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domenica 14 ottobre 2018

LE FESSURE NEI MURI DI....DIO




Non esiste nulla sulla terra che per quanto perfetto e forte prima o poi non mostri una breccia. Tutto nella vita prima o poi conosce uno squarcio, una crepa, una rottura, un varco, una fenditura, una fessura.

Fenditure sulle rocce delle montagne, tra i ghiacciai perenni, crepe sui muri delle case e sulle strade, crepe sui vasi, squarci sui tessuti, falle e buchi sulle strutture di acciaio e ferro. Accadono spaccature tra amanti, crepe di fiducia tra amici, screpolature sentimentali, incrinature affettive, brecce nelle comunità. Ma solo la nostra paura ci fa vivere nell’inganno ogni fessura e breccia della vita, ce la fa vivere come un fallimento, una sfortuna, una disgrazia. 

E’ vero che ogni fessura rende meno perfetto ciò che dovrebbe essere perfetto ai nostri occhi, ma al tempo stesso ogni fessura e breccia guardata con gli occhi dell’amore è un lasciapassare di luce, sempre. La breccia su un muro rende imperfetto il muro, ma fa vedere oltre il muro luce, strade e mondi. La vera saggezza nasce sempre da qualche breccia di sofferenza e di imperfezione che, se accettata, vissuta e amata come un’occasione per un profondo mutamento interiore, diventa breccia e fessura di nuova luce e serenità. 


La fessura è un punto pregiato di luce e di illuminazione dove l’occhio e la mente spesso vedono solo una crepa e un punto debole. Ogni fessura è uno spiraglio che la vita stessa si concede per concederci vita e luce. (Paolo Spolador...Il Bel Pastore)


A Roma nel bellissimo ed esoterico quartiere Aventino esiste una piazza intitolata ai Cavalieri di Malta e sulla piazza fa bella mostra di se un portone verde su cui si trova quello che i Romani chiamano :


              IL PIU' BEL BUCO  DI ROMA

meta obbligata per ogni turista di passaggio a Roma ; infatti ossevando dal "buco" della serratura si puo' vedere una galleria di verdi virgulti intrecciati in fondo alla quale si incastona come nella cornice di un quadro la stupenda cupola di San Pietro .

Vedendolo da lontano quel buco e' come tanti altri , ma avvicinando l' occhio apre la vista su un panorama mozzafiato .

Quante volte nella nostra vita si verificano situazioni esistenziali che ci spingono a trovare una via di uscita , una fessura , un buco nel muro per uscire da quella situazione asfissiante in cui ci siamo cacciati ?


E' quanto accade al profeta Ezechiele , forse il piu' visionario di tutti i profeti , che si trova all'interna di una citta' satura di ignoranza spirituale (Avidya), lontana dal suo Dio , immersa nell'egoismo (asmita) piu' abissale , il cuore rivolto agli idoli che li spingeva alle pratiche piu' abominevoli . 




Si rivolge , il profeta , disperato al suo Signore chiedendogli cosa deve fare e sentendosi  rispondere e invitare a : 


       PRATICARE UN BUCO NELLE MURA

 e a uscire di notte davanti al re e al popolo portandosi via poche cose di necessita'. 


     《 IO SARO' PER VOI UN SIMBOLO

sono le parole che il profeta rivolge  al popolo davanti al re .

In pratica sta profetizando loro quanto avverra' alla citta' , che si vedra' conquistata da re stranieti e la sua gente deportata .

Non solo il profeta uscendo dalla breccia aperta nel muro vede all'esyerno affrescati sulle mura le immagini degli abomini e dei crimini compiuti in quella citta' dai suoi abitanti .


Di li a poco il re Nabuccodonosor invadera' la citta' e deportera' i suoi abitanti in Babilonia , luogo per antonomasia del disordine (morale) e del peccato .


Quella fessura nel muro , quel vulnus , rimanda all'idea di una ferita , di una delle tante ferite che si aprono spesso nelle nostre esistenze , nei nostri rapporti esistenziali malati , che si nutrono di tenebra (tamas) e di passioni (rajas) , dove Satva (Luce) finisce oscurata , risucchiata in quelli che la Fisica chiama Black Hole , Buchi Neri , che per traslazione possiamo assimilare a quei buchi emotivi che assorbono e consumano tutte le nostre energie fisiche , psichiche nonche' spirituali .


E' una ferita dolorosa quella che il Signore apre nel muro interiore del profeta e come tutte le ferite esistenziali portera' dolore ma insieme al dolore anche una soluzione , una via di uscita , una fessura nel muro di una camera oscura porta dentro un raggio di luce , si presenta anche come uno "spiraglio" di speranza tramite cui traslarsi in una nuova situazione , magari catartica , purificativa , tale sara' la deportazione in massa del popolo d'Israele in quel di Babilonia , al termine della quale quel popolo conoscera' la gioia del ritorno e del perdono . 


Gia' proprio  cosi' del perdono , perche' il perdono e' il vero balsamo cauterizzante di ogni ferita interiore e quel buco produttore di angoscia simpuo' trasformare nel piu'....bel buco di Roma , un cannocchiale puntato sulla luce anziche' sui nostri "lati ombra" lasciati alle spalle come le bolge infernali di Dante , come la citta' del peccato di Ezechiele , che , non dimentichiamolo , e' un profeta , uno che "vede"  e "legge" con gli occhi di Dio, vede dunque e "pre-vede" traducendo in "simboli" i pensieri di Dio preannuncia bli sviluppi drammatici dell'insensato agire degli uomini .


Ecco che significa ascoltare la voce dei profeti e seguirne le indicazioni delle loro azioni simboliche , significa entrare nella grazia e nell'amore (prema) del Signore (Rama) e vedere lenite e trasformate le proprie ferite , vere fessure nell'anima  , in preziose perle ! 






        La lezione dell’ostrica con la perla

Anche dal dolore può venir fuori il bene!
La perla, è un materiale organico di bellezza singolare: è prodotto dall’ostrica. Ma un’ostrica che non è stata ferita non produce perle.


Le perle sono prodotto del dolore; sono il risultato dell’ingresso di una sostanza estranea o indesiderata, all’interno dell’ostrica, come un parassita o un granello di sabbia. Le perle sono ferite guarite.


All’interno del guscio dell’ostrica si trova una sostanza lucida chiamata nacra. Quando un granello di sabbia penetra, le cellule della nacra iniziano a lavorare e coprono il granello di sabbia con più strati, per proteggere il corpo indifeso dell’ostrica. Di conseguenza, si va formando una bella perla.


Un’ostrica che non è stata ferita, in nessun modo produce perle, perché la perla è una ferita cicatrizzata.


Ecco: se hai imparato a convivere con con il dolore, hai prodotto una perla! Hai coperto i tuoi dolori con diversi strati di amore.


Purtroppo sono poche le persone interessate a migliorarsi, a curarsi. La maggior parte impara solo a coltivare risentimenti, lasciando ferite aperte, alimentandole con vari tipi di sentimenti che non ne permettono la guarigione.

Quindi, in pratica, di quanto vediamo in giro, ci sono molte “ostriche vuote”, non perché non sono state ferite, ma perché non hanno saputo perdonare, capire e trasformare il dolore in amore.


Un sorriso, uno sguardo, un gesto, spesso parla più di mille parole.

Dice Gesù:


Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. “(Mt 5, 11-12).

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Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato “(Gv 11,4).


E tu ti ritieni un'ostrica piena o un'ostrica vuota ???