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venerdì 29 aprile 2016

LA VERITA' TI FA MALE LO SOOOOO .........



Così recitavano le strofe di una vecchia canzone .....che ben introduce l'argomento del dipinto che ci mostra un Pilato di spalle che indica con la mano alla minacciosa e vociante folla sottostante lo

                                  ECCE HOMO 

un povero uomo malmenato e dolente ridotto appunto “ecce omo” come si usa anche nel linguaggio corrente per indicare un poveraccio , perchè così i Vangeli ci descrivono Gesù appena uscito dalla tortura subita nell'ufficio di Pilato , il potente console romano che la moglie Valeria Procula aveva invitato a non infierire  su quel povero cristo ( è il caso di dirlo ) che tutti vogliono morto . 

Valeria ha avuto una visione onirica notturna , il “Femminile” ancora prima della Maddalena percepisce in “stato di sogno” ( svapnasthana ) un “qualcosa” di diverso in quel debole essere malconcio che ora sosta sul Litostrato (pavimento di marmo)  cercando di “sciogliere” il “durezza" di quel “ Maschile” pagano, militare ,  impegnato solo a conservare la sua poltrona di potere . 

La coscienza di Pilato però “traballa” è oscuramente toccata , fa resistenza ,  mostra le spalle a “ Satya” (Verità) che però indica anacronisticamente  con il dito ; si trova (Pilato)  in “mezzo” a due mondi , quello fisico della folla e quello metafisico del Cristo , due piani di ascolto e di coscienza diversi ; il suo sguardo “fissa” (Trataka)  la “molteplicità” anonima del samasara (mondo della mente egoica) composto dalla folla e dietro c’è il “silenzio” (mauna) mistico dell’uomo di Nazareth ancora più terrificante per quel piccolo ego faraonico impegnato in giochetti ignobili di potere che alla fine trovano solo una soluzione : 

                              LAVARSENE LE MANI !

Il Pilato sospeso tra due “piani” rappresenta simbolicamente  una coscienza ancora non maturata , ma in qualche maniera “toccata” da una intuizione (Valeria Procula il Femminile) che lascerà un segno dentro di lui indelebile perché quando si incontra Satya , la vita non sarà più la stessa di prima !

Pilato come tanti , molti , altri è "polarizzato" su un solo piano di coscienza , quello "materiale" in cui ogni possibilità spirituale è seriamente inibita . Il piccolo "ego" faraonico avverte come pericolo l'avvento del mondo spirituale   al punto tale di inventarsi anche le religioni pur di crearsi delle barriere protettive che gli assicurino una " zona di conforto" pseudo-religiosa infarcita di cerimonie e piccoli riti ben lontani però da una calorosa e tapasica passionalità che coinvolga tutto l'apparato psico-fisico-spirituale . 

E' quella folla fanatica e dogmatica che vuole il Cristo morto perchè attenta pericolosamente alla sua "zona di conforto" . Quando le religioni , tutte le religioni , raggiungono questo acme di Avidya (ignoranza spirituale) diventano religioni de-semantizate , perdono il loro nocciolo spirituale e si trasformano in asfissiante fondamentalismo , perchè perdono il contatto con la :

                                    ESSENZA

con il loro centro , si mummificano , si trasformano in vuoti cerimoniali sabbatici , domenicali , religioni meccanicistiche senza 

                                      TAPAS

"Ardore Spirituale" che contraddistingue l"uomo dei dolori" in piedi , muto davanti a tutti quei "noi" ipocriti che affollano la scena in cui sono attivi solo i piani dei chakra più in basso , quelli istintuali ( Muladhara ; Svadisthana ; Manipura ) traversati da correnti rajo/tamasiche sature di igmoranza spirituale . Solo Satya domina in alto vestita beffardamente di rosso , con una corona di spine in testa , e una canna in mano che funziona da scettro . 

Sembra un "pazzo" quell'uomo in silenzio altro che un Re  agli occhi del "mondo" in effetti lo è (folle) e proprio in questo suo "spogliarsi" di ogni indentità che egli raggiunge il cuore della "iniziazione" , perchè la "Moksa" (Liberazione) consiste nel disfarsi delle maschere che il piccolo se faraonico ha indossato in tutte le sue esistenze !

Om shanti
Eknathananda

                                     MEDITAZIONE

1) Mi siedo comodamente , se non ho difficoltà articolari mi siedo in Loto o Mezzo Loto ( Padmasana o Ardhapadmasana) . Mi interiorizzo osservando semplicemente il respiro nell'addome , nel torace , e nelle clavicole . Se si affacciano pensieri estranei non mi affanno a scacciarli , li osservo semplicemente , andranno via da soli . Rimane solo chi si sente attenzionato , in caso contrario percependo il disinteresse si allontana .

2) Osservo la scena rappresentata dal dipinto  , gli attori in gioco , il Cristo , Pilato , la folla sottostante , i personaggi di contorno , gli arredi , il luogo , la posizione dei corpi , ecc...ecc...lasciando scorrere eventuali  considerazioni che si affaccino stimolate dalla scena in atto . 

3) Mi inserisco nella scena con i miei abiti , come se facessi un "salto" all'indietro nel tempo , anch'io sono inserito nella scena , ma non visto dai presenti . Un muto testimone oculare che vede , ma non è visto .

4) Osservo i personaggi in primo piano , sulla sinistra maschili , un funzionario , forse il segretario di Pilato , anche lui romano , distante dalle beghe religiose di quello "strano" popolo ; i militari con i torturatori che hanno da poco terminato il loro manesco lavoro e ormai in attesa di ri-prendere e portare a termine il lavoro nefasto intrapreso ; poi al centro Lui , il Cristo , mestamente silenzioso e dolorante ; di lato affacciato alla balaustra , concitante e gesticolante un Pilato ansioso di portare a termine quel lavoro "sporco" ; e di lato sulla destra figure muliebri , in primis Valeria Procula , la moglie di Pilato , con lo sguardo perso nel vuoto e traversato da un oscuro presentimento notturno che aveva confidato a Pilato nella speranza di distoglierlo da quell'insano processo di condanna di un "giusto" che non aveva fatto alcunchè di male .

5) Osservo e mi domando : Dove è il mio cuore ? A quale distanza mi trovo dal Cristo con la mia vita ? Sto sul Litostrato (pavimento) con Lui pronto a condividerne la sorte , fino a farmi sbeffeggiare dagli " Anticristi " che formano la folla in basso , vociante , immersa nel samsara infernale delle proprie passioni , dei propri vuoti esistenziali che cercano di riempire con richieste di morte . Anime morte , ipnotizzate , macchine biologiche pilotate dalle "menti" occulte del potere politico e finanziario blindato nei palazzi del potere che si intravedono nella scena rivestiti di marmi bianchi e luminescenti che rivestono anche le sinagoghe di un'altro potere , quello religioso del Sinedrio che ha visto i suoi commerci nel tempio frustati dal piccolo e indifeso uomo di Nazareth , ora li in piedi sul litostrato e subire la violenza di tutti .

6) Dove sono io ? Con l'ottuso funzionario in primo piano con la mano sul fianco a guardare una scena di cui non capisce un'acca ; o con i soldati che hanno oltraggiato quel corpo ,ma non certo affermerò , quando mai l'ho vilipeso quel corpo ? Il corpo del maestro , quando mai ? Sicuro ? Sicuro che non ho mai infierito contro questo corpo che porto addosso , che poi è il suo; infatti Egli è il Verbo , ha fatto tutte le cose ,le visibili e le invisibili , ergo , questo mio corpo il corpo di tutti è il corpo del Verbo che sicuramente in più di una occasione ho oltraggiato con la mia violenza fisica , verbale , mentale , emozionale , in qualche e più di una occasione, si probabilmente qualche posto di caporaletto in quelle fila di soldati me lo sono conquistato , anch'io ho giocato alla "schiaffo del soldato" , contro qualche povero cristo , a casa , in ufficio , o altrove , non ultimo il mio corpo infierendo su di esso con lussuria o gola sfrenata in gozzoviglie alimentari .

7) Dove sono io ? Con quel Pilato che pianifica solo strategie aziendali per garantirsi il suo posto al sole magari a detrimento di altri aventi diritto , pronto a fargli le scarpe per procurarmi "visibilità" ? Con quel Pilato che volentieri evita responsabilità "lavandosi le mani" .
" Nulla saccio , Nulla Viddi , Nulla Feci " nello stile del miglior rappresentante di Cosa Nostra ? Con quel Pilato intimamente pagano che con le spalle rivolte al Cristo indica , per assurdo , con la mano proprio Lui , il Cristo?
In quella scena Pilato sembra assurdamente il suo (di Cristo) principale testimone ? Quella scena nasconde una profezia ; infatti Pilato è un " Gentile" , apparteneva alle "gentes" , i pagani che furono raggiunti per primi dopo gli Ebrei dal Cristianesimo nascente . Pilato presenta proprio le ambasce , i dubbi , le ambivalenze della coscienza pagana che è chiamata ad "aprirsi" a quella presenza silenziosa e nouminosa incombente alle sue spalle !

8) Chi sono io , cosa spartisco con quelle donne presenti sulla sinistra , in particolare Valeria Procula moglie del procuratore romano ? Una presenza trepidante , visionaria , ancora più Sibilla che non matura profetessa ? Cosa condivido con quel femminile che si insinua nel mentale logorroico e razionale del marito come un "virus emozionale" che finisce per logorare le sue certezze , rendendolo inquieto , gesticolante , altalenante tra la folla fondamentalista , inferocita , e quel povero silenzioso uomo malmenato alle sue spalle ? Valeria è già entrata in una fase pre-cristiana perchè "intuisce" che una nuova era bussa alle porte della storia , quella del Cristo !! Solo il Femminile da l'accesso alla meditazione ( Dhyana ) e lo sguardo di Procula già dice dove è il suo cuore ?

                                 CHI SONO IO ?




venerdì 15 aprile 2016

DAL CORPO DI SOFFERENZA AL CORPO AUTENTICO



Tra i tantissimi e molteplici racconti disseminati negli scritti della tradizione vedica orientale e che riguardano vicende e avventure del dio Shiva ne figura uno molto significativo che spiega anche il colore bluastro della sua gola quando apre la bocca ; infatti si narra che durante la lotta tra i Sura (Angeli) e Asura (Demoni) intenti a tirare la corda dalla propria parte per produrre il movimento della "Montagna d'oro", un vero "frollino cosmico" immerso in un oceano di latte così da produrre l'"Amrita" , il "Soma" , il sacro Elisir dell'immortalità .

 Però questa operazione mal-condotta finì per produrre "veleno" , il " kalakuta " , che avrebbe avvelenato tutti , Dei compresi , se non fosse intervenuto provvidamente Shiva che ingoiò tutto il veleno in un sorso . Un bel racconto dunque che ricorda un pò quelle fiabe che finiscono con il famoso  < e vissero tutti felici e contenti> che accompagnava le palpebre dei nostri occhi di bambini verso il sonno ristorante della notte . 


Già , ma come sappiamo bene , tutte le fiabe contengono un significato "nascosto" , che anche in questo caso non manca ; infatti il racconto ci dice che le nostre "frizioni" interiori , i conflitti esistenziali che ci "tirano" come una corda da una parte e dall'altra , che stressano il nostro corpo e la nostra psiche , alla lunga producono "veleni" biologici che attaccano i nostri organi e li squilibrano , e così invece di bere il "soma della vita" , finiamo per bere il veleno, che si travasa poi anche nei nostri rapporti con l'esterno , nelle relazioni sociali , affettive , ecc...ecc...con le conseguenze che si possono facilmente immaginare , guerre familiari , conflitti bellici , inquinamento atmosferico ,psichico, ecc....ecc.. 

In questo contesto va da se che il corpo è il campo di battaglia (Kurushestra) di questo scontro/incontro tra angeli e demoni , tra le nostre parti/luce e le nostre parti/ombra . Shiva in questo ambito diventa quindi il protagonista della risoluzione di questo psicodramma venefico ; infatti egli rappresenta il "ris-veglio" del " Dio interiore " , l'attivazione della parte divina , la sola capace di "immunizzare" il nostro corpo , un vero antidoto  è dunque conservato nella nostra piccola farmacia interiore , ma che per il più rimane inutilizzato , intrappolato , blindato , piombato , nel nostro "corpo di dolore" ( vedi mio blog sull'argomento) . L'eliminazione di questo "veleno" (egoico) permette di raggiungere il 

                        "
CORPO DI AUTENTICITA' "
Tutte le pratiche iniziatiche , sottili , come lo Yoga , le danze sciamaniche , i mantra , i riti sacri correttamente effettuati hanno come meta il raggiungimento di questo " CORPO " , che a tutti gli effetti può essere assimilato ad una "Risurrezione" , un " passaggio " ( pasquale ) da un corpo "addormentato" a un " corpo ris-vegliato".Lo Yogin che si prepara alla meditazione con il pranayama e le asana , sta compiendo in effetti una danza sciamanica di risveglio energetico ; infatti passa da una asana (forma/rupa) ad un'altra rappresentando così una metamorfosi non solo fisica ma anche pschica e spirituale , risvegliando ora l'energia della Tigre ( viagrasana) ; ora quella del Leone (simbhasana) ; ora quella dell'Aquila ( garudasana) ; ora quella della Scimmia ( hanumasana) ...ecc..ecc...; queste energie così risvegliate salgono in superficie , sulla pelle , e si manifestano utilizzando il prana accumulato nella concentrazione e procurando quindi una trasformazione del corpo "plumbeo" di dolore rivestito di maschere egoiche ,  in un corpo "cristallino" di autenticità , espressione sacra del Vero Se cristico .






Molto importante in questo lavoro di "raffinazione" è l'affiancamento di tecniche di "visualizzazione" creativa . Creare immagini "forti" , come fiumi irruenti carichi di energia , di rapide , oppure onde di oceani che si sollevano , o il volo alto di Condor, Aquile , o fonti cristalline che zampillano combinandosi con il canto degli uccelli in una cornice di campi dorati e carezzati da vivificanti venti primaverili . Immagini che si esprimono nel movimento delle nostre asana che così prendono vita come la statua femminile di Pigmalione , il re che si innamorò perdutamente della statua che aveva scolpito al punto tale di farla vivere , muovere , davanti a se , innamorata del suo re creatore , come la materia (prakriti) è innamorata del suo creatore (purusha) . 
Un corpo "vivo" è ben altra cosa che un corpo "addormentato"!

I veleni si trasformano in virtù , le pietre grezze in pietre luminescenti , quarzi , ametiste , smeraldi , diamanti , ecc...ecc...; l'aggressività della tigre e del leone  si trasforma in "coraggio" ; la rapacità dell'Aquila in generosità sacrificale ; la pesantezza in leggerezza e agilità della scimmia (hanuman);ecc...ecc.....: tutto questo significa incontrare e danzare con gli archetipi ( vedi mio blog su tale argomento) con le loro energie sopite magari nel nostro "lato ombra" pronte a manifestarsi come veleno ; p.es.  "Bujangasana" (cobra) suggerito dal nostro "lato ombra" non purificato porta in superficie una energia velenosa e niente affatto illuminante .

Questo è il "lavoro iniziatico" , una "transustanziazione" dei nostri veleni in virtù , opera che deve nascere dal nostro "centro divino" , dal nostro "asse" cosmico ri-trovato (Merudanda) , Vero Se al centro del nostro "pranayama" , soffio divino , che anima le nostre asana con il "tapas" (calore mistico) e con la nostra devozione ( bhakti) ad Ishvara ( Dio interiore ) che si è ri-svegliato in noi !






Yogacharya Ekanathananda  

sabato 9 aprile 2016

QUANDO LO STOMACO NON.....RIESCE A " MANDARLA GIU ' "

Già nel ‘500, il medico naturalista e filosofo Paracelso  paragonava lo stomaco a un laboratorio alchemico: il processo alchemico, detto “Grande Opera”, si proponeva di trarre dagli elementi grezzi della natura la “quintessenza”; tale operazione iniziava con la purificazione da parte del fuoco, che liberava gli elementi grezzi dalla loro sostanza fondamentale. Così fa lo stomaco, che “brucia” il cibo e lo trasforma in elementi essenziali.

Nella pratica dello Yoga tutta l'area addominale ( viscere , plesso solare , epigastrio, esofago , stomaco , fegato , cistifellea , pancreas , milza , intestino tenue e crasso, colon , retto ,ecc..) ricopre un ruolo rilevante nell'ambito della ingestione del cibo e della sua "lavorazione" . Conseguentemente molti Asana ( Pashimottanasana ; Pavamuktanasana ; Sethubandasana ; Uddyanabandha; Nauli ; ecc...) e Pranayama ( Kapalabathi ; Agni Zara ; Bastrika ; ecc...ecc)  sono indirizzati alla stimolazione dei chakra collocati in questa area e degli organi con essi correlati .


Lo stomaco è luogo e strumento di trasformazione anche in molti miti antichi e moderni, in cui l’eroe viene inghiottito da un mostro e rimane nel suo stomaco fino a quando viene restituito al mondo, trasformato.



È quanto accade nel mito biblico di Giona ma anche nella storia di Pinocchio, dove l’essere inghiottito dalla balena è il passaggio-chiave che gli consente di ritrovare il padre e tornare nel mondo per trasformarsi in bambino.



Cioè dalla materia grezza diviene essenza vitale. Lo stomaco si lega così anche a tutti i miti di “discesa agli inferi” (da Ulisse nell’Odissea a Dante nella Divina Commedia), in cui il “ritorno al mondo” è il frutto di un cambiamento interiore che consente una nuova visione del mondo. Una cavità profonda in cui si discende sembra dunque il passaggio obbligato perché si possa verificare una vera trasformazione, un “passaggio di maturità”.  

Lo stomaco quindi si fa carico simbolicamente di tutto ciò che riguarda il nutrimento, come gli affetti, i legami e le emozioni che ci alimentano.

Vediamo infatti, tra l’altro, come il cibo non è mai separato dal contesto in cui viene assunto, caricandosi di significati legati al contesto in cui viene consumato. Ad esempio sappiamo bene come un pasto possa divenire indigesto se consumato insieme a persone sgradevoli o in un’atmosfera di tensione. Gli alimenti veicolano nel nostro stomaco le emozioni e i sentimenti a cui sono associati.


È quindi importante comprendere che, se si ammala lo stomaco, ciò non dipende certo solo dal tipo di cibo ingerito, magari perché ne siamo intolleranti, ma dal cibo simbolico, ovvero al nutrimento emotivo e affettivo. Pertanto, se è bene valutare quali cibi ci risultano indigesti o pesanti, sarà bene anche valutare attentamente di quali emozioni, persone, relazioni è bene liberarsi.


I disturbi dello stomaco (gastriti, ulcere, ecc..) infatti, segnalano l’abitudine e inghiottire anche le cose che non vanno, come se lo stomaco fosse costretto ad una lenta digestione della rabbia.













Già di per sé la nutrizione è caratterizzata da un simbolismo ben preciso, perché nei cibi che l’uomo preferisce o rifiuta già si riconoscono molte motivazioni che precipiteranno nella patologia. cose (dimmi come mangi e ti dirò chi sei!) . La fame stessa se eccessiva è simbolo del voler avere, del voler introdurre, ed è espressione di una certa bramosia, come nel caso dell’ingordigia per le cose dolci in chi ha fame d’amore, o in quei bambini con carenze affettive i cui genitori rimediano a questa carenza riempiendoli di dolciumi, se gli si muove una critica essi diranno che per i loro figli “fanno tutto”. Ma “fare tutto” e “amare” non sono certo la stessa cosa. Nutrirsi vuol dire anche porsi in relazione affettiva con la persona che ci dà da mangiare, e in primo luogo con la figura materna, che nell’esperienza di ogni uomo è stata la prima figura a dare nutrimento.



Nei problemi di appetito eccessivo e sregolato, ad esempio, si possono ritrovare i disagi di colui che tende alla dipendenza affettiva. Ma non solo: lo stomaco e il tubo digerente si caricano anche di altri significati. 

Ogni volta che ognuno di noi mangia si metterà in rapporto con la funzione alimentare, intesa come processo fondamentale attraverso il quale ogni essere vivente fa sue parti del mondo esterno per poterle trasformare e utilizzare allo scopo di costruire le proprie strutture e mantenere le funzioni vitali.



Le numerose metafore, infatti, utilizzate nel linguaggio comune, sottolineano in modo inequivocabile questi concetti e spiegano perfettamente i legami connessi tra funzione gastrica, il mondo dei pensieri e delle emozioni: “Avere qualcosa o qualcuno sullo stomaco”, “Quante ne ho mandate giù”,  “Il solo pensarci mi dà la nausea”, “Non posso proprio digerirlo”, “Non riesco a mandarlo giù”, “Questa cosa mi è rimasta sullo stomaco”. 

Tutti modi di dire che identificano un contenuto che non riusciamo a metabolizzare dentro di noi, ad accogliere, sia esso un legame, un vissuto, un’emozione.

Vediamo che però lo stomaco ha una funzione anche nell’ambito di chi si carica eccessivamente di cose da fare,non sa stare fermo con sé stesso, dato che la produzione di succhi gastrici aumenta al momento in cui vi è una iperattività del sistema nervoso autonomo. Ad esempio la carica continua potrebbe portare a una continua produzione di succhi gastrici nello stomaco, che sono per loro natura di tipo aggressivo.


Se una persona non riesce ad esprimere o a vincere consapevolmente la propria aggressività, ed è costretta ad “inghiottire bocconi amari”, allora lo stomaco potrebbe farsi portavoce di questo vissuto attraverso, ad esempio, gastrite, reflusso, acidità di stomaco. In questo caso il malato di stomaco o non esprime affatto la propria aggressività (inghiotte tutto) o mostra un’aggressività esagerata: entrambi gli estremi sono disfunzionali perché indicano una mancata elaborazione di vissuti.



I problemi di stomaco riguardano quindi, spesso, situazioni che non sono state digerite (indigestione) di idee alimenti o situazioni che rifiutiamo (vomito) situazioni che troviamo ingiuste che fanno male (dolori) o che ci mandano in collera (bruciori. gastrite) una grossa preoccupazione o una ingiustizia o anche una colpa commessa che rimane sullo stomaco, che non si scioglie e che scava è l’ulcera. 

Se le strategie utilizzate per uscire da questa realtà “indigesta” non trova soluzioni, l’apparato viscerale si assume l’onere di esprimere il rifiuto che non si riconosce a livello cosciente: ecco che un divampante fuoco può segnalare un disagio esistenziale. In questo modo lo stomaco mette in atto la sua protesta come può, riversando contro l’ambiente ostile la sua aggressività incontrollabile.

Che tipologia di personalità ha dunque il sofferente di stomaco? Si può ravvisare o una marcata tendenza alla dipendenza, quindi un mancato riconoscimento ed elaborazione dei propri bisogno di attaccarsi morbosamente a qualcuno o a una situazione, un bisogno che spesso viene sublimato in disturbi alimentari come le abbuffate compulsive e l’obesità. 

Si può inoltre avere questi disturbi in soggetti tendenti alla chiusura in sé stessi, ovvero persone che tendono a non mostrarsi autenticamente per quello che sono, che indossano maschere sociali e che quindi spesso sono costretti ad ingoiare i bocconi amari per il quieto vivere o per mancanza di coraggio a dire di no ed esprimersi autenticamente. Ancora, possiamo ravvisare i disturbi di stomaco nei soggetti che tendono vivere di corsa, stressandosi e dando luogo a una iperproduzione di succhi gastrici che aggredisce le pareti dello stomaco.
In tutti questi disagi l’emozione che la fa da padrona è l’aggressività: essa infatti scaturisce proprio dal fatto che, essendo costretti a ingoiare bocconi amari, alla lunga ci carichiamo di rabbia verso quelle situazioni che siamo costretti a buttare giù a forza, o che non sappiamo controllare o  dalle quali non siamo in grado di liberarci.

Quindi cosa deve fare il sofferente  di stomaco per guarire ? Di certo non basta un antiacido o una pillola , uno di quei pompieri bianchi che innaffiano litri di imbibente sulle pareti dello stomaco come ci mostra la pubblicità delle multinazionali del farmaco che hanno nello stomaco uno dei migliori clienti . Il sofferente  di stomaco deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente i conflitti e a digerire consapevolmente le proprie emozioni e sensazioni.



Il "bruciore" a livello della fisiologia sottile dello Yoga segnala un accumulo in eccesso di Prana nel Manipura Chakra , il centro energetico che soprassiede alla supervisione di tutte le operazioni biologiche dell'area interessata , in questo caso lo stomaco , area in cui la fa da padrone secondo l'Ayurveda il " Dosha PITTA " , il dosha che regola il " fuoco digestivo" , che in difetto procura una digestione "lenta" e in eccesso invece un "bruciore" che può trasformarsi in un vero e proprio incendio , una "pirosi" gastrica capace di trasformarsi in gastrite e in ulcera vera propria quando viene attaccato il tessuto epiteliale . 

Ovviamente in presenza di queste forme incendiarie di pirosi gastrica è consigliabile non effettuare tipi di Pranayama ( respirazioni) troppo intensivi e prolungati come p.es. : Agni Zara ; Bastrika ; Kapalabathi , ecc .
O Asana che sollecitino eccessivamente la secrezione gastrica come : Sarvangasana , Sirsana , Viparitacaranimudra e posizioni invertite in genere .

Le fiamme vengono alimentate dal "vento" , quindi è consigliabile ricorrere a respirazioni e cicli respiratori molto prolungati , come p.es : Sitcali Pranayama che facilitano la produzione dell'elemento acqua che , come è noto , spegne gli incendi .

Chi soffre di bruciori di stomaco, oltre a segnalare una forma di aggressività più o meno latente, può avere una sensazione di costrizione a fare qualcosa contro la sua volontà, non si sente libero di essere com’è, sta vivendo una situazione in cui si sente invaso, o vuole tenere completamente tutto sotto controllo e, non essendo in grado di farlo, si sente stressato. In questo modo la tensione crea rabbia, quest’ultima  bloccata e trattenuta  dentro “esplode” all’ interno dello stomaco bruciandolo: sintomo di un’emozione inespressa che ribolle e demolisce internamente.

Il tempo che viviamo così eccitato , sopra le righe , frenetico, attivista , convulso , superautomatizzato e tecnologico , esprime una energia decisamente " YANG", Maschile , aggressiva , che ha coinvolto , ahimè , anche il " Femminile" nei ruoli un tempo di pertinenza solo maschile , riducendo al minimo lo " YIN " , energia femminile , così necessaria all'equilibrio psico-somatico.
Insomma c'è troppo FUOCO e poca ACQUA , e in mancanza di questa , si sa , il fuoco arde , infiamma , secca , desertifica, comprime il DNA , il respiro è sempre più affannato come quello di Mosè , un primo storico caso di " Burnout " ante litteram e che lo conduce nel deserto alla guida di greggi , pecore , capre animali , perchè tale diventa la vita , animale , se dedicata al solo raggiungimento di mète puramente materiali , di potere politico , economico aziendale o di semplice arrivistico management aziendale . Il termine ebraico " Satan " ( Satana) trova la sua traduzione nel termine " DIVORATORE " ; infatti (Satan) divora le energie interiori maschili e femminili , le brucia . Anoressia e Bulimia nei tempi antichi li chiamavano sicuramente " DEMONI " , che si alimentano nella gola (Vishuddi chakra ) e incendiano lo stomaco .

 In questo contesto il Femminile viene ridotto solo a una parossistica rappresentazione di marionette , pilotate dalla mente egoica di un " IO " narcistico inflattivo . In queste condizioni per il Femminile , poetico , ricettivo , notturno , silente , depositario dei segreti spirituali più sublimi , non c'è più posto , come la Madonna della notte natalizia , per lo Yin non c'è più posto negli alberghi del cuore , non c'è più posto per la " SHEKINA' " (Volto Femminile di Dio ) da gustare nel giorno di " Shabat" (sabato)  ;  lo Spirito (Purusha) non può più dimorare nel cuore ( Anahata chakra)  e questo organo si "indurisce" come quello del Faraone che non voleva liberare gli schiavi e aumentano a ritmo vertiginoso infarti e ictus . Il fuoco non è più " TEJAS " ovvero " FUOCO SACRO " , Fuoco Celeste , Pentecostale , illuminante , no , è " Fuoco Infero" , fuoco che distrugge , che incenerisce , a partire dal centro del Corpo , lo stomaco , appunto !


È necessario quindi esternare questi vissuti inespressi , magari con l'aiuto di una figura di supporto "tecnico" : di certo non basta sfogare la rabbia prendendo a calci un secchio della spazzatura per strada: questo espediente è ben poco liberatorio se non si comprende da dove questa rabbia scaturisce. Solo rendendosi conto da dove e perché arriva, allora la rabbia potrà essere canalizzata in modo più costruttivo e consapevole, in una sorta i sublimazione cosciente.


Mudra utilizzabile per diminuire il Fuoco nello stomaco