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giovedì 26 novembre 2015

ZC : ZONA DI CONFORTO...I PROBLEMI DELLA POLARIZZAZIONE


Un noto racconto evangelico narra la storia di un ricco possidente che decide di ritirarsi dalla vita lavorativa , 
< mette tutti i suoi ave.ri in due silos ....>

dicono le scritture e si prepara a godersi il suo "tesoretto" , ma il Signore lo mette in guardia con parole dure 

         < stolto questa notte stessa ti sarà chiesta la vita

e allora cosa gli serviranno tutte quelle ricchezze è la domanda ovvia . Ineccepibile , non ci fa una grinza ; infatti 

<cosa ti servirà tutto l'oro del mondo se avrai perso l'anima ?>

domanda sempre il maestro in un'altro racconto al tapino che pensa di risolvere ogni problema semplicemente accumulando ricchezze su ricchezze .

La dimensione "dvaita" , dualistica , nella quale siamo chiamati a vivere impone inevitabilmente la polarizzazione o su un polo o sull'altro e ciò produce di fatto una segmentazione interiore che costringe a polarizzarsi su un polo piuttosto che su un altro , a rimanere comunque diviso in se e la divisione produce scontentezza , rabbia , tristezza , paura , tutte quelle tossine che inquinano l'anima e catapultano nel samsara .

Il ricco possidente preda del proprio piccolo ego empirico si era creato quella che gli psicologi chiamano " ZC " , ovvero :

                                 "ZONA di CONFORTO

in cui tutti i nostri piccolo ego empirici trovano un sicuro riparo esistenziale sottraendosi alle cattive sorprese , rassicurati da tranquillo tran tran quotidiano magari noioso ma lontano da indesiderati terremoti esistenziali .


Smantellare questa "zona" è l'impegno di ogni serio psicologo che si trova sdraiate sul lettino tante "macchine biologiche" che funzionano a forza di "ego" dualista e dualizzante . E' in questa zona che si trova il giovane "ricco" che incontra Gesù e gli chiede quale sia la "via" (marga) della perfezione , si sente rispondere laconicamente :

         < Va vendi tutto quello che , lascia tutto e seguimi >

Sappiamo tutti (almeno spero) come andò a finire ; il giovane girò le spalle e se ne andò via . Ma a portarlo via non fu una decisione sua , ma del suo piccolo/ego empirico , che egli (il giovane) non vedeva ma da cui era tenuto incatenato nella "ZC".

Era "polarizzato" nella ricchezza e il suo piccolo faraone ci si trovava bene , gratificato .
I maestri (charya) sono quelli che ti espellono dalla "ZC" a differenza dei semplici istruttori che , standoci anche loro , si limitano a farti accettare la tua condizione che se anche un pò spiacevole , in fondo è più rassicurante di un viaggio fuori dalla "zc" .

Mosè deve combattere aspre lotte con gli ebrei che non volevano lasciare la terra del faraone dove dopo tutto un piatto di lenticchie lo si mangiava .

Il libro biblico dell'esodo racconta proprie le drammatiche lotte sostenute per lasciare il luogo della schiavitù che però per molti era diventato una "ZC" .

Accadde : Mulla Nasrudin si recò in visita ad un amico che era in procinto di morire e giunge quando il sacerdote stava parlando con lui . IL sacerdote conforta il moriente dicendogli che dopo tutto sta per lasciare "questa valle di lacrime" , al che il moribondo risponde : 

             < Si , è vero padre , ma ci si piangeva così bene

Un mio caro amico , serio psicologo , Marco , mi racconta che molti quando arrivano nei pressi del proprio ego  e devono cominciare a formulare l'idea di staccarsi , scompaiono , non si fanno più vedere , magari soffrono , ma preferiscono tenersi il tirannico faraone ; dopo tutto li un piatto rassicurante di lenticchie mediatiche lo trovano ! 
In fondo a ben vedere il meccanismo egoico è ben rodato al punto tale di cucirsi addosso , anche vestiti multicolori come l'abito di Arlecchino nel cui etimo tedesco è nascosta la parola "inferno" ( Hell ) , maschera infernale , come infernali sono tutte le maschere che l'ego empirico si costruisce al fine deliberato di garantirsi la sopravvivenza , non ultima quella di falso e farisaico sacerdote di religioni e mitemi raccogliticci.

In fondo , a ben vedere , l'esistenza di un libro come la Bibbia , la dobbiamo ad invito rivolto dal Signore ad Abramo rivolgendosi al quale gli ingiunge il seguente comando :

<< Abramo va , esci dalla tua terra , lascia la tua famiglia e i tuoi genitori , verso una terra che io ti indicherò ...>

Abramo ascoltò ed eseguì , abbandono la " ZC " e uscì , quello che è successo dopo lo sappiamo tutti o meglio quasi tutti ,ma Abramo non era un giuggiolone , anticipò Ulisse di molti millenni !

Un'altro caso clamoroso di abbandono dell ZC è quello del racconto evangelico meglio noto come :

                      Parabola del Figliol Prodigo

Ma la voce che ascolta non è quella del Signore ( IO SONO - Manas superiore..Buddhi ) ma quella più prosaica del piccolo se egoico che lo spinge a lasciare la casa attratto dai "bagliori" luciferici dei paesi dei balocchi e delle loro movide . Lascerà una zona di conforto per entrare in una " zona di sconforto " in cui troverà solo disperazione e miseria  . Gli rimarrà abbastanza saggezza per ri-tornare nella ZC paterna , ma non sarà più un giuggiolone !






I

sabato 21 novembre 2015

L' U'OMO INTERIORE IN FONDO ALLA MINIERA ...FIGLIO DI TAPAS




Fare Tapas è uno dei passaggi fondamentali dei cinque precetti (niyama)  secondo l’Astangha Yoga di Patanjali. Questa pratica non può mancare nel bagaglio disciplinare di uno  Yogi impegnato nel cammino spirituale (sadhana). Il Tapas svolge una doppia funzione ; infatti da un lato concorre a delimitare passioni o appettiti sfrenati del corpo , della mente e a stemperare gli eccessivi attaccamenti ; dall’altro favorisce l’accumulo di energia spirituale , come possiamo leggere nei Vangeli quando il maestro Jeshua rivolgendosi ai suoi discepoli dice loro :


<< Accumulate tesori in cielo , dove non possono arrivare la rugine e la tignola che corrodono tutti beni materiali >>

Il Tapas rende inattaccabili , immuni all’attacco di agenti corrosivi come ira , invidia , gola , lussuria , egoismo, avarizia , accidia ,  smanie di possesso ,di potere , vanagloria , ecc…ecc…insomma a tutti quei veleni interiori che alimentano il nostro piccolo se empirico e che nella tradizione alchemica  ( Yoga Occidentale ) vengono chiamati “Acidi “ proprio perché hanno la capacità di corrodere come l’acido appunto.

L’opposizione a questi acidi sviluppa ovviamente “ATTRITO”, quindi conseguentemente “CALORE” , termine che traduce la parola sanscrita come “ ARDORE “ , ardore spirituale e più è forte la resistenza più è forte il calore che si sprigiona  fino ad accendere un fuoco , il fuoco dello Spirito meglio noto come :

                FUOCO SACRO
In sanscrito
                      TEJAS

Il fuoco , come noto , ha proprietà catartiche ; infatti è un agente “trasformante” , i Fabbri , che gli antichi chiamavano “Maestri del Fuoco “ i servivano dl fuoco per “lavorare” i metalli , “creare” leghe , “togliere” le impurità ossidate , “forgiare” armi , ecc…ecc….insomma esercitavano una vera e propria “ ARTE “ . Il fabbro per antonomasia è il Dio  Vulcano che fabbricava armi nella sua “officina” posta nelle viscere del vulcano Etna .



Lo Yogi impegnato nel Tapas può dunque essere assimilato a un maestro del  fuoco (prana) , che “soffia” (pranayama) sul mantice (bastrika) per aumentare la fiamma che lo aiuta a trasformare la sua rapacità in generosità ( Garuda Pranayama) ; la sua passionalità egoica in generoso altruismo ; la sua aggressività in coraggio : la sua pigrizia in karma yoga ; il suo eros egoico e possessivo in amore tenero , appassionato e altruistico , in grado dunque di accendere un grande falò in cui tutti questi metalli fusi e disintossicati dalla ruggine e dalla tignola  si amalgamano in un essere nuovo , 

                    l’UOMO INTERIORE , l’IO SONO 

depurato della coltre plumbea dell’ignoranza spirituale (avidya).

Le tentazioni in questo processo sono quanto mai importanti perché concorrono a produrre il fuoco necessario , che sarà tanto più grande quanto più grande sarà la resistenza .  L’Uomo Interiore , il Figlio dell’Uomo , nasce , come nel mito dell’Araba Fenice , dalle ceneri karmiche del vecchio Adamo biblico ; infatti solo così il :
                                    
             << Il chicco che muore porta frutto >> (Jeshua)



E per farlo morire occorre abbrustolirlo bene con il pranayama del Tapas !
                                  
       SOLVE ET COAGULA

“ Dissolvi “ e “ Ricondensa “ è la formula alchemica che indica il processo della
                                               TRASMUTAZIONE

Ovvero il “ passaggio “ da uno stadio all’altro non solo della “materia “ ma anche e soprattutto della “coscienza” , della “consapevolezza” . 
Tra l'esecuzione di un asana e l'altro , bisognerebbe sempre effettuare 
                       SHAVASANA " , " CADAVERE "

per meglio sottolineare questo processo "dissolutivo" e "ricompositivo" , di "morte" e "risurrezione .

Già agli albori dello Yoga i primi “rishi” (saggi spirituali) erano coscienti della “impermanenza” degli aggregati materiali e della mente coinvolti entrambi in un continuo cangiamento di soluzione e dissoluzione , di sintesi e antitesi e quindi di nuova sintesi e nuova antitesi , un processo peraltro alla base del buddhismo stesso e della sua teoria degli aggregati . 

Un processo peraltro riportato in evidenza dalla  teoria della Fisica Quantistica , che postula essere la materia il risultato di “ONDE” che si trasformano in “PARTICELLE” per tornare poi a diventare di nuovo “ONDE” , per cui da una sorta di “ ZUPPA QUANTICA “ costituita da onde , alcune si staccano , si condensano , alchenicamente si “COAGULANO” per tornare poi di nuovo nella loro zuppa originario in cui si dissolvono “SOLVE”.

Il corpo dunque si trova ad essere una “associazione momentanea” di particelle che si sono accumulate attorno ad un “BOSONE di HIGGS “ ( = Punto di aggregazione della materia ) , un aggregato di atomi , “quanti” , “fotoni” , “tachioni” ,…ecc…ecc…condensati dal “VERBO” , OM , secondo la credenza dei rishi , degli uomini spirituali . Ogni creazione materiale avviene dunque mediante la traduzione di un archetipo mediatore . 

Gli asana , impropriamente tradotti con la parola “posizione” , invero sono archetipi , mediatori che rendono manifesta l’ “idea” platonica ( mondo delle idee) che li presiede e li anima  Gli asana sono “porte” , “stargate” , di comunicazione tra il visibile e l’invisibile , che permettono l’aggancio dello Spirito alla Materia , Purusha a Prakriti .

Passare da un asana ad un altro è un processo continuo di "Solve et Coagula“ che determina un passaggio ad ottave superiori evolutive fino a giungere all’ORO potabile , Surya , il sole interiore , l’IO SONO dell’uomo/donna realizzato/a !
  


lunedì 16 novembre 2015

IL PRANA DI NERONE E QUELLO DI JESHUA





Quando il prana "brucia" non controllato dal "sattva" (luce) nei piani più bassi (primi tre chakra,muladhara, svadhistana manipura) esso (prana) risucchiato nella spirale inflattiva di una personalità super-narcisistica , genera facilmente un archetipo "tirannico" .La storia è super affollata di tale genia di personaggi ed  è  innegabile che Nerone ricopra indubbiamente un ruolo di comprimario tra i vari , Nabuccodonosor  , Hitler  , ecc...ecc.... Numerosi soni crimini e misfatti efferati che contrassegnano la vita di Nerone :  uxoricidio della moglie Poppea , accoppata con un calcio nel ventre mentre era in dolce attesa ; matricidio della invadente madre Agrippina ; e , dulcis in fundo , l'incendio di Roma , che invero e per doveroso amor di cronaca fu limitato alla sola aerea della Suburra , uno dei quartieri più degradati e malfamati del tempo riconducibile all'attuale quartiere Monti alle falde della Stazione Termini .


Il personaggio Nerone , il piromane Nerone , impauriva non poco la psiche di noi bambini che prendevamo sonno con le filastrocche delle nonne infarcite di " uomini neri " che portavano via i bambini rinnovando nel profondo ataviche paure di saraceni , < lo  nero periglio che vien dal mare > li chiamava Brancaleone interpretato da un gustosissimo Gassman , che sbarcavano alla marina di Ripa Grande a Roma sul fiume Tevere annunciati dallo scampanio dei campanili inducendo la gente a scappare via di corsa . Una paura che è ritornata ai nostri giorni con altri "uomini neri" che sgozzano davanti alle telecamere i " cani infedeli" . Dunque < nulla di nuovo sotto il sole > .



I cattivi della storia rimangono , chissà perchè , più impressi nella memoria che non i buoni . I buoni non fanno notizia , i cattivi invece riempiono cronache e telegiornali  , il male fa più effetto , stupisce e Nerone sicuramente ha stupito per la sua protervia .

Sicuramente gli psicologi e psichiatri hanno molto da dire su questa controversa personalità che indubbiamente si è formata nell'ambito di conglomerato familiare in cui ha svettato una madre invasiva e ossessionata da desideri inesausti di potere per impadronirsi del trono imperiale .
Nerone l'ha subita e non certo con piacere al punto di farla fuori al tramonto della sua vicenda imperiale .

Nerone un bambino represso e frustrato si è trasformato in un "piromane" . Nei suo muladhara in cui dovrebbe fiorire l'archetipo della Grande Madre protettiva , si è sviluppato l'opposto , una strega invasiva e onnidivorante assetata di potere , Agrippina , un vero incendio energetico .
Nel suo svadhisthana , centro dell'acqua e quindi delle emozioni, l'archetipo dell'amante influenzato dalle fiamme del muladhara si è trasformato in una sessualità infantile e narcisistica di cui subirà conseguenze nefaste la moglie Poppea ; il suo manipura ( centro del fuoco) in cui si doveva sviluppare l'archetipo del guerriero difensore e direttivo ha generato un aguzzino piromane .




Nerone nutriva ambizioni artistiche , amava poetare , cantare con la cetra , ma di questa sua attività non è rimasta traccia evidentemente tanto mediocre doveva essere .

Chissà se invece da bambino Nerone fosse stato incentivato a sviluppare le sue tendenze creative in un ambito diverso , magari giocoso che avesse coordinato le inevitabili espressioni narcisistiche di ogni personalità in formazione ?

Forse la storia di poi avrebbe avuto un'altro itinerario , ma queste sono solo ipotesi che nessuno potrà mai confermare , di sicuro Nerone era un disturbato come tutti quelli in cui il proprio ego , junghianamente parlando , si è innescato in una spirale "inflattiva" degenerando nella tirannia , Hitler potrebbe essere secoli dopo una sua reincarnazione .


Si può dire che l'elemento "FUOCO" caratterizza molti personaggi distruttivi , desiderosi di realizzare una "catarsi" depurativa dei mali che affliggono il proprio tempo . Non oso immaginare cosa potrebbe fare Nerone nelle città del nostro tempo , nelle loro degradate periferie con strade e campagne letteralmente invase dai rifiuti , vere discariche all'aperto e la Suburra , il cui nome è significativo SUB=URBE  , SOTTO=LA CITTA' , era sicuramente in queste condizioni e qualche volta chissà a quanti di noi è scappata l'idea , rimasta tale , di dare fuoco per ri-cominciare , ma fortunatamente ci si arresta li , Nerone invece a dato fuoco e si è messo pure a cantare davanti al suo spettacolo al punto di affermare narcisisticamente  al momento della sua morte   :

                               << Qualis Artifex Pereo >>         

                              << Quale artista muore >>

Quel prana , tanto , che lo riempiva ha bruciato tutto ,invece di prendere una via "creativa" , ha preso una via "distruttiva". La morte violenta che infligge  al suo  "femminile" rappresentato dalla madre e dalla moglie sintetizza il "nocciolo" malato della sua personalità egoica e anaffettiva .

Il bambino ferito che si portava dentro ha colpito per suturare il suo dolore . " L'Argento vivo " doveva trasformarsi in oro (personalità matura dell'IO SONO )  , dopo essere stato purificato con il fuoco  , ma cosi' non è stato ahimè !

Un'altro grande personaggio della storia , agli antipodi di Nerone , Jeshua , si è presentato alla ribalta della storia con un annuncio che sulle prime poteva sembrare terrificante ; infatti afferma perentoriamente :




<< Sono venuto a portare il FUOCO sulla terra , e come vorrei che fosse già acceso ! >> (Luca 12,49-53)

Jeshua con queste parole l'urgenza della sua missione , quella di incendiare il "mondo" , ma non si trattava , e i fatti poi lo hanno dimostrato , di un "fuoco" distruttore come quello di Nerone , un fuoco rajo/tamasico passionale alimentato dal mantice ( Bastrika) delle passioni ; quello di Jeshua è "TEJAS" ( Fuoco Sacro )  , ben altro fuoco , un fuoco "sattvico" , luminoso , pentecostale , il fuoco dello Spirito Santo , fuoco che illumina , se volete , anche fuoco che "distrugge" , ma di ben altra distruzione si tratta ; infatti si tratta della definitiva distruzione della "personalità egoica" , narcisistica , quella che caratterizza i Nerone , i Faraoni , gli Hitler della storia , portatori di un "prana" che ha incendiato le coscienze , le ha fatte bruciare , le ha corrotte .




Il Prana di Jeshua è un prana pentecostale , ri-sanatore , venuto per "distruggere" il "mondo egoico" e per instaurare 

                       << Nuovi cieli  e nuove terre >>

nelle anime e nelle coscienze . La Suburra è un quartiere annidato nella coscienza dell'uomo/donna de-caduto/a , un quartiere che ospita vizi e passioni di ogni genere e che rendono impossibile e senza luce (sattva) ogni esistenza , Jeshua è venuto per "bruciare" quel quartiere malato , per metterne in salvo i suoi abitanti , per salvare i cristiani ingiustamente accusati invece da Nerone !



mercoledì 11 novembre 2015

QUANDO IL PRANA NON BRUCIA.........

Nel libro del profeta Daniele troviamo la storia di un re (Nabucodonosor) uno dei tanti re e faraoni biblici che tentano invano di imporre il loro "riti" e usanze religiose agli appartenenti ad altre tradizioni religiose cercando di blandirli con la promessa di di particolari favori e privilegi per procurare la loro apostasia e poi avendo fallito nell'intento ricorrono alle maniere "forti" , alle minacce , alle torture , come nel caso dei tre giovani del racconto che accettano finanche di morire per di rimanere fedeli al loro Dio .

Nabuccodonosr e i tiranni come lui non è altri che la maschera del solito piccolo ego empirico che si mette di traverso sulla strada dell'evoluzione spirituale , guai se non ci fosse ; infatti verrebbe a mancare l'ostacolo , lo stimolo a percorrere la "via" (marga) della conoscenza (Jnana) ; a sviluppare la "volontà" (icchà) ; a intraprendere l'azione (karma/kriya)  liberante (dall'ego).

I racconti biblici , le fiabe , i racconti iniziatici non lo dicono , per ovvi motivi , ma dietro ai tiranni , alle streghe , ai cattivi , si nasconde la figura "sacerdotale" che deve procurare la "ri-nascita" dell'iniziato che deve sottostare alle "prove" cui è sottoposto . Le prove sono la premessa di ogni percorso "evolutivo" . Vedi la storia del cavaliere Arjuna costretto ad affrontare una battaglia ( mahabarata ) .

I tre giovani non si arrendono dapprima alle blandizie  ne tanto meno poi alle minacce e alla fine si vedono gettati in una fornace dove il "fuoco" ( Prana ) la fa da protagonista . Azaria e i suoi amici sono figure paradigmatiche dei giovani di ogni tempo che attraversano quel delicato periodo della vita in cui si va alla scoperta del mondo ,un periodo affascinante ma non certo privo di ostacoli subdoli . 

Si affaccia la sessualità , gli ormoni , si sperimentano i sensi , si lascia alle spalle lo stato "edenico" della infanzia , si esce dal "paradiso" , si perde l'innocenza e la storia personale comincia a tinteggiarsi alla ricerca di emozioni sempre più forti un pò come nel racconto collodiano del burattino di legno meglio noto come Pinocchio , << la storia di uno come noi >> con cui inizia il racconto .



Il "fuoco" dei sensi , si sa , incendia e non solo i più giovani , ma anche quelli che lo sono meno, con conseguenze facilmente immaginabili , alcolismo , droga , famiglie sfasciate , furti , assassini, ecc...incentivati da un "fuoco" distruttore alimentato dagli scherani di Nabuccodonosr , con l'aiuto dei media che soffiano sul falò con trasmissioni trash e film che incitano alla violenza e alla lussuria sfrenata .



Eh si , nel calderone rovente di giovani bruciati dal prana infero ce ne sono molti , preda di una sindrome oggi chiamata " BURNOUT " , " BRUCIATO DENTRO " ; infatti l'episodio biblico mostra il tentativo perverso di "bruciare dentro" i tre giovani , di farli allontanare dal loro "centro" costituito da quel Dio a cui invece non intendono ri-nunciare . E questa testardaggine sarà ripagata con l'invio da parte di Dio di un angelo "SATTVA" (LUCE) che li immunizza dalle fiamme avvolgendoli in una sorta di "amianto" spirituale e salvandoli così dalla distruzione del corpo in primis e dell'anima in secundis .

<< Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; [17] sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. [18] Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto»


Queste sono le parole testuali dei tre rivolte al tiranno . Non vogliono diventare "idolatri" cioè responsabili di un culto rivolto a una " statua d'oro ". Oggi tutto questo forse può suscitare un sorriso , ma il discorso cambia se si sostituisce quella statua con altri idoli tanto di moda ai nostri giorni che vedono i nomi dei santi ( quelli che hanno resistito al prana infero ) cancellati dai nostri calendari e sostituiti p.es. con le date di nascita dei divi canori , televisivi , cinematografici e la parola "divo" viene dal latino "divus" , Dio , con cui si chiamavano gli imperatori ( Divo Cesare , Divo Augusto , ecc) . Idoli identificabili con oggetti come auto , moto , lusso esteriore .....ecc


Le vite diventano così "spericolate" , maleducate , alla Steeve McQueen , come vuole una ben nota canzone di Vasco Rossi , vite che spesso finiscono in calderoni bollenti e purtroppo non c'è nessun angelo a soccorrerle , perchè nel cuore non c'è più nessun Dio cui rivolgersi e pregare !

Basta osservare le foto di qualche "Rave " scatenato, i volti stravolti e il "calderone" nel quale ardono .

Questo dei tre giovani è vero "TAPAS" ( pratica ascetica) ; infatti appena mettono in "khumbaka" l'ego/nabuccodonosor (tamo/rajas guna ) , compare subito l'angelo (sattvaguna).....e sono guai seri per Nabuccodonosor !


La preghiera sotto è quella levata dai tre giovani al Signore , una preghiera sattvica , che nasce dal cuore :

                                 Preghiera di Azaria
«Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri; degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre. Tu sei giusto in tutto ciò che hai fatto; tutte le tue opere sono vere, rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi. Giusto è stato il tuo giudizio per quanto hai fatto ricadere su di noi e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme. Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati, poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. 

Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti, non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.........
La preghiera prosegue e potete leggerla sul libro di Daniele . La frase chiave è da rintracciare in quel :

   << Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti >>

E come se chi pratica lo Yoga non osservasse gli Yama
e i Niyama , e conducesse una vita con regole contrarie.
Questo comportamento in "chiave" iniziatica è considerato come "contr-iniziazione" , cioè utilizzo delle proprie "siddhi" (poteri psichici) in senso contrario e contro il " Dharma" ( Legge Divina ) . 
Il risultato inevitabile è la 

                         " Distruzione del Tempio

e ciò sappiamo cosa significa , cioè :

                         " Distruzione del Corpo "

e siccome il corpo rappresenta il microcosmo del macrocosmo e a quest'ultimo collegato , consegue che quanto in esso (microcosmo) avviene si ripercuote nel macrocosmo .

Quando a Sodoma e Gomorra le coscienze presero a "bruciare" combuste dal "fuoco" (prana) delle loro passioni e dei loro vizi incontrollati , la "contro-iniziazione" produsse l'ira del " Dharma" , che distrusse entrambe le città e i suoi abitanti risparmiando solo un "giusto" e la sua famiglia :




                             
                                           ABRAMO

La fine di Sodoma e Gomorra identifica anche la fine di un ciclo (Pralaya) e secondo la tradizione vedica i cicli terminali di uno " Yuga " (Era Cosmica) la fine avviene una volta con l'Acqua e la volta seguente con il Fuoco alternandosi a vicenda .
Ora il ciclo terminato con l'acqua è stato quello di Noè , il prossimo evidentemente sarà con il Fuoco , e considerando che il pianeta Terra va sempre più riscaldandosi ......chi ha orecchie per intendere intenda .

Il fuoco delle guerre sempre più alimentato dagli egoismi e dall'avidità ; il fuoco delle coscienze dei giovani incendiati da media violenti e pornografici ; figli che assassinano genitori , genitori che assassinano figli ; il male che prende il posto del bene ; giustizia asservita al male ; banche che strozzano popoli ed intere comunità ;ecc....ecc.....beh sembra proprio che la legna per accendere la "pira" non manchi e tutto questo fuoco dilagante all'interno dell'uomo/donna è inevitabile che si riversi sul pianeta . I veleni biologici e chimici non sono frutto solo delle fabbriche dissennate , ma hanno la loro sorgente più profonda nell'anima !



<< Non ciò che viene dall'esterno inquina l'uomo/donna ...ma ciò che viene dal suo cuore

dice significativamente Jeshuà , e chi può dargli torto ?



lunedì 9 novembre 2015

SO HAM : MA IO CHI SONO VERAMENTE ?




Il primo filosofo a condurre un'esposizione sistematica dell'Advaita fu Gaudapada, che fu Parama-Gura (precettore del precettore) di Sri Sankara. Un discepolo di Gaudapada era Govinda, il quale fu precettore di Sankara. A Gaudapada si deve l'insegnamento fondamentale dell'Advaita Vedanta nel celebre Mandukya Karika.

Ma fu Sankara a esprimere la perfetta forma finale della filosofia Advaita e a perfezionarla fin nei dettagli. Chi si avvicini con attenzione ai commenti di Sankara alle Upanisad principali, al Brahama Sutra e alla Bhagavad Gita, arriverà a comprendere con chiarezza il contenuto della filosofia Non-duale. 

L'insegnamento di Sankara si può riassumere in un solo verso:"Brahma Satyam Jagan Mithya Jivo Brahmaiva Na Aparah" Solo il Brahman Assoluto è reale; questo mondo è irreale; e il Jiva o anima individuale non è differente dal Brahman. Questa è la quintessenza della sua filosofia.

L'Advaita insegnato da Sri Sankara è un rigoroso, assoluto monismo [non-duale]. Secondo Sri Sankara, qualsiasi cosa è, è Brahman. Brahman in Sé è assolutamente omogeneo. Tutte le differenziazioni e la pluralità sono illusori.

          Brahman - L'Uno Senza Secondo

L'Atman (essenza individuale consapevole) è auto-evidente(Svatah-siddha) e non può essere dimostrato con prove estranee. Non è possibile negare l'Atman, poiché sarebbe la stessa essenza individuale a negarlo. L'Atman è la base di ogni tipo di conoscenza, inferenza e deduzione. Questo Sé è all'interno, all'esterno, prima, dopo, ad ogni lato.

Brahman non è un oggetto, poiché è Adrishya (oltre il visibile), è ciò di cui le Upanisad dichiarano : "Neti, Neti" - non questo, non questo, non quello. Non significa però che Brahman sia un concetto negativo, un'astrazione metafisica o una non-entità, o un vuoto. Non è "altro". E' la totale pienezza, infinito, senza mutamento, auto-esistente, perfetto in sé, auto-consapevole e perfetta beatitudine. Esso è Svarupa (essenza), l'essenza del conoscitore. E' il Veggente (Drashta), il Trascendente (Turiya) e il Testimone Silenzioso (Sakshi).

Il Brahman Supremo indicato da Sankara è impersonale, Nirguna (privo di Guna o attributi), Niraka (senza forma), Nirvisesha (senza caratteristiche), immutabile, eterno e Akarta (non-agente). E' situato oltre i bisogni e i desideri. E' sempre il Soggetto Testimone. Non può mai divenire oggetto poiché è al di là della portata dei sensi. 


Brahman è non-dualità, Uno senza secondo, poiché non vi è altri all'infuori di Esso. Ciò distrugge qualsiasi differenza, esterna o interna. Brahman non può essere descritto, poiché una descrizione implica differenziazione e Brahman non può essere distinto da altro. In Brahman non si hanno sostanze o attributi: Sat-Cit-Ananda (assoluta Esistenza, assoluta Consapevolezza, assoluta Beatitudine) costituiscono la reale essenza o Svarupa di Brahman, e non i suoi attributi.

Il Brahman Nirguna è totalmente impersonale. La forma di divinità personale o Brahman Saguna (con Guna o attributi) si manifesta soltanto attraverso l'associazione con Maya. Saguna e Nirguna non sono però due Brahman, ma lo stesso Nirguna appare come Saguna per la devozione dei fedeli. Si tratta della stessa Realtà osservata da due punti di vista: Nirguna Brahman è il Brahman Supremo, dal punto di vista trascendente (Paramarthika); Saguna Brahman è il Brahman non-supremo, ovvero dal punto di vista del relativo (Vyavaharika).

           Il mondo - Una Realtà Relativa


Secondo Sankara, il mondo non è una mera illusione. Il mondo è relativamente reale(Vyavaharika Satta), mentre il Brahman è assolutamente reale (Paramarthika Satta). Il mondo è il prodotto di Maya o Avidya (ignoranza). L'immutabile Brahman appare come il mondo mutevole attraverso l'incanto di Maya. Maya è il misterioso e indescrivibile potere di Dio che nasconde e manifesta se stesso come irreale. 


Maya non è reale, poiché svanisce quando si realizza la conoscenza dell'Eterno, dunque è irreale perché il suo potere perdura soltanto fino al sorgere della Consapevolezza. Dunque la sovrapposizione del mondo al Brahman è dovuta all'Avidya o ignoranza metafisica.

      Natura del Jiva e significato di Moksa

(Natura dell'anima individuale e significato della liberazione)
Per Sankara, il Jiva, o anima individuale, è reale solo in senso relativo. La sua individualità dura soltanto per quanto è soggetta alle Upadhi o condizioni limitanti dovute all'Avidya (ignoranza). Il Jiva identifica se stesso col corpo, la mente e i sensi finché è illuso dall'Avidya o ignoranza. Esso pensa, agisce e gode in relazione all'Avidya. In realtà esso non è differente dal Brahman o Assoluto.

Le Upanisad dichiarano enfaticamente "Tat Tvam Asi" Tu sei Quello. Come la schiuma dell'onda diventa tutt'uno con l'oceano quando si dissolve, come lo spazio all'interno di un vaso diventa tutt'uno con con lo spazio universale quando il vaso si spezza, così il Jiva o sé empirico diviene uno con Brahman quando si perviene a conoscere Brahman. 

Quando la Consapevolezza sorge nell'individuo, attraverso l'annichilimento dell'Avidya, questi è libero dalla propria individualità e dalla finitudine e realizza la propria essenza come Satcitananda (Essere Coscienza Beatitudine). Si dissolve l'individualità nell'oceano delle Beatitudine, come un fiume che ha raggiunto l'oceano. 

La liberazione dal Samsara (ciclo di nascita e morte) significa, secondo Sankara, la totale dissoluzione dell'anima individuale nel Brahman, per dismissione delle nozioni erronee sulla separazione del sé dal Brahman. Secondo Sankara, Karma (azione rituale) e Bhakti (devozione) sono strumentali a Jnana (conoscenza) che è Moksa (liberazione).

  Vivarta Vada o Teoria della Sovrapposizione


Per Sankara questo mondo è solo relativamente reale (Vyavaharika Satta). Questa affermazione si avvale della teoria Vivarta-Vada, o teoria della apparenza o sovrapposizione (Adhyasa). Come un serpente è visto erroneamente al posto di una corda nella penombra, questo mondo e questo corpo sono sovrapposti al Brahman o Supremo Sé. Se si riesce a riconoscere la corda, l'illusione del serpente svanisce. Allo stesso modo, se si realizza la conoscenza del Brahman Imperituro, l'illusione del corpo e del mondo scompare. 

Secondo la teoria Vivarta-Vada, la causa produce l'effetto senza che vi sia un vero cambiamento in sé. Il serpente è solo un'apparenza sovrapposta alla corda. La corda non è stata affatto modificata in serpente. Brahman è eterno e immutabile, dunque non può modificare la sua natura come mondo. Brahman diviene causa del mondo attraversi Maya, il Suo imperscrutabile potere o Sakti. 

Quando si giunge a riconoscere che, ove si credeva ci fosse un serpente, c'è solo una corda, ogni timore svanisce. Così, quando si realizza l'eterno e immutabile Brahman, non si è più affetti dai fenomeni, dai nomi e dalle forme di questo mondo. Colui che ha distrutto l'Avidya o il velo dell'ignoranza con la conoscenza dell'Eterno, che ha rimosso Mithya Jnana o falsa conoscenza con la conoscenza realizzata dell'Imperituro o della Realtà vivente, risplende di verità, purezza, divino splendore e gloria.

sabato 7 novembre 2015

LA VRITTI DEL POVERO LAZZARO

In un villaggio a pochi chilometri da Gerusalemme vivono tre fratelli , Lazzaro , Marta e Maria che i racconti evangelici renderanno famosi per la loro amicizia con il maestro Yeshuà , meglio noto come Gesù ; infatti il maestro era molto legato a loro e più volte si trova a soggiornare nella loro casa . Marta è il modello della persona sempre affaccendata , attiva , rajasica yogicamente parlando ; mentre Maria è decisamente più sattvica , meditativa , contemplativa , e finiranno entrambe per rappresentare la "vita attiva" ( karma yoga ) , Marta , e la vita contemplativa (kriya yoga ) , Maria , mentre Lazzaro , il più taciturno dei tre , anche perchè deve fare la parte per cui passerà alla storia , cioè quella del :

                                           morto !

E il morto , si sa , è decisamente silenzioso .

Gesù li amava questi tre fratelli al punto tale che in questa famiglia giocherà la sua carta più forte e cioè la :

                                 Risurrezione di Lazzaro

Eppure amandolo molto Gesù aspetterà tre giorni prima di correre piangente davanti alla tomba in cui era stato depositato da tre quattro giorni . Anzi i suoi discepoli dovranno insistere molto per farlo decidere ad accorrere . Ho scritto già un blog su questo argomento e quindi vi rimando alla sua lettura semmai siate interessati all'episodio . In questa sede per ò mi interessa approfondire e trattenermi su un aspetto che nell'altro (blog) non ho trattato e cioè la :

                                               VRITTI

in cui Lazzaro molto evidentemente era caduto prigioniero !
La parola sanscrita "vritti" viene tradotta sbrigativamente come : 

                   modificazione della coscienza (citta )

La parola anche se non impropria necessita però di un allargamento avvicinandosi più concettualmente all'idea di uno "stato di coscienza" alterato prodotto dalla variazione delle onde cerebrali in seguito a emozioni e sentimenti caricati di energia (prana) . Avviene in pratica che i nostri pensieri sotto l'effetto di cariche emozionali o affettive o sentimentali producono stati di ansia , angoscia , paura , terrore , gioia , felicità , ecc...ecc... tutti stati che trovano la loro sorgente energetica nel nostro piccolo ego narcisistico e solo la loro sospensione (khumbaka) apre la porta del "nirvana" ( assenza di modificazioni).

Ai discepoli smarriti che gli ricordano che Lazzaro 

                       < è morto da tre giorni

il maestro risponde serenamente che : 

                      < Lazzaro non è morto , ma dorme >

suscitando inevitabilmente le loro perplessità ; infatti Egli ben sapeva che Lazzaro era "caduto" in una vritti , quella della morte ed era prigioniero di essa , si trattava di "ri-svegliarlo" ed è proprio quello che farà di li a poco ri-svegliando Lazzaro dalla sua vritti , scuotendolo dal "sonno" in cui era caduto , facendo cadere dal suo corpo le "bende" di "avidya" che lo avvolgevano in una ragnatela di vritti tessute da Maya , la nostra mente egoica sempre in attività !

Infatti fintanto che siamo sottoposti alla tirannia del piccolo ego faraonico "sogniamo" tanto di vivere , quanto di morire , essendo la "VERA VITA", "VITA ETERNA" , quella che il VERO SE , Gesù , inaugura dicendo :

                 << IO SONO LA VITA e LA RISURREZIONE >>

ne consegue che Lazzaro e i parenti tutti discepoli compresi stavano sognando anche se in vritti differenti , in quelle del dolore parenti e amici , in quelle della morte Lazzaro , ma tutti stavano sognando , tutti dormivano anche se co un diverso grado di consapevolezza e Gesù questo lo sapeva in quanto 

                                         <autore della vita>

come dicono le sacre scritture  , che , lo ripeto non sacre in quanto parlano di fatti religiosi , ma in quanto sono scritte in uno stato di coscienza profonda ( prajnasthana) , uno stato raggiunto solo dai santi (rishi) , che ormai "liberati" (mukti) dall'ego empirico  , non più schiavi delle vritti , possono trasferirsi a piacere da uno stato all'altro in quanto capa ci di azzerare tutto ed entrare in "samadhi" , sospensione di ogni vritti e attività mentale lasciandosi il samsara alle spalle .

Un samsara in cui si sogna di vivere e di morire , ed è li che Yeshuà va a pescare Lazzaro , a tirarlo fuori dalla sua vritti di morte . Il libro tibetano dei morti , una sorta di manuale dell'oltre tomba , parla di un periodo di interregno ( Bardo) in cui l'anima permane per un periodo di circa quattro sei giorni prima di avviarsi al "loka" edenico o infernale che si si è acquistato con il suo karma .

                 < Dormire , sognare , forse morire  ? >

Si domanda Amleto rimanendo sulla soglia di una risposta che Yeshua formula in questa maniera : 

Dormire , sognare , vivere , morire , sono soltanto vritti di un sogno della mente (maya) che si agitano nel samsara , la VERA VITA risorge quando il VERBO-OM scioglie le nostre bende di morte !