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lunedì 22 aprile 2013

LE MUDRA : UN PONTE CON IL DIVINO


Le mudra, gesti sacri delle mani e del corpo che contraddistinguono il percorso dello yoga, mirano a riconnettere l’energia pranica individuale con quella cosmica, creando un ponte tra umano e divino.

                                        

La sacra gestualità  delle mani e del corpo, i nobili atteggiamenti ricchi di significati simbolici , che respirano la  grazia e la bellezza del divino  , le mudra contraddistinguono il percorso degli yogi e di molte scuole del buddismo. Esse ( le mudra ) accompagnano  le asana  e il pranayama , nonchè le pratiche di concentrazione (dharana)  e di meditazione (dhyana) ; caratterizzano la complessa ritualità religiosa orientale, mentre aggiungono raffinatezza e intensità alle varie forme di danza indiana o danza rasa . Il termine sanscrito “mudra”  è traducibile con “sigillo”, “gesto” o “atteggiamento”; ed è interessante notare che “mud” sta per “gioia”, mentre “ra” è “suscitare”. Le mudra presentano molteplici applicazioni e benefici, suggellando l’integrità e la completezza dello stato meditativo e spirituale, uno stato di gioia e di grazia. Esse mirano a riconnettere l’energia pranica individuale con quella cosmica, creando così un circuito energetico e vibrazionale che è espressione della potenzialità e delle qualità divine, nonché degli elementi della natura insiti nell’essere umano.


I mudra influiscono in maniera profonda sullo stato d’animo, sulle facoltà percettive, sull’approccio del praticante, affinando le qualità connesse alla fisiologia sottile yogica, quali l’intelletto superiore e l’intuizione . Essi rientrano generalmente nelle pratiche intermedie e avanzate e portano al risveglio del prana, dei chakra, della kundalini, aprendo così il cammino ai cosiddetti siddhi, ovvero i poteri psichici .
“La dea dormiente all’ingresso della porta di Brahma dovrebbe essere costantemente svegliata con ogni sforzo, praticando a fondo i mudra”, è scritto nell’Hatha Yoga Pradipika, che ne enumera dieci, i quali arriverebbero a “distruggere la vecchiaia e la morte”. Mentre la Gheranda Samhita ne elenca venticinque, grazie a quali “gli yogi raggiungono il successo in questo mondo”. Alcuni mudra, tra cui diverse posizioni delle mani, sono alla portata di tutti i praticanti sinceri e volenterosi, altri sono di maggiore complessità. In tutti i casi è meglio apprenderli guidati da un insegnante esperto e qualificato. Riteniamo inoltre sia opportuno accostarvisi con devozione e sensibilità, consapevoli della loro sacralità: “Rivelati da Shiva celeste, conferenti gli otto poteri, cari al cuore di tutti gli uomini di potenza, sono difficili da eseguire anche per i saggi” è scritto, ancora, nell’ Hatha Yoga Pradipika.

                                                

"Particolarmente universale è il Chin mudra (il gesto psichico della coscienza), in cui il pollice e l’indice sono a contatto, secondo diverse varianti"
Poiché l’assunzione dei mudra stabilisce un collegamento forte tra il corpo fisico, il corpo energetico e quello mentale – conferendo una maggiore consapevolezza del flusso pranico, trait-d’union tra corpo e mente – l’energia vitale viene convogliata sempre più verso la parte alta del corpo e, quindi, verso i chakra superiori. Il legame tra il pranayama e i mudra , contraddistingue la vera e propria sadhana ( insegnamento spirituale ) . Il significato “circuito”, altresì insito nel termine, implica la canalizzazione del prana (channelling)  all’interno del corpo e in determinati “nodi” vitali, al fine di contrastare la dispersione dell’energia all’esterno. Grazie alle mudra è possibile utilizzare l’energia vitale per il mantenimento e il ripristino della salute psicofisica, come per il raggiungimento di stati di coscienza elevati, e ciò comporta spesso, con il tempo, un andare oltre i modelli comportamentali istintivi e abituali.

Gli Hasta sono i mudra delle mani. Da sempre la gestualità accompagna la vita quotidiana dell’essere umano e il suo relazionarsi all’esterno. Se la gestualità rispecchia il nostro stato d’animo, di converso, attraverso le mudra possiamo influenzare e disciplinare la nostra condizione generale. Le estremità del corpo sono il nostro primo contatto con il mondo esterno e attraverso le mani – importantissima parte del nostro corpo, in grado di compiere centinaia di movimenti diversificati – non solo assorbiamo e riceviamo il prana, ma doniamo forza, energia e amore. Tramite le mani possiamo dunque donare e ricevere o, meglio ancora, condividere. Nella danza indiana, nelle sinuose sculture indiane o nei maestosi budda tibetani, le mani impegnate nei mudra più vari rivestono un fondamentale ruolo espressivo, estetico, religioso.

Le mudra rappresentano una vera arte "statuaria" del corpo , che abbinate a tecniche di pranayama e meditative, nonché a complessi rituali del buddhismo ; infatti  gli Hasta coinvolgono le dita attraverso diverse possibilità di combinazione, sortendo effetti a seconda delle parti interessate. Le dita sono infatti collegate alla corteccia cerebrale, e attraverso le mudra poniamo in collegamento profondo le mani con il cervello. Inoltre, vi sono valenze simboliche specifiche: se l’indice rappresenta la coscienza individuale, il pollice corrisponde alla coscienza universale. Mentre il mignolo, il medio e l’anulare corrispondono ai tre guna, ovvero le tre qualità della natura, rispettivamente tamas (inerzia), sattva (equilibrio) e rajas  (azione) . Va detto poi, che la mano destra è collegata all’aspetto attivo, maschile, solare, mentre la sinistra all’aspetto ricettivo, femminile, lunare.


Particolarmente universale è il Chin mudra (il gesto psichico della coscienza), in cui il pollice e l’indice sono a contatto, secondo diverse varianti. Le terminazioni nervose di pollice e indice creano un circuito energetico che dalla mano risale al cervello e da qui riscende, e così via. Si tratta di un preziosissimo circuito di vitalità interiore, la cui percezione si accompagna spesso a sensazioni quali serenità, contenimento, pacatezza, introspezione. In Gyana mudra, il gesto psichico della conoscenza, simile a chin mudra, le mani sono rivolte verso il basso. In entrambe le mudra l’individuo (l’indice) si riconnette alla coscienza universale (il pollice), ritrovando la primaria unione cosmica.

   
                                             

"Ideale per la meditazione è Bhairava Mudra, in cui la mano destra è poggiata sulla sinistra, con i palmi rivolti verso l’alto, sul grembo". Bhairava Mudra (che in sanscrito significa “atteggiamento terrificante”, probabilmente per la dignità e maestosità che richiama), in cui la mano destra è poggiata sulla sinistra, con i palmi rivolti verso l’alto, sul grembo. Le mani rappresentano le nadi  ida e pingala, qui riunite all’Assoluto sotto l’egida di Shiva, signore della dissoluzione dell’universo. Se poggiamo la mano sinistra sopra la destra, facciamo allora riferimento alla controparte femminile di Shiva, Shakti.

Il sottogruppo dei Mana, invece, coinvolge la testa: occhi, naso, labbra, lingua e orecchie. Shambhavi mudra  (il cui nome deriva da Shambu, un aspetto di Shiva), ad esempio, ha la finalità di risvegliare la coscienza suprema, stimolando ajna chakra, l’occhio interiore in cui intelletto superiore e intuizione sono un tutt’uno, arrivando così ad una sorta di chiaroveggenza. Esistono poi dei Mana, quali Khechari e Yoni mudra, che raccomandiamo nuovamente di eseguire sotto la guida di un maestro esperto e che inducono uno stato di pratyahara nonché una profonda calma. Se questi e altri mudra aiutano a mitigare l’ansia e i temperamenti accesi, coloro che soffrono di depressione o che sono molto introversi dovrebbero praticare con cautela.


All’interno del sottogruppo dei Kaya –ovvero i mudra posturali – Viparita Karani Mudra è uno dei più praticati. Si tratta di una fase successiva della posizione capovolta dell’aratro. Oltre ai benefici propri di quest’ultima postura (il riequilibro tiroideo; la stimolazione della digestione e il tonificare il sistema cardiocircolatorio), l’energia viene qui convogliata verso il cervello, invertendo il suo flusso abituale, che tende ad andare all’esterno e verso il basso. In Yoga Mudra (il sigillo dello yoga), invece, ci arrendendiamo alla Coscienza onnipervadente. Questo mudra crea un circuito energetico tra muladhara  e ajna chakra, rigenerando in profondità il corpo fisico, eterico e mentale. Gli effetti sono ancora più forti se pratichiamo a contatto con la Madre Terra. Shanti mudra, particolarmente potente e suggestivo, è fortemente legato al Sole, astro fonte di vita non solo fisica, ma anche spirituale. Mudra siffatte risvegliano l’energia vitale sopita, ridistribuendola armoniosamente a tutto il corpo, aumentando la salute, la vitalità, la fiducia. La simbologia dell’offerta e insieme della ricezione dell’energia vitale solare sviluppa un atteggiamento equanime e coraggioso .

Un centinaio nella danza indiana, i mudra rispecchiano e raccontano in questo caso, certamente, un’affascinante complessità storica e culturale: anzitutto esse strutturano il racconto, attraverso una codificazione simbolica, rappresentando aspetti emozionali e caratteriali dei personaggi e della vicenda illustrati ; in secondo luogo, allineano vibrazionalmente il danzatore alla trama. Infine, suscitano una sorta di contatto, di “risposta” subliminale nell’osservatore.
Valido ausilio per affinare e approfondire la dimensione sacrale della pratica, nonché parte integrante della ritualità religiosa e della rappresentazione artistica (dalla danza alle arti figurative), appaiono dunque le mudra. Dato il loro potere di intensificare i processi già in atto, i mudra si rivelano quale agente e insieme specchio di uno stato sottile e insieme profondo, in equilibrio tra percezione, dono e offerta sublime al divino.

venerdì 19 aprile 2013

YOGA E POLITICA : LA BATTAGLIA DI ARJUNA


                                         Da Krisnha....Bagavad Ghita


Ora ti rivelerò in modo completo questa conoscenza del fenomeno e del noumeno, al di là della quale nient'altro ti resta da conoscere.


Tra migliaia di uomini forse uno cercherà la perfezione, e tra coloro che la raggiungono, raro è colui che Mi conosce veramente.

"Nessuno, con i rozzi sensi materiali, può conoscere Krishna così com'è. Egli si rivela solo ai Suoi devoti, soddisfatto dell'amore e della devozione che Gli mostrano nel servirLo."

Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego - questi otto elementi, distinti da me, costituiscono la Mia energia materiale.

O Arjuna dalle braccia potenti, oltre a questa energia ne esiste un'altra, la Mia energia superiore, costituita dagli esseri viventi che sfruttano le risorse dell'energia inferiore, la natura materiale.

Tutti gli esseri creati hanno origine da queste due nature. Sappi per certo che di tutto ciò che è materiale e di tutto ciò che è spirituale in questo mondo Io sono l'origine e la fine.




La Baghvad-Gita è la bibbia dell'induismo , un testo particolarmente caro a tutta la tradizione Yoga ; infatti in essa sono narrate le gesta del nobile cavaliere Arjuna (= il puro)  , capo dei Pandava che si accinge a combattere l'esercito avversario , i Kurava , capitanati dal feroce usurpatore Duryodhana ,  nelle cui fila militano tanti suoi parenti ai quali egli non vorrebbe recare danno e tanto meno morte . Ma , ma ... Krishna ( Coscienza Cristica ) è accanto a lui , sul suo carro (= corpo) e gli fa comprendere che non può chiamarsi fuori da questa battaglia , che in termini epici ri-propone un tema caro a tutta la tradizione epica di ogni religione sotto ogni latitudine e cioè : la battaglia tra i " figli della Luce " e i  " figli delle tenebre " ; tra i " SURA " (= Pandava , esseri illuminati ) e gli " ASURA " (= Kurava ,  esseri ottenebrati ) ; insomma Angeli e Demoni sono sempre a confronto , protagonisti di una lotta perenne all'interno della psiche di ogni individuo e gruppo sociale .

Arjuna è interdetto all'inizio , titubante , dubbioso , amletico , sostanzialemente "depresso" !
Si può dire che questo grande stupendo libro inizia con la "depressione" di Arjuna . Quanti cammini spirituali e iniziatici sono iniziati con la "depressione" dell'eroe , stanco , avvolto nelle spire di un mondo esistenziale in cui , come l'Amleto shakespiriano non trova risposta , se non non fosse che a differenza di Amleto è affiancato dalla presenza luminosa e noumenica della coscienza cristica , Krishna appunto ; infatti sarà Krishna a convincerlo della necessità di questa battaglia , in cui è chiamato a sconfiggere i suoi nemici , che altro non sono che i suoi "nemici interiori" , così  come i Proci lo sono per Ulisse ( vedi mio blog sui Proci) , perchè fintanto che non ci si sbarazza di questi " ASURA" interiori , l'IO SONO , l'IO trascendentale non può "emergere" rimanendo relegato sotto la coltre "plumbea" di pensieri , desideri , emozioni , ispirati dai piani coscienziali (chakra) inferiori della mente egoica. L'eroe , alla fine convinto dalle motivazioni di Krishna , si deciderà a combattere e ad operare quel "passaggio alchemico" ben noto come il " descensus ad inferos" , la " discesa agli inferi" in cui andrà a "riscattare" e "redimere" le sue parti asuriche , oscure , irredente .

E una battaglia , il confronto con la propria "ombra" , cui prima o poi ogni uomo/donna è chiamato/a ..
La battaglia tra le due fazioni ; Sura e Asura , si svolge sul "Kurushestra " , il "campo della Legge Divina , sul quale approdiamo appena nati , esseri divini dimentichi della propria origine , come Arjuna , figlio di un semidio , che deve combattere per ri-conquistare la sua eredità divina .
Tutti i campi che incontreremo nella nostra vita come il : campo politico , campo sociale , campo finanziario , campo familiare , campo sportivo , campo affaristico , campo universitario , altro non sono che i "campi" riflessi riflessi del Kurushestra  e sui quali siamo chiamati a combattere a confrontarci con il proprio nemico , Duryodhana , capitano di una " Legione " di demoni .


La POLITICA rientra nel novèro di questi campi e rappresenta in un certo senso quello dove le "passioni" sono più sfrenate ,perchè più soggette alla schiavitù di "vizi" legati al desiderio del possesso, del potere , del sesso , della manipolazione , vizi che , a volte , si mascherano anche di "religione" per darsi una parvenza di credibilità , e di umanità acquisite a buon mercato , ma in ogni caso sempre radicate in quella parte "rettiliana" ( cervello rettiliano = cervello primitivo = sopravvivenza ) che si nasconde proditoriamente per " fare gli interessi del popolo " , dice lei , ma non è vero !
Gesù chiamò questa razza (rettiliana) con l'appellativo (guarda caso) di : RAZZA DI VIPERE !
Rettili appunto !

La politica relegata ai primi tre chakra ( muladhara , svadisthana , manipura ) infestati da demoni tamasici e rajasici delle passioni e dei desideri insani , raramente raggiunge il piano del cuore ( Anahata chakra ) e quindi il panorama di questa aerea è affollato per lo più da uomini/donne mediocri che si dilaniano in estenuanti lotte di potere , infarcite di violenza verbale e , a volte ,  tragicamente fisica . La storia è piena di esempi brutali come : desaparicidos in Argentina ; i campi di concentramento Hitleriani ; gli scontri tribali tra Tutsi e Hutu in Africa...ecc...ecc....
Nella politica si " semina " facilmente vento , e il raccolto karmico non può che essere "tempesta" .

Anche i racconti biblici ci narrano sovente di battaglie tra questa e quella fazione , tra un regno e l'altro con coinvolgimento nella faida di intere popolazioni e tribù , guerre e conflitti ereditati dai nostri tempi moderni , che vedono ancora Israeliani e Palestinesi fronteggiarsi in un conflitto che potremmo definire senza fine . Il cervello rettiliano sembra ancora possedere la prima posizione , ancora non ha ceduto il posto nemmeno a quello seguente , il cervello mammifero , non parliamo poi della "dura madre " nuovo di appena quindicimilioni di anni fa ,  quello civilizzato per intenderci , è ancora di là da venire .
Per questo la potenza della Kundalini-Shakti rimane relegata alla terra dei piani inferiori , vi striscia sopra e costringe i suoi posseduti a una dimesione "dualista" , separativa , quindi "diabolica" !

Quando essa (kundalini-Shakti ) s'innalza oltre il manipura e raggiunge i chakra superiori (Anahata , Vishuddi , Ajina ) allora possono presentarsi alla ribalta uomini come Gandhi , Martin Luther King , Salomone , ....Sura , uomini illuminati che sono passati all'utilizzo del terzo cervello e umanizzano le strutture sociali con la loro presenza . Ma gli Asura , i rettiliani , possono solo dar luogo a governi iniqui , espressioni di lobbies , di multinazionali fammeliche che non esitano a propinare il peggio del peggio pur di arricchire le loro tasche e salvare i propri interessi . In questo contesto " irredento " anche quanti si oppongono con altrettanta violenza a questa violenza , opponendovi il loro ego altrettanto rettiliano , una volta giunti al potere finiscono per riproporre gli stessi schemi repressivi dei predecessori , inevitabilmente una nomenklatura ne sostituisce un'altra , perchè il problema di fondo rimane irrisolto ; infatti  ai primi "tre piani" della mente egoica , il pensiero dell'Altro è relegato all'ultimo posto . Anzi non c'è proprio posto . Pertanto il regnante o il primo ministro la cui kundalini-Shakti ( coscienza cosmica ) rimane ancorata in questi primi tre piani e non abbia raggiunto Ajina-chakra ( terzo occhio o vista spirituale ) per cui sia in grado di esercitare il " giusto discernimento " ( = Viveka), costui o costei , rimane imbrigliato nelle maglie di Maya , delle sue proiezioni illusorie , immerso nella Matrix "irredenta" . Quindi ogni governo caratterizzato da questi elementi , sarà sempre una realtà "irredenta" e soggetta agli egoismi di parte .

E' di questa realtà che Krishna parla ad Arjuna per convincerlo a uccidere le sue "false proiezioni " che imprigionano il suo IO SONO trascendentale !
La politica può essere redento solo da chi sia stato già redento . Per insegnarci questo sono comparsi nella storia i grandi Avatar , manifestazioni plenarie di Dio ( Cristo , Buddha , Mahavira ) , ma invero sono stati rari gli Arjuna , e molti i Duryodhana !

Eknathananda