Powered By Blogger

domenica 25 novembre 2012

LA PIGNA PINEALE : IL TALAMO NUZIALE DEL VERBO



                                               LA GHIANDOLA PINEALE







La ghiandola pineale, situata nel cervello, è la manifestazione fisica del cosiddetto "terzo occhio".
La pineale produce durante il sonno triptamina endogena allucinogena , o tramite pratiche di meditazione profonda.
A quanto pare, gli antichi egizi ne conoscevano benissimo il significato. Osservate l'immagine: a sinistra una rappresentazione dell'occhio di RA, a destra una sezione del cervello che mostra la sede della ghiandola pineale o epifisi.




Uno degli effetti della meditazione è quello di riattivare la ghiandola pineale.
                         L'occhio che vede tutto, il TERZO OCCHIO ONNISCIENTE.

La Ghiandola pineale produce ciò che e' comunque conosciuto come DMT, sostanza in grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali. 
Ciò accade di notte durante i sogni, quando la Ghiandola pineale e' maggiormente attiva. Apparentemente, ad oggi non si da' molta importanza al terzo occhio come in passato ciò ha portato ad una atrofia graduale di tale organo ed alla perdita di valori "obsoleti" quali la spiritualità, l'amore per il prossimo, ma ciò coincide "incredibilmente" anche con un rimbambimento delle masse.
Nella disciplina Yoga numerose sono le modalità per sollecitare sollecitazione ed attivare questa ghiandola così importante in tutta l'economia spirituale e psichica del corpo e della mente . Tra queste (modalità) vanno  soprattutto le seguenti : meditazione (Dhyana); ritiro dei sensi (Pratyhara) ; controllo della respirazione (pranayama) ; preghiera (Bhakti); e soprattutto i Mantra ; infatti la qualità "vibratoria" di questi fonemi ha un grande impatto su questo minuscolo organo addetto alla produzione ed al bilanciamento di tutto il processo ormonale .









Il mantra nella tradizione Vedica


Il termine Mantra nasce dall’unione tra le parole sanscrite manas ovvero mente e trayati che vuol dire liberare. Il Mantra in sostanza è un suono che permette alla mente di liberarsi dei pensieri e degli attaccamenti con esso correlati . In particolare si tratta di una formula espressa con una o più sillabe, o lettere o frasi, generalmente in sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte (Namasmaranain modo da ottenere uno specifico effetto che si manifesta al livello mentale oltre che fisico ed energetico seppur con conseguenze limitate. Il numero di Mantra esistenti sono numerosi e usati per svariati scopi; il più conosciuto è il Mantra Om” (AUM). L’origine dei Mantra è rintracciabile all’interno dei sacri testi  Indù, in particolare nei Veda. In questi testi, considerati delle vere opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "slokas". Molti Mantra però vengono eseguiti su una riga singola o addirittura usando varie combinazione con singole parole. Per gli scrittori Indù che diedero vita alle Upanishad, la sillaba “Aum” stessa rappresenta un mantra, ed è un’emanazione di Brahman, il Creatore di ogni cosa nell’universo.




Il suo potere è così grande che la pronuncia esatta di questa sillaba consente di giungere all’illuminazione, sperimentando così il divino. I suoni emessi dai Mantra possono essere anche considerati come una sorta di archetipi. Ciò che simboleggiano è dipendente al contesto e alla mente di chi li emette. Particolari analisi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che questi ultimi hanno un significato intrinseco indipendentemente se siamo consapevoli di loro o meno. Alla luce di questo non  possiamo ritenere i Mantra solo un’espressione fonetica senza alcun significato ma un insieme di precise vibrazione che se ripetute adeguatamente potranno avere effetti positivi su spirito, mente e corpo. I Mantra possono essere associati alle formule magiche avendo con esse vari punti in comune. Essi avrebbe la capacità di trasformare in azione ogni desiderio o volontà umana. In molti casi i suoni orali vengono considerati come una manifestazione vocale del Divino. 


I Mantra possono essere associati a dei veri e propri suoni che emettono vibrazioni, poiché la corretta pronuncia assume grande un’importanza (grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa). Il fine ultimo è quello di liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. La continua ripetizione di un Mantra è definita cantilena. Lo schema generale di un Mantra è composto dal nome di una entità divina che viene salutata con questa formula: “Aum namah ------“, “Aum namo ------“, oppure, “Aum Jai (Gloria) -----“ o con altre combinazioni diverse. In Tibet, molti buddhisti scolpiscono i Mantra nella roccia come forma di devozione e il loro uso differisce in relazione alle varie scuole spirituali o filosofiche. Il loro scopo principale è quello di amplificatori spirituali. Un insieme di parole e vibrazioni che inducono nei devoti una concentrazione sempre più intensa. Ma il Mantra viene utilizzato anche per arricchirsi, sbarazzarsi dei nemici o evitare i pericoli. 


L’origine dei Mantra è da ricercarsi in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo. Al giorno d’oggi sono abbastanza conosciute tra le attuali e variegate pratiche spirituali, che si rifanno, non sempre con le modalità corrette, alle antiche pratiche delle religioni Orientali. Un Mantra ha due aspetti: il primo è chiamato “manana”, e sta a significare che tutto ciò che si è ascoltato deve entrare profondamente nella mente; il secondo aspetto viene detto “trānia”, e vuol dire che ciò che è entrato nella mente, in essa deve essere fissata e conservata. I Mantra possono essere considerati strumenti per pregare, adorare oppure come sistema terapeutico e di sviluppo interiore e spirituale.




OM AUM

Nei Veda il mantra (suono) è la fonte primaria da cui è scaturito l'universo (nella Bibbia: "all'inizio era il Verbo"), è la vibrazione primordiale presente in ogni cosa, il motore dell'universo. Attraverso lo studio e la ricerca sui mantra gli antichi saggi hanno scoperto come possiamo entrare in armonia con il cosmo e con noi stessi.

L'(Om) è il suono primordiale, è la matrice di tutto ciò che esiste nell'universo. Non ha un significato ben preciso, è piuttosto una sillaba sacra che rappresenta l'essenza dell'energia vitale dalla quale è scaturita la creazione. L'(Om) è la combinazione di tre suoni: A - U - M. La A rappresenta Brahma il creatore, la coscienza, lo stato di veglia. La U rappresenta Vishnu il preservatore, il subconscio, lo stato di sogno. La  M rappresenta Shiva il distruttore, l'inconscio, lo stato di sonno profondo. Si può notare come queste tre lettere siano strettamente correlate con l'infinito respiro dell'universo, in cui le tre forze di creazione, preservazione e distruzione si susseguono continuamente e di come siano correlate con le tre dimensioni della coscienza umana.
L'utilizzo dei suoni a scopo spirituale è usato universalmente. In molte religioni il ripetere continuo di una frase o di un suono sacro con l'aiuto di un rosario (japa mala) rappresenta la più alta forma di meditazione. I mantra sono il miglior veicolo nella meditazione poiché attraverso di essi la mente acquieta l'incessante flusso di pensieri e si assesta in uno stato di profonda concentrazione. In uno di questi "stati" , il " VERBO OM " si assesta nel seno della vergine Maria (Prakriti) e si fa carne nel "Figlio" , il suono che si riverbera nella coscienza di ogni uomo ri-svegliando così la sua parte divina . In molte icone cristiane la "colomba" dello Spirito Santo è posizionata all'altezza dell'orecchio , il ricettore del suono che viene inviato tramite la "coclea" (organo interno dell'orecchio a forma di conchiglia = shankara ) alla ghiandola pineale , favorendo l'apertura del terzo occhio o vista metafisica .

Nella filosofia Tantrica il Mantra è una forza che può essere usata per il risveglio della nostra coscienza spirituale. 
La base del Mantra è il suono che varia da grossolano a sottile. Nel cosmo ci sono onde sonore lente, medie e veloci. 
Le onde medie sono percettibili per noi, ma non le lente e le veloci. Quando il suono del Mantra è pronunciato, esso ha una portata media di frequenza che è conosciuta come suono percettibile o grossolano. Ma quando il Mantra è intonato silenziosamente ha una frequenza più veloce e diviene impercettibile o suono sottile. Perciò il Mantra lavora sia sul piano grossolano che anche su piani più alti. Quando producete un suono ed accelerate la frequenza, esso colpisce il piano interiore della coscienza. Così come raccogliete un sassolino e lo buttate in un lago calmo e tranquillo l’impatto crea delle onde e le onde creano dei cerchi che si espandono sempre secondo la forza ed il peso del sasso. Allo stesso modo quando ripetete il Mantra, il suono colpisce l’omogeneità della coscienza e crea delle onde che aiutano ad espandere la mente.

La mente ha due livelli: individuale e universale. Infatti, nell’universo esiste solo una mente, ma questa mente si individualizza secondo ciascun circuito separato. Per esempio: le nostre menti sono differenti circuiti di una mente. 
Così la verità è che la mente individuale è parte della omogenea mente universale. Perciò la mente individuale può essere sempre connessa alla mente universale se sappiamo come fare. Dobbiamo ricordare questo come una legge, perché è di grande importanza nella vita spirituale. Quando noi cominciamo a praticare il Mantra noi creiamo delle vibrazioni nella mente esterna. Quando la mente diviene calma, tranquilla e concentrata, queste vibrazioni sono trasferite nell’aria della mente universale. Allora le barriere fra la mente individuale e la mente universale è spezzata. A causa di queste barriere le nostre menti sono tagliate fuori l’una dall’altra: voi non sapete cosa penso io ed io non so cosa pensate voi. Ma quando questa barriera è spezzata, la vostra mente e la mia diventano una sola mente. La mente è la madre universale e la natura è quella delle tre “Gunas”: Sattwas, Rajas e Tamas. Secondo la manifestazione della realtà, la mente è conosciuta come “Buddhi”(intelletto discriminativi) “Chitta” (contenuti della mente) e “Ahamkara” (ego).

Il mantra “Om Shanti”, un suono per pacificare l’anima

Il sanscrito è una di quelle lingue come l’aramaico dove le parole sono formate da vibrazioni specifiche; dove il suono e la forma sono la stessa cosa, il suono e la sensazione sono la stessa cosa, il ripetere un suono permette il manifestarsi di quella forma.

Ad esempio la vibrazione della parola pace è il suono Sh. Pace in sanscrito si dice infatti Shanti (si pronuncia scianti). Pronunciando queste due parole, pace e shanti, avremo lo stesso effetto culturale ma un diverso effetto sensoriale e vibratorio.







Viene spontaneo per dire a qualcuno di tacere , o per calmare qualcuno che soffre o un bambino piccolo che piange, pronunciare a lungo il suono sccc come in sci, proprio per portare calma, pace. Questo è un esempio conosciuto e sperimentato da tutti di come l’effetto vibratorio di una ripetizione per diversi minuti, con o senza accompagnamento musicale, del suono Scc (shanti) produca un effetto rilassante sui sensi e il sistema nervoso di chiunque anche di chi non conosce il significato della parola.


Anche in natura l’onda emette lo stesso suono e questa ha la capacità di mettere pace all’interno di noi stessi, perché questo suono vibra come il pensiero di pace.

In ebraico antico pace si dice Shalom, in sanscrito Shanti, in aramaico Heshusha, e hanno la stessa radice di: Yeshua, Shiva, Krishna, Krishtos, Sciamano, tutto ciò che porta quiete nella mente ha questo suono.

Il Mantra Om Shanti significa pace nella mente, nella parola e nel corpo; credo che se tutti potessimo essere davvero in pace e portare la pace nelle nostra vite, la nostra energia potrebbe viaggiare così anche verso gli altri , senza parole, diventando contagiosa . Non abbiamo dunque timore ad usare questo suono, a mettere in questo suono tutto il nostro amore, la nostra compassione, il nostro desiderio di provare o di sollecitare quiete, il nostro potere di volontà di comunicare pace.

Nel ripetere questo mantra Om Shanti possiamno seguire questa sequenza, (il trattino indica la pausa): Om-Shanti Om- Shanti Shanti Shanti Om- e poi continuate Om-Shanti Om-Shanti Shanti Shanti Om…. Ripetendolo per qualche minuto di seguito.

   
    MANTRA OM MANI PADME HUM
Recitare il mantra Om Mani Padme Hum è un'ottima cosa, ma mentre lo si sta facendo, si dovrebbe pensare al suo significato, in quanto il senso delle sei sillabe è vasto e complesso.

La prima, Om, è composta da tre lettere, A, U, e M. Queste simbolizzano il corpo impuro, la parola,e la mente del praticante; allo stesso tempo simboleggiano anche il corpo puro esaltato, la parola e la mente di un Buddha. 

Corpo, parola e mente impuri, possono trasformarsi in corpo, parola e mente puri o si tratta di due stati assolutamente separati ?
Tutti i Buddha erano esseri come noi, poi seguendo il sentiero della conoscenza hanno conseguito l'Illuminazione. Il Buddismo non afferma che non ci possa essere qualcuno che, fin dall'inizio, sia esente da difetti e possegga quindi tutte le buone qualità. Lo sviluppo di corpo, parola e mente puri deriva dall'abbandono graduale dell'arido stato impuro, trasformando così il loro essere in puro.

Come si fa? Il percorso è indicato dalle quattro sillabe successive: Mani, significa gioiello, simbolizza l'intenzione altruistica di diventare illuminato, la compassione e l'amore. Proprio come un gioiello è in grado di rimuovere la povertà, così la mente altruistica dell'illuminazione è in grado di eliminare la povertà, o la difficoltà dell'esistenza ciclica. 
Allo stesso modo, proprio come un gioiello soddisfa i desideri degli esseri senzienti, anche l'intenzione altruistica di diventare illuminato soddisfa i desideri degli esseri senzienti. 

Le due sillabe, padme, nel senso di loto, sono simbolo di saggezza. Proprio come un loto cresce dal fango, ma non è macchiato dalle colpe del fango, così la saggezza è in grado di mettere in una situazione di non contraddizione, considerando che ci sarebbe contraddizione se non si avesse la saggezza. Vi è la saggezza realizzazione di impermanenza, la saggezza del rendersi conto che le persone sono vuote, di essere autosufficienti o sostanzialmente esistenti, saggezza che realizza la vacuità della dualità, vale a dire, della differenza di entità tra soggetto-oggetto e la saggezza che realizza la vacuità dell'esistenza inerente. Sebbene ci siano molti tipi diversi di saggezza, la principale di tutte è la saggezza che realizza il vuoto. 

La purezza deve essere conseguita da un'unità indivisibile di metodo e saggezza, simboleggiate dalla sillaba finale hum, che indica indivisibilità. Secondo il sistema sutra, questo indivisibilità di metodo e saggezza si riferisce alla saggezza conseguente al metodo e al metodo conseguente alla saggezza. Nel mantra, o veicolo tantrico, si riferisce ad una coscienza in cui vi è la forma piena di saggezza e metodo, come entità indifferenziata. 

In termini di sillabe "seme" dei Buddha Conquistatori, hum è la sillaba seme di Akshobhya - l'immobile, l'imperturbabile, colui che non può essere disturbato da nulla.

Nessun commento:

Posta un commento