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mercoledì 7 maggio 2014

SVADIYAYA : GNOSCE TE IPSUM / CONOSCI TE STESSO

                                          



                                               
 
L'immagine è molto significativa ! Una Luce illumina le pagine aperte di un testo che tutto lascia pensare sia sacro e forse poche immagini come questa riescono a rendere meglio quella branca di studio dello Yoga facente parte del Corpus patanjaliano ; infatti " Svadhiyaya " figura tra i " NIYAMA", i "Precetti" , le cose che si devono assolutamente osservare e tra queste lo "Svadihyaya" appunto , ovvero : lo studio di sé e delle sacre scritture .
 
Lo studio di se , delle modalità di funzionamento del proprio corpo e della propria mente non può prescindere da quello dei sacri testi , in quanto gli archetipi in esse contenuti sono i modelli di riferimento e di sviluppo evolutivo . Faccio un esempio : stiamo vivendo una depressione , siamo abbattuti , senza più voglia di reagire , confusi , ecc...ecc...ebbene stiamo vivendo una "nigredo" , stato coscienziale che in alchimia segnala il termine evolutivo di una fase del nostro piccolo io . Siamo arrivati a una delle tante stazioni della vita in cui è necessario "scendere" e cambiare "treno" e soprattutto direzione .

Di fronte a questa ipotesi le reazioni sono diverse e molteplici . La prima tentazione è quella di fermarsi lì , magari sviluppando nevrosi , psicosi , ossessioni , tic . tutte cose che aprono la strada a qualche malattia di ordine fisico o psichico , che di fatto ci relegano in una situazione di schiavitù attraverso la creazione di qualche dipendenza rappresentata da dottori , medicine , alcool , droga , e quant'altro ( vedi mio Blog su "Corpo di dolore" ) .

Oppure ci decidiamo per il "Viaggio", decidiamo di salire sul treno con biglietto di sola andata , senza avere certezza alcuna di come andrà a finire . Si tratta di un momento molto delicato perché comporta la scelta di un "indirizzo" medico , di un certo tipo di medicina invece che di un'altra ; di scegliere uno psicoterapeuta piuttosto che un altro ; ecc...ecc....

Si aggiunga poi l'attuale stato confusionario degli abitanti del pianeta ormai smarriti in ruoli molteplici , completamente dis-identificati , l'Alzheimer dilagante è solo uno dei tanti drammatici segnali ; infatti questo malanno si distingue per l'azzeramento di ogni ruolo sociale ,familiare ,ecc...ecc...finora ricoperto .

Nel momento in cui il piccolo se egoico si è identificato nel ruolo svolto , "cristallizzato" in esso , si è anche reso prigioniero di esso , e quando il ruolo scompare di fatto scompare anche l'attore che lo impersonava . Inizia il dramma pirandelliano del personaggio " in cerca di autore ". Da un punto di vista spirituale siamo tutti consciamente o inconsciamente in cerca del nostro autore.....Divino .

Lo Yoga inizia proprio così , con queste parole : < Neti , Neti , Tat vam asi > < Non questo , non questo , tu sei quello > . Come a dire : non identificarti con questo o quest'altro , tu sei Quello !
Dove per quello si intende la parte divina , sacra , immutabile , lo Spirito , il Purusha , non soggetta alla mutabilità della forma e del Samsara .

I grandi Avatar Yashuà , Buddha , Mahavira ; i profeti , sono dis-cesi solo per dirci questo , per ricordarci la nostra origine divina e conseguentemente a dis-identificarci dalle forme illusorie della Maya ( proiezioni della mente egoica ) . Nel libro dell'Apocalisse il Signore promette : < Io ti darò un nome nuovo , che nessuno conosce ...> , cioè : il nome che ognuno porta è quello che identifica la realtà biologica asunta con l'incarnazione in un corpo , ma all'interno di quella realtà c'è ne è un'altra , ontologica , divina < che nessuno conosce > , quello è appunto il nostro nome ( Namah ) divino che ci qualifica ed in cui è contenuto il significato della nostra realizzazione karmica , quella che si venuti per "compiere" in questa dimensione .

Le ultime parole di Yashuà sulla croce sono : < Tutto è compiuto > .  A significare che Egli aveva "compiuto" la missione per cui era stato inviato ! Così è per ognuno di noi , solo in base a questa realizzazione , alla fine della giornata terrena ci troveremo a dire : Tutto è finito oppure tutto è compiuto . Ma il significato tra finire e compiere è molto diverso !
Quello che dobbiamo compiere è : il nostro scopo nella vita , il "dharma" per cui siamo qui !

Allora in questo cammino di realizzazione , va da se , che lo l'analisi di se stessi , delle proprie passioni divergenti o convergenti è fondamentale , e altrettanto fondamentale la lettura dei testi sacri ; infatti nelle vicende che raccontano , nei personaggi archetipali che si avvicendano , noi possiamo avere dei riscontri esistenziali comparati ai nostri comportamenti , individuando quale archetipo stiamo incarnando , quale lato "ombra" o quale lato "luce" stia prevalendo in noi .
Come bene mostra il segno sopra raffigurato , quando la nostra vita sviluppa un archetipo in "luce" , i suoi contenuti diventano una benedizione per se e per gli altri , all'opposto invece diventano una maledizione per tutti .


Se stiamo esaltando più un "maschile" aggressivo e prevaricatore , o un "femmminile" eccessivamente passivo ed arrendevole ; infatti il "viaggio" iniziatico dello Yogin oscilla fra queste due componenti di Ida ( lunare / femminile ) e Pingala ( solare /maschile ) ed è tra queste due che egli deve trovare l'equilibrio necessario , la fusione , per poter "entrare " nella "Via" (marga) rappresentata da " Sushumna " , il canale psico-energetico centrale che lo condurrà alla realizzazione .alla bodhi (illuminazione ) , alla liberazione (moksa) dagli attaccamenti egoici che lo imprigionano nella rete della Maya / Circe . 

Le malattie che egli (yogin) soffre in questo percorso   sono i segnali somatici degli squilibri energetici dovuti ad eccesso o a carenza dei quattro elementi come p.e. : il  "Fuoco" (maschile) affiora sulla pelle con eritemi , lupus herpetico , psoriasi ,  artrite reumatoide , attacco al sitema autoimmunitario , ecc...ecc...; l' "Acqua" (femminile) sfocia in malattie del ricambio , nefropatie , patologia della vescica e delle vie urinarie , ecc...ecc...; la "Terra" (maschile) darà luogo a calcolosi delle vie biliari , cistifellea , renale , ecc...ecc...; l' "Aria" che da luogo a patologie come legate al sistema cardiocircolatorio , aritmie cardiache , asma , problemi in genere collegati alla respirazione , ecc..ecc..
Si evince da tutto ciò che , alla luce dello " Svadhyaya " , la diagnosi di un problema somatico non può non tener conto dell'analisi della propria evoluzione spirituale ed esistenziale le cui difficoltà inevitabilmente affiorano sul nostro soma e un buon terapeuta dovrebbe accompagnare il sofferente in una salutare ricerca della causa non limitandosi alla lettura del semplice sintomo e magari ricorrendo alla sua dannosa "soppressione" attraverso una ottusa e aggressiva terapia a zzbase di farmaci spesso nocivi per altri versi .   

Nel preziosissimo racconto della " Baghavad-gita " lo Yoga del cavaliere Arjuna inizia con la sua " Depressione " . All'inizio del libro lo troviamo (Arjuna) accasciato ( passività spirituale ) in preda a quella che i padri greci chiamavano " Akedia " , Accidia ( vera malattia spirituale ) che denota l'individuo che si è allontanato dal suo "nucleo divino" . Quante depressioni dei nostri tempi originano proprio da questo fatto e quanti medici (presunti tali) non se ne accorgono ( anche perché pure loro lontani dal loro nucleo) e assegnano montagne di psico-farmaci ,proprio mentre uno/a si sta per ris-vegliare , lo/la rimettono a dormire e molto spesso per sempre facendone un malato (di vita) a vita .


Arjuna è preda dei suoi "demoni" interiori travestiti da parenti , figli di un re cieco ( mente egoica ) , e ciechi a loro volta . Non ha il coraggio di ucciderli , una necessità invece che Krishna ( suo mentòre e coscienza cristica ) gli mostra irrinunciabile . Deve  "raddrizzare" la sua " Sushumna " , la sua colonna vertebrale , alzarsi , passare dall'inerzia spirituale al combattimento e liberarsi del suo vecchio "adamo" , questa è la "via" del Virat , del Guerriero spirituale .

La funzione dello studio e della meditazione sugli archetipi biblici è propria questa . Risvegliare in noi la forza (maschile)del Davide guerriero che abbatte Golia ( mente egoica ottusa , falso se , ecc...) e allo stesso tempo il suo ( di Davide) femminile , la sua capacità poetica ; infatti egli suona il salterio , compone salmi , poesia sacra , ecc...ecc...Oppure risvegliare in noi la "saggezza" di un re Salomone , che si sviluppa attraverso un maschile ed un femminile in equilibri e integrati così permettendo il sano esercizio del "Giudizio", capacità discriminante che gli Yogi chiamano : Viveka !

Risvegliare in noi la forza "femminile" della divina Shakti attraverso la lettura e meditazione di eroine bibliche come Esther , Giuditta , o la regina di  Saba , che incarna l'archetipo del femminile alla ricerca della saggezza (maschile) e , trovatala, pronta ad unirsi a lui portandogli le sue ricchezze .
D'altro canto il maschile contempla in queste figure la ricchezza del "femminile" senza il quale , come dicono gli Yogin , egli (uomo) è "Shava" ( = cadavere) : infatti lo Spirito ( Purusha) e la materia ( Prakhriti) non possono restare separati , perché l'uno ( lo Spirito) senza materia non può manifestarsi e rimane così inerte ; dall'altra la materia senza lo spirito rimane smarrita , confusa , senza senso , come la protagonista del biblico " Cantico dei Cantici " .



Le sacre scritture rappresentano nelle tradizioni di ogni popolo i "sassolini" che un Pollicino cosmico ha lasciato sul nostro sentiero e che letti e meditati ci ri-portano alla casa divina da cui un giorno ci allontanammo per seguire i sogni e le chimere che un abile Maya ha disegnato nella nostra mente !

Yogacharya Eknathananda