( Lc 2,12)
I neonati di oggi , bontà loro , vengono posti in comode e spaziose culle e sopratutto avvolti in comodi abitini e lasciati liberi di muoversi in ogni direzione con comodi pannolini ricambiati velocemente alla bisogna per non rimanere troppo a lungo bagnati dalla pipì o dalla popò , sembra quasi una filastrocca di suoni onomatopeici . Ma non sempre è stato così; infatti tutta questa libertà di movimento è una conquista recente della puericultura tecnologica che si è fatta strada nel mondo moderno a partire dall'inizio degli anni '60 del secolo appena trascorso . Lo scrivente , ahimè , non ha goduto di questi benefici , come del resto tutti quelli/e della sua generazione , che appena nati venivano letteralmente "infagottati" dentro una "fascia" di cotone della lunghezza di circa due metri . A partire dai piedi la fascia inglobava tutto il corpicino immobilizzando gambe e braccia e giungendo fino al collo , lasciando libero di muoversi solo il viso , un un pò come vedete nella foto del "bambinello" Gesù deposto nella "mangiatoia" .
Eravamo "infasciati" , così si diceva , esattamente in questa maniera , mancavano solo i "fiati" del pranayama del bue e dell'asinello , sostituiti da quelli dei parenti e amici che ci venivano a trovare e si affacciavano sulla nostra culla con il fatidico "ghirighirighiri" accompagnato dal
Eravamo "infasciati" , così si diceva , esattamente in questa maniera , mancavano solo i "fiati" del pranayama del bue e dell'asinello , sostituiti da quelli dei parenti e amici che ci venivano a trovare e si affacciavano sulla nostra culla con il fatidico "ghirighirighiri" accompagnato dal
tamburellare del loro dito sul nostro pancino per farci sorridere . Chissà quante claustrofobie postume devono la loro origine a questa "carcerazione" del corpo subito ad opera di quelle fasce che anticipavano i "legami" e le "prigioni" esistenziali , fisiche e psicologiche che inevitabilmente ogni esistenza è destinata ad incontrare .
Queste riflessioni accompagnano uno degli aspetti archetipici della ricca simbologia di cui è prodiga la grotta di Betlemme nel periodo natalizio ; infatti come si può osservare nelle due foto , il "bambinello" è stretto nelle fasce e deposto nella "mangiatoia" . Le ricerche storiche e antropologiche ci informano che la mangiatoia era di norma una cavità ricavata nella roccia per deporvi il cibo , non solo quello degli animali, ma anche quello degli uomini/donne .
Quel bambino (divino) deposto nella mangiatoia profetizza il "cibo eucaristico" che era destinato a diventare :
< Pane vivo disceso dal cielo affinchè chi ne mangia non muoia > (Gv 6,50)
Cibo spirituale dunque , cibo divino , che da nutrimento a tutta la personalità in quanto "nucleo" (atomo ? ) energetico che da sostentamento a tutta la personalità , che la anima , quando riconosciamo in lui l'aspetto divino che ci abita c identificandoci con esso possiamo dire :
< AHAMANNHAM , " IO SONO CIBO , IO SONO ANIMA " >
Bethlemme in ebraico significa proprio casa " casa del pane". Già il pane , questo prezioso alimento presente ogni giorno , grazie a Dio , sulle nostre tavole . Pane che nasce dall'"impasto" di farina e di acqua , che vengono trasformati poi dal "fuoco" (prana ) in belle , odorose e croccanti pagnotte . Un processo di "metabolizzazione" alchemica trasforma tutti questi elementi in fragrante pane , un processo che metaforicamente ci richiama un'altro processo , quello della "incarnazione" ; infatti siamo una anima incarnata che ha bisogno di essere metabolizzata per esprimersi attraverso il corpo , il sangue , negli atti quotidiani , nei rapporti , nei sentimenti , nei pensieri , nelle aspirazioni .
La metafora natalizia ci presenta l'incarnazione dell' ANIMA MUNDI , il LOGOS DIVINO , che nasce nel tempio/corpo umano per trovare in esso la sua espressione . E' un atto "sacrificale" dunque per cui l'aspetto "spirituale" muore a se stesso diventando prigioniero delle "bende" della materia , per redimerla dalla sua "Avidya" (ignoranza spirituale" . Troviamo le "bende" all'inizio della narrazione evangelica , la nascita , e troveremo le "bende" alla sua fine , "deposte" , "abbandonate" sempre dentro una "grotta" , guarda un pò , quella del "sepolcro" , in cui viene deposto il Cristo , che se ne libera con la sua Risurrezione ( Moksa = liberazione) .
Non somiglia in fondo quel bambinello a una piccola "mummia" e quella mangiatoia a un piccolo "sepolcro ?
A mio parere la notte natalizia è un invito a "liberarci" (mukti) da tutte le bende e fasce interiori che impediscono alla nostra anima di manifestarsi , a esprimere ogni nostra energia "bloccata" , ogni "talento" nascosto , inutilizzato , dis-attivo , che rischia di arrestare il nostro processo evolutivo e di gettarci in un circuito regressivo e depressivo , con nefaste conseguenze sia a livello pschico che fisico .
"Ogni blocco , ogni interferenza nel processo della vita , che è per sua natura dinamica e inarrestabile , diventa perciò "peccato" a livello esistenziale come ci ricorda la parabola del "talento sepolto" (Mt 25,14), che segnala dopotutto il desiderio di NON - CONTAMINARSI con la Materia !
Quelle fasce che irrigidivano , imprigionavano , mummificavano la vitalità infantile della mia generazione oggi, fortunatamente , sono state sostituite igienici e liberatori pannolini "usa e getta" , ma sono nate nuove "fasce" , meno appariscenti ma più insidiose , perchè si tratta di fasce "interiori" prodotte dal sistema Matrix/Maya ( mente egoica illusoria) , fasce prodotte dalla grande industria dell'EGO narcisistico , che immobilizza la vita dell'anima e i risultati si vedono , anche la mangiatoia si è trasferita altrove , nei pub , nelle pizzerie , nei Mc Donald , nelle trattorie , nelle trasmissioni culinarie , ecc,ecc...ma non è più il "pane eucaristico" di Bethlemme , non è più cibo che nutre l'anima , ma solo cibo che intossica il corpo "incerottato" in ben altre bende !
Quando si "dismettono" le fasce significa che si è cresciuti , si è diventati adulti "figli e figlie di Dio " , uomini e donne liberi come il Conte di Montecristo che : < va dove vuole e fa ciò che vuole > , perchè gode di questa libertà interiore . Non è più Edmond Dantes , ha assunto una nuova identità , divina questa volta . La libertà dei figli/e di Dio è una libertà interiore , non come la intende il piccolo ego faraonico di fare quello che ci pare a detrimento degli altri , ma di una libertà che si muove in armonia con il Dharma , la Legge Divina , quella dell'IO SONO ; infatti il viaggio dell'anima si snoda dall'io personale egoico , all'io superiore , transpersonale , e infine all'IO SONO divino interpersonale , questa è la "trinità" dell'anima !
E' questa ri-trovata libertà che fa dire a S. Paolo :
< Io sono morto al mondo (matrix) e il mondo è morto a me >
Si diventa "NESSUNO" , come l'Ulisse che si lascia alle spalle il gabbato piccolo se / Polifemo , perchè il mondo/matrix non ri-conosce l'IO SONO , è questa la LIBERTA' !
Yogacharya Ekanathananda
Yogacharya Ekanathananda
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