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YOGA E BENESSERE




 Lo yoga è salute e, ancor di più, è auto-gestione della propria salute. Questa disciplina viene considerata oggi dagli esperti basilare per svolgere meglio qualcunque attività sportiva e professionale.

Famosi campioni come il subacqueo Mayol, il tennista Mc Enroe, intere squadre di calcio, si preparano con lo yoga. Infatti come interval-training e come sviluppo della capacità di concentrazione è sempre più utilizzato in tutti i rami dello sport e della vita. 
  
 Varie psicoterapie moderne come il famoso training autogeno non sono che una piccola sintesi di tecniche mentali yoga, di respirazione, di rilassamento e di comunicazione, desunte dalla millenaria esperienza della filosofia e metodologia yoga.


Grande applicazione trova esso inoltre in tutte quelle attività motorie, cosiddette dolci, raccomandate appunto ai sedentari, ai sofferenti di dolori a tutto l’apparato osteomuscolare (dolori alla schiena, alle articolazioni, dolori muscolari in genere) e agli anziani e ai disabili “Voler rimanere giovani e vitali non è una frivolezza ma, al contrario, un dovere verso se stessi e verso gli altri “. Questa è l’espressione di molti saggi yoghi. E ancora: “ E' immensamente più sociale rimanere giovani ed autosufficienti che imporre ai propri figli ed alla società il peso di una vecchiaia tribolata conseguente a un modo di vivere sbagliato ".
  
 Tutto questo dovrebbe attuarsi attraverso un rispetto reciproco e l’osservanza di regole etico-morali insite nella disciplina e nella filosofia yoga stesse. Che lo yoga possa fornire infine una risposta alle domande dell’uomo del ventunesimo secolo risulta evidente dalla sempre maggiore affluenza della gente ai corsi di yoga, soprattutto nei Paesi altamente sviluppati e tecnicizzati e nelle grandi e caotiche città in cui viviamo.

                        Perché praticare lo yoga - Il parere del medico

Numerosi centri di ricerca medico-scientifica in molti paesi del mondo evidenziano sempre più l’efficacia delle pratiche yoga coadiuvanti nella cura delle varie patologie fisiche-psichiche.



Sempre più, esperti medici, psicoterapeuti, kinesiologi ed operatori della riabilitazione consigliano l’applicazione delle tecniche yoga.

 Lo yoga infatti viene utilizzato, in molte cliniche del mondo, per la terapia delle malattie mentali e nelle tossicodipendenze e, ai fini della rieducazione, negli istituti di pena.

 Negli ambienti ospedalieri è poi raccomandato per la preparazione al parto  e post parto. Numerose sono inoltre le applicazioni di specifiche tecniche yoga per il miglioramento dell’apparato genito urinario.

 Le posizioni yoga portano ad un superamento dei problemi collegati alle deviazioni della colonna vertebrale come scoliosi, cifosi lordosi; altrettanto possono trovare sollievo tutti coloro che soffrono di artrosi, di ernia discale  e  di dolori articolari in genere.

Un altro benefico effetto si ha sul sistema circolatorio sanguigno e linfatico  con la rimozione, delle stasi venose, della ritenzione idrica, della pigrizia intestinale, e quindi delle varici che colpiscono notevolmente gli adulti, soprattutto le donne.


L’attività respiratoria viene rieducata, stimolata e potenziata e ciò apporta benificio su tutto l’organismo, per cui le tecniche di respirazione yoga trovano indicazioni nella cura delle patologie dell’apparato cardiaco, respiratorio e nei problemi connessi alla pressione sanguigna. Del resto tutte le metodologie yoga sono indicate per ovviare  ai  problemi derivanti dallo stress: ansia, insonnia, ipertensione, asma, nevrosi, dermatiti, squilibrio ormonale, coliti, depressione ed altri malanni ancora.

I bambini, a partire dai sette anni di età, possono praticare  questa disciplina con ottimi risultati: sul piano fisico, per un sano ed armonioso sviluppo, sul piano psichico, per una migliore capacità di concentrazione e un miglior profitto scolastico. Del resto pure la cosiddetta “terza età” trova  nella pratica yoga tutta una serie di esercizi, facilmente accessibili e di grande utilità, per ovviare a tutti i problemi appena menzionati; solo che in questi casi specifici l’istruttore dovrà essere ulteriormente all’altezza delle situazioni.

 In definitiva lo yoga è una disciplina per tutti e, dal suo studio e dalla sua pratica ognuno potrà ottenere, gradualmente e secondo le proprie possibilità e necessità, un sicuro miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche e, quindi, una più grande serenità.

 Tutto questo dovrebbe attuarsi attraverso il rispetto delle regole etiche e morali, igieniche e alimentari  e delle leggi della natura  considerate attentamente nella filosofia e nella pratica della Scienza Yoga.

 Che lo Yoga possa fornire, infine, una risposta alle domande dell’uomo del terzo millennio risulta evidente dalla sempre maggiore affluenza della gente ai corsi di tale disciplina, soprattutto nei paesi altamente sviluppati e tecnicizzati e nelle grandi e caotiche città in cui viviamo.


                                       Messaggio profondo dello yoga



Il messaggio più profondo dello Yoga è il messaggio di “Pace”. In un mondo conturbato come il nostro, pieno di violenze e di soprusi, lo Yoga è apportatore di pace interiore, di serenità, di armonia e di collaborazione sociale. Lo Yoga è contro la violenza perché alla base di questa disciplina c’è solo il desiderio profondo di migliorare se stessi, ritrovare la salute e la pace interiore, predisponendoci così ad un rapporto più disteso ed armonioso con gli altri.

E’ questa conoscenza totale di noi stessi, del controllo dei moti della nostra mente, del reale scopo della vita, che la pratica assidua dello Yoga conferisce, conducendoci inoltre ad una espansione della coscienza ed alla emancipazione totale.

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                  YOGA E BENESSERE - Ipotalamo e yoga

                                                     


Nel corso delle nostre lezioni abbiamo analizzato la fisiologia dello stress e i fattori esterni che lo determinano: ma bisogna approfondire l’argomento andan-do a studiare l’ipotalamo, le sue principali funzioni, e le sue relazioni con lo stress.
L’ipotalamo è un vero e proprio centro di comando a cui sottostanno tutta una serie di ghiandole secernenti ormoni, ad esempio la tiroide, che a loro volta scatenano delle reazioni, ottenendo funzioni specifiche.

La produzione dei fattori di rilascio o messaggeri di natura ormonale dall’ipotalamo, indirizzati presso ghiandole “bersaglio”, determina il rilascio da parte della suddetta ghiandola di ormoni che trasmessi ad un organo “bersaglio” lo stimolano a secernere delle sostanze che agiscono sul nostro organismo mediante reazioni chimiche specifiche.

Praticare lo Yoga, eseguire posture dolci e stabili, passeggiare a piedi scalzi sulla sabbia, vicino alle grandi distese di acqua, praticare tecniche di respirazione e meditazione, facilita il rilassamento, la rigenerazione del corpo e della mente, eleva lo spirito. Si recupera in tal modo una grande quantità di Prana, la forza vitale. Tutto ciò è fondamentale per ovviare agli effetti negativi dello stress e migliorare le condizioni di vita e lo stato mentale.

Apprendere le nove funzioni dell’ipotalamo significa conoscere il funzionamento del corpo umano, il perché un individuo perfettamente sano arriva al “CRACK” (questo è il termine con cui si designa lo stato di caduta di un individuo), capire le modificazioni che avvengono in noi grazie alla pratica delle tecniche Yoga, le quali ci forniscono un ausilio ai numerosi problemi che ci pone la vita contemporanea.



                                     REAZIONE - ATTACCO - FUGA

E’ una delle più importanti funzioni ipotalamiche che aiuta l’individuo nella sopravvivenza in condizioni in cui debba prepararsi alla lotta, sia per aggredire, sia per difendersi, attraverso una lunga serie di reazioni: il glicogeno epatico e muscolare viene scisso in glucosio che fornisce energie all’individuo mediante combustione, si ha un aumento della pressione ematica e della frequenza cardiaca, mediante la nota scarica adrenalinica della midollare del surrene.

Questi fenomeni sono utilissimi se lo stimolo è saltuario, ma se la stimolazione è continua (in condizioni di stress) questa funzione ipotalamica trasforma l’ipotalamo stesso in una specie di “KILLER” per l’individuo.

 Infatti è noto che nella condizione di stress l’individuo manifesta tachicardia, disturbi di varia natura (malattie psicosomatiche) e diminuzione dei sistemi immunitari, portando un soggetto prima fisicamente sano ma solo per un certo periodo stressato, a manifestare malattie fisiche “reali” dai generi più svariati. 

La reazione — Attacco o Fuga può quindi portare realmente a numerose malattie psicosomatiche in tempi, però, che variano da individuo a individuo a parità d’intensità e frequenza di stimolazione. Nessuno è immune dallo stress.



                                       RITMO SONNO - VEGLIA

Il ritmo sonno — veglia è il rapporto tra le ore di sonno e di veglia di un individuo. Quando l’ipotalamo funziona perfettamente il ritmo sonno — veglia è regolare, cioè un individuo, tutti i giorni, sia addormenta e si sveglia sempre nelle medesime ore.
Se l’ipotalamo non funziona regolarmente come nella condizione di stress la regolarità del ritmo sonno — veglia viene alterato e probabilmente qualcun’altra delle nove funzioni ipotalamiche.

La persona soggetta a tali disfunzioni è affaticata dal lavoro quotidiano, non riesce ad addormentarsi e a riposare bene. S’innesca così una reazione a catena che conduce il soggetto stressato alla soglia dell’ospedale o della cura psichiatrica.
Tutto ciò può avvenire anche in breve tempo circa 15 — 20 giorni; ci sono casi in cui la durata è maggiore anche di alcuni anni nei quali il soggetto inconsapevolmente “malato” riesce a sfogarsi o come comunemente si dice a scaricare.

                                   TERMOREGOLAZIONE

La termoregolazione consiste in una serie di meccanismi sempre controllati dall’ipotalamo ed adibiti al mantenimento della temperatura corporea a livelli costanti; ad esempio la vasodilatazione e la vasocostrizione dei pori cutanei, l’aumento della frequenza cardiaca e della capacità polmonare.
Affinché i suddetti meccanismi continuino a funzionare regolarmente, dobbiamo stimolare l’ipotalamo; per esempio evitare di chiuderci ai primi freddi in casa, praticare attività fisica come lo Yoga che con l’ausilio di tecniche posturali e respiratorie allena la
termoregolazione.

                                 CONTROLLO DELL’ADENO IPOFISI

L’ipotalamo ha sotto il suo controllo anche l’adenoipofisi; anatomicamente è situata nell’osso sfenoide e precisamente nella sella turcica nel lobo anteriore dell’ipofisi, costituendo una delle due sezioni principali della ghiandola pituitaria. L’altra parte è denominata neuroipofisi.
L’adenoipofisi regola cosi un insieme di meccanismi importati per la sopravvivenza, ma dobbiamo dire che è solo in parte controllata dall’ipotalamo. L’adenoipofisi ha altre importanti funzioni: indirettamente per il metabolismo e direttamente influenza le ovaie per la regolarizzazione del ciclo mestruale.

                                            CONTROLLO SESSUALE

a) Perpetuazione della specie
b) Sesso psichico- libido

La procreazione e il controllo sessuale sono completamente sotto il controllo dell’ipotalamo; anche in questo caso la disfunzione della ghiandola in esame crea dei problemi agli individui: fattori di stress hanno causato ai nostri giorni due tipi di sindromi: quella da “uomo manager” e da “donna manager”. Quest’ultima causa alterazioni nel ciclo mestruale con l’eventuale scomparsa dello stesso. L’inattività prolungata delle ovaie le può rendere ipotrofiche, difatti in alcuni casi si sono riscontrate le ovaie completamente secche.

                                           CONTROLLO DELL’H.C.L

La secrezione continua di acido cloridrico nel momento in cui i fenomeni digestivi non avvengono, determinata dall’alterazione funzionale dell’ipotalamo, provoca l’ulcera gastrica.

LA REGOLAZIONE E L’ELIMINAZIONE DELL’H2O NELL’EQUILIBRIO  IDRICO (o idrico — ionico — salino)

Oltre ad essere controllato dall’ipotalamo l’equilibrio 
idrico — ionico — salino è in relazione con la dieta alimentare.
A questa regolazione partecipa l’aldosterone che fa riassorbire l’acqua e il sodio.

                                       PRESSIONE ARTERIOSA

La regolazione della pressione arteriosa avviene mediante dei meccanismi che la stabiliscono a valori medi di circa 80 — 120 per l’uomo, mentre la donna ha minima di circa 70 e la massima di 100 — 110 circa.
L’ipotensione può causare svenimenti come ad esempio nel calo della glicemia, la quale non porta a morte se il soggetto non viene a trovarsi in particolari situazioni, ad esempio alla guida di un’autovettura.

Più pericolosa è invece l’ipertensione che determina malattie psicosomatiche. L’ipotalamo impazzito può fare aumentare la pressione anche in individui ipotesi trasformandoli in ipertesi, a lungo andare può provocare l’infarto o l’ictus cerebrale, soprattutto in individui di età media intorno ai 40 — 50 anni.
Negli ultimi anni si sono verificati numerosi casi di infarto ed ictus cerebrale dovuti all’ ipertensione soprannominata e facilitati da una non corretta alimentazione, da attività sedentarie, nonché da una vita troppo frenetica.

                      ASSUNZIONE DEGLI ALIMENTI (sensazione della fame)

E’ la funzione che determina la frequenza del cibo assunto in sinergismo alla sensazione di pieno del canale digerente.
Comunemente si pensa che i problemi fisici di natura alimentare sia un campo di studio relativo soltanto ai dietologi e agli endocrinologi, mentre come vedremo alcuni casi di essi solo strettamente relazionati all’ipotalamo interessando altri campi di studio sempre inerenti alla medicina come la neurologia.

La fame ha tre fasi: cefalica, gastrica, e intestinale: la fase che a noi interessa è la prima quella “cefalica”. Questo è lo stimolo a mangiare che è determinato dall’odore e dal gusto e dal desiderio psichico del cibo.

Se questa fase è regolare l’individuo anche colui che ha uno stomaco slargato e di conseguenza un appetito superiore al normale non ha desiderio di mangiare in continuazione. All’opposto situazioni di stress quali insoddisfazioni ed ansie, frustrazioni, depressioni, provarono nell’individuo la ricerca di un appagamento alimentare e quindi una continua stimolazione all’assunzione del cibo.

Negli individui che manifestano tali condizioni c’è una preferenza negli alimenti dolci come ad esempio la cioccolata.Da questa sintetica e schematica analisi delle funzioni dell’ipotalamo ci accorgiamo immediatamente che tale regione del nostro cervello controlla praticamente tutte le funzioni principali del nostro organismo e quindi il suo perfetto funzionamento consente di mantenere uno stato di salute ottimale.

Abbiamo accennato al ripetersi continuo di cause stressanti che, in soggetti psicologicamente predisposti determinano malattie psicosomatiche, per esempio le persone che hanno paura di avere una perforazione allo stomaco, con l’accumulo di energie non utilizzate e lo sfogo delle stesse a livello gastrico, gli determinano l’ulcera gastrica.

L’ipotalamo è quindi il responsabile (sempre relazionandolo ai fattori esterni) dei numerosi mali contemporanei, che spesso vengono ad associarsi: tachicardia, ipertensione ed ansia.

L’onerosità dell’ipotalamo diminuisce quando riusciamo a metterlo sotto la nostra volontà, mediante le tecniche Yoga.
Famosi guru riescono a controllare molte delle funzioni ipotalamiche, rallentando ad esempio l’invecchiamento, praticando l’autoguarigione mediante la liberazione del cortisone, evitando le malattie influendo sui sistemi immunitari, aumentando il loro quoziente di Bioenergia.

Lo Yoga quindi influenza positivamente l’ipotalamo dimostrandosi l’unica soluzione, in perfetta sintonia alle funzioni del corpo umano e alle leggi che governano l’universo, che riveli risultati chiari e concreti ai mali contemporanei.
Ovviamente esistono tantissime tecniche Yoga: posizioni, respirazioni, pranajama ecc. che aiutano a ripristinare l’omeostasi.

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                   YOGA E BENESSERE - Yoga ed endocrinologia


E’ da un po’ di tempo che ormai anche la medicina occidentale ha assimilato dall’Oriente la convinzione che salute voglia dire realizzazione dell’armonia Corpo-Mente-Spirito. Largo sviluppo ha avuto nell’ultimo decennio l’Endocrinologia e lo studio delle sue connessioni con il Sistema Nervoso e con il Sistema Immunitario.

L’Endocrinologia si basa sul concetto fondamentale di OMEOSTASI o equilibrio, come lo Yoga che con le sue “ Asana” (posizioni), con la meditazione e con la respirazione porta al riequilibrio dell’Energia nei Chakras o Ruote di Vita, punti energetici dove l’energia del corpo può essere in eccesso o in difetto.

Eccessi o deficit ormonali esitano infatti in malattia e lo stress a cui èsottoposto l’individuo nella nostra società è il principale fattore di perturbamento dell’equilibrio endocrino.

Gli ormoni contribuiscono a mantenere l’equilibrio dell’ambiente dove si svolge la vita di cellule e tessuti, regolano la concentrazione della sostanze nutritive e della circolazione sanguigna, regolano la risposta dell’organismo a stimoli ambientali quali il freddo, i traumi, gli stress psichici e le infezioni; stimolano l’accrescimento e le funzioni riproduttive.

Fondamentale è la correlazione tra Sistema Endocrino e Sistema Nervoso. Questa interazione si svolge sia a livello Ipotalamo-Ipofisario (Sistema Nervoso Centrale) sia a livello del Sistema Nervoso Autonomo.

I Chakras della Filosofia Orientale corrispondono alla nostre ghiandole endocrine ed ai gangli nervosi,quindi il lavoro effettuato sul corpo con le metologie Yoga ed una prevenzione o diagnosi di squilibri endocrini sono una via per il benessere psico-fisico.
Ricordiamo la correlazione tra epifisi e il cosiddetto “Terzo Occhio” della filosofia filosofia esoterica dell'India: l’Epifisi è una piccola ghiandola situata nel cervello, secerne la Melatonina ed ha una attività secretoria che presenta della alternanze ritmiche legate alla luminosità dell’ambiente, raggiungendo valori massimi durante il buio e minimi con la luce diurna.

Grazie alle tecniche di respirazione e rilassamento (Prananyama e meditazione) si hanno notevoli modificazioni chimiche in seno all’organismo umano: cervello, cellule e mente.
A livello psichico i Chakras rappresentano i molti livelli di coscienza; lavorando su di essi si può sperimentare come i nostri pensieri producono le nostre emozioni e queste i nostri comportamenti e le nostre percezioni.

                                Diagramma dei chakra


        
                 Zone del cervello corrispondenti ai chakra

Le forme e il contenuto dei Chakra sono costituiti dalla ripetizione di schemi appresi nella nostra vita quotidiana e di abitudini che creano le azioni nel mondo che ci circonda: stress, paure, ansia e patologie con conseguente abbassamento delle difese immunitarie.

Ecco dunque il collegamento tra mente e corpo e l’importanza di lavorare con lo yoga e con la meditazione sulla consapevolezza dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
L’autoperpetuazione di uno schema nel lavoro, nel campo affettivo ecc., può rappresentare un blocco nella crescita personale e scatenare malattie psicosomatiche di vario genere.

Il dolore passato o lo stress influiscono sul corretto funzionamento dei nostri Chakra e quindi anche sul nostro sistema endocrino.
Di grande rilevanza è il beneficio delle posizioni e della respirazione Yoga sugli esiti di mastectomie, facilitando il ripristino della circolazione sanguigna (con la formazione di by-pass ove occorre), la circolazione linfatica e la normo epitelizzazione delle cicatrici. 

Le tecniche di rilassamento e meditazione aumentano l’increzione delle endorfine e dei peptidi oppioidi necessari al recupero della serenità, del benessere, della calma e delle difese contro lo stress.

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 Ayurveda: un'antica arte di guarigione


La medicina, o meglio "l'arte di guarire" è antica quanto l'uomo. Nelle Tradizioni antiche l'arte di guarire era l'arte di conservare l'uomo in buona salute attraverso un corretto modo di vivere. La Medicina Ayurvedica è un'arte di guarigione molto antica. Il termine Ayurveda deriva dalla lingua sanscrita (madre di tutte le lingue moderne), “Ayu” significa vita, “Veda” significa conoscere.
L'Ayurveda che significa "scienza della vita" è un' antica arte di guarigione della tradizione indiana che ben si presta ad essere applicata anche nei nostri tempi e nei paesi occidentali. L'Ayurveda è usato da più di 5000 anni su milioni di persone è il sistema di medicina più antico di cui si abbia testimonianza scritta. 

E' un sistema olistico di guarigione e come tale considera l'uomo nella sua integralità: corpo fisico, energetico, mentale, psichico e spirituale. La medicina ed il pensiero moderno post-cartesiano tendono a generalizzare i fenomeni mentre nell'Ayurveda tutto viene valutato individualmente, "ad personam". Secondo l'Ayurveda nell'uomo, come nel corpo, vi sono tre principi base, chiamati Dosha, formati dagli elementi fondamentali che compongono l'Universo: Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Etere.
Dall'unione di Aria ed Etere si forma il Dosha Vata (aria); dall'unione di Fuoco ed Acqua si forma il Dosha Pitta (fuoco); dall'unione di Terra ed Acqua si forma il Dosha Kapha (acqua). Questi tre Dosha regolano tutte le funzioni fisiche e psichiche del nostro organismo. In ogni organismo sono presenti tutti e tre i Dosha e a seconda che vi sia prevalenza dell'uno o dell'altro si definiscono in Ayurveda tre costituzioni pure e sette costituzioni miste.

La costituzione è determinata al concepimento, ma durante la nostra vita, a seconda del nostro modo di condurla, delle scelte che facciamo, del cibo che mangiamo si possono creare degli squilibri, dovuti all'aumento di uno o più Dosha e si crea la malattia. Secondo il concetto ayurvedico la malattia è determinata da un non corretto stile di vita che porta nel tempo allo squilibrio dei Dosha.

Il metodo diagnostico ayurvedico è di osservazione e di ascolto. La diagnosi principale si attua attraverso la palpazione del polso radiale. Altri metodi diagnostici sono: la fisiognomica del volto, l'esame della lingua, degli occhi, delle labbra, delle unghie.
I principali metodi di cura sono: l'alimentazione prescritta secondo l'esame dello squilibrio dei Dosha, i farmaci ayurvedici ( fitoprodotti e minerali), il massaggio, pratiche yogiche e meditative, uso di pietre e cristalli, pratiche di ringiovanimento (panchakarma).
L'Ayurveda pone enfasi sul prendersi la responsabilità della cura di se stessi, ad esempio preparando il proprio cibo, facendo un esercizio fisico appropriato, mangiando cibi adatti alla stagione e mantenendo uno stato positivo della mente. In particolare l'Ayurveda sostiene che la salute è il risultato di uno stato di armonia col proprio sé. 
"La malattia è un Maestro che ci fa capire gli errori commessi nel nostro modo di vivere e di pensare." 

( Paramahansa Satyananda Sarasvati )

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                           ENDORFINE E YOGA











La tradizione religiosa vuole ascrivere il " peccato originale " ad una succosa mela colta dalle mani improvvide e ardite della progenitrice Eva . Schiere di teologi e studiosi si sono affrontate sul tema , ma a tutt'oggi la questione non è definitivamente chiarita . Don Falcuccio propone una opzione clamorosa : e se se si fosse trattato di una....PERA?

La scienza e lo studio del corpo hanno scoperto ormai da tempo in circolo nel prezioso e stupefacente laboratorio corporeo , l'esistenza delle " ENDORFINE " , sostanze secrete dall'apparato ghiandolare-ormonale , che generano nell'organismo piacevoli stati di benessere psicofisico . Non solo , le endorfine sono dei veri e propri anti-dolorifici , in mancanza delle quali il corpo , o meglio ancora l'intero organismo psico-somatico cade preda del dolore  , inducendo il malcapitato a ricorrere a surrogati fermaceutici analgesici , che alla lunga procurano una fastidiosa se non problematica  " dipendenza ".

Quella "mela" deve aver procurato un tale "gusto" endorfinico ai due pro-genitori , da indurli a ri-provarci ancora , e in quel momento , ahimè , sono entrati nella "rete" neurale di matrix/maya , la mente egoica inferiore , tanto che da qule giorno la mela , alchemicamente parlando , si è trasformata in " PERA " ; infatti se non si facevano una "pera  " al giorno i due poveretti andavano in " ROTA "( Crisi di astinenza ) . E' lì che nacque il detto : < Capello , capellaccio , si nun moro ce arifaccio > !
 Lasciarono l'Eden ed entrarono nell'inferno di Matrix !

E già , infatti dentro matrix non esiste " libertà "( = moksa ) , esiste solo schiavitù , dipendenza , la mela è una scelta , la pera una necessità !

I quotidiani "gossippari " , quelli che si leggono nelle sale di attesa dei parrucchieri , riportano una intervista a una soubrettina un pò attempata , che ri-vela , pensate un pò , il segreto della sua bellezza nonostante abbia passato la cinquantina , ascoltate e prendete appunti : < Faccio sesso ogni giorno > ! 
Se non lo fa sta male ! Beata lei dirà qualcuno più sprovveduto. Insomma se non si fa una pera di sesso non sta bene , come non sta bene chi non si fa una pera di fumo fuori sul portone , chi non si fa una pera di cannabis , di psicofarmaci , di lavoro , di politica , di tribuna televisiva , di talk show . 

Vedi il povero ministro costretto a spendere botte di milioni di euro per rimediarsi il sesso che fa sentire giovane pure a lui . L'aveva detto la moglie : è sesso/dipendente ! 
Ha bisogno un di sesso continuo , sennò le endorfine chi gliele da ? Gli scherani-parassiti che lo circondano ?  La politica con le sue lunghe , pipposissime sequele di noiosi accadimenti , gli emigranti , i tunisini ..ecc...? Ma va là !

Il corifeo di coribanti che gli sono intorno , anche loro cercano i succedanei del sesso come : il potere , politico e finanziario , il successo ...ecc...ecc...e quindi forza anche qui pere giornaliere . Gli Anchorman televisivi estenuati da logorroiche maratone , ecc...anche qui pomeriggi serate intere di pere televisive .
Matrix sa benissimo che l'uomo/donna si muove in base a due principi fondamentali : Piacere ( Raga ) , Dolore ( Dvesha )  ! 

L'uomo/donna cerca tendenzialmente il piacere e fugge dal dolore . Tutto il successo di Matrix consiste in questa conoscenza : blandisce con il piacere  creando dipendenza o minaccia con il dolore quando non raggiunge lo scopo .
Quando nelle sacre scritture di oriente ed occidente si parla di "idoli ", questi sono proprio le "dipendenze" , i nostri centri ossessivi , che hanno per unica fonte la paura della morte. 

Cara soubrettina ,  mi spiace deluderti , ma il sesso si fa dentro Matrix , nel Regno si fa l'AMORE , si vive di Amore , si dona Amore , si riceve Amore . Questa è la scoperta che fa la SAMARITANA quando incontra il Maestro al pozzo . Si reca lì ogni giorno a prendere "acqua " ( Svadisthana chakra = amore fisico = emozioni ) , ogni giorno però la finisce e ogni giorno deve tornare a riprenderla perchè si tratta della sua "dipendenza " , ha avuto 5 mariti ( i 5 sensi schiavizzati da Matrix ) , ogni giorno è "costretta a questo andirivieni , come te , finchè non ha provato "arsura " , derivata dall'aridità della sua vita , e ha cercato incosciamente un'acqua "diversa". Gliel'ha fornita il Maestro < La mia acqua zampilla in eterno , non avrai più sete > .

E questo vale per tutti quelli che hanno "dipendenze ", sono malati e non guariranno fintanto che non berranno quell'acqua , Cavaliere compreso per " uscire " da Matrix !





                        Cosa sono le endorfine?
Le endorfine sono sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. La loro azione è simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee.

L'interesse scientifico verso le endorfine iniziò negli anni intorno al 1970 quando gli studi sull'effetto di alcuni oppiodi esogeni (ad esempio la morfina) condusse alla scoperta di recettori specifici all'interno del sistema nervoso centrale. Si ipotizzò quindi che il cervello stesso fosse in grado di sintetizzare delle "morfine endogene" che furono chiamate, appunto, endorfine.

Attualmente si conoscono quattro distinte classi di endorfine, dette rispettivamente "alfa", "beta", "gamma" e "delta".
Sintetizzati anche nell'ipofisi, nei surreni e in alcuni tratti dell'apparato digerente questi peptidi hanno i loro recettori in varie zone del sistema nervoso centrale dove si concentrano soprattutto nelle aree deputate alla percezione dolorifica.

Oltre ad aumentare la tolleranza al dolore le endorfine sono coinvolte:
nella regolazione del ciclo mestruale 
nella secrezione di altri ormoni come GH, ACTH, prolattina, catecolamine e cortisolo

nel senso di benessere ed appagatezza che insorge al termine di un rapporto sessuale 
nel controllo dell'appetito e dell'attività gastrointestinale 
nella termoregolazione
nella regolazione del sonno.


Il rilascio delle endorfine in circolo avviene in particolari circostanze tra le quali un ruolo particolare è svolto dall'attività fisica.
Un aumento della concentrazione plasmatica di queste sostanze si verifica anche durante terapie analgesiche come l'agopuntura, l'elettrostimolazione e il massaggio sportivo.
Il coinvolgimento delle endorfine nel controllo delle attività nervose è stato a lungo studiato ed il ruolo di queste sostanze per certi aspetti non è ancora stato completamente chiarito.

L'aspetto più affascinante ed interessante delle endorfine risiede nella loro capacità di regolare l'umore. Durante situazioni particolarmente stressanti il nostro organismo cerca di difendersi rilasciando endorfine che da un lato aiutano a sopportare meglio il dolore e dall'altro influiscono positivamente sullo stato d'animo.

Le endorfine hanno dunque la capacità di regalarci piacere, gratificazione e felicità aiutandoci a sopportare meglio lo stress. L'interazione di queste sostanze con altri ormoni e neurotrasmettitori secondo le più recenti scoperte starebbe alla base di numerosi aspetti della sfera psicologica e sessuale dell'uomo. Studiando le concentrazioni plasmatiche di queste sostanze in particolari situazioni (tradimenti, maternità, amore, sesso, infatuazione ecc.) si è infatti scoperto che esiste una forte correlazione tra le suddette situazioni e la quantità di endorfine ed altre sostanze presente nel sangue.

La dipendenza da alcune droghe, come l'eroina, si spiega proprio nell'inibizione della produzione endogena di endorfine. All'interno del nostro organismo l'eroina si sostituisce infatti al ruolo naturale di queste sostanze inibendone la produzione. Quando si sospende l'assunzione di questa micidiale droga, i livelli plasmatici di endorfine sono estremamente bassi e ciò si correla al senso di stanchezza, insoddisfazione e malessere generale che porta il drogato a ricercare una nuova dose.

                          Endorfine e attività fisica
La sintesi di oppiodi endogeni, come le beta-endorfine, aumenta in risposta all'esercizio fisico. Sebbene tale incremento sia soggettivo mediamente le concentrazioni plasamatiche di questi ormoni aumentano, sia nei maschi che nelle femmine, del 500%.
Ciò spiega perfettamente quell'innegabile sensazione di euforia e di benessere che insorge dopo aver praticato un po' di attività fisica. Riduzione di ansia, stress, arrabbiature e controllo dell'appetito sono ulteriori proprietà benefiche delle endorfine che hanno tra l'altro anche un potente effetto analgesico implicato nella ridotta percezione del dolore.

Quest'ultimo punto ha con tutta probabilità il significato fisiologico di aumentare la tolleranza alla fatica prolungata. Non a caso nei soggetti molto allenati si riscontra una più lenta degradazione degli oppiodi endogeni prodotti durante attività fisica.
Le endorfine avrebbero un ulteriore effetto positivo sulla performance sportiva migliorando la coordinazione dei movimenti e la reclutazione delle fibre muscolari.


Un po' come il cioccolato ed il fumo anche le endorfine possono dare una certa dipendenza. Ciò spiegherebbe come mai esistano tanti sportivi incalliti che piuttosto di saltare un allenamento preferirebbero sottoporsi a chissà quali torture! Conclusione forse un po' azzardata ma che ha sicuramente una base scientifica nella maggiore sensibilità alle endorfine riscontrata nei soggetti allenati.



Ecco dodici modi per produrre endorfine e quindi per diminuire il dolore e per avere un senso generale di benessere:





1. Mangiare del peperoncino

2. Fare sport.

4. Fare una seduta di agopuntura (chissà perché é così poco diffusa in              

Italia…)


5. Mangiare il cioccolato.

6. Fare qualcosa di “estremo”: Bungee jumping, un giro sulle montagne russe, un lancio con il paracadute etc etc

7. Ridere: più è lunga la risata, meglio è.

9. Vedere uno spettacolo che vi piace e/o ascoltare della bella musica.

10. Pensare positivamente. Ciò invocherà “l’effetto placebo”.

11. Fare alcuni respiri profondi.
12. Aumentare il contatto fisico con il vostro partner. (studio condotto dal Dr. Candace Pert della Johns Hopkins University).E non dimenticate che… la gente che fa sport ha regolarmente livelli più elevati dei beta-endorfine nel corpo di coloro che non lo praticano. Un motivo in più per fare ginnastica!
Che bisogno c’è di comprare farmaci quando potete produrveli da soli?



             ALIMENTAZIONE E SALUTE




Una notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa (1923) da uno scienziato premio Nobel per la medicina, nel 1931. E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come, ad esempio l’italiana, AIRC. Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta. Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare.
Nel 1931, lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Noanimaltesting Nobel per la scoperta sulla causa primaria del cancro.
Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel. Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule). L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.

Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha una di queste cause, di conseguenza ha anche l’altra”!. Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. Inoltre Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”. Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. Inoltre, egli ha dichiarato: “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”. “Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni).
“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.” Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno. Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che hanno alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno. 
In Sintesi: le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno. Importante: una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia. Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro. È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona è inferiore a 7, va in Coma.

GLI ALIMENTI CHE ACIDIFICANO IL CORPO:
* Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). * Il suo pH è di 2,1 (molto acido) * Carne. (Tutti i tipi) *Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc) * Il sale raffinato. * Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc) * Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti) * Margarina. * Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato) * Alcool. * Tabacco. (Sigarette) * Antibiotici e medicina in generale. * Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”) * Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc. Il sangue si ‘autoregola’ costantemente per non cadere in acidosi metabolica, garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo. Dobbiamo tener conto che con il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.


GLI ALIMENTI ALCALINIZZANTI:
* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione alcalinizzante.”. Altre sono un po' acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no. * I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi ingannare dal sapore acidulo) * I frutti producono abbastanza ossigeno. * Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini. * I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti. *Il miele è altamente alcalinizzante.


* La clorofilla: le piante sono fortemente alcaline. (In particolare aloe vera, noto anche come aloe)
* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte di tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj. * L’esercizio fisico mirato ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita sedentario degenera le funzioni vitali nel corpo.” L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti, la carne, gli insaccati ecc...
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Non abusare del sale o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile. Il Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.” Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile, per il cancro, comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro. Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”. “Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”. Il Dr. Theodore A. Baroody ha scritto, nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline or Die): ” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie, ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: molte scorie acide nel corpo”.
Il Dr. Robert O. Young ha detto:
“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare, allora le malattie si manifestano.”

Il Grande Osho ci dice:
"Siamo nati nella Luce; siamo parte della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di Quella Sorgente Infinita, in un'altra dimensione spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole infinitamente grande"

Il Pecorso Yoga ci insegna che il vero scopo della vita è la "purificazione continua" attraverso i vari rami dello Yoga, e la giusta alimentazione, per conseguire una migliore salute fisica mentale e spirituale (...la Realizzazione del Sé) che comprende una migliore Comunicazione, amorevole Comprensione e benefica Collaborazione tra gli esseri umani, la Madre Terra e l'Universo intero.


E LA CHEMIOTERAPIA?
La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto, che ricorre alle riserve alcaline dell'organismo, per neutralizzare l’acidità, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli. Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e, tra le altre cose, la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato. Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto. Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare. Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …” No, non poteva!

“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
(Ippocrate, il padre della medicina)

Nel corso degli anni, di insegnamento e pratiche di Yoga, moltissime persone con vari probleni e patologie di schiena hanno ritrovato mobilità ottimale, scioltezza, salute e Serenità... Ma veniamo ora al seguente studio, contenente anche miei vari commenti ed osservazioni a riguardo... verificati lungamente ed approvati anche da altri esperti Medici e Specialisti della Riabilitazione, di varie Università italiane e straniere. Auguro, quindi, Buona lettura e Studio a tutti...
Sinceramente! (Yogacharya Ananda Shiva * Roberto Mattei *)

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 "DISCOPATIE - ERNIA DEL DISCO - TUTTO QUELLO CHE C' E' DA SAPERE,

COME PREVENIRLE  E COME  CURARLE!" 




*Colonna Vertebrale - Ernia discale ed altre patologie - Prevenzione e Cure*

 Ricerche effettuate presso l' Istituto Superiore di Sanità "Regina  Elena" di Roma  ed in altri  Ospedali nel mondo.

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1) Quante persone in Italia e nel mondo soffrono di ernia del disco lombare?

La prevalenza nel corso della vita di ernia del disco lombare è stata stimata pari all'1-3% nei Paesi occidentali.

L'indagine ISTAT sullo stato di salute in Italia segnala che l' 8,2% della popolazione ha riferito nel 1999 di essere affetta da «lombosciatalgia» (7,3% maschi e 9,3% femmine). L'ernia del disco associata a sintomi clinici si manifesta più spesso nelle persone di 30-50 anni.

La Ricerca della Salute Ottimale del nostro Essere, la Conoscenza e l'Evoluzione totale della Coscienza individuale ed universale, fanno parte integrante dello studio della Filosofia e Pratica dello Yoga Integrale raccomandati nella nostra "Accademia Internazionale di Formazione Insegnanti Yoga", ma anche per tutti gli interessati.

2) Cos'è l'ernia del disco lombare?

L'ernia del disco lombare sintomatica è una patologia degenerativa del disco intervertebrale, dovuta alla fuoriuscita del disco dal cosiddetto "anulus", la parte esterna del disco, una specie di cuscinetto che ha il ruolo di ammortizzare le forze che si sviluppano tra una vertebra e l'altra. L'ernia discale è un fenomeno dinamico, nonché una condizione relativamente comune a prognosi favorevole nella maggior parte dei casi.

Gli studi di storia naturale indicano, infatti, che le ernie del disco intervertebrale si riassorbono spesso del tutto o in parte, e che la sintomatologia ad essa associata regredisce di frequente con i trattamenti conservativi. Ciò significa assumere posture Yoga adeguate che favoriscano il distanziamento delle vertebre compresse, il rafforzamento dei muscoli dorsali, cervicali ed addominali e, per quanto possibile, cercare di favorire, con un'assidua pratica di asana (posture) di Hatha Yoga adeguate, il riallineamento della colonna vertebrale, distanziamento delle vertebre e dei  dischi, onde evitare le discopatie e tutta la serie delle problematiche che una colonna vertebrale, non curata, comporta...

 Purtroppo, solo quando accusiamo reali ed avanzati problemi e condizionamenti, ci rendiamo conto di quanto sia importante mantenere in buona salute e flessibilità questa "meravigliosa struttura portante e nostro sostegno fisico, psichico e spirituale", che è, appunto, la nostra Colonna Vertebrale!!!

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  3) Con quanta frequenza ci si opera di ernia del disco lombare? E quali tipi di intervento chirurgico sono i più utilizzati? 

 Sono state descritte variazioni internazionali molto ampie dei tassi di intervento chirurgico per ernia del disco lombare risalenti agli anni Ottanta: da 10 per 100.000 in Gran Bretagna a più di 100 per 100.000 negli USA. In Italia sono effettuati ogni anno circa trentamila interventi chirurgici con diagnosi di ernia del disco lombare, che corrispondono a un tasso medio nel triennio 1999-2001 pari a 5,09 per 10.000 - I tassi regionali standardizzati per età e sesso oscillano, quindi, ampiamente, da 6,87 in Lombardia al 2,52 per 10.000  in Calabria. La variabilità temporale nel triennio è stata invece contenuta: il numero assoluto di operazioni è aumentato da 28.231 nel 1999 a 30.243 nel 2001.

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Sempre in Italia nel 2001, la chirurgia per ernia del disco lombare veniva effettuata nel 61% dei casi, nei maschi e consisteva in interventi di discectomia (88%); discectomia per cutanea o laser (7%), chemonucleolisi (2%), o decompressione (2%). La differenza tra maschi e femmine (rispettivamente 16.000 e 8.000 interventi, nella fascia d'età 30-39 anni) si riduce progressivamente con il progredire dell'età. Rispetto al 1999, diminuisce dal 4% al 2% la quota di chemonucleolisi a vantaggio delle tecniche percutanee. Queste ultime sono più frequentemente utilizzate nelle case di cura accreditate (18%) piuttosto che nelle altre tipologie amministrative di ospedali. La chemonucleolisi viene eseguita con frequenza più elevata in Campania (10% sul totale degli interventi) e nel Friuli (8%) rispetto alle altre regioni. Il 20% delle chemonucleolisi e il 33% delle discectomie percutanee sono effettuate in "Day hospital".

A meno che non si incorra in qualche incidente particolare, o si facciano sforzi inadeguati, sport violenti, e quant'altro possa danneggiare questa nostra struttura meravigliosa, una sana attività fisica, tipo posture Yoga mirate, nuoto e massaggi; possono senza dubbio aiutarci ad evitare tali problemi e rimanere integri.

4) Quali sono i fattori di rischio di ernia del disco lombare?

Sono considerati fattori di rischio le occupazioni sedentarie e l'inattività fisica forzata ed inadeguata, il sovrappeso, l'alta statura, la guida di veicoli a motore prolungata e costante, le vibrazioni relative e tutti i lavori ad elevato impegno fisico, soprattutto se comportano abitualmente il sollevamento manuale di carichi; ed ovviamente le gravidanze, per le donne... o gli stomaci e addome debordanti ... per chi se li è procurati!!!

Per questo è evidente la necessità di praticare regolarmente delle attività fisiche Yoga specifiche... e curare un'alimentazione adeguata... per ovviare alle varie  ripercussioni negative sulla nostra preziosa colonna vertebrale!

5) Quali sintomi rendono certa la diagnosi?

L'ernia del disco lombare si manifesta con un quadro clinico caratterizzato da mal di schiena, radicolopatia compressiva sciatica o crurale, e limitazione o impotenza funzionale. Il dolore crurale o cruralgia è un dolore che corre lungo la parte anteriore della coscia, mentre quello sciatico è un dolore posteriore lungo tutta la gamba, fino al polpaccio o al piede.

Se soffriamo quindi di tali dolori alla schiena e nella gamba è necessario, appunto, cominciare subito uno specifico programma di Yoga adeguato, senza rinviare oltre!

 6) Come avviene la diagnosi?

 I cardini su cui si deve basare il processo diagnostico sono tre: la raccolta dei dati anamnestici; l'esame obiettivo con test clinici di coinvolgimento radicolare (irritativo, deficitario, paretico); la diagnostica per immagini e strumentale. Al riguardo, la tomografia computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica (RM) sono pressoché sovrapponibili in termini di sensibilità, specificità e accuratezza diagnostica.

E' peraltro da sottolineare che la RM non eroga radiazioni ionizzanti e visualizza meglio i tessuti molli e le alterazioni del tessuto osseo spongioso. Se non abbiamo fatto ancora degli accertamenti adeguati ma soffriamo di disturbi alla colonna vertebrale, è il caso di farli!

7) Quando si raccomanda il trattamento chirurgico?

La sindrome della cauda equina da ernia del disco intervertebrale rappresenta un'indicazione assoluta all'intervento di discectomia da effettuare urgentemente, se possibile entro 24 ore e non oltre le 48 dall'insorgenza dei sintomi. La comparsa di deficit motorio in un paziente con diagnosi accertata di ernia del disco lombare richiede di prendere in considerazione l'intervento chirurgico, pur non rappresentando un'indicazione assoluta. Nei casi in cui sussiste la corrispondenza tra sintomatologia, segni clinici e immagini diagnostiche, si raccomanda di considerare l'intervento chirurgico in presenza di tutti i seguenti criteri: durata dei sintomi superiore a sei settimane; dolore persistente, non rispondente al trattamento analgesico; fallimento, a giudizio congiunto del paziente e del chirurgo, di trattamenti conservativi efficaci, adeguatamente condotti.

 Appunto, è necessario conoscere la reale causa dei disturbi nella nostra colonna vertebrale e intraprendere un mirato programma di attività Yoga, adeguato alla reale problematica...

8) Quali sono i fattori predittivi dell'esito del trattamento?

 Le complicanze del trattamento chirurgico dell'ernia del disco lombare sono legate al tipo di ernia trattato, alle caratteristiche socio-demografiche del paziente e ad alcuni fattori psicosociali. Gli esiti peggiori sono stati riscontrati nel caso di ernie di piccole dimensioni, con anulus intatto, o in pazienti con frammenti erniari e difetti minimi dell'anulus. In sintesi, esiste buona prova che i risultati chirurgici più favorevoli si hanno operando pazienti con patologia del disco più estesa e compressiva. Riguardo la durata della sintomatologia come fattore predittivo, i pazienti con sciatalgia di durata maggiore riportano esiti postoperatori peggiori, tanto da giustificare un'attesa, mentre i pazienti operati entro due mesi dall'inizio della sintomatologia hanno esiti chirurgici più favorevoli.

Circa l'età esistono deboli prove che l'età superiore ai 40 anni possa rappresentare un fattore prognostico sfavorevole. Anche il fatto di svolgere un lavoro pesante è risultato associato a un esito chirurgico sfavorevole, mentre il genere non è risultato avere alcun effetto predittivo sulla prognosi. In alcuni studi sono risultati predittivi di un esito postoperatorio insoddisfacente fattori psicosociali come lo stress psicologico, la somatizzazione del dolore e un basso livello di istruzione. Tuttavia altre ricerche hanno invece mostrato come l'esito del trattamento chirurgico sia del tutto indipendente dai fattori psicologici preoperatori.

 Ovviamente dipende tutto dalla reale entità e natura dei nostri mali di schiena... cosa abbiamo fatto per procurarceli e cosa dobbiamo fare per cercare di evitare tali inconvenienti e recuperare in breve la salute ottimale?!?...E tale salute ottimale non si conseguirà solo...tagliando... e cucendo... ma ristabilendo tutte le condizioni necessarie!!!

 9) Quali le possibili complicanze dell'intervento.

Le complicanze più frequenti risultano la lacerazione della dura madre, il danno alle radici nervose, le infezioni della ferita chirurgica e la discite, che consiste nell'infiammazione del disco e delle vertebre adiacenti, talora estesa anche ai tessuti molli circostanti. Ovviamente tra le complicanze c'è quella di dover reintervenire nuovamente.

Alcuni studi condotti in Finlandia hanno stimato rischi cumulativi di reintervento a nove anni pari al 18,9%  e di interventi successivi dopo il primo reintervento a dieci anni pari al 25,1%. Altre fonti riportano che i tassi di reintervento dopo chirurgia del disco lombare variano ampiamente dal 3% al 15%.

I tassi di reintervento a uno e dieci anni, calcolati dal Registro nazionale svedese per la chirurgia della colonna lombare, dove sono state registrate 27.500 operazioni tra il 1987 e il 1999, sono risultati pari rispettivamente al 5%  e al 10%.

Sempre nel Registro nazionale svedese il tasso di mortalità a 30 giorni è stimato pari a 0,5 per 1.000 e l'incidenza delle complicanze pari a 2,7%  per la discectomia convenzionale, ed a 5,8%  per la microdiscectomia

Considerando, quindi, tali dati statistici sopraelencati, risulta sempre più evidente la necessità di un'adeguata attività fisica preventiva ed un'altrettanto mirato trattamento di prevenzione, o di recupero e sostegno strutturale adeguato, per non continuare a fare collezione di tali fastidiosi e problematici interventi, protratte sofferenze e blocchi fisici



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II   MISTERO  DELLA  MENTE

(Dai sublimi insegnamenti di  Swami Muktananda)

  

CENNI STORICI   E PERSONAGGI  DEL MONDO DELLO YOGA - II MISTERO DELLA MENTE... SVELATO !  MATRIKA SHAKTI...


Swami Muktananda ed il Lignaggio dei Siddha Yoga

 Swami Muktananda nacque nel 1908 da una facoltosa famiglia di proprietari terrieri che viveva nel sud dell'India, vicino alla città di Mangalore. Intorno ai quindici anni incontrò varie volte il grande santo Bhagawan Nityananda, che in seguito divenne suo maestro spirituale.Questi incontri segnarono una svolta nella vita del ragazzo. Poco dopo decise di andar via di casa alla ricerca di una esperienza diretta di Dio, un viaggio che l'avreb­be portato a percorrere l'India in lungo e in largo per ben tre volte nell'arco di quasi venticinque anni. Incontrò il suo primo maestro, Swami Siddharudha, uno studioso e santo tra i più famosi dell'epoca, in un ashram a Hubli, trecento chilometri a nord della casa dei suoi genitori. Fu lì che studiò il Vedanta e prese i voti di sannyasa, ossia i voti monastici, ricevendo il nome di Swami Muktananda, "la beatitudine della liberazione". Quando Siddharudha morì, nel 1929, Swami Muktananda cominciò a visitare un ashram dopo l'altro, incontrando più di sessanta maestri spirituali e assorbendo i loro insegnamenti, sem­pre alla ricerca di qualcuno che gli desse l'esperienza di Dio. La sua ricerca continuò per diciotto anni. In quel periodo divenne un esperto delle maggiori scritture indiane, apprese un'ampia gamma di discipline e abilità, dall'hatha yoga all'arte culinaria, alla medicina ayurvedica, ma senza trovare ciò che cercava. Infine uno dei santi che aveva conosciuto lo mandò da Bhagawan Nityananda, il Maestro Siddha, ossia il maestro spiri­tuale perfetto, incontrato tanti anni prima.


BHAGAWAN  NITYANANDA

 Un personaggio straordinario Bhagawan Nityananda! Un Grande Maestro Siddha, un essere austero, assolutamente distaccato, incredibilmente potente, alla cui presenza tutto si quietava. 

E' considerato uno dei maggiori saggi e santi moderni dall’India. Egli viveva allora nel piccolo villaggio di Ganeshpuri, ottanta chilo­metri a Nordest di Bombay.

Swami Muktananda riconobbe in Bhagawan Nityananda il Guru che aveva sempre cercato e che, come dichiarò in seguito, con questo incontro, "mise per sempre fine al mio vagare". 

 Da Bhagawan Nityananda Swami Muktananda ricevette Shaktipat, la sacra iniziazione della Tradizione Siddha, grazie alla quale viene risvegliata l'Energia spirituale di una persona. Quest'energia, chia­mata kundalini, è un potenziale divino che esiste all'interno di ogni essere umano. Una volta risvegliata permette a un cercatore di raggiungere i livelli più sottili dell'esperienza interiore ed il Sé spirituale. Con questa iniziazione, Swami Muktananda divenne un disce­polo e si dedicò al sentiero spirituale indicatogli dal suo Guru.

Questo fu l'inizio di un periodo di nove anni di intensa trasforma­zione, di totale purificazione, nel corso del quale Muktananda esplorò i regni ulteriori della Coscienza, arrivando a stabilizzarsi nella pienezza e nell'estasi della propria natura più profonda, il supremo Sé.

 Nel 1956 Bhagawan Nityananda dichiarò che il viaggio ulteriore del suo discepolo era giunto al termine: Swami Muktananda aveva rea­lizzato il Sé, l'esperienza dell'unione con Dio. Anche dopo aver raggiunto la meta della sua ricerca, Swami Muktananda rimase un discepolo devoto e continuò a vivere tran­quillamente vicino a Ganeshpuri.

Bhagawan Nityananda fece costruire per lui un piccolo ashram, vicino al suo, e per cinque anni Guru e discepolo vissero a meno di un chilometro di distan­za.

 Poi, nel 1961, poco prima di morire, Bhagawan Nityananda scelse come suo successore Swami Muktananda e gli diede il comando di portare l'iniziazione shaktipat e le pratiche senza tempo dello Yoga ai cercatori di tutto il mondo. Quel giorno Bhagawan Nityananda gli disse: "II mondo intero ti vedrà"! 

E così avvenne; Swami Muktananda fu invitato più volte nelle maggiori università del mondo a tenere intensi discorsi, conferenze a docenti in Psichiatria e Psicologia, a formatori ed oratori, di tutto il mondo. Negli anni successivi Babà, come veniva chiamato Swami Muktananda, viaggiò per tutto il mondo, impartendo a molti altri illustri adepti, la stessa iniziazione Shaktipat che aveva ricevuto, facendo conoscere gli insegnamenti e le pratiche del Siddha Yoga a moltissimi ricercatori spirituali e dispensando con generosità la Grazia della saggezza donatagli dal suo Guru.(Gu-ru significa Colui che rimuove l'oscurità dell'ignoranza e dona la Luce nell'anima e nell'intelletto).

 Persone che non avevano mai sentito parlare di medita­zione, in presenza di Babà si sentivano attirate verso una quiete interiore che dava nuovo scopo e significato alla loro esistenza.

Babà ideò programmi per dare Shaktipat a gruppi numerosi di persone, e non si stancò mai di spiegare il processo di trasforma­zione in atto al loro interno. Via, via che la fama di Babà si dif­fondeva, il suo ashram, ora noto come Gurudev Siddha Peeth, si espanse per accogliere i cercatori che arrivavano e, col tempo, in tutto il mondo furono aperti altri ashram e centinaia di centri di meditazione Siddha Yoga.

 Nel 1982, poco prima di morire, Swami Muktananda designò come successore Swami Chidvilasananda. Sua discepola sin dal­l'infanzia, ella aveva viaggiato con lui a partire dal 1973, traducen­do in inglese i suoi scritti, i suoi discorsi, e i molti dialoghi infor­mali con i devoti. Colma sin dalla più tenera età dell'anelito a rag­giungere Dio e ardentemente impegnata nella ricerca spirituale, divenne una discepola esemplare. Il suo Guru la guidò con molta attenzione nel sadhana, in modo da prepararla alla successione.

Nel maggio del 1982 Swami Chidvilasananda prese i voti monastici e verso la fine dello stesso mese Swami Muktananda le confe­rì il potere e l'Autorità del lignaggio Siddha, l'eredità spirituale rice­vuta dal suo Guru. Da allora Gurumayi, come viene spesso chia­mata, continua a dare "Shaktipat" e ad insegnare le pratiche spirituali del Siddha Yoga a un numero sempre maggiore di cercatori, facen­do conoscere loro il messaggio di Swami Muktananda: Medita sul tuo Sé. Onora il tuo Sé. Adora il tuo Sé.

Comprendi il tuo Sé. Dio dimora in te come te.


 SWAMI  CHIDVILASANANDA - "GURUMAY"

(L'attuale Maestro Spirituale della Tradizione Siddha, discendente diretta di Bhagawan Muktananda.

Così ci riferisce del suo Maestro e dei suoi sublimi insegnamenti circa la Psicologia del profondo in relazione alla Vasta visione Orientale ed alla limitata visione occidentale, cosa che ci dovrebbe far riflettere profondamente tutti, a noi occidentali...) 

Swami Muktananda era uno psicologo, ma non del tipo a cui siamo abituati in Occidente. Nella cultura da cui proveniva, uno psicologo non è qualcuno con una laurea e qualche anno di pra­tica. Gli psicologi dell'Oriente (cioè i veri psicologi) sono dei saggi, uomini e donne di rara e splendida sapienza. Nella tradi­zione di Swami Muktananda, tali grandi psicologi sono chiamati Siddha, Maestri che hanno realizzato il Sé, esseri che non solo hanno raggiunto lo stadio più alto dell'evoluzione umana, ma che sono anche in grado di fare avanzare gli altri verso questa meta.

 Benché in Oriente tali Maestri siano stati conosciuti e ricono­sciuti per millenni, la maggior parte degli occidentali ha una così scarsa conoscenza dei livelli più elevati della Coscienza umana che trova difficile persino immaginare che cosa significhi averli padroneggiati. Ci può far piacere pensare che un essere umano è una creatura in grado di perfezionarsi e che la vita è un processo che conduce verso livelli sempre più elevati di maturità ma, tutto sommato, nel nostro mondo Occidentale, non abbiamo davvero alcun  modello simile che ci suggerisca quale potrebbe essere il risultato finale di questo processo di crescita.

 Swami Muktananda era un tale sublime modello! Stando con lui, osser­vandolo, cominciavamo a renderci conto fino a che punto arriva la potenzialità umana. Swami Muktananda aveva la spontaneità di un bambino, unita alla sicurezza e alla saggezza di un uomo che aveva trovato risposta a tutte le proprie domande. Sia che parlasse a migliaia di persone o fosse in intima conversazione con una o due, era sempre completamente concentrato, assolutamente presente, e in totale sintonia. Il suo amore e la sua accettazione degli altri erano incondizionati:

benché andassero da lui persone con sofferenze mentali ed emotive di ogni tipo, non ha mai respinto nessuno. Il poeta e saggista Paul Zweig era solito raccontare quanto accadde durante il suo primo incontro con Swami Muktananda, quando un uomo in evidente stato di agitazione si alzò e urlando affermò che in questo mondo di sofferenza nessuno aveva il diritto di esse­re felice come lo era Swami Muktananda. Swami Muktananda rimase semplicemente seduto nella sua sedia guardandolo con occhi calmi, finché ad un certo punto l'uomo gridò: "Che cosa faresti se tirassi fuori una pistola e premessi il grilletto?" "Morirei amandoti" fu la risposta di Swami Muktananda...


Ciò che colpì Zweig, e che colpì anche gli altri intorno a Swami Muktananda, fu non solo il suo Amore, ma anche la sua assenza di paura, la sicurezza e la padronanza di sé con cui diede all'uo­mo quella risposta che disarmò totalmente la sua rabbia e fru­strazione! Queste sono le qualità che tutti cerchiamo di raggiungere e che ci attendiamo specialmente da un inse­gnante: saggezza e coraggio, amore ed intuizione, capacità di comprensione... e la Conoscenza necessaria per guidare gli altri verso la loro Realizzazione! In effetti, un Siddha offre ai suoi studenti non solo risposte alle loro domande, ma il mezzo per entrare in contatto con le loro risorse più profonde di Forza, Libertà e Amore. Egli ha la capacità di risvegliare nelle persone l'energia spirituale latente, di avviare un processo interiore spontaneo che le condu­ca non solo ad una pace e soddisfazione più grandi, ma anche a espandere radicalmente l'esperienza di chi esse sono realmente.

 Quando qualcuno andava da Swami Muktananda per domandare come capire e come aiutare le persone, molto spesso egli rispondeva parlando della mente. Per lui comprendere se stes­si e gli altri significa soprattutto comprendere la propria mente, e trattare con i problemi significa soprattutto trattare con la mente. L'insoddisfazione che sperimentiamo, ci diceva, non è causata da forze esterne, né è il risultato di precoci condizionamenti. Le nostre difficoltà derivano dall'incapacità di gestire i prodotti della nostra mente. Perciò la sua cura contro l'infelicità e la sensazione di confusione era molto semplice: padroneggiare la propria mente... e le metodologie sono: purificazione del nostro intero essere attraverso le assidue pratiche dei vari rami dello Yoga: Asana - Pranayama - Mantra - e Meditazione! 


Swami Muktananda e la Psicologia

 Il punto di vista di Swami Muktananda sulla mente era basa­to sulla Psicologia classica dello Yoga, derivata in particolare dagli Yoga Sutra di Patanjali e dagli insegnamenti della grande Filosofia monistica dello Shivaismo del Kashmir. Questo approccio si fonda sulla comprensione che la mente non è né il cervello fisico né l'intelletto (benché l'intelletto sia una parte della mente). In realtà la definizione yogica della mente è molto simile alla nozio­ne di ego che troviamo nella psicologia occidentale.

La mente, dal punto di vista della Filosofia Yoga, è il bagaglio psichico interiore di un essere umano, un insieme complesso di percezione, cognizione, giudizio e identità personale, che determinano la qualità dell'esperienza individuale di vita. Secondo la psicologia yogica, la mente comprende quat­tro funzioni. Attraverso i sensi, essa riceve informazioni su noi stessi, gli altri e l'ambiente. Poi mette in relazione queste infor­mazioni con la nostra esperienza precedente, integrandole nella storia personale e rendendole parte di noi stessi. In seguito for­mula un giudizio sui dati ricevuti, e infine deposita l'esperienza, assieme a tutte le altre, nel vasto magazzino dell'inconscio.

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La base di tutte le funzioni della mente è il processo di cogni­zione e pensiero. Swami Muktananda sottolinea in questo saggio che la mente consiste in un flusso continuo di pensieri.

Questo è ciò che tutti noi sperimentiamo non appena rivolgiamo la nostra attenzione all'interno. Quando ci stendiamo per addormentarci, ritiriamo i nostri sensi dal mondo esterno; chiudiamo gli occhi e focalizziamo l' attenzione all'interno, e così facendo dive­niamo consapevoli dell'incessante flusso di pensieri, fantasie ed immagini che attraversano la nostra mente.

 In effetti l'insonnia altro non è che l'incapacità di distoglierci da questo flusso ed è durante i periodi di insonnia che la maggior parte delle persone comincia a rendersi conto di quanto la mente sia fuori dal loro con­trollo.

 Gli psicologi dello yoga hanno spinto l'autoanalisi molto più avanti della maggior parte di noi, e la conclusione a cui sono giunti è che lo stato in cui si trova la nostra mente determina lo stato in cui ci troviamo. Come Swami Muktananda sottolinea nelle pagine seguenti, non abbiamo alcun controllo sul nostro stato interiore. La felicità va e viene, e siamo incapaci di afferrarla e trattenerla. Ci identifichiamo con i pensieri e le emozioni che attraversano la nostra mente; quando i pensieri e le emozioni sono piacevoli ci sentiamo felici, quando sono spiacevoli soffriamo. 

 E' importante notare che Swami Muktananda non fa una mar­cata distinzione fra pensieri ed emozioni.

In Occidente consideria­mo le emozioni distinte dai dati dell'intelletto, ed abbiamo creato per il nostro benessere una varietà di terapie mirate a sciogliere i blocchi emozionali.

 Ma Swami Muktananda e gli yogi-psicologi della sua tradizione ci dicono che anche le emozioni sono prodotti del pensiero, essendo di fatto reazioni ai pensieri e alle immagini, e quindi lavorare sull'espressione e sull'analisi delle emozioni signifi­ca essenzialmente focalizzarsi su manifestazioni secondarie. Per tale ragione, uno dei rimedi raccomandati più di frequente da Swami Muktananda per le emozioni negative erano i pensieri positivi. Egli sottolineava che, se invece di pensare a noi stessi come piccoli e infelici, cominciassimo a pensarci come puri e perfetti, il nostro stato interiore cambierebbe di conseguenza.

 Egli ci ha detto che il modo più efficace di trattare sia i pensieri che le emozioni è in ulti­ma analisi quello di trascenderli, osservandoli da una posizione al di là della mente.

In altre parole, invece di pensare ai nostri pensie­ri, emozioni e impulsi, invece di tentare di analizzarli, di risolverli o di sbloccarli, egli ci ha suggerito semplicemente di osservarli.

E' qui che giungiamo al cuore della Psicologia yogica, perché la prospettiva di Swami Muktananda sulla mente si basa sulla Conoscenza che esiste qualcosa di più potente della mente, qual­cosa di più potente della struttura dell'ego. Quella cosa, egli ci ha detto, è il Sé, Il Testimone, la Coscienza suprema che osserva la mente.

Quando facciamo un passo indietro per osservare i nostri pensieri, sco­priamo che non è la mente che li osserva, ma qualcos'altro, cioè un "Io" che è totalmente libero e separato dall'attività della mente. Secondo Swami Muktananda e gli altri saggi della sua tra­dizione, quel Conoscitore è il nostro vero Sé, che nella tradizione indiana è chiamato Atman , il Sé interiore, l'Assoluto, il Dio interiore!

 La famosa affermazione di Swami Muktananda: "Medita sul tuo Sé, onora il tuo Sé, poiché Dio dimora in te come te",

si riferisce a questo Conoscitore interiore dei nostri pensieri e sentimenti, di cui possiamo fare esperienza durante la Meditazione come pura Consapevolezza di "Io sono", senza nessun altra autoidentificazio­ne. Tutte le cose, ci direbbe Baba (...così anche veniva chiamato, affettuosamente Muktananda), esistono in quel Conoscitore: pace, potere, conoscenza, entusiasmo, vigore, chiarezza ed ener­gia illimitata.

Una volta entrati in contatto con il Sé interiore, quel Conoscitore al di là della mente, possiamo facilmente acqui­sire il controllo sulla nostra mente, e quindi sulla nostra vita. La percezione del Testimone interiore, il Sé ulteriore, è cruciale nel pro­cesso di crescita descritto nella Psicologia yogica. I maestri della Psicologia occidentale contemporanea, come Freud, Piaget, Erikson e Maslow, hanno descritto tutti lo sviluppo umano come un proces­so che avanza per stadi, da livelli di percezione, di conoscenza e comportamento più primitivi e concreti, fino a livelli più sofistica­ti e astratti.

  Chiunque consideri la questione dello sviluppo umano, si trova alla fine di fronte allo stesso interrogativo: qual è il livello massimo di sviluppo che un essere umano può raggiungere?

Nel loro tentativo di rispondere a questa domanda, gli scienziati e gli psicologi occidentali si ritrovano continuamente di fronte ai limiti della loro definizione di essere umano limitato. Secondo i parametri occi­dentali dell'evoluzione umana, un "ego forte e sano", libero da condizionamenti percettivi, nei pensieri e nei modelli comportamen­tali, è il livello più alto che si possa raggiungere. Per gli psicologi dello Yoga, tuttavia, la conquista di un ego sano è solo uno stadio intermedio. Dal punto di osservazione privilegiato in cui si trova il Sé, la mente-ego, con la sua interminabile rete di pensieri, impul­si e desideri, è solo uno strumento...

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Laddove gli psicologi occidentali parlano di rinforzare l'ego, gli psicologi orientali parlano di controllare la mente. "Se la tua mente è sotto controllo, puoi ottenere qual-siasi cosa", dice qui Swami Muktananda. In effetti il controllo, non solo sulla mente ma anche sul corpo e sui sensi, è uno degli aspetti centrali dello yoga.

La psicoterapia Occidentale contemporanea pone grande enfasi sull’ aiutare le persone ad imparare a esprimere e a soddisfare i propri bisogni e desideri. Il pensiero orientale, per contro, sostiene che è il desiderio stesso a creare i nostri problemi e che indulgere quindi nei sensi e nelle emozioni non ci può aiutare a raggiungere né la soddisfazione né la pace.

Gli yogi psicologi sottolineano che i desideri sono senza fine e che abbandonarsi a un desiderio dopo l'altro significa solo creare spazio per innumerevoli altri ancora e ancora! Perciò lo yogi ci dice che il modo per raggiungere un appagamento durevole non è continuare a cercare di sod­disfare i desideri, bensì disciplinarli. Lo yogi vede che la mente-ego è solo un aspetto della nostra natura e che dedicare le nostre migliori energie a soddisfarne i bisogni significa in ultima analisi defraudare noi stessi del pieno sviluppo del nostro Sé. 

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Tornando al nostro ego, Swami Muktananda ribadisce, quindi, che l’ego è uno strumento importante e necessario per operare nel mondo, ma che in sé non potrà mai con­sentirci di completare il viaggio della nostra evoluzione definitiva. Completare questo viaggio, secondo il modello di sviluppo orien­tale, significa giungere a conoscere il Sé supremo, che si trova al di là di tutti i pensieri e tutti i desideri.

In breve, la meta che gli psicologi dello yoga fissano per noi non è altro che la realizzazione della nostra essenziale divinità. La psicologia orientale parte da questa com­prensione. "L'anima individuale non è un'entità separata ma una parte di Dio", scrive Swami Muktananda in questo saggio. "La nostra vita è in Dio. È Dio che fa funzionare i nostri sensi ed è Dio stesso che testimonia i nostri pensieri." Ma se le cose stanno così, potremmo chiederci, perché non ne siamo consapevoli? Perché, dicono i saggi della tradizione orientale, siamo ingannati dalla mente stessa: l'attività della mente crea una barriera che ci impedisce di conoscere ciò che è al di là di essa. La psicologia yogica classica ci dice che giungiamo a conoscere il Sé interiore quando poniamo fine al chiacchierio mentale, le flut­tuazioni della nostra mente.


È a quest'unico fine che sono dirette la maggior parte delle tecniche yogiche, come la postura stabile,  la concentrazione sul respiro, la meditazione, la ripetizione del mantra, e le varie discipline delle differenti scuole. Secondo la filosofia dello yoga, il Sé è talmente sottile che sfugge a qualsiasi tentativo di approccio tramite il pensiero o l'intelletto, per questo bisogna conquistarlo solo attraverso la mente pura, la Meditazione costante. Ma una volta che il circolo dei pensieri, delle emozioni e degli atti cognitivi si interrompe, il Sé semplicemente si rivela, come il sole scintillante appare all’orizzonte, all’alba di un nuovo giorno radioso.

  

Comunque, anche i nostri sforzi per quietare la mente posso­no restare infruttuosi se prima non prepariamo assiduamente il nostro intero essere  a questo intenso percorso di elevazione interiore. Risulterà, inoltre, errato trattare la mente come un nemico e tentare di sopprimerla, o di controllarla rigidamente; questo è un pro­cesso che ben presto si rivelerà inutile; sarà come tentare di combattere il vento. La mente è di gran lunga troppo forte per poterla attaccare rigidamente con qualche speranza di vittoria. Al contrario, va trattata sempre con molta dolceza, propio come un cavallo bizzarro. Ma perché la mente è così poten­te? Nel rispondere a questa domanda Swami Muktananda ci ha impartito quello che è forse il suo insegnamento più importante. Unitamente ai saggi dello Shivaismo del Kashmir, egli sottolinea che la mente individuale è solo una forma della Coscienza univer­sale, dell'energia creativa del cosmo, cioè un aspetto di quello stes­so Sé che stiamo cercando di raggiungere. Ma il nostro ego umano è così travolgente che la trascina nella costante soddisfazione sensoriale.


Comunque, la mente ha il potere di determinare la nostra esperienza del mondo perché non è altro che una forma contratta di quel "Potere" che ha creato e crea il mondo all'infinito! E poiché la nostra Coscienza ha la capacità di assumere a volontà qualsiasi forma, ne consegue che anche la mente assume qualsiasi forma su cui si focalizzi. Questo è il motivo per cui i nostri pensieri e le nostre sensa­zioni tendono a dominarci, a colorare la percezione di qualsiasi cosa, cosicché quando pensiamo a qualcuno con amore, scopriamo che tutta la nostra visione viene permeata da quel sentimento d'amore, mentre quando ci sentiamo ostili o sospettosi, tendiamo a cercare conferma del nostro stato d'animo ovunque guardiamo. Ed è anche per questo motivo, come ci spiega qui Swami Muktananda, che le tecniche di meditazione funzionano, perché, così come la mente si permea di collera quando ci concentriamo su pensieri di collera, allo stesso modo assorbe le qualità di pace e di libertà del Sé quando ci focalizziamo sul Sé.


"La mente rivolta all'esterno assume la forma degli oggetti del mondo" ha detto Swami Muktananda "ma, quando la mente si rivolge all'interno, diventa nuovamente pura Coscienza." Questa affermazione è l'essenza stessa della psicologia Siddha, e poggia su una percezione di unità che non lascia fuori neppure un atomo dell'universo. E' questa comprensione, sottolinea Swami Muktananda, che alla fine porterà la mente a quietarsi. E dice ancora: "Quando conosci a fondo la mente, conosci Dio, perché Dio è alla Sorgente della mente!"

Swami Muktananda ci raccomanda, quindi, un certo numero di tecniche yoga e kriya per ricondurre delicata­mente la mente al Sé, e parla inoltre del risveglio di kundalini, l'e­nergia spirituale che dimora latente in ogni essere umano, quale strumento chiave per rivolgere la mente all'interno. Ma alla fine egli mette in chiaro che solo comprendendo la vera natura della mente noi possiamo liberarci dalla sua schiavitù.

Riconoscere la mente come energia cosmica è riconoscere la nostra infinita creatività; è comprendere che non siamo vittime delle circostanze attorno a noi che sembrano plasmarci, ma siamo i potenziali creatori e modella­tori di tutti i mondi, interni ed esterni, che sono parte di noi e di cui noi siamo parte. Questo è uno dei doni che un Grande Maestro Siddha può darci: la realizzazione della nostra vera potenzialità, che giunge quando comprendiamo il mistero della mente!!!


                                                                     II MISTERO  DELLA MENTE

La mente è il mistero della vita umana. Può essere il giardino della gioia o il cammino segreto verso la morte. Può mostrarci il para­diso, o può condurci all'inferno. La mente tortura chiunque: gente ricca e gente povera, uomini e donne, scrittori e scienziati, politici, uomini d'affari e professori. Una persona è infelice per­ché il suo lavoro non le piace, mentre un'altra è angosciata perché teme di morire.

Qualcuno soffre perché non ha moglie, mentre qualcun altro vive nell'ansia perché sua moglie è bellissima e ha paura che gliela portino via. Nelle nazioni sviluppate la gente ha cibo a sufficienza, vestiti, istruzione e benessere. Esiste però una sofferenza mentale talmente diffusa che il numero di psichiatri e di ospedali per malattie mentali è in continua crescita. È una vera rarità incontrare una persona che non abbia problemi causati dalla propria mente. Eppure la stessa mente che è causa della sof­ferenza è anche il mezzo per raggiungere la più grande felicità. Chi ha davvero capito la mente e l'ha condotta sotto il suo con­trollo vive nella beatitudine. Una persona che ha reso la sua mente pura, forte e calma è in grado di portare a termine qualsiasi compito.

E’ per questo che i saggi dell'India hanno detto che la mente è la causa sia della felicità che dell'infelicità, sia della schiavitù che della liberazione. Se c'è una cosa che vale la pena di conoscere in questo mondo, è la mente. In India ci sono molti grandi testi sacri. Ci sono quattro Veda più quattro Veda sussidiari, centootto Upanishad, diciotto Purana, ventuno Agama, trentadue Smriti e sei sistemi filosofici. Queste Scritture parlano molto poco di come raggiungere Dio; al contrario, si dedicano quasi esclusivamente a descrivere mezzi per purificare e calmare la mente. Perché la mente è considerata così importante?


È stato detto: "A causa di manas, la mente, noi siamo manava, esseri umani". Senza la mente, non siamo altro che Dio. Le Scritture e i santi dicono che l'anima individuale non è un'entità separata, ma una parte di Dio. E’ completamen­te pura, ed è l'incarnazione della beatitudine suprema. Per noi pensare di essere senza Dio è come per un pesce credere di non aver mai visto l'acqua. Un pesce non vive senz'acqua; l'acqua è l'elemento nel quale vive. Noi siamo nella stessa condizione: la nostra vita è in Dio. E' da Dio che otteniamo la vita, è per mezzo di Dio che inspiriamo ed espiriamo.

È Dio che fa funzionare i nostri sensi ed è Dio che testimonia i nostri pen­sieri. Dio vive dentro di noi nella forma del Sé interiore, la pura consapevolezza dell’"Io" che è con noi sin da quando siamo venuti al mondo. Anche se le persone sovrappongono diverse nozioni a quella coscienza dell'Io, come "io sono un uomo", "io sono una donna", "io sono bravo", "io sono stupido", essa rima­ne completamente libera.

L'"Io" interiore, che è più vicino a noi del nostro stesso respiro, è divino. Eppure le persone si sentono lontane da Dio, pensano di non aver raggiunto Dio. Perché? A causa dell'illusione creata dalla mente. Una volta conosciuta la mente, diventa molto facile liberar­ci da quest'illusione. Quando abbiamo una malattia cerchiamo una diagnosi, perché una volta scoperta la causa è facile curarla; allo stesso modo, una volta conosciuta la mente, possiamo facil­mente trovare un rimedio ai suoi disturbi. Per questa ragione, la conoscenza della mente è essenziale per tutti noi.

                                                              MATRIKA SHAKTI

Carissimi leggetevi e rileggetevi bene anche quest'altra parte; poi ne possiamo parlare meglio a voce: è troppo importante e necessita di ulteriore approfondimento e pratica di Matra e Meditazione, per sperimentarsi veramente!!! Così come Patanjali spiega che le modificazioni della mente sono la causa della nostra condizione di contrazione, lo Shivaismo descrive la natura della forza che da origine a queste modificazioni. Negli Shiva Sutra c'è un aforisma: jnànàdbisb-tbànam màtrika, "È màtrika, la madre non compresa, il potere del suono associato all'alfabeto, che è la base della conoscenza limitata".

 Quando chiti (la coscienza di sé), si sottopone a dei limiti, si manifesta nella forma di màtrika. Matrika shakti è l'energia celata dietro la mente. Matrika letteralmente significa "lettere"; in sanscrito, le lettere dell'alfabeto si chiamano màtrika. Màtrika shakti, il pote­re dietro le lettere, è la forza che crea le parole, e le parole sono responsabili della nostra esperienza di limitatezza. Màtrika ha origine dal livello più profondo della parola. Così come abbiamo quattro corpi, abbiamo anche quattro livelli di lin­guaggio. Il livello più profondo è paravak, il linguaggio cosmico o anche livello supremo della parola. Questo è il livello della pura Coscienza. Anche se paràvàk è onnipervadente, nel corpo umano risiede nella regione dell'ombelico. A questo livello, la shakti è asso­lutamente pura. Da qui, la shakti sale fino all'altezza di pashyanti, che si trova nel cuore ulteriore. Qui le lettere iniziano a prendere forma, ma in modo nascosto. La parola sale poi fino a maàbyamà, che si trova nella regione della gola.

 Qui le parole sono formate, ma non sono ancora pronte per essere articolate. Per ultimo, la parola sale fino a vaikhari, o livello materiale, il livello della lingua. Qui le parole sgorgano nella forma di linguaggio verbale. In paràvàk, la shakti esiste nel suo stato espanso originale. Tuttavia quando sale fino al livello di maàhyamà si contrae, per­ché è in maàhyamà che si formano le combinazioni di lettere. Quando le lettere cominciano a emergere, sono soltanto suoni; ma tramite il potere di màtrika shakti si uniscono per comporre parole, che iniziano a produrre un effetto su di noi. Le lettere formano le parole, le parole formano le frasi. Ogni parola ha il suo significato, e il significato ha il suo obiettivo. Da sole, le let­tere s, t, u, p, i, d, o, non significano nulla, ma una volta unite formano la parola "stupido". Questa parola ha un significato, e quando la udite si imprime un'immagine nella mente. Quando vi identificate con l'immagine, sorge un certo sentimento e, a causa di esso, provate dolore.


 E' così che màtrika shakti funziona nei mondi interiori ed esteriori. Essa crea immagini sullo scher­mo della mente, le quali provocano gioia o dolore. In questo modo màtrika shakti, il potere delle lettere, crea tutti i diversi tipi di sentimenti ed emozioni che agitano la nostra mente. Se nella mente non sorge nessuna lettera, la mente rimane calma, lo sappiamo per esperienza. Appena svegli al mattino, c'è un breve lasso di tempo in cui la mente è serena e libera da pen­sieri. Siamo nello stato del puro "Io". Poi inizia il lavoro di màtri­ka shakti, e le parole sorgono nella mente. Pensiamo a dove ci troviamo, pensiamo a prendere il tè, pensiamo a lavarci i denti. In questo modo, il mondo inizia ad esistere per noi. E solo grazie alle lettere che possiamo mandare avanti le nostre faccende nella vita di tutti i giorni. Il linguaggio, la ter­minologia, i romanzi, le Scritture non potrebbero esistere senza màtrika shakti. Questa shakti contiene ogni cosa: desiderio, avidi­tà, amore, purezza e impurità. Tutto ciò che succede in questo mondo, succede a causa di màtrika shakti.

 Lo Shivaismo parla di tre impurità (mala) congenite che restringono la nostra comprensione. La prima di queste è ànava mala, che ci fa sentire imperfetti. La seconda è màytya mala, che ci fa sentire differenti dagli altri. La terza è karma mala, che ci fa percepire che siamo noi che compiamo le buone o le cattive azioni. La conoscenza che nasce da queste impurità ci rende schiavi facendoci credere di essere creature limitate e insignifi­canti. Queste impurità si basano su idee e concetti che nascono da parole, e l'origine di tutte le parole è màtrika shakti. Tramite màtrika shakti noi proviamo sentimenti di contrazione come "sono imperfetto", sono stressato, "non piaccio a nessu­no", "capisco di più di chiunque altro", "sono uno psicologo","sono bello",  "ho un sacco di problemi!" Tramite il lavoro di màtrika, sorgono e si dissolvono continuamente onde di pen­sieri e di immagini; nascono e muoiono infiniti pensieri nelle nostra coscienza.


C'era una volta un povero operaio chiamato Sheikh Mahmoud. Un giorno, il suo principale gli diede un vaso di argil­la pieno di burro chiarificato e gli chiese di portarlo alla città più vicina. "Se lo fai " gli disse il principale "ti darò due rupie. Se fai cadere il vaso, dovrai pagare il ghee."

Sheikh Mahmoud mise il vaso sulla testa e si avviò lungo la strada. Mentre camminava, iniziò a pensare: "Sto per guada­gnare due rupie. Cosa ne farò?" In quei tempi, tutto era a buon mercato. Per una rupia, si potevano comprare venticinque polli. Sheikh Mahmoud disse: "Ecco, mi comprerò dei polli. Si moltiplicheranno e presto avrò cento polli, cinquecento polli, mille polli, diecimila polli.

Poi venderò tutti i polli e comprerò delle capre. Avrò capre, pecore e una grande fattoria. Le capre e le pecore si moltiplicheranno e quando le venderò potrò com­prarmi delle merci; diverrò un ricco commerciante.

Poi mi spo­serò e avrò una casa. Andrò in ufficio, e ritornerò a casa per il pranzo. Avrò un cuoco molto bravo che mi preparerà piatti deli­ziosi; e se il cuoco non mi porterà da mangiare all'ora giusta, mi arrabbierò e lo prenderò a schiaffi; potrò permettermelo: sarò un ricco commerciante".

Nel pensare l'atto di schiaffeggiare il cuoco, sollevò il braccio. Non appena lo fece, il vaso con il ghee volò a terra.

Il ghee dunque non arrivò alla vicina città. Mahmoud non ebbe le sue due rupie. Egli non acquistò polli; non acquistò capre né pecore. Non si sposò e non comprò nessuna casa. Non andò mai in ufficio, e non prese a schiaffi nessuno.

Si sedette con il viso tra le mani; dopo un poco fece ritorno dal suo principale e confessò: "Padrone, ho rovesciato tutto il ghee".

Il principale replicò: "Come hai potuto fare una cosa così stupida? Hai buttato via il mio guadagno di una settimana!"

"O padrone," disse Mahmoud "voi avete perso il guadagno di una settimana, ma io ho perso i miei polli, le mie capre, la mia casa, mia moglie, il mio ufficio e il mio cuoco!"

Questo è il gioco della mente. Questo è il potere di matrika shakti. Un pensiero porta a un altro pensiero, il quale porta a un terzo pensiero. La progenie di matrika shakti è infinita. Matrika shakti continua a creare lettere e noi continuiamo a farne l'espe­rienza. Ci infatuiamo delle lettere, ci identifichiamo con esse e in tal modo ne diventiamo schiavi. Dal cuore sorgono vari sen­timenti e l'anima vaga costantemente da uno all'altro, provando dolore e piacere.


Matrika shakti ci fa dimenticare che noi siamo il Sé. Invece di farci sperimentare Dio in ciascuno, ci fa sentire separati da tutti. Nasconde la nostra vera natura e ci mostra le sue manifestazioni. Matrika shakti non si prende mai una vacan­za, non va mai a dormire, non ritarda mai il suo lavoro e non va mai in pensione. Muore solo quando raggiungiamo lo stato libe­ro da pensieri, lo stato di nirvikalpa samàdhi, (La pura Coscienza infinita e libera; lo stato in cui si perviene alla Coscienza non duale, Atma-Brahman, quindi la contemplazione estatica del Supremo Sé, la fusione con l'Assoluto!) 


Tuttavia quando viene adeguatamente compresa matrika shakti ci aiuta anche a progredire. È tramite matrika che siamo in grado di ripetere il mantra e di contemplare il Sé. (Comprendete bene, quindi, il potere del Mantra...) Gli yogi che comprendono la natura di matrika, la perseguono e l'osservano, proprio attraverso la ripetizione del Mantra! Trasformano i cattivi pensieri in buoni pensieri, fanno calmare la loro mente portando in tal modo matrika sotto il loro con­trollo. Pensando "io sono il Sé, io sono Shiva", essi usano matri­ka shakti per espandersi, (...ed è per questo che si ripetono le stesse parole o le frasi nei Mantra...).


Quando comprendete cosa sia matrika shakti, quando contemplate continuamente matrika shakti, quan­do volgete la mente all'interno immergendola nella sua stessa sorgente, allora vi elevate al di sopra del dolore e del piacere. Non dovete più seguire i capricci di matrika shakti. Quando la mente diviene libera da pensieri, dona beatitudine. Alla base di matrika shakti c'è pura conoscenza. Quando si cono­sce a fondo la mente, si conosce Dio, perché Dio è la sorgente della mente. Ovunque vaghi la mente, all'interno o all'esterno, qualsiasi pensiero o costrutto mentale sperimenti, sia doloroso che piacevole, la Coscienza è alla base di tale movimento.


Il sag­gio Vasuguptacharya dice che ovunque vada la mente e qualsia­si cosa pensi, Shiva, la Coscienza universale, è lì. Se le cose stan­no così, in quale luogo mai può andare la mente per smarrirlo? (...dietro i capricci e le fantasie egoiche...) Così come con la stessa argilla si fanno infiniti vasi, allo stesso modo la stessa Coscienza, la shakti, è divenuta un'infinità di pensieri. Contemplate Matrika shakti con questa comprensione.  


Durante la contemplazione della vosta mente, all'inizio della concentrazione osservate i vostri pensieri senza rimanerne intrappolati. Osservate in che modo gioca matrika shakti, come dà significato alle lettere, in che modo le lettere compongono le parole, come le parole conten­gono ciascuna il proprio valore e significato. Osservate come le parole creano immagini, man mano che si uniscono e l'effetto che tali immagini hanno su di voi. Osservate come gli innumerevoli pensieri nascono e muoiono nella mente stessa. ...Questa è vera psicologia; con la pratica si arriva alla vera conoscenza della mente.


Sedetevi quietamente. Focalizzatevi sulla fonte originale di tutti i vostri pensieri. Con la comprensione e la contemplazione del respiro circolare cal­mate la mente alla sua sorgente. Percepite lo spazio dove i pen­sieri si dissolvono e da dove essi sorgono. Percepite il Testimone interiore privo di forma alla base della mente, il Sé. Comprendetelo e rimanete stabilizzati in esso; la vostra coscienza si espanderà sempre più. ...Con la spada dello stato privo di pensieri, recidete i legami della mente. Interrompete qualsiasi pensiero che sorga in essa, sostenuti dalla consapevolezza del vostro respiro che viene dalla Sorgente dell'Essere, e immergetevi in Esso. 


Il grande essere Gaudapada disse: “manodrishyamidam dvaitam yatkinchitsacharacharam manaso hyamanibhave dvaitam naivopalabhyate”

Questo mondo, con tutti gli esseri animati e gli oggetti inani­mati, non è altro che la creazione della mente. Quando le attivi­tà della mente cessano, non c'è più mondo, non c'è più dualità...

C'è solamente Dio!!!

HARI OM!   HARI OM!!  HARI OM!!! 

(Adattamento di Roberto Mattei (Shri Ananda Shiva) al quale è stato conferito "Shaktipat" nel 1999 dai Maestri della Tradizione Siddha, per la sua sincera Ricerca e e passione nella diffusione degli insegnamenti originali della Scienza dello Yoga









 


LO YOGA, LA VIA MAESTRA, SECONDO IL PENSIERO FILOSOFICO DELLO SHIVAISMO DEL KASHMIR, DELL’INDIA ANTICA






L’ESSERE UMANO - SAMKHYA – YOGA – TANTRA – ASTANGA YOGA - YAMA E NIYAMA - I  5 KOSHA – I  5  VAYU

Ogni civiltà, ogni cultura è frutto dell’accumulo delle conoscenze e dell’esperienza tramandate di generazione in generazione. Lo Shivaismo dell’India, le cui fonti risalgono alla più remota preistoria, è un’immensa somma di esperienze filosofiche-psicologiche e spirituali. Le descrizioni delle strutture sottili dell’essere umano che sono alla base delle tecniche yoga rivelano un livello di conoscenze così vaste di fronte al quale le nostre recenti investigazioni nel campo della psicofisiologia moderna appaiono ancora poca cosa. Nessuna delle concezioni relative alla natura del mondo e ai metodi di realizzazione dell’essere umano, così come trovano espressione nello Shivaismo appartiene in origine al mondo emergente degli Ari  che solo gradualmente hanno assimilato alcuni aspetti delle conoscenze dei popoli vinti nel mondo indiano e in quello ellenico.

Inoltre l’insegnamento filosofico e morale dello  Shivaismo evidenzia un fattore saliente nella storia dell’umanità e cioè: “Quando, secondo l’evoluzione dei cicli della vita, l’orgoglio dell’uomo sospinto  dal relativo sviluppo delle forze  negative dell’egoismo e della sopraffazione, manifesta le forze nefaste del genere umano, creando potenziali strumenti della distruzione e della morte sulla terra, il Signore Shiva principio e fonte di vita si manifesta in esseri illuminati e rivela agli uomini le tre vie della Conoscenza, della Realizzazione e della Salvezza esse sono:

1)  Il    Samkhya  - Tratta della  Cosmologia, la Natura divina della Creazione.
2)  Lo  Yoga        -  La Via Maestra da seguire per ottenere la liberazione dalle sofferenze
3)  Il    Tantra      -  Tratta dei riti, delle pratiche iniziatiche e catartiche per  realizzare                                            l’emancipazione finale dell’individuo
Più in dettaglio:
1)    Il Samkhya spiega la struttura del mondo e il sistema della Creazione, il parallelismo e l’interdipendenza dei vari aspetti della materia, della vita delle specie, l’unità fondamentale del macrocosmo e del microcosmo, l’Universo e l’Uomo.
2)    Lo Yoga è la scienza-la disciplina tramite la quale, per mezzo delle pratiche e dello studio di tecniche psico-fisiche e di introspezione l’uomo impara a conoscere se stesso, le forze che governano il suo essere e la natura fenomenica; impara a tacitare le divagazioni della mente ed a risalire alle fonti della vita.
3)    Il Tantra è il nesso tra il Samkhya e lo Yoga. Insegna le metodologie iniziatiche e di trasformazione evolutiva con cui l’uomo può entrare in contatto con l’invisibile, la sorgente dell’Energia Creatrice e della Vita.
Attraverso questo processo di reintegrazione l’uomo può realizzare l’emancipazione dalle sofferenze, attraverso la comprensione della natura dell’universo e del Sé. Egli potrà infine cogliere i principi fondamentali che collegano la creazione e il Creatore, lo scopo della vita e ottenere la fusione con l’Assoluto.


L’ESSERE UMANO
Il  corpo fisico come si sa è formato da miliardi di cellule specializzate che compongono i vari sistemi del nostro complesso organismo quali: osteomuscolare; nervoso; circolatorio; respiratorio; endocrino; energetico; digerente.
Tutti i tessuti e le cellule che compongono il nostro organismo sono nutriti non solo da tutta la vasta serie di componenti nutritivi, di una buona alimentazione bilanciata, ma soprattutto dall’energia vibrazionale superiore, il Prana, la forza vitale, la Shakti universale che diviene in noi la kundalini, la nostra energia psicofisica individualizzata. Attivando i processi metabolici questa energia pranica sottile da al  corpo fisico la vita e la possibilità, a seconda del grado di evoluzione interiore,  il manifestarsi della nostra Coscienza ed azione nel mondo.

SISTEMI FILOSOFICI: SAMKHYA  E YOGA

Il Samkhya è uno dei sei sistemi filosofici classici della tradizione indiana associato allo yoga, ed è una delle componenti teoriche della Bhagavad-Gita nella quale si trova scritto “Colui che vede Samkhya e Yoga come una sola cosa, colui vede”.
Il Samkhya ammette due principi: uno è spirituale, cosciente, lo spirito, il Sé, chiamato Purusha, che si frammenta in tanti sé quanti sono gli individui; l’altro è materiale ed è la
Prakrti, che si manifesta nella Natura materiale, la sostanza primordiale.
Purusha e Prakrti sono tutti e due reali ed eterni.

Il Purusha, dal sanscrito, significa, l’Uomo Cosmico che pervade l’Universo intero e permette la sua trasformazione ed evoluzione; è lo Spirito puro divino che illumina le coscienze, che sinceramente lo ricercano attraverso il percorso evolutivo di tutti i rami dello Yoga.
La Prakrti, secondo il sacro testo, Bhagavad Gita (il Canto del Signore Krishna) è l'intelligenza della natura originaria attraverso cui l'universo esiste e si esplica.
La Natura, quindi, è la pura attività dell’universo materiale in evoluzione, ma è priva di coscienza, è inconsapevole. E’ quel  principio che da uno stato immanifesto, attraverso il processo di evoluzione/trasformazione, dà origine a tutto ciò che diviene manifesto, visibile, tangibile; intendendo con ciò sia la realtà materiale che quella mentale, o psichica. Nella manifestazione universale ed individuale è definita anche la polarità energetica dell' Essere e della sostanza cosmica dell'universo

E’ solo il Sé supremo, quindi, che compenetrando la Natura umana, permette all’individuo che si evolve attraverso lo studio, la ricerca, la Meditazione e l’ascesi nello Yoga, di ritrovare in sé, tale principio Spirituale eterno. Il dolore l’asservimento dell’uomo provengono dall’ignoranza della vera natura dello spirito, dalla confusione tra la vita psichica e mentale (attività dei sensi, dei sentimenti, dei pensieri, ed emozioni) e il Sé; la sofferenza e il dolore dunque esistono ma rientrano nell’ambito dell’esistenza nella natura, non sono che dei semplici stati di fatto che non appartengono al Sé, il quale è eternamente libero e puro.

Il metodo di liberazione proposto dal Samkhya è la conoscenza delle leggi della Realtà, mentre  lo Yoga insiste sulle pratiche fisiche e mentali , sull’ascesi e sulle tecniche di meditazione.
Secondo il metodo Samkhya, la natura, Prakrti, possiede tre qualità, tre modi d’essere chiamati Guna: 
Sattva, è la pura luminosità e corrisponde all’intelligenza;
Rajas, è la pura attività e corrisponde all’attività fisica e  mentale;
Tamas, è l’inerzia e corrisponde all’ offuscamento fisico e mentale, alla pigrizia;

Sotto l’impulso di purusha, lo spirito la natura, prakriti, da inizio alla creazione del cosmo nella sua totalità, dagli elementi inanimati fino ad arrivare all’attività psichica più eterea; le differenze  tra i vari fenomeni sono da mettere in relazione con il predominio di questo o quel guna. Queste osservazioni appartengono al campo dell’intelligenza, che è la manifestazione più trasparente, più sottile dell’attività mentale e che fa parte dunque del campo naturale e non di quello spirituale. In che modo allora posiamo arrivare a dissipare l’ignoranza dello Spirito?  In realtà per il Samkhya, l’intelligenza per il suo aspetto luminoso (sattva) riflette lo Spirito e la comprensione del mondo esterno non è possibile
che mediante questa riflessione esiste dunque una relazione molto stretta e sottile tra
intelligenza e Spirito, come quella dello specchio che riflette il sole; la conoscenza allora arriva ad un risveglio per cui il Sé si rivela in sé stesso, a una conoscenza assoluta in cui l’oggetto si identifica con il soggetto.
Lo Yoga, la parola yoga deriva dalla radice sanscrita yug, che significa unire, legare; lo yoga è dunque un sistema filosofico applicato attraverso un complesso   metodo di tecniche psicofisiche che mira a disciplinare il corpo e la mente. Si apprende così a gestire  meglio il corpo, i propri sensi e le  attività mentali in modo da raggiungere la liberazione  dai condizionamenti della vita, e ottenere l’unione con l’Assoluto implica ovviamente una ricerca e un percorso evolutivo totale. Vi sono numerosi metodi di yoga la cui pratica costituisce una dimensione specifica della spiritualità indù.


L ‘ASTANGA YOGA DI PATANJALI - LE OTTO REGOLE DEL PERCORSO FORMATIVO DELLA “SCIENZA DELLO  YOGA”  –  O,  YOGA  INTEGRALE.

  Lo Yoga classico è quello che forma uno dei sei grandi darshana (visione del mondo) abbinato come già detto al Samkhya. La sua origine è indubbiamente molto antica e la sua formulazione sistematica della teoria e della pratica si trova negli Yoga Sutra di Patanjali che risalgono a circa tremila anni fa. Lo Yoga come le altre discipline orientali, deve essere effettuato inizialmente sotto la guida di un maestro qualificato.
  Analizzando i due sistemi filosofici possiamo constatare che mentre il Samkhya pone l’accento soprattutto sulla conoscenza metafisica, lo Yoga  insiste sulle tecniche corporee energetiche e di meditazione. Per realizzare lo stato di Yoga: unione ed armonia nell’essere che gli Yoga-Sutra definiscono fin dall’inizio come  “La cessazione delle divagazioni della mente”, Patanjali considerato il Padre dello Yoga enumera otto tappe, gli otto anga (braccia), che il praticante deve adottare per gradi.


Esse sono:
1-    Yama, le regole morali; non uccidere, non rubare, non  mentire…
2-    Ni-ama, regole e osservanze spirituali: purificazioni, porre un freno ai desideri sfrenati, studio dei Veda…
3-    Asana, le posizioni corporee che devono essere stabili
4-    Pranayama, le discipline della respirazione
5-    Pratyahara, interiorizzazione, visualizzazione,  dinamiche mentali, abbandono
6-    Dharana , la concentrazione del pensiero su un solo punto
7-    Dhyana, la meditazione continua
8-    Samadhi, estasi, stato di decondizionamento, armonia interiore e universale, fusione con dell’Atman con l’Assoluto.
E’ da notare che lo Yoga attuale in occidente si riferisce soprattutto agli aspetti più fisici ed energetici per quanto sempre più si sta sviluppando un interesse maggiore per gli aspetti più spirituali, di meditazione.        

I 5 KOSHA: La composizione Sottile dell’essere umano
nella fisiologia yoga
Gli antichi Rishi, saggi yogi, scendendo sempre più profondamente nell’essere umano, giunsero a riconoscere ed a classificare cinque involucri o guaine (Kosha), racchiudenti il sesto, il Jivatman, cioè lo Spirito incarnato. Come le  cellule contribuiscono a formare l’organismo fisico, così, secondo l’antica conoscenza yoga, una fittissima rete di condotti supersottili (Nadi), nelle antiche mappe indiane e cinesi, se ne contano circa 350.000, contribuiscono a creare altri involucri, di vibrazione più o meno sottile, di cui è composto l’essere umano. Tutti questi corpi avvolgono e manifestano nei vari stati immateriali la parte immortale e divina che è insita in ogni essere umano, l’Atman, lo Spirito .
Tale nostra costituzione, secondo gli antichi Rishi indiani, costituisce una interessante analogia con il cristianesimo, che considera appunto l’esistenza dell’anima e dello Spirito.
Tutti i corpi che lo yoga contempla e che hanno la funzione di valorizzare e manifestare  l’Atman, possono essere percepiti e visualizzati nelle pratiche meditative dopo aver effettuato tecniche particolari contemplate nei vari tipi di Yoga quali: Hatha, Kundalini, Raja, Mantra, Bhakti (Concentrazione – Meditazione – Samadhy – Samyama - Pranayama esoterico -  Meditazione trascendentale.  L’Atman, la parte divina più elevata, luminosa di ogni essere vivente, è lo Spirito Puro, il Vero Sé interiore il cui risveglio e potenziamento è la meta di ogni sentiero yoga.

1) Ananda–maya-Kosha, è il primo involucro più vicino allo Jivatman (lo spirito incarnato) è la causa degli altri Kosha; è un involucro fatto di felicità e beatitudine. E’ insita in tutti gli esseri ed è l’involucro fatto di luce purissima, è il più vicino all’atman. Esso è il riflesso dello Spirito Universale (Satchidananda, Paramatman) - E’ atemporale e aspaziale.
2) Vijnana-maya-kosha, è il secondo involucro e racchiude il senso dell’Io personalizzato, il sé inferiore, la ragione, la coscienza del bene e del male. E’ la sede della discriminazione, dell’intuizione, del  discernimento e della conoscenza. Per la sua manifestazione si avvale dell’autocoscienza (Ahamkara), dell’intelletto (buddhi)
e della sostanza mentale (citta). E’ ATEMPORALE
3) Mano-maya-kosha, è il terzo involucro ed è  la sede di altri processi psichici, quali istinti e condizionamenti propri dell’individuo; ingloba i complessi le sensazioni coscienti e l’inconscio individuale. Questo è lo stato dove cerca di arrivare lo psicanalista. Ne fa parte anche la memoria, è l’influenzabile e comprende le 5 (jnanendriya) le facoltà percettive, prodotte dai 5 sensi. E’ temporale.

4) Prana-maya-kosha è il quarto involucro, e comprende tutte quelle energie che raggruppano e animano il corpo umano, (l’Anna-maya-kosha); in questo prana-maya-kosha hanno sede i cakra, vortici energetici, le nadi o canali (meridiani) per la diffusione dell’energia pranica, la kundalini, l’energia cosmica individualizzata, necessaria all’evoluzione di tutti gli esseri.
E’ un involucro meno grossolano rispetto al fisico, ma ancora percepibile dal senso del tatto, (sotto forma di calore) inoltre è compenetrato dalle 5 correnti vitali maggior i- i 5 soffi vitali (vayu) - e dalle 5 inferiori. I cakra, innumerevoli, di cui sette principali, possono essere attivati dai due involucri psichici Vijnana-maya e mano-maya-kosha, ed è qui che ha inizio l’accelerazione evolutiva dell’essere.
E’ temporale.

5) Anna-maya-kosha, è il quinto involucro, lo stato materiale, fisico, fatto di nutrimento. E’ composto dai 5 elementi sottili (tanmatras), i 5 sensi: gusto, olfatto, vista, tatto, udito e dai 5 elementi della materia: terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Contiene inoltre i 3 umori (dosha) che sono: il muco, la bile e l’aria (l’acqua-fuoco-aria nell’Ayurveda) ed i 7 fluidi di cui: grasso-sangue-linfa-midollo-sudore-liquido seminale e lacrimale. E’ temporale.
La fisiologia yoga ci descrive questi Cakra come ruote e vortici che possono dinamicizzare o staticizzare il flusso dell’energia ruotando più velocemente e aritmicamente. Sono vere e proprie porte sul cosmo, sono statici, morti negli individui pigri e depressi, mentre sono dinamici, vivi negli individui attivi ed entusiasti.
Il pranayama esoterico può appunto risvegliare maggiormente i cakra, mettendo in correlazione tempi e modalità di tecniche con i movimenti orbitali della terra, della luna e del sole. Nella filosofia Samkhya, i saggi yogi affermano che nell’universo esiste un solo e unico respiro, il respiro di Dio. Infatti oltre all’uomo respira l’animale, la pianta, l’oceano, la terra, il sole, le stelle, l’intero cosmo. Chi è pervenuto lievemente ad un grado più profondo di sensibilità psichica, certamente avrà costatato questo fatto. Il prana entra così nell’uomo attraverso le porte succitate, i Cakra, qui si specializza prendendo il nome di Vayu (soffio vitale) in dieci soffi vitali che circolano nel corpo pranico.

Le PranAdi o soffi vitali interni

1) La prima è Pranavayu, assorbe energia dalle vie respiratorie, va dal naso ai polmoni, soffio del suono; alimenta il cakra Anahata e il Dosha Vata(acqua).

2) La seconda è Samanavayu; assimila energia degli alimenti; sta tra diaframma e ombelico; soffio vitale; alimenta il cakra manipura e il dosha pitta(fuoco).

3) La terza è Vyanavayu; presiede ai processi dell’intero corpo, sangue, linfa, nervi; circola in tutta la complessa rete di nadi; soffio onnipervadente, distributivo.
Alimenta tutti i cakra e i tridosha(neuroumori ayurvedici).

4) La quarta è Apanavayu; elimina l’energia inutile, va dal plesso solare ai piedi; soffio escretorio. Insieme al prana è il più importante. Regge Muladara, Svadhishthana cakra e il Dosha Kapha(aria).

5) La quinta è Udanavayu; va dalla gola al cranio; soffio esteriorizzatore(parola-pensiero).Alimenta la coppia dei cakra Vishuddha-Ajna.

Vi sono inoltre altri cinque soffi esterni quali:
1)-Nagavayu: vomitare, ruttare, singhiozzare
2)-Kurmavayu: battito di palpebre- la cui mancanza produce il sonno
3)-Krikaravayu: starnutire-tossire-produce fame e sete
4)-Devadattavayu: sbadiglio
5)-Dhananjayavayu: libera l’anima dal corpo al momento della morte e disintegra il corpo morto, interrompe i flussi energetici.

Le terapie energetiche olistiche

La scienza yoga sempre più, nel mondo occidentale, sta diffondendosi come coadiuvante nelle terapie fisiche e psichiche energetiche comprese nella definizione “Olistica” come: agopuntura, bionergetica, naturopatia, ayurveda e la più recente omeopatia, reyki ed altre ancora.

Tutte queste discipline fondano i loro principi basilari sull’esistenza dell’energia, il Prana, la Forza vitale che tutto compenetra.
Dalle ricerche scientifiche moderne e dalla fisica quantistica è stato dimostrato che la materia è energia; noi siamo infatti materia compenetrata di energia: corpo, spirito, mente, vibrazioni, emozioni, radiazioni, forza fisica e psichica , di conseguenza noi possiamo essere influenzati dall’energia che è al di fuori di noi e viceversa.

L’energia nella sua forma pura non è visibile ai nostri occhi perché a livello subatomico o quantistico essa è composta da schemi di luce e vibrazioni per cui essa si manifesta su una soglia di frequenza al di sopra della percezione dei nostri 5 sensi. Ma sovente la possiamo percepire con il nostro senso interno, il sesto senso, la nostra coscienza.

Tornando quindi al nostro complesso organismo possiamo costatare che i famosi corpi sottili costituiscono il collegamento tra il fisico e l’eterico, energetico, mentale, psichico e spirituale. Ora quando questo meraviglioso  e delicato sistema viene sbilanciato, anche solo minimamente, si verifica la cosiddetta “Distonia energetica”. Tale fenomeno si manifesta con la perdita progressiva, da parte del nostro organismo, della capacità di stare bene e di autoripararsi.

 Le cause di questa distonia possono essere molteplici. La nostra possibilità di assorbire e scambiare costantemente energia può essere insufficiente o alterata. Queste alterazioni possono essere riconducibili a cause psichiche, emozionali, alimentari, ambientali e quant’altro. Di conseguenza la distonia raggiunta amplifica le eventuali problematiche già in atto generandone di nuove.
Come si può ben capire, ci veniamo a trovare di fronte ad un circolo chiuso che si autoalimenta e che deve essere immediatamente interrotto per consentire alla psiche di recuperare l’equilibrio necessario per gestire successivamente in maniera opportuna tutto l’organismo e ricreare l’OMEOSTASI.

stress e sistema immunitario

Infatti è stato ampiamente dimostrato che esiste un forte legame fra lo stress, la depressione e il decadimento della funzione del sistema immunitario, con conseguenti alterazioni e disfunzioni ormonali. E’ anche dimostrato che esistono correlazioni tra stati d’animo fortemente turbati e l’inizio di tumori e svariate altre patologie. Infatti una grande dispersione di energia è determinata dagli stati di stress fisico e psichico. Il primo è generato dal troppo lavoro, dal poco sonno, da un’alimentazione errata, dall’ambiente malsano in cui si vive: metropoli piene di smog, rumori, confusione, degrado. Il secondo è causato invece da tensioni emozionali negative, conflitti, rabbia e rancori verso qualcuno, rapporti familiari esasperati, sensi di colpa, insoddisfazioni etc.
Tutti fattori che possono indurre a depressione e somatizzazioni varie.
Quando i due  tipi di stress si combinano, si scatenano sollecitazioni negative al nostro sistema immunitario debilitandolo ed aprendo così le porte alle malattie più svariate.
E’ evidente quindi che i problemi fisici, emotivi e psichici sono responsabili del cattivo funzionamento del nostro organismo.

Ciò dimostra dunque che è necessaria una maggior attenzione ai bisogni psico-energetici dell’essere umano; per di più è stato comprovato che la causa della malattia rimane impressa nel nostro “psico-nastro” nel corpo sottile, divenendo uno schema cristallizzato che può rigenerare la malattia. Per questo non basta curare solo il corpo fisico, ignorando quanto sia indispensabile agire sui livelli emozionali, mentali, psichici e spirituali. Platone infatti diceva, come tanti antichi saggi indiani “Sana prima la tua anima se vuoi guarire il tuo corpo”.  

Infatti oggi sempre più anche in occidente la diffusione delle svariate forme di medicine alternative trattano l’uomo in modo olistico. Come ben si sa, ogni cellula del corpo contiene le informazioni genetiche (dna,cromosomi) “Olismo” , cioè del “tutto” (holos in greco). Da  ciò deriva che la malattia non colpisce solamente la parte del corpo dove si manifesta fisicamente, ma ha influenza su tutto l’organismo.  Da qui il fatto che il benessere umano, nel concetto olistico  yoga è determinato da uno stato di totale equilibrio tra i singoli elementi del corpo, della mente e dello spirito, in totale integrazione.

Un individuo che sta bene è felice e sano e  vive la vita nel suo pieno significato, nella comprensione di sé e del suo ambiente, nella continua crescita psicologica e spirituale. Questa è la meta a cui tutti dobbiamo tendere, questo è il vero stato di yoga-unione e armonia con se stesso, il mondo e l’Assoluto.

YAMA E NIYAMA –  ll saggio illuminato Patañjali (non a caso definito Bhagavân, il divino), circa  500 anni avanti Cristo, codificò lo Yoga in un'opera unica nel suo genere:  “Yoga Sutra” (Ashtânga Yoga), Lo Yoga dalle 8 braccia (regole). Una straordinaria raccolta di aforismi - 196 sûtra  - giunti fino a noi grazie a una ininterrotta trasmissione orale,  definita col termine paramparâ - da bocca a orecchio, da Maestro a discepolo.  In virtù di questo sistema complesso e organizzato, definito, La Scienza dello Yoga, si delinea il percorso che il vero praticante yoga dovrà seguire per ottenere l'illuminazione e la liberazione dalla catena delle sofferenze e reincarnazioni. Quale cardine e punto di partenza per una comprensione ordinata di tale studio, vediamo che  le prime
 2 Anga: Yama e Niyama , consistono nelle Astensioni e le Osservanze e sono da considerarsi il fondamento morale dell’Ashtanga Yoga. Oltre a tali 2 Anga (Bracci) gli altri sei, sono denominati: Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana e Samadhi. Lo studio via, via sempre più coinvolgente di Yama e Niyama, condurranno l'adepto a una meravigliosa presa di coscienza di sé, del proprio ruolo in questo grande spettacolo della Creazione... e le sorprese potrebbero non finire qui. Ci si potrebbe trovare coinvolti in un oceano di Verità, di Conoscenza e di Amore universale. Vediamo, quindi, cosa sono e come possono essere interpretati questi «comandamenti», assai rigorosi ed espressi in maniera da non lasciar spazio ad alcuna deroga, a nessuno «sconto».
Yama, le 5 Astensioni:
Ahimsa - la non violenza, un atteggiamento globale, onnicomprensivo rispetto a ciò che può «ferire l'altro» - l'uomo, l'animale, l'ambiente, tutte le cose che possono perdere la loro identità e la loro funzione. Dunque ahimsa va ben oltre il concetto di «non uccidere»; bisogna comprendere che la freddezza nella comunicazione uccide tanto quanto un pugnale, che la crudeltà mentale è una grandissima forma di violenza così come l'indifferenza, una certa forma infida di ironia, il non saper ascoltare, non voler vedere... Pertanto l'ahimsa rappresenta il grado più alto di inoffensività. Difficile da mettere in pratica... ma vero!
Satya - la verità, sempre, in ogni momento. Lo stolto mente con facilità, esagera nei suoi racconti, lascia intendere cose diverse dalla realtà dei fatti e in definitiva mente a sé stesso perché si pone in una condizione diversa rispetto alle esigenze della sua stessa anima. Poi, secondo Taimni, la menzogna offusca la buddhi (la pura coscienza), ovvero ottenebra quella limpida intuizione necessaria all'evoluzione. E ancora: una menzogna tira l'altra e il fardello diventa pesante e ingestibile quando si vuol procedere spediti verso l'illuminazione.
Asteya - non solo non rubare! Ma nemmeno ricercare privilegi che non ci spettano, attenzioni particolari in virtù di una posizione sociale o economica che permetterebbe, in determinate situazioni, un salvacondotto, un lasciapassare, una bustarella. Niente di niente. Bastare a sé stessi e cercare di comprendere sempre di più e sempre meglio «il nostro ruolo in questa vita», con tutto quello che ne deriva
Brahmacharya - la continenza. E fin qui sono d'accordo: una vita sessuale smodata che genera attaccamenti di ogni tipo è contro ogni forma di igiene mentale. Non concordo però con l'astinenza assoluta indicata da molti commentatori come condizione imprescindibile al progresso spirituale, già tenendo in considerazione l'etimologia della parola brahmacharya che letteralmente significa «essere Maestri di sé stessi in Brahman». Semplicemente, il giusto distacco e l'atteggiamento appropriato in un piacevole aspetto della vita.
E' evidente invece che ad un livello avanzato di ricerca personale, spontaneamente diminuiscano gli appetiti sessuali, tanto grande e desiderabile appare il contatto con l'Assoluto che via, via si è rivelato e che sappiamo essere «l'Unica Mèta».
Aparigraha - il non possesso. Pensare di possedere qualcosa, o qualcuno, è pura illusione. In questo periodo di tempo che va dalla nostra data di nascita (certa) alla nostra data di morte (?) e che sappiamo essere null'altro che una possibilità che ci viene offerta dalla Vita - la Madre Divina, la Shakti - come occasione di trasformazione e sviluppo spirituale, che posto ha il concetto di possesso? Siamo nel bel mezzo di un grande spettacolo in cui ognuno di noi ha un ruolo, quello che ci siamo meritati grazie a tutto quello che abbiamo fatto o non fatto nelle nostre vite precedenti. Siamo gli attori, troppo spesso inconsapevoli del nostro ruolo, e infatti ci ritroviamo a interpretare Paperon dei Paperoni o la Divina collezionista di cuori infranti o il plurititolato capo di azienda o di governi....
Infine si diventa schiavi e vittime di un pensiero/attaccamento costruito sul nulla. Arriva Mara - il Dio della Morte - e tutto scompare...

Niyama, le 5 Osservanze:


Sauca - la purezza, la pulizia del pensiero, delle intenzioni e anche dell'abito che si indossa, della nostra pelle e in generale del corpo, come si evince dalle scrupolose attenzioni che lo Yoga dedica all'organismo tutto.
Mentre riferendoci a yama pensiamo a cinque precetti che vietano comportamenti dannosi per l'evoluzione personale e per l'armoniosa convivenza con il genere umano, se parliamo di niyama osserviamo che si tratta di indicazioni disciplinari, costruttive, in vista di una vera vita yogica: da una sana, parca dieta alla molteplicità dei neti, dei dhauti e dei prânâyâma purificanti e ossigenanti.
Contemporaneamente, depurati dalla spazzatura altamente inquinante dei pensieri abituali che affollano la mente e su cui di solito non si ha alcun potere di controllo, avvicinandoci alla meditazione osserviamo l'alba del nostro riscatto, la luce radiosa dell'Eterno che si fa strada. La meditazione dunque come panacea e come espressione di una Realtà vera, senza ambiguità.
Samtosa - l'appagamento, proprio il contrario della frustrazione (sentimento assai diffuso che fa apparire l'erba del vicino sempre più verde).
Samtosa rende assai bene l'idea di quiete, di pacificazione allorché si accetti l'idea che non esiste un Dio capriccioso che fa e disfa le cose secondo l'umore del momento ma si capisca che la fortuna e la sfortuna non esistono e tutto deriva da un Principio Originario che è la matrice stessa della Vita, delle Coscienza e dell'Amore - sat-cit-ânanda. E noi siamo QUELLO.
Tapas - la fede, il fuoco ardente dell'Amore per il Divino che consuma e rigenera. Questa fiamma va mantenuta costantemente viva, a qualunque costo, ed è la base per una sana spiritualità fatta di gioiosa consapevolezza e di allegra condivisione con il prossimo piuttosto che di funeste pratiche autopunitive, di sacrifici non richiesti, di volti lividi e senza sorriso. «Un santo triste è un triste santo» recita un proverbio.
Buddha stesso, dopo anni di penose pratiche ascetiche, comprese che il volto di Dio si rivela soprattutto nella gioia; e la notte successiva a questa scoperta, seduto sotto l'albero della bodhi, Egli ottenne il nirvâna.
Svâdhyâya - lo studio di sé e del Sé. Uno studio non in chiave psicologica ma logico e deduttivo.
Qui possono essere di aiuto le biografie dei santi e degli illuminati, di coloro che hanno ottenuto la liberazione in vita: gli eletti!
E ancora, comprendere il coraggio di queste grandi anime che non hanno voluto smarrirsi nella giungla dei senza dio e, pagando sempre prezzi altissimi, avendo annientato il proprio ego, si sono purificati al calor rosso dell'abnegazione, hanno superato sé stessi e hanno spezzato la ruota delle reincarnazioni. Finalmente la libertà: il kaivalya.
Îsvara pranidhâna - le resa: l'abbandono a Dio quale Ente Supremo, solo conoscitore della «Legge di causa ed effetto» e dunque il reggitore stesso della vita nella molteplicità delle sue espressioni.
L'abbandono alla volontà suprema è la più alta forma di ascesi ed è ciò che contraddistingue il vero illuminato. Affrontare il proprio percorso spirituale secondo questo principio garantisce, senza ombra di dubbio, la conoscenza e la liberazione in vita.
LA META SUPREMA”,  MOKSHA - LA LIBERAZIONE DALLE SOFFERENZE   

Da come abbiamo visto il fine della via dello Yoga è condurre l’essere umano, il sincero ricercatore, a realizzare la liberazione completa dall’infelicità e di conseguenza rendere impossibile il ritorno in nascite e morti e raggiungere così la meta suprema: la fusione con l’Assoluto- che poi nella vita si manifesta appunto con una completa disponibilità e serenità nei confronti degli altri esseri e della vita.
Vediamo quindi che il dolore umano ha origine dalle azioni egoistiche le quali, essendo basate sulle illusioni, conducono alla sofferenza.
 L’essere umano è schiavo della sofferenza perché sottoposto all’influenza delle 5 sorgenti del male: Ignoranza; Egoismo; Attaccamento; Avversione; e Ostinazione nell’attribuire una validità propria agli avvenimenti circostanti.
Così egli si lascia coinvolgere emotivamente dalle circostanze della vita che di conseguenza producono gioie e dolori.
Solo risvegliandoci alla comprensione del tutto e alla emersione dei valori umani ed alla Conoscenza Spirituale, possiamo realizzare l’Amore Universale ed aprire il nostro cuore.
La meta suprema del cuore si manifesta allora con l’applicazione di 2 vie:

1-       Artha: che significa eliminare una sofferenza per volta;
2-       Paramartha: che significa eliminare alfine tutte le sofferenze e far si che non si ripetano più.

Per ottenere ciò è necessaria quindi la Conoscenza e la Meditazione. Questo si realizza attraverso il percorso Yoga che comprende: lo studio di sé del mondo e della vita, la pratica del Mantra e la Meditazione.

Vediamo allora che la preghiera è il respiro di ogni religione, che porta l’uomo ad unirsi a Dio, ad ogni sospiro sempre più vicino.
Dhyana (la meditazione) è il processo dell’ascolto della musica celeste( cioè della voce divina o dell’insegnamento spirituale simboleggiato dal flauto di Krishna) che noi esseri umani possiamo percepire in meditazione.
Dimorando nel silenzio, oltre i pensieri ricorrenti col l’orecchio mentale pronti a cogliere tutti i messaggi della melodia celeste.
Lo yoga allora ci porta a realizzare la fusione della mente- dell’io individuale con l’Assoluto, nella beatitudine dell’oblio di se stessi, lasciandoci colmare la Coscienza dalla Grazia Divina.     

HARI OM!!!










I Sapta Bindu e le sette aree del cervello –

Da una Conferenza dell’Amico Maestro Amadio Bianchi, Presidente del Movimento Mondiale Yoga e Ayurveda (Argomento trattato anche nel suo libro, Lo Yoga e L’ayurveda, Edizioni, Spazio Attivo)
La Coscienza, secondo un’interpretazione indiana, sarebbe una qualità della manifestazione universale. Il cervello dell’uomo, invece, sarebbe lo strumento capace di adattare questa qualità alla condizione umana, rispondendo unicamente alle necessità della sua natura. Tale strumento, attraverso le sue sette funzioni dislocate in altrettante aree, permetterebbe all’uomo di sperimentare e beneficiare di sette specie di coscienza.
Potremmo paragonare tale fenomeno a quello della luce solare che, come tutti sanno, scomposta attraverso un prisma, produce uno spettro nel quale si distinguono sette gruppi di colore con una lunghezza d’onda sempre più piccola che va dal rosso al violetto: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. La luce solare rappresenta la coscienza universale, il prisma il cervello ed i sette fasci colorati le tipiche qualità di coscienza fruibili dall’uomo.
Le sette qualità, come già detto, risulterebbero dislocate in altrettante aree e ognuna presenterebbe un apice nel punto detto Bindu, la cui conoscenza, permetterebbe, ad un operatore, di stimolare la funzione relativa all’area. Ecco cosa sono i Sapta Bindu, conosciuti da alcuni terapeuti indiani. Proviamo a descriverli.
Il primo, posto al centro delle sopracciglia sarebbe il fulcro della zona cosiddetta discriminativa del cervello.  Le nostre scelte, le faremmo tramite quest’area, ed un suo buon funzionamento consentirebbe di essere lucidi, sottraendoci alla sofferenza causata dai contrasti, dalle incertezze, e dal fumo del dubbio. Saper scegliere bene, imparare a distinguere il bene dal male, è, ad esempio, ritenuto così importante per un indù, da ricordarlo in continuazione a se stesso con un vistoso segno, posto, come tutti sanno, al centro delle sopracciglia. Stimolare tale punto si ritiene possa risvegliare volontà, determinazione e soprattutto chiara visione. Alcuni Maestri indiani affermano, tuttavia, che un iper-funzionamento dell’area cerebrale in oggetto, potrebbe rendere inclini alla prevaricazione, alla sete di potere e, in generale ad una tendenza alla sopraffazione.
Il secondo, situato alla sommità della fronte, più o meno all’attaccatura dei capelli, sarebbe invece il perno della zona cerebrale che consentirebbe l’esperienza di coscienza del presente e del divenire. Qualcuno l’ha paragonata ad un radar che capta le informazioni provenienti dal cosmo. Una sovreccitazione di tale area, porterebbe portare a capacità precognitive ma provocherebbe confusione emotiva e di conseguenza decisionale.  
Tutti coloro che per esercizio o per natura presentano queste facoltà sono difatti assai disturbati sia sul piano fisico, sia mentale e quindi da ritenersi, sempre secondo l’interpretazione indiana, non in equilibrio.
Il terzo bindu posizionato al centro del capo, più o meno dove sta la ghiandola pineale, sarebbe vertice della visione interiore, della coscienza "dell’io sono". Nel caso di "sovreccitazione" dell’area di cui è fulcro, avvertono sempre i conoscitori indiani, si paleserebbero talune allucinazioni, in particolare quelle mistiche, come le esperienze di visioni in cui sono incappati alcuni meditanti.
Il quarto bindu si trova nella parte posteriore della testa, dove il capo appoggia quando si è sdraiati sul pavimento senza cuscino, tendendo ad avvicinare il mento allo sterno. Esso potrebbe essere considerato il cardine del subconscio oltre che dell’area destinata al controllo delle funzioni respiratorie. Qui avrebbero sede le immagini legate alla memoria individuale dell’esistenza presente.
Parrebbe ovvio dedurre che l’iperfunzionamento di questa zona, porterebbe ad un incontrollata emersione dei famosi samskara o impressioni legate all’esperienza del vissuto attraversi i sensi. Un cortocircuito, invece, annullerebbe completamente la memoria individuale causando anche totale amnesia persino nei confronti del proprio nome.
Il quinto bindu collocato sette, otto centimetri al di sopra del quarto, per intenderci, dove i preti si facevano la chierica o dove talune sette che scelgono di radersi completamente il capo, lasciano un'unica ciocca di capelli, potrebbe essere ritenuto il massimo punto del cervello destinato all’esperienza di coscienza e di memoria collettiva, come, ad esempio, la memoria genetica e di razza. Da qui potrebbe derivare la percezione di ciò che è sempre stato, di ciò che è e di ciò che sarà, a differenza del secondo bindu legato più alle percezioni cosmiche soggettive.
In caso di eccessiva sensibilità in alcuni soggetti, si scatenerebbero fobie come la paura dei topi, dei ragni, dei serpenti, oggi apparentemente ingiustificabili date le attuali esigue proporzioni fisiche di questi animali sul nostro pianeta. Ciò risulterebbe dalla memoria di dissomiglianti situazioni vissute e sottilmente trasmesse a noi dai nostri avi.      I topi, per fare un esempio, si sono resi responsabili di aver diffuso terribili pestilenze.
Il sesto bindu posto alla sommità del capo è fulcro dell’area cerebrale che ci consente le più alte esperienze intuitive. Esso è, per questa cultura, il Brahma-Randhra "la porta di Brahma" in quanto da qui si potrebbe accedere all’esperienza sovraordinaria.

In quest’area viene collocato e rappresentato il settimo cakra che sovrasta l’attività fisica ordinaria, per alcuni già al di là degli elementi fisico corporei. Questo dunque sarebbe il luogo di partenza per la realizzazione spirituale, la liberazione dal Samsara (ciclo delle esistenze), e l’esperienza di coscienza della non dualità.
Il settimo ed ultimo bindu si troverebbe addirittura fuori dal corpo. Dieci, dodici centimetri al di sopra della sommità del capo, nell’involucro energetico (kosa) costituito dal prana
Tale involucro, realtà ancora assolutamente materiale anche se estremamente sottile, viene collocato nell’ interpretazione indiana tutt’ intorno al corpo. Quando, per un insieme di coincidenze, ci si trova a vivere un’ esperienza di coscienza collegata a tale punto la sensazione è di trovarsi fuori dal corpo.
Accade qualche volta in meditazione o in stati di coscienza particolari, anche di origine traumatica come un incidente stradale, nella quale una coscienza ordinaria più legata all’attività sensoriale viene meno.
In conclusione: la precisa conoscenza di tali punti permette ad un terapeuta di intervenire manualmente sui cinque punti trattabili con le mani per sollecitare la regolare funzione delle aree cerebrali, ridonando al soggetto salute, coscienza e corretta conoscenza.
Hari Om!

Ontologia - Per ontologia si intende lo studio della natura dell'essere, dell'esistenza e della realtà in generale, così come delle categorie fondamentali dell'essere e delle loro relazioni. Essa implica, quindi, la ricerca del senso profondo di ogni essere reale. Ciò è anche attinente all' antropologia filosofica e quindi alla domanda circa il senso dell'esistenza dell'uomo che pensa e che si pensa. Ogni domanda intorno al “soggetto", all’ "oggetto" e la loro "relazione", dunque tra " io" e "mondo".
Tornando a osservare nella cultura indiana, il sistema filosofico Samkhya classifica, come accennato precedentemente, tutti gli oggetti come rientranti in una delle due categorie: Purusha e Prakrti. In senso metafisico, Samkhya mantiene un dualismo mescolato tra spirito/coscienza (purusha) e la materia (Prakriti).
Purusha è, quindi, il Sé o pura coscienza trascendentale, l’Assoluto, l’Infinito, indipendente, libero, impercettibile, inconoscibile, al di sopra e al di là di ogni esperienza, qualsiasi parola o spiegazione. Viene anche detto: "Pura Coscienza senza attributi".
Prakrti è la manifestazione primaria dell’universo, (tranne del Purusa), che è incausato; quindi la Prakrti rappresenta tutto ciò che è fisico, percettibile ai sensi ed alla psiche individuale, sia la materia e la forza. Dal momento che la Prakrti è il primo principio (tattva) dell'universo, è chiamato il Pradhana, ma essendo il principio inconscio e poco intelligente, è anche chiamata, Jada. Essa è composta, compenetrata, da tre caratteristiche essenziali (trigunas), quali:
§  Sattva - finezza, leggerezza, luce e gioia;
§  Rajas - l'attività, eccitazione, e il dolore;
§  Tamas -, pesantezza, l'ostruzione e l'accidia. grossolanità
Tutti gli eventi fisici sono considerati come manifestazioni dell'evoluzione della Prakriti, o la natura primordiale (da cui tutti i corpi fisici sono derivati). 
Ogni essere senziente è un Purusa, ed è senza limiti e senza restrizioni dal suo corpo fisico. Le Samsara, o schiavitù si presenta quando il Purusa  individuale non ha le conoscenze adeguate e la capacità di discriminare il giusto dal falso, il bene dal male e così è indotto in errore circa la propria identità, si identifica eccessivamente con il mondo intorno a lui e si confonde con il corpo fisico, che è in realtà una manifestazione della Prakriti. 


Il Jiva, lo spirito individuale, viene quindi, liberato dalle sofferenze quando l’individuo, ricercando la conoscenza di sé, del mondo e dello scopo della vita, sviluppa la capacità di discriminare tra bene e male, e comprende la differenza tra conscio e inconscio, Purusha Prakriti. Tale acquisizione conferisce, appunto, Moksha la Liberazione
IPOCONDRIA - La paura di star male! In medicina, e più comunemente nel linguaggio comune, l’ipocondriaco è afflitto dalla costante preoccupazione, spesso eccessiva e infondata, sulle condizioni precarie della propria salute; con la convinzione che qualsiasi visita medica di routine possa rivelare, appunto, qualche patologia.
Le varie tipologie - Sebbene la preoccupazione di un ipocondriaco sia in genere legata all'osservazione ossessiva di sintomi oggettivi correlati con il proprio organismo (per esempio problemi  gastrointestinali, palpitazioni cardiache o dolori muscolari), a scapito del mondo esterno, essa persiste anche dopo una valutazione medica in cui sia appurato che tali sintomi non indicano nessuna effettiva patologia, o comunque non una patologia abbastanza grave da giustificare il livello di ansia e paura dell'ipocondriaco.
Oltre alla più tipica e diffusa forma nevrotica, alcune gravi manifestazioni di ipocondria, ad esempio in presenza di deliri e allucinazioni, possono essere classificate come veri e propri disturbi psichici; in questo caso l'ipocondria viene definito un disturbo somatoforme, paragonabile alle malattie psicosomatiche.
Cause e diffusione - Tra le cause principali dell'ipocondria vi sono l'ansia e la depressione e da un punto di vista psicologico essa è definibile come un meccanismo di difesa da un pericolo interno o esterno, associato alla vita relazionale e sociale oppure all'identità.
Lo scopo dell'ipocondriaco, conscio od inconscio, è quello di allontanarsi dalla vera causa di pericolo (ad esempio una malattia), oppure dalla causa di un fallimento nella vita (ad esempio nello studio, nel lavoro, nella famiglia) e di intensificare le manifestazioni rassicuranti e di attenzione svolte dall'ambiente circostante nei suoi confronti.

Gli uomini e le donne sono colpiti nella stessa percentuale dall'ipocondria (2%), e la fascia di età maggiormente coinvolta dai sintomi di tale malattia è quella tra i quaranta e i cinquant'anni; ma sovente ne sono affetti anche molti giovani, al giorno d’oggi, coinvolti nella frenetica vita moderna piena di sollecitazioni, competizioni, aspettative ed incertezze.          

Tale programma è la sintesi del percorso formativo svolto nel nostro Master Internazionale Formazione Insegnanti Yoga, che un responsabile Maestro di Yoga dovrebbe conoscere, ed applicare sempre più, nella pratica individuale e proporlo agli iscritti a propri corsi.


Testi e libri raccomandati per il Master Insegnanti:

1)    YOGA SUTRA DI PATANJALI
2)    BHAGAVAD GITA  (SHRI KRISHNA)  Commenti di Sri Aurobindo
3)    LE 5 UPANISHAD FONDAMENTALI…
4)    I VEDA –  I TESTI DELLA CONOSCENZA
5)    ASANA PRANAYAMA MUDRA E BANDHAS  - SWAMI SATYANANDA  MHRJ
6)    PRANYAMA – DINAMICA DEL RESPIRO – A. VAN LISEBETH
7)    SURYA NAMASCAR – SWAMI SATYANANDA MAHARAJ
8)   KUNDALINI – GURUDEV SHIVANANDA MAHARAJ
9)   VOI SIETE PURA COSCIENZA  - SWAMI CHIDANANDA MAHARAJ
    10) LA VERITA’ CHE LIBERA  - SWAMI CHIDANANDA MAHARAJ


HARI  OM!!!



Roberto Mattei









Lo Yoga Vasistha, Il Grande Saggio dell’antichità – Le Origini ed evoluzione dello Yoga.

Il Sincretismo può essere considerata qualsiasi tendenza a conciliare elementi culturali, filosofici, o religiosi eterogenei appartenenti a due o più culture o dottrine diverse. Il termine è applicato soprattutto nella scienza e storia delle religioni, in cui indica quel complesso di fenomeni e concezioni costituite dall'incontro e dalla fusione di forme religiose differenti.
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Lo Yoga Vasistha  è considerato uno dei più antichi fenomeni di sincretismo culturale  filosofico, spirituale contenente elementi di Vedanta, Jainismo, Yoga, Samkhya, Saiva Siddhanta e Buddhismo Mahayana.
E’ considerato uno dei più antichi manoscritti disponibili (il Moksopaya, o Moksopaya Shastra) è un testo filosofico sulla salvezza (moksa-upaya: "significa liberare"), ed è stato scritto sulla collina Pradyumna a Srinagar nel 10° secolo d.C.
Lo Yogavasistha contiene 6.000 versi. Una recente ricerca ha dimostrato che in questa versione sono state introdotte approfondite considerazioni sulla sincera Bhakti percepita istintivamente dal Principe Rama nei confronti del suo Guru, Vasistha.
Il principe Rama torna dal giro del paese, e rimane del tutto disilluso dopo aver sperimentato l'apparente  realtà del mondo. Questo preoccupa il padre, il re Dasaratha, che esprime la sua preoccupazione circa lo stato d’animo di Rama, al Saggio Vasistha. 
Vasistha consola il re dicendogli che l’attuale stato d’animo di Rama (vairagya) è un segno che il principe è ora pronto per l'illuminazione spirituale. Egli dice che Rama ha iniziato la comprensione profonda della verità spirituale, ed è questa la causa della sua confusione attuale; ma ha bisogno di una conferma; quindi il Saggio Vasistha chiede al Re di convocare il Principe Rama. 
HARI OM!



NADA-BRAHMA YOGA “OM”-  IL SUONO ETERNO  PRIMORDIALE


DA STUDI ED ESPERIENZE  DIRETTE DI ROBERTO MATTEI CON IL SUO AMATISSIMO MAESTRO DI MANTRA YOGA, IL MAESTRO VEMU MUKUNDA, SCIENZIATO NUCLEARE ALLA NASA - GRANDE MUSICISTA E VIRTUOSO DELLA  VEENA, IL SACRO STRUMENTO DELLA DEA DELLE ARTI SARASVARI. SPECIALISTA DELLA MUSICA CLASSICA TRASCENDENTALE  “KARNATIKA “DELL’INDIA ANTICA.

Osservando la visione del Cosmo da un punto di vista della tradizione indiana e della Filosofia dello Yoga in particolare, questa visione dell’Universo viene presa in considerazione in molti testi antichi (Upanishad, Veda, Purana); ritroviamo quindi una visione dell’Universo che appare ai nostri occhi molto poetica  e spirituale, anche se oggi trova sempre più precisi riscontri scientifici.
Secondo la Filosofia Esoterica indiana l’Universo è nato ed è scaturito attraverso la potenza del suono OM che viene definito come il Big Bang, dalla scienza moderna, ma in quei tempi era definito come l’unica grande eterna vibrazione che esisteva a livello immanifesto e poi si è manifestata con la Creazione.

La Chandogya Upanishad è una di quelle 108 Upanishad che tratta sicuramente in maniera più particolare del suono dell’OM con i suoi molteplici significati e dove viene definito come l’“UDGITA”: Ud significa Alto Supremo, Gita significa Canto Divino, quindi, l’OM è definito come il “CANTO SUPREMO “. Esso veniva cantato dai sacerdoti addetti alla cerimonia iniziatica dei Mantra e l’OM era sempre recitato,  all’inizio di tutte le pratiche dei Mantra, dall’Udgatar, il Maestro cantore che aveva la funzione, appunto, di iniziare, precedentemente, tutti gli adepti al Suono Supremo, il Mantra OM, il “Verbo Divino”.


(Senti il CD: ”OM Il Suono Eterno” cantato da Swamji Chidananda Maharaj, Presidente della Divine Life Society di Rishikesh, India, Maestro di Roberto Mattei. Vedi anche il nostro sito cliccando su Chidananda, nella pagina:1 Maestri di riferimento).

LA VISIONE DELL’UNIVERSO VISTA DALLA CHANDOGYA UPANISHAD

Il Cosmo viene chiamato Brahmandam. Brahma significa la Suprema Realtà; Andam significa l’Uovo cosmico chiamato anche GARBHA-GRA poiché anticamente il Cosmo veniva rappresentato con la forma di un uovo. Questo perché l’uovo rappresenta, simbolicamente, la dimora circolare della Suprema Realtà Divina, priva di angoli, di spezzature; è una omogeneità, una completezza.  Tutti gli esseri sulla Terra nascono da un uovo.

GARBHA-GRA inoltre è il santuario più interno, il centro di un tempio indiano, nel quale è racchiusa la principale divinità del tempio stesso e come tale viene considerato “il recipiente contenitore del Seme del Principio della Manifestazione Universale”… Poiché tutto ciò che esiste era derivato da questo luogo, esso costituisce quindi un centro di incommensurabile potenza, ben adatto alla manifestazione della Divinità.

Il Brahmandam veniva chiamato anche il Brahmanpuram: Puram vuol dire città, dimora, il Cosmo e l’Uovo cosmico venivano intesi quindi come la dimora del Supremo. Il corpo umano che è il microcosmo viene anch’esso chiamato il  Brahmanpuram.
La Suprema Realtà Divina che abita nel corpo umano è detta ”ATMAN ”, l’anima, che è appunto un’emanazione della Vibrazione Cosmica, OM.  Questo suono trascendentale rappresenta quindi l’Energia Vitale che ci anima e che deriva appunto dall’OM primordiale, dall’emanazione della vibrazione sonora dell’Assoluto.

COME E’AVVENUTA LA GENESI, LA NASCITA DEL COSMO
Le antiche scritture dicono che da quel vuoto infinito che sta al di là di tutte le cose è emerso il Cosmo con l’”UDGITA il Suono Supremo. E’scaturito così l’OM e tutto  l’Universo si manifestò di conseguenza; è quel suono che permea tutto il Cosmo con la sua grande e continua vibrazione vitale. Il suono che si è autogenerato, automanifestato.

La CHANDOYA UPANISHAD dice ancora che il Suono Supremo è l’Essenza stessa  dell’Essere Divino, dell’Assoluto. Anche per la scienza moderna la Luce e il Suono sono inseparabili; la Luce, inoltre, è il simbolo della Conoscenza e il Sole riveste grandissima importanza come simbolo della Conoscenza del Divino, dell’illuminazione individuale, che permette all’ignoranza di venire spazzata via permeando la Coscienza individuale ed elevando l’essere umano alle più alte vette di Consapevolezza e di Saggezza.

 

La Sacra Sillaba OM è quindi un  suono che racchiude in sé tutti i suoni; OM li comprende tutti come il seme comprende la pianta. Da OM si sono formate tutte le parole, tutte le vibrazioni, tutte le melodie. Om è la voce del Divino!

 

In principio era il Verbo (la parola) e la parola era con Dio, …e la parola era la manifestazione di Dio stesso! OM è il suono di tutti gli elementi:Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Etere; è il  rombo del tuono, è il boato dei vulcani, è il sussurio del vento, è il rumore del mare, è il mormorio dei fiumi, è il canto degli uccelli, è il vagito di un bimbo appena nato…è la voce dell’uomo!



Nella Cosmologia indù, OM è l’immagine dei tre aspetti divini di del Signore Shiva, dal quale dipendono: La Creazione, La Conservazione e La trasformazione di ogni cosa vivente, esistente, (Distruzione, Trasformazione, Rigenerazione).

OM racchiude in sé le  3 Essenze divine: Esistenza (Sat), Conoscenza (Cit) e Beatitudine (Ananda). 


Om è la Perfezione della Verità, della Saggezza, della Sapienza.

Om è la parola del Divino, del Maestro, del Guru. E’ il Simbolo cosmico che racchiude l’Eternità nei suoi tre aspetti: Passato, Presente, Futuro!


Om rappresenta l’Immanenza, la Potenza, e la Trascendenza del Divino racchiuse e latenti in tutte le cose esistenti nell’Universo intero, siano esse cose grossolane (materiali) o sottili (energetiche - psichiche) o spirituali, visibili o invisibili, organiche od inorganiche; evidenti essenzialmente nell’ essere umano illuminato, Saggio, Sereno, Amorevole, con se stesso e con tutti! 

 

“Om è il nostro vero Nome!” Ripetendolo giornalmente, vengono poco alla volta potenziate le nostre qualità mentali e risvegliate tutte le energie e facoltà interiori latenti in ogni essere umano! 

 

I Saggi illuminati dicono sempre che “Qualsiasi Karma negativo può essere purificato ripetendo assiduamente il Sacro Simbolo OM!!!”


Om rappresenta la vibrazione fondamentale, l'origine della creazione, il Verbo del cristianesimo. E' detto anche Pranava (il suono primordiale, il suono per eccellenza) e Aksara (imperituro).

Esiste un'intera Upanishad (la Mandukya-Upanishad) dedicata ad esso.
E' composto da tre suoni: A, U ed M che corrispondono agli stati di veglia, sogno e sonno profondo; il silenzio che segue corrisponde al quarto stato di coscienza - Turiya, lo stato di beatitudine in cui l'individuo riconosce l'identità con il principio fondamentale. Rappresenta anche l'assoluto nei suoi tre aspetti di creatore (Brahma), conservatore (Visnu) e distruttore o trasformatore (Shiva). Il canto dell'Om  e la contemplazione sul suo significato profondo portano grandi benefici e sono alla base della disciplina del japa-yoga.

Il simbolo di Om si può visualizzare, durante la Meditazione, nello spazio situato dietro il Centro tra le sopracciglia; si può percepirlo, attraverso una visione psichica all’interno del Centro di Energia sottile, Ajna Chakra, detto kshetram o punto di contatto con il Divino in noi, “Il Maestro interiore”.

Om  significa anche “Babul”, Padre e Madre allo stesso tempo!
Ed è potente  un simbolo "mantrico", indiano o buddhista.
Aum o Om  significa inoltre,  l’Eterno e rappresenta in pratica la ripetizione, il ciclo dell'universo nel tempo infinito

Tutti i mantra lo contengono, come il seguente:

OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU…(che il mondo intero sia felice)
OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU… (che il mondo intero sia felice)
OM LOKA SAMASTAH SUKINO BAVANTU… (che il mondo intero sia felice) OM SHANTI, SHANTI, SHANTI …                         (pace, pace, pace!).


Tale Sacro Simbolo cosmico, variamente stilizzato, è la lettera sanscrita corrispondente a quel suono specifico.

HARI OM!!! (La parola Hari significa, Dio, Signore, Assoluto), quindi, le due parole:
“Che Dio ci Benedica tutti !”


LA MANIFASTAZIONE DELL’ESERE UMANO SULLA TERRA – NELLA FILOSOFIA SAMKYA E YOGA VIENE DETTO:

IL BRAHMAN-PURAM  (il corpo umano) è composto da cinque elementi:
OSSA...............TERRA
SANGUE.............ACQUA
CALORE.............FUOCO
RESPIRO............ARIA
VIBRAZIONE.........ETERE

Osservando il nostro corpo possiamo realizzare che esso è costituito dagli stessi elementi che ritroviamo nell’Universo e nel Cosmo.

Il quinto elemento è l’etere, la vibrazione che pervade tutta la Creazione, ed è quella “sostanza ” estremamente sottile che si trova anche al di là dello spazio infinito e, nel contempo all’interno di tutte le cose create; e similmente è riscontrabile nell’essere umano sottoforma di Energia, la Vibrazione eterna, l’OM il quale ci appartiene come nostra vera natura…come Essenza spirituale, appunto!!!

Dunque il Mantra Yoga si prefigge lo scopo di farci ritrovare e percepire questa potente vibrazione energetica che sta all’interno di noi stessi e porla in sintonia con la Vibrazione Universale Infinita.

Mettendoci in contatto con queste dimensioni trascendentali attraverso il Mantra e la meditazione si può creare un interscambio tra la propria vibrazione e la Vibrazione Cosmica. E’ per questo che il Mantra Yoga viene utilizzato per purificarsi, accordarsi, fondersi con l’Assoluto, la Grande Vibrazione Cosmica, rigenerandoci immensamente.

Come possiamo scoprire questa Vibrazione? Soprattutto attraverso la pratica del Mantra OM, degli altri Mantra Vedici, dei Bija Mantra e degli altri vari suoni a disposizione nel Cosmo, tutti derivanti dal Sacro OM.
Possiamo anche vedere che le sette note musicali e i sette colori dell’arcobaleno che esistono nel Cosmo sono stati codificati creando le sette note che possiamo definire i Bija Mantra, i suoni seme dell’universo.

Attraverso l’emissione di questi suoni eterni che esistono sia nel macrocosmo che  nel microcosmo, (nell’Universo e in noi) possiamo eseguire questa pratica altamente trascendentale e ottenere, in tal modo, la possibilità di scoprire la nostra vera dimensione spirituale  armonizzandoci con noi stessi e con gli altri.



Tale vibrazione, come già realizzato, esiste, infatti, costantemente all’interno del nostro essere e al di fuori di noi, sia a livello corporeo, sia a livello animico o spirituale; per tali ragioni, risulta allora evidente che è possibile entrare in contatto psichicamente con le altre dimensioni spirituali, per mezzo della meditazione, la preghiera, il mantra Om, e gli altri mantra; (o la canalizzazione del pensiero positivo, il Channelling,) in ogni luogo o direzione, essere o individuo, sulla Terra e nell’Universo infinito.

Tale realtà, insita in ogni individuo, è la nostra energia vitale, mentale, psichica e spirituale che ci dona la vita e la capacità di intendere e di volere determinando il nostro destino.

Con la pratica costante e la sincera Meditazione sull’OM possiamo ritrovare e mantenere l’equilibrio interiore, la Saggezza e l’Armonia con l’Umanità intera, fino al conseguimento della Realizzazione del nostro vero Sé , l’Illuminazione,  la  fusione con l’Assoluto.

Il Maestro Mukunda ci ricorda, inoltre, che Nel Brahman-puram, il corpo umano, vi è un palazzo, una dimora che ha la forma di loto e questo castello contiene il VAYU, il soffio vitale divino che permea l’Universo.
Il VAYU, come già detto, è anche parte del nostro essere, e dimora nel loto del cuore, (Anahata chakra)

Questo palazzo ha cinque porte (cinque Prana ossia i cinque soffi vitali) che sono:

PRANA – APANA – VIYANA – SAMANA – UDANA.

Queste sono le cinque Forze vitali che regolano le funzioni del corpo e di tutto il nostro essere.

Le abbiamo già viste in precedenza nelle pagine: 5, 6, 7, 8.





HARI OM !            
                                                         




(Ajna Chakra, il Terzo Occhio, l'Occhio della Saggezza)

E’ considerato "Il Centro del potere spirituale illimitato" che si acquisisce attraverso la pratica del Raja Yoga che conferisce Saggezza, Salute, Serenità e Armonia individuale ed universale)
Il Grande Osho ci dice a proposito:
"Siamo nati nella Luce, siamo parte della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di Quella Sorgente infinita di Amore universale; in un'altra dimensione spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole infinitamente grande!
I Grandi Saggi di tutti i tempi ci ricordano infatti: " La nostra coscienza è lo speciale centro di manifestazione dell'Energia dell'Assoluto, Dio per uno sviluppo ed espressione sempre più piena e benefica, consistente nella manifestazione di eventi che superano le condizioni individuali precedenti, durante la vita sulla Terra.
Una manifestazione totalmente nuova che procede secondo una sequenza ordinata. L'Eterno Creatore non può cambiare la Sua innata Natura divina; il Suo Spirito pervadente continua ad operare negli esseri umani, secondo le leggi del  Karma.
Tale Sua Energia si manifesta negli individui in tutte le Ere cosmiche, con lo scopo di produrre condizioni di vita sempre nuove e migliori; tali da favorire l'evoluzione di tutti gli esseri sulla Terra e nell'Universo Infinito! Alla realizzazione di tale progetto, tutti gli individui sono chiamati a concorrere, sempre più consapevolmente, durante la loro esperienza terrena.


Meditazione - Consapevolezza - Saggezza
Oltre i vari rami preliminari, nell’Astanga Yoga di Patanjali, che purificano e preparano l'essere umano, la Meditazione è il culmine che  conduce allo sviluppo di tutte le nostre facoltà, o poteri psichici interiori. La Meditazione ci aiuta a fermare il pensiero dall'andare su molteplici immagini, ricordi, turbe, situazioni ed emozioni, incessantemente.
Tali facoltà si realizzano sempre più restando consapevoli del nostro respiro calmo e profondo, in una postura comoda, con la schiena eretta,  mantenendo la visione interiore della nostra Coscienza libera da qualsiasi pensiero e tensione.
Con la pratica assidua possiamo favorire, appunto, la focalizzazione della nostra  mente e conseguire la totale espansione della nostra Coscienza realizzando: Salute, Serenità e Saggezza
HARI OM!!!  HARI OM!!! HARI OM!!!!

















A tutti i Carissimi Amici iscritti al nostro Master Internazionale Formazione Insegnanti Yoga.
I saggi dicono che bisognerebbe "...Essere Uniti nella Diversità", ma anche qui ci vuole apertura mentale da ambo i lati, altrimenti come facciamo ad unirci con qualcuno che teme di essere traviato? Infatti i saggi Maestri Yoga del passato e moderni dicono che determinati percorsi li fa chi si sente pronto veramente…altrimenti non è possibile procedere!!!
Mi riferisco anche al fatto che sovente la gente viene nelle nostre scuole yoga cercando aiuto disperatamente, per vari malanni inspiegabili e persistenti, ma poco dopo, affrontando vari argomenti e metodologie proposte nei vari rami dello yoga - che richiedono “La messa in gioco di se stessi” e l’abbandono a determinate pratiche, vari rinunciano a procedere, più per dei blocchi mentali, che fisici…Che ci vogliamo fare? Significa che non sono ancora  pronti per questa straordinaria  “Avventura!”
Sono i misteri della psiche umana che può essere curata solo se veramente ci mettiamo in gioco e ci sperimentiamo in vari modi nella vita, soprattutto cercando di liberarci da qualsiasi condizionamento che ci blocca l'evoluzione fisica mentale e spirituale...Inoltre, tutti i nostri discorsi e quelli dei vari colleghi docenti, nel nostro Master, Insegnanti, sono frutto esclusivo della sincera volontà di poter aiutare a comprendere la realtà infinita della Filosofia Esoterica dell'India antica e dello Yoga, nel mondo attuale.
Quindi, se la  sete di Conoscenza del “Ricercatore nello Yoga” è sincera, non puoi prescindere dall'osservare serenamente la variegata Realtà nelle sue varie sfaccettature. Ti posso assicurare “Sincero ricercatore” che man mano con l'espandersi della tua comprensione, conoscenza e livello di coscienza, questa tua esperienza terrena ne trarrà grande vantaggio e serenità.
Dopo le premesse dei capitoli precedenti…Eccovi, quindi,  la versione in Italiano di un discorso straordinario, di un ispirato Maestro di Mantra Yoga, Jay Uttal (Musicista, compositore e cantante occidentale), che ha avuto, appunto il buon Karma di incontrare, a sua volta un grande Maestro indiano che lo ha aiutato a canalizzare la sua grande energia interiore ed a condurlo in cammino di evoluzione ed ispirazione artistica e devozionale.
Ovviamente ho cercato di rendere comprensibili alcuni termini in sanscrito, utilizzati dal Maestro Artista e reso, quindi, più adeguato al nostro Corso Internazionale di Formazione Insegnanti Yoga. Ma sarà interessante sentire anche il discorso in Inglese, direttamente dalla sua voce; abbiamo vari suoi CD che alcuni di voi, credo abbiano già ascoltato; gli altri li potranno avere.
Le intuizioni e le parole che escono dal cuore di Jay Uttal, in questo bellissimo suo discorso, in un concerto, davanti al suo folto pubblico, sono state, a suo tempo, molto significative anche per me.
Il suo amato Maestro indiano è un grande essere ispirato e tutti possiamo usufruire di questo fiume di Saggezza infinita, se solo sappiamo aprire i nostri canali e la nostra anima... Senza dubbio, questo lavoro sarà utile a tutti per una sempre maggiore comprensione delle straordinarie metodologie del mondo dello Yoga. Sicuramente sarà karmicamente utile a tutti comprendere sempre meglio i messaggi di questi illuminati personaggi che con tanta passione cercano di trasmetterci le loro sublimi esperienze! Buona lettura e riflessione a tutti!!!
Saluti Sinceri,  Roberto Mattei 
                        
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INTRODUZIONE ALLA PRATICA DEL BHAKTI YOGA E DEL KIRTAN (MANTRA) DEL MAESTRO JAI UTTAL - IN OCCASIONE DI UN SUO CONCERTO IN PUBBLICO.
  
ATTRAVERSO LE SUE ISPIRATE PAROLE, JAI UTTAL TRACCIA UNA BELLISSIMA SINTESI DELLO YOGA IN GENERALE, DEI MAESTRI INDIANI, DELL’ IMPORTANZA DEL MANTRA E DEL BHAKTI YOGA, NONCHE’ DEL SIMBOLISMO PROFONDO DEGLI ASPETTI DEL DIVINO, NELLE   SUE  DIFFERENTI MANIFESTAZIONI NELL’UNIVERSO.

La traduzione in Italiano è stata realizzata grazie alla preziosa collaborazione di Cristina Candioli  – nostra amica e socia (di madrelingua inglese) - iscritta al Corso Internazionale di Formazione Insegnanti Yoga, organizzato dalla nostra Associazione, sotto il Patrocinio del Comune di Roma, Regione Lazio, UISP Roma e CONI. La nostra Scuola è inoltre certificata dalla C.U.I.D.Y., Confederazione Ufficiale Italiana dello Yoga; la E.Y.F., Federazione Europea Yoga  ed  il World M.Y.A. Movimento Mondiale per la Diffusione dello Yoga e l’Ayurveda.  Nel secondo brano del C.D. Jai Uttal canta i primi versi del Mantra:
"...Hari Om!...Hari Om! ...Guru Om!...Guru Om!...Sia Ram! Sia Ram…" 
 Poi inizia a parlare al pubblico conveuto al concerto:
 "...Salve a tutti! Il mantra che ho appena cantato è un invito ed una invocazione agli Spiriti guida, ai cari amici, agli Angeli e a tutti coloro che ci aiutano, affinché si uniscano a noi nella pratica del Kirtan. Quando pronuncio le parole “...Sia Ram”...dico: io vedo Sita, la Divinità infinita che si manifesta nella Creazione, e vedo Ram, Colui che tutto pervade, la fonte non manifesta di tutta la Creazione. In ogni volto che osservo, in ogni sguardo che incontro io vedo Sita e vedo Ram, e quindi vi dico “Namasté”, benvenuti, benvenuta a Sita e benvenuto a Ram! Quando canto “Om Guru, Om Guru” chiedo al mio Guru e al Principio del Guru Universale, che è quella energia che ci conduce verso la luce, Colui che rimuove l'oscurità interiore nelle nostre coscienze...di venire presso di noi, di cantare attraverso di me, attraverso noi tutti, per insegnarci e portarci verso la Saggezza e la Luce interiore.
Molti secoli fa, in India, vivevano degli esseri straordinari chiamati Rishis, o sapienti, che svilupparono dei sistemi in grado di portare l’essere umano a più diretto contatto con i diversi piani d’esistenza elevandoli fino ai massimi livelli di Coscienza Superiore.  Questi sistemi, che vennero chiamati Yoga, aiutavano gli esseri umani ad accordare le loro menti, i loro corpi, le loro vite e le loro anime...Erano pratiche volte ad armonizzare le energie del corpo, a essere più in accordo con la natura e le sue forze, e miravano a calmare la mente ed a focalizzare il respiro. Molte di quelle pratiche sono andate perdute; oggigiorno molti pensano allo yoga come ad un sistema di esercizi puramente fisici, ma in realtà lo Yoga, nei suoi vari rami e metodologie, è davvero molto di più! Riguarda tutto il nostro essere, lo scopo della vita e la relazione con il Se Universale!
Tutti gli Yogis avevano compreso che una delle parti più importanti dell’essere umano è il cuore, centro delle emozioni. Possiamo allenare il corpo come forsennati, possiamo diventare ultra intelligenti, ma che fare delle nostre emozioni? Le emozioni sembrano nascere e morire, procedono incessanti come le onde del mare e nessuno sa mai cosa avverrà delle proprie emozioni. Cerchiamo di controllare le nostre emozioni, tentiamo di nasconderle, di reprimerle, ma gli antichi yogis sapevano bene che questa non era la maniera giusta. Sapevano che le emozioni hanno un ruolo cruciale nel portare gli uomini verso una divina consapevolezza, e le emozioni sono un potenziale enorme! Ed è per questo che è necessario imparare a gestirle al meglio, per il bene nostro, dei nostri cari e dell'umanità tutta... 
  
Quindi, piuttosto che sbarazzarci delle emozioni dobbiamo utilizzarle perchè sono il nostro carburante, la nostra energia. Le emozioni sono ciò che Dio ci ha dato per parlare con lui! E cosi nacque il Bhakti Yoga.

La parola bhakti viene in genere definita come devozione, anche se credo che in Occidente abbiamo una visione ristretta del suo significato. Per devozione noi intendiamo in genere sottomissione o asservimento, ma in India, il paese da cui proviene questa tradizione, il termine bhakti indica, e credo in maniera più accurata, una relazione che sia la nostra relazione con il Divino, la nostra personale relazione con la nostra anima o con l’Universo infinito, con l’Assoluto. Inoltre tutte le emozioni che entrano in gioco in queste relazioni sono valide, sono emozioni che vengono toccate, purificate ed elevate nel Bhakti Yoga.
Sappiamo che quando ci innamoriamo l’amore non è affatto un sentimento monocromatico! Chi tra noi è stato innamorato sa che l’amore ha innumerevoli colori, e tante sfumature...Nell’amore c’è il desiderio, la paura – c’è tanta paura nell’amore! C’è la gelosia, la ricerca dell'altro, dell'altra...c'è lo struggimento per  l’altro! L’amore contiene l’estasi e la magia assoluta dell’attimo nel quale l’individuo si dissolve nell’infinita unità... Sono tutti aspetti dell’amore.

Allo stesso modo nel Bhakti Yoga noi abbracciamo l’intera gamma delle emozioni, e troviamo infatti molte pratiche nel Bhakti; questo perché gli yogis ritenevano che la sfera delle emozioni fosse qualcosa di immenso, senza limiti; infatti riguarda tutti i nostri sentimenti, la nostra mente, la nostra psiche...la nostra anima! Quindi non c’era una visione circoscritta negli insegnamenti di questi grandi maestri del passato o contemporanei...Loro dicevano che puoi danzare con Dio, puoi preparare del cibo per Dio, sentire uno struggente amore per Dio, scrivergli delle poesie, dipingere per Lui... poiché, dopotutto, chi è Dio, se non l’intera Creazione che si  manifesta intorno a noi!?! Ma, forse più importante di ogni altra cosa, noi possiamo cantare con Dio! Ed è da ciò che deriva il Kirtan, i canti che ascolterete su questo album e che canteremo insieme.

Il “Samkirtan” (La pace interiore che sgorga attraverso il canto ed eleva l’anima), è il processo del cantare che origina dal cuore e non dalle labbra o dalla lingua solamente, ma è l’espressione della gioiosa commozione che scaturisce dal cuore quando la gloria di Dio e della Sua Creazione viene  ricordata nel canto…

Solo in tal modo si realizza la spontanea manifestazione dell’estasi interiore che non bada alla lode o al biasimo, non ricerca l’ammirazione o l’apprezzamento degli ascoltatori, ma solamente cantare per la propria gioia e soddisfazione di esprimere tutto se stesso in questa  straordinaria forma che tocca profondamente la nostra anima e tutto il nostro essere!  Solo il “kirtan” (canto), di questo tipo superiore può chiamarsi “Samkirtan”! Il Kirtan, quindi, include la ripetizione degli innumerevoli nomi delle tantissime divinità, sia maschili che femminili del vasto Pantheon indiano. Nell’Induismo, la tradizione dalla quale viene questa pratica, tutti i nomi sono considerati dei Mantra potentissimi e degli strumenti antichissimi per svelare quel profondo canyon, misterioso e sconosciuto, che contiene tutte le nostre emozioni  e aspirazioni. E quasi non importa quale nome scegliamo, quale mantra cantiamo, sono tutti un canale per le nostre aspirazioni o preghiere inespresse, un mezzo per navigare il “Fiume della vita” e per addentrarci nell’acqua che ci conduce a quella Fonte cosmica, divina e infinita…
Il Kirtan viene quindi praticato da tempo immemorabile, da milioni di persone...da svariati secoli...ed ogni parola si è arricchita di infinita energia! Ritengo che nel tempo la musica sia cambiata parecchio, molta musica che faccio io è moderna eppure i Mantra e le parole che recitiamo vengono cantate da secoli e secoli. Questi Mantra venivano  cantati da persone che lodavano Dio pieni d’estasi, da chi piangeva disperato, da chi sedeva e con infinita pazienza ripeteva il nome di Dio; tutti alla ricerca della connessione dei loro cuori con quel Grande Infinito Cuore! Molti di noi occidentali non sono abituati a cantare, si vergognano e si sentono inibiti quando cantano di fronte ad altri.
Nella vita molti di noi non sanno come esprimere le proprie emozioni; normalmente abbiamo a disposizione solo una gamma ristretta di emozioni che ci possiamo permettere di provare, e nelle quali ci sentiamo a nostro agio. Eppure, wouh! Abbiamo così tanto dentro di noi!

E più riusciamo a esprimerci...più riusciamo ad aprirci al mondo e alla vita, più riusciremo a liberarci dalle tensioni, dalle ansie e dalle preoccupazioni...e più diventeremo ricchi interiormente! Tutti noi, le nostre vite ed i nostri cuori e la nostra mente, allora,  si espandono, si elevano sempre più! 
Ed il canto è uno strumento così incredibile e potente per liberare le emozioni che molti non conoscono neanche! Solo così avviene che la voce, unita ad un respiro a pieni polmoni, tocca direttamente quel pozzo interiore delle emozioni e delle turbe mentali, purificandoci...

All’inizio, ribadisco, quando cantiamo, potremmo sentirci intimiditi...anche a me capita quando inizio a cantare…poi si comincia e gradualmente le nostre “finestre chiuse” interiori si dischiudono; la porta del cuore si apre e maggiormente riusciamo ad allontanare le nostre inibizioni, il nostro auto-giudizio, le nostre autocritiche, e, finalmente il nostro ego si quieta...e allora entriamo sempre più in uno stato di pace, di armonia interiore e con tutti…Ad esempio, all'inizio, ci preoccupiamo di come sembriamo quando cantiamo, ci preoccupiamo di chi ci ascolta…poi, iniziando, man mano, ci si abbandona alla pratica e sempre più  l’esperienza diventa entusiasmante e ricca di sensazioni profonde! Per alcuni di noi questa esperienza può sembrare molto strana, nuova ed esotica, ma vorrei lo stesso invitare voi tutti a provarla, a sperimentarvi e, se possibile, mettere da parte per un attimo la nostra, la vostra mente analitica e iniziare a cantare!

La cosa più importante, ripeto, è non essere critici con voi stessi; tutto ciò che provate è assolutamente valido, è assolutamente perfetto! A volte cantando, io metto la mia mano sul cuore e ascolto la vibrazione prodotta dalla mia voce, lì, proprio sul centro del mio cuore...e sento in tutto il mio essere l’energia che cresce...e allo stesso tempo canto più forte, più intensamente...e canto esternamente le parole e canto anche internamente con passione...E sempre più, tutto questo, molto dolcemente, mi conduce verso quel luogo…verso quel vasto “Oceano” di sensazioni divine racchiuse dentro me…dentro di noi. E quando parlo di “sensazioni divine” intendo tutte le sensazioni, umane e divine,  divine e umane che sono dentro tutti noi! ...Quindi, perché riteniamo che ci possa essere una qualche differenza in tutte queste nostre manifestazioni interiori? Ho sentito per la prima volta il Kirtan da adolescente, a New York. Abitavo a Manhattan e quando sentii degli album di musica folk e tradizionale indiana tutto ciò mi catturò totalmente!
...Furono i suoni e le voci a rapirmi e a sollevarmi e, più di tutto, quell’incredibile anelito e desiderio di pace...di amore...di sublime....che udivo nel loro canto. Cosi, all’età di 19 anni andai in India e tra tutte le cose meravigliose che mi accaddero la più incredibile fu l’incontro con un santo indiano, un Guru chiamato Neem Karoli Baba. Era un uomo semplicissimo per moltissimi aspetti; indossava un telo bianco e sedeva su una panca di legno, mentre sorrideva e parlava e ripeteva il nome di Dio, diceva: Ram, Ram, Ram!  Ma la sua presenza era così magnetica e potente da riuscire a toccarmi profondamente nel cuore ed a stravolgermi interiormente, profondamente! 

Questo Maestro mi illuminò la mente ed il cuore e mi fece intraprendere un nuovo sentiero di vita...Attorno a Maharaj, (il titolo onorifico di un Guru illuminato) risuonavano le voci di persone che cantavano Samkirtan; si sentivano anche da lontano, per le strade anche attraverso gli altoparlanti, e la sua musica era cosi appassionata e commovente che volevo ascoltarla sempre più! E desideravo solo imparare a conoscerla meglio. E mentre sedevo accanto a questo Santo uomo, che era l’incarnazione di un vastissimo Amore, tutte le benedizioni di questo meraviglioso essere spirituale toccavano il mio cuore in una maniera che è impossibile a descriversi.

E così ascoltando il Kirtan tutto il tempo appresi un modo per esprimere ciò che era racchiuso nel mio cuore.
Oltre a tutto ciò, il mio Guru Maharaji adorava il Kirtan e quando cantavamo tutti insieme sentivo che, allo stesso tempo, stavamo donando qualcosa a lui e allo Spirito universale e nel contempo ricevevamo tutti grande energia interiore, grande passione.
 E ciò accade perchè, quando apriamo i nostri canali psichici, a noi viene regalata ogni cosa...Dio ci dà il nutrimento interiore, ci da il respiro e la vita!  Quindi, che cosa possiamo donare noi in cambio a Dio? Maharaji mi ha benedetto donandomi la Bhakti! (La devozione sincera, profonda…). Egli ha piantato in me i semi della Bhakti, ha attivato in me una grande energia! E mi ha fornito degli strumenti per continuare a far crescere quei semi. Mi sento molto fortunato di aver ricevuto tutto questo e di poterlo condividere con voi...

Al alcuni di voi potrebbe sembrare sconcertante cantare canzoni dedicate a centinaia di diverse divinità indiane, maschili e femminili. Divinità con la testa di elefante! Divinità con il viso da scimmia! Dee con otto braccia e Dee che cavalcano delle tigri, dei cigni e altro ancora! Ma tutto ciò è profondamente insito nella molteplicità dei simboli divini nella tradizione induista. Dopotutto perchè dovremmo ritenere Dio come qualcosa di diverso rispetto al creato, a noi stessi, ai nostri cari e alle persone che conosciamo ed a tutti gli esseri!?!
Come esseri umani noi abbiamo innumerevoli sfaccettature, tanti aspetti e volti, abbiamo tanti modi di essere nel mondo e innumerevoli colori  sono racchiusi dentro di noi… Non è lo stesso per Dio…nelle Sue varie espressioni di Manifestazione e di Potenza? Io credo che l’ Essere Universale, l’ Unità universale, si manifesti in maniera che noi possiamo relazionarci con Lui, o con Lei, in particolar modo con tutta la gamma delle nostre diverse emozioni che proviamo.
...Tra le mie divinità preferite, e tra i miei migliori amici, per me c’è Hanuman, il Dio dal volto di Scimmia! (...questo ovviamente è un simbolo che si rifà agli antichi abitanti primitivi di quelle regioni, di colore scuro). Hanuman è un essere così vasto...così imprevedibile e misterioso, che è quasi impossibile descriverlo con poche parole! Hanuman è il simbolo della totale abnegazione, della devozione e del servizio assoluto, al Divino! Hanuman è pronto a fare qualsiasi cosa per Dio...per servirlo!


Lord Hanuman mentre canta il Mantra in onore dell’amato Signore Rama:
“Sri Ram Jay Ram” - Leggete il Ramayana e rimarrete affascinati dalla potenza della Devozione!!! Allo stesso tempo, però, è anche un ferocissimo guerriero; è l’ acerrimo nemico dei demoni dell’ignoranza, dell’egoismo, della violenza e di coloro che manifestano la totale noncuranza dell’Io Supremo!
Questo dimostra che ci sono moltissimi contenuti da considerare per comprendere i differenti aspetti delle divinità dell’Induismo. Hanumam è il figlio del Dio del Vento, del Soffio Divino ed è conosciuto anche come il Respiro di Ram! La Forza vitale, l’Energia cosmica che ci collega a Dio, all’ Infinito!


Ganesha, il Dio dal volto di Elefante, poi, è tra le divinità più popolari in India e anche tra i più conosciuti in Occidente; anche questo carico di simbolismo! Ganesha viene sempre invocato all’inizio di ogni impresa e di ogni prova perchè è il Dio che rimuove gli ostacoli.
Ganesha è il depositario della Saggezza e conferisce la Conoscenza divina, è dotato di pazienza infinita e rappresenta anche l’elemento Terra, le radici. Infatti, viene detto: ”...Come possiamo procedere e andare avanti nella vita finché non abbiamo fatto pace con le nostre radici, le nostre fondamenta”?

...Nel mio CD ci sono anche parecchi Kirtan dedicati a Radha e Krishna, Radhe e Govinda e Radhe e Sham. Radha e Krishna sono gli amanti divini; Radha è la Dea, l’incarnazione di tutti i sapori e gli aromi dell’amore…è il momento in cui il cuore è in piena fioritura e i frutti più carichi sono pieni di nettare...

Questo è  il simbolismo di Radha! E Krishna, detto anche Govinda, o Sham, (colui che da la gioia, l’amico interiore Divino) è la forza assoluta e non manifesta della Creazione, del Creatore! E' la Divinità vista come il nostro più intimo e caro amico/a!

Quando pensiamo, quindi, a Radha e Krishna, Radhe e Govinda, Radhe e Sham, ci riferiamo agli aspetti più romantici delle emozioni umane che rappresentano il nostro intimo, quel luogo interiore nel quale desideriamo,
aneliamo ricongiungerci con l’Amato, e insieme al nostro prediletto,  ci distacchiamo da tutti i nostri attaccamenti e desideriamo solo, vicini volto a volto, abbracciare l’Amato, l’Amata…


Quando Krishna suonava il flauto tutti coloro che sentivano tale melodia perdevano ogni attaccamento verso i problemi dell’esistenza terrena, tutto si dissolveva come fumo, come vapore, e diventavano Radhe, Radha…esseri pieni di amore per tutto e tutti!

In India, nell’area nella quale Krishna e Rada vengono ancora adorati, le persone sono solite rivolgersi tra di loro salutandosi e chiamandosi: Radhe! Radhe! E’, infatti, un altro modo di dire Radha. Non si salutano, quindi, dicendosi: Ciao John, Jo, Mary ecc. bensì dicono:

“Radhe! Radhe! Radhe!” Chiamandosi in tal modo con il nome della Dea, chiamandosi amato, amata. Questo perchè noi siamo tutti gli amati di Dio e tutta la Creazione è il desiderio della Dea  di ricongiungersi con Dio…

Troviamo poi il Dio Shiva, il Distruttore, il Trasformatore! Colui che rappresenta l’Energia primordiale della trasformazione! Shiva...Mahadeva (Il Grande Dio), sono tutti i diversi nomi di Shiva;  ed ancora:



Natàraj, (Il signore della Danza Cosmica), Shivaraj, (il Fausto Signore dell’Universo); sono i tanti nomi per indicare quella potente onda di trasformazione continua, il maremoto ed il vento del cambiamento; il Grande fuoco che purifica e trasforma tutto l’Universo, nelle sue molteplici espressioni e manifestazioni! Shiva è tutto ciò!
...E' quella potentissima forza che produce mutamento..! E ci riferiamo a lui come al Distruttore perché cancella ciò che è scritto sulla lavagna così che nuove opere possano essere scritte! Egli distrugge tutto affinché la rinascita possa avvenire all’istante.!
Ed è tutto ciò che accade dentro di noi, ogni secondo, in ogni millesimo di secondo, in tutte le nostre cellule, in tutto il nostro essere...in tutti gli esseri sulla nostra Terra e nell'Universo infinito! ...Creazione, Conservazione, Distruzione e Trasformazione! 


OM  NAMAH  SHIVAYA!  OM  NAMAH  SHIVAYA!  OM  NAMAH  SHIVAYA!

In questo CD abbiamo anche dei mantra rivolti a Durga, a Kali, che sono entrambi sinonimi della Divinità vista sotto l' aspetto del Principio femminile creatore manifesto; Durga e Kali  ci possono aiutare a vincere la collera, la furia distruttiva e tutti quegli aspetti e tendenze più negativi della personalità e dell'animo umano! Durga, Kali, Parvati, Shakti e molti altri sono i vari nomi dell' Energia femminile, la manifestazione nel fenomenico del Principio creatore, considerata anche  la sposa di Shiva.


Nei vari dipinti o sculture indiani Kali e  Durga vengono raffigurate mentre cavalcano tigri e cavalli e vanno alla carica nella battaglia; impugnano le armi per distruggere, recidere, estirpare, appunto,  gli aspetti negativi del nostro ego;  per questo esse hanno delle  espressioni feroci sul volto.
Kali brandisce la spada ed è coperta dal sangue della testa recisa dell’ego; a volte la Madre universale si manifesta totalmente piena d’ira, perchè il potere del nostro io, del nostro ego è così forte, distruttivo, tenace e ingannevole che produce tanto male tra gli esseri umani, tra noi…i suoi figli!

Ma questi simbolismi sono utili a comunicare tali messaggi anche alle genti umili, non colte…perché tutto è utile e necessario per il raggiungimento della nostra liberazione; la Dea ci aiuta così a diventare liberi dalle negatività interiori ed elevare il nostro spirito...Si narra infatti che quando guardiamo davvero intensamente negli occhi di Kali... "negli occhi del mondo..." allora tutte le brutture del mondo, le nostre brutture e tutti  gli orrori  umani si tramutano nella "Visione meravigliosa del Suo volto" che diviene di una mirabile bellezza e Luce assoluta!
 E' la meraviglia della Creazione intorno a noi!

...Sì, perché tutti gli esseri in questo nostro Mondo meraviglioso e nell'Universo infinito, sono una straordinaria, fantastica Manifestazione del Brahman, L'assoluto, Dio Creatore! 
…Ed io ritengo che sia proprio questa l’essenza della Bhakti, della Devozione sincera che tutti dovremmo sviluppare e percepire dentro di noi!..Questa è la vera essenza, il vero cuore di questa pratica, che tutti i mistici, ovunque in ogni angolo della Terra, hanno sentito e percepito intensamente! E nella quale dovremmo abbandonarci tutti totalmente!
...Personalmente, ogni volta che canto e recito un Mantra o Samkirtan, in onore di Krishna, Shiva, Hanuman, Ram, Sita o altri divini Archetipi, dico anche una preghiera: ... “Che la mia volontà personale, il mio ego, si dissolva nella Grande Volontà Unica, nell’Immensa e divina Coscienza Universale…Che io possa offrire a Te Oh Signore, a Voi Oh Dei, tutti i miei desideri, i miei sogni, le mie motivazioni e ragioni...tutto!...E che sia fatta la Tua Volontà, Oh Signore infinito!...Non la mia!"
 Il Maestro Jai Uttal, si conceda dai suoi ascoltatori e da tutti noi, con le intense frasi conclusive, il  sincero Auspicio, ed eseguendo il famoso saluto indiano, Namasté!:
" In tutti i contenuti di questo mio discorso, ho cercato umilmente di dare un accenno al ricco simbolismo di ogni personaggio, divinità e figura emblematica della ricca cultura Vedica, contenuta nella Filosofia esoterica dell'India antica, di modo che tutti voi, gentili amici qui convenuti, possiate cogliere l'essenza di questa straordinaria pratica (Swadhyaya = studio dei testi, sacri della Conoscenza, di sé e del Sé Supremo, attraverso la pratica del Mantra, dei Kirtan e la Meditazione). Tutte pratiche purificatrici che l'umanità intera dovrebbe eseguire assiduamente e con passione per rendere migliore e più sacra la vita individuale, e di tutti gli altri esseri sulla nostra meravigliosa Madre Terra!
Questa è l'Essenza del cammino Yoga! Questo è il Cuore e lo scopo di tutta la nostra ricerca nella vita!...E quando canto e suono mi viene spontaneo pensare al mio amato Guru, Neem Karoli Baba Maharaj; …per me il vero canale che mi conduce al Mondo e a Voi tutti, qui oggi convenuti!...Tutto l’Universo è racchiuso anche nel mio cuore, nel nostro cuore, dove risiede il nostro Sé divino, il Guru individuale e universale...che io saluto riverente in voi tutti:...Namasté!!!"
 HARI OM!   HARI OM!  HARI OM!
(Che Dio vi Benedica Tutti!!!)                                                 Jay Uttal                                 
La parola Namasté, o Namaskar

E’ un saluto originario dell'India e viene usato comunemente in molte regioni dell'Asia. E' utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia. Viene accompagnato dal gesto di congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l'alto, e tenendole all'altezza del petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo. Nella cultura indiana, questo gesto è un mudra, un gesto simbolico utilizzato nello Yoga nella  asana Pranamasana, posizione della preghiera o posizione del saluto; o nella pratica del Saluto al sole, all'alba ed al tramonto...

Namaskar è una variante usata per esprimere particolare deferenza.

La parola Namasté letteralmente significa "mi inchino a te", e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te, (a te). In una valenza più spirituale però, significa: saluto, (mi inchino a) le qualità divine che sono in te; ed ancora: mi inchino alla luce del Dio che c'è in te! In sostanza, dunque, il significato ultimo, è quello di riconoscere la sacralità del Sé supremo insita in ogni essere umano. (Spesso, però, quando la mente di molti individui è totalmente offuscata e turbolenta, con contenuti psichici negativi e pieni di risentimento e violenza) è quasi impossibile per un simile individuo, una tale sublime percezione...) 
(Adattamento di Roberto Mattei – Yogacharya Ananda Shiva)  

 (IL C.D. in originale, in Inglese, con le musiche ed il discorso di Jai Uttal, è disponibile, free, presso la nostra sede – portate la vostra pen-drive)

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Da aggiungere i Klesha, le radici delle sofferenze nella vita –
Effettuare lo studio del Kundalini Yoga, di Shivananda – Voi siete Pura Coscienza e La Verità che Libera, di Chidananda – I Chakra, ed il Saluto al sole di Satyananda – Il Pranayama, Dinamica del Respiro, di A. V. Lisebeth -  La Bhagavad Gita, di Aurobindo – Le 5 Upanishad fondamentali – Il Ramayana.
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I SEGRETI DEL DNA SVELATI – KUNDALINI YOGA E I POTERI DELLA MENTE
Il DNA umano funziona come una specie di "Internet biologico", ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Nuove ricerche scientifiche in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle persone e molto altro.
In più si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, SENZA LA NECESSITA' di prelevare e reintrodurre singoli geni. Soltanto il 10% del nostro DNA serve a produrre le proteine, ed è questo 10% che viene esaminato dai ricercatori occidentali. Il rimanente 90% viene considerato "junk DNA", DNA spazzatura...
(Vedi i Mantra nello Yoga, le litanie e le preghiere di tutte le tradizioni religiose)
Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% a caso, hanno esplorato questo 90% del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari!
Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90% "inutile") segue le stesse regole di tutte le lingue dell'uomo.
A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base di grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell'uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.
(Il grande Swami Muktananda, della tradizione Siddha, parla della Matrika Shakti, la Kundalini, la Matrix divina che compenetra l'universo e tutti gli esseri che può essere influenzata beneficamente da suoni e vibrazioni trascendentali, tipo i Mantra appunto o i canti mistici tradizionali di vari popoli).
Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che "i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico che usa radiazioni laser di DNA endogeno." Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l'informazione genetica stessa.

Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.
La sostanza del DNA (nel tessuto vivo, non in provetta) reagirà sempre a questi raggi modulati e addirittura alle onde radio, se vengono utilizzate le frequenze giuste. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro DNA reagire al linguaggio è perfettamente naturale.
(Esattamente come hanno sempre affermato i saggi Rishi indiani e Shamani dei popoli antichi, a proposito dei Mantra e canti propiziatori incantatori e simili che accompagnavano sempre le loro pratiche spirituali, di guarigione e qantaltro!)

Mentre i ricercatori occidentali prelevano singoli geni dalle eliche del DNA e li inseriscono altrove, i russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici. Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un DNA particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni di DNA! Così le informazioni sono state trasmesse senza gli effetti collaterali che possono manifestarsi quando si prelevano e reinseriscono dei singoli geni dal DNA.

Quindi è stato provato ciò che i maestri spirituali sanno già da tempo. Ovviamente la frequenza utilizzata deve essere quella giusta. Per questo motivo non tutti otteniamo lo stesso successo. Ogni individuo deve lavorare sul proprio processo e sviluppo interiore per stabilire una comunicazione conscia con il DNA. Più sarà alta la consapevolezza di un individuo, meno ci sarà la necessità di un congegno, e si potranno ottenere questi risultati da soli. La scienza finalmente finirà di prendersi gioco di queste idee e confermerà e spiegherà questi risultati. E non finisce qui.

I ricercatori russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un "tunnel spaziale"! Questi tunnel sono l'equivalente microscopico dei cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" in prossimità di buchi neri (lasciati da stelle estinte). Sono dei collegamenti tra aree completamente diverse nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. l DNA attrae questi pezzi d'informazione e li trasmette alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento. Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo rendono inefficace l'ipercomunicazione, o le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.
(Si evidenzia che la Forza del Pensiero Positivo è realmente Vincente!!! Esattamente come di dice nello Yoga Nidra, a proposito del Sankalpa!) 
Un esempio di ipercomunicazione lo troviamo, per esempio, nel mondo degli insetti. Quando la regina di un formicaio viene separata dalla sua colonia, le formiche lavoratrici continuano il loro lavoro secondo un piano preciso. Ma se la regina rimane uccisa, tutte finiscono di lavorare; nessuna formica sa più cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i suoi "piani di costruzione" anche se è lontana, attraverso la coscienza di gruppo dei suoi sudditi. L'importante è che sia viva. Negli uomini, spesso si ha un fenomeno di ipercomunicazione quando improvvisamente si trova l'accesso a informazioni al di fuori della propria conoscenza. Questa ipercomunicazione viene vissuta come ispirazione, intuizione o trance. Il compositore Giuseppe Tartini per esempio una notte sognò il diavolo seduto accanto il suo letto che suonava il violino. La mattina successiva Tartini fu in grado di ricordarsi esattamente lo spartito e scriverlo: ne risultò la sonata "Il trillo del diavolo". 
(Attraverso le intense pratiche di Mantra e Meditazione trascendentale, ai sinceri e assidui praticanti si manifestano, infatti, svariate siddhi, i poteri extrasensoriali come: chiaroveggenza, telepatia, visione onirica e Percezione extrasensoriale, channeling e molte altre...)  
Un infermiere 42enne per molti anni sognò una situazione nella quale era collegato a una specie di enciclopedia sotto forma di CD-Rom. In quei sogni gli venivano trasmesse delle conoscenze di ogni genere, e la mattina seguente era in grado di ricordare tutto. Gli arrivò un flusso enorme di informazioni, e sognava per lo più dettagli tecnici che erano al di fuori della sua conoscenza. Quando vi sono questi casi di ipercomunicazione, si possono osservare dei fenomeni sovrannaturali nel DNA. Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l'energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso i tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA.
(I Saggi Yogi, da sempre dicono, appunto, che le potenti emissioni del nostro pensiero, se ben dirette si fondono nella "Cronaca dell'Akasha cosmica" e di conseguenza ritrasmesse nella coscienza di un sensibile ricevitore)
Gli effetti collaterali più frequenti nell' ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l'apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.
Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l' ipercomunicazione.
Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.    (Proprio come affermavano gli antichi Saggi).
Senza un'individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali. L'ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa. I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio! E l'umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva. ll tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da parte di un solo individuo, ma l'impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo.
Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d'inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l'energia del pianeta. Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza.
Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.
Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s'innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri. (Ne siamo stati testimoni ed abbiamo interagito!)
Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. Anche la scienza "ufficiale" conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.
L'articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com (Kontext - Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori. Tutte le informazioni sono tratte dal libro "Vernetzte Intelligenz" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN 3930243237; purtroppo per ora esiste soltanto in tedesco.
HARI OM !!! ... E cantiamo sempre più i Mantra e meditiamo sempre più!                                                                                                              
Con tali pratiche si ottiene:  Salute  - Serenità  - Saggezza!
Le 3 Sante esse !!!              Cari Saluti a tutti, Roberto

(Ajna Chakra, il Terzo Occhio, l'Occhio della Saggezza)
E’ considerato "Il Centro del potere spirituale illimitato" che si acquisisce attraverso la pratica del Raja Yoga che conferisce Saggezza, Salute, Serenità e Armonia individuale ed universale)
Il Grande Osho ci dice a proposito:
"Siamo nati nella Luce, siamo parte della Luce infinita, un giorno torneremo a far parte di Quella Sorgente infinita di Amore universale; in un'altra dimensione spirituale. Noi siamo raggi di un Unico Sole infinitamente grande!
I Grandi Saggi di tutti i tempi ci ricordano infatti: " La nostra coscienza è lo speciale centro di manifestazione dell'Energia dell'Assoluto, Dio per uno sviluppo ed espressione sempre più piena e benefica, consistente nella manifestazione di eventi che superano le condizioni individuali precedenti, durante la vita sulla Terra.
Una manifestazione totalmente nuova che procede secondo una sequenza ordinata. L'Eterno Creatore non può cambiare la Sua innata Natura divina; il Suo Spirito pervadente continua ad operare negli esseri umani, secondo le leggi del  Karma.
Tale Sua Energia si manifesta negli individui in tutte le Ere cosmiche, con lo scopo di produrre condizioni di vita sempre nuove e migliori; tali da favorire l'evoluzione di tutti gli esseri sulla Terra e nell'Universo Infinito! Alla realizzazione di tale progetto, tutti gli individui sono chiamati a concorrere, sempre più consapevolmente, durante la loro esperienza terrena.
Meditazione - Consapevolezza - Saggezza
Oltre i vari rami preliminari, nell’Astanga Yoga di Patanjali, che purificano e preparano l'essere umano, la Meditazione è il culmine che  conduce allo sviluppo di tutte le nostre facoltà, o poteri psichici interiori. La Meditazione ci aiuta a fermare il pensiero dall'andare su molteplici immagini, ricordi, turbe, situazioni ed emozioni, incessantemente.
Tali facoltà si realizzano sempre più restando consapevoli del nostro respiro calmo e profondo, in una postura comoda, con la schiena eretta,  mantenendo la visione interiore della nostra Coscienza libera da qualsiasi pensiero e tensione.
Con la pratica assidua possiamo favorire, appunto, la focalizzazione della nostra  mente e conseguire la totale espansione della nostra Coscienza realizzando: Salute, Serenità e Saggezza
HARI OM!!!  HARI OM!!! HARI OM!!!!

CANTARE IN GRUPPO - “Il Risveglio del Corpo di Luce”

Molti mantra hanno grande potenza. Chi vuole utilizzarli in modo corretto dovrebbe conoscere il significato di un determinato mantra e di come e quando va applicato. Prima di cantare un mantra va verificata la purezza delle motivazioni, della fede e della fiducia, affinché non vengono inviati nell' universo messaggi che non si vogliono.
Nella nuova struttura energetica del nostro pianeta il canto e la verbalizzazione ad alta voce producono una forza creatrice notevole tanto più se questo avviene in gruppi di persone.  Per questo è un vantaggio se i mantra vengono cantati in grandi gruppi di persone. Si forma un' energia particolarmente forte se il canto dei mantra è accompagnato da meditazioni e dal canto di vocali; per la definizione di tale canto si usa la parola inglese toning.

I singoli membri del gruppo cantano a scelta e alternativamente, una delle vocali (a-e-i-o-u ) a piena gola nella tonalità sonora che viene spontanea. L'altezza sonora può anche essere variata melodicamente.
Questi suoni producono vari effetti sui centri energetici del corpo. Un effetto particolare si ottiene cantando di tanto in tanto in accordi. Nel toning e nella  meditazione si da l'opportunità alla “Guida interiore, Il Sé spirituale individuale di lavorare con noi sul piano sottile (Energetico). Perciò dobbiamo prima sintonizzarci con la sfera della nostra anima e ringraziare per tutti gli aiuti che chiediamo all’Energia Cosmica, con i Mantra.

Tra i toning e i Mantra andrebbero inserite anche delle pause in modo che i partecipanti attraverso la concentrazione sulla respirazione profonda, possono stabilire un ottimo collegamento con il proprio Sé, il proprio Atma, (la propria Anima).
(Il Signore Shiva - Naarāja -  Il signore  della Danza cosmica)

Shiva nella sua forma Naarāja (Re della danza) in una raffigurazione dell' XI secolo conservata presso il Museo Guimet di Parigi. La raffigurazione di Śiva Naarāja si fonda su un antico mito che vuole i Ṛṣi della foresta di Tāraka (Himālaya) nel tentativo di uccidere la divinità per mezzo di canti magici.

Śiva si mise dunque a ballare trasformando le maledizioni di questi canti in energia creativa. I Ṛṣi generarono allora, sempre per mezzo della magia, il nano Apasmāra personificazione della ignoranza e dell'assenza di memoria aizzandolo contro il Dio. Ma Śiva lo schiacciò con il suo piede destro spezzandogli la colonna vertebrale, liberando al contempo l'umanità da questo flagello e avviando la salvezza dai legami dell'esistenza simboleggiata dalla gamba sinistra sollevata in aria.

In questa raffigurazione Śiva è con quattro braccia che reggono alcuni dei suoi attributi o formano delle mudrā:
la mano sinistra posta dinanzi al lato destro del corpo è nel gesto dell'elefante (gaja-hasta, indica la proboscide di un elefante simbolo della forza), mentre la mano destra è sollevata nel gesto di protezione (abhayamudrā, invita il fedele a non avere paura);
con la mano destra sollevata regge il tamburo primordiale (amaru, a forma di clessidra come ad unire il liga con la yoni, e a provocare il suono che genera il creato: dove i triangoli formanti la clessidra si uniscono inizia la creazione, nel culmine della loro separazione ha avvio la distruzione della vita) mentre con la destra regge il fuoco (agni) simbolo della distruzione di ogni cosa.
 A sorreggere la figura c'è un fiore di loto (padma) che produce un fulmine di fuoco semicircolare (prabhāmaṇḍala) che circonda l'immagine e rappresenta la sacra sillaba O

(Speciale Mantra dedicato al Signore Shiva, La Coscienza Suprema Universale; l’Energia che muove l’Universo)

Maha Mrtyunjay Mantra
*
Om!  Tryambakam Yajamahe
Sugandhim Pusti-vardhanam
Urva-rukam-iva Bandhanat
Mrtyor-mukshiya ma-mrtat   Om!
Significato: Om! In questo speciale Mantra noi ci rivolgiamo al Signore Shiva, la Coscienza Suprema Universale; l’Energia che muove l’Universo, Colui che è pieno di fragranza e che nutre tutti gli esseri. In tale Mantra aneliamo alla libertà dal ciclo della morte e rinascita; invochiamo la possibilità di liberarci dai condizionamenti nocivi della nostra mente, della nostra anima. In tale canto ricerchiamo intensamente l’illuminazione finale ed il raggiungimento della serenità, della saggezza e dell’immortalità spirituale.

Spiegazione: in questo mantra ci rivolgiamo al Signore Shiva chiamato anche Sankara e Trayambaka. Sankara è una parola formata da due parole sanscrite: Sama e Kara (Sama = benedizione) e (Kara = colui che dona).
Trayambaka, inoltre significa colui che ha tre occhi (dove il Terzo Occhio significa Colui che dà la Sapienza, che distrugge la nostra ignoranza e ci libera dal ciclo della morte e la rinascita).

Ulteriori contenuti del Mantra: nel profondo di ciascuno di noi esiste uno spazio di pura felicità. Senza stress, senza preoccupazione, senza malattie…Soltanto felicità!  E noi possiamo entrare in contatto con questo spazio divino con una tecnica antichissima come il Maha Mrityunjay Mantra.
Questo sacro mantra è così potente che attraverso il nostro sincero canto produciamo, man mano, intense vibrazioni liberatorie nel profondo di tutto il nostro essere. Queste sottili vibrazioni accendono il “Tapas” (Il sacro fuoco interiore), quel Sacro fuoco che consuma tutta le nostre tensioni e negatività psichiche…che purifica tutti i nostri sistemi mentali e psichici contorti, ed eleva la nostra Coscienza conducendoci, infine, alla calma, alla pace con noi stessi e con tutti ed alla felicità suprema.
Un potente Suono cosmico è contenuto, infatti, nel “Raga” (la melodia) di questo Sacro Mantra!…E mentre esso vibra, con il nostro canto, attraverso ogni nostra cellula, ogni nostra molecola ed ogni nostro atomo, strappa via il velo dell’Ignoranza che ci lascia credere di essere incompleti e infelici!…E ci rende consapevoli della nostra Divinità.

E’il Mantra fondamentale della Cultura e Filosofia dello Shivaismo del Kashmir. E’ stato Rivelato dallo stesso Signore Shiva alla sua Sposa Parvathi – per la salvezza dell’Umanità – viene quindi tramandato sin dalle origini ed è eseguito regolarmente in ogni Puja (sacro rituale di offerta al Signore dell’Universo). Si ritiene anche che sia un Mantra che ringiovanisce, che dona la salute, la ricchezza, la longevità, la pace, la prosperità, la soddisfazione e l’immortalità, in chi lo canta con fede ed assiduità!!!

…I saggi Guru, Maestri spirituali illuminati della Tradizione, ci dicono, inoltre, che cantando questo mantra si crei uno scudo protettivo che allontana tutti i mali, e che tale canto protegga contro incidenti e contro le sfortune di qualsiasi genere... Sempre tali saggi illuminati ci ricordano anche che, quando tale mantra viene cantato assiduamente e con fede sincera, abbia il potere straordinario di curare molte malattie ritenute incurabili anche dai medici!

Tutte queste (Siddhi), tutti questi  poteri si manifestano perché tale divino Mantra costituisce un’intensa meditazione ed identificazione con il Signore Shiva: Il più Potente, Il più Inaccessibile ed, allo stesso tempo, Il più Innocente e Disponibile di tutti gli Dei…Il Creatore; Colui che distrugge tutti gli aspetti negativi! …Colui che promuove il continuo mutamento interiore ed universale, l’Asceta divino!!! E questo è il vero scopo di questa “Sadhana” (pratica spirituale), la pratica spirituale che il sincero praticante deve effettuare per raggiungere il Vero Scopo dello Yoga, La Liberazione finale!

Tale Sacro Mantra, è conosciuto infatti come il Moksha Mantra del Signore Shiva (Moksha = Liberazione). Il Maha Mrityunjay  Mantra evoca, quindi, il Principio energetico spirituale del signore Shiva (cioè la Scintilla divina) che tutti abbiamo dentro di noi, il Sé Supremo! …Che scaccia la paura della morte, liberandoci, infine, dal ciclo della morte e la rinascita.

Quando Cantare Questo Mantra - Cantare questo mantra con amore e devozione durante il Brama Muhurtha (all’alba, allo spuntar del sole) è estremamente benefico, ma può anche essere cantato, con grandi benefici, in qualsiasi momento del giorno ed in qualsiasi ambiente, con sincerità.


Om Namah Shivaya – Shivaya Namah Om!!!”

                                                     






NIRVANASATKAM

(Altro speciale Mantra di Shiva – Di Sri Shankaracharya)

CIDANANDA - RUPAH  SHIVO  HAM,  SHIVO  HAM

Mano-buddhyahankara–cittani naham
                     Na ca srotra-jihve na ca ghrana–netre
                     Na ca vyoma bhumir na tejo na vayus
                     Cidananda–rupah shivo’ham, shivo’ham.

Io non sono né la mente conscia né quella inconscia, né l’intelligenza né l’ego, né le orecchie né la lingua né il senso dell’odorato o della vista, né l’etere né l’aria né il fuoco né l’acqua né la terra. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

 Na ca prana–sanjno na vai panca–vayur
Na va sapta–dhatur na va panca-kosah,
                    Na vak–pani–padam na copasthapayu
                    Cidananda–rupah shivo’ham, sivo’ham.

Io non sono né il prana né i cinque soffi vitali, né i sette componenti corporei né i cinque involucri, né la parola né le mani né i piedi né l’ano né l’organo sessuale. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

                      Na me dvesaragau na me lobhamohau
                   Mado naiva me naiva matsarya–bhavah,
 Na dharmo na cartho na kamo na moksas
                   Cidananda–rupah, shivo’ham, sivo’ham.

Né avversione né attaccamento, né avarizia né illusione, né arroganza né gelosia, né giustizia né ricchezza né piacere mi appartengono in alcun modo. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!   
 

              Na punyam na papam na saukhyam na duhkham
  Na mantro na tirtham na veda na yajnah,
  Aham bhojanam naiva bhojyam na bhokta
                   Cidananda–rupah shivo’ham shivo’ham.

Io non sono né virtù né vizio, né piacere né dolore, né mantra né luogo sacro, né i Veda né i sacrifici. Non sono né cibo né chi lo mangia né l’atto di mangiare. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

                      Na mrtyur na sanka na me jati–bhedah
                   Pita naiva me naiva mata ca janma,
   Na bandhur na mitram gurur naiva sisyas
                   Cidananda–rupah shivo’ham, shivo’ham.

Né morte né dubbio né distinzione di casta, né padre né madre e nemmeno la nascita sono in alcun modo miei. Invero non sono né fratello né amico, né Guru né discepolo. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

                     Aham nirvakalpo nirakara–rupo
                     Vibhurgya  piya sarvatra sarvendriyani
                     Sadhan me sa mathva na muktir na bhanda
                     Cidananda–rupha shivo’ham, shivo’ham.

Io sono senza pensiero e senza forma. Sono onnipervadente,sono ovunque, tuttavia sono al di là dei sensi. Non sono né distacco né salvezza. Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

Sadgurunath maharaj ki Jay.
Gloria al vero “Guru” (Maestro Divino, Dio)

Roberto  Mattei – “Ananda Shiva”




(Paramatma – L’Assoluto – Il Brahman)
“Sahasrara Chakra - Il Chakra dei Mille Petali"
Centro di energia sottile dai 1000 petali, è il chakra  più importante di tutti. È situato nell’area limbica del nostro cervello ed è costituito dalla riunione delle energie emanate dai 6 chakras inferiori in uno spazio incavo, sui bordi del quale si trovano i 1000 petali. Si possono vedere tutti questi nervi lungo il lobo limbico sezionando il cervello trasversalmente; e assomigliano a dei petali.
Prima della realizzazione del Sé questo centro è chiuso da 2 sovrastrutture psichiche sferoidali del nostro ego e superego. Assomiglia ad un fiore di loto chiuso, ma quando viene illuminato dal risveglio della kundalini che lo raggiunge, si vede il Sahasrara come un fascio di fiamme dai 7 colori; come uno splendido fiore di loto aperto.
Questi colori si integrano creando infine una luce sfavillante di colore cristallo chiaro emanate energia spirituale. Questa è la manifestazione dell’Unione con il Potere Divino onnipervadente (la Realizzazione del Sé) che ci permette di sentire e vedere le vibrazioni psichiche altrui. È il raggiungimento dell’integrazione, della libertà assoluta, della gioia dello Spirito e la Serenità infinita.
È anche chiamato Chakra della Corona, ha nel suo cuore un loto più piccolo a dodici petali in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della Shakti Suprema, cioè la Forza Cosmica non individualizzata.
 Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere dell'alfabeto sanscrito. Sahasrara chakra è relazionato con ghiandola pineale, ed ha un solo polo. È di colore viola ed è orientato verticalmente verso il cielo. È il chakra che governa la corteccia cerebrale e viene intensamente stimolato dal sincero praticante che esegue assiduamente specifiche Asana, Shatkarma, il Pranayama, Concentrazione e Meditazione. Tali metodologie di purificazione totale  dell’essere favoriscono, appunto, l’espansione della Coscienza, lo sviluppo della Consapevolezza ed un Intelletto luminoso. La Realizzazione del Settimo Chakra porta, quindi, ad uno stato di contatto e comunione con la Shakti, la Forza Divina Creatrice dell'Universo; si realizza uno stato di appagamento spirituale, totale libertà dalle limitazioni degli istinti bassi e grossolani.
Le Siddhi (I poteri psichici che si manifestano al sincero praticante) sono relative alla Conoscenza superiore, alla medianità, pranoterapia, ed al favorire le guarigioni con il solo potere mentale. Al Sahasrara Chakra convergono quindi tutte le energie che concorrono all' Illuminazione, alla Relazione tra la Coscienza dell'individuo e quella Dell’Assoluto e dell'Universo intero. Si tratta, è evidente, di stati dell'essere che sfuggono alle possibilità descrittive della razionalità e che possono essere compresi soltanto attraverso l'esperienza diretta dal sincero praticante, asceta. L'apertura di questo chakra coincide con il Bodhi (l'illuminazione spirituale nel buddhismo)
La ghiandola anticancro – Così la definiscono gli studiosi moderni:
Paolo Lissoni, Giusy Messina e Fernando Brivio
Per lungo tempo ignorata dalla medicina, la conoscenza ghiandola pineale si è recentemente rivelata fondamentale nella cura dei tumori. La melatonina – principale ormone secreto dall’epifisi – ha un effetto antitumorale riconosciuto e il difetto nella produzione notturna di tale ormone è la principale causa endocrina della malattia tumorale.
La ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine, è il principale organo del corpo umano responsabile della regolazione del ritmo biologico circadiano sulla base del principale ritmo cosmologico, quello dell’alternanza del periodo di luce con quello di tenebra.
Il principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT), la cui secrezione è inibita dalla Luce e stimolata dalla Oscurità, con il conseguente stabilirsi di un ritmo circadiano luce/buio caratterizzato da bassi livelli ematici di MLT durante le ore di luce e alti livelli durante la notte, superiori di almeno tre volte rispetto a quelli diurni.
La presenza di un normale ritmo circadiano luce/buio nei livelli ematici di MLT rappresenta un parametro fisiologico fondamentale caratterizzante lo stato di salute e la cui alterazione costituisce uno dei segni più precoci del configurarsi di un grave stato patologico. Infatti, alterazioni del ritmo luce/buio della MLT sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie metastatiche, la malattia depressiva, la schizofrenia nella fase cronica e l’ischemia cerebrale.
Una scienza nuova per il recupero dell’armonia

È paradossale come fino ad alcuni decenni fa la scienza medica, che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA, non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una struttura del corpo anatomico, come appunto la ghiandola pineale. Questo malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana) il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica.
Il nome stesso di epifisi (dal greco epi-fysin che si significa “al di sopra della natura”) denota che gli antichi avevano già compreso sinteticamente il ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione della vita spirituale auto-cosciente. Da quanto affermato risulta evidente che non è possibile comprendere il significato e la funzionalità biologica della ghiandola pineale studiandola o solo dal punto di vista medico-scientifico o solo dal punto di vista filosofico-spirituale, ragion per cui forse nessun altro argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico, esige una nuova concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la biologia.

Una delle frasi più false e storicamente superate, ma al contempo fra le pi & ugrave; diffuse, citata pressoché da tutti – filosofi, bioetici, teologici, psicologi e parapsicologi – è quella del rischio nel mondo contemporaneo di ridurre l’uomo alla sua biologia. La verità è invece, all’opposto, il rischio di un’amputazione biologico-selettiva del corpo umano per adeguarlo sia alle esigenze di mercato che – cosa ancora più grave – a un’idea antropologica la quale, fingendo di porsi come neutra e laica, impone di fatto una despiritualizzazione della biologia per ribadire la ormai superata concezione del corpo umano equiparabile ad una macchina.
Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico nello studio della fisiologia e della clinica della ghiandola pineale non si spiega in altro modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi cosciente, di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello Spirito, di
cui la pineale è simbolo elettivo.

Inoltre uno dei motivi che hanno ritardato le ricerche sulla ghiandola pineale è legato alla sua precoce calcificazione, interpretata dagli scienziati del passato come segno di un esaurimento funzionale della ghiandola stessa, come se si trattasse di una vestigia non più utile nelle specie biologiche evolute. Le successive ricerche hanno invece dimostrato che la calcificazione della pineale non è dovuta ad altro se non alla produzione di cristalli di calcio in grado di percepire le variazioni elettromagnetiche.

Allo stato attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella di rendere possibile una relazione armonica: da una parte fra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro fra la propria vita spirituale e il corpo biologico.

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I TESTI CLASSICI DELLA TRADIZIONE INDIANA
PER IL MASTER INTERNAZIONALE FORMAZIONE INSEGNANTI YOGA

Le Upaniad -  Dal Sanscrito, è sostantivo femminile, devanāgarī: sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV secolo a.C. (le quattordici Upaniad vediche) anche se progressivamente ne furono aggiunte di minori fino al XVI secolo raggiungendo un numero complessivo di circa trecento opere aventi questo nome, e trasmesse per via orale. Le Upanihad Furono messe per iscritto per la prima volta nel 1656 quando il Sultano musulmano Dara Shikoh (1615-1659) ordinò la traduzione dal Sanscrito al Persiano di cinquanta di esse e quindi la loro resa in forma scritta.
Il termine Upaniad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere) e dai prefissi upa e ni (vicino) ossia "sedersi vicino", ma più in basso (ad un guru, o maestro spirituale), suggerendo l'azione di ascolto di insegnamenti spirituali. Questo termine richiama chiaramente, come evidenziato da eminenti studiosi, anche un insegnamento "esoterico". Significativo è che persino la Bhagavadgītā si qualificava come upaniad nell'insieme dei manoscritti del Mahābhārata (il Famoso testo dell'epica battaglia avvenuta in India all'epoca di Shri Krishna) il quale riporta le note dell'antico commentatore Bhāskara, il quale dice che tale testo sacro (La Bhagavad Gita) era vietato alle persone di bassa casta non preparati culturalmente per poter comprendere in senso positivo i sublimi insegnamenti!  Si dice infatti che le persone di bassa casta che l'avessero ascoltata, senza essere preparati, avrebbero subito la stessa sorte di coloro che avessero ascoltato le Upaniad senza averne la qualifica: gli sarebbe stato versato del piombo fuso nelle orecchie!!! Questo spiega la ragione per cui le Upaniad non furono mai messe per iscritto ma sempre trasmesse per via orale solo a persone che erano autorizzate a riceverne gli insegnamenti.
Le Upaniad sono, dunque, commentari "segreti" (rahasya) dei Veda, (I Testi della Conoscenza sacra nonché loro 'fine'), nel senso di completamento dell'insegnamento vedico; per questo motivo sono anche conosciuti come Vedānta (che significa appunto Lo scopo dei Veda).
Le Upanishad, quindi, sono alla base del pensiero filosofico, spirituale e religioso indiano che attraverso il Brahmanesimo giungerà, nella nostra era, a costituire quel complesso di dottrine e pratiche che va sotto il nome di Induismo.

Le Upaniad fungono da commentari o estensioni rispettivamente di ognuno dei quattro Veda (gvedaSāmavedaYajurveda e Atharvaveda) e unitamente ai Veda, ai Brāhmaa e agli Ārayaka rappresentano, secondo la tradizione induista, la cosiddetta Śruti, ovvero la sapienza per come è stata rivelata dall'Assoluto ai loro mistici cantori indicati come ṛṣi i quali si sarebbero limitati alla sua trasmissione orale.
La loro datazione è difficile e controversa, ma risultando opere comunque successive ai Brāhmaa, la somiglianza nello stile e nei contenuti di alcune di queste può far stabilire con sufficiente contezza la loro collocazione temporale. Per questa ragione le Upaniad più antiche vengono indicate come vediche. La maggior parte degli studiosi contemporanei ritiene l'avvio della loro composizione a partire dal IX-VIII secolo a.C. Tali Upaniad vediche si inseriscono nella tradizione degli Ārayaka

Śruti, la Verità rivelata nei Testi sacri del Vedismo, Brahmanesimo, Induismo; consistono nei:
Veda:  gveda - Sāmaveda - Yajurveda  - Atharvaveda

° Brāhmaa:  Aitareya Brāhmaa  -  Chāndogya Brāhmaa  - Kauitakī  
    Brāhmaa - Taittirīya Brāhmaa  - Śatapatha Brāhmaa  - Gopatha  
    Brāhmaa  - Jaiminīya Brāhmaa  - Kauitakī Brāhmaa - Sāmavidhāna  
    Brāhmaa - aviśa Brāhmaa  - Tāṇḍya Mahā Brāhmaa

°  Ārayaka:  Aitreya Ārayaka  - Kauitakī Ārayaka  - Taittirīya Ārayaka  -
    Bhad Ārayaka
Le Upaniad più antiche, altrimenti dette "vediche", risultano essere quattordici
Esse sono:   Rhadārayaka Upaniad  -  Chāndogya Upaniad  -
                Aitareya Upaniad  - Taittirīya Upaniad  - Kauitakī Upaniad  -    
                Kena Upaniad  - Īa Upaniad  - Kaha Upaniad  - 
                Śvetāśvatara Upaniad - Praśna Upaniad  - Muṇḍaka Upaniad  -  
                Mahānārāyaa Upaniad  - Maṇḍukya Upaniad  - Maitri Upaniad

Smti: Vedāga - Kalpa - Śikā - Nirukta - Chanda - Jyotia  - Vyakāraa
          Upāga  (Vedāga secondari)

Purāna:  Brahma Purāa  -  Padma Purā -  Viṣṇu Purāa  -  Śiva Purāa  -  Bhāgavata Purāa  -  Nārada Purāa  -  Mārkeya Purāa - Agni Purāa  - Bhaviya Purā -  Brahmavaivarta Purāa  - Liga Purāa - Varāha Purāa - Skanda Purāa - Vāmana Purāa - Kūrma Purāa - Matsya Purāa - Garua Purāa - Brahmāṇḑa Purāa -
               
Dharmaśāstra:  Manusmti - Nyāya - Mīmā - 

Itihāsa (Letteratura epica): Mahābhārata - Bhagavadgītā - Rāmāyaa



 

L’Ossitocina, l’Ormone dell’Amore






                 







 

 L’ossitocina è un ormone prodotto in una delle parti più antiche del cervello che viene rilasciato dall’ipofisi. Questo ormone, spesso chiamato “ormone dell’amore”, ci fa stare bene! L’ossitocina viene prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e l’allattamento, durante le dolci interazioni tra persone che si amano, nel preludio dell’atto sessuale e nell’orgasmo sia maschile che femminile.

Sembra che durante un orgasmo la presenza dell’ormone nel sangue sia presente in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. L’ormone, una volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.
Ma, una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, e fa da “collante”, nei legami affettivi che si instaurano tra le persone, infatti, il ruolo dell’ossitocina favorisce: Interazione sociale positiva –  Attivazione di afferente sensorie da parte di stimoli non fastidiosi - Stimolazione di effetti antistress - Stimolazione dell’attaccamento e del legame - Stimolazioni mentali, sensoriali o condizionati ripetitivi non fastidiosi - Promozione della salute
E’ importante stimolare la produzione di ossitocina fina dalla nascita, i genitori hanno un ruolo fondamentale. Quando un genitore prende in braccio suo figlio dolcemente, o quando lo stringe a sé per consolarlo o quando lo aiuta a superare una difficoltà o quando giocano insieme divertendosi o anche quando il genitore ascolta attivamente le preoccupazioni di suo figlio, la produzione di ossitocina è molto alta.
Abbracciate i vostri figli! Anche se loro, a volte, sembrano non volere le vostre coccole! In ambito psicologico, le terapie relazionali e le terapie corporee, riducono l’angoscia stimolando la produzione di ossitocina. Infatti queste modalità terapeutiche vanno a compensare la mancanza di relazioni sociali positive che magari la persona in quel momento non sente di avere o non ha.
Un altro modi di liberare ossitocina è attraverso le immagini, addirittura in alcune ricerche si è dimostrato che bambini abbandonati spesso hanno delle allucinazioni positive o dei ricordi sensoriali che ne stimolano la produzione. Gli effetti positivi dell’ossitocina sono stati scoperti anche grazie a delle ricerche che hanno evidenziato le conseguenze della mancanza dell’ormone in alcuni animali:
- iniezioni di ossitocina nel cervello di animali aggressivi, riducono tali comportamenti. L’ossitocina, infatti, è un neutralizzatore dell’acelcolina che se presente a livelli alti può risultare tossica producendo atteggiamenti aggressivi;
- alcuni sperimentatori hanno scatenato un comportamento materno in topi da laboratorio non gravidi, mentre hanno inibito il comportamento materno iniettando nelle stesse zone del cervello delle sostanze che bloccano l’ormone: le mamme topo tendevano a trascurare i piccoli fino a dimenticarsi di recuperarli se si allontanavano;
- I topi maschi, privati dell’ormone, tendono invece ad avere disturbi sociali e mostrano amnesia sociale.
Queste scoperte fanno luce anche su alcuni disturbi come l’autismo e la sindrome di Asperger, patologie caratterizzate da una notevole difficoltà in ambito sociale.
In alcune ricerche è stato dimostrato che ragazzi con autismo ad alto funzionamento a cui è stata somministrata ossitocina, non solo aumentavano i significati emotivi del linguaggio ma mostravano anche una riduzione di comportamenti ripetitivi.
Ed ecco che la produzione di ossitocina diventa fondamentale! La somministrazione di ossitocina avviene per via venosa e intranasale, ma la sicurezza dei trattamenti deve essere ancora accertata prima di passare allo studio su pazienti in età infantile (Hollander, 2006).
Dr.sa Paola Romitelli

Biblografia
Odent M., Abbracciamolo subito!, Edizioni Red 2006
Uvans-Moberg K., Oxytocine may mediate the benefits of positive social interactions and emotions, Psychoneuroendocrinology, 1998.
Sunderland M., Aiutare I bambini a superare lutti e perdite, Erickson 2003.
Sembra, quindi, che l’ossitocina, ormone rilasciato dall’organismo durante la gravidanza e l’allattamento,  ma anche in condizioni di piacevole relax, sia in grado di modificare il nostro comportamento rendendoci più generosi e fiduciosi verso il prossimo.
A dimostrarlo due distinte ricerche condotte nell’ultimo anno:
La prima, secondo la quale l’ossitocina, renderebbe maggiormente generosi e attenti ai bisogni altrui, risale in realtà alla fine del 2007 ed è stata condotta da Paul Zak della Claremont Graduate University (USA), la seconda, della quale si è avuta invece notizia in questi giorni, è frutto della collaborazione fra lo svedese Karolinska Institute di Stoccolma e il Welcome Trust Functional Imaging Laboratory di Londra e avrebbe dimostrato come l’ossitocina sia in grado di ridurre l’ansia e agevolare le relazioni sociali.

Secondo i ricercatori ciò significa che l’ormone ossitocina è in grado di ridurre l’ansia generata dalle relazioni sociali e venire in aiuto ad alcune tipologie di pazienti psichiatrici.

Alcuni scienziati israeliani hanno scoperto che l’ossitocina, detto anche l’ormone dell’amore perché riguarda i comportamenti come la fiducia, l’empatia e la generosità, riguarda anche i comportamenti opposti come la gelosia e la malignità.
Infatti, Il Dr. Simone Shamay-Tsoory, a seguito di attente ricerche presso l’Università di Haifa, afferma che l’ormone è un limite complessivo per i sentimenti sociali: quando l’associazione della persona è positiva, l’ossitocina rafforza i “pro-comportamenti” sociali; quando  l’associazione è negativa, l’ormone aumenta i sentimenti negativi.
Studi precedenti hanno, inoltre, mostrato che l’ormone ossitocina ha un effetto positivo sui sentimenti positivi. L’ormone viene rilasciato nel corpo naturalmente durante il parto, e durante le relazioni













LA SCIENZA DELLO YOGA "YOGA SUTRA” PURNA YOGA (LO YOGA TOTALE) SI DIVIDE IN: BAHIRANGA, ESTERIORE –  E ANTARANGA, INTERIORE
(DEFINITO ANCHE: SAMYAMA)

ASTHANGA YOGA: LE OTTO REGOLE DELLA SCIENZA DELLO YOGA.

(I Sublimi insegnamenti negli Yoga Sūtra di Patañjali)


Yoga BahirangaLo Yoga Esteriore -  Le prime 5 regole comprendono:

1 – Yama – In breve significa: astenersi dal nuocere a se stessi ed agli altri.
Indica  le regole da osservare per ottenere un benefico autocontrollo”,  tolleranza, senso del dovere".  Ne consegue un atteggiamento coretto che proviene dall’osservazione di una percorso di ricerca della conoscenza e disciplina etico-morale che influenza positivamente il nostro comportamento, con noi stessi ed il mondo esterno. 
2 - Niyama - Osservanze e Restrizioni: consistono nelle pratiche di purificazione e comportamento: lavarsi il corpo, nutrirsi in modo corretto, ed astenersi dal nuocere a se stessi ed agli altri, in vari modi, azioni, violenze, pensieri negativi, abitudini errate, vizi ecc.
3 - Asana - Posture fisiche per trattare il corpo, favorire le funzioni metaboliche di purificazione e canalizzare meglio la circolazione sanguigna, linfatica ed energetica, rigenerando tutto il corpo e la mente.    
4 - Pranayama - Tecniche di controllo e canalizzazione del Prana per mezzo della respirazione controllata ed abbinata a Mudra e Bandha (gesti simbolici e contrazioni dei punti energetici); altrimenti il praticante non è preparato fisicamente, mentalmente, per poter affrontare le pratiche più elevate del controllo della mente e psiche..
5 -  Pratyahara - Tutte le tecniche di interiorizzazione per facilitare la discesa dentro di sé serenamente, attraverso le pratiche di rilassamento, respirazione tranquilla, ritiro dei sensi, contemplazione degli opposti, in uno stato di Consapevolezza, con la mente non giudicante. Tali pratiche producono lo stato di coscienza tranquilla detto “YOGA NIDRA”; in cui i contenuti della psiche si manifestano serenamente nell'individuo che sta per addormentarsi  - o nel risveglio - in cui si formano le immagini mentali tranquille. (tale livello viene molto semplificato nel Training Autogeno occidentale). 
 Lo Yoga Nidra - è quindi, parte integrante del Pratyahara e conduce alla Reintegrazione dei vissuti psichici (anche rimossi) nella Coscienza del praticante; tutto ciò  viene a costituire, quindi, di un ponte tra Bahiranga (lo Yoga esteriore di preparazione fisica-psichica) che comprende le 5 regole dello Yoga preliminare (fin qui enunciate), per sfociare in Antaranga (lo Yoga interiore o di purificazione del sé) con le altre 3 regole che vediamo di seguito. 

 In Pratyahara, (regola 5) quindi, la Coscienza dell’assiduo praticante viene allenata all' interiorizzazione tranquilla, in modo che le stimolazioni provenienti dai 5 sensi: olfatto, gusto, vista, tatto, udito, non turbino più i loro rispettivi centri nel cervello, e non condizionino oltremodo la coscienza del (Sadhaka) il sincero praticante; preparandolo, in tal modo, nelle fasi successive.
Tale sublime acquisizione rappresenta l'Obiettivo supremo di tutto il percorso dei vari rami della Filosofia e pratica dello "Yoga Purna", o Yoga Integrale, che conducono il sincero praticante alla Realizzazione di: Conoscenza, Salute, Saggezza, Amore universale, Serenità e Gioia infinita.  
 1)
Continuiamo ora con la descrizione delle restanti 3 regole dell' Antaranga 
(che nell'insieme viene definito, Samyama) nel quale si consegue la realizzazione dello Yoga Interiore o Superiore.
Tale elevato livello va eseguito solo dopo le preparazioni fisiche e psichiche, contemplate nelle precedenti 5 regole - già menzionate - In totale, le  8 regole dell' "Ashtanga Yoga", la Scienza dello Yoga, del Saggio Patanjali.

6 - Dharana - l'Arte ci concentrare l'energia attraverso le pratiche Yoga sul corpo mente e spirito;
7 - Dhyana, in sanscrito, Visione interiore o Meditazione.
8 - Samadhi, (in sanscrito, significa  "mettere insieme", "unire il sé individuale con il Sé cosmico") è un sostantivo maschile sanscrito proprio delle culture induista e buddhista  
 che descrive l'unione del meditante con l'oggetto della meditazione.

Per maggiori dettagli possiamo vedere:

Samyama (dal sanscrito, Samyama, significa tenere insieme, legare, vincolare), combina la pratica simultanea di Dharana (Concentrazione, Intenti); Dhyana, Contemplazione, (Consapevolezza) e Samadhi,  l’unione con l’Assoluto.
Il Samyama è quindi lo strumento per raggiungere la più profonda Conoscenza e Coscienza illuminata, (l'unità con il Sé supremo, l'Estasi divina dei Saggi e Santi di tutte le tradizioni ed epoche, compreso il Buddha, il Cristo e vari altri successivamente)...
Si tratta di un "catch-all", termine che riassume il processo di Assorbimento psicologico nell'oggetto della Meditazione.

La pratica dell'insieme del Samyama, come Patanjali afferma nei suoi Yoga Sutra, genera Prajna, la Saggezza (in sanscrito) o Pañña (nel Buddhismo). la Saggezza, o la comprensione, il discernimento o acutezza cognitiva è intesa esistente nel flusso universale, alla portata di tutti
Tale saggezza è contenuta, infatti, nel Software universale di essere e divenire, dell'individuo, e può essere intuitivamente sperimentata solo attraverso la pratica evolutiva, sincera e costante.  E' quella Saggezza che si fonda, sulla Meditazione, Consapevolezza e Realizzazione diretta delle quattro mete della vita umana:
Dharma, Artha, Kama e Moksha, analizzate e proposte magnificamente da Patanjali nei suoi Yoga Sutra (La Scienza dello Yoga), e riprese poi nella lingua Pāli, dal Buddha. Tali mete corrispondono, infatti, alle Quattro nobili verità del Buddhismo: l'Impermanenza, l'Origine interdipendente, non Autonomo, Anattā, (in Pāli; o Anatman (in sanscrito), e Vuoto, il quale si riferisce alla nozione di "non-sé"...o, vuoto mentale sereno.
Anche il Buddha, nel contesto del suo insegnamento, dice che tutte le cose percepite attraverso i 5 sensi, dalla Coscienza (il sesto senso, il mentale) non sono veramente "io" o "mio", e per questo motivo non bisogna aggrapparsi a loro...altrimenti ne consegue l'Infelicità! Tutto ciò è molto bello e vero ma richiede lo sviluppo di una forza di volontà e conoscenza interiore, sempre maggiore; e sviluppo del controllo delle pulsioni egoiche, da parte dell'assiduo praticante di meditazione, per non lasciarsi trascinare negativamente dalle alterne vicissitudini della vita; e riuscire, quindi, a vincere i risentimenti contrastanti provocati dagli attaccamenti e repulsioni, dalle passioni distruttive della personalità individuale.
Nello Scienza dello Yoga ciò viene detto, appunto, Neti, Neti: non questo, non quello; e si medita sulla frase: "io sono Pura Coscienza illuminata"...ripetendosi mentalmente il famoso OM  - mantenendo la Consapevolezza del respiro circolare, tranquillo, centrati nello spazio mentale libero ed infinito! OM infatti è la Vibrazione originale dell'Assoluto, il Respiro del Creatore, il Suono primordiale del Sé supremo che dà origine e sostegno all' Universo intero, alla manifestazione e Vita di tutto ciò che esiste.
Tale assidua pratica meditativa rigenera e mantiene la Coscienza individuale focalizzata, potente, serena e Saggia! Perché solo raggiungendo "Prajna", la Saggezza, si è in grado di estinguere i Klesha (in Sanscrito), le 5 Sorgenti delle sofferenze e afflizioni che condizionano la vita dell'individuo impreparato, ben descritte negli Yoga sutra di Patanjali. Inoltre, tutte le conquiste descritte ed i relativi benefici, si possono conseguire seguendo gli insegnamenti dei grandi Maestri del passato, attraverso le seguenti pratiche: L'Ascolto del Maestro, (Professore o Insegnante) - Lo Studio dei testi della Conoscenza, Mantra - La Ricerca, Analisi, Riflessioni - La Contemplazione - La Consapevolezza - La Meditazione. 
Tutte pratiche che contengono, appunto, una trasposizione del Trino Samyama, il quale conduce, nel suo insieme, al migliore livello di Coscienza, Meditazione e Realizzazione del Sé Spirituale. Ne consegue l'Armonia interiore, che significa stare bene con se stessi e con tutti, in uno stato di perenne Serenità, Gioia infinita ed Estasi divina! 
Carissimi Amici, non ci resta che la Pratica assidua !!!      HARI OM!!!   Roberto
 AMPLIAMENTO DEl  SIGNIFICATI DI  YAMA: OSSERVANZE
YAMA, significa freno, controllo; regole di comportamento etico-morale da adottare nei riguardi di se stessi e degli altri -  contiene i seguenti 5 comandamenti:
1 - Ahimsa: la NON VIOLENZA viene detto nel commento di Vyasa (un antico Saggio): 
“E’ l'Astensione dal ferire, dall' offesa in tutti i modi, in tutti i tempi, verso tutti gli esseri”. 

2  - Satya: la VERITA' non significa solo dire il vero ma è anche accordare le proprie azioni alle parole. Dire verità quindi non solo come proibizione, non mentire; “dire la verità significa (insegna il Saggio Vyasa) che la mente ed il discorso devono corrispondere all'oggetto, cioè debbono essere così come sono, se il discorso è proferito allo scopo di trasporre in altri la propria conoscenza non deve essere ingannevole o errato o insufficiente”.  
Quindi possiamo intendere questo yama come un’occasione per tentare di allineare pensiero, parola e azione e fare in modo che non ci sia una dissonanza fra quello che diciamo e quello che facciamo e questo è fondamentale in tutti i rapporti.
La verità deve essere detta “per recare bene a tutte le creature non per offenderle e qualora fosse usato così, solo per offendere allora nonché essere verità sarebbe peccato anzi essendoci un’apparenza di merito una somiglianza col merito, si commetterebbe il peggiore dei mali, pertanto uno dica la verità soltanto dopo aver ricercato ciò che è buono per tutti gli esseri". 
Le parole possono dire la verità ma potrebbero essere dette in un contesto in cui fanno solo del  male, in cui la persona non percepisce la verità, ma solo la ferita; in questo caso noi pensiamo che stiamo dicendo la verità, invece stiamo recando un danno ad un’altra persona. 
Ci viene così richiesta un’intensa attenzione verso l’altro. 
Appare evidente già da questi  primi passi che occorre una sensibilità, un’attenzione, un’accoglienza, una capacità di discriminazione,che può costare un lavoro introspettivo di osservazione di sé nelle relazioni, che potrà durare una vita….per gli indiani forse molte vite!  
3  -  Asteya: è non rubare. Viene detto da Vyasa “che il furto è un appropriarsi delle cose altrui in maniera non  sancita”; nutrire il desiderio di queste appropriazioni, lavorare sul desiderio si ricollega con samtosa (un niyama) il contentamento di ciò che si ha. 
4 - Brahmacarya: va ad indicare normalmente l'astinenza sessuale, contemplata nello yoga di Patanjali dove c'è un tendenza chiaramente ascetica.: chi pratica lo yoga deve astenersi dalla sessualità.  
Ovviamente non tutte le scuole di yoga sono d'accordo e, nel caso di persone che non fanno questa scelta drastica ma che hanno una vita normale, può essere interpretato in tanti modi; può voler dire non arrecare sofferenza a se stessi e agli altri attraverso una condotta sessuale scorretta. 
Ha molto a che fare con la conservazione di un’energia sottile collegata alla sessualità e che, se non viene dispersa nell'atto sessuale, può essere poi indirizzata in altre condizioni. 
5 - Aparigraha: viene tradotta con austerità, povertà, ha a che fare con la vita degli asceti e viene detta da Vyasa: "Significa non accettare alcunché considerando i danni che comporta l'accettarlo, il conservarlo, il distruggerlo, l'attaccarsi ad essa e l'offesa". 
AMPLIAMENTO DEl  SIGNIFICATI DI  NIYAMA: ASTINENZE
Sono le discipline di purificazione degli aspetti fisici, energetici, e mentali; si realizzano nelle 5 regole fondamentali da rispettare nei riguardi di se stessi per mantenersi integri: 
Saucha, Samtosa, Tapas, Svadhyaya,  Isvarapranidhana

Queste, a differenza degli yama che mettiamo in atto quando le circostanze esterne ci presentano l'occasione, vanno applicate sempre anche se vivessimo isolati, da eremiti, sono delle regole in funzione di una crescita e maturazione personale. Sono,appunto,le discipline di purificazione individuali. Esse sono:

1 -  Sauca (PUREZZA): la pulizia del corpo, è la purezza esterna, cioè la pulizia del corpo e si ottiene con argilla, acqua e simili, e con pratiche di purificazione, oppure con la consumazione di cibo sacrificale e quindi purezza della dieta.  
“Nello yoga si è sempre ritenuto che l’interno del corpo possa essere “inquinato” da rifiuti del metabolismo, sostanze chimiche o altre tossine. Questi inquinanti sono considerati un serio ostacolo per la salute e la lucidità mentale. A volte insieme agli esercizi di pulizia si pratica il digiuno al fine di consentire alle  funzioni  metaboliche  di  concentrarsi sull’eliminazione dei rifiuti.” 11 
Possiamo intraprendere un lavoro di purificazione che riguardi anche i contenuti della mente. 
2 - Samtosa: che è tradotto con SERENITA' è il “contentamento”, fare a meno di tutto ciò che non è indispensabile e accontentarsi di quello che si ha. Vyasa traduce: "Si dà contentamento quando non si desidera avere più dei mezzi a disposizione". 
Lo possiamo definire come l'assenza del desiderio di aumentare le necessità della propria esistenza. Questo implica una continua revisione delle proprie priorità, della propria scala di valori.  In una visione psicoterapeutica possiamo commentare: 
 “possiamo leggerlo anche nella patologia mentale. Chi ha una nevrosi ha una capacità di godere estremamente ridotta; quando riceviamo delle ferite psicologiche nella vita e si soffre molto, tentiamo di anestetizzarci a questa sofferenza.  
I meccanismi di difesa sono tutti  basati sul non sentire il dolore: questo dolore si può non sentire facendo finta di averlo dimenticato, rimuovendo l'emozione corrispondente, ma è sempre una desensibilizzazione rispetto al dolore…il punto è che non solo non si è più capaci di  sentire il dolore ma neanche il piacere, quindi si riduce la capacità di godere”.

3 - Tapas: è tradotto dal punto di vista tecnico come ascesi; é quell'ardore interno che si ottiene attraverso l'ascesi, è quell'essere accesi  nella disciplina, é una fiamma che arde senza la quale non avviene una combustione, una trasformazione e un cambiamento. 
Parlare di ascesi  in occidente è senz’altro difficile, ma se affrontiamo questo niyama come opportunità per superare la tensione che genera l’attrazione per i bisogni  quali la fame e la sete, stare in piedi e seduti, i digiuni, le penitenze, etc. è riuscire a mantenere uno stato di equanimità di fronte agli estremi stadi che normalmente ci generano forte disagio. Ma come interpretare senza eccessi questo niyama?
E qui, il grande Vyasa ci viene in aiuto:
 " bisogna fare l'ascesi per scorrere il sentiero yoga e si ritiene che tapas, cioè l'ascesi, debba essere praticata dallo yogi nella misura in cui non contrasti la calma mentale". 
Ci offre un parametro di valutazione chiaro e inequivocabile. 
Quindi l'ascesi ha un valore soltanto finché non diventa qualcosa che turba la quiete mentale. 
5)
L'ascesi serve a semplificare il cammino, in maniera tale da poter procedere senza problemi. Quindi deve favorire la quiete mentale, se l'ascesi diventa una specie di automortificazione, uno sforzo continuo che altera completamente la quiete mentale diventa controproducente. 
Ancora una volta è necessaria una capacità di discriminazione e il desiderio per la ricerca del proprio equilibrio senza eccessi, senza fanatismi.  

4 - Svadhyaya: vuol dire lo studio di sé o del Sé, e vuol dire andare all'interno di se stessi.  
Affianchiamo alla possibilità che abbiamo di esplorare noi stessi  attraverso una pratica concreta, lo studio e la lettura dei testi sacri, dei trattati sulla liberazione. Lasciando che queste letture non diventino uno sterile esercizio intellettuale, ma cercando di usarle come strumenti  che mi aiutano a guardare dentro me stesso, in quanto senza la diretta esperienza il sapere non serve. 

5 - Ishvarapranidhana:  é detto: "La devozione al Signore è l'offerta di tutte le azioni fatte a lui come sommo maestro", sappiamo che per molti il Signore (Ishvara), il Dio ha una particolare presa emotiva e motivazionale per cui la pratica dell'abbandono, della devozione al Signore, l'offerta di tutte le proprie azioni a Lui è anche un modo di mantenersi consapevoli; ogni cosa che faccio se é dedicata a Dio richiede che io sia presente a quello che faccio. 

Questo niyama, ovviamente, a prima vista ci fa pensare all’asceta che rinuncia al mondo. 
La Baghavad Gita è stato il primo testo che ha indicato una via alternativa a questa; non è necessaria la rinuncia a tutte le azioni e scegliere la via ascetica, chi vuole rimanere nel mondo e vuole avere una famiglia, lavorare, ecc. ha anch’egli una possibilità di liberarsi, perché per la Gita la cosa fondamentale è il distacco: “essere nel mondo senza essere del mondo”. Ancora una volta il percorso di crescita è laico e possibile a tutti. 

Quindi, Carissimi,
da come vedete tali regole sono simili, in parte, ai nostri famosi 10 Comandamenti nel Cristianesimo, ma in questo contesto induista, viene posta in chiari termini la responsabilità individuale che ogni persona dovrebbe sviluppare.
In queste regole traspare una profonda analisi della vita degli esseri nel mondo e le relazioni reciproche. In tali regole viene posta una maggiore attenzione al fatto che l’individuo impari a rendersi responsabile della propria vita – del proprio Karma - e della vita degli altri; impari quindi a non farsi male da sé stesso - con le cattive abitudini di tutti i tipi - ed a sviluppare una maggiore disponibilità verso tutti, con Coscienza, Serenità e Saggezza. Divenire quindi più utili alla propria evoluzione e liberazione dalle sofferenze, e contemporaneamente, più utile anche agli altri.

Certo non è così facile per tutti!  Ma questo è il percorso che hanno fatto e fanno – (e suggeriscono, appunto) i saggi del passato e  molti sinceri ricercatori del vero scopo della vita, nello Yoga, da millenni. Soprattutto, è ovvio, i Maestri come Swami Chidananda … Anche in quel suo libro, Egli tocca spesso tali argomenti…proprio perché sono la Base per l’evoluzione dell’individuo, nella vita e nel mondo.

Artha, In sanscrito, significa "scopo, obiettivo, causa, motivo, nozione" significato.
Si riferisce all'idea di prosperità materiale. Nell’ Induismo , artha è uno dei quattro scopi della vita, noto come purusharthas. E 'considerato un nobile obiettivo fintanto che segue i dettami della morale vedica. Il concetto comprende il raggiungimento della notorietà, raccogliendo la ricchezza e favorendo una elevata posizione sociale. E 'il secondo dei quattro purusharthas, gli altri tre sono  dharma  (giustizia), kama (piacere fisico o emotivo) e moksha (liberazione).
Artha è uno dei dharma (doveri) di una persona nella seconda fase della vita, la fase di padrone di casa, e durante questo una persona deve accumulare la ricchezza più possibile, senza essere avidi, per aiutare e sostenere la sua famiglia ed essere in grado per dare a nobili opere di carità.










L’Energia Divina del Signore Shiva, detta anche Agni il Signore del Sacro Fuoco che crea l'universo e pervade tutti gli esseri.

Nel pantheon vedico, Agni è considerato una delle divinità principali, soprattutto nel Rig Veda. E' la Luce, l'Energia primordiale della vita; l'Energia cosmica che crea e trasforma l'universo intero. Ma è anche "l'energia psichica" individuale; i poteri della mente umana e l’Energia del cuore; in particolare quell'energia che si manifesta nell' amore, nel pensiero, nella creatività.

Nella mitologia Indù è la famosa " Colonna di fuoco" manifestata dal Signore Shiva"
per dimostrare la propria infinita potenza alle altre divinità: Brahma e Vishnu.
E’ la dimostrazione tangibile della potenza della Creazione, nelle successive sequenze di: Distruzione, Trasformazione, Purificazione e Rigenerazione dell'Energia divina.
E’quella “colla atomica” cosmica, che si manifesta attraverso potentissime vibrazioni e forza connettiva che da origine ai corpi celesti, alla luce delle stelle e del nostro sole; è inoltre quelle’energia che pervade la mente e la coscienza di tutti gli esseri umani. 

Esiste una forma di Yoga, detta appunto, Agni Yoga, il quale afferma che l'umanità sta entrando nella nuova era del Satya Yuga (l'Era della Luce). Siamo infatti nell’era del Kali Yuga (l’era dei conflitti, guerre e distruzioni…del buio psichico) in cui il flusso del Fuoco cosmico viene versato sulla Terra. Non vi è pericolo che la mancanza di sintesi spirituale (ovvero l'incapacità di umanità di riconoscere l'esistenza di energia più elevata Forze Fiery) blocca queste energie di essere trasmutato l'umanità nella crosta della terra, dove avrebbero stabilizzare il magma fuso sotto la superficie . Senza trasmutazione da parte dell'umanità, queste energie wlll diventi negativa e distruttiva e portare sui terremoti e sconvolgimenti altri.[1] è aggravato la situazione di abuso umanità di "fuoco": non solo lordo incendi come la combustione ed energia elettrica, ma anche il più sottile incendi di pensiero e di sentimento.[2] Se l'umanità e il nostro pianeta per sopravvivere, dobbiamo essere in grado di accettare consapevolmente questa potente energia dallo spazio e trasformarlo in una forza costruttiva.[3] Nel perseguire questo, dobbiamo prima purificare e perfezionare la nostra energia psichica, la forza sottile alla radice delle nostre emozioni, percezioni e pensieri. Questo graduale processo di espansione prevede di coscienza, così come l'accensione dei centri di energia sottile nell'organismo umano e la trasmutazione della loro fuochi.[4]
Diversamente dalla maggior parte degli approcci tradizionali per la padronanza delle più alte energie sottili, Agni Yoga insiste sul fatto che il controllo deve avvenire nel contesto della vita contemporanea secolare. Il monachesimo è sostituito da azione per il bene comune, il lavoro creativo che aiuta a costruire una nuova era basata sulla conoscenza che è al tempo stesso scientifico e spirituale. Anche se "L'epoca a venire sarà sotto i raggi di tre Signori-Maitreya, il Buddha, e Cristo"[5], il New Age è noto come l'Età del Maitreya, il futuro Istruttore del Mondo, perché le caratteristiche associate a Maitreya verrà a in primo piano. Inoltre, perché la manifestazione di Maitreya è collegata con l'affermazione della Madre del Mondo, nel passato, presente e futuro ",[6], la nuova era è anche conosciuto come l'epoca della donna, o l'epoca della Madre di Mondo. E 'anche l'epoca di Shambhala, dal momento che l'umanità sarà direttamente governata dalla Confraternita del Mahatma che abitano in Shambhala, una dimora misteriosa in Asia Centrale. "Quali sono i segni dei tempi di Shambhala? segni del tempo della verità e della cooperazione. "[7] "Si dovrebbe capire il prossimo i doni più di evoluzione:-energia psichica primo-della donna secondo movimento, in terzo luogo collaborazione. Ciascuno di questi doni devono essere accettate in misura piena, non astrattamente. "[8]

[modifica]la costruzione del tempio

Nel rivolgermi a "costruttori e guerrieri", il primo linee molto dello Yoga insegnamento Agni[9]indica due aspetti del lavoro esterno di coloro che seguono Agni Yoga: la costruzione di una nuova era, e la battaglia per creare le condizioni che la costruzione è possibile.[10]
Il lavoro costruttivo descritto nei libri di Yoga abbraccia ogni campo della vita umana. Nei primi paragrafi della didattica, il lavoro è paragonato alla costruzione di un nuovo tempio per tutta l'umanità, il tempio è un simbolo della conoscenza spirituale non è ancora giunto alla piena manifestazione. L'arte e la bellezza sono anche sottolineato fin dall'inizio.[12] " Ricordate, l'Arte è quello medio vitale della cultura a venire. attraverso la bellezza si avvicinerà a voi. "[13] Lavorare con i bambini è un altro tema iniziale che continua attraverso tutta la serie.[14]
Nel campo della medicina, Agni Yoga anticipa gli sviluppi nei decenni successivi. "Agni Yoga approcci appena in tempo. Senza di esso, che avrebbe detto che le epidemie di influenza dovrebbe essere curata con l'energia psichica? Chi avrebbe prestare attenzione ai nuovi tipi di malattia mentale, malattia del cervello, e disturbi del sonno? ... [O] ne dovrebbe pensare seriamente sui nuovi nemici che vengono creati dalle condizioni della vita contemporanea;. Non si possono applicare vecchi metodi per loro nuovo approccio da sviluppare attraverso l'espansione della coscienza. un "[15]
Il nuovo approccio si concentrerà su "energia psichica, perché la sua porta di cristallo per il miglior guarigione. E 'possibile estrarre i depositi di questa energia, che è una panacea per tutte le malattie."[16] Proprio come un sentimento come l'irritazione dà luogo a sostanze chimiche che si depositano nel corpo, così l'energia sacra ", perché ogni energia è un cristallo fisico."[17] Oltre allo studio dei "centri nervosi" (chakra), la ricerca sui depositi chimici delle energie sottili "si forma la direzione futura della medicina. Attraverso questi domini l'umanità si avvicinerà di individuare la sottile energia, che per semplicità chiamiamo 'spirito'. Il passo successivo nello sviluppo della cultura sorgerà dalla scoperta delle emanazioni di questa energia. "[18]
Agni Yoga favorisce la ricerca empirica sulle interazioni di energia psichica ("mente" o "spirito") con l'organismo umano e il suo ambiente, e si discute spesso di come gli scienziati possano meglio affrontare questo nuovo campo.[19] Allo stesso tempo, Agni Yoga approvaaromaterapia,[20] Ayurveda,[21] erboristeria, suggerimento,[22] e di altre pratiche di cui la medicina occidentale tradizionale rimane scettico."Noi [dei Fratelli] non ignorare i metodi della scienza occidentale, ma Poniamo energia psichica nella fondazione. Essendo giunti alla conclusione che l'energia psichica è necessario sia per noi stessi e per le procedure sperimentali, ci sono principalmente destinate a creare le condizioni favorevoli al suo accumulo. "[23]
L'accumulo di energia psichica richiede attenzione al macrocosmo (l'atomo fisico) e il microcosmo (i piani superiori della esistenza). Il "corso dei luminari"-il moto dei corpi celesti, in particolare i pianeti che rappresentano le sette linee della vita cosmica e la composizione chimica dei loro raggi hanno un forte impatto sulle vicende umane. L'antica scienza di astrologia dovrebbe essere rinnovato, soprattutto per scopi medici e di governo,[24], ma deve essere combinata con la conoscenza pratica sul terreno[25] e la conoscenza interiore di un cuore ardente.[26]L'espansione della coscienza naturalmente portare l'umanità alla "off-mondi lontani", inclusi i pianeti su un piano superiore di esistenza.[27]
Yoga intuizione Agni in situazione di criticità la Terra è in anticipo sui tempi. "La gente si chiede: 'Ora, come possiamo servire sulla Terra nel modo più vantaggioso?' Essi dovrebbero ripristinare la Terra salute. C'è un intero elenco di modi per svolgere questo compito in tutto il mondo del restauro. Si dovrebbe tenere a mente che le persone hanno distrutto le risorse della Terra senza pietà. Essi sono pronti ad avvelenare la terra e l'aria. Sono previste le foreste rifiuti i recipienti di prana. Essi sono diminuiti vita animale, dimenticandosi che l'energia animale nutre la terra. Essi credono che le sostanze chimiche non testate (medicina e farmaci) possono prendere il posto di prana e emanazioni terrene. saccheggiare le risorse minerarie , ha dimenticato che l'equilibrio deve essere mantenuto. Non pensare a ciò che ha causato la catastrofe diAtlantide. Essi trascurare il fatto che le sostanze chimiche devono essere testati nel corso di un secolo, per una sola generazione è troppo breve per determinare se una sostanza porterà l'evoluzione o il suo opposto ... Pensano che con qualche atto di misericordia il tempo sarà chiaro e la gente diventerà prospero! Ma il problema di ripristinare la salute non attraversa le loro menti. Cerchiamo quindi di amare tutta la creazione! "[28] Ci è anche la discussione di temi quali il cambiamento climatico,[2], la desertificazione,[29], l'urbanizzazione eccessiva,[30]l'inquinamento atmosferico, e di stupefacenti.[31]

I guerrieri della luce

"Ciò che per chiamare la malattia del pianeta? Il miglior nome sarebbe 'febbre da avvelenamento.' gas Soffocare da detriti del mondo inferiore di strati sottili le stanno tagliando il pianeta fuori dal mondo che potrebbe essere portandola assistenza. terrestre destino L'può concludersi con una gigantesca esplosione se questo spesso velo non è penetrato. "[32] Per evitare questo il destino e il rinnovamento della terra, la gente deve imparare a partecipare coscientemente alla tremenda battaglia che infuria, non solo nel nostro mondo visibile, ma soprattutto nel Mondo sottile invisibile.[33] Questo vi aiuterà a salvare la Terra e inaugurare il Epoca di Maitreya, un'era di pace in tutto il mondo e la cultura.[34] Questa è una battaglia tra il mondo terreno e l'invisibile, mondi sottili, in un certo senso, la lotta si aiutano a collegare questi mondi, che termina lo stato innaturale di isolamento in che l'umanità terrena esiste ora.[35] Mettendo tutte le forze in gioco e alzando la tensione e il pericolo per un livello senza precedenti, la Battaglia rende possibile per il "guerriero della luce" per temperare se stessa o se stesso per raggiungere la gioia, che accenda i chakra , soprattutto il cuore.[36]

La battaglia può essere osservato da molti punti di vista. Si tratta di un conflitto tra gli elementi terra e fuoco,[37], tra il superiore e inferiore incendi,[38], e tra l'aspetto separativo di Saturno e Urano il sintetizzatore.[39] Forse più fondamentalmente si tratta di una battaglia tra i creativi, potenza affermativa del libero arbitrio umano e il potere distruttivo di negazione o di nichilismo.[40] Yoga dice sì a ogni aspetto della vita, tra cui conflitti. Per la Fratellanza, la battaglia è fondamentalmente difensivo, ma è in grado di usare la battaglia inevitabile per affermare i valori più alti creativo.[41]
Un essere umano è inevitabilmente coinvolta in tre battaglie: la battaglia tra libero arbitrio e karma, cioè, tra il sé superiore e inferiore della personalità: la battaglia tra la Fratellanza (o gerarchia), di Luce e le forze del male, disincarnata, e la battaglia cosmica "tra le energie sottili e le onde del caos", una battaglia che continua per sempre.[42] La Battaglia può riferirsi a Armageddon, il conflitto internazionale che è iniziato nel 1931.[43] In ogni caso, l'Agni Yoga è diverso da più "spirituale" insegnamenti, nel senso che "non è un insegnamento pacifica" ma una "chiamata alla battaglia."[44] E 'piena di immagini marziali-spade, scudi, frecce, lance e armature, come i suoi seguaci sono "guerrieri di spirito "e le virtù marziali come il coraggio e la vigilanza sono necessari sulla terra.

Four Stones

Il secondo libro dello Yoga insegnamento Agni, Foglie del Giardino di Morya II (illuminazione), indica quattro principi fondamentali per l'azione."! Amici di Punto quattro pietre nelle fondamenta delle vostre azioni:-Il rispetto per la Gerarchia. First Second-La coscienza di unità.. In terzo luogo-Coscienza di co-'di misura. Quarto applicazione del principio,' Per il tuo Dio"[45]

Insieme a molte scuole di pensiero asiatico, Agni Yoga insegna che la liberazione spirituale dipende da coltivare una coscienza di unità con le Forze superiori in modo che possiamo essere guidati e protetti dalle esseri illuminati compassionevole che appartengono alla Fratellanza, la Gerarchia di Luce. Co-misura è la capacità di comprendere l'importanza relativa del proprio rapporto con questi esseri superiori e agire di conseguenza. Essa è legata alla "meta-fitness", la capacità di valutare e regolare i propri pensieri e azioni alla luce degli obiettivi cosciente.[46]
"Per il tuo Dio": la capacità di comprendere i più alti ideali di altre persone, i loro dei, per così dire-e affermarli. In passato, una persona potrebbe affermare la santità e il valore del proprio dio, ma ora è necessario trovare "il Dio di ognuno e lo esalti. Si può capire questo con la ragione, ma è più importante per abbracciare nella sorridere dello spirito. " Questo principio di grande tolleranza "è la base del Nuovo Mondo."[47]

La trasmutazione Fiery

Le fasi iniziali di Yoga assomigliano a quelle del Raja Yoga, sforzandosi, studio e padronanza del prana, la vita. Vigore depurazione[48] "Un giovane può chiedere, 'Agni Yoga dovrebbe essere inteso? How' Dire: 'Come discernimento del-elemento di collegamento di tutti gli incendi, che nutre il seme dello spirito, e la sua applicazione alla vita.' Il giovane può chiedere, 'Come posso approccio che la conoscenza?' 'Purificare il vostro pensiero, e dopo aver determinato le tre peggiori tratti, li consegno le fiamme di un ardente impegno. Quindi scegliere un Maestro sulla Terra e, pur conoscendo la didattica, rafforzare il vostro corpo con le medicine e il pranayama indicato. Avrete guardar le stelle dello spirito, potrete vedere le fiamme che purificano i vostri centri, si sente la voce del Maestro Invisibile, si entra in altri aspetti più sottili comprensione che trasforma la vita. e '"[49]

Come nel Raja Yoga, pratica con successo nel quadro di un guru qualificato risultati nello sviluppo di chiaroveggenza, chiaroveggenza, e altre facoltà sottili, così come l'accensione dei centri psichici-il chakra.[50] Oltre ai sette chakra spesso citato in letteratura esoterica, Agni Yoga tocca sulla accensione dei centri nei polmoni, le spalle, e in altre parti del corpo.[50] Particolare enfasi è posta sugli incendi nel centro del cuore e il Calice, o il Anahata chakra, che è dietro il cuore .[51] In queste ultime vengono memorizzati accumuli spirituale di vite passate, tra cui "conoscenza diretta", un alto grado molto di intuizione.[52] "La gente spesso confonde grande conoscenza diretta, che è il risultato di molte esperienze e meraviglioso accumuli su molte incarnazioni, con un psichismo certo. I manifesti di questi ultimi, più o meno presentimenti corretto, i sogni e le percezioni del piano astrale che corrispondono a chi percepisce la coscienza del. conoscenza diretta, d'altra parte, sa con certezza, conosce il essenza di tutto ciò che accade, sa che la direzione dell'evoluzione e del futuro;. conoscenza diretta è la sintesi della spiritualità, naturalmente, appartiene solo a un grande spirito che ha accumulato il suo calice, indipendentemente da quanto modesta la sua posizione sociale potrebbe essere. "[53]
Anche se in generale Yoga evita negazione, tra cui il divieto e la rinuncia,[54], esso esprime una forte opposizione alla magia, le pratiche medianiche, e psichismo-l'esercizio delle inferiore poteri psichici e l'attaccamento ai fenomeni psichici[55], in quanto ostacolano la pratica della Yoga. Per lo stesso motivo, Agni Yoga si oppone "meccanico" esercizi che cercano di risvegliare il potere interiore attraverso la manipolazione o il rafforzamento di quella esterna. Anche gli esercizi per sviluppare la concentrazione hanno un valore subordinato.L'ispirazione dalla Gerarchia, una condizione essenziale sul sentiero ", scende attraverso una condizione di base unico. 

Né la concentrazione né comando della volontà, ma l'amore per la Gerarchia dà luogo a diretto Comunione. Non sappiamo come migliore o più precisamente per esprimere la legge guida che come un impeto di amore. Questo è il motivo sia il momento di mettere da parte la magia con tutta la sua coazione e di essere impregnata di amore per il proprio nucleo centrale. Poi si può facilmente avvicinarsi alla fonte del benessere attraverso una meravigliosa sensazione davvero. Precisamente , tra la disintegrazione del pianeta, si ha la necessità di trasformare il principio che più efficacemente ripristinare la salute. E che cosa può unificare con più forza rispetto al mantra, 'Ti amo, Signore!' Tale invito è facile ricevere un raggio di conoscenza. "[56]
L'amore, poi, è ciò che rende possibile ricevere la conoscenza interiore, soprattutto se accompagnato dalla gratitudine e di gioia.[57] 

Il coraggio e la pazienza sono necessari anche,[58] per la Yoga non è solo una questione di accendere i centri con un "Kundalini esperienza ", ma coinvolge anni di" trasmutazione di fuoco "con cui, i pensieri e le sensazioni sono raffinati i sentimenti, eventualmente permettendo la Yogi di funzionare nel suo corpo sottile, e più tardi ancora il più potente del fuoco del corpo e sublime.[59] Lo sviluppo di questi organi rende possibile per uno Yogi di raggiungere l'immortalità, la capacità di agire consapevolmente a volontà in, sottile e focoso mondi terrena[60], e lavorare per il bene degli altri su vasta scala. Perché il mondo è attualmente in tale caos, durante il processo di trasmutazione dei sentimenti di angoscia sono inevitabili, devono essere riconosciuti e supe

Nel delineare la "quattro porte", l'Agni Yoga 163 offre una panoramica di tutto il processo. "Colui che avrebbe nuotare deve tuffarsi senza paura in acqua. E colui che ha deciso di master Yoga deve trasformare tutta la sua vita con lui. Perché la gente pensa di poter risparmiare Yoga una porzione di qualche ora di inattività e rimanere in pensiero impuro il resto del tempo? In verità, in tutte le azioni dovrebbero essere impregnati con la forza purificatrice della lotta ardente ... Questa più sintetizzando Yoga esige l'obbligo di costruire la vostra intera vita secondo una disciplina che è impercettibile dall'esterno. impercettibile Se questa disciplina non si sente più come catene, ma si trasforma invece nella gioia di responsabilità, possiamo considerare il primo cancelli aperti. Quando uno si sveglia alla collaborazione con la-off mondi lontani, poi il secondo Gates si apre. E quando le fondamenta di evoluzione sono comprese, le viti si caduta dal terzo Gates. E infine, quando il vantaggio di utilizzare un addensato corpo astrale è stato capito, poi le frecce della quarta Gates cadrà. Dato che questo processo va avanti, gli incendi dei centri del sapere Kindle, e in mezzo i fulmini delle energie più sottili, conoscenza diretta emerge. Cherish, poi, il fuoco della conoscenza e della guardia del potere Il Sangha Maitreya
A partire da New Era comunitario, il terzo lavoro della serie Agni Yoga, le copertine di tutti i libri mostra un riquadro in cui sono scritte le parole sanscrite "Maitreya Sangha." Questo implica che Agni Yoga è un insegnamento per il Sangha, la comunità spirituale, che seguirà il futuro Buddha, Maitreya.

                                                       IL  SANGA MAITREYA

Il nome Maitreya deriva dal sanscrito maitri (metta in pali), "amicizia" o "la gentilezza amorevole." Maitreya è chiamato anche "Ajita", che significa "colui invincibile." Sia Mahayana e Theravada Buddhismo riconoscere Maitreya come la prossima Buddha, il Buddha quinto che è quello di riuscire il quarto Buddha, Gotama. Maitreya sarà l'ultimo dei cinque Buddha che raggiungere l'illuminazione in questo kalpa, o grande ciclo. Asanga, il fondatore della Yogacara o Coscienza di sola scuola del buddhismo Mahayana, si dice che sono andati a di dimora Maitreya in Tushita cielo e ha ottenuto cinque insegnamenti da lui. In 5.670 milioni anno, Maitreya sarà rinascere nel mondo fisico e diventare un Buddha. Fino ad allora, sarà un custode che veglia sul destino della Terra.[1]

L'emergere di millenaria movimenti aspettando l'avvento di Maitreya indica che i buddisti non hanno sempre tenuto i 5,67 miliardi rispetto all'esercizio letteralmente. Inoltre, Maitreya è talvolta raffigurato in postura bhadrasana con le gambe estese, indicando che si sta preparando a scendere a un piano inferiore.[63] teosofi potrebbe spiegare la 567 figura come indicazione che Maitreya apparirà alla fine del presente "Quinto Race "e nella sesta e settima Races.[64] Yoga segue le teorie razziali delineato dalla Blavatsky e sostiene di essere un insegnamento per la sesta gara, che sta cominciando a manifestarsi come l'epoca di Maitreya si avvicina. "Ora siamo in grado di raccogliere gli spiriti della sesta razza, e Agni Yoga è la chiamata!" [65]
Nel Vajrayana o buddismo tantrico ciascuno dei Buddha che compaiono in questo mondo è allineato con uno dei cinque Dhyani-Buddha che esistono in mondi superiori. Mentre il quinto Buddha terrestre, Maitreya è collegato con il quinto Dhyani-Buddha, Amoghasiddhi, il Buddha della "realizzazione infallibile", "il conquistatore invincibile", che raggiunge infallibilmente il suo obiettivo. Amoghasiddhi rappresenta lo stato perfetto del -skandha samskara (sankhara in Pali), i fenomeni mentali e fattori motivazionali, tra pensiero e volontà. 

Egli è associato con l'All-Realizzazione di Saggezza, che porta a infallibile libera azione di invidia e di gelosia. Questa saggezza è la sintesi degli altri quattro. Amoghasiddhi è il centro del karma "gruppo" di divinità, "Karma", che indica "azione" e "energia", e non semplicemente "il destino." Lui è in genere indicato con la mano destra sollevata nel mudra di coraggio, che porta la pace e protezione a tutti. Egli è associato con la direzione nord, l'elemento aria, e verde, un colore che calma l'ansia. Il suo simbolo è il doppiovajra, due fulmini che formano una croce equilatero, e la sua sillaba-seme (bija) è "Ah." Il suo trono è supportato da garuda, creature che sono metà e metà uccello uomo. La sua consorte è Tara, la dea madre in Mongolia e Tibet.[66]

Agni Yoga sottolinea l'azione e la realizzazione sul piano terreno: "da mani d'uomo deve essere costruito il Tempio ... Le azioni saranno realizzati dalle mani dell'uomo a causa della più alta creatività." [67] L 'affermazione forte di creatività che corre per tutta la Agni insegnamento Yoga indica una rottura con i concetti di spiritualità. "Non giudicare molto, anzi, agire. Non sedersi nella contemplazione;, creare e scoprire. Piuttosto " [68] "Io sono abbreviare la mia salmi, e mi limita la lunghezza della mia inni. E la realizzazione sarà la mia preghiera, e mi si avvia con il silenzio. "

La parola russa per "realizzazione", podvig, condivide alcuni significati delle siddhi, in quanto indica un atto eroico che coinvolge intenso sforzo, abnegazione, e di eroismo.[70] In Agni Yoga podvig implica sintesi, la capacità di abbracciare contrasti. L'Agni Yogi "per lo spirito, ma non staccarsi da se stesso della Terra. Atti" [71] Yoga afferma sia delle Origini (Начал): materia e spirito, Yin e Yang, l'asse verticale e orizzontale della croce equilatero. I risultati di Yoga sono manifestati nella vita attiva di Nicholas e Helena Roerich, noto in libri come il Guru e il Tara (o Urusvati).

Come nei cinque libri di Maitreya e Coscienza-Solo il pensiero, il concetto di "manifestazione" (явление) è quella essenziale di Yoga, le varianti della parola appare ben più di 1.000 volte in Infinity io sola. L'idea fondamentale è che uno Yogi dovrebbe non solo essere a conoscenza della Verità, ma anche lavorare con le forze cosmiche di manifestare o esprimere nel pensiero creativo e di azione. Il concetto di manifestazione è anche simboleggiato in bocca sorridente di Budai Luohan (布袋罗, Hotei in giapponese), una forma di Maitreya in Asia orientale, la bocca aperta esprime la manifestazione, così come la sillaba seme "Ah," che è associato con il centro della gola.[72] La grande borsa Budai ha in spalla può fare riferimento al meritorio "accumulazioni", come quelle che dice Yoga sono memorizzati nel Calice, il chakra Anahata dietro il cuore.

Fugong-chengjiu (不空成就, Fuku-joju in giapponese), un nome cinese per Amoghasiddhi, significa "Realizzazione di tutto dappertutto, senza eccezioni." In Agni Yoga questo appare come la pratica di "cementare" o saturare lo spazio con infondendovi lo pensiero e di pura energia.

I temi dell'amore, della tolleranza, coraggio, vittoria, invincibilità, l'energia, il volo, e il futuro sono condivise anche da Agni Yoga e la costellazione Maitreya-Amoghasiddhi.
Quanto sopra non convalida Agni Yoga pretesa di essere un insegnamento per il Sangha Maitreya, ma suggerisce che chi era la fonte dei libri Yoga ha avuto conoscenza dei simboli e delle idee tradizionalmente associati con Maitreya e Amoghasiddhi. 'Figlio, il Roerich George (o Yuri), è stato un eccezionale tibetologa ru: Рерих, Юрий Николаевич, e la Roerich sempre espresso un atteggiamento positivo verso il Buddismo. I loro scritti, tra cui fondamenta del buddismo da Helena Roerich, la familiarità con la letteratura mostra buddista disponibile nelle lingue occidentali al momento.







MERYL ANN BUTLER intervista BRUCE LIPTON

Conduciamo la nostra esistenza in base a quello che riteniamo sia il nostro mondo, le nostre capacità e i nostri limiti. Che conseguenze avrebbe lo scoprire che queste credenze sono sbagliate? Che ogni cosa, dal DNA al futuro del nostro mondo, si basa su un semplice «Codice della realtà» che è possibile cambiare e migliorare a volontà?

MAB: Bruce, l’incontro tra il lavoro tuo e quello di Gregg Braden è davvero emozionante! Grazie per aver accettato di condividere alcuni tuoi pensieri con noi.
Dott. Bruce H. Lipton: Grazie, sono felice di partecipare!



MAB: Il punto di partenza del tuo libro, La biologia delle credenze, è che gli esseri umani non sono, come pensavamo prima, vittime dei loro geni, ma che l’ambiente ha un effetto diretto sul nostro DNA. Vorresti approfondire?
BL: Certamente. Fino a tempi recenti, si pensava che i geni fossero auto-attuativi, cioè potessero accendersi e spegnersi da soli. Come risultato, oggi la maggior parte delle persone si ritengono dei robot genetici, cioè che i geni controllano la loro vita.

Le mie ricerche, invece, segnano l’inizio di una concezione radicalmente nuova della scienza cellulare. La nuova biologia rivela che noi “controlliamo” il nostro genoma, anziché esserne controllati. Oggi è riconosciuto che l’ambiente, e più precisamente le nostre percezioni o interpretazioni dell’ambiente, controllano direttamente l’attività dei nostri geni. Ciò spiega perché la gente può guarire spontaneamente da patologie ritenute permanenti.


MAB: Allora è davvero il caso di parlare di «primato della mente sulla materia»?
BL: Sì, questa nuova concezione della biologia umana non considera il corpo un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito. Questa nuova prospettiva è fondamentale in ogni processo di guarigione, perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione.

Questa nuova scienza si chiama epigenetica. Esiste da sedici anni, ma solo ora il grande pubblico sta imparando a conoscerla. Per esempio, l’American Cancer Society è un’organizzazione che fa ricerca sui geni del cancro da circa cinquanta anni. Ebbene, questa società ha scoperto che solo circa il 5% dei casi di cancro ha legami con la genetica; il 95% non ha nulla a che fare con la genetica. Recentemente, l’American Cancer Society ha pubblicato una statistica dove si dice che il 60% dei casi di cancro si può evitare cambiando stile di vita e dieta. Quindi, oggi ci dicono: «Dipende dal tuo stile di vita, non dai geni».



MAB: Per cui l’agognata «fonte della giovinezza» potrebbe in realtà trovarsi dentro di noi?
BL: Dentro ognuno dei nostri corpi, in questo momento, ci sono miliardi di ceppi cellulari, cellule embrionali concepite per riparare o sostituire tessuti e organi danneggiati.
Comunque, l’attività e il destino di queste cellule rigenerative sono epigeneticamente controllati. Ciò vuol dire che esse sono profondamente influenzate dai nostri pensieri e percezioni dell’ambiente. Quindi, ciò che pensiamo dell’invecchiamento può interferire o migliorare il funzionamento dei ceppi cellulari, provocando la nostra rigenerazione o il nostro declino fisiologici.


MAB: Che parte ha l’evoluzione in tutto ciò?

BL: Beh, come si è scoperto, Darwin aveva torto. La scienza di oggi ignora le teorie darwiniane basate sulle nozioni di lotta e competizione, anche se potrebbero volerci anni prima che questo fatto arrivi sui libri di testo. La cooperazione e la comunità sono in realtà i principi fondamentali dell’evoluzione, oltre che della biologia cellulare. Il corpo umano rappresenta lo sforzo cooperativo di una comunità di cinquantamila miliardi di cellule. Una comunità, per definizione, è un’organizzazione di individui impegnati a sostenere una visione comune.

Jean-Baptiste Lamarck aveva visto giusto già cinquanta anni prima di Darwin. Nel 1809 egli scrisse che i problemi che avrebbero afflitto la società sarebbero venuti dal suo distacco dalla natura, e che ciò avrebbe provocato la dissoluzione della società. La sua concezione dell’evoluzione era che un organismo e il suo ambiente interagiscono in modo cooperativo. Se vuoi capire il destino di un organismo, devi capirne le relazioni con l’ambiente. Egli capì che la separazione dall’ambiente ci priva della nostra fonte. Aveva ragione.
E se pensi all’epigenetica, ti rendi conto che oggi la teoria di Lamarck ha trovato dei fondamenti. Quando non si conoscevano processi che provassero le sue teorie, Lamarck sembrava uno stupido, anche perché credevamo all’idea neo-darwiniana secondo cui il corpo è soggetto al controllo genetico. Invece oggi la scienza più evoluta ci mostra che Lamarck aveva ragione, dopo tutto.


MAB: In che modo tutto ciò si ripercuote a livello cellulare?
BL: Le informazioni provenienti dall’ambiente vengono trasferite alla cellula attraverso la membrana cellulare. Prima pensavamo che il nucleo della cellula fosse il suo cervello. Ma nel 1985 ho scoperto che in realtà il cervello della cellula è la membrana. Il nucleo, come si è scoperto, è di fatto il centro riproduttivo.
La membrana cellulare controlla le condizioni dell’ambiente e quindi invia segnali ai geni, per innescare processi che serviranno alla sua sopravvivenza. Nel corpo umano, il cervello invia messaggi alla membrana cellulare per controllare il comportamento e l’attività genetica della cellula. È così che la mente, tramite il cervello, controlla la nostra biologia.
Per esempio, una disciplina importante nelle scienze della salute è la psiconeuroimmunologia. Letteralmente, questo termine significa: la mente (psico) controlla il cervello (neuro) che a sua volta sovrintende al sistema immunitario (immunologia). È così che funziona l’effetto placebo!
Quando la mente percepisce l’ambiente come sicuro e amichevole, le cellule si focalizzano sulla crescita. Le cellule devono svilupparsi affinché il corpo continui a funzionare in modo sano.
Al contrario, in situazioni di stress, le cellule assumono un atteggiamento di difesa protettiva. Quando ciò accade, le risorse energetiche del corpo, normalmente impiegate per sostenere la crescita, vengono dirottate a questi sistemi che forniscono protezione. Il risultato è che in un sistema stressato i processi di crescita sono limitati o sospesi.
Nei casi di stress acuto (breve) l’organismo è in grado di adattarsi, mentre uno stress cronico o prolungato è debilitante, perché le richieste energetiche del corpo interferiscono con la manutenzione richiesta, e ciò porta a patologie e disfunzioni.
Per esempio, la paura che si è diffusa negli Stati Uniti dopo l’undici settembre ha avuto un effetto devastante sulla salute dei nostri cittadini. Ogni volta che il governo lancia l’allarme per un nuovo possibile attacco terroristico, la paura da sola fa sì che gli ormoni dello stress frenino la nostra biologia e si preparino a una risposta di difesa.
In seguito all’attacco al World Trade Center, la salute del Paese è caduta a picco e i profitti delle aziende farmaceutiche sono saliti alle stelle (registrando un aumento del 100% in meno di cinque anni!).
Quel sistema di allarme basato sul codice colorato, poi, è causa di un’altra grave conseguenza. In stato di paura, gli ormoni dello stress modificano il flusso del sangue nel cervello. In situazioni normali, il sangue fluisce al cervello concentrandosi soprattutto nel proencefalo, la sede del controllo conscio. In condizioni di stress, le vene del proencefalo si restringono, costringendo il sangue a dirigersi verso il romboencefalo, il centro dei riflessi inconsci. In poche parole: quando abbiamo paura, diventiamo più reattivi e meno intelligenti.


MAB: Nel tuo seminario hai parlato di come riceviamo l’informazione dello stress. Potresti approfondire l’argomento?
BL: Certamente. La principale fonte del segnale di stress è la voce centrale del sistema, la mente. La mente è come il conducente di un veicolo.
Se siamo bravi a gestire il nostro comportamento e le nostre emozioni, possiamo aspettarci una vita lunga e produttiva. Al contrario, i comportamenti improduttivi e una gestione inadeguata delle emozioni sono come un conducente maldestro che stressa il veicolo cellulare, interferendo con il suo funzionamento e provocando un collasso.
L’informazione dello stress può arrivare alla cellula dalle due menti separate che formano la voce centrale che controlla il corpo.
La mente conscia (auto-consapevole) è l’io pensante, la mente creativa che esprime il libero arbitrio. È l’equivalente di un processore a 40 bit, perché può gestire le informazioni provenienti da circa 40 nervi al secondo. Per contro, la mente inconscia è un supercomputer provvisto di un database di comportamenti pre-programmati. È un potente processore a 40 milioni di bit, che interpreta e risponde a più di 40 milioni di impulsi nervosi al secondo. Alcuni programmi derivano dalla genetica: sono i nostri istinti. Tuttavia, la grande maggioranza dei programmi inconsci vengono acquisiti attraverso le nostre esperienze di apprendimento.
La mente inconscia non è la sede del ragionamento o della consapevolezza creativa; è un meccanismo rigido di reazione agli stimoli che funziona «in playback». Quando dall’ambiente viene percepito un dato segnale, la mente inconscia attiva per riflesso una reazione prestabilita. Non è affatto necessario pensare!



Il risvolto pericoloso del pilota automatico è che i comportamenti inconsci sono programmati per avvenire senza il controllo, o l’osservazione, dell’io conscio. I neuroscienziati hanno scoperto che il 95% - 99% del nostro comportamento è sotto il controllo della mente inconscia. Di conseguenza, è raro che noi osserviamo questi comportamenti, e ancora di più che ne siamo consapevoli.
La tua mente conscia percepisce che sei un bravo conducente, ma è l’inconscio che per la maggior parte del tempo tiene le mani sul volante. E l’inconscio può condurti alla rovina.
Siamo stati educati a credere che usando la forza della volontà possiamo annullare i programmi negativi del nostro inconscio. Sfortunatamente, per fare questo, è necessario mantenere una vigilanza costante sul proprio comportamento.



Non esiste nell’inconscio un ente osservante che analizzi i comportamenti “pre-registrati”. L’inconscio è un meccanismo che agisce esclusivamente «in playback». Di conseguenza, non viene fatta alcuna distinzione tra comportamento inconscio buono e cattivo: sono tutte “registrazioni”. Non appena la tua consapevolezza viene meno, la mente inconscia mette automaticamente in atto i suoi programmi preregistrati, basati sull’esperienza.


MAB: Come abbiamo acquisito i nostri programmi inconsci, in primo luogo?
BL: Il cervello prenatale e neonatale opera prevalentemente alle frequenze EEG delta e theta, nei primi sei anni della nostra vita. Questo modesto livello di attività cerebrale è definito come lo stato ipnagogico.
Quando si trova in questa trance ipnotica, al bambino non vanno insegnati direttamente comportamenti specifici. Egli acquisisce il suo programma comportamentale semplicemente osservando i genitori, i fratelli, i coetanei e gli insegnanti.
Inoltre, l’inconscio di un bambino “scarica” dall’esterno anche credenze relative a se stesso. Quando un genitore o un insegnante dice a un bambino piccolo che sta male, è stupido, cattivo o buono a nulla, queste informazioni vengono “scaricate” come un dato di fatto nell’inconscio del bambino. Tali credenze acquisite costituiscono la voce centrale che controlla il destino della comunità cellulare del corpo.


MAB: Certo, è piuttosto deprimente! Mi sembra che la nostra mente inconscia sia come un pezzo di criptonite verde del pianeta natale di Superman, ovvero l’unica cosa che può privarlo dei suoi superpoteri. La criptonite è simile alle fondamenta rocciose dell’infanzia. Come hai detto in precedenza, l’inconscio non è cattivo per natura… E nemmeno la criptonite lo è. Tuttavia, è attraverso questi canali che la programmazione ricevuta nell’infanzia ci limita nell’età adulta, derubandoci – giudicando da ciò che dici – dei nostri superpoteri! Molte persone si sentono vittime bloccate e impotenti, nonostante il fatto che le loro intenzioni consce siano focalizzate sul successo. Così arriviamo alla domanda decisiva: in che modo è possibile riprogrammare l’inconscio?


BL: Per modificare la “registrazione” di un comportamento, devi spingere il pulsante record e ri-registrare il programma che contiene i mutamenti desiderati. Ci sono molti modi per fare ciò sulla mente inconscia.
Innanzitutto, possiamo diventare più consapevoli di noi stessi e fare meno assegnamento sui programmi inconsci automatici. Quando siamo più consapevoli, diventiamo padroni del nostro destino, anziché vittime della nostra programmazione. Questo cammino è simile allo stato di presenza dei buddhisti.
Secondo: l’ipnoterapia clinica affronta direttamente i problemi nello stato ipnagogico.



Inoltre, possiamo usare molte nuove tecniche psico-energetiche che provocano una rapida e profonda riprogrammazione delle credenze inconsce limitanti. Queste sono forme di Superapprendimento che aprono e integrano entrambi gli emisferi del cervello allo stesso tempo, permettendoci di riscrivere i nostri programmi inconsci. Usando questi processi, che dal punto di vista meccanico sono simili allo spingere il pulsante record nel registratore dell’inconscio, siamo in grado di liberarci dalle percezioni limitanti, le credenze e i comportamenti auto-sabotanti. 



Tra le tecniche di lavoro sull’energia psichica, vi sono Psych-K, Holographic Repatterning, EFT (Emotional Freedom Techniques, Tecniche di rilascio emozionale), EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) e Body Talk (Parlare al corpo)



MAB: Poiché costruisco labirinti, so che molte persone sperimentano pace e benessere profondi semplicemente camminando in un labirinto, oltre a un senso di atemporalità, come in uno stato alterato o ipnagogico. Molte guarigioni spontanee sembrano un risultato diretto della camminata nel labirinto, e io stessa ho avuto esperienze di guarigione e di eccezionale benessere. Secondo te, anche questa potrebbe essere una tecnica per riprogrammare l’inconscio?
BL: Credo che qualsiasi processo che espanda la consapevolezza di sé e ci permetta di osservare e interagire con il nostro inconscio apra la porta alla trasformazione. Grazie alla consapevolezza, possiamo attivamente trasformare la nostra vita per colmarla di amore, salute e prosperità. L’uso di queste nuove tecniche di “soprascrittura” fornisce un modo per comunicare con le cellule del tuo corpo ed è un ponte verso la biologia trasformativa e la psicologia.


MAB: È stato meraviglioso. Grazie, Bruce, per aver condiviso le tue intuizioni!
BL: Grazie, mi sono divertito!

Meryl Ann Butler intervista Bruce Lipton
Fonte: http://www.scienzaeco 




STADI di EVOLUZIONE

Questi stadi di “Evoluzione” sono localizzati lungo la colonna vertebrale e il loro nome è Chakra ,ma possiamo anche chiamarli “loto” o “ruote”. Essi costituiscono i centri sottili,ovvero i contenuti di energia vitale che devono essere riattivati.
Citando  A. Avalon –“la descrizione dei Chakra innanzitutto  implica una trattazione di anatomia e fisiologia occidentali dei  sistemi nervosi centrale e simpatico; secondo poi un’analisi della concezione tantrica del sistema nervoso e dei Chakra.(Il tantra è una dottrina attenta,in particolare,al controllo delle energie).
Quindi la correlazione dei due sistemi anatomico e fisiologico ed infine un’analisi esoterica”-.
In relazione allo stadio e lo sviluppo di un essere umano questi centri di energia divengono attivi e agiscono in vario modo.
Farò ora un’esposizione della collocazione fisica dei centri e poi delle energie che essi esprimono:

COCCIGE:       4 vertebre      – ghiandole     Surrenali                = MULADHARA

SACRALE:       5 vertebre      –  ghiandole    Interstiziali           = SWADHISTHANA

LOMBARE :     5 vertebre      -  ghiandole    Pancreas                 =  MANIPURA

DORSALE :    12 vertebre     -   ghiandole    Timo                       = ANAHATA

CERVICALE :  7 vertebre      -   ghiandole    Tiroide                   = VISHUDDI

SOPRACCIGLIA :                      ghiandole   Pituitarie                 = AJNA     
 
CAPO :                                 ghiandole   Pineale      = SAHASRARA O BRAHMARANDA 

Abbiamo quindi tre Chakra collocati al di sotto del diaframma che sono Muladhara, Swadhisthana e Manipura; tre al di sopra del diaframma -Anahata,Vishuddi e Ajna- e uno situato sulla sommità del capo –Sahasrara-che ha la funzione di integrare tutti gli altri.
Su questa divisione possiamo dire che dal punto di vista energetico i primi tre Chakra inferiori,al di sotto del diaframma,riflettono a livello degradato le energie dei tre Chakra superiori,ovvero quelli al di sopra del diaframma. Infatti,analizzandoli uno ad uno e procedendo dal basso verso l’alto vediamo che:

1)    IL MULADHARA             esprime l’energia dell’autoaffermazione.


2) LO SWADHISTHANA    esprime l’energia della creatività sul piano fisico sotto
                                                 forma di istinto di riproduzione.
                
3)   IL MANIPURA               esprime l’ energia dell’amore trasformato in emotività,           
                                           attaccamento,spirito gregario. 

4) L’ANAHATA                   esprime l’energia dell’amore universale.


5) IL VISHUDDI                 esprime l’energia dell’intelligenza creatrice.


6) L’AJNA                            esprime l’energia della volontà spirituale.


7) SAHASRARA                    esprime l’energia dello Spirito,il Jiva.



I tre centri sotto il diaframma governano la forza fisica della forma materiale e la vita psichica dell’ uomo:l’autoaffermazione,l’ istinto di riproduzione, l’emotività e lo spirito gregario. I tre sopra il diaframma concernano la vita intellettuale e spirituale e tutte le attività mediante le quali l’uomo si rivela differente e superiore al regno animale,e in ascesa lungo la scala evolutiva.
Nella maggior parte degli esseri umani i centri più sensibili sono i tre al di sotto del diaframma. Le forze del corpo alimentano la vita sessuale tramite le ghiandole interstiziali e creano il bisogno di lottare e di evolversi attraverso le ghiandole surrenali che stimolano l’istinto di aggressività; governando,infine,la vita istintiva e psichica attraverso il plesso solare.
Man mano che l’evoluzione procede, il Sé diventa più attivo ed è così che, gradualmente,può aumentare l’attività dei centri situati al di sopra del diaframma.
Quando si sveglia il centro del cuore”Anahata”,l’uomo prende coscienza delle sue relazioni egoiche,della responsabilità di gruppo e della vita dell’anima .Con il risveglio del centro della gola ”Vishuddi” si sviluppa il lavoro creativo. Quando si risvegliano i centri della testa, l’uomo diviene cosciente di sé stesso come personalità integrata,come anima e quindi come spirito.
I tre centri – Muladhara,,Anahata e Sahasrara devono giungere alla piena attività e così mescolando l’energia latente nella materia,localizzata nel Muladhara, si trasforma in coscienza dell’ anima nell’ Anahata e poi in coscienza dello Spirito nell’Ajna e nel Sahasrara.
Attraverso questo processo l’essere umano raggiunge la sua realizzazione;l’ insieme Corpo,Anima e Spirito diventa allora attiva espressione di Dio.
Nella pratica delle tecniche atte a sviluppare le energie latenti, i Chakra ricorrono all’ aiuto di una simbologia molto complessa. Vengono rappresentati simboli differenti come le grandi intelligenze degli elementi “ i Devata ”,” le  Shakti “, “ gli Yantra “,le lettere dell’alfabeto sanscrito e l’uso dei “ Bija Mantra “ .
Gli elementi, o meglio, le facoltà delle grandi intelligenze ovvero terra, acqua, fuoco,aria, etere,vengono fatti corrispondere ai Cinque Sensi.
Ricordiamo, come ha scritto G.Tucci nella sua “Storia della filosofia indiana”,che gli elementi non possono essere mai disgiunti in quanto ogni corpo li contiene, di fatto in sé tutti. Infatti un atomo di terra ha la stessa composizione di un atomo d’ acqua ed il perché l’uno appare come terra e l’ altro come acqua non dipende da una diversa composizione bensì da una differente  INTENSITA’  di composizione.
Qui di seguito diamo le corrispondenze:

ELEMENTO MATERIALE            SOTTILE                      SUE PROPRIETA’
                        

Terra                                             Olfatto                               Olfatto

Acqua                                             Gusto                                  Gusto

     Fuoco                                             Forma                                  Forma 
     
Aria                                               Tatto                                   Tatto

Etere                                             Suono                                   Suono   

Continuando l’ elenco dei simboli relativi alla rappresentazione dei Chakra troviamo:

I DEVATA: Brahma, Vishnu, Isha, Sadashiva, Shambu.

LE SHAKTI : Daini, Rakini, Lakini,Shakini, Hakini.

GLI YANTRA :Quadrato,Cerchio,Triangolo,Mezzaluna,Bindu o Punto. 

BIJA MANTRA

Brakmaranda

Sahasrara

Fontanelle


AUM

M
DO

SI
SA

NI
BIANCO

BIANCO


AJNA

IPOFISI PITUITARIA

AUM

I

LA

DHA

BIANCO

VISHUDDI
LARINGE-GOLA

HAM(g)

E

SOL

PA
PORPORA FUMO

ANAHATA
CARDIACO
JAN(g)
A
FA
MA
ARANCIO


MANIPURA
PLESSO SOLARE
RAN(g)
O
MI
GA
BLU LUCENTE
(NUVOLE PIENE DI PIOGGE)
SWADHISTHANA
SACRO
VAN(g)
U
RE
RE
VERMIGLIO


MULADHARA
COCCIGE
LAN(g)
U

DO
SA
ROSSO








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