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sabato 24 dicembre 2011

MOSE' : IL CONDOTTIERO .....UN REFRAMING COINVOLGENTE


                                                    
Mosè è il tipico condottiero. Egli guida il suo popolo dalla prigionia in Egitto alla libertà della terra promessa. Mosè è colui che sa guidare altri uomini. Ma il popolo è anche una immagine che sta a simboleggiare parti “ irredente “ della  sua propria anima . MOSE’ è colui che capace di “ GUIDARE SE STESSO “ , prima premessa per guidare gli " ALTRI " .
La bibbia racconta il cammino progressivo attraverso cui Mosè impara a guidare se stesso e il popolo , Mosè non è nato subito " condottiero “ ,  lo diventerà con l’apprendistato della pedagogia divina. Mosè non ha una nascita facile , appena nato è già in pericolo ; infatti  il Faraone ha ordinato l’uccisione di tutti i maschi , anticipatrice di quella " strage degli innocenti " che sarà ordinata da Erode Antipa dopo la nascita di Gesù. M. è “ esposto “ , appena nato,  ai pericoli della vita ; infatti  la madre , per sottrarlo al faraone , lo depone in una “ cesta ” (= arca ) e viene raccolto dalla figlia del faraone , che lo chiama Mosè impropriamente tradotto come < il salvato dalle acque > , mentre la desinenza egizia " mosis " , che figura in tanti nome di faraoni (Tutmosis , Ramses , ecc..) , significa originariamente il patronimico < figlio di....> .

Il suo inizio esistenziale ricorda quello di tanti mitemi relativi a  nascite divine , bambini con talenti straordinari come  : Romolo e Remo , Edipo , Krishna , Perseo , Sigfrido , Buddha , Ercole , Gilgamesh , ecc...fino a Gesù , che già bambino dovette fuggire in Egitto , anche lui come Mosè in pericolo . Il mito ci mostra che noi tutti siamo bambini   divini “esposti“ alle ire della mente egoica inferiore (faraone) . Solo  venendo in contatto con il bambino divino che è in noi , solo allora scopriamo la nostra autentica “ dotazione “ , il nostro talento e la nostra missione karmica , quella missione che Dio ci affida. Non rimaniamo fermi al bambino ferito , ciò che effetivamente siamo . Il bambino divino in noi sta a simboleggiare il rinnovamento , il vero , inviolato Sè , che in mezzo a tutte le minacce della nostra vita si trova nel nostro intimo protetto dalla mano di Dio. 


L'Egitto interiore è minacciato da un virus letale che si chiama : " NORMOSI "
Cioè l'acquiescenza , la "normalizzazione" , l'adeguamento conformista alla schiavitù quotidiana , che si trasforma in ignoranza " crassa " e invincibile , è da questa malattia che il Signore , tramite Mosè vuole guarire il suo popolo .

Mosè cresce . Uccide un egiziano , ed il giorno dopo sedando una lite tra due ebrei , gli viene ricordato il suo omicidio . Mosè fugge in Madian , sposa la figlia del sacerdote del paese , ha un figlio  , Gherson ( in ebraico = nato in terra straniera ) , trasformato in pastore , porta il gregge al pascolo  è un fallito , è naufragato , non aveva ancora incontrato se stesso. Ma ciò sarà reso possibile proprio dal suo fallimento ; infatti  M.  aveva avuto troppa fiducia nelle sue forze .Ora è lì sotto le montagne al pascolo di un gregge, che simboleggia la sua natura istintuale non domata ,  in attesa di prendere in mano la guida di un ben altro gregge - il popolo d’Israele - portatore del “ NOME “ ( in ebraico = Sem = il Nome , da cui i Semiti ) e dovrà condurlo proprio alla manifestazione di quel “ NOME “ , questo sarà il compito affidato da Dio a Mosè ( indicato in ebraico dalle lettere M sh H ed il cui ribaltamento diviene H sh M - Hashem - il NOME appunto ,  cioè Dio ) e tramite lui ad ogni uomo e collettività umana ; infatti ogni essere è collegato ontologicamente al NOME e distaccato da questi perde il suo senso e la sua realtà e si espone alla distruzione ontologica , come nel caso del faraone e del suo popolo . 

L’EBREO e l’EGIZIANO ( al di fuori del loro valore storico ) simboleggiano rispettivamente : colui che si apre uno spazio interiore via via più ampio ( l’ebreo ) attraverso mutazioni successive , mentre il secondo ( Egiziano ) colui che resta “ bloccato “ dalle forze della schiavitù interiore e che si oppone ad ogni crescita di coscienza . Mosè non è il condottiero nato e quando nel “ roveto ardente “ prende coscienza di se stesso come  “ Io Sono“ subisce un " REFRAMING " violento alla stregua di  Paolo di Tarso molti anni dopo di lui, s’impaurisce , inizia a protestare tra mille titubanze e timori , ma...ma.... Dio ha scelto lui , sarà lui che dovrà prendere il testimone ( = NOME ) e manifestarlo nel popolo di Dio che inizia Mosè alla sua missione , che è quella di ogni uomo:  manifestare il NOME ! (consiglio una visita alla Chiesa del Gesù , splendida architettura visiva incentrata sull’adorazione del NOME SUPREMO “ JHS “ ).

La vicenda terrena di Mosè si snoda attraverso tradimenti , tensioni , paure , abbattimenti, gioie  e disperazioni per far si che degli uomini “ MATTONE “ ( gli ebrei fabbricavano mattoni per il Faraone a basso costo e perciò tenuti prigionieri e ridotti ad una vita animale ) in uomini “ PIETRA “ cioè consapevoli della “ scintilla divina “ in loro ( la Pietra è simbolo dello Spirito aggangiato alla materia ) e tutto questo processo di “consapevolizzazione “ avviene nel deserto , dove gli ebrei elaborano l’immagine vera di Dio < Quanto il Signore ha detto noi lo faremo ! > , dopo aver tentato di costruirsene una ad uso personale (tentazione dell’uomo di ogni tempo ) il famoso < il Vitello d’oro > .


Il Faraone e Mosè si presentano , ovviamente , come due personaggi "antitetici" fra loro , in conflitto , con il primo che ricopre la parte del "cattivo" e il secondo la parte del "buono" , ma entrambi sono "funzionali" alla opera divina di "divinizzazione" del popolo ; infatti il primo (faraone) tenta di blindare con i "mattoni" , una sorta di muro di Berlino , gli schiavi non permettendo loro di "uscire" dall'Egitto/Avidya ( ignoranza spirituale ) ; mentre il secondo (Mosè) vuole portarli fuori ( gli ebrei) per farne uomini " Pietra  " , ancorati al Vero Sè ( Yavhè) , uomini liberi  . Il regista occulto rimane sempre il Signore , che da un lato "indurisce" il cuore del faraone e dall'altro sospinge quello di Mosè . Anche nel faraone dobbiamo leggere il Signore stesso , mascherato , che usa tale stratagemma per far partorire il " Nome " dal grembo del suo popolo , il frutto che giungerà a maturazione nella notte di Natale . 


Ancora una volta , come già con Abramo in precedenza , il Signore invita l'uomo < ad andare verso se stesso > per liberare il nucleo divino del suo essere più profondo . Il faraone , come i tanti cattivi di tutte le fiabe e miti , non è altro che il "gran sacerdote " che "inizia" l'eroe (= Virat) alla conoscenza di se stesso , incidendo dolorosamente ( = circoncisione ) i " prepuzi " del cuore , liberandoli dalle "pelli" indurite della ignoranza spirituale ( = Avidya ) . Nella composizione ebraica del nome faraone si trova la radice "ra", che indica nell'albero cabalistico il " lato oscuro , "incompiuto" , vera potenzialità , rispetto all'altro lato luminoso , " tov " , lato del " compiuto ". Tutto ciò che è "incompiuto " nell'egiziano , si deve " compiere " nell'ebreo liberato ( = Moksa ) .
Le ultime parole di Cristo saranno proprio : < Tutto è compiuto > , avendo portato a compimento l'opera per cui era stato inviato dal Padre , la " divinizzazione dell'uomo , cristificandolo , trasformato in " UOMO PIETRA "...< Tu es petrus  > !

Mosè “ stressato  da Dio e dagli uomini ( sorte di ogni vero profeta ) morirà vedendo da lontano  la “ terra promessa “ , di lui non resta neanche la tomba , perchè gli uomini di Dio veramente umili non hanno bisogno di “ Mausolei “ , che abbondano invece per i faraoni antichi  e moderni . Mosè muore ma lascia il testimonio a Giosuè , che nell'asse messianico  d’ora in poi sarà  il nuovo poratore del “ NOME “ , quel NOME che da ultimo sarà deposto nel grembo della  Vergine e prenderà carne nel Cristo !
Chi come Mosè si affida alla pedagogia divina e si lascia da lui condurre alla libertà , crescerà e diventerà uomo , capace di guidare anche altri alla libertà e la vita !


                                                   RIFLESSIONE

 - Sono un UOMO-MATTONE o UOMO-PIETRA ?
-  Sono schiavo nell'Egitto interiore o giunto alla Terra Promessa ? 
-  Ho attraversato ( Pasqua) il Mar Rosso delle passioni rajasiche o sono annegato nelle 
   sue acque tamasiche  ?
- Uscire dall'Egitto ( Avidya )  , per diventare VERBO ( Vidya ) 
- Il Signore può stare con l'uomo/donna solo fuori dall'Egitto , si vuole far incontrare nella 
  terra della Libertà , la Terra Promessa appunto
- Pasqua / passaggio = mutazione = dal mondo animale a quello dell’uomo = i personaggi  
  dei miti sono le “ forze vive “ , che riattualizzate permettono questo “ passaggio “ e 
   liberano il " Nome " dentro di noi 
- Convertirsi o Scomparire nei “ flutti “ ?
- Vincere le " resitenze interiori " ( faraone ) sull'esempio di M. trasformando l'aggressività 
  animale in coraggio mistico