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venerdì 26 settembre 2014

VEGETARIANI O CARNIVORI ?



Nel corso dello Yogafestival svoltosi a Roma nella stupenda cornice di Villa Pamphili ho partecipato ad un vivace e stimolante intervento sul cibo e la sua sacralità presentato da tre valenti esponenti del mondo yogico tra cui spiccava il reverendo barnabita P. Antonio Gentili che ormai da moltissimi porta avanti un suo personale discorso nell'ambito del cattolicesimo e devo dire con risultati apprezzabili , vuoi per l'umiltà della persona , vuoi per la sincerità di intenti che non mirano ad un "sincretismo" new age tanto di moda ai nostri giorni , ma ad una onesta e sincera ricerca che può fare solo bene a chi provenendo dall'ambito cristiano vuole condurre una sua personale ricerca non disgiunta dal corpo , questa benedetta "cattedrale" che abitiamo spesso ignorandone la peculiarità di abitazione templare; infatti  la tradizione orientale , quanto quella occidentale concordano nell'affermare che : < Il corpo è un tempio > .

Quindi all'interno di un tempio ci si deve comportare di conseguenza e cioè : con rispetto e attenzione alle "regole" alimentari , morali e fisiologiche .
Tre regole fondamentali sull'alimentazione le ha richiamate il P. Gentili e cioè :

- Sobrietà
- Sazietà
- Golosità

La prima (sobrietà) assicura una buona salute , la seconda ( sazietà) un pò meno , la terza (golosità) porta invece dritto all'ospedale .......
Un secondo relatore ha sottolineato l'importanza della qualità dei pensieri ; infatti i pensieri soprattutto se nocivi , producono tossine inquinanti, quanto spesso accade che uno stesso cibo faccia male a taluni e invece rimanga innocuo per altri ?

Significa che il laboratorio corporeo spedisce segnali diversi al cervello , che subito produce elementi biochimici in grado di rafforzare o indebolire il sistema immunitario .
In fondo duemila anni prima il maestro Yeshuà aveva detto una cosa analoga riferendosi al cibo e cioè : < che non ciò che viene dall'esterno inquina l'uomo , ma ciò che viene dall'interno , dal suo cuore > . Parole sante , che se tenute in debito conto, diminuirebbero di molto l'affollamento di ambulatori e cliniche . Nel corso dell'esposizione il dotto relatore ha poi comunicato un fatto interessante e cioè di come i topi , questi voraci divoratori di tutto compresi alimenti tossici facilmente reperibili nei poco raccomandabili luoghi , le fogne , da essi frequentati , ebbene questi indefessi animaletti assaliti dall'uomo a colpi di veleni , riescono ad elaborare delle sostanze che rendono tali veleni innocui . 

Ricordano un po la leggenda del dio Shiva che che viene rappresentato con la gola "blù" in quanto rese innocuo il veleno che intossicava l'oceano di burro chiarificato (ghee) derivato dalla "ZANGOLATURA" ( frullato) effettuata con la rotazione della montagna d'oro (Mandara) tirata da una parte e dall'altra dai Deva (Dei) e dagli Asura (demoni) con la "corda" costituita dal serpente Ananta . La leggenda ci dice chiaramente che esistono nel corpo dei meccanismi biologici capaci di rendere inoffensivi i veleni , il sistema immunitario appunto , a cui fanno riferimento le parole del maestro Yeshuà .

Il terzo relatore , Simone , un simpatico ragazzone con vasta preparazione in campo di alimentazione , non mi piace chiamarlo cuoco in quanto mi sembra molto riduttiva come definizione ; infatti Simone ha appreso la sua arte negli Ashrama ; i conventi così chiamati in India . Relazione ricca di particolari come il fatto per esempio dell'obbligatorietà di farsi la doccia prima di entrare in cucina o di tornare a farla appena se ne fosse usciti per qualche ragione qualsiasi soprattutto per un evadere un bisogno biologico.....Pensate ai nostri affollatissimi ristoranti con i tavolini nel bel mezzo della strada e dei rumori e realizzerete subito la distanza che corre tra il concetto di alimentazione sacra e profana .


 Quali sono i nostri pensieri , i nostri discorsi , durante un pasto , magari condotto tra il chiacchericcio di discorsi inutili o , ancora peggio, davanti ai televisori accesi che scodellano sulla nostra tavola , insieme alle pietanze , le guerre , i conflitti , i crimini , conditi con immagini truculente e parole violente . Quel cibo sicuramente si condirà di tossine e non farà bene ai nostri organi . Ma tant'è quando si tratta di cibo nato e cucinato nel "samsara" , il cui significato si chiarirà di qui a poco .

A ben vedere il dramma biblico della "caduta" dei progenitori adamitici inizia con un "peccato di gola" ; infatti il frutto proibito incautamente colto e e deglutito dai due tapini li trascina dal "vishuddi chakra" (gola) fin giù nello svadisthana e muladhara chakra dove compare una provvidenziale foglia di fico a coprire vergognosamente le pudenda . Dall'oralità alla sessualità dunque a conferma , se mai ve ne fosse bisogno , di quanto questi due centri siano intercomunicanti . Ora si da che la foglia di fico presenti cinque punte lobate e il numero cinque richiama i cinque sensi (Karmendriya) , che fintanto che i due progenitori erano in Ajina e Vishuddi chakra erano protetti da "Pratyhara"(ritiro e controllo dei sensi)  permettendo loro di soggiornare nel Paradiso e di dialogare con Dio ; poi dal momento che essi (i sensi) si sono portati all'esterno nei chakra sottostanti inevitabilmente sono caduti nel "samsara" ovvero nel "mondo" illusorio / maya /matrix della mente egoica . E' il caso di dire dalle stelle alle stalle , dal paradiso all'inferno .

Si sono venduti per una "mela" , venduta loro a sua volta dai cinque sensi , cosa che qualche millennio dopo avrebbe fatto anche un loro discendente , Esaù , figlio di Isacco , che vendette la sua primogenitura al subdolo fratello Giacobbe per un "piatto di lenticchie" .

Più o meno quello che stà facendo l'umanità di oggi, che svende la sua  discendenza divina nei pub , nelle osterie , nei ristoranti abbuffandosi di cibo spazzatura ingurgitato a tutte le ore seduti ai tavolini posti su strade e piazze rumorose .

Il luogo della oralità , la gola , è il luogo della Parola , dove essa trova espressione , si fa carne , Verbo / Om che risuona come vibrazione divina . Ma se questo luogo è intasato di cibo "tamasico" ( vedi mio blog su guna) allora essa ( la Parola ) si spegne , non trova più espressione ; all'unità dell'IO-SONO , si sostituisce la "molteplicità" degli IO / maschere del piccolo ego empirico con le sue false identificazioni . La parola Faraone in ebraico "peraò" traduce "bocca cattiva" ; infatti la bocca è il luogo che o riproduce le parole sattviche dell'IO-SONO VERBO / OM oppure le parole rajo/tamasiche del piccolo ego faraone , parole "cattive" , schiave  del faraone appunto .

Va da se quindi l'importanza della qualità e delle modalità rituali di cucinare e assumere il cibo,ma attenzione , badando bene a non incorrere nel peccato di idolatria ; infatti ci si potrebbe facilmente perdere in tante osservanze e sottigliezze per cui il cibo finirebbe per diventare il protagonista assoluto del cammino spirituale , o ancor peggio , il solo protagonista della salute psico-fisica .....quindi attenzione !

In merito poi al dilemma carnivoro  vegetariano, non mi sento di procedere a condanne di sorta . Il vegetarianesimo ha indubbiamente tanti vantaggi , ma scegliere l'uno o l'altro tipo di indirizzo dipende da tanti fattori legati ognuno alla sensibilità e alla diversità delle persone . Personalmente ritengo che nell'ambito di un cammino spirituale evolutivo ad un certo punto si senta il bisogno di alleggerire il consumo delle carni soprattutto quelle rosse , tenendo anche conto della maggiore usura degli organi per la metabolizzazione di esse , mentre quella dei vegetali è più breve . Si aggiunga poi l'inutile sterminio di poveri animali che soffrono la morte violenta, la vita biologica in loro ha paura della morte tanto quanto l'essere umano . E perchè procurare tanto strazio quando poi un piatto di ceci fornisce la stessa quantità di calorie di una bistecca  ?



IL maestro Yeshuà non era vegetariano , sappiamo che amava la frutta , i fichi , e la carne perchè all'Ultima Cena famosa oltre a Lui e agli apostoli sul piatto era presente l'agnello pasquale e non una foglia di lattuga .
Allora qui come direbbe il simpatico Lubrano " sorge spontanea la domanda : < Chi si illumina prima un vegetariano o un carnivoro  ? > e  
ancora : < Potrà mai un carnivoro illuminarsi ?>

Lascio a voi l'ardua sentenza !

Om shanti

Yogacharya Eknathananda


sabato 20 settembre 2014

SE AVIDYA E' IL MALE....CRISTO E' IL CHAKRA TERAPEUTA



< In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
 (Lc 4,38-44)



Un passo , a mio parere , molto stimolante questo tratto dal Vangelo di Luca ; infatti ci pone davanti a due guarigioni diverse , una , che potremmo definire fisica , quella della suocera di Simone ( Pietro ) ,un.altra quella dell'indemoniato , che potremmo invece indicare come spirituale , due guarigione diverse , due contesti abitativi diversi , la casa e la sinagoga , eppure qualcosa in comune ce l'hanno secondo me , quindi addentriamoci un po in entrambe . Partiamo dalla prima , dalla suocera , la povera suocera archetipo bistrattato in tante storielle come strega , nemica acerrima del genero , invadente e ciarliera , e tutto il resto che il trovarobado storico ci fornisce in fatto di luoghi comuni che hanno nutrito e nutrono l'immaginario di tutti i tempi ; infatti la suocera è un personaggio insostituibile del quadro familiare . 


Quella di Simone/Pietro (suocera)  però doveva appartenere ad un'altro genere se Pietro e gli altri discepoli perorano presso Yeshuà il suo intervento guaritore , addirittura dice il testo : < lo pregarono per lei > . Cioè funzionarano da intercessori , PREGARONO , scrivo maiuscolo per sottolineare l'importanza della preghiera comunitaria  nel processo di guarigione. Una preghiera certamente non meccanica , nata dal cuore , dal desiderio vivo di un intervento divino , quasi una "costrizione" tanto incessante e solerte è la loro richiesta alla quale Yeshuà non si sottrae , anzi procede celermente ; infatti , recita sempre il testo : < si chinò su di lei , comandò alla febbre ela febbre subito la lasciò , ed ella si alzò in piedi  e li serviva..>. "COMANDO'" , intimò alla febbre di allontanarsi e questa si allontanò . 


In quel corpo si era verificato un "ingorgo energetico" , un accumulo di "prana"che non riusciva a fluire , e il corpo quando accumula troppo prana o quando invece non ne ha per niente entra subito in "stallo" si ammala . Nella tradizione giudaica del tempo il responsabile della malattia è il peccato ;infati è attraverso di esso che l'Avversario ( satana) si instaura nel corpo e solo la sua dipartita ne permette la guarigione . La tradizione orientale , anche se con accenti diversi , non si discosta poi di molto da questa formulazione ; infatti ritiene responsabile dei malanni corporei e spirituali la presenza di "AVIDYA" (ignoranza spirituale) che produce le " KLESHA" ( vedi mio blog su Vritti e Klesha) "macchie" , "peccati" che conducono in "vritti" stati di coscienza alterati che si somatizzano come malattie in questo o quell'organo oppure in squilibri spirituali . 


Di fatto l'energia prodotta in uno stato alterato , produce conflitto nel corpo e il conflitto  si traduce in "alterazione" febbrile che non a caso è chiamata alterazione . Si obietterà , si va bene , ma allora anche una influenza , un raffreddore che normalmente generano febbre hanno a che fare con il peccato , con avidya ? Obiezione accolta , ma aggiungo , che il virus del raffreddore o dell'influenza sono accanto e presenti in noi sempre , però perchè alcuni si ammalano e altri no ? Risposta : perchè taluni hanno il sstemma immunitario più forte e altri più debole ! E aggiungo ancora : che cosa rende il sistema immunitario più forte e che cosa invece lo indebolisce ?



foto Kirlyan del campo energetico 
L'equilibrio del nostro sistema psico-fisico-spirituale è legato alla qualità della nostra condotta di vita , che è il risultatodi più cose messe insieme , come : alimentazione , attività corporea , ecc.ecc..ma anche e soprattutto dai pensieri che alimentiamo , dalle relazioni sociali , affettive , familiari , sentimentali , dalla qualità dei nostri discorsi , dei nostri propositi se dettati da non violenza (ahimsà) o aggressività verbale ; dalla nostra vita spirituale , se coltivata o meno (Isvhara Pranidhana ) ; ecc...ecc...


Certo alla povera e semplice suocera di Simon Pietro non si può chiedere tutto questo lavoro di approfondimento , però sicuramente , al suo livello , non mancano piccole "klesha" che un pò di febbre la procurano . Magari il suo ruolo asservito di donna nella società del tempo , quando il femminile era considerato come il due di coppe a briscola quando regnano i bastoni ; qualche chiacchera malevola , invidiosa ,per qualche vicina di abitazione che fa la miciona con ilsuo Pietro che poi diventerà il primo pontefice della storia e dispenserà dal suocerame i suoi successori non facendoli più sposare creando però poi problemi riflessi in altri campi della sessualità , che repressa da un lato riesce fuori da un'altro magari tra i chierichetti .



L'energia in eccesso della donna  viene allontanata dalla potenza della Parola cristica <comandò> , compì dunque un "esorcismo" ( dal latino exorcere = costringere , spingere fuori ) ; infatti l'esorcismo si basa sulla potenza di una energia che si oppone a quella di un'altra . Chiunque si avvicini a una persona in qualità di guaritore/guaritrice ,medico , sacerdote , ecc...si impegna inevitabilmente in un ruolo di esorcista ; infatti è chiamato a scacciare il male dal corpo o dalla psiche ( se è uno psicologo) o dall'anima , il nucleo energetico di male che si è insediato nel poverino/a e rende la sua vita paralizzata , dolorosa .



Un'altra motivazione di quel fuoco accesosi nel corpo della donna può risiedere nel fatto che il suo "manipura chakra" centro del fuoco nel plesso solare si è incendiato vedendosi , la povera donna , la casa invasa da tutti quegli uomini affamati e magari la dispensa a secco vista la precarietà economica di Pietro e i suoi amici che oltretutto erano al seguito di Yeshuà tutto il giorno  con scarso ritorno economico sul reddito familiare e si sa quantole donne e le mogli in genere siano sensibili a questo discorso , allora la malattia diventa , come in molti casi purtroppo , una via di uscita , una scappatoia . Yeshuà , al contrario di tante altre guarigioni , non instaura con lei alcun dialogo normalmente da lui utilizzate per prendere al malato una progressiva coscienza della  situazione esistenziale che lo aveva condotto in quello stato . No , con la donna nessun dialogo , un semplice "ordine" , perentorio alla febbre e via . < La donna si alzò in piedi e prese a servire > . 



Il suo manipura chakra viene ri-equilibrato dalla PAROLA SATTWICA e lei si alza , cioè assume una posizione attiva abbandonando quella passiva della malattia , il VERO SE l'ha toccata , il suo sistema immunitario ri-attivato , i linfociti/sentinelle sono ritornate nelle loro garitte e lei li prese a servire , che in altri termini vuol dire che iniziò il suo KARMA-YOGA ; infatti il Karma Yoga ( la radice Kr = azione) è AZIONE di SERVIZIO al SIGNORE e visto che era entrato nella sua casa ( il Signore) quale occasione migliore per purificare il suo karma oltre che con il fuoco della febbre , che leva tante tossine dal corpo e che tanti medici ottusi ammazzano con bombe di antibiotici ( anti = contro ; bios = vita ; quindi contro la vita ) e molto spesso inutili , rende sacro il suo agire   con lo Spirito di Servizio ( karma Yoga ) guadagnandosi la "santificazione" .





Diverso è il caso dell'indemoniato , che guarda un pò, si fa trovare proprio allinterno della sinagoga , del tempio dove Yeshuà era andato per la preghiera rituale e per insegnare . E' pieno di ira , rosso in volto , sicuramente con un fegato infiammato ; infatti il fegato è l'organo dove si scarica maggiormente la rabbia , passione che contraddistingue quanti sono talmente saturi di ego/faraone ( i nomi faraone e fegato in ebraico si distinguono per una sola lettera ) che quando non si riescono ad imporre agli altri asservendoli alle loro idee , sono capaci di"mangiarsi il fegato" . La suocera di Pietro non ha un ego così esteso come quello dell'indemoniato , che è talmente esteso da percepire subito la presenza dell'energia cristica nel tempio al punto tale da dare in escandescenze urlando :< Tu sei il Figlio di Dio , il Cristo >. E' singolare che in tutta l'economia dei vangeli il Cristo è ri-conosciuto dai diavoli ( Asura ...vedi mio blog) prima di tutti gli altri . Ne avvertono la potenza esorcistica , lo temono , lo fuggono , è insopportabile per loro . Ma Yeshuànon accordo loro dialogo , gli intima soltanto di andarsene via . Cosa che essi ( gli Asura) puntualmente fanno perchè non possono stare in sua presenza .



ICEBERG - EGO -parte nascosta della malattia
Mi raccontava tempo fa un mio carissimo amico ed allievo psicologo che nell'ambito della sua professione , quando si avvicina all'ego empirico faraonico dei pazienti , molti di loro cominciano a diradare gli incontri e in qualche caso anche a lasciare la terapia , e il mio amico , si badi bene non è un esorcista nel senso stretto della parola  anche se per quanto detto in poc'anzi la professione di terapeuta si pone per qualche verso in tale ambito ; infatti un terapeuta che si rispetti deve necessariamente mettersi in contatto con il "nucleo energetico malato" e collaborando con la fiducia del paziente estrometterlo , farlo "fuori" . Yeshuà parla sempre ai "nuclei energetici" che gli si oppongono e tengono prigioniera la persona che ha davanti a sua insaputa . Egli opera su quei nuclei con la potenza e l'autorità della sua " PAROLA" , con il " VERBO" , il VERBO non discute , INTIMA e basta !


Questi nuclei energetici "perversi" nella medicina ebraica sono chiamate " KLIPPOT " , gusci , in quanto racchiudono "parti oscure" ( per questo nel Kasher ebraico , regole di alimentazioni , i crostacei non sono ammessi ) , non raggiunte dalla "luce" e che , se liberate , generano la malattia .
Yeshuà avvicina queste "Klippot" le tocca ,le caccia , le illumina a seconda dell'area del chakra (centro energetico ) interessato .Nel caso della donna (febbre/fuoco) opera a livello del manipura ; nel caso dell'indemoniato opera su manipura (fuoco infero/fegato/rabbia ) senza procurare guarigione . Il meridiano del fegato nella medicina cinese è collegato al cuore ( Anahata chakra ), e quello dell'indemoniato è un "cuore indurito" chiuso all'azione dello Spirito Santo ( Ruah ).


Opera (Yeshuà) a livello del vishuddi chakra ( gola / udito ) con la guarigione del sordomuto ; opera a livello dell'Ajina chakra ( terzo occhio / saggezza) con la guarigione del cieco Bartimeo ; opera a livello del muladhara chakra ( arti , colonna vertebrale , ossa ) con la guarigione dei paralitici ; a livello dello svadisthana chakra ( emotività , acqua , sessualità) opera la guarigione dell'emorroissa , ecc...ecc...per non parlare delle tante guarigioni spirituali come quella più eclatante e famosa della donna samaritana al pozzo ,anche lei con uno svdisthana abbastanza malconcio .



Si decisamente Yeshuà può essere definito un CHAKRA-TERAPEUTA , un riequilibratore di chakra.

Spero e auspico  che il mondo futuro ormai avviato su una concezione "energetica" del corpo , anche in virtù delle recenti scoperte della Fisica Quantistica, possa giungere alla ri-definizione di una medicina che assommi in se la figura del medico e del terapeuta sacerdote capace di delineare un profilo del campo energetico e psichico della persona interessata dalla patologia , non limitandosi ad una semplice osservazione del sintomo e applicando poi freddi e asettici protocolli , osservando ad esempio la presenza di energia in eccesso o in difetto in questo o in quel chakra , aggiungendola o togliendola a seconda della necessità e contribuendo ad acquistarsi la fiducia del malato con un approccio sofrologico ed empatico , cercando di definire attraverso l'organo colpito se è presente uno stato di tristezza ( sentimento che si scarica sui polmoni e il sistema cardiocircolatorio ingenere ) ; o uno stato di paura ( sentimento che si scarica sulle reni ) ; o di rabbia (sentimento che si scarica sul fegato e la cistifellea )..ecc...ecc . 


Allora forse sarà possibile limitare l'uso massiccio di medicine tossiche che nella maggiorana dei casi raggiungono una "cristallizazione" e un contenimento della malattia ma più raramente una effettiva guarigione ; infatti quando il malato giunge alla consapevolezza della causa , allora si genera davvero la guarigione e come la suocera di Pietro <ci si alza in piedi > , padroni dei propri atti . La guarigione è frutto della "conversione" che comporta un rbaltamento a 180° delle false convinzioni , categorie , e immagini  che hanno nutrito la malattia fino a quel momento.

Poi si dovrà pur morire di qualcosa ma almeno con la consapevolezza che la morte biologica non è la  fine , ma l'inzio dell''Eternità Immortale del Verbo Divino incarnato in ogni essere vivente !
la prima cristianità chiamava il giorno della morte biologica con l'appellativo di : DIES NATALIS  !
Ovvero giorno del Natale , della RI-NASCITA e per questo tanti cristiani amavano chiamarsi RENATO,cioè : RI-NATO .....in Dio , alla propria vita divina offuscata dalla malattia , ma non abolita !





Yogacharya Eknathananda
  




venerdì 19 settembre 2014

IL PRATHYARA DI KURMA : LA PORTA DEL SAMADHI





Inizialmente associata al dio Prajapati, kurma venne quindi assorbita tra gli avatara (le discese salvifiche del dio Vishnu) e giocò un ruolo fondamentale nel famoso mito della zangolatura (metafora della creazione, ndr) dell’oceano. Prima che il mondo avesse origine, i deva (gli dei) erano continuamente minacciati dai danava (sorta di antidei demoniaci), per cui si erano rivolti a Vishnu, Signore della Provvidenza, che aveva consigliato agli dei di procurarsi l’ambrosia che rendeva immortali.

Il prodigioso nettare giaceva nelle profondità dell’oceano di latte e per estrarlo gli dei avrebbero avuto bisogno dell’aiuto dei danava, per cui promisero loro una parte dell’ambrosia. Stretto il patto, la montagna cosmica (che in questo mito è il monte Mandara) venne collocata nell’oceano con legato attorno il serpente Vasuki, in modo da ottenere una zangola (arnese per fare il burro, ndr). Le due parti cominciarono a tirare il rettile, gli dei per la coda e i demoni per la testa, facendo girare la montagna come un frullino, ma questa cominciò ad affondare e allora Vishnu, assunta la forma di tartaruga, scese nell’oceano per fare da base al Mandara.


Durante la zangolatura emersero esseri e oggetti meravigliosi: la bellissima dea Lakshmi, che divenne sposa di Vishnu; le Apsaras, ninfe celesti; Surabhi, la vacca dell’abbondanza; il cavallo bianco; la luna; il gioiello kaustubha che orna il petto di Vishnu; l’albero di parijata che esaudisce i desideri, etc. Ma nel frattempo si era sprigionato anche un velenoso miasma e Shiva, per salvare l’Universo, lo inghiottì prontamente striandosi la gola di blu e meritandosi il nome di Nilakantha (“Colui che ha la gola blu”). Finalmente emerse Dhanvantari, il medico degli dei, con l’ampolla dell’ambrosia fra le mani. I danava cominciarono a reclamare a gran voce la loro parte, ma Vishnu, assunte le spoglie di Mohini, una splendida fanciulla, li incantò con il suo fascino e distribuì l’ambrosia agli dei. Questi, rinvigoriti, sconfissero i danava e divennero signori dell’Universo.


                       Suprema conoscenza


Il mito sottende numerosi significati simbolici. Per prima la vita, racchiusa in potenza nell’oceano di latte, simbolo del fertile caos, la quale richiede il moto per venire all’essere. Non solo, l’operazione congiunta di deva e danava sottolinea come il dinamismo dell’esistenza necessiti di forze polari per avere luogo. Il suo dispiegarsi, però, non è frutto del caso, ma provvidenziale strutturarsi attorno a un asse cosmico (in questo caso il monte Mandara), che ha la sua base nel Divino, cioè Vishnu nell’aspetto di tartaruga.

Vasuki, il cobra policefalo, rappresenta le potenzialità della natura e il suo distendere le spire simboleggia l’attivarsi della manifestazione. Il veleno, ovvero la negatività, è parte del processo vitale, ma la sua neutralizzazione è garantita dagli dei. Lo esplicitano l’intervento di Shiva e ancora di più quello di Vishnu come Mohini, che attribuisce il premio ai deva, poiché sono le potenze della luce a essere incaricate di reggere il cosmo. Il personaggio di Mohini racchiude una doppia valenza: provvidenziale per gli dei e attrazione fatale, che svia e allontana dalla meta, per i demoni. La bellezza, infatti, può essere iniziazione e salvezza oppure confusione e dannazione: è la maturità spirituale che fa la differenza. Così l’ambrosia (in sanscrito amrita ovvero “immortalità”) in effetti non è l’elisir di lunga vita, bensì la suprema conoscenza che rende divini.

                     Pratyhara ( ritiro dei sensi )

In alcuni Purana (le “Storie Antiche” fondamentali per conoscere il mondo concettuale, mitico e rituale hindu, composte in numero di 18 fra il III e il VII sec. d.C.), Bharata, ovvero l’India, viene immaginata distesa sul dorso di una gigantesca tartaruga. Inoltre, uno dei Purana, il XV, porta proprio il nome di Kurmapurana, in quanto fu rivelato da Vishnu in forma di kurma. In seguito la tartaruga fu assunta come simbolo dell’uomo stabilmente raccolto in se stesso e, nello yoga, venne associata al pratyahara, la silenziosa introversione che convoglia l’attenzione all’interno del proprio essere. In questa dimensione dello stare in sé e con sé si sperimenta lo stato di unità e completezza che è l’indispensabile condizione alla vera concentrazione e all’autentica meditazione.