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sabato 3 agosto 2013

VIDEO MELIORA PROBOQUE , DETERIORA SEQUOR ...........( Ovidio )



< Video meliora proboque, deteriora sequor > , tradotta letteralmente, significa: "Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo le peggiori" (Ovidio , Metamorfosi, VII, 20).
La loquzione viene ripresa da San Paolo nella sua lettera ai Romani ( 7,18-19 ) <  Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio  >. In questa breve considerazione si può ri-assumere il " combattimento spirituale " di ogni tradizione religiosa o iniziatica che dir si voglia , riflessione che coglie la "divisione " originaria tra le spinte della mente , del cuore e del corpo .

 Tutta la disciplina dello Yoga nelle sue più disparate diramazioni ( Hatha Yoga ; Gyana Yoga ; karma Yoga ; Kryia Yoga ; Raja Yoga ; Kundalini Yoga ; ecc....ecc....) mira alla ri-composizione di queste tre dimesioni ( spirito , mente , e corpo ) al fine di permettere il raggiungimento della " MOKSA " , ovvero della liberazione dalle pastoie della mente egoica inferiore , rappresentata nelle varie tradizioni religiose come il satana della tradizione cristiana ; il mara di quella buddista ; il guardiano della soglia , ecc...ecc....nomi diversi , con rappresentazioni iconografiche diverse , ma sostanzialmente indicanti la medesima cosa e cioè : lo stato separativo , duale , dvaita , in cui il VERO SE' trascendentale rimane oscurato nelle maglie di Maya , che lo avvolge nelle  proiezioni  illusorie della personalità , l'armatura caratteriale che imprigiona l'eroe , il Virat , il Parsifal , che per entrare nel castello del " Re Pescatore " , dovrà perdere appunto la sua corazza , e rimasto nudo , avendo annichilito tutte le sue sub-personalità potrà porre al Re malato la domanda che lo farà guarire : < CHI SEI TU ? > . Che è poi domandarsi : < CHI SONO IO ? > . Che cosa sto a fare qui ? Immerso in questa incomprensibile e insensata battaglia alternata tra ricerche di piacere e fughe dal dolore  .

Questo tema traversa tutta la vicenda di Arjuna , il cavaliere protagonista del racconto epico narrato nella "BHAGVADGITA " . Quella di Arjuna è la storia di una " depressione " che si sviluppa in un uomo ormai incapace di comprendere il "senso"  dell'esistenza anticipando di molti secoli la domanda di Amleto : < Essere o non-essere ? ........questo è il problema > . Amleto non riuscirà a rispondere e verrà risucchiato nel buco nero della "follia" di Ofelia , la Kundalini che non riesce a trascendere la mente egoica inferiore e rimane così impigliata nell'oscurità della pazzia . Purtroppo Amleto , imprigionato in dramma edipico irrisolto , non può godere della presenza di un mentòre divino , come Krishna , coscienza divina , Vero Se , che affiora in Arjuna prendendo il posto del suo piccolo se egoico .

 Un " Sura " ( essere illuminato ) e un "Asura " ( essere demoniaco ) vivono in noi , procurandoci ogni sorta di conflitto interiore , di disagio fisico , psichico e spirituale . Fintanto che vivremo ancorati alla personalità saremo costretti e costipati nei limiti che essa ci impone ( Jivatman ) , solo quando l'Atman ( anima individuale ) si sarà liberata (moksa) del "Jiva " , personalità individuale identificata con le seduzioni della mente egoica , allora il "guardiano della soglia " si farà da parte , passeremo lo "stargate" che ci porterà al di là del bene e del male , saremo accolti da " mahat " , la mente cosmica , divina , unificante , che ci mostrerà i < nuovi cieli e le nuove terre > , entreremo nella "terra dove scorre il latte e il miele " della sapienza  e delle verità ( satya ) . Kundalini ormai in cielo danza la sua danza cosmica al canto dei Kirtana e dei Mantra . Questa è lafesta che attende i " figli di Dio " , cioè coloro che sono passati attraverso la " grande tribolazione " , cioè : la morte dell'ego faraonico ! Un vero supplizio , una croce ! La "risurrezione" o moksa è il premio di questa lotta

Ecco perché tanti santi , rishi , hanno amato la croce , perché li ha liberati dalla schiavitù dell'ego inferiore , da Avidya ( ignoranza spirituale ) , dal piombo della personalità egoica , faraonica . Anche Arjuna è dovuto salire sul carro (croce) per intraprendere la battaglia che lo avrebbe liberato dalla depressione in cui era caduto , ma èproprio sul campo di battaglia (dharmashastra) che egli ri-trova la "coscienza cristica " ( Krishna ) . Era da sempre dentro di lui , ma il tapino non lo sapeva , ignorava che il < Regno dei cieli è dentro di noi > . Copmrese quello che prima o poi uomini e donne tutti dovremo comprendere : SIAMO QUI PER REALIZZARE IL NOSTRO DHARMA . SCOPRIRE IL DIO IN NOI  , PER LIBERARLO DA TUTTE LE PASTOIE DOGMATICHE CHE LO TENGONO PRIGIONIERO . LUI VIENE PER LIBERARCI , MA ANCHE NOI DOBBIAMO IMPEGNARCI PER LIBERARE LUI PERCHE' POSSA LIBERAMENTE MANIFESTARSI IN NOI !

Yogacharya Eknathananda