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YOGA E ARTE

 L'ANNUNCIAZIONE ALCHEMICA DI LEONARDO 
DA VINCI





Sentire significa essere coinvolti. Sentire significa conoscere e sperimentare la vita attraverso gli organi di senso. Ci sono due tipi di organi di senso: gli organi della percezione  (BUDDHINDRYA ) e gli organi dell'azione ( KARMENINDRYA ) .

Gli organi della percezione sensoriale sono: udito, vista,tatto, gusto e olfatto. Gli organi dell'azione  sono: la parola, le mani, i piedi, gli organi di riproduzione e quelli di escrezione. La mente è l'undicesimo organo. E'  definito  un  organo interno e coordina ed elabora l'operatività degli organi di percezione e l'attività di quelli dell'azione.

La mente  è il software del corpo (hardware). Nei primi anni di vita svolge funzioni primarie di apprendimento delle funzioni di autoregolazione dei bisogni fisiologici e delle pulsioni istintive, ma con il tempo la mente empirica individualizzata (manas, il serpente del  paradiso) evolve in memoria di lavoro, a medio e lungo termine (citta), senso dell'io (ahamkara)  e intelletto razionale (buddhi) ed è in grado di contenere, controllare e inibire (l'angelo della Temperanza)  le pulsioni psichiche (Eva) e gli istinti primari (Adamo).

Il Beato Angelico dipinge sulla sinistra  la coppia Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre dall'Angelo della Temperanza  e dispone ai loro piedi tre mele, metafora del  primo processo alchemico di trasformazione del desiderio e della libido sessuale in amore, coscienza e conoscenza dei sentimenti corporei.

La mente (Mercurio)  rimane  un supporto neutro, passivo e privo di intelligenza creativa e coscienza di relazione se non è risvegliato, vivificato e illuminato dalla percezione (Venere), dalla coscienza (Giove) e dall'intelletto (Nettuno) dell'Anima. La vicenda è la stessa descritta nel film in cui  un robot  (Robin Williams)  desidera diventare  un umano e  sostituisce parti del  software con impulsi  elettrici modellati sugli  schemi percettivi, intuitivi e cognitivi modellati delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti corporei. 

Allo stesso modo l'alchimia  rinascimentale immagina di poter risvegliare  la mente tramite l'amore, la bellezza e la conoscenza di Afrodite. Dalla congiunzione di Mercurio e Venere nasce l'Arte  Alchemica di  evolvere  gli organi  sensoriali del corpo nei cinque organi della mente risvegliati  dalle potenze dell'anima.

Sensazione, emozione, vibrazione, preveggenza (opalescenza), chiaroveggenza (luminescenza) sono le potenze naturali dell'anima psichica. Evolvendo nelle 4 funzioni mentali (manas, citta, ahamkara e buddhi)  le potenze dell'anima psichica  diventano le potenze dell'anima razionale in grado di espandere  il proprio sentire nelle sei modalità della percezione mentale: autoavvertimento, propriocezione, introspezione, visualizzazione, immaginazione e contemplazione.

Il processo di trasformazione dell'anima psichica (Eva) in anima razionale  (la Vergine), intellettiva (la Madonna) e infine creativa (la Vergine del Magnificat) avviene attraverso i diversi  sostrati, funzioni e involucri della mente risvegliati, vivificati e illuminati dall' autocoscienza dell'anima (il Bambino interiore), il figlio magico , il bambino d'oro natalizio .

Affinando i poteri della mente di integrare le funzione degli organi sensoriale della percezione e dell'azione  con  l'autocoscienza generata dalle modalità della percezione mentale, scaturisce dal "cuore" (l'immacolata concezione)  il riflesso primario di coscienza  peculiare del ricercatore spirituale. 

Il riflesso di  primario di coscienza (jivatma/ Gesù Bambino ) è autocoscienza priva di qualsiasi determinazione e individua uno stato di consapevolezza di sè nel tempo presente  che evolve attraverso  la memoria, il senso di sè nell'ambiente e nella storia, l'esperienza e la conoscenza empirica.

Questo riflesso di coscienza (autocoscienza), in grado di evolvere in consapevolezza, coscienza e conoscenza di sè, è  chiamato il Conoscitore (il Sè cognitivo) che grazie alla propria natura di puro splendore illumina costantemente l'intelletto che percepisce tutti gli oggetti.

La Vergine prima di generare il Figlio di Dio, riveve  da Gabriele la triplice opera di risveglio, trasmutazione e illuminazione della mente.  Lo Spirito santo non è altro che una espansione delle facoltà della percezione sensoriale, mentale e infine spirituale di  recepire, decodificare e interpretare l'intero spettro delle frequenze di luce, dagli infrarossi agli ultravioletti. 

L'apertura dell'anima alle frequenze di luce  poste agli estremi dello spettro deve essere graduale, seguendo una progressione  che va di pari passo alla capacità della mente di  accogliere  livelli di informazione e di conoscenza sempre  più eterogenei, complessi e sofisticati.


Risvegliando i poteri della mente di mantenere l'equilibrio tra le diverse funzioni cerebrali, di collegare le percezioni sensoriali con  le frequenze di luce e di assimilare  bit di informazione sempre più elevati di frequenza,  l'anima psichica di Eva  evolve nell'anima razionale della Vergine, per sua natura "capace" di accogliere  la Luce del Sole (il Sè universale), "canalizzata" dalla colomba, emblema degli insegnamenti alchemici trasmessi dagli "artisti" attraverso l'etere delle loro opere.




LE TENTAZIONI DI S. ANTONIO (VOUET ) : UN REFRAMING...ARDENTE









    




Nella bellissima Chiesa di S. Lorenzo in Lucina ( Roma ) si può gustare un  interessantissimo quadro del francese Simone Vouet  (1590 / 1649 ) ritrattista alla corte di Francia , che nel suo passaggio romano  rimane folgorato dalla esperienza caravaggesca .











L'opera  narra un episodio della vita di S. Antonio missionario in Medio Oriente , caduto in una "trappola" di Matrix , il solito "piccolo/ego/faraone" , per farlo recedere dalle sue "scelte" spirituali ; infatti  S. Antonio viene ripreso disteso a terra seduto su carboni ardenti davanti ad una bellissima cortigiana discinta e provocatrice , mentre sullo sfondo dietro una porta due emissari del piccolo/ego/faraone lo spiano  pronti a cogliere per dare testimonianza della   sua debolezza !

 Una vera e propria "prova del fuoco" sessuale , che il santo deve subire !

Il santo è semi-sdraiato sui carboni proprio nella fascia fisica che riguarda la vita "istintuale" e passionale , i primi tre chakra ! ( Muladhara , svadisthana , manipura ) . Egli  pratica  " TAPAS" ( = ascesi spirituale ) e quindi sta cercando di controllare il " CALORE " interiore (=Pranayama) servendosi del "FUOCO" esteriore dei carboni accesi sotto di lui ! Si può parlare di  un quadro "omeopatico" , " SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR " . Combattere la malattia con il suo stesso agente patogeno , il FUOCO appunto ! 

Tutta una branca dello Yoga , il Pranayama , Scienza del respiro e del ritmo , si basa su questo controllo ascetico , unitamente agli Yama ed ai Niyama , i divieti ed i precetti , che costituiscono una parte importantissima dello Yoga , troppo spesso sacrificata a vantaggio delle sole regole salutistiche in un Occidente sempre più catturato dalla parte edonistica ed idolatrica del corpo .

Le sacre scritture di Oriente ed Occidente riportano spesso di prove a cui vengono sottoposti gli eroi di turno e quelle del fuoco sono le più ricorrenti. Si pensi a Mosè che viene invitato da Dio ad entrare in un " Roveto Ardente " , ai tre fratelli gettati dal re pagano  in una fornace , salvati dagli angeli ( sattva ) che non permettono  alle fiamme ( rajas ) di raggiungerli e di dis-truggerli , ecc...ecc.... Si trattava di "prove iniziatiche" , di quelle che in Alchimia si chiamano "PASSAGGI DI COTTURA " , per mezzo delle quali i "METALLI" ( gli iniziati appunto ) vengono "raffinati" , "depurati" delle scorie del "vecchio piccolo/ego/ faraone" , al fine di far "emergere" l'"ORO" , il metallo puro , consistente nella "AURIFICAZIONE" dell'adepto e nel suo conseguente trasferimento nell"IO SONO" , l"IO" ESSENZIALE ....DIVINO !

Oggigiorno , molte di queste tecniche , nel quadro de-generativo generale , si sono trasformate in "sports estremi , OFF LIMITS " , come FIRE WALKING , camminata sui carboni ardenti o il JUMPING  , salto nel vuoto appesi per i piedi  ad un elastico ( prova dell'aria) , discese spericolate in canoa sulle rapide dei fiumi ( prova dell'acqua ) , arrampicate ardimentose in montagna ( prova di terra ).....ecc....Al solo fine di provare "ebbrezze" , scariche adrenaliche , e quant'altro , con il deliberato  fine di "liberarsi" del tran-tran di un quotidiano percepito sempre più privo di senso e mortificante con  il desiderio di eroismo ormai  gestito anch'esso dal piccolo/ego/faraone e non certo "frutto" di desiderio di vittoria sulle proprie insane passioni , come nel caso di S. Antonio ! 

Il " FUOCO" ( Prana ) allora prende altre direzioni , diventa ricerca di sensazioni sempre più forti , "brucianti" , come sesso estremo , eccitanti , pornografia , violenza sui più deboli , donne, minori , alcol , ....ecc...ecc.....delineando uno scenario sempre più simile alle città di Sodoma e Gomorra , metafore bibliche delle società "divorate" dalle fiamme delle passioni. Basta girare per le nostre città notturne e vedere le " MOVIDE" , sature di "birrette" e quant'altro. Un vero genocidio è in atto pilotato dal piccolo/ego/faraone , simile a quello che gli americani condussero contro gli indiani mettendo loro in mano le "bottiglie di wisky , gli indiani non si sono più ri-presi....il FUOCO li ha distrutti , sono finiti nelle riserve !

Una cronaca recente riporta  di giovani invitati a passeggiare sui "carboni ardenti" ( fire walking) che si sono ustionati ed in  7/8 sono finiti al pronto soccorso. Ricordano un pò la storia , del non mai troppo letto Pinocchio , che si vede bruciato le estremità e reso impossibilitato alla de-ambulazione. Beh si , aveva "bruciato" i tempi , era andato troppo di corsa , insomma non aveva domato il suo "piccolo/ego/faraone" acceso da troppa "avidità" (aparigraha). Se Prana non viene dominato , finisce per "dominare" e sono "dolori"!

Il Prana in se non è ne buono ne cattivo ma è l"INTENZIONE" di chi lo usa a determinarne la "qualità" sattvica ( luminosa) o tamasica ( perversa ) !
Il Fuoco può presentarsi sattvico e luminoso , pentecostale illuminante o tamasico , diabolico, dis-truttivo , oscurante !

Abramo , su invito del Signore ( IO SONO , IO LUMINOSO....) lascia " UR " città dei Caldei. UR significa appunto " FUOCO" , lascia il fuoco dis-truttivo del piccolo/ego per dirigersi verso il " Fuoco sacro" illuminativo di Dio !
Abramo e Lot ( suo nipote = piccolo/ego inferiore) prendono due " VIE " ( MARGA ) iniziatiche diverse , uno ( Abramo ) sceglie la più difficile quella che lo porta nel deserto , luogo di afflizione per il piccolo/ego che abbisogna di "staus symbol". L'altro ( Lot ) sceglie la via più facile , gli abbagli luciferici delle grandi città , Sodoma e Gomorra. Da Abramo nascerà un popolo "messianico" , ontologico , da Lot invece un popolo "biologico" , nato dalla unione incestuosa con le di lui figlie destinato a perire ; infatti tutto il biologico che non trascende e non si ricollega al VERO SE' Divino è destinato a perire , come avvisa il maestro : < Se non vi convertirete , perirete tutti > .

Perchè dentro di noi vivono "due" popoli a stretto contatto di gomito , quello di Abramo , divino , ontologico e quello di Lot umano , biologico , in eterna lotta fra di loro , accesi da due "fuochi" diversi , uno sacro , il primo , l'altro  profano , il secondo . Quale vincerà ?

S. Antonio ci mostra la strada , perchè il combattimento spirituale avviene nel corpo , sulla pelle , non a caso una certa malattia epidermica si chiama " Fuoco di S. Antonio " ; infatti i fuochi repressi e non integrati si veicolano attraverso il soma dando luogo a dermatosi , psoriasi , eczemi , herpes zoster ,...ecc...ecc....!

Il VERO SE , il CRISTO , dice di se : < Sono venuto a portare il FUOCO...come vorrei che fosse già acceso > e quando questo fuoco non trova nel corpo la sua espressione è fonte di guai , perchè la vita divina non trova espressione , si ritrae , lasciando  il corpo preda dei "fuochi dis-truttivi" delle passioni , non domate !

Si evince l'importanza dello Yoga nell'ambito della educazione corporea , psichica e spirituale sebbene non a tutti sia richiesto lo stesso impegno di S. Antonio , ma certo ognuno ha a che fare con i "propri carboni ardenti" , quindi l'educazione del corpo , dei pensieri , delle emozioni , comporta un "combattimento" dal quale nessuno è escluso ! Le opere d'arte , la loro meditazione e riflessione nella nostra vita non servono tanto a sviluppare uno sdolcinato senso estetico , quanto a produrre un effetto catartico , una "cottura celeste" e quindi una trasformazione alchemica della nostra mente e quindi della nostra persona , da ultimo , la nostra DIVINIZZAZIONE !

Yogacharya Eknathananda














       LA  VOCAZIONE  DI  MATTEO di CARAVAGGIO

                                L’INCONTRO …..CON IL MAESTRO

L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante “

( C.G. Jung )


Il dipinto  insieme ad altri due di equivalenti dimensioni figura nella cappella Contarelli all’interno della bellissima Chiesa di S. Luigi Dei Francesi in Roma .

Le tre tele rappresentano momenti cruciali nella vita di S. Matteo a partire dalla sua “ chiamata “ ( vocazione ) fino al  martirio .
L’anno di esecuzione è il 1599 , ormai la grande stagione delle sicurezze rinascimentali è alle spalle , il Manierismo , seppure dotto e sapienziale , ne ha preso il posto con uno stile celebrativo, appunto di maniera , che comunque percorre strade artisticamente ormai vetuste ed esaurite….!

Scoperta di “nuovi mondi” transoceanici , colonie , contatti con altre culture e popolazioni e quindi idee filosofiche e religiose diverse, fanno vacillare le certezze della vecchia Europa , gettando su di essa numerose “ombre” che insieme alle “luci” inaugureranno una nuova stagione artistica che nel realismo caravaggesco  troverà la sua più grande espressione pittorica   .

Quando un genio si affaccia alla ribalta della storia , l’arte , il pensiero , tutto cambia e il mondo nuovo che ne è generato prende un’altra strada. Fu  così dopo Giotto , dopo Leonardo , dopo Michelangelo e così sarà anche per Caravaggio , ai nostri giorni Bill Gates !

Si tratta di uomini che mutano i “genomi” artistici  , che instaurano “ nuove reti neurali ” (sinapsi ) , il mondo dopo di loro non è più lo stesso !

Infatti sono MAESTRI ! E la caratteristica fondamentale dei MAESTRI è proprio questa : inducono il cambiamento !
L’incontro di un discepolo con il maestro (vero) comporta inevitabilmente una “trasmutazione” ontologica dell’essere, altrimenti è un incontro “fallito”…o il maestro non è un vero maestro o il discepolo non è karmicamente pronto al  cambiamento !

Questo dipinto per la situazione che ci presenta , una “chiamata” ( Vocazione , dal latino vocare = chiamare ) , quella di Matteo appunto , ci offre il destro di chiarire e approfondire il rapporto maestro-discepolo , un rapporto invero molto particolare e alquanto “scolorito” in questi nostri tempi , molto frettolosi , consumistici e perché no ? Abbastanza superficiali ! 

I silenzi astrali delle grandi abbazie , degli ashram , hanno lasciato il posto , molto spesso , a orde rumorose di turisti-spirituali  in fuga da città invivibili e lavori frustranti , in cerca più di emozioni che non di “reali” esperienze frutto di paziente lavoro interiore .

Maestri , Swami , Yogacharya , pullulano a frotte , scuole esoteriche , iniziatiche con i nome più disparati affollano il “mercato dello spirito”……aiutando a “sognare” lo yoga , la religione , figli più dell”ego” che non di Dio , “ figli d’Egitto “ , cioè : dell’ignoranza spirituale ( Avida ).

Il dipinto di Caravaggio ci mette di fronte a queste due realtà : i figli del piccolo/ego/faraone sul lato sinistro e i  figli di Dio sul lato destro , Gesù e S. Pietro !
Non si può capire Gesù , se non si capisce il rapporto tra il Maestro e i suoi discepoli .
Il discepolo va dal maestro in cerca della Verità , va da lui per imparare e la conoscenza del proprio “io interiore” , del “Dio interiore” lo porterà ( il discepolo ) alla “illuminazione” , di conseguenza alla guarigione , alla salvezza…perché il maestro lo aiuterà a far nascere ( arte della maieutica socratica ) la sua dimensione spirituale e ciò produrrà il suo passaggio dai confini limitati del biologico agli orizzonti illimitati dell’ontologico. Questa è l’opera del vero maestro  , la catarsi , la conversione , il cambiamento in mancanza del quale il maestro è semplicemente un “istruttore” , magari tecnicamente anche bravo , ma pur sempre istruttore .

Il rapporto maestro/allievo in  questi casi non si distingue da altri rapporti tipo paziente /psichiatra  , dove il paziente non va a ricercare la verità , ma solo la “salute” ( termine che in latino “salus” significa salvezza ) che però non è mai ingresso in una nuova dimensione di esistenza , ma un ri-adattamento al “mondo” malato ed  illusorio di Maya , cioè ad una società assolutamente malata , come quella che vediamo rappresentata sul lato sinistro del quadro , in cui vediamo una “cricca” affaristica del ‘600 intenta a guardare i soldi sul tavolo .
Matteo era un pubblicano , un collaborazionista dei Romani , potenza dominante , che riscuoteva le tasse per questi ultimi, forse anche con qualche escursione nell’usura. I personaggi sono ripresi ( eccezionali i quadri caravvaggeschi che sembrano quasi dei “ ermo immagine ”  ) come i  “ furbetti di quartierino ” con gli  “occhi fissi “ ( stanno effettuando trataka =concentrazione ) sul denaro contrassegnati da espressioni facciali che sono un vero trattato di fisiognomica. Due sono intenti a contare e nemmeno si accorgono dell’ingresso di Gesù e di Pietro , altri due si accorgono del loro ingresso , ma avvertono in essi solo due intrusi vestiti in abiti bizzarri ; infatti i cinque furbetti vestono abiti del ‘600 , pregevoli , status simbol , diremmo oggi , del loro censo sociale , insomma sono gli abiti del piccolo/ego/faraone vanitoso , manipolatorio , narcisistico , mentre Gesù e Pietro indossano gli abiti dell’eternità , in quanto l’identità la ricevono da chi li indossa , l’ IO SONO , Aham , l’ IO CELESTE , Divino , che non abbisogna di orpelli fascinatori . Abiti che anche Matteo , una volta convertito , indosserà in un altro quadro visibile nella stessa cappella .   I cinque sono seduti , quindi poggiano la loro certezza tutta sul “ muladhara chakra ” , tamasico , privo di spinta spirituale , mentre le loro facce ( non possiamo ancora parlare di volti ) sono “rajasiche” , contrassegnate da insani appetiti materialistici. Sono , “ spiritualmente ” parlando ,  “morti ! Tanto è vero che non si accorgono del maestro che entra accompagnato da una “intensa luce” sattvica….solo uno , Matteo , percepisce la “diversità” di quell’ingresso nella “sua vita “ che ne sarà travolta e sconvolta. Inizia  in quel momento un complesso gioco di “mudra” , di dita , fra gli attori principali , con Gesù che punta l’indice verso Matteo , un gesto che ricorda la mano distesa dell’Adamo michelangiolesco della Cappella Sistina che riceve la vita dal Padre , quella stessa vita che il Figlio ora si appresta a trasmettere al pubblicano Matteo , al fine di “ ri-crearlo” .L’indice di S. Pietro che “conferma” quella chiamata , puntato anche esso verso Matteo , quasi a dire : si , proprio tu sei chiamato……!  Ed infine l’indice di Matteo rivolto verso se stesso , all’altezza di anahata-chakra , accompagnato da uno sguardo interrogativo , come ha dire : ma stai indicando me ? Proprio me ?

Si proprio te , Matteo , sembra dire tutta la scena , la scintilla divina del tuo Dio “ interiore” si è accesa incendiata dal “fuoco” ( tejas = fuoco sacro ) dello Spirito Santo, una scena “trinitaria” dunque in cui sono contestualmente presenti il Padre , il Figlio e lo Spirito Santo !

Matteo , un uomo “incarnito” nelle sue passioni , diventa di colpo un uomo “incarnato”  ; infatti fino a quel momento aveva abitato inconsapevolmente in un corpo , ora abita in un “tempio”, ora inizia per lui la vita eterna , non siederà più a quel tavolo , ma raggiungerà quello del “cenacolo” dove risuonano sacre ed eterne le vibrazioni dell’OM , la Parola Divina.
Fino a quel momento era vissuto ( Matteo )  nei primi tre chakra , Muladhara , Svadisthana , Manipura , i chakra della vita passionale ed istintuale , necessari allo sviluppo dell’ego , ma da anahata in poi inizia il processo di “umanizzazione” ,che passerà attraverso Vishuddi-chakra , Ajina-chakra , fino al suo compimento in Sahashrara-chakra , secondo un processo divinizzante noto nella Scolastica come : Purificatio , Unitio , Contemplatio ( Purificazione , Unione , Contemplazione ) !

Ovvero Samadhi , Estasi………abbandono di ogni “dualità”  !
Matteo si è arreso !! Finalmente !
Eppure tutta la scena rimane incomprensibile agli altri protagonistii ,  presi dal  “mondo” , “cattivi” , che in latino vuol dire “prigionieri” , schiavi , avviluppati nelle maglie neurali della Maya-Circe , che blandisce gli uomini con le sue seduzioni , passioni , piaceri , Ipod , musiche assordanti , discoteche , droghe , sesso , così essa gestisce i “cattivi” , ma quando avviene che “qualcuno” venga “ris-vegliato” allora essa ( Maya-Circe ) si avventa su di lui/lei con tutta la sua forza devastatrice, perché il “cocco di mamma “ finalmente ha deciso di tornare a casa…nella casa del Padre ! Ecco perché i Maestri sono pericolosi , perché ci “liberano” ( Moksa = liberazione ) da questo “mondo” , dal mondo nefando degli ego/faraoni , degli Erodi , dei Neroni , degli Hitler , con le loro manipolazioni , economie, finanze selvaggie , …ecc….ecc…il “mondo” illusorio le tenta tutte pur di trattenerci in esso , di farci ri-adattare con le buone  o con le cattive , come insegna l’episodio omerico della Maga Circe , che prima blandisce con amori e droghe , e poi trasforma gli uomini in “ maiali “. I maestri fanno nascere in noi il “ Virat” , l’Eroe spirituale , che deve affrontare prove e combattimenti , ma soprattutto deve giungere al “fatidico incontro con se stessi”  , proprio quell’incontro che gli altri quattro protagonisti desiderano evitare ; infatti l’incontro con se stessi costringe a scendere nell’inconscio , nella parte in “Ombra” di se stessi , quella parte repressa , relegata in un angolo buio , in cui sono racchiuse tutte le nostre paure , tutte le parti negate nel nostro percorso esistenziale , generando  quella parte che Castaneda chiama  “ bolla di percezione ”. Si diventa discepoli solo quando si è pronti ad esporsi  completamente , a mostrarsi a se stessi nella totalità del proprio essere e si è disposti ad “arrendersi” al maestro, senza questa “arresa” non c’è possibilità di vera “iniziazione” , si tratta solo di giochi spirituali , profumati d’incenso e di sogno !

A Matteo si apre il “terzo occhio” , Ajina-chakra , la vista metafisica e può vedere ciò che altri non vedono, solo il terzo occhio può ri-conoscere un Buddha , un Gesù , ma se non è aperto essi , i Buddha , i Gesù , possono passarci vicino ma restano invisibili ai nostri occhi , lo stesso  Gesù non viene riconosciuto dai suoi contemporanei , che di domandano : < Ma chi è costui , noi lo conosciamo solo come il figlio del falegname >…mostrando così di possedere solamente una vista biologica , ma non certo ontologica !

Ogni uomo nascendo porta con se un “piccolo seme” (samskara) , un “pinoculus” ( Pinocchio ? ) , una ghianda , di materia dura in superficie , ma tenerissima all’interno , una ghianda che il Maestro “schiaccia” , liberando in essa il “ Dio interiore” racchiuso , imprigionato da una corteccia di egoismo , causa di ogni malattia fisica , psichica e spirituale.
E’ in questa condizione esistenziale che viene “pescato” Matteo , immerso in una ragnatela di ombre e di luci esistenziali e caravaggesche  , che riflettono le sue ombre e luci artificiali interiori , dalle quali il Cristo è venuto a liberarlo .
Nel centro della scena , in alto , campeggia una finestra , dalla quale non entra luce alcuna , contrassegnata dalla presenza di una “croce” che si pone come punto di confine , di passaggio pasquale , tra il mondo in ombra a sinistra , quello di Matteo e dei suoi colleghi , e quello in  luce di Cristo e di Pietro a destra.

La croce segna il passaggio da questo “mondo” al Regno di Dio . Non si tratta , di uno strumento sadico di tortura , ma dello strumento salvifico che “inchioda” il piccolo/ego/faraone e tutte le sue passioni , permettendo di fatto la “liberazione” (Moksa) di tutte le energie divine che accompagnano la nascita dell’IO CELESTE ! Svuota ( la croce ) Matteo di tutto l’ inutile ciarpame che lo intasa , per ri-empirlo di Dio . Il discepolo , tramite la Grazia del Maestro , deve rendersi disponibile ad abbandonare tutto , il corpo , l’ego , l’dentità ; infatti   la croce  gli permette di diventare un utero , gravido di Grazia , disponibile ad imparare l’umiltà , perché Dio nasce nell’umiltà, vera frusta per il piccolo/ego/faraone…allora si può sperimentare la “ri-nascita” , la “ri-creazione” di se stessi ; infatti come dice il Maestro : < Il Regno dei cieli è simile ad un granello di senape….> e Matteo , come ogni uomo , lo porta dentro . Noi siamo la potenzialità  di quel Regno,  ma come Matteo è necessario prepararsi a morire ( iniziaticamente parlando ) perché questo è l’unico modo per ri-nascere, questa è la legge esoterica !
Om Shanti
Yogacharya Eknathananda

                    PRATICA  MEDITATIVA


L’opera d’arte , le sculture , i dipinti  in genere , nel passato , soprattutto quelle con soggetti ispirati ad episodi delle Sacre Scritture erano prodotte con il deliberato scopo di produrre nel fruitore una “catechesi” visiva , una meditazione che si poteva trasformare in  preghiera , dal momento che molte di esse ( opere d’arte ) venivano esposte all’interno di edifici sacri, chiese , santuari , templi…ecc….ecc

Il mondo moderno , più dis-incantato , frettoloso  e razionalistico, ormai da tempo si è limitato ad una fruizione “estetica” , allontanandosi dall’istanza “estatica” che le aveva invece promosse, oggi molte di queste opere ormai figurano in musei , gallerie , sottratte quindi di fatto all’ambiente in cui erano nate e vissute e quindi de-contestualizzate , vengono fruite da visitatori , accaldati da lunghe file e costantemente attaccati al mirino delle fotocamera nell’intento di portare via il ricordino di viaggio , concorrono a privare l’opera d’arte del suo effetto maggiore e cioè : la Meditazione e quindi la Catarsi.

La “catarsi” , ovvero il cambiamento interiore , il ris-veglio del Dio interiore , ha bisogno di tempo , di silenzio , di ascolto visivo interiorizzato al fine di produrre quell’elemento “ purificativo ” che produce l’aumento di consapevolezza interiore .

Però se abbiamo serie intenzioni di “ri-qualificare” l’opera d’arte secondo una intenzione estatica e non solo estetica , possiamo munirci di un proiettore , o anche di un a bella foto e nel silenzio della nostra camera iniziare ad osservarla ( l’opera d’arte ) secondo il seguente schema :

-       Mi raccolgo in silenzio seduto su una sedia o su un cuscino in sukkasana o in padmasana per i più evoluti , mi concentro sulla respirazione , abbasso le palpebre e lascio che i ritmi del sangue , del cuore , delle onde cerebrali si chetino .

-       Apro gli occhi ….fisso lo sguardo ( trataka ) sull’opera d’arte , in questo caso “ LA VOCAZIONE DI MATTEO “…….osservo tutti i particolari della scena , i personaggi coinvolti , la storia rappresentata , l’atmosfera …ecc..ecc…in particolare mi soffermo su qualche personaggio che mi attrae più di altri , ri-chiudo gli occhi e ri-formulo il personaggio , la situazione , l’espressione ….lascio dilatarsi ogni particolare , ogni colore , ogni sensazione ad essi collegata, lascio che si instauri un fitto dialogo interiore con la situazione visiva interiore .

-       Quando il processo è abbondantemente avviato , lascio che la scena si animi , che i personaggi e le situazioni inizino a muoversi , come un film…….

-       Ora proietto me stesso/ a all’interno della scena , come se entrassi  nel quadro e sedessi con i personaggi rappresentati ,  li osservo , ne  immagino i discorsi , ne colgo i pensieri  “ avidi ” , figli di Egitto , cioè del nostro piccolo/ego/faraone, ne intuisco i pensieri  : quanti bei soldi abbiamo guadagnato oggi , lo abbiamo spennato ben benino , con la cricca dei banchieri mondiali facciamo crollare la borsa di Tokyo , compriamo le azioni cadute, poi le rimettiamo sul mercato di Francoforte e le facciamo raddoppiare…….se mancano liquidi….mettiamo un po’ di tasse in più…tanto i soldi sappiamo a chi toglierli……aumentiamo la vendita di armi…..facciamo scoppiare qualche conflitto localizzato , così le smerciamo , il Nasdaq…il Mibtel ……inventiamo un linguaggio incomprensibile ……Insomma potete sfrenare la vostra creatività e vedrete che presto imparerete a conoscere i pensieri del piccolo/ego/faraone, come veri veggenti ,  tanto il piccolo/ego/faraone i pensieri buoni non li  sa fare,  ne è incapace , perché è malato !

-       Sola la nascita e la crescita del “ Dio interiore “ porta con se la guarigione. E la Guarigione è rappresentata nel quadro dall’ingresso in scena del Maestro,  fisso lo sguardo ( trataka ) su di LUI , si fa spazio dentro di me un grande silenzio, osservo la sua mano , il suo dito che mi indica, porto il mio indice all’altezza di anahata chakra e domando : ma …hai indicato proprio me ?

-       Mi lascio coinvolgere , mi arrendo , porto al tavolo e faccio sedere tutti i personaggi che “albergano” nella mia “Ombra” e lascio che esprimano le loro passioni , anche quelle inconfessate , anche le più sotterrate , li espongo ( tutti i miei personaggi inconfessati ) alla LUCE del Maestro , li lascio illuminare progressivamente mentre raccontano la loro storia, in una sorte di  “ Rule Playing “……uno psicodramma in cui ciò che ho nascosto a me stesso/a per anni ed intere esistenze viene esposto alla Luce ri-sanante della Grazia.

-       Rimango così , in silenzio , …osservo …ascolto i dialoghi ….poi  mi ritiro dalla scena ….ringrazio il Maestro , pregandolo di tornare a ri-visitarmi ogni volta che mi metterò in meditazione ( Dhyana ) davanti a Lui  rappresentato magari in un’altra opera e con un altro episodio significativo della sua Vita, affinché  operi una “trasmutazione” nella mia , ed infine Lo  ringrazio per averci dato Caravaggio tramite la cui opera possiamo metterci in contatto con Lui  !                

Yogacharya Eknathananda















                                              ARTE E CREATIVITA'



                                   

                                       
Nel mondo esistono due tipi di creatori: uno opera con gli oggetti - un poeta, un pittore opera con gli oggetti, crea qualcosa; l'altro tipo, il mistico, crea se stesso. Non lavora con gli oggetti, opera col soggetto; lavora su di sé, col proprio essere. È il vero creatore, il vero poeta, poiché fa di se stesso un capolavoro.

Ognuno di voi porta in sé un capolavoro nascosto, però voi siete d'intralcio. Spostatevi, e il capolavoro verrà alla luce. Ognuno di voi è un capolavoro, perché Dio non fa nascere altro che questo: per molte vite tutti si portano dentro quel capolavoro nascosto, senza sapere chi sono, eppure tentando in superficie di diventare qualcuno.

Lascia cadere l'idea di diventare qualcuno: sei già un capolavoro, non ti puoi migliorare. Devi solo arrivare a coglierlo, a conoscerlo, a realizzarlo. Dio stesso ti ha creato, non puoi migliorarti!
Osho Ah, This! Chapter 1

Commento:
Il Maestro Zen di questa carta ha imbrigliato l'energia del fuoco ed è in grado di usarla per creare, anziché distruggere. Egli ci invita a riconoscere e a partecipare con lui alla comprensione che appartiene a coloro che hanno padroneggiato i fuochi della passione, senza reprimerli, o permettere loro di diventare distruttivi e perdere di equilibrio. È così integrato che non esiste più alcuna differenza tra chi è all'interno e chi è nel mondo esterno. Offre questo dono di comprensione e di integrazione a tutti coloro che arrivano da lui: il dono della luce creativa che scaturisce dal centro del suo essere.

Il Re di Fuoco ci informa che qualsiasi cosa intraprendiamo in questo momento, con la comprensione che scaturisce dalla maturità, arricchirà le nostre vite e quelle degli altri. Usa tutte le tue capacità, qualsiasi cosa hai appreso dall'esperienza della tua vita: è tempo per te di esprimerti.




LA DEPOSIZIONE DI RAFFAELLO : UN REFRAMING ABORTITO




(Pala Baglioni -Raffaello - Galleria Borghese - Roma -particolare )

Il recente restauro della " pala Baglioni " di Raffaello , conservato alla Galleria Borghese di Roma , mi ha permesso per una serie di circostanze fortunate di "vivere" accanto a questa opera in maniera così  "ravvicinata" , da offrirmi l'opportunità di intense riflessioni legate al tema proposto dall'opera e cioè :  

                   LA DEPOSIZIONE DI CRISTO


Un tema caro alla tradizione pittorica di ogni tempo e sul quale si sono cimentati i "pennelli" più famosi di ogni tempo , come ad es. Rosso Fiorentino , Michelangelo (Pietà) , Caravaggio , ecc...ecc...
L'opera è datata al 1507 e fu commissionata a Raffaello dalla famiglia fiorentina dei Baglioni , da cui il suo titolo . Non è mia intenzione  trattenermi  sugli aspetti tecnici ed artistici dell'opera , la cui trattazione tralascio a esperti e storici dell'arte più esperti del sottoscritto in questo ambito , mentre concentrerò il "FOCUS" , mio e vostro , sul tema centrale che l'opera ci propone , la deposizione.

Partendo proprio dall'etìmo della parola latina , "de-ponere" , "mettere giù" , "mettere via" , " mettere da parte " , "lasciar andare" , perchè è questa l'azione che i personaggi stanno compiendo , dopo aver tolto Cristo dalla croce , si apprestano a de-porlo nella tomba . Nel particolare proposto si possono osservare partendo da destra : Grifonetto Baglioni che trattiene il lenzuolo (personaggio violento e morto prematuramente ucciso e la cui madre per il dolore ha commissionato a Raffaello il dipinto ) , la Maddalena al centro , San Pietro e Giuseppe di Arimatea ( il ricco possidente che ha messo a disposizione la tomba ) che trattengono il lenzuolo all'altro capo , e tra i due Giovanni , il discepolo mistico , che osserva la scena . Non si vedono nel particolare , ma a lato ci sono anche una straziata Maria assistita dalle " pie donne " , tutte in lacrime .

La scena centrale è occupata dal corpo "luminoso" del Cristo che non presenta la "nigredo" de-compositiva di un cadavere comune ( shava = cadavere = morto al "mondo"= libero dalle pastoie della mente egoica inferiore) , intorno al quale si affannano addolorati tutti gli altri personaggi accomunati e straziati dall'identico dolore , un dolore che si estende ancora a distanza di secoli in ogni anima che perde il suo contatto con Cristo , cioè con la propria natura divina ; infatti la perdita , o meglio l'obnubilamento del " Purusha" (Spirito Divino  , psicologicamente indicato come " Vero Sè ") ,  da parte di " prakriti " (materia) a causa di " Avidya" ( ignoranza spirituale ) , rende la natura umana , qui rappresentata dai personaggi addolorati ,  in particolare la Maddalena , priva di " senso " , in-sensata , in quanto privata come la "Sposa smarrita " dello stupendo biblico " Cantico  Dei  Cantici "del suo Signore/Purusha (raccomando  una approfondita ri-lettura di questo testo biblico ) . Il dan Brown del " Codice da Vinci " ha individuato bene nella Maddalena (prima testimone e aralda della Risurrezione ) un personaggio chiave della vicenda terrena del Cristo   , con l'unico difetto di averlo  proposto in una prospettiva profana di relazione  carnale ( determinante ai fini del successo del libro)  , che trasforma la Maddalena nel " graal " fisico del "seme divino" , che troverà accoglienza nel sangue ( sangre real = sangraal = graal) che darà luogo alla stirpe dei Merovingi , ben lungi dal suo significato metafisico .



Non si tratta di un evento "biologico" , ma " ontologico" ; infatti la "gravidanza " è "mistica" , ed il tantrismo orientale aiuta a comprenderla molto bene , al di là di ogni "dogma" , inventato per rendere accessibile per fede ciò che non è spiegabile in termini " fisici " . La natura umana rimane orfana, dis-orientata quando perde il suo "focus" , il suo centro , ovvero la sua origine spirituale ; infatti sostengono i "rishi " ( = saggi ) orientali che : < la materia è lo spirito al suo livello più basso , e lo spirito è la materia al suo livello più alto > . La scissione tra queste due "entità" determina di fatto la "caduta " dallo stesso edenico , stato "unitivo"(advaita = non-duale ) , dove il maschile (yang) e il femminile (yin) non sono scissi . La scissione comporta l'ingresso nello stato di coscienza " duale" ( dvaita ) , uno stato "diabolico , questo significano le " due corna " del diavolo , la natura divina ( purusha ) e quella umana (prakriti) non sono più " UNO " ma "DUE" , in conflitto , insomma la natura umana cade in bocca alla mente egoica inferiore , all'ego personale , perdendo il contatto con l'Io trascendentale .

I personaggi coinvolti nella scena ( a parte Grifonetto ) sono citati nei vangeli canonici , come coloro che accompagnano Gesù Cristo nel sepolcro , portando con se <profumi e balsami per la sepoltura> per cospargerne il corpo del morto . Non sperano nella " Risurrezione" , di cui tante volte aveva loro parlato il maestro in vita . Sono straziati perchè il loro stato di coscienza non è maturato , nonostante tutta la catechesi ricevuta direttamente dal Cristo . Sono "sconfitti " semplicemente perchè sono preda "sottilmente" del loro "ego inferiore" , vedono e piangono non con gli occhi dell'Io Trascendentale , ma con gli occhi di Maya , la grande illusione , che aveva inventato per loro un Cristo "onnipotente " , un Dio invincibile e vittorioso su tutto e su tutti , che avrebbe imposto la sua forza più che la sua debolezza. E quando  quel Cristo è comparso tumefatto al loro sguardo , livido , annichilito nella morte, hanno pensato solo a trovargli una " tomba" e a " imbalsamarlo" con sostanze aromatiche , incenso , mirra...ecc...ecc...

( Pietà di Michelangelo )

                                                           ( Roso Fiorentino - deposizione )

Il loro sguardo era fisso più nel "Muladhara chakra" che non nell' Ajina Chakra, luogo del discernimento (Viveka ) spirituale  , la vista metafisica ancora non era "maturata" in loro , altrimenti non sarebbero rimasti li in lacrime a imbalsamare un corpo che sarebbe risorto . Quegli stessi personaggi di li a tre giorni < avrebbero mutato il loro pianto in gioia > , come aveva loro promesso il maestro durante il commiato dell'Ultima Cena : < Ancora un pò e non mi vedrete , ancora un pò e mi vedrete > . Cosa è successo in quei tre fatidici giorni ? Era successo che quella morte li aveva liberati di tutte le loro " false proiezioni " che avevano effettuato su di Lui ; li aveva "liberati" ( Moksa ) dalla mente egoica e dualista inferiore , riconducendoli all'Unità originaria , ri-unificando il loro maschile e femminile aveva restituito loro la "verginità" iniziale , premessa fondamentale per la nascita e la crescita del Cristo interiore . Lo spirito (purusha) s'incarna in prakriti (Maria) ogni volta che questa risponde "fiat " , cioè allinea la sua volontà umana con quella divina .

                                                    ( Pontormo : Deposizione ) 

Ma Maya , l'illusione egoica , non molla facilmente la sua presa e quindi spinge al dolore , alla dis-perazione , inventa balsami , essenze , incensetti , liturgie , pur di "cristallizzare" il dolore , ottimo alleato di multinazionali delle religioni , dell'industria sanitaria , medica , cosmetica , ecc...ecc....gli Egiziani sono stati i primi a canonizzare e regolamentare il " processo imbalsamatorio " e quelli che sono venuti dopo hanno imparato bene , fino al punto di voler imbalsamare , mummificare , ingessare  il Cristo  , utilizzando sagrestie , conventi , ashram , processioni , medagliucce e quant'altro ...Ma , ma , il Dio interiore non è un Dio che si fa " rinchiudere " facilmente , anzi " RI-SORGE " sempre dalle sue "CENERI " (Vibbhuti ) , perchè è  : < un Dio dei vivi e non dei morti > e di sicuro non abita nei cimiteri , perchè è un Dio che ama sconcertare , non è un tranquillizzante per depressi psichici , con Lui la vita è una avventura , un viaggio che libera la spiritualità dalle pastoie di inutili e svuotati rituali ridotti a mere e stanche cerimonie . Quel Cristo rimarrà nella tomba , mummificato da coscienze anestetizzate da Maya !

Quella sepoltura rappresenta il fallimento della spiritualità , la possibilità di un " REFRAMING " (Rinnovamento) , di un appuntamento per molti mancato , quando non ci si libera dai propri pre-giudizi e modi di pensare errati . Con la nostra vita profumiamo un Cristo vivo e risorto , o imbalsamiamo semplicemente un cadavere ?


( Caravaggio - Deposizione )
 
 

L'ULTIMA CENA : MISTERO EUCARISTICO


Bouts - Pala del Santissimo SacramentoDieric Bouts, artista fiammingo del XV secolo, realizza nel 1464 una bella Pala del Santissimo Sacramento. All’origine della Pala ci fu la Confraternita del Santissimo Sacramento di Lovanio, capoluogo del Brabante, e il controllo fu severissimo. Le tesi catare, e quelle proteste che prenderanno corpo di lì a mezzo secolo con la questione luterana, erano più che mai vive e presenti. Così alcuni teologi si preoccuparono che il buon Bouts realizzasse un’opera veramente cattolica. La Pala è il capolavoro di questo artista il quale, benché poco noto, è una delle perle dell’arte fiamminga di quel secolo. 

Nell’altare del Santissimo Sacramento il pannello centrale raffigura l’Ultima cena del Salvatore, mentre i pannelli laterali narrano le prefigure dell’Eucaristia: L’incontro di Abramo con Melchisedec; La raccolta della manna; Elia nel deserto che mangia un cibo misterioso e la Pasqua ebraica.



Bouts - Ultima Cena
 
 

Ci soffermiamo sul pannello centrale, attratti e quasi ridotti al silenzio dalla solenne compostezza degli apostoli. Comprendiamo immediatamente che non si tratta di una mera riproduzione dell’evento cardine dalla vita del Signore, la pasqua vissuta con i suoi nel cenacolo; capiamo che su questa mensa si sono già depositati secoli e secoli di storia e che gli apostoli ora in-segnano il Mistero a noi, che come i due uomini affacciati allo sportello passavivande della parete retrostante, siamo in attesa di godere di questa grazia.
 

La tavola, considerando l’effetto prospettico, è quadrata. È una tavola già aperta a tutti i popoli, ai quattro punti cardinali; è una tavola che porta con sé il dramma del mistero dell’iniquità. Qui si va sciogliendo, anzi questa tavola è il punto risolutivo di tutte le violenze della storia. Forse per questo c’è una pace immensa sul volto di tutti.

Cristo ci guarda. È l’unico a farlo. Lui del resto è l’unico personaggio metastorico. Gli altri, benché morti nella grazia santificante di Cristo, sono in attesa dell’ultimo giorno, in cui la verità della nostra redenzione sarà evidente, come il lampo che guizza da Oriente ad Occidente. Cristo invece è già vivo ora, la morte non ha avuto alcun potere su lui. Come dice Sant’Agostino egli dà la sua vita ma ha anche il potere di riprendersela, non noi invece.

Noi possiamo solo dare la vita, ma non sappiamo né come, né quando ci sarà restituita. Per questo il Cristo di Bouts, con il suo sguardo acuto, ci assicura che la nostra vita sarà eterna. La sua risurrezione ne è la garanzia. Così, la tavola alla quale siede presenta pochi oggetti, messi in buon ordine, come su un altare. Nelle mani di Gesù, infatti non c’è il pane comune, ma il pane degli angeli, il cibo della vita eterna che la Chiesa addita nell’Eucaristia.
 

Cristo regge un’ostia e la eleva sopra un calice, mostrandola più che ai commensali a noi che, ad ogni Messa, siamo ammessi a questa stessa mensa. Le labbra socchiuse di Cristo sembrano aver appena pronunciato le parole della consacrazione: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; questo è il mio sangue: fate questo in memoria di me».

Sorprende come davanti a Gesù ci sia un piatto vuoto. È un piatto da portata e sappiamo essere quello dell’agnello, perché un analogo piatto compare nel pannello della cena pasquale. Qui è vuoto perché Cristo è il vero agnello pasquale immolato per la nostra salvezza. La pasqua che gli apostoli celebrano è solo la promessa di quella vera che sarà consumata di lì a poco sull’altare della croce.
 

Se Cristo ha in mano l’ostia, e non i pani comuni che stanno davanti agli apostoli, nei calici, poi, il vino è bianco, come prescriveva la norma liturgica di allora (e di oggi) circa il vino da usare nella celebrazione eucaristica. Solo nei primi secoli si celebrava con il vino rosso. Questo cambiamento avvenne, oltre che per questioni di ordine pratico, anche a causa dei miracoli eucaristici e del vino trasformato in sangue: celebrare col vino bianco ovviava a possibili mistificazioni.

Di fronte a Cristo vediamo Giuda. Lo riconosciamo dallo sguardo torvo e dallo sdegno che gli traspare dal volto. Davanti a lui sta un coltello puntato minacciosamente contro il Signore Gesù. Sono solo tre i coltelli della tavola e gli altri due sono davanti agli unici apostoli che vestono abiti fiamminghi.
 
Le forchette non si usavano allora e anche i coltelli erano più un’arma di difesa che posate per la tavola. Il coltello di Giuda, rivolto verso Cristo, annuncia già il suo tradimento e il suo distacco dal disegno di grazia che il Signore stava rivelando. Così anche gli altri coltelli, uno rivolto verso Gesù e l’altro rivolto verso Giuda, sono un riferimento a quanti difendevano o si dissociavamo dall’istituzione del Corpus Domini e dalla sua diffusione in tutta la Chiesa universale. 
 

Di fronte a un tale dipinto gli antichi membri della Confraternita fiamminga del Santissimo Sacramento imparavano le norme liturgiche, capivano come stare davanti al Mistero Eucaristico ed erano invitati a confrontarsi non solo con Giuda, ma anche con gli altri commensali per chiedersi come stavano davanti alla realtà. Ognuno di noi nella vita ha un coltello puntato; ieri come oggi ci chiediamo: «Verso quale direzione punta la lama?». 
 

Nel pannello della Pasqua ebraica il coltello è uno solo ed è quello che il pater familias affonda nel corpo dell’agnello. Sì, Cristo è l’Agnello immolato che ha preso su di sé le lame dei coltelli dell’odio, affinché l’uomo non ferisca e non si ferisca, colpendo soprattutto ciò che non può né conoscere appieno, né giudicare convenientemente mentre vive nelle anguste prospettive di questo mondo.








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