Powered By Blogger

mercoledì 21 maggio 2014

AVIDYA : LA CATENA DELL'IGNORANZA



Un bellissimo film del primo Fellini s'intitolava " LA STRADA " , e narrava la storia di Zampanò , un "saltimbanco" , insomma di quelli che oggi chiamiamo artisti di strada  , interpretato da un intenso quanto brutale Antony Quinn , accompagnato da una leggiadra ed eterica Giulietta Masina nei panni di "Gelsomina" , una vestale silenziosa e fedele nascosta nei panni di un clown malinconico , segretamente innamorata del suo Zampanò , che per tutto il film si affanna a spezzare una robusta catena che avvolgeva il suo torace poderoso . Era il momento "clou" del suo spettacolo , in cui egli (Zampanò) dava dimostrazione della sua forza erculea .


 Gelsomina lo guardava incantata e nel momento clou suonava ritmicamente il tamburo per sottolineare la straordinarietà dell'evento , lo spezzamento delle catene , che si concludeva tra gli appalusi del pubblico .

Film del 1954 che ho scoperto essere , guarda un po' il preferito di Papa Francesco ( lo ha dichiarato in una intervista ) . La cosa mi ha incuriosito non poco , perché questo film , a suo tempo ( avevo 9 anni ) mi lasciò sorpreso e incapace di dare una risposta alla mia sorpresa data la mia età ancora non maturata a certe tematiche  .

A distanza di anni sono ritornato più volte su questo ricordo e piano piano il quadro della mia sorpresa si è chiarito ; infatti lo trovo un racconto spirituale , alchemico , una bellissima storia d'amore che intreccia i due protagonisti , anzi i tre , perché poi si aggiunge un terzo , il "Matto" , un funambolo che andava da un campanile ad un altro camminando su una corda sospesa nel vuoto , che rappresenta metaforicamente l'abisso che divide tutti i personaggi in gioco .

L'elemento terra , Zampanò ,  imprigionato nella catena dell'ignoranza che solo apparentemente riesce a spezzare , ma non spezza la catena interiore che invece è molto più forte di lui , Avidya , l'ignoranza spirituale che gli nasconde la sua anima ( Atman ) rappresentata da Gelsomina , elemento acqua , il femminile bistrattato dall'ottuso maschile aggressivo ( elemento fuoco) e tra i due il "Matto" , l'aria , l'eterico Richard Basehart , che alla fine Zampanò finirà per uccidere , incapace com'è di comprendere la "sottigliezza" del Matto .
 
Zampanò , il "Grossolano" , fa fuori il "Sottile" (il Matto) , ma condanna , così facendo , se stesso all'oscurità spirituale , perdendo definitivamente Gelsomina , la sua anima , che muore .
 
Nell'intervista  Papa Francesco non  spiega le ragioni della sua preferenza verso questo film  , ma mi sembra di intuirle ; infatti la "Materia" , il Grossolano (Prithivi) , non può vivere , separata dallo Spirito (Purusha) . Anima dal greco "anemon" vuol dire "soffio" , un corpo senza il soffio di "Ruah" ( in ebraico = Spirito Santo ) non può vivere una vita piena . Le sacre scritture bibliche ci dicono che gli Apostoli a Pentecoste furono "RI-PIENI" di Spirito Santo .

La Pentecoste fu un grande Pranayama collettivo . Zampanò uccidendo il "sottile" ( il Matto) in se , rimase incatenato al suo "Asura" ( essere ottenebrato) e non riuscì a trasformarsi in un "Sura" ( essere illuminato) . Lo capisce solo alla fine quando la cinepresa si allontana da lui drammaticamente accasciato sulla spiaggia a mischiare  il sale delle sue lacrime disperate con quello di un mare notturno che riflette le sue oscurità irredente , la sua in-capacità di amare , forse la più grande delle condanne per un uomo/donna chiuso/a nelle maglie della mante egoica .
 
Il Cristo compare in catene davanti a Pilato (potere politico) ; Erode (potere politico) ; Caifa , Gran sacerdote (potere religioso) , personaggi , che seppure acculturati , hanno in comune con Zampanò la stessa "Avidya" ; infatti rappresentano lo stesso "Grossolano" che in ogni tempo si oppone disperatamente al "Sottile" dello Spirito , le catene del Cristo in fondo rappresentano visibilmente le loro catene interiori , il ferro (metallo senza luce) delle loro categorie mentali , dei loro pre-giudizi , del loro "Corpo di dolore " (vedi mio blog) .

Zampanò come loro viveva nel culto dell'ego , dell'io empirico, che cerca di risolvere sempre e tutto con la forza , senza mai realizzare i "misteri minori" ( raggiungimento del quarto chakra = anahata ) , "stato umano" della compassione ( Karuna ) in cui viene raggiunta e realizzata la "Pietas", che nasce nel cuore quando il maschile e il femminile realizzano la loro unione tantrica  .

Prima di questo stato , gli uomini/donne sono tutti/e "Asura " , incatenati , perché lo Spirito è incatenato dentro di loro e non può agire . Ecco perché le loro azioni , anche se intenzionalmente buone , non sono mai "sattviche" (luminose , piene di Grazia ) ; infatti le azioni sono tali (sattviche) solo quando sono collegate al Vero Se , questo è il significato profondo del Karma e Kriya Yoga , azioni sacre , azioni rituali .

Il "Solve et Coagula" della tradizione ermetica significa sciogliersi dalle catene della vecchia visione di vita e ri-coagularsi in una nuova visione che permette di salire ai chakra superiori . I poveri personaggi del film si dissolvono in una drammatica "nigredo" senza trovare la "strada" ( Darshan = sentiero spirituale ) in grado di portarli ad una nuova dimensione di vita la strada che hanno preso li ha condotti all'incrocio sbagliato , quello di Avidya !

Yogacharya Eknathananda