Nel testo biblico del racconto del profeta Geremia , leggiamo queste parole con cui il Signore si rivolge a lui e cioe' :
« Alzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia Parola....».
In sanscrito la parola KHUMBA indica un VASO . La caratteristica di un vaso e’ quella di essere “VUOTO” al suo interno e "vuoto" e' un concetto che ritroviamo spesso nelle tradizioji religiose e spirituali tanto di Oriente che di Occidente . Si pensi p.es. al Buddhismo che ci parla del Sunya , appunto il vuoto, come premessa fondamentale di ogni realizzazione spirituale ; infatti farsi "vuoto" significa "svuotarsi" del proprio piccolo se egoico o empirico per lasciare spazio al Vero Se' essenziale , il Buddha che e' dentro ciascuno di noi .
Ancora un esempio, il concetto ebraico di :
TZIM TZUM
L'atto con cui Dio si "restringe" in Se per fare spazio alla creazione , all'uomo/donna !
Si pensi al saggio monaco che afferma :
" In una stanza conta e' cio' che non c'e'...in una carrozza conta cio' che non c'e' , in una finestra conta cio' ce non c'e' , in un portone conta cio' che non c'e' ...."
E cio' che conta e' propio il "vuoto" ; infatti se non ci fosse il vuoto in una stanza nessuno potrebbe abitarla ; se non ci fosse il vuoto in una automobile nessuno potrebbe entrarci ; se non ci fosse il vuoto in una finestra nessuno potrebbe affacciarsi ; se non ci fosse il vuoto in un portone nessuno potrebbe entrare nel palazzo ...quindi se Dio non avesse fatto Tzim Tzum ( sembra il testo di una nota canzoncina della Carra' ) non ci sarebbe stato spazio per la creazione , il mondo semplicemente non esisterebbe , come ben significa etimologicamente questa parola dal latino :
EX-STARE
ovvero
STARE AL DI FUORI DI...
Per accogliere qualcosa o qualcuno in se dunque e' necessario "restringersi" , una cosa questa che il nostro piccolo ego empirico ama pochissimo ; al contrario ama "allargarsi" , a volte fino a raggiungere quella che C.G. Jung chiama :
INFLAZIONE DELL'EGO
Quello stato patologico per cui invece di "dare spazio" al prossimo glielo si toglie a bella posta .
Ora se Dio fa tzim tzum per far dimorare in se l'uomo/donna , e lo fa sicuramente con amore , si attende (Dio) che l'uomo/donna faccia altrettanto per permettergli di dimorare in loro tramite la sua "Parola". Ecco cosa chiede in sostanza al profeta Geremia e cioe" di :
《Scendere nella bottega del vasaio ... e farsi "vaso" (vuoto) per permettere alla sua Parola di "vivere" in loro (uomo/donna) " .
Quando si parla di vuoto e' inevitabile parlare del suo contrapposto , ovvero il "pieno" . Cosa significa vuoto e cosa pieno ? Vuoto di che ? Pieno di che ? Cosa significa parlare di una " vita piena " o di una " vita vuota " ? Una vita intesa piena secondo i parametri della mente egoica ( Maya) , e' una vita vita vissuta in funzione del successo , del potere , del denaro , con tutti i correlati e gli attributi relativi a questa dimensione , che pero' appare "vuota" agli occhi dell'uomo/donna spirituale , che , all'opposto , vedono la "pienezza" nella realizzazione della vita divina che significa diventare dimora dell'Amore divino e della sua conoscenza (Jinana / gnosi ) . Quando l'angelo (Gabriele) saluta Maria , la Madonna, al momento dell' Annunciazione , la chiama :
《 PIENA DI GRAZIA 》
Nel momento in cui lei "umilmente" si era "svuotata" (Kenosys) del suo ego semplicemente dicendo :
《 Ecco sono la serva del Signore , avenga secondo la sua Parola 》
L'umilta' dunque e' il principio di ogni svuotamento e al tempo stesso la garanzia e la premessa perche' :
Dio possa dimorare in noi
Le fasi di respirazione (Pranayama) sono contraddistinte da "quattro tempi fondamentali e cioe' :
PURAKA (inspirazione) ; RECHAKA (espirazione) e ANTARA-KUMBHAKA (sospensione a polmoni pieni) e BAHIR-KUMBHAKA (sospensione a polmoni vuoti)
Il termine KUMBHAKA (sospensione) e' composto dalla radice " KHUMBA" che appunto vuol dire :
VUOTO
e rappresenta dunque la parte piu' importante e.... segreta del pranayama ,che , se a livello grossolano riguarda assunzione di ossigeno ed emissione di anidride carbonica , a un livelli "sottile" si presenta come un vero e propio "respiro dell'anima (dal greco Anemon=soffio...soffio divino) " , il ricongiungimento con la natura divina , che compare e dimora nello Yogi quando ha "sospeso" la sua " mente egoica" (Maya) , ha fatto cioe' :
KHUMBA , il Vaso , il Vuoto dentro di se
Insomma :
E' 《Sceso nella bottega del vasaio 》
I khumabaka sono la fase piu’ importante perche’ insegnano a “ fare il vuoto” dentro di se , a creare il vuoto intorno al nostro piccolo ego faraonico , a togliergli energia ; servono (i khumbaka) al nostro corpo per sospendere il lavorio eccessivo dei nostri corpi ; a sospendere i pensieri ossessivi e stressanti della nostra mente agitata dalle modificazioni (vritti) e liberarla (mukti) dalle immagini karmicamente malate, “bruciate” dal nostro pranayama e ridotte in cenere (vibhuti).
Il Mahatma (grande anima ) Gandhi un giorno a settimana si ritirava nel suo Ashram (convento) digiunava (khumbaka del corpo) ; praticava Mauna ( Silenzio) , khumbaka della mente ; praticava meditazione (Dhyana) e preghiera (japa) per educare e “bruciare” con il "Tapas" ( calore ascetico ) le sue passioni non domate e mettere l'ego all'angolo .
I Khumbaka sono grandi nemici dell'ego, che vive la sospensione come una minaccia di morte ; infatti quando viene meno il respiro significa la morte e la morte del corpo fisico per l'ego e' un vero terrore , perche' il corpo fisico rappresenta l'unica sua identita' per cui tenta "consumisticamente" di "RIEMPIRE" il "vuoto" , il suo vaso , con qualsiasi cosa che possa garantirgli la sopravvivenza . Si comprende ora come il pranayama sia una pratica estremamente delicata in quanto chiamata a sospendere e dissolvere l'ego . Per l'ego il vero pranayama e' una pratica di morte !
Altro che le sdolcinate e rassicuranti pratiche respiratorie New Age mirate a creare una ulteriore "zona di conforto" per ego in cerca di fittness !
“Vacuità e luminosità sono la natura propria della mente:
riconoscendola come consapevolezza luminosa e vuota
si dissolve spontaneamente nello stato originario e autentico.
Non valuto se la meditazione è buona o cattiva.
La mente lasciata inalterata è Felicità…
Riconoscendo che la dualità di soggetto e oggetto non esiste,
piacere e dolore si dissolvono ambedue in un’unica cosa,
si dissolvono spontaneamente nello stato originario e inalterato” (Eknathananda)
(Milarepa
Poeta e mistico del Tibet)
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