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sabato 5 luglio 2014

PRANAYAMA : UNA SAUNA DEL VERO SE


Verso la fine degli anni '50 iniziò a scolorire il ricordo degli anni drammatici della seconda guerra mondiale ; l'avvento degli anni '60 invece insieme al desiderio di lasciarsi alle spalle la povertà , portò una ventata di benessere  alle famiglie e insieme  alla ritrovata serenità una certa voglia di cose nuove . La Fiat 600 diventò l'automobile simbolo di quegli anni  e favorendo anche la voglia di viaggiare dapprima con brevi spostamenti fuori città , e poi via via i viaggi divennero più lunghi , finchè arrivò il momento dei viaggi all'estero e il contatto con altre realtà sociali e culturali permise la la scoperta di  usi e costumi differenti dai propri e talora così piacevoli che finirono per essere adottati .
 

Tra le piacevoli scoperte  e in concomitanza con una presa di coscienza della corporeità si può annoverare la scoperta della "SAUNA" , fino ad allora prerogativa dei popoli nordici , come Finlandia , Svezia , Norvegia ecc...ecc....anche se quello di produrre sudore attraverso "calore" immesso in una stanza era ben noto fin dai tempi degli antichi romani , che amavano le terme e lo stesso dicasi per i turchi da cui prende nome il ben noto "Bagno Turco" , oggi conosciuto e alla moda come "Hammam" , per non parlare degli indiani del Nord America che , prima di un rito iniziatico o religioso , riscaldavano il "Tipit" ( tenda ) con sassi "infuocati" che creavano un calore talmente intenso da procurare un forte sudorazione .
 

Insomma tale pratica essudativa era ben nota ai popoli di ogni latitudine anche se indicata con nomi diversi , il suo fine deliberato era quello di produrre una notevole sudorazione che libera la pelle dalle sue impurità , favorisce il ricambio dei liquidi con eliminazione di "tossine"  e cellule morte .
 
Al giorno d'oggi simile pratica ha assunto i connotati di una piacevole parentesi edonistica di "relax" e di cura del corpo , seppure si è andata via via allontanando da una certa idea , diciamo iniziatica , da cui tale pratica nasce e cioè una idea di : PURIFICAZIONE , non solo del corpo ma anche  dello Spirito.
Già proprio Lui , lo Spirito (Purusha), VERO SE ,  celato nella Prakriti (materia) e fulcro della perenne ricerca dell'uomo spirituale ( peneumatico) di ogni tempo , che con nomi vari e diversi come Yogi , Alchimista , Mistico , Sacerdote , ecc...ecc...s'industria di "estrarlo" dalle "Vritti" della coscienza ( vedi mio blog sulle vritti) , dalle "incrostazioni" della materia in cui si è "fossilizzato" e oscurato dai suoi metalli più pesanti come il "Piombo" e i metalli , si sa , vanno lavorati con il "fuoco" per purificarli e renderli luminosi come l'Oro . 
 
L’immagine in apertura di blog è tratta da un famoso testo alchemico del 1600 , l”ATALANTA FUGIENS” , del grande alchimista inglese Michel Mayer raffigurante un uomo coronato ,  un re ( VERO SE ) all’interno di una teca trasparente sotto la quale è acceso un “fuoco” che producendo intenso calore all'interno di essa procura una presumibile abbondante "vaporazione" sudorifera al personaggio in questione.

Fuor di metafora l'immagine criptica secondo la consuetudine degli antichi alchimisti di parlare delle "SECRETA" (segrete cose) in un linguaggio cifrato per non incorrere nelle persecuzioni delle religioni ufficiali , rappresenta una seduta vera e propria di "PRANAYAMA" . Il PRANAYAMA è , come ben si sa , uno dei rami più importanti dello Yoga di Patanjali ; infatti esso consiste in una elaborata esecuzione di differenti pratiche di respirazione . La res(pi)razione , parola al cui interno ri-troviamo la radice ella parola greca "Pyros" che vuol dire "fuoco" , è quindi in un contesto iniziatico l'arte di produrre il "fuoco" interiore che gli Yogi chiamano "Tapas" , tradotto genericamente come "Austerità" , "Ascesi" ; in effetti lo è , però si tenga presente che è composto da "T" + "APAS" e apas in sanscrito vuol dire "acqua" , che "vapora" quando viene ri-scaldata , appunto con il fuoco del respiro e quindi si inizia a sudare e conseguentemente a bruciare sia le tossine "grossolane" biologiche , sia quelle più sottili "psicologiche" sedimentate dai pensieri "plumbei" grossolani , prodotti da "rajoguna" e "tamoguna" ( le tre guna vedi mio blog ) .

Il Pranayama ai suoi livelli più alti è una alchimia trasmutativa dei corpi sottili ( Anna Maya Kosha , Prano Maya Kosha , Mano Maya Kosha , Uddyana Maya Kosha , Vinyana Maya Kosha ) che accompagna il "viaggio iniziatico" del neofita dall'io empirico , piccolo se , all'IO Trascendentale o VERO SE . Questo viaggio necessita di "ardore" ( tapas) e fede ( shraddà ) perché tutti i passaggi (pasquali) avvengano puntuali attraverso le varie "fasi" ( cotture della materia) che liberano l'IO TRASCENDENTALE dal "piombo dell'ignoranza".

Il pranayama necessario per attizzare il fuoco si chiama : BASTRIKA ( Mantice ) . E' un pranayama molto forte che va seguito sotto la direzione di un maestro , alchemicamente parlando un maestro "soffiatore" che segue la "distillazione" nel "bagno alchemico" per de-cantare i metalli delle loro impurità che si chiamano : egoismo ; avarizia ; lussuria ; invidia ; ira ; gelosia , gola , orgoglio e via dicendo......
Il pranayama viene tradotto anche con l'espressione "controllo del respiro" ; infatti il respiro essendo soggetto alla fisicità ed essendo questa sottomessa alle tre guna , può essere di tre qualità e cioè : SATTWICO ; RAJASICO ; TAMASICO .

L'influenza delle "vritti" ( stati di coscienza ) su di esso (respiro) fa si che in assenza di esse ci sia calma , quiete , pace ( shanti) e quindi sia di natura sattwica , luminoso , irradiante , calmo con frequenti "kumbhaka" ( sospensioni) tra un respiro e l'altro ; oppure di natura rajasica , quindi ansioso , sottoposto alla tensione dei conflitti samarici , passionale , ansimante e sempre più corto al punto di far collassare qualche organo non raggiunto dal prana ; quello di natura tamasica , sarà un respiro cortissimo , asfittico ,  inquinante al punto tale che invece di incamerare più ossigeno incamera più anidride carbonica venefica per il corpo umano al punto di causare la morte stessa .

A livello "sottile" le tre respirazioni riguardano di più l'anima ; infatti un respiro sattwico porta vicino al samadhi , all'esperienza unitiva con il divino ; il rajasico se ne allontana perché attratto dalle passioni (raga) e dagli attaccamenti sensuali ; il tamasico poi denota una morte vera e propria del'anima che ricorda da vicino il famoso dipinto di A. Dhurer noto con il nome di "MELANCONIA" , che è è anche il nome di uno dei quattro umori del corpo umano nella medicina sparigirica .

LIberato dai veleni corporei e psicologici e raggiunta la "MOKSA" , la "liberazione dall'ego empirico , il VERO SE REGALE esce dal bagno-sauna alchemico restituito finalmente alla sua vita divina di "Figlio di Dio " quale ogni essere uomo/donna è .
La sua sauna è terminata , è il caso di dire che ha sudato "le sette camicie" per togliersi di dosso i sette vizi capitali . E' diventato un santo e la santità , si sa , .......bisogna SUDARSELA !




Yogacharya Eknathananda