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mercoledì 28 marzo 2012

IL CIRENEO : UN REFRAMING VIOLENTO




« Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio »   (Marco 15,21-22)

Simone di Cirene, detto anche il Cireneo, è l'uomo che, secondo i Vangeli , fu obbligato dai soldati romani a trasportare la croce di Gesù, che veniva condotto al Golgota. Gesù infatti, duramente provato dalla flagellazione e dagli altri tormenti che gli erano stati inflitti, non era più in grado di proseguire con il pesante carico. I Vangeli non danno nessun'altra informazione sul Cireneo, salvo che egli era "padre di Alessandro e Rufo".
L'incontro di Gesù con il Cireneo viene ricordato nella quinta stazione della Via Crucis.
Nell'uso comune, proprio a partire dall'episodio biblico, con il termine "cireneo" si indica una persona che, volente o nolente, si accolla il peso di eseguire un compito che spetterebbe a qualcun altro.


Lungo le  quattordici stazioni del doloroso Calvario , che condurrà Gesù sulla cima del monte " Golgota " ( in aramaico " luogo del cranio " ) si snodano una "sequela " ininterrotta di personaggi di vario genere e tra questi uno in particolare si pone all'attenzione del meditante durante la quinta stazione e cioè : l'uomo di Cirene , passato alla storia  semplicemente come il "Cireneo" , esempio paradigmatico dell'uomo "solidale" , che si fa compagno di altri/e uomini/donne colpiti dal dolore o dalla sventura , una versione diversa di Angelo Custode , che seppur non riesce ad evitare il male e il dolore , si fa vicino per sostenere , per aiutare , in silenzio.


Simone di Cirene , è un pagano , non appartiene al popolo eletto , abita lontano da Gerusalemme, vive alla periferia degli eventi sociali e politici , ma anche della sua coscienza . Non nutre odio nei confronti del Vero Sè , Cristo , a differenza dei suoi contemporanei che inveiscono lungo tutto il percorso della Passione . Potremmo definirlo (il cireneo) un "normopatico" che vive il suo quotidiano immerso negli orizzonti di una vita senza particolari sussulti , lavoro , casa , famiglia , un tran tran come tanti altri , comune , agnostico più che religioso e sarebbe proseguito così sicuramente per molto tempo , magari fino alla fine , senza "accorgersi" , parola di profondo risvolto lessicale ; infatti viene dal latino " se corrigere " , cioè : CORREGGERSI ! 
Infatti chi si "accorge" di un errore , si corregge , si emenda da esso ! Lui (il cireneo) fino al momento del fatidico incontro con Gesù , non si era "accorto" , semplicemente perchè non aveva di che correggersi , quanti vivono pensando la stessa cosa ?


Una personalità , quella del cireneo , che gli Yoghi definiscono " TAMASICA " ( Tamas , uno dei tre Guna , vedi mio blog in merito) , egoistica , chiusa , pigra spiritualmente , lontana da interessi che non siano i propri , pronta a prendere le distanze da eventi troppo coinvolgenti , quando ciò significa mettere in discussione se stessi e il proprio sistema "cognitivo" .


La correzione comporta inevitabilmente un "cambiamento" di vita , non ci si può accorgere e seguitare a fare finta di niente e per il cireneo quel fatidico pomeriggio fu l'incontro con il suo personale " REFRAMING " . Il suo "corpo" ( del cireneo) fu sottoposto al "peso" doloroso della croce , la sua "mente" dovette interrogarsi incontrando il "volto" tumefatto di un innocente colpevole solo di aver parlato dell'Amore . I suoi occhi incontrarono quelli supplichevoli del Cristo sofferente e quello sguardo è penetrato nel suo cuore pagano e lo ha cristificato , riempito di una " luce " scaturita dal  dolore e non già nel piacere . La croce gli ha cambiato la vita , la tradizione ci dice che si convertì anche la sua famiglia ed egli stesso fu nominato vescovo da San Pietro , la conversione quando è verace , innesta una "reazione a catena " empatica  .


Si trovava lì per " caso" dicono i vangeli . O per volere divino ? I pagani giocano un grande ruolo nella passione , dopo il cireneo , sarà la volta del centurione romano , che quando vide uscire acqua e sangue dal costato di Cristo , fece la prima professione di fede : < Costui era veramente il Figlio di Dio > . Pare di vederlo , il cireneo,  affacciarsi curioso dalla folla , così tanto per vedere cosa accadeva , quando improvvisamente viene raggiunto da un colpo di frusta di un centurione e "costretto" a sobbarcarsi il peso della croce , non più sostenibile da un Gesù ormai sfiancato e con il rischio di morire prima di arrivare in cima , evento che quanto i romani , che la folla , volevano assolutamente evitare , per non perdersi il gusto della crocifissione  . Un "colpo di frusta " lo ha ( il cireneo) gettato dentro la "vita di Gesù " . 


Un misterioso "colpo ", che Dante , nelle sue " Rime Petrose" , chiama il " colpo della pietra " con il quale il maestro abbatte l"ego/faraone " ( mente egoica inferiore ) del discepolo per far nascere in lui la " Vita Nova " , la vita divina appunto  . Il Cireneo quel giorno iniziò la sua " Vita Nova " , non lo sapeva , ma era il giorno della sua " ri-nascita " , che precedeva di qualche istante quella del ladrone sulla croce ; infatti la croce quando compare nella vita di ognuno , e prima o poi compare , suscita sempre una re-azione , o di odio , da parte del piccolo/ego/faraone (dualista) che non vuole morire , o di amore , da parte di chi l'accoglie e ne subisce la ri-generazione , il ri-nnovamento .


Il Cireneo ci esorta a guardare i "colpi di frusta " ( malattie , lutti , perdite sentimentali, ecc) del nostro percorso esistenziale , non già come una punizione divina , ma come una "occasione" di ra-vvedimento , utile per " accorgersi " e cambiare lo " spartito musicale " e la " sceneggiatura" di un tran tran divenuto "normopatico" come quello del cireneo .
Nel suo faticoso percorso il cireneo , dapprima ristroso e restio , si trasforma in Angelo Custode , il suo cuore si apre , tutta la sua passionalità trasloca dai chakra inferiori in quelli superiori , Anahata e Ajina chakra , il calore del corpo ( tapas ) alimenta il Bhakti Yoga , lo Yoga devozionale , il dolore lo ha aperto , ha " rinnegato se stesso " , la sua pusillanimità , la croce lo ha divinizzato al termine di una giornata che sembrava come tante altre....questo può succedere incontrando veramente il Cristo . Ma ogni incontro varia da soggetto a soggetto , perchè lo Spirito < va dove vuole , come vuole e quando vuole > e le tecniche per associarsi alla Sua vita...le sceglie LUI !


Yogacharya Eknathananda