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sabato 12 aprile 2014

TONAL E NAGUAL : DUE MONDI CONFINANTI


 La realtà , secondo Carlos Castaneda ,  è formata da due parti, IL TONAL e il NAGUAL. Il Tonal è il principio di coscienza, che nel neonato è solo potenziale; crescendo, l’io a poco a poco costruirà il mondo; il Tonal è il principio che organizza, codifica e configura la conoscenza, è l’io che conosce ovvero il principio di coscienza. Il Tonal prende il materiale della realtà assoluta e lo elabora trasformandolo in rappresentazione, ordina il caos, e dalla vacuità dell’indifferenziato trae il mondo della realtà conosciuta.
 
Senza il Tonal nulla di ciò che chiamiamo mondo esisterebbe, esso è l’energia che crea il mondo come conoscenza. Ma a un certo punto diventa geloso e totalitario e pretende che tutta la realtà sia ciò che ha elaborato, come se un ragno pretendesse che la sua tela comprenda il mondo. Tutto ciò che siamo, tutto ciò per cui abbiamo un nome, tutto ciò che facciamo o sappiamo è Tonal. Ma non possiamo pretendere che esso esaurisca l’intera totalità dell’essere.
 
 
La costruzione operata dal Tonal, cioè dal nostro principio di coscienza, comincia con la nascita e finisce con la morte. Il Tonal ha la funzione di creare il mondo secondo le proprie leggi ma diventa sempre più dispotico e assolutista. Il Tonal è ciò che conosco, un’isola di coscienza, la mia realtà, l’insieme dei contenuti di consapevolezza, l’azione continua di costruzione della realtà. Il Tonal pone in essere tutto ciò che siamo e sappiamo. Questo insieme conoscitivo è come un’isola; l’isola è la fetta di realtà che crediamo totale. Alcuni hanno realtà più ampie, altri meno, le isole non sono simili, e ognuno vede solo la propria, il proprio territorio di conoscenza.
 
Il Tonal è come una tavola apparecchiata, su cui alcuni hanno più cose, altri meno. Il Nagual invece è l’ignoto, tutto ciò con cui non abbiamo a che fare, che non conosciamo, che non immaginiamo nemmeno, tutto quello che cade fuori dalla nostra consapevolezza, che non è messo a fuoco dal nostro sguardo, il pensiero che pensa fuori di noi, la parte di realtà per cui non abbiamo percezione, né descrizione, o parola o sospetto.
Tutto questo avviene dentro o attorno alla mente. Ma anche la mente è un elemento della tavola e anche l’anima è un elemento della tavola e anche i pensieri sono un elemento della tavola. Anche Dio è sulla tavola, se penso a Dio.

 Il Tonal è tutto ciò che penso sia il mondo, compreso l’io e Dio, è la totalità dei pensieri che penso, il conoscibile in quanto entra nella mia mente. Il Nagual è invece ciò di cui non sono cosciente, il pensiero che fuori di me si pensa, la realtà a me inconscia, tutto ciò che non appare nell’arco del mio sguardo, che non entra nella mia consapevolezza, la realtà oscura oltre la soglia di ogni possibile percezione e idea.

 Ognuno di noi ha una zona di realtà abitata, controllata e conosciuta, un’isola coi suoi confini, ma il Guerriero andrà oltre i confini, entrerà nel Nagual diventando ‘nagual’ egli stesso, dunque sciamano, affrontando l’ignoto.
Il Nagual è l’energia che può essere a servizio del guerriero, che ne può essere testimone ma non ne può parlare, è indicibile perché non sta sulla tavola ma fuori di essa. Là il potere si libra.

 All’istante della nascita siamo tutti Nagual, realtà inconscia, poi il Tonal comincia il suo paziente lavoro per delimitare il mondo, per ritagliare l’isola del conosciuto. Dall’oceano inconscio iniziale comincia a individuare una zona di controllo che è la nostra realtà di coscienza; alla fine questa cresce e si sviluppa tanto da negare che l’oceano inconoscibile esista e la volontà le crede perché non vuole aver paura.
 
Ma il Guerriero abbandona ogni sponda sicura e sfida l’oceano, si immerge nella conoscenza totale col rischio di essere travolto, perché il Guerriero sa che la nostra isola è una realtà piccolissima rispetto alla realtà assoluta e il Guerriero, sopra ogni altra cosa, è curioso. La curiosità in lui vince la paura. Perché fa questo? Perché la sofferenza di non sapere è per lui troppo forte, perché non sopporta i propri limiti, per un amore irrefrenabile di libertà.

 Quando noi viviamo solo in ciò che siamo, senza andare oltre, finiamo col soffrire un senso di incompletezza, di insufficienza, una inquietudine che a volte diventa lacerante, siamo depressi e angosciati, qualcosa ci chiama oltre il conosciuto, soffriamo un senso di mancanza. Non è facile vivere solo nel Tonal, perché la nostra stessa natura anela a qualcosa che sta oltre. Se ciò non avviene, qualcosa è morto dentro di noi e non stiamo vivendo ma solo vegetando.

 L’uomo ha tre facoltà : la capacità di crearedi conservaredi trasformarsi. Se resta a un livello di mera conservazione, qualcosa dentro di lui comincia a soffrire e a morire. L’amore è la prima forma di trasformazione, la conoscenza è un’altra grande via, lo sciamano intende ciò che fa come una via del cuore, che non coinvolge solo la sua mente ma tutto il suo essere. Su chi lo avvicina eserciterà l’amore con vari mezzi: la guarigione dalla malattia, l’insegnamento liberatorio, la protezione contro le forze pericolose, l’evoluzione delle energie, perché ogni immobilità è morte.
 Ogni cultura non ha fatto che occuparsi di Tonal e Nagual chiamandoli in molti modi: coscienza e inconscio, materia e spirito, mondo e Dio, Atman e Brahman, Tonal o Nagual, Io e Non Io… noi riusciamo a fare coppie solo di ciò che appare sulla tovaglia, ma nessuna coppia esiste in fondo, né Tonal né Nagual, la realtà è una sola, energia che appare o non appare , tutto è PRANA , tutto è manifestazione di Prana. Il Tonal è prana allo stato solidificato , il Nagual è prana allo stato di pura potenzialità . Il Tonal è "locale" , il Nagual è "non-locale" ,ma entrambi sono manifestazioni differenziate di Prana .
Il Nagual non lo vediamo ma il Nagual ci chiama, noi ne sentiamo la mancanza, esso è innanzitutto proprio questo senso di mancanza, la sua presenza è l’assenza, come il Dio ignoto di cui S. Agostino dice: “Quando io non ti conoscevo, tutto il mio essere aveva sete di te, tu eri questa sete”.

Vocatus aut non vocatus Deus aderit”, “Chiamato o non chiamato il Dio sarà presente

Noi non possiamo dire cosa sia il Nagual perché ciò significherebbe porlo sulla nostra tavola, nominandolo lo faremo essere altro da sé, come “Il TAO che se si chiama TAO non è più il TAO”.

Anche nel Buddhismo tibetano il mondo che conosciamo è una realtà virtuale, una proiezione del pensiero. Il pensiero può elaborare mondi e può creare o cogliere fasce di realtà diverse che corrispondono a elaborazioni mentali, ma ogni mondo non è in fondo che una costruzione mentale, una realtà ideale. Il mondo è apparizione o rappresentazione. L’uomo comune crede che questa sola sia la realtà oggettiva e che ogni altra realtà sia virtuale, ma lo sciamano sa perché lo sperimenta che le realtà sono molte tutte vere e oggettive. Quante volte ci accade di commentare gli usi e le abitudini di qualcuno che conosciamo ( o pensiamo di conoscere ) con la seguente frase : <Vive in un mondo tutto suo > , per dire che non vive secondo le abitudini e gli usi del mondo collettivo che lo circonda ?

 Nel Buddhismo tibetano la ruota delle vite è divisa in sei spicchi, ognuno dei quali corrisponde a una sfera di realtà, che è insieme un tipo di esistenza e un tipo di rappresentazione, ognuna è insieme un modo di vedere il mondo e un mondo. Ciò che uno è determina ciò che vede e viceversa. La fascia di pensiero, ovvero la fascia vibrazionale, individua una posizione dell’energia e un tipo di realtà percepita. Le sei fasce vibrazionali buddhiste sono sei modi simbolici cui l’energia originaria può vibrare, ogni vibrazione crea esseri che vedono il mondo in un certo modo, dunque vivono in mondi diversi.
 
 Queste sei fasce sono chiamate LOKA e sono: esseri infernali, spiriti affamati, animali, uomini, divinità gelose, divinità celesti. “Un giorno, presso un fiume, si incontrarono i rappresentanti delle sei Loka. Ognuno vide una cosa diversa: l’essere infernale vide fuoco e ghiaccio, lo spirito affamato vide carne e sangue, l’animale animali e pesci, l’uomo acqua da bere, il dio geloso un campo di battaglia, il dio celeste un paradiso di luce. Ognuno vide secondo ciò che era e vide il mondo per come lui era.”

Famosa è anche la storiella di un uomo che lascia il suo paese stanco di viverci e si mette alla ricerca di un altro posto dove piantare le tende . Nel suo peregrinare giunge in un paese che ritiene possibile per le sue esigenze . Su indicazione si reca dal saggio del paese e gli domanda : < Come è la gente qui ? > Il saggio gli rispose : < Al tuo paese come era la gente > ed egli di rimando :< Cattiva , maldicente , invidiosa , violenta...ecc> . Gli rispose il saggio : < Anche qui è così > . E il tapino se ne ritornò sconsolato . Sempre dal saggio dello stesso paese viene un altro e gli pone la stessa domanda del primo , mentre il saggio gli formula la stessa domanda alla quale il cercatore risponde :< lì la gente è buona , onesta , lavoratrice , altruista ,..ecc.> E il saggio soggiunse : < Anche qui è così > !

Chi vive "raggomitolato" negli angusti limiti del Tonal somiglia un po' al protagonista del film " The Truman Show " , un uomo che a sua "insaputa" fin dalla nascita vive e cresce all'interno di un teatro di posa partecipando ad un "reality" che lui scambia per vero , fino al giorno che strani segnali da lui percepiti non iniziano a dargli l'impressione che qualcosa in quel posto , in quella cittadina non va . IL Nagual comincia ad affiorare in lui , a spingerlo verso un "ignoto"che però per lui diventa necessità , suscitando le ire del regista/D-o che non vuole assolutamente che lui abbandoni quel teatro . In un altro blog ho parlato di due componenti bibliche dell'essere umano , ovvero della componente " Jhavista " e quella " Elhoista " , che potremmo definire per abbreviare , la componente "conservatrice " ( Tonal) e quella "liberista" ( Nagual) .

Il primo ( conservatore) è dominata dal D-o conservatore dei comandamenti , non farai questo , non farai quest'altro , non mangerai dell'albero i suoi frutti , ecc...ecc...mentre il secondo (liberista) è quello che in qualche maniera invita a uscire dai confini per vedere cosa c'è fuori , al di là dei propri confini ,magari rischiando il "diluvio universale" come Noah (Noè) e lo stesso protagonista del  film che sale su una barca sulla quale il regista scatena una tempesta pluviale , che però non gli impedisce di vedere un "altro mondo" , questa volta reale , un mondo sempre "proiezione di una mente , ma di un mente divina ,non di quella egoica capace solo di creare teatri di posa intorno a se popolati di personaggi irreali come le tragiche mascherine che si muovono intorno a Pinocchio ( vedi mio blog su Pinocchio) sul palcoscenico dei burattini !
Per non rimanere su quel palcoscenico , anche Pinocchio , come Truman ( che poi in inglese significa "Vero Uomo " , True = vero , Man = uomo ) corre mille pericoli e si avvia vero il suo Nagual !

Yogacharya Eknathananda

  Per i Toltechi, tutto è energia.. Il cosmo è un intreccio infinito di energie con frequenze differenti.
  • Tutta la realtà è costituita da energia, da campi di energia: “le emanazioni dell’aquila”.
  • Queste emanazioni si raggruppano in fasce tra loro simili e ogni fascia costituisce un mondo a sé.
  • Solo due di queste fasce sono percepibili all’uomo attraverso i sensi fisici: quella che raggruppa la vita organica e quella che raggruppa strutture senza coscienza: minerali, gas, liquidi ecc. L’insieme di queste due fasce costituisce la Banda della materia.
  • L’essere umano in realtà è in grado di accedere anche alle bande successive nelle quali ha una propria “vita” energetica.
  • Fino a quando la consapevolezza dell’uomo rimane allineata all’interno della propria banda, la sua percezione è allineata a quella dei suoi simili.
  • La realtà e l’insieme delle percezioni raggiungibili attraverso questa focalizzazione di consapevolezza è chiamata il Tonal.
  • Le emanazioni che si trovano invece completamente al di là della banda dell’umanità costituiscono il vero e proprio ignoto. Esse sono il Nagual, detto anche il lato sinistro o la realtà separata.