Esistono tre nodi che impediscono
l'evoluzione spirituale:
Il
Brahma Granthi che ha sede nel Muladhara Chakra.
Il
Vishnu granthi che ha sede nell'Anahata Chakra
Il Rudra Granthi che ha sede nell'Anja Chakra.
questi tre nodi da sciogliere hanno a che vedere con le tre realizzazioni
progressive rappresentate dalle lettere del Pranava.
A
che si assimila a Brahma ,ovvero l'essere nella sua funzione di creatore ed
ordinatore,il piano della manifestazione fisica, il piano individuale Visva ed
il piano universale Virat.
U
che si assimila a Vishnu, ovvero l'essere nella funzione di protettore e
conservatore, il piano della manifestazione sottile, il piano individuale
Taijasa ed il piano universale Hiranyagarbha.
M
che si assimila a Shiva , ovvero l'essere nella sua funzione di
distruttore-trasformatore, il piano della manifestazione causale il piano
individuale Prajna ed il piano universale Isvara.
Sciogliere i tre nodi (granthi) significa realizzare tre stati corrispondenti
al corpo grossolano, al jivatman ed all'atma unificato alla prakrti.
l'apertura dei tre fiori di loto rappresenta le tre diverse realizzazioni.
in alchimia si potrebbe dire che mulhadhara è sede del sale (fuoco
formale), Anahata del mercurio(fuoco mercuriale) e Ajna dello zolfo (fuoco
incorruttibile).
LO scioglimento del Brahma Granthi è opera al nero.
lo scioglimento del Vishnu granthi è l'opera al bianco.
lo scioglimento del Rudra granthi è l'opera al rosso.
Per
procedere alle tre "opere" occorrono tre fuochi diversi (i tre fuochi
dell'agni Vedico) così identificati :
Fuoco
individuato, Fuoco radiante e fuoco noumenico.
il fuoco radiante è quello che trasfigura nella via dell'amore.
per dare un idea anahata Chakra è sede di Isha (il Signore) che, oltre ad
essere appellativo di Shiva e Vishnù (Haresha) è , o assomiglia , moltissimo (so che la somiglianza non vuol
dire niente ma è una interessante coincidenza) al nome sanscrito (isha) e al
nome arabo(isa) di Cristo e mi sembra che sia il nome dell'ultima delle cinque
preghiere giornaliere dei fedeli islamici.
i nodi sono legati alla soluzione delle cinque guaine
annamaya
kosha, legata al corpo grossolano
pranomaya kosha e manomayakosha (legate al corpo sottile , al tajasa
inferiore.
Buddhimayakosha(vijnanamayakosha) legata al corpo sottile, tajasa
superiore.
Ananda mayakosha legata al corpo causale.
1)
Visva (primo quarto) pervade ogni cosa e fa l'esperienza degli oggetti
esterni (grossolani),
Taijasa (secondo quarto) fa esperienza di quelli interni
(sottili),
Prajna (terzo quarto) esperimenta la totale coscienza (stato
indifferenziato): da ciò si deduce che la medesima entità è considerata
triplice.
2)
Visva conosce mediante l'occhio destro,
taijasa tramite l'organo interno dello strumento mentale e Prajna
tramite lo spazio (akasha) nel cuore.
Così (lo stesso jivatman) appare nel corpo in modo triplice.
3)
Visva fruisce degli oggetti grossolani,
taijasa di quelli sottili e Prajna sperimenta la beatitudine.
La fruizione è dunque triplice.
4)
Visva gode del mondo grossolano,
taijasa del sottile e Prajna gode la felicità.
Il godimento è dunque triplice.
5)
colui che conosce il soggetto e l'oggetto di fruizione associati a
ciascuno dei tre stati, non è più afflitto dagli oggetti (di questi stati)
anche quando ne fa l'esperienza.
6)
E' certo che la creazione appartiene a quelle entità che hanno
un'esistenza (reale).
Così Prana manifesta tutti gli oggetti e Purusha crea separatamente i
multiformi raggi di coscienza (jiva)
7)
Alcuni pensatori considerano la creazione come il potere (della divinità),
mentre altri la paragonano ad un semplice sogno o ad una proiezione mentale
(che può realizzare un mago)
8)
"La creazione avviene per volontà del Signore" affermano
alcuni, mentre altri che considerano il tempo come reale affermano che la manifestazione
deriva dal tempo.
9)
Alcuni pensano che la creazione esista affinchè (il Signore) ne tragga
godimento, mentre altri l'attribuiscono ad un semplice gioco (del
Signore).
Questo (atto di creazione) è inerente alla natura dell'Essere
risplendente, ma quale desiderio si potrebbe supporre in colui in cui tutto è
compiuto?
l'avidja di isvara non è l'avidja collettiva.
è il suo farsi limite, come la sfera di Parmenide.
isvara è causa, è l'idea.
Prajna e Tajasa sono i luoghi dei fenomeni.
i fenomeni sono "concetti"
isvara conosce Sé stesso sul piano causale senza l'intercessione di nessun
strumento..
in Taijasa e Visva conosce Sé stesso come maya tramite la coscienza
sensoriale.
maya che è "esterna" al soggetto percipiente, è il mondo fenomenico
ed è "senza origine".
maya ,ovvero la manifestazione, è senza nascita e quindi eterna.
é Maya che è non dualità.
é Maya ad essere la sola Realtà.
il Creato è il Creatore.
c'è una frase molto bella di Raphael:
cercare l'errore o la maya (....) è come cercare nell'aria le impronte
dell'uccello.
la dissoluzione dell'universo può avvenire in ogni istante, nel senso che è
"rappresentazione".
basta interrompere la corrente al proiettore cinematografico per vedere lo
schermo.
è questa la realizzazione?
ma il vedere Maya come errore o come cosa negativa come fanno alcuni non porta
da nessuna parte.
perchè non vi è differenza tra Creato e creazione, tra soggetto ed
oggetto.
quando si dice che non c'è niente da compiere e da raggiungere si fa
riferimento a colui che ha realizzato Prajna e la sua corrispondenza con la
lettera M dell'Aum.
nell'amatra (aggiunge gaudapada)- non misurabile in quanto non soggetto ad
esperienza- non rimane più niente da raggiungere.
occorre realizzare:
1) che gli oggetti esterni sono concetti derivanti dall'idea-Prajna (lettera
A)
2) che gli oggetti interni sono concetti derivanti dall'idea-Prajna (lettera
U)
3) che prajna , pur essendo stato non duale (diciamo di unità), conduce, in
quanto mondo delle possibilità, di nuovo a taijasa e Visva.
il discorso degli idealisti e di Ug krishnamurti sulla reale esistenza e consistenza
del tavolo forse andrebbe visto in maniera diversa.
il tavolo può essere circolare, quadrato o ovoidale.
ma in lui non vi è nessuna volontà di essere circolare quadrato o
ovoidale.
c'è un aspirazione del soggetto percipiente che dal mondo di Prajna-idea trae
la forma concetto.
il quadrato, il cerchio, l'ellisse non possono esistere di per sé, nel senso
che nessun quadrato ha la coscienza di essere quadrato.
il terzo pada è lo stato della causalità.
delle infinite possibilità di manifestazione.
l'asparsa yoga dicono vada oltre.
oltre il mondo delle idee.
purusha prakrti sono due principi duali.
Isvara è non duale, ma è autolimitato.
il fatto stesso di essere definito circonferenza dal raggio infinito o sfera
infinita significa che gli si dà un limite.
l'ignoranza di isvara è il suo autolimitarsi.
maya , eterna, è la misura di isvara.
la liberazione dicono sia la distruzione del mondo inteso come
fenomeni-evento:
la distruzione del mondo come concetto.
le modificazioni della mente sono ciò che comunemente è chiamato realtà
empirica.
si possono arrestare in ogni istante.
voler conoscere Maya è come tentare di baciarsi puoi riuscirci solo a patto di arrotolarti completamente su te stesso .
BANDHA e GRANTHI
Tradizionalmente i bandha erano classificati come parte deimudra ed erano trasmessi oralmente
direttamente dal guru al discepolo. Il testo Hatha Yoga Pradipika tratta insieme i bandhae i mudra e anche gli antichi testi tantrici non
fanno alcuna distinzione. I bandha sono ampiamente inclusi nei mudra così come nelle tecniche di pranayama e si possono integrare alleasana.
La loro azione di chiusura, tuttavia, li svela come gruppo di pratiche
fondamentalmente importante di per sé. La parola sanscrita bandha significa 'tenere', 'stringere' o
'chiudere'. Queste definizioni descrivono esattamente l'azione fisica richiesta
nella pratica dei bandha e il loro effetto sul corpo pranico.
Lo scopo dei bandha è di bloccarte i prana in particolari aree e dirigere il
flusso in sushumna nadi per favorire il risveglio spirituale.
Ibandha possono essere
praticati individualmente o uniti ai mudrae
alle pratiche di pranayama.
Quando sono combinati in tal modo, essi risvegliano le facoltà psichiche e
formano un'aggiunta alle pratiche yogiche superiori.
Ci sono quattro bandha:
jalandhara, uddiyana, mula e maha.
Quest'ultimo è la combinazione dei primi tre. Questi tre bandha agiscono direttamente
sui tre granthi o nodi psichici. Mula bandha è associato a brahma granthi, uddiyana bandha a vishnu
granthi e jalandhara bandha a rudra
granthi. I granthi impediscono
il libero flusso di prana lungo sushumna nadi bloccando in
tal modo il risveglio dei chakra e l'ascesa dikundalini.
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Brahma
granthi è il primo nodo
ed è associato a muladhara esvadisthana chakra. E'
legato all'istinto di sopravvivenza, al bisogno di procreare e alla conoscenza,
alla consapevolezza e al desiderio profondo e istintivo. Quando brahma granthi viene trasceso, la kundalini, o energia
primaria, può risalire oltremuladhara e svadisthana senza essere nuovamente richiamata
verso il basso dalle attrazioni e dai modelli istintivi della personalità.
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Vishnu
granthi è il secondo
nodo ed è associato a manipura eanahata chakra. Questi due chakra sono collegati al nutrimento degli
aspetti fisici, emozionali e mentali dell'esistenza umana.Manipura sostiene annamaya kosha, il corpo
fisico, che governa la digestione e il metabolismo del cibo. Anahata alimentamanomaya kosha, il
corpo mentale e pranamaya
kosha, il corpo energetico. Una volta che vishnu granthi viene trasceso, si prende l'energia
dall'universo e non dai centri localizzati all'interno dell'essere umano.
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Rudra
granthi è il terzo nodo
ed è associato con vishuddhi e ajna o agya chakra. Vishuddhi
e ajna sostengono vijnana o vigyanamaya kosha, il corpo intuitivo o
mentale superiore, e rappresentano la trasformazione di una forma, un'idea
o un concetto esistente nel suo aspetto universale. Quando rudra granthi viene oltrepassato, si perde l'individualità,
ci si lascia alle spalle la consapevolezza del vecchio ego ed emerge
l'esperienza della coscienza immanifesta oltre ajna chakra, in sahasrara.