]C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
[20]Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,
[21]bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
[22]Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
[23]Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
[24]Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
[25]Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
[26]Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
[27]E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,
[28]perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
[29]Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
[30]E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
[31]Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi".
Un brano questo che ancora una a volta ci porta in presenza di un vizio , che , come pochi , indurisce il cuore e cioe' :
APARIGRAHA
frettolosamente tradotto con il termine "egoismo" , uno dei Yama , i cinque divieti che insieme ai cinque precetti (Niyama) sono alla base dello Yoga . Forse un termine piu' adeguato lo si puo' trovare in "accumulare" .
Accumulare beni , finanze , case , ecc..ecc.. nella paura che possa venire a mancare il necessario , si accumula il superfluo , sottraendo ricchezze ed energia a scapito di altri .
Il ricco e il povero del racconto sono le due realta' paradigmatiche di questa condizione esisteniale che vede uno racchiuso nell'ossessione della ricchezza e l'altro confinato nella prigione della miseria .
I due sono di fatto prigionieri di due " VRITTI" diverse . Le Vritti ( = Vortici di Energia ) in Yoga indicano le "forme pensiero" generate dalla mente instabile e alimentate dal Prana che le sostiene e le vitalizza . Funzione dello Yoga e' quella di "arrestarle" .
YOGA CITTA VRITTI NIRODHA
Lo Yoga e' l'arresto delle modificazioni della coscienza . Il ricco epulone con la sua ossessione della ricchezza ha prodotto una modificazione della coscienza (vritti) in quella e' relegato , prigioniero . Lazzaro , il povero, e' costretto dalla poverta' a dare tuta la sua energia a questa condizione , ed e' prigioniero di questa vritti .
Dante chiama le vritti con il nome di "bolge" infernali , ch diventano "gironi" nei piani piu' alti ; di fatto esse sono vritti , stati di coscienza , che , dopo la morte , si trasformano in luoghi metafisici di condanna (inferno) , di redenzione (purgatorio) , di salvezza (paradiso) .
Dopo la morte il ricco si trova gettato nella vritti infernale del suo egoismo interiore , mentre il povero si trova proiettato nella vritti salvifica del cielo e , tragicamente , qui sta un grande insegnamento , le due vritti sono separate da un "abisso" che non permette comunicazione alcuna tra le due .
I nostri pensieri alimentano il nostro inferno o il nostro paradiso interiore , passare dall'uno all'altro si puo' durante la vita , dopo la morte ognuno e' schizzato nella sua vritti .
Il Libro Tibetano dei Morti o Bardo illustra molto bene il passaggio attraverso queste vritti . Praticare correttamente gli Yama e Niyama permette di modificare le Vritti e di arrestarle , coadiuvate poi da Pranayama e Asana . Un corpo e un respiro "agitato" segnalano venti (Vaju) di tempesta sollevate da Vritti egoiche e non domate !
APARIGRAHA
frettolosamente tradotto con il termine "egoismo" , uno dei Yama , i cinque divieti che insieme ai cinque precetti (Niyama) sono alla base dello Yoga . Forse un termine piu' adeguato lo si puo' trovare in "accumulare" .
Accumulare beni , finanze , case , ecc..ecc.. nella paura che possa venire a mancare il necessario , si accumula il superfluo , sottraendo ricchezze ed energia a scapito di altri .
Il ricco e il povero del racconto sono le due realta' paradigmatiche di questa condizione esisteniale che vede uno racchiuso nell'ossessione della ricchezza e l'altro confinato nella prigione della miseria .
I due sono di fatto prigionieri di due " VRITTI" diverse . Le Vritti ( = Vortici di Energia ) in Yoga indicano le "forme pensiero" generate dalla mente instabile e alimentate dal Prana che le sostiene e le vitalizza . Funzione dello Yoga e' quella di "arrestarle" .
YOGA CITTA VRITTI NIRODHA
Lo Yoga e' l'arresto delle modificazioni della coscienza . Il ricco epulone con la sua ossessione della ricchezza ha prodotto una modificazione della coscienza (vritti) in quella e' relegato , prigioniero . Lazzaro , il povero, e' costretto dalla poverta' a dare tuta la sua energia a questa condizione , ed e' prigioniero di questa vritti .
Dante chiama le vritti con il nome di "bolge" infernali , ch diventano "gironi" nei piani piu' alti ; di fatto esse sono vritti , stati di coscienza , che , dopo la morte , si trasformano in luoghi metafisici di condanna (inferno) , di redenzione (purgatorio) , di salvezza (paradiso) .
Dopo la morte il ricco si trova gettato nella vritti infernale del suo egoismo interiore , mentre il povero si trova proiettato nella vritti salvifica del cielo e , tragicamente , qui sta un grande insegnamento , le due vritti sono separate da un "abisso" che non permette comunicazione alcuna tra le due .
I nostri pensieri alimentano il nostro inferno o il nostro paradiso interiore , passare dall'uno all'altro si puo' durante la vita , dopo la morte ognuno e' schizzato nella sua vritti .
Il Libro Tibetano dei Morti o Bardo illustra molto bene il passaggio attraverso queste vritti . Praticare correttamente gli Yama e Niyama permette di modificare le Vritti e di arrestarle , coadiuvate poi da Pranayama e Asana . Un corpo e un respiro "agitato" segnalano venti (Vaju) di tempesta sollevate da Vritti egoiche e non domate !
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