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venerdì 30 novembre 2012

TANTRA : L'ALCHIMIA DIVINA







L'UOMO E LA DONNA UNITI INSIEME PER ENTRARE NEL TEMPIO DEL CORPO



Il Tantrismo è l’insieme degli insegnamenti spirituali, dei metodi rituali, delle pratiche meditative e delle tecniche yogiche con cui si raffinano le capacità mentali introspettive, raggiungendo il pieno controllo sul corpo, sulla parola e sulla mente e ottenendo la purificazione delle energie interne e degli elementi costitutivi fisici e mentali : attraverso questo sottile cambiamento il praticante si trasmuta e si evolve realizzando la sua essenziale ed innata natura che è indistruttibile e pura come il diamante.

Il Tantra è la “VIA” che riconosce la maestosità della vita in tutte le espressioni dell'essere. E' l'Arte eccelsa che celebra la vita e che si basa sulle leggi della natura umana, quella primordiale e divina.





Il Tantra non è una religione ma una cultura ed una scienza spirituale priva di dogmi imposti con un approccio olistico allo studio dell'universo dal punto di vista dell'individuo. Una scienza che comprende metodi per entrare nel subconscio e tuffarsi nella profondità dell'inconscio per ripulire la personalità, i complessi profondi e le paure che ci impediscono di vivere.



E' un processo di evoluzione interiore, a cui si accede esclusivamente per iniziazione e dove gli impulsi emotivi, estetici e sessuali sono una preziosa fonte di energia spirituale; i livelli di coscienza più profondi, non raggiungibili attraverso il pensiero concettuale,sono ottenibili direttamente mediante l’uso di simboli appropriati; la pratica effettiva che impegna corpo, parola e mente è l’unico mezzo per mettere in luce i valori che già sono impliciti nell’individuo.
Il Tantra, al contrario delle credenze occidentali, non insegna l'arte del sesso o come migliorare le proprie prestazioni sessuali ma può dare un alto valore e significato alla concezione di sessualità entrando, con la pratica dei rituali, in una dimensione sacra, dove per Sacro si intende .” Amore e rispetto per il multiforme trasfigurarsi dei gesti, dei suoni, delle forme, della vita”. Il Tantra insegna a liberarsi dalle inibizioni ed accettare la vita in tutta la sua pienezza risvegliando tutte le energie umane e cosmiche.

La sessualità è l’istinto umano più naturale e più potente, e il tantrismo lo considera parte inalienabile dell’essere umano: un impulso o forza che non è soltanto fisiologica o biologica, ma che permea tutta la vita emozionale ed intellettuale dell’individuo e facilita l’interazione reciproca. Il rapporto sessuale scuote l'essere umano inteso come individuo ed elimina la sua egoità. Nei partner scompare l’idea dell’altro come entità isolata, e fa sorgere un equilibrio in cui non c’è un soggetto che manipola né un oggetto da utilizzare ma ci sono unità (trascendenza del dualismo) e perfetta reciprocità di valori. Non si rimuove il sesso, ma si usa per trasformarlo in attività psichica superiore al fine di ottenere la consapevolezza trascendente (prajñõ).
Il reale praticante tantrico (Sadhaka) trasmuta l'energia sessuale in Amore. La via della sessualità sacra tantrica è un sentiero di amore e accettazione verso se stessi e l'altro. Il sesso sacro armonizza la polarità dell'energia (Shiva e Shakti) e attraverso di essa si oltrepassano le limitazioni del proprio sé sperimentando il senso di unità con la creazione. Infondendo la spiritualità nella relazione amorosa, ed entrando in una coscienza più elevata, il corpo e la passione vengono portati a una nuova dimensione di consapevolezza. Il sesso viene trasformato in Amore poiché esso è la via diretta per trascendere questo mondo con la sua dimensione limitata. L'amore viene trasformato nella luce, in esperienza meditativa, nel supremo ed estremo grande gesto mistico dell'unione.
La coppia che pratica l’unione sessuale tantrica, come se fosse un vero rituale, utilizza le energie fisiche dell’uomo unendole a quelle della donna per raggiungere uno stato di completa armonia con l’Assoluto. Nel Tantra il godimento fisico non deve essere breve e forzato, ma continuo, spontaneo e raggiunto senza pressioni. La sessualità, e quindi il corpo, è un elemento fondamentale attraverso cui si impara ad amare se stessi, a risvegliare le proprie energie vitali per riversarle poi nell’unione con l’altro.
Nell'unione Sacra l’essere femminile viene trasfigurato in un simbolo vivente e in una manifestazione terrena della Madre Divina dell’Universo (Para Shakti), mentre l’uomo incarna il Principio Maschile (Shiva). La donna, che è in grado di dare la vita attraverso l’atto sacro della nascita, è Brahma, una delle tre divinità della Santa Trinità induista che per questo deve essere onorata e rispettata. Ella attrae,assorbe e contiene le energie latenti del Cosmo; quando si unisce all'elettricità maschile, l’energia femminile diventa dinamica e positiva conducendo a una reazione alchemica durante la quale i due partner si armonizzano su livelli multipli sviluppando capacità extra-sensoriali. La donna nel Tantrismo è energia di trasformazione, cambiamento,evoluzione e l'uomo è la pura coscienza.

Il Tantra è una via spirituale di liberazione e reintegrazione con l'assoluto che percorre qualsiasi strada, forma, pratica o espressione di questo “Tutto” di cui l'uomo è solo una scintilla, una rappresentazione in piccolo dell'Universo e del divino.


La Storia del Tantra 

Tantra, in sanscrito, significa «tecnica per ampliare la coscienza ». Il Tantra «non è né una religione nel senso tradizionale del termine, né una filosofia, né una via mistica basata su concetti metafisici, bensì uno strumento empirico per chi è alla ricerca di qualcosa; è una tecnica che si basa sull'esperienza, nell'ambito della vita concreta. L'ampliamento della consapevolezza inteso in questo modo, include tutti gli aspetti della nostra vita, e appunto in quest'ambito il Tantra è l'unica disciplina nella quale si operi una sintesi tra le dimensioni, apparentemente opposte, del diletto e della liberazione.




                                                                 





Proprio i nostri desideri edonistici, basati sul principio della semplice e immediata soddisfazione, formano nel Tantra la dinamica nella quale si allarga la consapevolezza, fino a giungere all'esperienza mistica - ed è così che le pratiche sessuali diventano un veicolo per il progresso spirituale. Come si legge nel Guhyasamaja Tantra nessuno riesce a ottenere la liberazione se si impegna in pratiche difficili e tormentose ; la liberazione può essere raggiuhta soltanto attraverso l'appagamento consapevole di tutti i desideri).

Oltre a creare un ponte tra sessuaIità e spirito, il Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte: controllo ed estasi. Nello yoga, per esempio, viene accentuato maggiormente il controllo di sé, l'autodisciplina, il rinsaldarsi dell'io, il meditar se stessi dinanzi al divino; fra i mistici cristiani, al contrario, conta di più l'abbandono al divino, l'attesa paziente della sua grazia e l'annientamento dell'io.

Nel Tantra, il divino e l'io rimangono ciascuno al suo posto, e l'oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell'esperienza soggettiva, lungo due strade, quella attiva e quella ricettiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi.

Le origini del Tantra risalgono al 2000 a.c. circa, quando gli Harappei popolarono la valle degli Indù. Questa popolazione godeva d'un notevole benessere, e mostrava uno spiccato amore per le arti. La società degli Harappei era di tipo matriarcale. La principale preoccupazione degli Harappei era di vivere nel benessere, e ogni loro abitazione era dotata di almeno un bagno. A questo proposito, è utile ricordare che anche nella piazza della capitale, Mohenjo-Daro, l'edificio dominante non era una torre o un tempio, bensì una grande piscina un vero monumento al benessere. Nelle culture matriarcali la donna occupa un posto d'onore, tanto nella vita profana come nella religione - che è incentrata sulla Dea madre. La figura femminile domina i santuari. Braccia aperte, gambe divaricate, ella si offre all'adorazione.

È da segnalare anche l'uso degli Harappei, di porre un grande letto nella stanza principale delle case. Era il letto della padrona di casa, e nella stanza principale, nel salotto si celebrava l'atto amoroso.

Nelle società matriarcali anche la religione era un' esperienza viva, in cui l'incontro con il divino non era legato a un sistema di dogmi e credenze, ma veniva sperimentato personalmente.
Perciò la religione degli Harappei è strettamente connessa col corpo, con il piacere e la sessualità. Nelle religioni delle società patriarcali il divino è lontano, e diventa quasi irraggiungibile dall'essere umano: il divino non è vissuto all'interno della coscienza individuale e perciò nasce l'esigenza di riempire questo spazio incolmabile tra l'uomo e il divino con credenze, rituali e intermediari (i sacerdoti) che fanno da ponte tra la terra e il cielo. Dunque il passaggio da un'organizzazione matriarcale della società a una patriarcale, che avvenne sia in India che in Europa, cambiò notevolmente le concezioni religiose: «Mentre il Tantra conosce una vasta gamma di rappresentazione del femminile, nella cultura cristiana il femminile è spezzato: la donna appare o come puttana, o come madonna, in adorazione passiva del suo frutto maschile. Nel Tantra, le rappresentazioni del femminile sono sessuali e spirituali, estatiche e intelligenti, feroci e pacificanti.
Quale liberazione poter essere spirituali, senza dovere stare in ginocchio con gli occhi abbassati, pii e casti. La donna può mostrare acutezza, lucidità o rabbia e può celebrare il suo essere femmina».

Il Tantra ebbe il suo periodo di maggior fioritura tra il X e il XII secolo dopo Cristo, nel Nord dell'India, e fu in seguito soppresso, con il prevalere della religione islamica. Sopravvisse tuttavia in scuole segrete, specie nel Bengala e nell' Assam, e qui stabilì rapporti fruttuosi con la Cina, dove si era formata la seconda grande scuola della sessualità consapevole, quella taoista. In Tibet, invece, al riparo dagli influssi di altri popoli, il Tantra poté esprimersi alla luce del sole, sposandosi
con il buddhismo e il Bon, l'antica religione sciamanica:
«Guru Padmasambhava, un famoso tantrico indiano, viaggiò nel Tibet nell'vrn secolo dopo Cristo, e insegnò il Vajrayana (la via del diamante) ai primi discepoli, fondando la scuola Nyigmapa del buddhismo tibetano. Nell'undicesimo secolo il traduttore tibetano Marpa viaggiò in India per studiare il Tantra da Naropa, discepolo di Tilopa. Tornato in Tibet tradusse e insegnò i principi tantrici al suo celeberrimo discepolo Milarepa. Da questo periodo cominciò la larga divulgazione del Tantra in Tibet. I suoi insegnamenti furono la base della scuola Kagyiipa del tantrismo tibetano». Ed è proprio in Tibet che accanto a lama di sesso maschile troviamo donne sapienti e venerate.

Col passare dei secoli, anche in Tibet alcune scuole - come la' Gelugpa - iniziarono a prender le distanze dalle pratiche sessuali del cosiddetto «Tantra rosso» (o Tantra della mano sinistra) e si limitarono a studiare l'unione tra il maschile e il femminile sul piano energetico, senza badare più al contatto fisico: questa versione più metafisica fu il cosiddetto «Tantra bianco» (o Tantra della mano destra). Così, «il noto mantra buddista "Om mani padme hum" viene tradotto in modo gentile come "il gioiello nel loto", il che, però, non vuole dire proprio niente. Il pudore si affanna a trovare qui una spiegazione artificiosa, negando l'origine tantrica del mantra. Qual è dunque il significato vero di questo antico mantra? Mani, il gioiello, è l'equivalente tibetano del termine sanscrito vajra (diamante) che è l'organo maschile; padme è il fiore di loto che simboleggia la yoni, la vagina;
perciò "il gioiello nel loto" non significa nient'altro che l'unione sessuale, il maithuna, in cui il principio maschile e quello femminile si uniscono sia in senso carnale, sia in senso mistico».

I secoli successivi furono secoli di decadenza per il Tantra in India, e soltanto dopo la rivoluzione sessuale negli anni Settanta e l'emancipazione della donna in Occidente, si preparò il terreno per la riscoperta dell'unione del piacere con la spiritualità. Negli ultimi decenni i lama tibetani hanno portato gli insegnamenti del Tantra bianco in Europa e America, e alcuni di loro - come Lama Yesce, Lama Zopa o Chogyam Trungpa Rinpoche hanno fatto molto per adattare le meditazioni tibetane alla mentalità occidentale. In India molti ashram si sono aperti agli occidentali, e maestri come Osho Rajneesh, Paramahansa Satyananda o Yogi Bhajanhanno hanno dato chiavi di lettura più aggiornate e comprensibili per gli antichi testi tantrici.


Ma le vecchie tecniche e il nuovo pubblico non si incontrano facilmente. Molti discepoli del Tantra vengono a trovarsi in una situazione come quella descritta da Margo Anand, una delle pioniere del nuovo Tantra rosso: «Il primo rituale - i canti dei mantra - ci aiuta a concentrarci. Ci guardiamo negli occhi: non mostrare la mia paura, non ignorare la sua! Qual è il prossimo passo? Dannazione, devo sempre interrompere per leggere le istruzioni. Ciò spezza l'energia. Ah sì, respirare! Inspirare per sei secondi, trattenere per dodici secondi, espirare per sei secondi in sincronia con l'altro. Ma lui inspira, mentre io espiro; sbagliamo tutto. In più questa maledetta posizione del loto: le braccia incrociate dietro la schiena, con l'alluce tra il pollice e l'indice, visualizzando una luce verde tra l'ano e i genitali, che sale pian piano. Non riesco a vedere nulla. "Che razza di rilassamento!" esclama il maschio, il cui scettro tantrico non è disposto ad alzarsi.

Finalmente riusciamo a svegliare l'energia con un respiro profondo, con qualche trucco e qualche carezza fuori luogo. Passano venti minuti ma nessun'estasi si fa vedere. Il massimo è qualche brivido sulla schiena. L'esercizio è esotico ma non è proprio una rivelazione». Oggi la sessualità si è liberata e la donna, grazie all'emancipazione, ha ritrovato il suo spazio; la situazione sociale non è più quella di duemila anni fa; ma si presuppone ancora che il sesso appartenga più al maschio e che soddisfi più il desiderio maschile che quello femminile. Questo preconcetto è il retaggio di secoli di repressione patriarcale esercitata sia sulla sessualità sia sul femminile, e impedisce a molte donne di pensare che il buon sesso sia un veicolo per la crescita spirituale, com'era considerato in una cultura concepita al femminile.

Articolo tratto dal libro "Tantra - La via dell'estasi sessuale - Elmar e Michaela Zadra"





                                                                Le pratiche sessuali Tantra

Quando l’individuo perviene ad un più elevato stadio di consapevolezza, tramite il controllo dell'energia vitale diviene possibile utilizzare anche il sesso per favorire la crescita spirituale. 

Normalmente l'atto sessuale è un'esperienza limitata: nello spazio (in quanto incentrata sugliorgani sessuali) e nel tempo (di breve durata, limitata ad un effimero istante di piacere fisico). Grazie al Tantra si riesce ad espandere la propria percezione della sessualità, trasformandola in un'esperienza a cui partecipa ogni cellula del suo corpo, ogni fibra dell'essere, e in cui il tempo nella sua accezione comune cessa di esistere.

Chi adotta questo atteggiamento sessuale giunge a un simile risultato incanalando l'energia risvegliata dalle pratiche - kundalinî - attraverso le nâdî, ovvero canali energetici del corpo, portando l'energia stessa dal mûlâdhâra chakra, dove normalmente risiede, fino a sahasrara chakra, toccando durante l'ascesa tutti i centri energetici principali del corpo.

Mûlâdhâra è il primo chakra nel corpo umano ed è situato nella regione del perineo, tra l'ano e l'organo genitale. Con Mûlâdhâra, secondo il Tantra, nasce la coscienza propriamente umana, anche se è qui del tutto passiva ed appare al suo grado meno elevato. Questo "centro energetico" regola i meccanismi istintivi della sopravvivenza e dell'autodifesa, oltre a quelli della nutrizione, responsabili del mantenimento della vita.

Il nome deriva etimologicamente da mula, cioè «radice» e adhara, cioè «supporto, fondamento, base». In Mûlâdhâra, giace addormentata quella che gli scritti tantrici definiscono come energia primordiale, cioè il potenziale che ci permette di compiere il viaggio alla riconquista dell'unità. Questo potenziale è conosciuto con il nome kundalinî Kundalinî-Shakti.

Kundal significa «spirale», kunda indica un luogo molto profondo, o una cavità: questo potere primordiale è infatti rappresentato come un serpente che dorme, arrotolato nelle sue spire, ostruendo con la sua testa l'accesso a Sushumnâ nâdî, ovvero il canale energetico principale.

Ogni chakra presiede ad un organo di senso e ad uno di azione. L'organo di senso relativo amûlâdhâra è il naso e il senso associato è l'olfatto. Gli organi d'azione sono l'ano e le gambe.

                                         Ojas : l'essenza della vita 

Ojas è presente nel nsotro corpo non come sostanza reale , tangibile , ma in forma molto sottile , come una linfa energetica che sostiene tutte le nostre capacità fisiche . E' la linfa della vita , quando è sufficiente noi godiamo la salute , quando è carente siamo esposti alla malattia .
E' (ojas) l'essenza ultima dei fluidi riproduttivi e del calore dei tessuti . E' localizzata nel cuore , ma pervade l'intero corpo , dando stabilità e sostegno . E' un nettare e viene immaginato come una sostanza bianca e oleosa. quando viene distrutto subentra la morte , quando viene sostenuto , la vita è vissuta pienamente . Ojas dona forza mentale , fisica , felicità , pazienza , calma , concentrazione e memoria . E' alla base della nostra stabilità psico fisica . Sul piano immunitario Ojas è responsabile della resistenza agli agenti esterni , come ad esempio : il clima e i microbi .
Ojas determina la capacità ri-produttiva di una persona ; infatti molti dei problemi di fertilità sono legati ad un Ojas impoverito : da Ojas dipendono anche l'equilibrio delle nostre percezioni sensoriali , soprattutto il senso del gusto , dell'odorato e della creatività .
La collera , l'odio , le preoccupazioni , la sofferenza morale , il surmenage lavorativo , sono soltanto alcuni dei fattori che impoveriscono Ojas . Altri fattori d'impoverimento sono : eccessi sessuali ; traumi fisici e mentali ; attività fisiche superiori alla propria capacità ; malattie croniche ; uso di droghe ; abuso di farmaci ; cibo de-vitalizzato ; perdita di sonno ; stile di vita lontano dai ritmi della natura .
Durante la gravidanza , l'alimentazione e le preoccupazioni della madre condizionano l'Ojas del nascituro .
Al contrario pensieri positivi , parole amorose , comportamento corretto , riposo , tranquillità , gioia , sostengono Ojas . Anche una buona amicizia è un buon tonico per Ojas . Ojas è influenzato da Agni (sole) , il fuoco digestivo , che presiede la digestione e l'assimilazione.
Ojas viene nutrito e rafforzato anche da cibi nutrienti come : il latte ; latte di mandorle ; ghee ; datteri ; nonchè da una alimentazione ricca di alimenti freschi , interi e non de-vitalizzati e non ultimo dalla meditazione e dalla pratica Yoga .
Quando Ojas  è impoverito compaiono malattie croniche , degenerative , anche molto gravi . Ojas si riduce con l'età . Un impoverimento precoce do Ojas porta ad una anzianità precoce . Quindi Ojas va trattato con la massima cura se si vuole vivere una vita lunga e in salute .









martedì 27 novembre 2012

NON DI SOLO PANE VIVE L'UOMO...MA DEL PRANAYAMA CHE ESCE DALLA BOCCA DI DIO


Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio 

  (Mt 4,1-11)

Con questa breve e perentoria affermazione il maestro fa riferimento ad un alimento "altro" , diverso da quello solido comunemente indicato come cibo solido , pane quotidiano , una traduzione impropria come ben sanno gli studiosi , mentre il suo significato originario è : pane sub-stanziale , pane sottile , che alimenta i "corpi sottili" della complessa fisiologia spirituale e psico-corporea che nello Yoga è descritta con altri 4 corpi o guaine ( Kosha ) oltre al corpo fisico . Tutti quanti questi cinque corpi vengono alimentati da una energia unica ( Prana) sebbene differenziata secondo diverse modalità che vanno dal cibo "solido" a quello "sottile" .








Ogni civiltà dalla comparsa dell'uomo/donna sulla scena del creato si è confrontata con il mistero dedll'energia , chiamandola a seconda delle culture e delle latitudini con nomi diversi , come : Chi , Prana , Mufktz , Energia vitale , ...ecc...ecc....e ancora tutt'oggi la scienza soprattutto con la Fisica Quantistica non ha smesso di addentrarsi nei meandri sub-atomici per cercare una risposta più esaustiva ai tanti fenomeni di cui ancora non si capisce bene la dinamica .

Gli Yoghi affermarono che il fuoco arde per il Prana ; l'acqua fluisce per il Prana ; il vento soffia per il Prana ; il sole esiste per il Prana ; la vita che abbiamo è Prana . Nulla potrebbe nascere per quanto insignificante senza il Prana . Il Prana informa ogni cosa dal cibo che assumiamo , all'acqua che beviamo , all'aria che respiriamo . Quando l'energia seminale (retas) è sublimata in e trasformata totalmente (ojas) , provvede il sistema nervoso ricchissimo di Prana , il quale si deposita nel cervello come vino "luminoso" , come meravigliosa energia cristica nella ghiandola pineale . Tra mente , Prana e seme esiste una stretta connessione , per cui controllando l'energia seminale con la forza di volontà (icchà) , si raggiunge tutto . Al contrario chi sparge il seme dissennatamente non potrà controllare nè mente nè prana !
Chi raggiunge il controllo sessuale , raggiungerà il controllo della mente e del prana e getta le basi per la sua "liberazione" (Moksa) , e potrà attingere all' Elisir di lunga vita !

                                                COME AVVICINARSI AL  PRANAYAMA

Il Pranayama non deve essere mai praticato dopo i pasti o quando si ha fame . Deve essere praticato in luoghi solitari e liberi da disturbi , con attenzione , perseveranza e fede .
E' sconsigliato il Pranayama a quanti sono dediti a vita sregolata , ad abuso di piacere sensuali , arroganti , disonesti , falsi , calunniatori , dediti a vane controversie , iracondi , frequentatori abituali di Asura ( esseri ottenebrati , demoniaci) crudeli , voraci , ecc...ecc.. Costoro se non cambiano abito mentale non potranno avanzare nel cammino dello Yoga , che può rivelarsi financo dannoso .
E' consigliabile la pratica di affabilità , di amore per il prossimo , di pazienza , misericordia e carità cristiana , esercitando attenzione rigorosa nell'alimentazione e nell'assunzione di bevande alcoliche .

                                                               P R A T I C A 

Mediante il il Pranayama potremo controllare la mente giacchè questa è in stretto legame con il Prana , come il cane con il guinzaglio del suo padrone  e rispettando i seguenti passi :

Il dito indice e medio poggiato sui seni paranasali sulla fronte , il pollice occlude la narice destra , mentre l'anulare sollevato permette l'ingresso della INS. nella narice sinistra . Mentalmente ripetere il mantra " SO " inspirando .

L'anulare occlude la narice sinistra e il pollice si solleva da quella destra permettendo la ESP e mentalmente si vocalizza il mantra " HAM " 

Dopo un ciclo di 5/6 respirazioni si inverte . Si INS dalla narice destra ( pollice sollevato) e si ESP dalla narice sinistra (anulare sollevato ) . Sempre vocalizzando mentalmente SO all'INS e HAM all'ESP .

La pratica non deve mai superare i 5/10 minuti e deve essere condotta con grande calma e concentrazione  (dharana) , in posizione comoda ( sukka) , in loto se possibile e l'esalazione deve essere molto lenta al fine di facilitare una fuoriuscita notevole di anidride carbonica dall'organismo , evitando di praticare la ritenzione (kumbhaka) del respiro , pratica che deve essere sempre eseguito in presenza di una guida esperta .

Con il Pranayama vengono dissipati pigrizia e lentezza , vengono purificate le "Nadi" , canali psicoenergetici di circolazione energetica , la pelle diviene più brillante , gli occhi più scintillanti , aumentano i succhi gastrici , diminuiscono catarro e problemi respiratori . Il cervello e il sangue si purificano , migliorano i sistemi digestivi e l'apparato nervoso e circolatorio . 



Tutto vibra, e vibrando si modifica: cambia la forma delle strutture, cambia la natura delle strutture. Attraverso l'opera dei mantra, delle visualizzazioni, e del radicamento portiamo, pratica dopo pratica, ad impercettibili mutamenti nella composizione bio-chimica del nostro corpo, e nella nostra percezione di noi stessi e del mondo, e delle relazioni che tutto governano. Il Mantra è una parola sacra, che unita all'altro potere dell'adepto, l'immaginazione, ( la prima è il suono: la voce ), determina la delimitazione di una sfera di diretta influenza: uno spazio dove tutto è possibile.




Oltre alla consapevolezza, e all'erudizione sull'uso degli strumenti, il terzo fattore necessario per svolgere l'Opera è inerente al livello di energia: il cuore pulsante di ogni manifestazione. In verità i primi atti di colui che si inoltra nella via Esoterica devono essere dettati da un lato a limitare il dispendio di energia, e dall'altro ad accumularne in crescente quantità. Quanto detto è dato dalla necessità di indirizzare l'energia alla ricostruzione dell'anima ( veicolo ), e agli altri scopi di conoscenza.
Indubbiamente il metodo regale è quello che si attua durante il rapporto alchemico, ma tale evidenza si deve scontare spesso sulla constatazione dell'impossibilità, e quindi la Tradizione Universale e Perenne, nella sua saggezza, ci fornisce utili strumenti per un valido ripiego. Inoltre è opportuno ricordare che la pratica ad un vaso ( operatore singolo, che si differenzia dalla pratica alchemica che è a due vasi ) è utile anche nel caso di coppia, in quanto provvede alla pulizia e apertura dei canali interni, in modo tale che l'energia sessuale trasmutata non incontri ostacoli o impurità durante l'ascesa nell'atto sacro. Quando i canali psicoenergetici ( Nada) IDA (luna) e PINGALA (sole)  si uniscono (tantra) allora Kundalini - SHAKTI (coscienza cosmica - pricipio materno) ) entra in SUSHUMNA (canale psicoenergetico centrale) e salendo raggiunge AJINA CHAKRA unendosi  con SHIVA (principio paterno) , tutto lo schema psico-corporeo è coinvolto con questa "trascendenza" ed inevitabilmente ne subisce una trasmutazione a livello atomico e molecolare .
La pratica che si propone in questo articolo è rivolta ad accumulare, nel plesso solare ( il deposito interno di energia ) il PRANA ( dal sanscrito: soffio vitale ). Questa è l'energia che tutto anima nell'Universo, è la fonte primaria di vita, essa deve essere immaginata come un oceano vastissimo, che lambisce le coste arrecandone benefici. Noi uomini possiamo essere consapevoli o meno della presenza del Prana, ma ciò non inficia l'opera vitale che esso compie. La differenza fra colui che è consapevole, e colui che dorme il sonno dell'ignoranza avvolto nell'illusione, risiede nei maggiori benefici che trarrà da quest'energia, e dalla pratica stessa che agisce sulla composizione occulta dell'adepto. Infatti attraverso il Pranayama della trasmutazione , andremo ad accumulare, e radicare, in noi questa importantissima energia, acquisendo consapevolezza del nostro essere, e operando una pulizia interiore.
La pratica richiede un orientamento verso EST, Sole nascente, in modo tale che attraverso la posizione nello spazio invochiamo prima, ed evochiamo poi, in noi la presenza di questa energia, guidati dall'Essenza benigna del Sole. Una pratica di rilassamento iniziale concluderà la necessaria preparazione.
Om shanti



PANTHEON O PANDEMONIUM ? TUTTI GLI DEI O TUTTI I DEMONI ?







I filosofi rinascimentali amavano confrontare i testi di Platone e Aristotele con l'Astrologia araba con il preciso scopo di indagare su se stessi il significato spirituale del Daimon di nascita, forza misteriosa da cui ha origine carattere, vocazione e fortuna. Interpretare il Mercurio, il Sole o Marte sull'ascendente di nascita significava infatti essere predisposti ad esercitare alcuni talenti corporei rispetto ad altri, oppure certe abilità mentali rispetto ad altre. Chi invece aveva i pianeti femminili sul punto dello zodiaco dove ascendeva il sole poteva invece espandere le qualità dell'anima, ovvero percezione, intuizione e consapevolezza sensoriale, doti essenziali per diventare artisti, poeti e giullari di corte......

Giungere a una maggiore conoscenza e possibile frequentazione con il proprio archetipo personale ( Genio ? Spirito Guida ? Mentòre ? ) non è cosa di poco conto sul piano della realizzazione dello scopo della nostra esistenza ( dharma personale) . Lo sa bene il piccolo Aladino che "spolvera" la sua lampada "fregandovi" le mani sopra per farne uscire il Genio , cosa che in termini di yoga significa "pranayama" (fregare le mani = produrre calore/tapas con il respiro)  al fine di far "ri-splendere" l'immagine divina ( oro dell'Io Trascendentale) sepolta sotto il "piombo" dell'io empirico (piccolo/ego/faraone) istintuale .

Il genio è identico per tutti ma la sua esoressione varia a seconda del "carisma" personale di ognuno/a , ragion per cui assumerà le sembianze dell'archetipo più confacente alla personalità di questo o quell'individuo . Insomma potrà essere Ercole in uno ( sportivo , militare , leader...ecc....) , Giove in un'altro ( giudice , magistrato , arbitro , ecc) , Venere ( bellezza , estetismo , eleganza , leggiadria , ecc) , Atena ( professoressa , insegnante , intellettuale , ecc) . Diciamocela tutta ognuno/a di noi è un vero "PANTHEON" ( luogo in cui abitano tutti -Pan- gli Dei -Theon- = daimon) ) ambulante.

 Entrate nel Pantheon , ve ne consiglio caldamente la visita , portatevi al "centro" e sollevate lo sguardo verso il "foro" della cupola , si tratta della "fontanella" che corrisponde al "sahasrara chakra" , luogo di comunicazione tra l'atman (anima individuale)  e il Brahman (Anima Mundi) , quando il raggio di "luce divina" penetra in "sushumna" (canale psicoenergetico centrale) avviene il "samadhi" quello stato unitivo dell'Essere che sfocia nell'illuminazione (bodhi sattva) e un archetipo tra tutti gli altri viene illuminato e prende vita dentro di noi , che siamo chiamati a far "ri-fulgere" quell'archetipo e quello soltanto ; infatti se tentassimo , non sia mai , di esprimerli tutti insieme significherebbe rischiare una pericolosa (junghiana) " inflazione dell'ego" per cui gli archetipi nel tentativo di esprimersi tutti insieme creano un "PANDEMONIO" (= tutti i demoni) e tutte le sub-personalità tentano di coprire la "voce" dell'altro con il risultato di un "infernale baccano" , questo è il significato di pandemonio e i demoni così scatenati diventano "LEGIONE" , come nel caso dell'indemoniato di Gerasa  << 30 Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Legione»; perché molti demòni erano entrati in lui. >> , che esorcizzato da Gesù vide tutti demoni che portava dentro uscire per andare a incarnarsi in una mandria di maiali che di li a poco si gettò nel mare ! Nel povero ex-indemoniato rimase un unico archetipo , quello del Cristo; infatti prese subito a seguire il maestro !




Om shanti e....buona meditazione

Yogacharya Eknathananda

domenica 25 novembre 2012

LA PIGNA PINEALE : IL TALAMO NUZIALE DEL VERBO



                                               LA GHIANDOLA PINEALE







La ghiandola pineale, situata nel cervello, è la manifestazione fisica del cosiddetto "terzo occhio".
La pineale produce durante il sonno triptamina endogena allucinogena , o tramite pratiche di meditazione profonda.
A quanto pare, gli antichi egizi ne conoscevano benissimo il significato. Osservate l'immagine: a sinistra una rappresentazione dell'occhio di RA, a destra una sezione del cervello che mostra la sede della ghiandola pineale o epifisi.




Uno degli effetti della meditazione è quello di riattivare la ghiandola pineale.
                         L'occhio che vede tutto, il TERZO OCCHIO ONNISCIENTE.

La Ghiandola pineale produce ciò che e' comunque conosciuto come DMT, sostanza in grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali. 
Ciò accade di notte durante i sogni, quando la Ghiandola pineale e' maggiormente attiva. Apparentemente, ad oggi non si da' molta importanza al terzo occhio come in passato ciò ha portato ad una atrofia graduale di tale organo ed alla perdita di valori "obsoleti" quali la spiritualità, l'amore per il prossimo, ma ciò coincide "incredibilmente" anche con un rimbambimento delle masse.
Nella disciplina Yoga numerose sono le modalità per sollecitare sollecitazione ed attivare questa ghiandola così importante in tutta l'economia spirituale e psichica del corpo e della mente . Tra queste (modalità) vanno  soprattutto le seguenti : meditazione (Dhyana); ritiro dei sensi (Pratyhara) ; controllo della respirazione (pranayama) ; preghiera (Bhakti); e soprattutto i Mantra ; infatti la qualità "vibratoria" di questi fonemi ha un grande impatto su questo minuscolo organo addetto alla produzione ed al bilanciamento di tutto il processo ormonale .









Il mantra nella tradizione Vedica


Il termine Mantra nasce dall’unione tra le parole sanscrite manas ovvero mente e trayati che vuol dire liberare. Il Mantra in sostanza è un suono che permette alla mente di liberarsi dei pensieri e degli attaccamenti con esso correlati . In particolare si tratta di una formula espressa con una o più sillabe, o lettere o frasi, generalmente in sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte (Namasmaranain modo da ottenere uno specifico effetto che si manifesta al livello mentale oltre che fisico ed energetico seppur con conseguenze limitate. Il numero di Mantra esistenti sono numerosi e usati per svariati scopi; il più conosciuto è il Mantra Om” (AUM). L’origine dei Mantra è rintracciabile all’interno dei sacri testi  Indù, in particolare nei Veda. In questi testi, considerati delle vere opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "slokas". Molti Mantra però vengono eseguiti su una riga singola o addirittura usando varie combinazione con singole parole. Per gli scrittori Indù che diedero vita alle Upanishad, la sillaba “Aum” stessa rappresenta un mantra, ed è un’emanazione di Brahman, il Creatore di ogni cosa nell’universo.




Il suo potere è così grande che la pronuncia esatta di questa sillaba consente di giungere all’illuminazione, sperimentando così il divino. I suoni emessi dai Mantra possono essere anche considerati come una sorta di archetipi. Ciò che simboleggiano è dipendente al contesto e alla mente di chi li emette. Particolari analisi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che questi ultimi hanno un significato intrinseco indipendentemente se siamo consapevoli di loro o meno. Alla luce di questo non  possiamo ritenere i Mantra solo un’espressione fonetica senza alcun significato ma un insieme di precise vibrazione che se ripetute adeguatamente potranno avere effetti positivi su spirito, mente e corpo. I Mantra possono essere associati alle formule magiche avendo con esse vari punti in comune. Essi avrebbe la capacità di trasformare in azione ogni desiderio o volontà umana. In molti casi i suoni orali vengono considerati come una manifestazione vocale del Divino. 


I Mantra possono essere associati a dei veri e propri suoni che emettono vibrazioni, poiché la corretta pronuncia assume grande un’importanza (grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa). Il fine ultimo è quello di liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. La continua ripetizione di un Mantra è definita cantilena. Lo schema generale di un Mantra è composto dal nome di una entità divina che viene salutata con questa formula: “Aum namah ------“, “Aum namo ------“, oppure, “Aum Jai (Gloria) -----“ o con altre combinazioni diverse. In Tibet, molti buddhisti scolpiscono i Mantra nella roccia come forma di devozione e il loro uso differisce in relazione alle varie scuole spirituali o filosofiche. Il loro scopo principale è quello di amplificatori spirituali. Un insieme di parole e vibrazioni che inducono nei devoti una concentrazione sempre più intensa. Ma il Mantra viene utilizzato anche per arricchirsi, sbarazzarsi dei nemici o evitare i pericoli. 


L’origine dei Mantra è da ricercarsi in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo. Al giorno d’oggi sono abbastanza conosciute tra le attuali e variegate pratiche spirituali, che si rifanno, non sempre con le modalità corrette, alle antiche pratiche delle religioni Orientali. Un Mantra ha due aspetti: il primo è chiamato “manana”, e sta a significare che tutto ciò che si è ascoltato deve entrare profondamente nella mente; il secondo aspetto viene detto “trānia”, e vuol dire che ciò che è entrato nella mente, in essa deve essere fissata e conservata. I Mantra possono essere considerati strumenti per pregare, adorare oppure come sistema terapeutico e di sviluppo interiore e spirituale.




OM AUM

Nei Veda il mantra (suono) è la fonte primaria da cui è scaturito l'universo (nella Bibbia: "all'inizio era il Verbo"), è la vibrazione primordiale presente in ogni cosa, il motore dell'universo. Attraverso lo studio e la ricerca sui mantra gli antichi saggi hanno scoperto come possiamo entrare in armonia con il cosmo e con noi stessi.

L'(Om) è il suono primordiale, è la matrice di tutto ciò che esiste nell'universo. Non ha un significato ben preciso, è piuttosto una sillaba sacra che rappresenta l'essenza dell'energia vitale dalla quale è scaturita la creazione. L'(Om) è la combinazione di tre suoni: A - U - M. La A rappresenta Brahma il creatore, la coscienza, lo stato di veglia. La U rappresenta Vishnu il preservatore, il subconscio, lo stato di sogno. La  M rappresenta Shiva il distruttore, l'inconscio, lo stato di sonno profondo. Si può notare come queste tre lettere siano strettamente correlate con l'infinito respiro dell'universo, in cui le tre forze di creazione, preservazione e distruzione si susseguono continuamente e di come siano correlate con le tre dimensioni della coscienza umana.
L'utilizzo dei suoni a scopo spirituale è usato universalmente. In molte religioni il ripetere continuo di una frase o di un suono sacro con l'aiuto di un rosario (japa mala) rappresenta la più alta forma di meditazione. I mantra sono il miglior veicolo nella meditazione poiché attraverso di essi la mente acquieta l'incessante flusso di pensieri e si assesta in uno stato di profonda concentrazione. In uno di questi "stati" , il " VERBO OM " si assesta nel seno della vergine Maria (Prakriti) e si fa carne nel "Figlio" , il suono che si riverbera nella coscienza di ogni uomo ri-svegliando così la sua parte divina . In molte icone cristiane la "colomba" dello Spirito Santo è posizionata all'altezza dell'orecchio , il ricettore del suono che viene inviato tramite la "coclea" (organo interno dell'orecchio a forma di conchiglia = shankara ) alla ghiandola pineale , favorendo l'apertura del terzo occhio o vista metafisica .

Nella filosofia Tantrica il Mantra è una forza che può essere usata per il risveglio della nostra coscienza spirituale. 
La base del Mantra è il suono che varia da grossolano a sottile. Nel cosmo ci sono onde sonore lente, medie e veloci. 
Le onde medie sono percettibili per noi, ma non le lente e le veloci. Quando il suono del Mantra è pronunciato, esso ha una portata media di frequenza che è conosciuta come suono percettibile o grossolano. Ma quando il Mantra è intonato silenziosamente ha una frequenza più veloce e diviene impercettibile o suono sottile. Perciò il Mantra lavora sia sul piano grossolano che anche su piani più alti. Quando producete un suono ed accelerate la frequenza, esso colpisce il piano interiore della coscienza. Così come raccogliete un sassolino e lo buttate in un lago calmo e tranquillo l’impatto crea delle onde e le onde creano dei cerchi che si espandono sempre secondo la forza ed il peso del sasso. Allo stesso modo quando ripetete il Mantra, il suono colpisce l’omogeneità della coscienza e crea delle onde che aiutano ad espandere la mente.

La mente ha due livelli: individuale e universale. Infatti, nell’universo esiste solo una mente, ma questa mente si individualizza secondo ciascun circuito separato. Per esempio: le nostre menti sono differenti circuiti di una mente. 
Così la verità è che la mente individuale è parte della omogenea mente universale. Perciò la mente individuale può essere sempre connessa alla mente universale se sappiamo come fare. Dobbiamo ricordare questo come una legge, perché è di grande importanza nella vita spirituale. Quando noi cominciamo a praticare il Mantra noi creiamo delle vibrazioni nella mente esterna. Quando la mente diviene calma, tranquilla e concentrata, queste vibrazioni sono trasferite nell’aria della mente universale. Allora le barriere fra la mente individuale e la mente universale è spezzata. A causa di queste barriere le nostre menti sono tagliate fuori l’una dall’altra: voi non sapete cosa penso io ed io non so cosa pensate voi. Ma quando questa barriera è spezzata, la vostra mente e la mia diventano una sola mente. La mente è la madre universale e la natura è quella delle tre “Gunas”: Sattwas, Rajas e Tamas. Secondo la manifestazione della realtà, la mente è conosciuta come “Buddhi”(intelletto discriminativi) “Chitta” (contenuti della mente) e “Ahamkara” (ego).

Il mantra “Om Shanti”, un suono per pacificare l’anima

Il sanscrito è una di quelle lingue come l’aramaico dove le parole sono formate da vibrazioni specifiche; dove il suono e la forma sono la stessa cosa, il suono e la sensazione sono la stessa cosa, il ripetere un suono permette il manifestarsi di quella forma.

Ad esempio la vibrazione della parola pace è il suono Sh. Pace in sanscrito si dice infatti Shanti (si pronuncia scianti). Pronunciando queste due parole, pace e shanti, avremo lo stesso effetto culturale ma un diverso effetto sensoriale e vibratorio.







Viene spontaneo per dire a qualcuno di tacere , o per calmare qualcuno che soffre o un bambino piccolo che piange, pronunciare a lungo il suono sccc come in sci, proprio per portare calma, pace. Questo è un esempio conosciuto e sperimentato da tutti di come l’effetto vibratorio di una ripetizione per diversi minuti, con o senza accompagnamento musicale, del suono Scc (shanti) produca un effetto rilassante sui sensi e il sistema nervoso di chiunque anche di chi non conosce il significato della parola.


Anche in natura l’onda emette lo stesso suono e questa ha la capacità di mettere pace all’interno di noi stessi, perché questo suono vibra come il pensiero di pace.

In ebraico antico pace si dice Shalom, in sanscrito Shanti, in aramaico Heshusha, e hanno la stessa radice di: Yeshua, Shiva, Krishna, Krishtos, Sciamano, tutto ciò che porta quiete nella mente ha questo suono.

Il Mantra Om Shanti significa pace nella mente, nella parola e nel corpo; credo che se tutti potessimo essere davvero in pace e portare la pace nelle nostra vite, la nostra energia potrebbe viaggiare così anche verso gli altri , senza parole, diventando contagiosa . Non abbiamo dunque timore ad usare questo suono, a mettere in questo suono tutto il nostro amore, la nostra compassione, il nostro desiderio di provare o di sollecitare quiete, il nostro potere di volontà di comunicare pace.

Nel ripetere questo mantra Om Shanti possiamno seguire questa sequenza, (il trattino indica la pausa): Om-Shanti Om- Shanti Shanti Shanti Om- e poi continuate Om-Shanti Om-Shanti Shanti Shanti Om…. Ripetendolo per qualche minuto di seguito.

   
    MANTRA OM MANI PADME HUM
Recitare il mantra Om Mani Padme Hum è un'ottima cosa, ma mentre lo si sta facendo, si dovrebbe pensare al suo significato, in quanto il senso delle sei sillabe è vasto e complesso.

La prima, Om, è composta da tre lettere, A, U, e M. Queste simbolizzano il corpo impuro, la parola,e la mente del praticante; allo stesso tempo simboleggiano anche il corpo puro esaltato, la parola e la mente di un Buddha. 

Corpo, parola e mente impuri, possono trasformarsi in corpo, parola e mente puri o si tratta di due stati assolutamente separati ?
Tutti i Buddha erano esseri come noi, poi seguendo il sentiero della conoscenza hanno conseguito l'Illuminazione. Il Buddismo non afferma che non ci possa essere qualcuno che, fin dall'inizio, sia esente da difetti e possegga quindi tutte le buone qualità. Lo sviluppo di corpo, parola e mente puri deriva dall'abbandono graduale dell'arido stato impuro, trasformando così il loro essere in puro.

Come si fa? Il percorso è indicato dalle quattro sillabe successive: Mani, significa gioiello, simbolizza l'intenzione altruistica di diventare illuminato, la compassione e l'amore. Proprio come un gioiello è in grado di rimuovere la povertà, così la mente altruistica dell'illuminazione è in grado di eliminare la povertà, o la difficoltà dell'esistenza ciclica. 
Allo stesso modo, proprio come un gioiello soddisfa i desideri degli esseri senzienti, anche l'intenzione altruistica di diventare illuminato soddisfa i desideri degli esseri senzienti. 

Le due sillabe, padme, nel senso di loto, sono simbolo di saggezza. Proprio come un loto cresce dal fango, ma non è macchiato dalle colpe del fango, così la saggezza è in grado di mettere in una situazione di non contraddizione, considerando che ci sarebbe contraddizione se non si avesse la saggezza. Vi è la saggezza realizzazione di impermanenza, la saggezza del rendersi conto che le persone sono vuote, di essere autosufficienti o sostanzialmente esistenti, saggezza che realizza la vacuità della dualità, vale a dire, della differenza di entità tra soggetto-oggetto e la saggezza che realizza la vacuità dell'esistenza inerente. Sebbene ci siano molti tipi diversi di saggezza, la principale di tutte è la saggezza che realizza il vuoto. 

La purezza deve essere conseguita da un'unità indivisibile di metodo e saggezza, simboleggiate dalla sillaba finale hum, che indica indivisibilità. Secondo il sistema sutra, questo indivisibilità di metodo e saggezza si riferisce alla saggezza conseguente al metodo e al metodo conseguente alla saggezza. Nel mantra, o veicolo tantrico, si riferisce ad una coscienza in cui vi è la forma piena di saggezza e metodo, come entità indifferenziata. 

In termini di sillabe "seme" dei Buddha Conquistatori, hum è la sillaba seme di Akshobhya - l'immobile, l'imperturbabile, colui che non può essere disturbato da nulla.