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domenica 10 marzo 2013

IL FIGLIOL PRODIGO : IL REFRAMING DOLOROSO DI UN ASURA CHE DIVENTA SURA

11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre. 

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 

27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». (Lc 15,1-32)

Una storia , quella del " Figliol Prodigo ", o anche del Padre Misericordioso , che riamne tra le più intense nel panorama delle parabole cristiane , perchè ci parla di un rapporto sofferto , difficile , una storia di tutti i tempi , perchè generazionale , in quanto ci parla di una sofferenza / insofferenza filiale , i cui protagonisti si disegnano su più piani , che vanno da quelli più "grossolani" , materiali ( < dammi il denaro .......>) , a quelli più "sottili" ( < padre peccato conro il cielo e contro di te > ) , la storia che ci parla di un " ritorno " ( teshuvà in ebraico) , ritrovare il "centro" , la "fonte" della vita , della vita ontologica , divina ( Zoè , vedi il mio blog su : Bios e Zoè) , senza la quale nessuna vita può chiamarsi veramente vita , in quanto vissuta lontano dal " Vero Sè ", da cui proveniamo e a cui tutto ritorna .

Ogni epoca storica è piena zeppa di " Figlioli Prodighi " , che si sono persi nelle maglie di Matrix / Maya , nelle proiezioni illusorie delle mente egoica inferiore . Giovani che girano errabondi nelle piazze , nelle " Campo De' fiori " di tutto il mondo con le " bottigliette " in mano , in preda a "fumi" di ogni genere , che obnubilano le loro coscienze e spesso finiscono sulle liste di trasmissioni come " Chi l'ha visto " , ricercati da Geppetti in preda all'ansia e all'angoscia .
Qualcuno/a ri-torna , qualche altro/a no , rimane impigliato/a nella "rete" di Maya / Matrix , nel "paese dei balocchi" , animalizzati come i compagni di Ulisse , trasformati in "porci" o in somarelli come Pinocchio . La posta in gioco della nostra evoluzione oscilla tra queste due possibilità , < finire nei campi coi porci > o < tornare alla casa del Padre > , oppure rimanere cristallizzati nella " normopatia " ( vedi mio blog sulla normopatia ) del fratello che invece era rimasto a casa con il padre , metafòra di una vita senza eros , amorfa , routinaria , senza amore come una religiosità di facciata , senza entusiasmo , e farisaicamente impregnata di solo dovere formalistico .

La storia che conosciamo, il figlio che va via dal padre…

Ricordiamo i punti salienti della parabola del figliol prodigo raccontata da Gesù.
Un figlio immaturo ed egoista chiede in anticipo l’eredità dal padre, il padre gliela concede, lui va via di casa e spende tutto ciò che ha in sesso, gioco e qualsivoglia altra cosa contro la morale, ormai terminato il patrimonio il figlio si trova costretto a tornare a casa dal padre, il padre anziché arrabbiarsi con lui e lasciarlo fuori di casa come ci si aspetterebbe, lo riaccoglie e fa addirittura ammazzare il vitello grasso per festeggiarne il ritorno.

Gesù in realtà cosa tratta? Una semplice storia di un figlio e di un padre con una morale?

Ci è stato insegnata la bontà e la comprensione da questa storia e il perdono e questo è il lato materiale della storia, il lato che si rispecchia sul piano fisico di conseguenza…
Ma ti è mai venuto in mente che Gesù potrebbe parlare unicamente di stati mentali ? Forse no…
Bene, sappi una cosa che si può agire sul corpo per approdare nella consapevolezza pura e rientra in questo anche un discorso, in pratica essere ricondotto a quello stato tramite delle parole.
Resta comunque il punto finale cioè capire che i pensieri e il corpo sono un’illusione ( Maya) , ed è così facile arrivarci quando inizi ad entrare in uno stato senza pensieri di alcun tipo , tipici dell'ingresso nei primi stadi del samadhi ( stati unitivi della coscienza ) , favoriti dalla meditazione ( Dhyana ) .

La giusta lettura di questa parabola è fondamentale invece…

Allora per ristabilire un ordine procederemo così , attenzione :

Il figliol prodigo ( “ la mente non osservata ” ) chiede l’eredità (“ energia vitale ”) al padre (“consapevolezza pura”), il figlio spende tutto in bagordi (“fa tutto ciò che una mente non osservata fa, si limita a utilizzare il momento presente per formulare pensieri inutili e dannosi per sé e per gli altri”) ormai esaurito il patrimonio, il figlio (“La mente finisce il carburante e si trova stremata perché senza la fonte dell’energia non può nulla”) ritorna a casa del padre (“La mente sa intuitivamente dove si trova il padre, che è consapevolezza pura, ovvero il luogo senza pensieri”). Le cronache sanitarie ci parlano sempre più spesso di malattie generate dalla " sindrome di Burn-out " , innescata dall'eccessivo stress , che esaurisce l'energia vitale (prana) , lasciando gli uomini/donne , che non si dedicano alla meditazione , completamente esausti e con il sistema immunitario indebolito al massimo .
Il padre lo riabbraccia il "figliolo ) quando questi " ri-entra" , " ri-torna " alla meditazione ,  e mostra grandi festeggiamenti ammazzando il vitello grasso (“La consapevolezza pura non giudica, è assenza di pensiero, abbraccia amorevolmente ogni cosa e quando le si lascia spazio rende la vita piena di gioia).

Può essere difficile cambiare convinzioni e credenze su qualcosa, ma farlo, mette in moto nuove strade nella nostra mente, in quanto riportano alla consapevolezza pura giungendo al paradosso inevitabile e allora lì ritornereme nel luogo più pacifico da sperimentare, ciò che è dietro le credenze “il padre del figliol prodigo”…

Il Padre , Ajina chakra , è il luogo della pura consapevolezza , la mente divina da cui nasciamo . Noi siamo il suo " OM " , Verbo , la " goccia divina " , Atman , (Anima individuale)  incarnata , siamo emanazione parcellizzata del Brahman ( <Io e il Padre siamo Uno > ) in un corpo di carne. Il " Figliol prodigo " simboleggia l'oscuramento dell'Atman da parte di " Avidya " (=Ignoranza spirituale) , la sua "Kundalini" (= Coscienza cosmica ) giace addormentata nel muladhara chakra , il primo chakra , nella base pelvica , collegata alla pura materialità , al Regno materiale ( = il Malkut della Cabalà) , qui tutto è legato alla materialità , qui si gioca la battaglia per la sopravvivenza , che dura fino al secondo  chakra ( Svadisthana  ) e terzo chakra (Manipura) . In questa area "istintuale" del corpo è molto facile perdere il contatto con la "spiritualità" , ed in certo senso è anche necessario . Il "figliol prodigo " prodigo nato come " Sura " ( vedi mio blog su Sura e Asura ) " essere illuminato" , Re , ne perde la coscienza e si trasforma in  " Asura " , "essere ottenebrato" , incapace di operare " Viveka" , discriminazione tra bene e male . 

Il " Figlio prodigo " finisce nei campi (terra = muladhara) a far compagnia ai porci e a cibarsi delle loro ghiande , assicurando solo la sopravvivenza della sua anima/animale (= nefesh . Vedi mio blog su nefesh , ruah , neshama) . A un certo momento il dolore di quella condizione lo fa alzare dal "muladhara" , il giovane si "leva" in piedi , si verticalizza , la Kundalini si sveglia in lui , prende a salire lungo "sushumna" (vedi mio blog su kundalini) , si dirige verso la casa paterna , prende a camminare , azione , si attiva il suo centro del fuoco (= Manipura chakra) , sviluppa "Tapas" ( = ardore spirituale , volontà , ascesi .....) , si " ri-corda" ( re-cordare dal latino = ritrovare la memoria del cuore , dell'amore , dei sentimenti ) , raggiunge " Anahata chakra" , centro della vita spirituale , luogo di riposo della divinità nell'uomo/donna .

Giunge alla casa paterna " Ajina chakra " e ri-trova la "comunicazione " ( Vishuddi chakra = centro della gola = luogo del Verbo = della ri-sonanza ) ; infatti dice al Padre : < Padre ho peccato contro il cielo e contro te >. La "Teshuvà" si è compiuta , si è svuotato (= Kenosis in greco) del suo io empirico e lascia lo spazio all'abbraccio dell'IO SONO che da sempre lo attende a braccia aperte , non più una croce di dolore ma di Resurrezione : < Colui che credevamo morto è tornato in vita , vestitelo degli abiti più belli , mettetegli l'anello...> . E' l'estasi , il samadhi, il satori , questa è la gioia che attende i " figli di Dio " , che ri-tornano dopo un lungo viaggio . Il loto di sahasrara chakra si apre e li accoglie in un abbraccio tantrico che dona loro la coscienza di conoscere quello che da sempre sono stati e cioè : FIGLI DI DIO !!

Om shanti 

Yogacharya Eknathananda