« Avrah Ka Dabra »< Creo quel che dico >
Questa è la legge. Che lo si sappia o no, che ci si creda o no, che lo si voglia o no, i pensieri e le parole determinano la realtà, la creano letteralmente.
Quali pensieri, quali parole? Tutto ciò che è frutto della tua psiche, la
quale, come ben sappiamo, ha dei contenuti consci e molti di più inconsci. E da
questo deriva l’impellente necessità, per tutti, di lavorare su di sé, per
«ricordarsi di sé»
Se ci pensi, a volte la tua vita sembra simile a
un’arena in cui moderni gladiatori, anche quando vestiti con giacca e cravatta,
sono posti l’uno contro l’altro, in un «tutti contro tutti». E la cosa
sconcertante è l’impressione generale di consenso che aleggia in tale contesto,
sotto forma di tacita mesta rassegnazione, nei panni malcelati di un profondo
senso di impotenza.
Tu però non hai mai davvero voluto accettare questo
ruolo che la società sembra averti subdolamente riservato. Tu ti senti diverso
dalla massa, dal gregge semi-analfabeta e imbambolato che si beve tutte le cose
sapientemente pilotate dalla TV.
Tu hai sempre voluto di più, hai guardato oltre, ti
sei spinto al di là dei paletti che il sistema ha piazzato davanti al giardino
della tua mente. Hai letto molto, hai tenuto gli occhi ben aperti, ti sei preso
cura di te cercando di alimentarti correttamente, facendo attività fisica,
investendo il tuo prezioso tempo in attività creative e rilassanti. Ti sei
informato a più non posso in internet. Hai fatto corsi di meditazione, di
Reiki, di Yoga, di crescita personale. Hai sperimentato e praticato con
costanza il «pensiero positivo».
Eppure, ancora, senti che i conti non tornano. A volte
ti senti persino perso. Solo, incompreso, tradito. Percepisci in te, in modo
inspiegabilmente chiaro, di avere un potere enorme, ancora più grande di quello
della mitica bacchetta magica di Harry Potter. Tuttavia non sai dove esso sia
celato né come riportarlo in vita.
Questa forza è in te.
Anche se in modo flebile, tu la senti. Questo libro vuole semplicemente
ricordarti come riscoprire e utilizzare non tanto il potere che tu hai, quanto
piuttosto il potere che tu sei.
L’Essere è la più alta verità dell’universo. E tu sei.
Fai finta di non saperlo, o meglio, ti hanno abilmente insegnato a
dimenticarlo, e quasi ci stavi cascando. Fino al momento in cui qualcosa di
magico è scattato in te. E ora non puoi più tornare indietro. A volte sei stato
persino tentato di farlo, di tornare indietro, forse immaginando che nell’inconsapevolezza
si possano evitare i problemi, ma… niente, non è possibile. A conti fatti, per
quanto «invidiato» possa essere lo scemo del villaggio, nessuno ne prenderebbe
il posto. E credo tu non faccia eccezione.
È legge anche questo. Un altro principio cosmico:
quando prendi coscienza di qualcosa non puoi più regredire. Puoi raccontartela,
certo, ma sai già che non puoi farlo a lungo. La coscienza è tutto ciò che
davvero sei ed è talmente vibrante di vita che nasconderla è un’impresa
impossibile.
Tutto è collegato, nulla accade per caso, una forza
immanente all’Essere è all’opera sempre e ovunque e tu stesso ne fai parte in
modo indissolubile e importante. Applicando nella vita di tutti i giorni quanto
qui stai leggendo, puoi letteralmente «risognare la realtà». Puoi utilizzare
consapevolmente le forze che governano il tuo stesso «destino» o storia
personale. Puoi trovare quello che stavi cercando, puoi raccogliere i frutti
che hai a lungo coltivato, puoi ritrovare, comprendere, amplificare e dirigere
il tuo potere personale con semplicità. Puoi accedere in modo rapido a modalità
conoscitive e realizzative nuove. Puoi rendere più semplice realizzare i tuoi
obiettivi e plasmare il tuo presente proprio come desideri che sia.
Tu di fatto eserciti un
enorme potere nelle faccende della vita di ogni giorno, ma ti hanno insegnato a
non riconoscere questo ruolo attivo; ne consegue che usi il tuo potere per lo
più inconsapevolmente.
E qui la faccenda si fa davvero interessante: come non
daresti mai in mano la tua auto a tuo figlio di dieci anni, così non dovresti
nemmeno permettere a te stesso di essere involontario gestore di un immane
potere creativo.
Tutto ciò che puoi percepire fuori di te, tu lo stai
letteralmente creando dentro di te, avendo luogo la percezione soltanto dentro
al tuo essere. E di ciò che percepisci, tu sei totalmente responsabile, sia che
la tua capacità creativa sia sotto il tuo controllo sia che tu te ne sia
scordato.
Tutto il mondo che vedi,
tutto ciò che definisci universo, che credi essere «la» realtà, cioè qualcosa
che ti hanno insegnato a situare fuori dalla tua Coscienza, in realtà si trova
dentro la tua Coscienza, è qualcosa che viene creato dal tuo sistema
percettivo. I tuoi sensi ti fanno vedere qualcosa che tu credi là fuori, un
mondo di immagini, di suoni, di forme, di colori, di materia, un mondo
interamente generato dal tuo sistema percettivo che rileva dati sensoriali, dal
tuo cervello che li elabora, dal tuo sistema nervoso che li trasmette, dalla
tua mente che attribuisce loro significati. Di fatto, la percezione è un evento
di natura esclusivamente psichica e soggettiva, è qualcosa che avviene nello
spazio interiore di ogni individuo.
Il mondo, così come ti si presenta nella sua maestosa
e multisfaccettata apparenza, non ha alcuna esistenza oggettiva: è piuttosto la
risultante di un’azione combinata di un trasmettitore e di un’antenna
ricevente, lo schermo psichico del tuo spazio interiore.
Il potere c’è, è proprio lì, dentro di te; vale dunque
la pena di rammentarlo, divenirne via via cosciente e poi usarlo «come Dio
comanda», ovvero come la tua Coscienza ti dice.
Sei il co-creatore di
tutto-ciò-che-esiste.
La tua coscienza è in contatto continuo con le
coscienze di tutte le altre creature attualmente viventi e con tutte le coscienze
dislocate su infiniti altri piani dell’universo di ogni tempo. La Coscienza
controlla l’onnipotente, onnipresente, infinito campo quantico che avvolge
tutto e si manifesta come universo olografico.
«Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.»
Nel principio era la Parola,
la Parola era con Dio,
e la Parola era Dio.
Essa era nel principio con Dio.
Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei;
e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
la Parola era con Dio,
e la Parola era Dio.
Essa era nel principio con Dio.
Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei;
e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
La nota parola «abracadabra» secondo taluni risale
all’espressione mesopotamica «ab-ba-tab-ba-ri» che veniva recitata come un
mantra nei culti sumerici, ed era di aiuto nell’indurre stati alterati di
coscienza.
Le parole aramaiche «Avrah KaDabra» evocano un
collegamento diretto al divino, significando «io creo quel che dico». Fu Quinto
Sereno Sammonico, medico dell’imperatore Settimio Severo, a scrivere nel 208
d.C. le «istruzioni per l’uso» di queste antichissime parole magiche: ad
esempio, esse venivano scritte su della pergamena che l’ammalato doveva
indossare per nove giorni al collo, trascorsi i quali veniva gettata sulla riva
di un torrente fluente verso est.
La parola magica andava scritta su 11 linee parallele,
in questo modo:
Si intendeva così indicare la decrescita della
malattia fino alla sua completa trasformazione in guarigione.
In altri contesti le parole magiche venivano usate per
allontanare e debellare le forze malvagie.
Oggi l’antica sapienza sembra essere perduta ai più.
La magica formula «Avrah Ka Dabra» viene pronunciata ormai solo da qualche
prestigiatore. Ti ricordo tuttavia che anche tu quando eri bambino la
pronunciavi con sentimento. La purezza dei bambini riconosce in essa la parola
magica per eccellenza. Quanta saggezza dove non è ancora arrivata la corruzione
del triste mondo senza magia dei grandi !
Avrah Ka Dabra, io creo
quel che dico, reca in sé la conoscenza del primordiale potere generativo.
Riscopri ora la tua
magia, oppure approfondisci il tuo contatto con questo immane potere creativo,
per vivere una realtà felice risvegliandoti al Momento Presente.
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