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giovedì 29 dicembre 2011

IL PERICOLO DELLA NORMOPATIA : COME PRENDERSI UNA VACANZA DA SE STESSI

La discesa dello spirito nella materia (incarnazione) comporta una progressiva assunzione di stadi coscienziali e materici , che vanno dai piani più "sottili" , fino a raggiungere quelli più "grossolani". In questa discesa si verifica anche la progressiva perdita di contatto e di memoria della " fonte originaria" di provenienza e la contestuale identificazione con la mente egoica inferiore , il piccolo sè , che determina la nascita del piacere (raga) e del dolore (dvesha) , qualità che concorrono a sviluppare la "ricerca" ( del piacere ) e la "fuga" ( dal dolore ) .

 Nasce il "dualismo" (dvaita) , la "polarizzazione", da cui si originano a cascata tutte le maschere della personalità , un agglomerato di strati multiformi che inducono all'identificazione con asserzioni del tipo : io sono questo , io sono quello , io sono il direttore , il presidente , l'impiegato , il funzionario , l'operaio , il deputato , ecc....fino a provocare una tale fusione dalla quale sbarazzarsi diventa il più delle volte traumatico . Basti pensare ai tanti casi di depressione che sopraggiungono in seguito alla perdita dei ruoli sociali svolti fino al momento del pensionamento.

Con l'assunzione del ruolo impostoci dalla famiglia , dalla scuola , dalla società , raramente scelto come istanza personale , si determina una " NORMOSI ", un comportamento allineato alla "norma" che il ruolo impone , con la conseguente messa in dis-parte di qualità non-in-linea con tale norma ; insomma una vera e propria rimozione , che finisce in quello che Jung definisce " OMBRA " . L' Ombra viene esclusa dal gran palcoscenico della vita , in attesa di ri-prendersi la sua rivincita con l'irruzione che prima o poi farà , trasformando l'esistenza in "NORMOPATIA" , un comportamento patologico infarcito , nei casi più lievi , di piccole nevrosi , fino a raggiungere l'acme più grave di vere e propri disagi mentali o fisici , se la risoluzione è affidata al corpo .

Da questo sistema "normopatico" , Matrix ( la mente egoica inferiore = Maya = Mara = Satana ) non ama che alcuno esca , come il simpatico protagonista ( ne consiglio la visione o la ri-visione ) del film " The Truman Show " o il Neo di Matrix ( anche questo da ri-visitare) , che devono affrontare prove stressanti e pericolose per lasciarsi la normopatia alle spalle . Tutto un sistema "alienante" di status simbol è coordinato per mantenere in essere l'illusione (maya) . Il "cocco di mamma " deve rimanere tale , vezzeggiato nella bambagia , guai a risvegliarsi da questa "narcolessia ", che guarda caso trova il suo più spietato nemico proprio nell'OMBRA , grande alleata invece di psicoterapeuti e maestri.

Il libro di Giobbe ( ne consiglio la lettura a psicologi e yoghi ) inizia con un dialogo  tra Dio e Satana ( anche Dio ha la sua ombra ) in merito al paziente Giobbe , uomo prediletto da Dio , un "normopatico" tutto casa e chiesa , benestante , bravi figli , religione domenicale borghese, sarebbe andato avanti così per altri mille anni , se l'ombra (satana) non fosse andato a "smuoverlo" con l'autorizzazione del capo , in fondo l'ombra concorre alla de-cristallizzazione dell'umanità . Come dice il goethiano diavolo Mefistofele , anche lui a rapporto con Dio per sconvolgere la vita del medico-teologo Faust : < pur promettendomi di fare del male , finisco sempre per compiere un'opera di bene > ; infatti il buon Giobbe alla fine della sua stressante vicenda realizza un " REFRAMING" (= Nuova Visione di Vita ) , rientra in possesso dei suoi beni , delle ricchezza , e si gode una vera " Spiritualità " , permettendo anche a Dio di liberarsi , anche lui , della sua " NORMOPATIA " domenicale .


Quando Matrix si accorge di questo pericolo di "evasione " le inventa tutte , droghe , alcool , sesso , shopping , malattie , psicofarmaci , ecc...ecc...mette in campo il suo migliore trovarobado di illusioni, le sue omeriche sirene e se proprio è impossibile ricorre alla follia ; infatti che cosè l'Alzeheimer , questo flagello dei nostri tempi , se non la cancellazione patologica di tutte le "false" identificazioni ? da Matrix si può e si deve uscire , ma pilotati dalla saggezza ( satya) delle sacre scritture , dei maestri , dello Yoga che inizia così : < Neti , Neti , Tatvam asi > < Non questo, non quello , tu sei questo > , sei da sempre Dio , solo che lo hai ignorato per milioni di esistenze , addormentato nella normopatia , da cui ti ha ris-vegliato per tua fortuna una "ombra" amorevole , che ha fatto bene anche a un Dio che rischiava di divenire normopatico a sua volta e poteva essere Dio solo se anche Giobbe abbandonava la sua normopatia , altrimenti avrebbero rischiato entrambi di rimanere prigionieri nella narcolessia di Matrix , dove uno sognava di essere Dio e l'altro sognava di essere Giobbe , false identificazioni appunto . Un "REFRAMING"che ha fatto bene ad entrambi !


Yogacharya Eknathananda

mercoledì 28 dicembre 2011

SAN FRANCESCO : UN REFRAMING MATURATO IN 1200 ANNI



16 Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? 17 Egli rispose: perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. 18 Ed egli gli chiese quali? Gesù rispose: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19 onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso. 20 Il giovane gli disse: ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? 21 Gli disse Gesù: se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. 22 Udito questo, il giovane se ne andò triste poiché aveva molte ricchezze. 27 Allora Pietro, prendendo la parola disse: ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, che cosa dunque ne otterremo. 28 E Gesù disse loro: in verità vi dico: ( …) 29 chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.  ( Matteo 19, 16-22; 27-29 )


Le parole di questo brano evangelico ci riportano un colloquio avvenuto 1200 anni circa prima dell'epoca in cui è vissuto S. Francesco , il santo più conosciuto e amato dagli orientali dell'India  anzi ritenuto tra i più grandi Bakhta Yoghi ( BakhtiYoga = Yoga devozionale ) e Siddha Yoghi ( Siddha Yoga = Yoga dei poteri ). Se si dovesse accettare per buona la teoria della reincarnazione potremmo quasi dire che quel giovane ricco che si intrattiene titubante con Gesù sulla scelta spirituale da operare , potrebbe proprio essere il santo assisiate che rimanda la sua decisione di " seguire " Gesù a data migliore . Una data che si fa attendere almeno milleduecento anni prima di giungere a maturazione karmica . 


Il giovane era di buona famiglia , e anche Francesco lo era , il giovane era ricco , e anche Francesco lo era ; anzi forse quel giovane era anche meglio , moralmente parlando , di Francesco , che da giovane ha corso , come si dice la cavallina , ha dissipato denaro , frequentato notti passionali con donnine allegre e compagnie non proprio raccomandabili ; insomma incontrando Gesù non si sarebbe nemmeno mai sognato di fargli tutte quelle domande del suo predecessore , anzi avrebbe sicuramente tirato diritto per la sua strada , quando non si è pronti , Dio è un'avventura troppo pericolosa . 


Il giovane avverte questa pericolosità e per questo inizia il discorso in punta di piedi chiedendo cosa deve fare per "meritare" la vita eterna e Gesù di rimando lo invita a osservare i comandamenti , ricordandogliene alcuni ( non rubare , non uccidere ecc..) e il giovane soddisfatto fa notare che li ha sempre osservati , quasi presagendo di essere già arrivato in paradiso ; infatti egli non cercava il paradiso in terra , in fondo già possedeva ricchezze abbondanti per esserselo assicurato e goderselo al momento . 


Mirava semplicemente al paradiso dell'Al di là , quello assicurato da tante religioni a chi pratica l'osservanza della legge ebraica contava 365 divieti e 248 precetti giornalieri che assicuravano il " minimo sindacale " per assicurarsi il paradiso . Una religiosità sabatica , domenicale , di facciata , borghese senza sussulti e traumi avventurosi . In questa religione era avviluppato il nostro giovane , come anche Francesco , figlio libertino di benestanti borghesi .


Quel giovane invitato da Gesù a lasciare tutto donandolo ai poveri e seguirlo, però si ritrasse e dice il testo : < si allontanò triste > sotto lo sguardo di Gesù altrettanto intristito . Non aveva avuto il coraggio di gettarsi nell'avventura , si fidava più della provvidenza dei suoi averi che non di quella di Dio . Non aveva compreso che non si può meritare alcunchè , dal momento che è Dio che ci vuole REGALARE il paradiso .


I Siddhi , sono i poteri che Dio dona all'uomo per compiere le opere , le stesse opere mirabili compiute da Lui . I miracoli sono il risultato del completo abbandono alla Grazia Divina , sono l'effetto del perfetto combaciarsi della volontà umana con quella divina , il Fiat di Maria !


Quella tristezza non lo abbandonò più , perchè quando l'uomo si estranea dal suo nucleo realizzativo , il Vero Sè , diventa triste , smarrito , depresso , così come si sentì Francesco ad un certo punto della sua vita , inaridita , naufragata in un mare tempestoso di relazioni , inutili , passionali e superficiali . Dopo tante esistenze , quella tristezza era approdata alla Nigredo di una vita spenta .


Iniziò per Francesco una opera al nero che lo porterà alla incomprensione parentale e a duri scontri , fino al giorno che sulla piazza di Assisi davanti agli occhi esterrefatti paterni e del popolo si spogliò nudo , diventò l'ECCE HOMO che esce dall'ufficio Maya di Pilato , deciso a vestirsi solo della sua nudità , si era " vestito di cielo " , era diventato un " Sannyasin " uno yoghi eremita che rinunciava a tutto per abbandonarsi nella braccia provvidenziali del Padre celeste e compiendo uno dei primi eclatanti miracoli : il rabbonimento di un feroce lupo in quel di Gubbio , che terrorizzava tutti gli abitanti .


Si narra che a un discepolo che chiedeva al suo guru cosa albergasse nel cuore dell'uomo , il guru così rispondesse : < nel cuore abitano due lupi , uno buono e uno cattivo > . Il discepolo gli domandò quale dei due vincerà e questa fu la risposta : < Quello che tu hai nutrito > . Sebbene Francesco avesse nutrito quello cattivo , la Grazia divina gli donò quello buono !


Un REFRAMING lungo , quindi , doloroso , avventuroso , ma alla fine la gioia divina (ananda) è ri-comparsa sul volto di quel giovane . UNa gioia che ogni uomo è chiamato prima o poi a conoscere , perchè Gesù non è venuto per parlare del paradiso nell'Al di là , ma presente già nell'Al di qua !


Questa è l'esperienza che aspetta chi si getta nell'avventura di Dio !



























sabato 24 dicembre 2011

MOSE' : IL CONDOTTIERO .....UN REFRAMING COINVOLGENTE


                                                    
Mosè è il tipico condottiero. Egli guida il suo popolo dalla prigionia in Egitto alla libertà della terra promessa. Mosè è colui che sa guidare altri uomini. Ma il popolo è anche una immagine che sta a simboleggiare parti “ irredente “ della  sua propria anima . MOSE’ è colui che capace di “ GUIDARE SE STESSO “ , prima premessa per guidare gli " ALTRI " .
La bibbia racconta il cammino progressivo attraverso cui Mosè impara a guidare se stesso e il popolo , Mosè non è nato subito " condottiero “ ,  lo diventerà con l’apprendistato della pedagogia divina. Mosè non ha una nascita facile , appena nato è già in pericolo ; infatti  il Faraone ha ordinato l’uccisione di tutti i maschi , anticipatrice di quella " strage degli innocenti " che sarà ordinata da Erode Antipa dopo la nascita di Gesù. M. è “ esposto “ , appena nato,  ai pericoli della vita ; infatti  la madre , per sottrarlo al faraone , lo depone in una “ cesta ” (= arca ) e viene raccolto dalla figlia del faraone , che lo chiama Mosè impropriamente tradotto come < il salvato dalle acque > , mentre la desinenza egizia " mosis " , che figura in tanti nome di faraoni (Tutmosis , Ramses , ecc..) , significa originariamente il patronimico < figlio di....> .

Il suo inizio esistenziale ricorda quello di tanti mitemi relativi a  nascite divine , bambini con talenti straordinari come  : Romolo e Remo , Edipo , Krishna , Perseo , Sigfrido , Buddha , Ercole , Gilgamesh , ecc...fino a Gesù , che già bambino dovette fuggire in Egitto , anche lui come Mosè in pericolo . Il mito ci mostra che noi tutti siamo bambini   divini “esposti“ alle ire della mente egoica inferiore (faraone) . Solo  venendo in contatto con il bambino divino che è in noi , solo allora scopriamo la nostra autentica “ dotazione “ , il nostro talento e la nostra missione karmica , quella missione che Dio ci affida. Non rimaniamo fermi al bambino ferito , ciò che effetivamente siamo . Il bambino divino in noi sta a simboleggiare il rinnovamento , il vero , inviolato Sè , che in mezzo a tutte le minacce della nostra vita si trova nel nostro intimo protetto dalla mano di Dio. 


L'Egitto interiore è minacciato da un virus letale che si chiama : " NORMOSI "
Cioè l'acquiescenza , la "normalizzazione" , l'adeguamento conformista alla schiavitù quotidiana , che si trasforma in ignoranza " crassa " e invincibile , è da questa malattia che il Signore , tramite Mosè vuole guarire il suo popolo .

Mosè cresce . Uccide un egiziano , ed il giorno dopo sedando una lite tra due ebrei , gli viene ricordato il suo omicidio . Mosè fugge in Madian , sposa la figlia del sacerdote del paese , ha un figlio  , Gherson ( in ebraico = nato in terra straniera ) , trasformato in pastore , porta il gregge al pascolo  è un fallito , è naufragato , non aveva ancora incontrato se stesso. Ma ciò sarà reso possibile proprio dal suo fallimento ; infatti  M.  aveva avuto troppa fiducia nelle sue forze .Ora è lì sotto le montagne al pascolo di un gregge, che simboleggia la sua natura istintuale non domata ,  in attesa di prendere in mano la guida di un ben altro gregge - il popolo d’Israele - portatore del “ NOME “ ( in ebraico = Sem = il Nome , da cui i Semiti ) e dovrà condurlo proprio alla manifestazione di quel “ NOME “ , questo sarà il compito affidato da Dio a Mosè ( indicato in ebraico dalle lettere M sh H ed il cui ribaltamento diviene H sh M - Hashem - il NOME appunto ,  cioè Dio ) e tramite lui ad ogni uomo e collettività umana ; infatti ogni essere è collegato ontologicamente al NOME e distaccato da questi perde il suo senso e la sua realtà e si espone alla distruzione ontologica , come nel caso del faraone e del suo popolo . 

L’EBREO e l’EGIZIANO ( al di fuori del loro valore storico ) simboleggiano rispettivamente : colui che si apre uno spazio interiore via via più ampio ( l’ebreo ) attraverso mutazioni successive , mentre il secondo ( Egiziano ) colui che resta “ bloccato “ dalle forze della schiavitù interiore e che si oppone ad ogni crescita di coscienza . Mosè non è il condottiero nato e quando nel “ roveto ardente “ prende coscienza di se stesso come  “ Io Sono“ subisce un " REFRAMING " violento alla stregua di  Paolo di Tarso molti anni dopo di lui, s’impaurisce , inizia a protestare tra mille titubanze e timori , ma...ma.... Dio ha scelto lui , sarà lui che dovrà prendere il testimone ( = NOME ) e manifestarlo nel popolo di Dio che inizia Mosè alla sua missione , che è quella di ogni uomo:  manifestare il NOME ! (consiglio una visita alla Chiesa del Gesù , splendida architettura visiva incentrata sull’adorazione del NOME SUPREMO “ JHS “ ).

La vicenda terrena di Mosè si snoda attraverso tradimenti , tensioni , paure , abbattimenti, gioie  e disperazioni per far si che degli uomini “ MATTONE “ ( gli ebrei fabbricavano mattoni per il Faraone a basso costo e perciò tenuti prigionieri e ridotti ad una vita animale ) in uomini “ PIETRA “ cioè consapevoli della “ scintilla divina “ in loro ( la Pietra è simbolo dello Spirito aggangiato alla materia ) e tutto questo processo di “consapevolizzazione “ avviene nel deserto , dove gli ebrei elaborano l’immagine vera di Dio < Quanto il Signore ha detto noi lo faremo ! > , dopo aver tentato di costruirsene una ad uso personale (tentazione dell’uomo di ogni tempo ) il famoso < il Vitello d’oro > .


Il Faraone e Mosè si presentano , ovviamente , come due personaggi "antitetici" fra loro , in conflitto , con il primo che ricopre la parte del "cattivo" e il secondo la parte del "buono" , ma entrambi sono "funzionali" alla opera divina di "divinizzazione" del popolo ; infatti il primo (faraone) tenta di blindare con i "mattoni" , una sorta di muro di Berlino , gli schiavi non permettendo loro di "uscire" dall'Egitto/Avidya ( ignoranza spirituale ) ; mentre il secondo (Mosè) vuole portarli fuori ( gli ebrei) per farne uomini " Pietra  " , ancorati al Vero Sè ( Yavhè) , uomini liberi  . Il regista occulto rimane sempre il Signore , che da un lato "indurisce" il cuore del faraone e dall'altro sospinge quello di Mosè . Anche nel faraone dobbiamo leggere il Signore stesso , mascherato , che usa tale stratagemma per far partorire il " Nome " dal grembo del suo popolo , il frutto che giungerà a maturazione nella notte di Natale . 


Ancora una volta , come già con Abramo in precedenza , il Signore invita l'uomo < ad andare verso se stesso > per liberare il nucleo divino del suo essere più profondo . Il faraone , come i tanti cattivi di tutte le fiabe e miti , non è altro che il "gran sacerdote " che "inizia" l'eroe (= Virat) alla conoscenza di se stesso , incidendo dolorosamente ( = circoncisione ) i " prepuzi " del cuore , liberandoli dalle "pelli" indurite della ignoranza spirituale ( = Avidya ) . Nella composizione ebraica del nome faraone si trova la radice "ra", che indica nell'albero cabalistico il " lato oscuro , "incompiuto" , vera potenzialità , rispetto all'altro lato luminoso , " tov " , lato del " compiuto ". Tutto ciò che è "incompiuto " nell'egiziano , si deve " compiere " nell'ebreo liberato ( = Moksa ) .
Le ultime parole di Cristo saranno proprio : < Tutto è compiuto > , avendo portato a compimento l'opera per cui era stato inviato dal Padre , la " divinizzazione dell'uomo , cristificandolo , trasformato in " UOMO PIETRA "...< Tu es petrus  > !

Mosè “ stressato  da Dio e dagli uomini ( sorte di ogni vero profeta ) morirà vedendo da lontano  la “ terra promessa “ , di lui non resta neanche la tomba , perchè gli uomini di Dio veramente umili non hanno bisogno di “ Mausolei “ , che abbondano invece per i faraoni antichi  e moderni . Mosè muore ma lascia il testimonio a Giosuè , che nell'asse messianico  d’ora in poi sarà  il nuovo poratore del “ NOME “ , quel NOME che da ultimo sarà deposto nel grembo della  Vergine e prenderà carne nel Cristo !
Chi come Mosè si affida alla pedagogia divina e si lascia da lui condurre alla libertà , crescerà e diventerà uomo , capace di guidare anche altri alla libertà e la vita !


                                                   RIFLESSIONE

 - Sono un UOMO-MATTONE o UOMO-PIETRA ?
-  Sono schiavo nell'Egitto interiore o giunto alla Terra Promessa ? 
-  Ho attraversato ( Pasqua) il Mar Rosso delle passioni rajasiche o sono annegato nelle 
   sue acque tamasiche  ?
- Uscire dall'Egitto ( Avidya )  , per diventare VERBO ( Vidya ) 
- Il Signore può stare con l'uomo/donna solo fuori dall'Egitto , si vuole far incontrare nella 
  terra della Libertà , la Terra Promessa appunto
- Pasqua / passaggio = mutazione = dal mondo animale a quello dell’uomo = i personaggi  
  dei miti sono le “ forze vive “ , che riattualizzate permettono questo “ passaggio “ e 
   liberano il " Nome " dentro di noi 
- Convertirsi o Scomparire nei “ flutti “ ?
- Vincere le " resitenze interiori " ( faraone ) sull'esempio di M. trasformando l'aggressività 
  animale in coraggio mistico





domenica 18 dicembre 2011

ABRAMO : CAMPIONE DI TAPAS ...UN REFRAMING IMPOSTO

1 Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:


«Io sono Dio onnipotente:





cammina davanti a me
e sii integro.
2 Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto».
3 Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
4 «Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.
5 Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.




Così con poche e perentorie parole Abramo è invitato dal Signore a uscire e lasciare la sua terra , la sua città , Ur dei Caldei , situata nella Mesopotamia , attuale Iraq . Inizia così il primo e più significativo dei pellegrinaggi della storia . Abram , questo il suo primo nome , Abramo lo diventerà solo in seguito , non è più un giovincello , ha novantanove anni , una età che non facilita l'accoglienza di certi tipi di proposte che prospettano le ansie dell'ignoto e dell'instabilità , eppure il " Virat " (= eroe ) non si tira indietro e risponde : Hinenì ( ebraico ) " Eccomi " .

A. lascia all'istante la città , Ur dei Caldei , dove si praticava una raffinata teologia astrologica . Il nome stesso UR , significa : FUOCO !
Proprio così , e non si può dire che A. non sia un uomo " infuocato " se a così veneranda età accetta di ri-mettersi in  gioco , un vero campione di " TAPAS " (= ardore spirituale ) e sicuramente ne ha da vendere , come tutti gli uomini di Dio del resto . A. si lascia alle spalle una città dominata da un'altro "fuoco" , il fuoco delle passioni , un fuoco che arde nelle città terrene dominate dalle passioni , come in seguito saranno Sodoma e Gomorra , metàfore del " prana infero " , distruttivo in contrapposizione al "prana pentecostale " divino , fuoco che illumina ; insomma Abraham ( questo sarà il nome che sostituirà il primo Abram ) , diventerà un esperto di " Pranayama " , vero dominatore del " prana infero " , non rimarrà "bruciato" , ma uscito allo scoperto , diventerà " padre di una moltitudine di genti , questa è la traduzione del suo nome , che avvera la promessa karmica del suo Dio .

A. fa l'esperienza , per primo , dell'Emmanuele , il " Dio con noi " , il Dio che cammina con noi , immanente e trascendente a un tempo , che si miscela con l'umanità , la divinizza umanizzandosi Egli stesso , che si fa compagna di strada e di avventura , come il Cristo che secoli più tardi affianca due accorati e delusi discepoli sulla " strada " ( = marga ) di Emmaus . Con un Dio così alle calcagna non si può rimanere a lungo nelle " città degli uomini " , che diventano oppresssive per la vita spirituale e si rende necessario abbandonarle , perchè il desiderio di infinito che l'uomo/donna si porta dentro è troppo grande e illimitato per vivere in limiti così angusti , l'uomo : < è fatto per il Signore e il Signore per l'uomo > dice l'apostolo Paolo e non gli si può dare torto . Per questo Abramo diventa archetipo di riferimento per la " fede " dell'uomo/donna di ogni tempo , al punto di essere citato come < Nostro padre nella fede > ( S. Paolo ) .

L'uomo/donna "infuocato/a " da Dio non può vivere più nei limiti angusti , ottusi e pasionali delle " città terrene " , ma sente un richiamo irresistibile ad abitare nella " città di Dio " , ed per questo che A. inizia il primo pellegrinaggio della storia umana , a cui ne seguiranno tanti , tanti altri di molti altri/e uomini e donne di ogni epoca , richiamati da quel misterioso richiamo , che fa dire ad Agostino : < Tu ci hai fatti  per  Te Signore e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in Te >.

Nell'uomo/donna si contrappongono due tendenze fondamentali contrapposte che si possono così riassumere e cioè : tendenza a rimanere e tendenza ad andare via !
La prima come paura di abbandonare il vecchi per il nuovo , la seconda come desiderio di nuovo rispetto ad un vecchio ormai obsoleto ed inutile dal punto di vista evolutivo .
Due tendenze del resto presenti un pò ovunque nei testi scritturali di ogni tradizione religiosa di oriente ed occidente . Lo stesso Dio biblico non ne è esente ; infatti la Bibbia è caratterizzata da due tradizioni note come : tradizione javhista e tradizione elhoista.
La prima , jahvista connota il Dio dei "limiti" , quello dei comandamenti : non fare questo , non fare quello ..non mangerai dell'albero del bene e del male , ecc...L'altra , quella elhoista , connota il Dio del superamento dei limiti , invitante ad andare oltre , a uscire dall'Egitto , da Ur dei Caldei, da se stessi , per andare oltre se stessi , < verso un paese che io ti indicherò > .
Uscire o rimanere ? Tutti i grandi eroi (= Virat) di tante saghe ( Abramo , Giona , Isaia , Geremia, Amleto ,  Pinocchio , ecc...ecc.. si caratterizzano per questo dilemma , che raggiunge la massima espressione nello scespiriano " essere o non essere ? " , rimanere nei limiti di un Dio conservatore jahvista ( Vishnù) o superarli in braccio a un Dio avventuroso elhoista ( Shiva ) ? Ma Dio , si sa , non è " dualista " ( = dvaita ) ; infatti è " advaita " , non duale , Jahvè ed Elhoim ad un tempo , come afferma  il vangelo gnostico di Tommaso : < Dio è quiete e movimento >.







A partire dalla 1° coppia “ matriciale “  Adamo / Eva ( ma ancora prima Ish / Isshà ) , tutta la storia sacra si dipana e si alterna tra figure maschili / femminili , che sviluppano all’interno del  loro rapporto coniugale / genitoriale  il disegno “ messianico “ voluto per loro da Dio .

MASCOLINITA’ / FEMMINILITA’ sono nel disegno di Dio un “ segno sacramentale “ , che è premessa per il ritorno all’Uno primigenio edenico , dopo aver attraversato il grande mare della “ molteplicità “ ( = terra = polvere = adamah = suolo ).




La BIOLOGITA’ di Adamo /  Eva , è preceduta dalla ONTOLOGICITA’ di Ish /  Isshà ( termini che in ebraico indicano rispettivamente maschio e femmina ). 
Il figlio dell’Uomo ( = figlio messianico ) è figlio di Ish / Isshà re-integrati come genitori ontologici.

I figli che nascono da Adamo / Eva sono figli biologici , solo a partire da Sem ( = il Nome in ebraico ) che sostituisce Abele , si delinea la linea “ messianica “ di ritorno , sulla quale s’innestaranno Noè ( = il giusto che cammina davanti a Dio ) , fino a giungere ad Abramo (=nostro padre nella fede ) , il primo pellegrino della storia sacra , chiamato dal Signore ad uscire dalla sua terra , per andare verso se stesso ( = lek lekà in ebraico ) per ritornare nella terra promessa , cioè : la propria patria “ ontologica " (divina) . Per recuperare la propria “ somiglianza “ con Dio ; per somigliare di nuovo a Dio , dobbiamo essere “ cristificati “.








Abramo lascia la sua casa , la sua patria , la sua famiglia , questa “ triplice  dipartita “ nel Monachesimo diventò una immagine non solo del cammino di fede , ma anche del cammino in cui l’uomo diventa se stesso . Chi come adulto è ancora legato ai genitori , non avrà mai una sua vita propria .




                                                                  1°  dipartita

Non si tratta tanto di lasciare la casa , quanto un interiore diventare liberi dalle figure “ parentali “ interiorizzate . ( Vedi il mito di Edipo )

                                                                   2°  dipartita

Si caratterizza come una dipartita dai sentimenti del passato . Certi uomini venerano la loro infanzia , essi sognano le feste natalizie del loro passato ( Natale in casa Cupiello ) , vagheggiano di rifugi in cucina presso le proprie madri ; insomma sono “ orientati “ all’indietro , nostalgici dell’apparente sacro mondo dell’infanzia e delusi dai loro figli che non apprezzano i loro tentativi in questo senso.
Per un sano sviluppo interiore , ci si deve quindi liberare dai sentimenti del passato , tanto da quelli dolorosi , quanto da quelli belli , per non correre il rischio di “ riperpetuare “ all’infinito modelli obsoleti di vita passata , lasciandoci sfuggire l’attimo presente , a cui ci chiudiamo rifugiandoci nel passato .
Lasciare anche le ferite , significa non “ appioppare “ continuamente ad altri la responsabilità della nostra vita , di cui ce ne assumiamo invece il carico in prima persona .

                                                                  3°   dipartita

Caratterizzata dall’uomo che deve partire ed abbandonare le cose visibili.
Da ultimo il cammino di diventare uomini è sempre e soprattutto un cammino spirituale ; si tratta di abbandonare tutto ciò a cui mi posso orientare : il successo , i possedimenti , la buona fama , raggiunta attraverso il mio lavoro...ecc...ecc ( Vedi parabole del giovane ricco, e del ricco possidente di Silos ).

                             La nostra vita è un continuo essere in movimento

                                                   < Dio è movimento e quiete >

Leggiamo nel Vag. Gnos. Tommaso ; non possiamo concederci il lusso di fermarci. Gli uomini corrono sempre il rischio di fissarsi ed attaccarsi alle cose esteriori , allorchè si tratta di percorrere un cammino interiore , ritengono di funzionare bene quando funzionano esteriormente , ma il puro funzionare viene acquisito a scapito dell’immobilità interiore , diventano duri , rigidi , senza misericordia verso se stessi e verso gli altri , a differenza delle donne che si espongono più volentieri al mondo interiore dei loro sentimenti e delle loro ferite . Mito moderno dell’efficienza .

La Bibbia rinuncia a proporre Abramo come ideale d’uomo , ma al contrario ci propone e mostra i suoi “ lati ombra “ , come in altri miti e fiabe , alla fine l’eroe incontra il suo “versante oscuro “ (  Come l'eroe del film " Guerre Stellari " che si scontra con Dark Fenner,  il lato oscuro della forza ) . Il personaggio Abramo viene raccontato attraverso singole scene che mostrano il suo graduale sviluppo interiore , che avviene attraverso sbagli ed errori , ma proprio per questo diventa immagine archetipica della fede e patriarca di Israele, di cui il popolo racconterà sempre le gesta ed in base a cui misurerà se stesso .

Il “ LATO OSCURO “ di Abramo si mostra soprattutto nella relazione con sua moglie Sara e con la sua schiava Agar. 


Sara / Agar due volti di una stessa donna , l’una padrona , l’altra schiava . Sara uguale ad A. per nascita , Agar invece serva .
Certi uomini sposano più volentieri una schiava , che non una pari grado , verso cui nutrono la paura di essere inferiori .
Abramo abusa di sua moglie presentandola al Faraone come sua sorella , la utilizza come una “ cosa “ per suoi fini reconditi e non sviluppa l’energia necessaria per avere un figlio da lei , che non ha fiducia in lui , non crede al suo uomo che possa ancora fecondarla .

Le statistiche attuali ci parlano di uomini sempre più infecondi a causa dell’indebolimento del seme , molti i casi di impotenza, segnali questi di un preoccupante indebolimento  del maschile ; solo l’energia di “ tre uomini “ comparsi misteriosamente alle spalle di Abramo , gli forniranno l’energia maschile necessaria per la fecondazione di Sara .
Abramo , su istigazione di Sara , caccerà via Agar e Ismaele , suo figlio . A. è sul punto d’immolare il figlio Isacco , sulla riga di una religiosità malamente intesa. Il pellegrino in lui è diventata una figura de-responsabilizzante , ha trasformato la religione in “ IDEOLOGIA “ e non si accorgono tanti pellegrini interiori di chi vive e cammina loro accanto , al punto tale di diventare cieco nei confronti dei loro bisogni .



- Il sacrificio d’Isacco - Una falsa immagine religiosa di Abramo - Una vendetta nei confr=
  onti di Sara - La punizione religiosa x affermare la “ terribilitò “ divina - La cecità presie=
  de allo sviluppo del “ fondamentalismo “ , Il Mito di Kronos ( la de-tronizzazione da parte
  del figlio ) . Abramo riceve 2 figli una da una schiava ( Agar ) = figlio biologico , uno da
  da una donna libera ( Sara ) = figlio ontologico . < Molti sono i figli dell’abbandonata ,
  pochi quelli della donna che ha marito > . I figli della Vergine .

- Insomma Abramo deve “ andarsene “ da tutte le false immagini , che si è creato di se   



 stesso ( guerriero valoroso , ma anche codardo e calcolatore ..... ) ma anche dalle immagini  




 che si era fatto di sua moglie e della donna in generale .

  “ L’UOMO DEVE MATURARE FINO A DIVENTARE UOMO SOLO SE PRENDE CONGEDO
  DALLE IMMAGINI INFANTILI DELLA DONNA  ED ARRIVA A VEDERE LA DONNA COME
  PARTNER DAGLI UGUALI DIRITTI ED A PORSI DAVANTI A LEI NELLA PARITA’ “

E da ultimo Abramo dovette andarsene anche dall’immagine di Dio , che si era costruita .
Dio non è un Dio che esige sacrifici , ma uno che vuole il nostro cuore , il nostro amore.
Dio non chiede il sacrificio del figlio , qui nella duplice veste di figlio carnale e figlio interiore , cioè , ciò che è originario ed autentico e che desidera farsi strada ed erompere nel Magnificat .
Insomma per diventare interamente me stesso , devo congedarmi da una immagine schematica e blindante del Dio perfetto , rigido , duro di cuore , affinchè si faccia strada il Dio della vita e possa determinare la mia vita .

Abramo personifica l’immagine  archetipica del pellegrino  !

“ IL PELLEGRINO E’ L’ARCHETIPO DEL CAMBIAMENTO , LA FIGURA CHE NELLA PSICHE EMERGE QUANDO E’ TEMPO DI RIMETTERSI IN VIAGGIO E DI CERCARE UN NUOVO MONDO “  ( Arnold )

Di quando in quando il “ pellegrino “ afferra l’uomo , ed egli parte ed abbandona tutto ciò che gli era noto e familiare , per cercare risposte alle sue domande e dubbi .

Il Medioevo ha registrato una vera e propria esaltazione del pellegrinaggio , famose le mète di Santiago di Compostela , Roma , Gerusalemme ; il cammino durava 9 mesi , quanto il tempo di una gestazione ( 9 è il numero della lama dell’Eremita ) e tornavano a casa ri - nati ........!

L’uomo deve essere a contatto stretto con l’archetipo del pellegrino e di quando in quando mettersi in cammino per lasciarsi alle spalle ciò che è familiare e già raggiunto , pena il rischio  di diventare interiormente rigido , rimanendo fermo allo “status quo “, sciupando le sue energie.

Per rimanere “ vivo “ l’uomo ha bisogno del pellegrino e solo così rimane in cammino interiormente ed esteriormente . Egli non ha in mano Dio come un suo possesso , ma va incontro a Dio , viaggiando sperimenterà e sperimentando diverrà “ navigato “.
Si può camminare correndo oppure meditando interiormente rimanendo seduti , però mantenendo inalterato il fine di “ sciogliersi “ da tutto ciò a cui si era aggrappati !

< Dove mai andiamo ? Sempre verso casa > ( Novalis )

Ma il pellegrino deve essere consapevole dei suoi “ lati ombra “ altrimenti rinnega la propria responsabilità per gli uomini che gli sono affidati ; allora intorno a lui si formano vedove ed orfani abbandonati !





































sabato 17 dicembre 2011

MARIA E GIUSEPPE..DUE CAMPIONI DI KARMA E KRIYA YOGA





Maria e Giuseppe ...Maestri di Karma e Krya Yoga ...una meditazione creativa sul natale ad una greppia vuota , pronta ad accogliere alla mezzanotte il Bambino Gesù . Testimoni di un mistero , che attraverso loro trova compimento , essi rappresentano in termini psicologici il principio maschile (yang) e il principio femminile ( Yin ) , il sole ( Ha ) e la luna ( Tha ), presenti in ogni uomo/donna come polo attivo e polo ricettivo della personalità . L'energia ( Prana ) sotto l'aspetto psichico si manifesta attraverso due modalità : quella maschile , che si esprime attraverso attività , estroversione , auto-affermazione , razionalità, volontà , organizzazione , bisogno di controllo sia nei confronti del mondo esterno , sia nei confronti del mondo interno . E quella femminile , che si manifesta come ricettività , introversione , affettività , immaginazione , donazione , capacitò di accettazione e di abbandono .

Il maschile divide per controllare la realtà e difendere la propria individualità , in un atteggiamento analitico e separativo . Il femminile unisce , aprendosi alla relazione sia interpersonale , che intra-psichica in un atteggiamento inclusivo e sintetico .
La miscelazione e l'integrazione di questi due elementi ( sole e luna ) , costituisce la struttura portante del nostro processo di crescita , per farli interagire in una tensione continuamente rinnovata , in cui consiste anche il segreto della nostra creatività .

Solo se saremo in grado di coniugare costantemente dentro di noi la razionalità con l'affettività , la volontà con l'accettazione , l'auto-affermazione con la donazione , la logica con l'intuizione , l'attività con la ricettività , l'estroversione con l'introversione , il conscio con l'inconscio , in sostanza gli apsetti maschili con quelli femminili , potremo realizzare quelle " nozze alchemiche " , quel matrimonio mistico , che da origine ad uno stato di coscienza più ampio e che detrmina in noi la nascita della dimensione spirituale , il figlio magico , il " puer " mistico , l'Hiranya-garbha  della tradizione orientale (= il germe divino ) .

Maria rappresenta il femminile ( Yin ) nella sua espressione più alta , che è ricettività , donazione a Dio e al mondo , la donna del " Fiat " , disponibilità alla volontà trans-personale che diventa guida per il trascendente . Viene definita Maria anche come " Ianua Coeli " ( = Porta del Cielo ) in quanto apre la porta con il " trascendente " .

Giuseppe  rappresenta l'aspetto maschile ( Yang )  nelle sue caratteristiche di attività , razionalità , volitività , auto-affermazione , che devono essere momentaneamente a tacere ( Suni = silenzio = tapas = ardore spirituale )  , perchè possa avvenire il misterioso parto di Maria . Per questo , Giuseppe , in molti quadri è rappresentato in disparte , silente , apparentemente addormentato (Yoga-Nidra )  , come è addormentato Adamo ( stato di samadhi = estasi ) quando Dio estrae dalla sua costola Eva nel mito delle origini ( Gn 2,21 ) . Tutti i personaggi del vangelo , non hanno volto, ma si esprimo attraverso azioni , come modelli archetipici da rendere attivi dentro di noi . 

Potrebbe sembrare , Giuseppe , un personaggio marginale , in penombra , esterno alla intensità del rapporto tar Maria e il Signore , eppure quel suo silenzio , anche sofferto all'inizio per dover accettare un mistero , che va pltre la sua capacità di comprensione e razionale . Eppure non è così, il suo silenzio è la placenta eterica di quella nascita divina , anch'egli misteriosamente si "trasforma" sull'esempio della sua sposa , in un " servo del Signore " , alla fine il suo maschile razionale cede all'irrazionale rispondendo ad una " intuizione " interiore , l'Angelo in sogno appunto ( Yoga Nidra ) , che gli indica la " via " ( = marga ) da seguire .
Giuseppe sa mettere da parte se stesso , la propria personalità , i rifiuti della sua ragione , si rende totalmente disponibile , come Maria , al disegno divino ( = Dharma = scopo della vita ) , proteggendo madre e figlio , portandoli in Egitto , lontano da Erode e riportandoli di nuovo in patri a pericolo terminato . 


La via dell'autorealizzazione non è la stessa dell'autoaffermazione egoica e nel percorso di avvicinamento dell' Io al Sè , tutto sembra capovolgersi . La logica del Sè è aperta all'universale mentre quella della personalità egoica è chiusa nel personale . Giuseppe non  si chiede cosa voglia dalla vita , ma cosa la vita vuole da lui . Può capitare anche a noi che spesso la vita ci conduca su una strada che non avremmo voluto prendere e così ri-nunciare alle risposte rassicuranti per consegnarci all'aspetto << Maria >> facendoci guidare da esso mentre lo guidiamo . Perchè l'aspetto maschile , razionale , attivo , volitivo , non può sparire ma , al contrario , mettersi a disposizione dell'aspetto femminile (=Prakriti)  , che ci guida verso i mondi dello Spirito (=Purusha) .


Sulla base di ciò , impariamo a vivere contemporaneamente su due livelli : razionale e intuitivo , volitivo e oblativo , attivo e ricettivo , terreno e spirituale e come Giuseppe imparare a sostenere razionalmente le intuizioni del nostro aspetto " Maria " , per permettere la loro incarnazione nel quotidiano , evitando gli eccessi emotivi e le esaltazioni incontrollate de-pistanti , ai fini della realizzazione del Sè .


Maria e Giuseppe sono due Karma e Krya Yoghi a tutti gli effetti , capaci di azione , di servizio , interiore ed esteriore ad un tempo . La loro meditazione archetipica favorisce le " nozze interiori", tra maschile e femminile  , che in una grotta , nel vaso alchemico del cuore , permettono la ri-nascita di ognuno di noi , spostandoci ad un livello superiore di coscienza . Sono , Giuseppe e Maria , una coppia sicura di riferimento in questo nsotro tempo dis-agiato in cui il "maschile" ed il "femminiel" , presi dalla confusione , non riescono più a colloquiare tra di loro , ai matrimoni si sono sostituite le convivenze , che prive di un preciso " scopo della viat " ( = Dharma ) il più delle volte naufragano in dolorosi conflitti , con ripercussioni inevitabili sulla prole , che sbandata si aggira in "movide" notturne su "vie" oscure e spesso letali , obnubilata da alcol ,droghe , rave e vite incomprensibili ai più .


Ogni divisone e separazione tra il maschile e il femminile , è un " dramma cosmico " ; infatti Dio per rendersi visibile e manifesto nella carne si deve " polarizzare " in maschile e femminile , e solo nell'unità dei due può esprimere la sua ( di Dio ) " unità ", Purusha ( = spirito ) e Prakriti (=materia) non possono vivere separati . La separazione determina l'uscita dal paradiso e la discesa nell'inferno .


Guardiamola con amore questa "coppia divina " , ha ancora molto da dirci....se facciamo silenzio dentro di noi e " fissiamo " ( Dharana e  Tratak ) lo sguardo su di essa la notte di Natale !


Om Shanti




                                                              SPUNTI  MEDITATIVI


Quali sono gli aspetti e le qualità maschili ne gli aspetti e le qualità femminili attivi in te 


proponiti una scaletta di situazioni circostanziate di come e dove potresti esprimere questa o quella caretteristica assente o carente