la loro unica  identità.    

Compiono le loro azioni con questa comprensione. Dimenticano la verità, dimenticano che sono nati nel tempio del corpo per compiere una grande opera spirituale nel mondo. Percorrono invece il sentiero dei sensi e sono sopraffatti dai loro stessi sentimenti: attaccamento, lussuria, avidità, ira e così via. In questo modo, diventano individui limitati e anime prigioniere.

A dire il vero, l'ignoranza è semplicemente mancanza di comprensione. Quando la vostra povertà di compren­sione viene distrutta attraverso un progresso evolutivo, allora vi espandete naturalmente e arrivate a conoscere il vostro vero Sé superiore. Finché non conoscete la vostra vera natura illimitata, siete un semplice jìva, un individuo insignifi­cante. Siete vittima delle paure e della morte e bevete continuamente il succo della gelosia, dell'orgoglio e dell'ira.

Ma quando comprendete il vostro Sé, allora potrete bere il nettare della pace e della serenità, il nettare del Sé, il nettare della beatitudine suprema. Quando, attraverso la concentrazione e meditazione, vi vol­gete all'interno e la vostra Shakti, la forza divina interiore, è risvegliata, non siete più un jiva, un individuo limitato. Ricevete la Luce della Saggezza da Shiva, il Signore stesso.

Riflettendoci bene è che a tratti tutti abbiamo nella vita l’esperienza del Sé. Ognuno ha la com­prensione di se stesso.
Chi può dire di non conoscere se stesso? Chi può dire di non avere provato mai la gioia del Sé? Se non ave­ste la gioia, come potreste vivere?

Il Sé esiste naturalmente al nostro interno sin dal nostro concepimento. Tutto ciò che dobbiamo fare in questa nostra vita è riconoscerlo, sperimentarlo per riceverne gli straordinari benefici. E’ come un immenso tesoro nascosto nelle profondità della nostra coscienza…oltre la mente; dobbiamo solo imparare a sondarla attraverso la pratica della interiorizzazione meditativa. E’ solo così che potremo avere la giusta comprensione e la visione corretta dell’esistenza.

Per conoscere il Sé  in realtà non è  necessario compiere pra­tiche difficili. Molte persone fanno tante pratiche complesse per conoscere il Sé. Alcune compiono rigorosi rituali e ceri­monie in nome della pace, ma tutto quello che ottengono è sforzo e stanchezza. Altre, in nome dello yoga, si affidano a complicate tecniche di pranayama, prolungati digiuni e mortificazioni del corpo, ma tutto ciò che ottengono è aridità. Ognuno compie la propria pratica spirituale pensando che sia la sola giusta per tutti ! Che solo il proprio sentiero sia quello giusto e  reale !

Ma una cosa è assolutamente certa : poiché il Sé esiste così naturalmente al vostro interno, anche la pratica meditativa che fate per scoprirlo dovrebbe essere naturale. Non dovrebbe richiedere austerità difficili o recare danno al vostro corpo. Non dovrebbe allontanarvi dalla vostra casa o dalla fami­glia, né essere d'ostacolo alle vostre attività di tutti i giorni. 

Poiché Dio non è differente dal mondo, la vostra pratica psicofisica dovrebbe includere anche il mondo. Dovreste seguire la vostra pratica meditativa proprio in questo mondo, assiduamente e con amore. Anche se esistono infiniti rituali e pratiche, quello che voi seguite dovrebbe essere naturale, insegnato inizialmente da una guida adeguata, e poi, continuato anche da soli.

 Fin dal principio potreste provare un rilassamento profondo ed iniziare ad intravedere nella vostra coscienza serena, la scintilla del Sé, perché solo attraverso l'esperienza diretta potrete conoscere e sperimentare l' Essenza spirituale che risiede dentro di voi ed intorno a voi ; potrete in tal modo cercarlo, ed infine raggiungerlo. Inoltre il vostro sentiero dovrebbe essere aperto a tutti, perché se un sen­tiero o una religione escludono alcune persone, non possono essere un vero sentiero o una religione autentica.

Il Signore dell'Universo, Dio, l'Assoluto, appartiene a tutti gli esseri ed è in tutti, in tutto il mondo, perciò la via che seguite per realizzarlo dovrebbe essere una via accessibile a tutti, senza restrizioni di casta, classe, età, sesso o nazionalità.
  
C'è ancora una cosa molto importante: quando iniziate una pratica di concentrazione-meditazione, dovreste scoprire quanti Grandi esseri Illuminati l'hanno seguita e la stanno seguendo. Le Sacre Scritture antiche dicono che, se volete cono­scere la verità, dovreste percorrere il sentiero sul quale hanno camminato e stanno camminando i Grandi esseri. Non cercate di crearne uno tutto vostro. Camminate sul sentiero segnato dai Grandi esseri e allora arriverete alla vostra meta.

(cortese concessione Garbha Yoga)

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