Powered By Blogger

venerdì 29 gennaio 2016

GRANTHI : QUANDO I NODI VENGONO AL PETTINE !

                                                                                          

Esistono tre nodi che impediscono l'evoluzione spirituale: 




Il Brahma Granthi che ha sede nel Muladhara Chakra.



Il Vishnu granthi che ha sede nell'Anahata Chakra



Il Rudra Granthi che ha sede nell'Anja Chakra.


questi tre nodi da sciogliere hanno a che vedere con le tre realizzazioni progressive rappresentate dalle lettere del Pranava.

A che si assimila a Brahma ,ovvero l'essere nella sua funzione di creatore ed ordinatore,il piano della manifestazione fisica, il piano individuale Visva ed il piano universale Virat.

U che si assimila a Vishnu, ovvero l'essere nella funzione di protettore e conservatore, il piano della manifestazione sottile, il piano individuale Taijasa ed il piano universale Hiranyagarbha.

M che si assimila a Shiva , ovvero l'essere nella sua funzione di distruttore-trasformatore, il piano della manifestazione causale il piano individuale Prajna ed il piano universale Isvara.

Sciogliere i tre nodi (granthi) significa realizzare tre stati corrispondenti al corpo grossolano, al jivatman ed all'atma unificato alla prakrti.

l'apertura dei tre fiori di loto rappresenta le tre diverse realizzazioni.

in alchimia si potrebbe dire  che mulhadhara è sede del sale (fuoco formale), Anahata del mercurio(fuoco mercuriale) e Ajna dello zolfo (fuoco incorruttibile). 



                               


LO scioglimento del Brahma Granthi è opera al nero.

lo scioglimento del Vishnu granthi è l'opera al bianco.


lo scioglimento del Rudra granthi è l'opera al rosso.

Per procedere alle tre "opere" occorrono tre fuochi diversi (i tre fuochi dell'agni Vedico) così identificati :



 Fuoco individuato, Fuoco radiante e fuoco noumenico.



il fuoco radiante è quello che trasfigura nella via dell'amore.



per dare un idea anahata Chakra è sede di Isha (il Signore) che, oltre ad essere appellativo di Shiva e Vishnù (Haresha) è , o assomiglia ,  moltissimo (so che la somiglianza non vuol dire niente ma è una interessante coincidenza) al nome sanscrito (isha) e al nome arabo(isa) di Cristo e mi sembra che sia il nome dell'ultima delle cinque preghiere giornaliere dei fedeli islamici.


i nodi sono legati alla soluzione delle cinque guaine

annamaya kosha, legata al corpo grossolano

pranomaya kosha e manomayakosha (legate al corpo sottile , al tajasa inferiore.

Buddhimayakosha(vijnanamayakosha) legata al corpo sottile, tajasa superiore. 




Ananda mayakosha legata al corpo causale.







1) 

Visva (primo quarto) pervade ogni cosa e fa l'esperienza degli oggetti esterni (grossolani), 
Taijasa (secondo quarto) fa esperienza di quelli interni (sottili), 
Prajna (terzo quarto) esperimenta la totale coscienza (stato indifferenziato): da ciò si deduce che la medesima entità è considerata triplice. 




2) 


Visva conosce mediante l'occhio destro, 

taijasa tramite l'organo interno dello strumento mentale e Prajna tramite lo spazio (akasha) nel cuore. 

Così (lo stesso jivatman) appare nel corpo in modo triplice. 


3) 

Visva fruisce degli oggetti grossolani, 
taijasa di quelli sottili e Prajna sperimenta la beatitudine. 
La fruizione è dunque triplice. 

4) 

Visva gode del mondo grossolano, 
taijasa del sottile e Prajna gode la felicità. 
Il godimento è dunque triplice. 

5) 
colui che conosce il soggetto e l'oggetto di fruizione associati a ciascuno dei tre stati, non è più afflitto dagli oggetti (di questi stati) anche quando ne fa l'esperienza. 

6) 
E' certo che la creazione appartiene a quelle entità che hanno un'esistenza (reale). 
Così Prana manifesta tutti gli oggetti e Purusha crea separatamente i multiformi raggi di coscienza (jiva) 
7) 
Alcuni pensatori considerano la creazione come il potere (della divinità), mentre altri la paragonano ad un semplice sogno o ad una proiezione mentale (che può realizzare un mago) 

8)
"La creazione avviene per volontà del Signore" affermano alcuni, mentre altri che considerano il tempo come reale affermano che la manifestazione deriva dal tempo. 

9) 
Alcuni pensano che la creazione esista affinchè (il Signore) ne tragga godimento, mentre altri l'attribuiscono ad un semplice gioco (del Signore). 
Questo (atto di creazione) è inerente alla natura dell'Essere risplendente, ma quale desiderio si potrebbe supporre in colui in cui tutto è compiuto? 

l'avidja di isvara non è l'avidja collettiva.
è il suo farsi limite, come la sfera di Parmenide.

isvara è causa, è l'idea.
Prajna e Tajasa sono i luoghi dei fenomeni.

i fenomeni sono "concetti"

isvara conosce Sé stesso sul piano causale senza l'intercessione di nessun strumento..

in Taijasa e Visva conosce Sé stesso come maya tramite la coscienza sensoriale.

maya che è "esterna" al soggetto percipiente, è il mondo fenomenico ed è "senza origine".

maya ,ovvero la manifestazione, è senza nascita e quindi eterna.

é Maya che è non dualità.

é Maya ad essere la sola Realtà.

il Creato è il Creatore.

c'è una frase molto bella di Raphael:

cercare l'errore o la maya (....) è come cercare nell'aria le impronte dell'uccello.

la dissoluzione dell'universo può avvenire in ogni istante, nel senso che è "rappresentazione".

basta interrompere la corrente al proiettore cinematografico per vedere lo schermo.

è questa la realizzazione?

ma il vedere Maya come errore o come cosa negativa come fanno alcuni non porta da nessuna parte.

perchè non vi è differenza tra Creato e creazione, tra soggetto ed oggetto.

quando si dice che non c'è niente da compiere e da raggiungere si fa riferimento a colui che ha realizzato Prajna e la sua corrispondenza con la lettera M dell'Aum.

nell'amatra (aggiunge gaudapada)- non misurabile in quanto non soggetto ad esperienza- non rimane più niente da raggiungere.

occorre realizzare: 




1) che gli oggetti esterni sono concetti derivanti dall'idea-Prajna (lettera A)



2) che gli oggetti interni sono concetti derivanti dall'idea-Prajna (lettera U)



3) che prajna , pur essendo stato non duale (diciamo di unità), conduce, in quanto mondo delle possibilità, di nuovo a taijasa e Visva.


il discorso degli idealisti e di Ug krishnamurti sulla reale esistenza e consistenza del tavolo forse andrebbe visto in maniera diversa.

il tavolo può essere circolare, quadrato o ovoidale.
ma in lui non vi è nessuna volontà di essere circolare quadrato o ovoidale.

c'è un aspirazione del soggetto percipiente che dal mondo di Prajna-idea trae la forma concetto.

il quadrato, il cerchio, l'ellisse non possono esistere di per sé, nel senso che nessun quadrato ha la coscienza di essere quadrato.

il terzo pada è lo stato della causalità.
delle infinite possibilità di manifestazione.

l'asparsa yoga dicono vada oltre.
oltre il mondo delle idee.

purusha prakrti sono due principi duali.
Isvara è non duale, ma è autolimitato.
il fatto stesso di essere definito circonferenza dal raggio infinito o sfera infinita significa che gli si dà un limite.

l'ignoranza di isvara è il suo autolimitarsi.

maya , eterna, è la misura di isvara.

la liberazione dicono sia la distruzione del mondo inteso come fenomeni-evento:
la distruzione del mondo come concetto.

le modificazioni della mente sono ciò che comunemente è chiamato realtà empirica.

si possono arrestare in ogni istante.

voler conoscere Maya è come tentare di baciarsi puoi riuscirci solo a patto di arrotolarti completamente su te stesso .

                        BANDHA e GRANTHI

 Tradizionalmente i bandha erano classificati come parte deimudra ed erano trasmessi oralmente direttamente dal guru al discepolo. Il testo Hatha Yoga Pradipika tratta insieme i bandhae i mudra e anche gli antichi testi tantrici non fanno alcuna distinzione. I bandha sono ampiamente inclusi nei mudra così come nelle tecniche di pranayama e si possono integrare alleasana. La loro azione di chiusura, tuttavia, li svela come gruppo di pratiche fondamentalmente importante di per sé. La parola sanscrita bandha significa 'tenere', 'stringere' o 'chiudere'. Queste definizioni descrivono esattamente l'azione fisica richiesta nella pratica dei bandha e il loro effetto sul corpo pranico. Lo scopo dei bandha è di bloccarte i prana in particolari aree e dirigere il flusso in sushumna nadi per favorire il risveglio spirituale. Ibandha possono essere praticati individualmente o uniti ai mudrae alle pratiche di pranayama. Quando sono combinati in tal modo, essi risvegliano le facoltà psichiche e formano un'aggiunta alle pratiche yogiche superiori.

Ci sono quattro bandha: 

                      jalandhara, uddiyana mula e maha.

Quest'ultimo è la combinazione dei primi tre. Questi tre bandha agiscono direttamente sui tre granthi o nodi psichici. Mula bandha è associato a brahma granthi, uddiyana bandha a vishnu granthi e jalandhara bandha a rudra granthi. I granthi impediscono il libero flusso di prana lungo sushumna nadi bloccando in tal modo il risveglio dei chakra e l'ascesa dikundalini.

-          Brahma granthi è il primo nodo ed è associato a muladhara esvadisthana chakra. E' legato all'istinto di sopravvivenza, al bisogno di procreare e alla conoscenza, alla consapevolezza e al desiderio profondo e istintivo. Quando brahma granthi viene trasceso, la kundalini, o energia primaria, può risalire oltremuladhara e svadisthana senza essere nuovamente richiamata verso il basso dalle attrazioni e dai modelli istintivi della personalità.

-          Vishnu granthi è il secondo nodo ed è associato a manipura eanahata chakra. Questi due chakra sono collegati al nutrimento degli aspetti fisici, emozionali e mentali dell'esistenza umana.Manipura sostiene annamaya kosha, il corpo fisico, che governa la digestione e il metabolismo del cibo. Anahata alimentamanomaya kosha, il corpo mentale e pranamaya kosha, il corpo energetico. Una volta che vishnu granthi viene trasceso, si prende l'energia dall'universo e non dai centri localizzati all'interno dell'essere umano.

-          Rudra granthi è il terzo nodo ed è associato con vishuddhi e ajna o agya chakra. Vishuddhi e ajna sostengono vijnana o vigyanamaya kosha, il corpo intuitivo o mentale superiore, e rappresentano la trasformazione di una forma, un'idea o un concetto esistente nel suo aspetto universale. Quando rudra granthi viene oltrepassato, si perde l'individualità, ci si lascia alle spalle la consapevolezza del vecchio ego ed emerge l'esperienza della coscienza immanifesta oltre ajna chakra, in sahasrara