<< Parole , parole , parole , soltanto parole parole parole ,
parole per me…..>> era il ritornello di una bellissima canzone di Mina ,
cui anni dopo fece eco a San Remo altra canzone vincente << Fiumi di
parole>> che trattava sempre lo stesso argomento e cioè le :
PAROLE
Parole dette , parole sussurrate , urlate , sibilate , parole in
libertà , sfrenate , oscene , come quelle dei nostri giorni che vengono strombazzate
nelle casse di risonanza di media compiacenti al servizio di “poteri” che ben
conoscono come sfruttare ad arte il narcisismo delle folle e ottenendo così un
allontanamento progressivo dal significato “mistico” della parola , che da
sacra quale inizialmente è , decade a profana , da parola che cura in parola
che genera patologia .
“ DABAR “ è il termine ebraico che traduce PAROLA , ma non la semplice
parola come comunemente intendiamo nel linguaggio di tutti i giorni , quanto
invece la PAROLA “CREATRICE” , "
AVRAH KA DABRA " (ABRACADABRA)
" CREO QUEL CHE DICO "
Parola dunque carica di energia divina (prana) che appena pronunciata prende forma , in-forma di se la materia , da il nome , sostanza ed essere , Parola dunque che chiama alla “vita”, come Adamo che appena creato da Dio viene invitato da questi a sua volta a dare un nome agli oggetti , agli animali , alle cose che vedeva intorno a se .
Dare un NOME quindi significa chiamare all’esistenza , rendere identificabile ciò che prima non lo era , rendere visibile l’invisibile . Nell’Universo visibile ciascuno di noi sarebbe invisibile se non fosse dotato di un nome che lo identifica .
AVRAH KA DABRA " (ABRACADABRA)
" CREO QUEL CHE DICO "
Parola dunque carica di energia divina (prana) che appena pronunciata prende forma , in-forma di se la materia , da il nome , sostanza ed essere , Parola dunque che chiama alla “vita”, come Adamo che appena creato da Dio viene invitato da questi a sua volta a dare un nome agli oggetti , agli animali , alle cose che vedeva intorno a se .
Dare un NOME quindi significa chiamare all’esistenza , rendere identificabile ciò che prima non lo era , rendere visibile l’invisibile . Nell’Universo visibile ciascuno di noi sarebbe invisibile se non fosse dotato di un nome che lo identifica .
DABAR dunque è parola sacra , Parola Creatrice , quella che l’Induismo
chiama “ VAC “ . Quando Adamo fu creato , leggiamo nella Bibbia che
< giaceva a terra “inerte”
> < non era ancora un “vivente” >
e solo quando Dio
<
inspirò in lui (Adamo) un “alito” (prana) di vita , egli divenne un “vivente” > .
Di fatto l”UNO” si rende “molteplice” nella creazione , si oggettivizza
attraverso la Sua Parola stessa . L’Uomo/Donna è il risultato del “Pranayama”
divino essendo tutta l’Universo creato saturo di prana divino insufflato
attraverso le narici di Adamo , cosa che fece affermare a S. Ireneo :
< Homo vivens gloriam Dei > < l’Uomo/Donna vivente è Gloria di Dio >
< Homo vivens gloriam Dei > < l’Uomo/Donna vivente è Gloria di Dio >
proprio perché egli porta in se
il “soffio” divino .
Anemon (Atman) , Anima in greco vuol dire appunto “soffio” ! Ogni Atman
è un soffio di Dio , una anima individualizzata rivestita di Prakrti in cui
coabitano Vidya e Avidya , Conoscenza e Ignoranza ad un tempo.
In un certo senso si può affermare che Dio si è nascosto nella materia , talmente identificato con essa da perdere il ricordo di se . Ri-cordarsi dunque significa prendere coscienza del Se , del Vero Se in cui abitiamo da sempre . Dio si ricorda di essere Dio e questo significa la “ RI-NASCITA “ , null’altro e niente di più .
In un certo senso si può affermare che Dio si è nascosto nella materia , talmente identificato con essa da perdere il ricordo di se . Ri-cordarsi dunque significa prendere coscienza del Se , del Vero Se in cui abitiamo da sempre . Dio si ricorda di essere Dio e questo significa la “ RI-NASCITA “ , null’altro e niente di più .
Ri-Trovare dunque in se la PAROLA (DABAR) ! Ri-trovare questa Parola
significa ri-entrare in se come il Figliol Prodigo della famosa parabola che :
< ri-entrato in se decise di tornare alla casa paterna >
o come la donna di altra parabola che persa una moneta
< spazzò tutta la casa ( purificazione di mente e corpo )
e ri-trovata la moneta corse a chiamare tutto il vicinato per
festeggiare con loro il ri-trovamento >
NOME ( OM )
In ebraico la parola “ HASHEM “ indica il NOME , l'essenza divina . Shem era insieme a Cam
e Iafet uno dei figli di NOAH e Shem è il figlio da cui originano i “ SEMITI “ , dunque i portatori del “ NOME “ sacro . Tutta
l’opera intentata da NOAH a partire dalla costruzione dell’Arca , è una opera
“salvifica” , “re-dentiva” , intesa a trasportare il NOME nel “nuovo mondo” che
sarebbe seguito dopo il “Diluvio Universale” .
Da questo punto di vista possiamo considerarci tutti “portatori” del “ Nome” , di essere tutti “Semiti” e constatare l’incongruenza di ogni “anti-semitismo” , in quanto significherebbe andare contro il Nome , contro Dio , da ultimo contro e stessi . Ogni uomo/donna è portatore di un "seme" divino e la sua elezione consiste proprio nella apertura e nella manifestazione di " Hashem" , del NOME !
Da questo punto di vista possiamo considerarci tutti “portatori” del “ Nome” , di essere tutti “Semiti” e constatare l’incongruenza di ogni “anti-semitismo” , in quanto significherebbe andare contro il Nome , contro Dio , da ultimo contro e stessi . Ogni uomo/donna è portatore di un "seme" divino e la sua elezione consiste proprio nella apertura e nella manifestazione di " Hashem" , del NOME !
L’umanità che si opponeva a Noah , di fatto si opponeva alla realizzazione del Nome e come è andata lo sappiamo tutti , rimase sommersa sotto le acqua del Diluvio , un Diluvio che è sempre possibile in ogni epoca tanto a livello globale quanto individuale ; infatti quando ci si oppone alla realizzazione del “Dharma” ( Legge Divina ) c’è sempre da aspettarsi un “accumulo” karmico che prima o poi si riversa addosso come le acque del diluvio , metafora dei nostri disastri esistenziali .
DABAR dunque è Parola che si fa carne , ma basta che la lettera “a ” venga sostituita con una lettera "e" , esa si trasforma nella parola :
“ DEBER “
Che sempre in ebraico significa :
“ PESTE “
La Parola di “Vita” si trasforma in parola di morte , in maledizione ,
“fuoco infero” che brucia tanto le anime quanto i corpi , come è possibile
vedere ai nostri giorni “infuocati” dal caos delle parole , un vero diluvio
mediatico cui non sfugge neanche il pianeta terra che va pericolosamente
surriscaldandosi !
Chi ha orecchi per intendere intenda !
La Chiesa del Gesù in Roma trova il suo centro spirituale ed architettonico nell'Adorazione del " NOME SUPREMO " il cui simbolo " JHS ! ( Jesus Hominum Soter - Gesù Salvatore degli Uomini ) è inscritto in un "Triangolo "posto sul frontone d'ingresso e ripetuto sulla trabeazione che sovrasta l'altare maggiore .
Jeshua ( Dio Salva ) è il NOME che l'Angelo impone al nascituro divino al momento dell'Annunciazione . E' il NOME che dona la "PIENEZZA" dell'ESSERE . Quel NOME rende "immacolate" , rinnovate e redente tutte le realtà umane , le buone come quelle di Maria e le cattive irredente come quelle del Ladrone che sulla croce è il primo a fare 'esperienza della salvezza proveniente da quel NOME .
La celebrazione liturgica del Natale da questo punto di vista può essere considerata la ricerca della Parola Perduta e Ri-trovata nella “Grotta Interiore” di una umanità smarrita nel caos logorroico delle ideologie che invano tentano una sostituzione esistenziale che riempia il vuoto lasciato dallo smarrimento di quella Parola che può essere ri-trovata solo nel Tempio , un ri-trovamento che trova il suo paradigma nell’episodio evangelico di Giuseppe e Maria che ri-trovano Gesù nel tempio a colloquio con i Dottori dopo tre giorni di ansiosa ricerca . anche essi avevano smarrito la Parola se mi misero a cercare dimostrando che infine :
Jeshua ( Dio Salva ) è il NOME che l'Angelo impone al nascituro divino al momento dell'Annunciazione . E' il NOME che dona la "PIENEZZA" dell'ESSERE . Quel NOME rende "immacolate" , rinnovate e redente tutte le realtà umane , le buone come quelle di Maria e le cattive irredente come quelle del Ladrone che sulla croce è il primo a fare 'esperienza della salvezza proveniente da quel NOME .
La celebrazione liturgica del Natale da questo punto di vista può essere considerata la ricerca della Parola Perduta e Ri-trovata nella “Grotta Interiore” di una umanità smarrita nel caos logorroico delle ideologie che invano tentano una sostituzione esistenziale che riempia il vuoto lasciato dallo smarrimento di quella Parola che può essere ri-trovata solo nel Tempio , un ri-trovamento che trova il suo paradigma nell’episodio evangelico di Giuseppe e Maria che ri-trovano Gesù nel tempio a colloquio con i Dottori dopo tre giorni di ansiosa ricerca . anche essi avevano smarrito la Parola se mi misero a cercare dimostrando che infine :
< Chi cerca trova >
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