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mercoledì 15 febbraio 2017

YESHUA' : UN GRANDE OFTALMOLOGO

                  Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».

Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa.
E lo rimandò a casa sua dicendo: 

    «Non entrare nemmeno nel villaggio»

Ancora la guarigione di un cieco , ma una guarigione differente dalle altre , nello stile consueto del Maestro ; infatti la singolarita' dei Vangeli e' costituita proprio da questo : Non c'e' un miracolo che somigli ad un'altro , tutti (i miracoli) si presentano con modalita' di tempi ed esecuzione diversi gli uni dagli altri .
In questo specifico Gesu' non prend l'iniziativa per primo , si limita ad "attendere" . Sicuramente ha gia' percepito la "cecita'" del poveretto , ma deesidera che se ne "accorgano" anche e soprattutto i suoi discepoli , vuole renderli partecipi dell'azione , non li vuole spettatori passivi di uno spettacolo eccitante "coram populum" , desidera farli "DESIDERARE" al punto tale che essi glielo conducono davanti , INTERCEDONO per il poveretto e PREGANO il Signore di guarirlo . Una preghiera dunque che nasce dal cuore (Anahata Chakra ) satura di " TAPAS" (Calore Spirituale) che si traduce in una FEDE OPERATIVA ( Shrenagati ) .

Organizzano i discepoli una "processione liturgica" ( conducono il cieco da Gesu' ) e il Maestro allora si "attiva" lo prende per mano e lo conduce "fuori dal Villaggio" dove viveva ; gli spalma la sua saliva sugli occhi e lo invita a guardare . Dapprima il poverino ha una vista "confusa" , vede gente come alberi , ma una seconda passata delle mani sugli occhi li rende definitivamente limpidi , ora l'ex-cieco ci vede chiaramente .

Le sue cecita' interiori ed esteriori sono dissolte , il suo terzo occhio spirituale (Ajina Chakra ) e' definitivamente aperto e puo' prendere ad esercitare "VIVEKA" cioe' il :

            DISCERNIMENTO INTERIORE

Quello che S. Ignazio di Loyola chiamava il :

       DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI

virtu' spirituale cosi' necessaria per chi e' avviato sulla "via" ( sadhana ) del " Cammino Spirituale" , per comprendere cosa ne agevola l'avanzata e cio' che invece la ostacola .
Il racconto si conclude con un invito specifico e perentorio di Gesu' e cioe' :

<<NON ENTRARE NEMMENO NEL VILLAGGIO>>

Albert Einstein ebbe ad affermare che :

<< Un problema non e' risolvibile con gli stessi strumenti all'interno del quale e' nato >>



Vale a dire che Gesu' con la sua intimazione perentoria invita l'ex-cieco a non " tornare piu' " all'interno delle modalita' di pensiero in cui e' nata e cresciuta la sua cecita' ; lo invita a mutare le proprie categorie mentali e di pensiero in cui la sua mente era ingabbiata e prigioniera ; a mutare i suoi abiti mentali , e a indossarne di "nuovi" ; Infatti ( mi rivolgo a quanti abbiano avuto qualche "forte" esperienza interiore di "fotismo" ) chi si sia trovato a sperimentare  tali esperienze di "illuminazioni" che hanno dissolto tante cecita' spirituali , sa che ha "toccato" un'altro mondo , quello che sta oltre il " SAMSARA" , il mondo conflittuale del piccolo se faraonico e tirannico e quando ha fatto tale esperienza che come diceva Dante 

<<Intendere non la po chi non la prova>

 non si contenta piu' di " questo mondo" che diventa appunto come un "villaggio" che gli va stretto ed e' meglio non tornare a frequentarlo piu' , seguendo il consiglio di Gesu' !