Quano Dio
fa Tzim Tzum , non , non vi confodete non si tratta delle parole di una nota
canzone della Carrà quanto piuttosto di una parola ebraiche che indica :
Contrazione , Fare spazio……
Una
parola che nella Cabala , teologia mistica ebraica , viene utilizzata per
segnalare quella azione specifica del Divino che nell’atto della Creazione
restringe se stesso ,diminuisce il suo spazio per lasciare spazio alla manifestazione perché si renda visibile
, In qualche maniera come la mano del vasaio che entra nella creta posta sul
tornio per “creare” uno spazio , ancora meglio , un “VUOTO” che permetta al”
Vaso” ( Khumba in sanscrito) di apparire , di formarsi intorno ad esso (vuoto)
. Dio effettua dunque su di se una “Kenosi” , uno “svuotamento” in parte di se
, perché compaia l’uomo/donna , chiamato in seguito a “svuotarsi” di se perché
ri-compaia il Divino nascosto in lui/lei .
Quindi un
atto volontario del primo (Dio) cui dovrà corrispondere a suo tempo un atto
libero e volontario del secondo (uomo/donna) . Impresa quest’ultima che però sarà
un po’ più impegnativa per l’uomo/donna che nel frattempo si è ri-vestito di “IO” ; passando dall’IO SONO (Dio) all’io sono
questo , questo , e quest’altro , cioè alle identificazioni della sua
personalità egoica ormai allontanatasi dalla sua fonte originaria .
L’uomo/donna si è talmente ri-nchiuso nella ignoranza spirituale (Avidya) da
essere incapace di ri-conoscersi Dio , complice anche una cultura “sociale” che
lo ha aiutato e rinchiudersi in una “macchina biologica” che è diventata anche
la sua “bara” . Una macchina pilotata dalle forze di una energia “aliena” , che
Jeshuà chiama il “Principe di questo mondo” , una egregora fantasmatica , una
rappresentazione del mondo che per stare in piedi ha bisogno continuo di
energia come la Matrix , il”mondo delle macchine “ dell’omonimo film .
Per
tornare ad essere Dio l’uomo/donna è chiamato a restringersi in se , a dare
spazio , a diventare “Khumba” , vaso , a sua volta . Questa è la “chiave” di
comprensione (ben diversa dal capire) della “notte natalizia” ; infatti la
notte natalizia si presenta come uno psico-dramma dello spazio . Maria , la
Madonna , come tutte le madri , ha ristretto il suo spazio corporeo , proprio
per dare spazio a Dio , Si reca da sua cugina Elisabetta in attesa del Battista
, la quale le da accoglienza (spazio) nella sua casa .
Maria insieme a Giuseppe
si reca a Betlemme , ma , ahimè , non trova alberghi ,case , disponibili a
darle spazio, accoglienza.L’egoismo umano o meglio sub-umano, la costringe a
partorire in una stalla , che non è certo un “cinque stelle” . In questa notte
stupenda si confrontano due psicologie , quella di un Dio Infinito , capace di
restringersi nei limiti angusti di un utero femminile finito , in una stalla
priva di orpelli , e quella dell’uomo/donna incapace di “aprirsi” , di
“offrire” , chiuso invece negli angusti limiti” del suo egoismo.
Anche Giovanni Battista è un'altro eclatante caso di Tzim Tzum ; Infatti vedendo il maestro Jeshua passare dice di se :
< E' necessario che Lui cresca e io diminuisca >
Anche Giovanni Battista è un'altro eclatante caso di Tzim Tzum ; Infatti vedendo il maestro Jeshua passare dice di se :
< E' necessario che Lui cresca e io diminuisca >
Chi
riesce a fare “tzimtzum” diventa come il Battista , come Maria , ritorna alla sua casa celeste ,viene
divinizzato dalla nascita del “bambino divino” , interiore ( Hiranya-Garbha )
ed “esulta” in un “Magnificat” che vibra riempiendo ogni notte cosmica in cui si verifica questa nascita cui
fa da levatrice il “SILENZIO” (mauna) e la “PREGHIERA” (puja) .
Gli
uomini/donne capaci di silenzio e preghiera adorante si trasformano in tanti “Khumba”
, vasi ; infatti il “ Khumbaka” nello Yoga indica quella parte del Pranayama
fondamentale che è la “sospensione” (del respiro=khumbaka) , che può essere a
polmoni pieni ( Antar-khumbaka) o a polmoni vuoti (bahir-khumbaka) – Il Khumbaka
si presenta quindi come il “dare spazio” (bahir) e l’espandersi (antar) in un gioco
(Lila) di vuoto/pieno/vuoto fra Dio e l’uomo/donna , che comunicano tra loro
attraverso il respiro ! Si la notte del Natale è una notte
inspiri/respiri/espiri divino/umani , un respiro cosmico , luminoso, nouminoso
, che chiede solo “spazio” nel cuore degli uomini/donne di ogni tempo ! Eknathananda
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