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lunedì 30 luglio 2012

IL RICCO ZACCHEO......UN REFRAMING AVVENTUROSO


“Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “E’ entrato in casa di un peccatore!” Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”(Lc 19,1-10).

< E' più facile per un cammello entrare nella cruna di un ago , che per un ricco entrare nel Regno dei cieli > , aveva sentenziato Gesù ; infatti gli eccessivi attaccamenti ai propri beni materiali , ai propri convincimenti interiori , ai propri pre-giudizi culturali , sociali , razziali , ecc..rendono di fatto inaccessibile la "porta" (chakra) del Regno . Cioè il trasferimento dal mondo profano a quello divino . I chakra rappresentano gli "stati di coscienza" di ogni essere umano e di fatto costituiscono quel " Regno dei cieli " interiore che abita in ogni uomo/donna , ma che di fatto rimane sconosciuto fino a che in essi (stati di coscienza) regna sovrano l'Erode , il Pilato , ecc...ovvero il rappresentante del mondo di  " Avidya " (ignoranza spirituale) , solo un passaggio pasquale apre le porte a quel " REFRAMING " (rinnovamento ) che immette il soggetto in una "cornice" (frame) di vita rinnovata , "reframed" appunto .
Il protagonista dell'episodio , Zaccheo , si trova in queste condizioni al momento dell'incontro con Gesù ; infatti è un ricco , benestante , pubblicano , esattore delle tasse come il suo più famoso collega Matteo ( estensore di un vangelo che porta il suo nome e sublime protagonista di un quadro di Caravaggio " La vocazione di Matteo " . Vedi mio blog in proposito ). Un esattore delle tasse , dunque , per conto dei Romani , quello che oggi potremmo assimilare a un dirigente di "EQUITALIA" e pertanto fortemente inviso alla popolazione , addirittura odiato !
Ma Zaccheo , al pari di Matteo e di tanti altri uomini/donne di ogni tempo e latitudine ad un certo punto sente il bisogno di amore , di tenerezza , un desiderio d'infinito che ogni essere venendo al mondo porta nel suo cuore e che quando rimane inappagato produce stati di ansia , di insofferenza esistenziale , di inquietudine , che spesso sfociano in malattie psicosomatiche .
Zaccheo era giunto , come Matteo , a questo limite , le sue notti erano probabilmente diventate insonni come quelle degli "innominati" di ogni tempo , che avvertono il subbuglio e la confusione della propria coscienza ormai incapace di gestire il "male-essere" interiore , viene a sapere (Zaccheo) che il maestro taumaturgo passerà nella sua città , che porta il nome di Gerico, città significativa perchè a suo tempo conquistata dagli Israeliti nel loro cammino verso la "terra promessa" , città che simbolizza con le sua mura fortificate e ostili ( vedi il mio blog su Gerico) il paradigma dell'egoismo , quell'egoismo di cui è intriso il cuore di Zaccheo e di ogni uomo/donna che sono "focalizzati" solo sugli interessi ravvicinati di un quotidiano materialista e lontano dalla sorgente divina dell'essere . 
Uomo (Zaccheo) "piccolo di statura" , dice il passo , non solo fisica , ma anche morale , affettiva , sentimentale , ingabbiato dentro una "folla" che si accalcava intorno a Gesù che entrava in città , una folla non solo fatta di gente , ma anche di pensieri invasivi , ostili , di quelli che giornalmente occupano la mente egoica inferiore . Pensieri inutili , perchè una < cosa sola è buona e necessaria > come dice Gesù e cioè : stare in compagnia del VERO SE' , di DIO , ed è proprio questa l'intuizione fondamentale di Zaccheo , che mentre giaceva ancorato nei meandri materialisti dei suoi attaccamenti , nello stato coscienziale di un "muladhara chakra" tamasico , progressivamente sente la spinta di "Kundalini" , risvegliata dall'arrivo del Maestro , a salire verso "stadi" più alti e "sattvici" (vedi mio blog sulle "tre guna) , arrampicandosi sull'albero di "Sushumna" , in "Vrkasana" (posizione dell'albero) , giunge in "Ajina Chakra" , s'illumina , vede l'IO SONO , il VERBO , DIO davanti a lui . 
E quel Dio , che già lo stava cercando ancora prima che lui lo sapesse , si auto-invita a casa sua (di Zaccheo). Giunto nella parte più alta di se il piccolo/grande Zaccheo ora vede , è in grado di operare "DRIK DRISHA VIVEKA " , la GIUSTA DISCRIMINAZIONE , ri-vede in panoramica la sua vita fino a quel momento , si ravvede , opera un "REFRAMING" e il suo cuore , Anahata chakra , si apre all'amore e conseguentemente alla carità ; infatti restituisce la metà dei suoi guadagni a quei poveri . Smette (Zaccheo) di essere oggetto di odio per divenire oggetto di Amore , ormai si è trasferito nell'ultimo chakra , Sahasrara , dove si effettua l'ultimo passaggio dalla molteplicità all'unità , e questa esperienza diventa definitiva , l'uomo/donna è tornato/a nel suo giardino di origine , nello stesso Eden in cui è stato/a creato/a , dove prende coscienza che Dio lo ha cercato da sempre per venirlo a salvare ..< Zaccheo oggi la salvezza è entrata nella tua casa > .
Raccogliamo questo bella frase e domandiamoci se Dio è entrato nella nostra e se , affermativo , facciamo di tutto per non mandarlo più via come in passato !



Om Shanti 

giovedì 26 luglio 2012

GEREMIA : UN INVITO DI REFRAMING INASCOLTATO

Una storia singolare e insolita quella del profeta Geremia , rampollo di una dinastia sacerdotale maledetta dal Signore e bandita dalla città di Gerusalemme , impensabile quindi che il Padreterno andasse a scegliere proprio tra quelle fila dinastiche un  profeta che dovesse parlare in suo nome alla casa malandata di Israele . Eppure è proprio nello stile del Dio biblico questa singolarità di scelte che spiazzano quasi sempre la mentalità del credente abitudinario , standardizzato su categorie e linee mentali più frutto di valutazioni personali che non di effettiva relazione con quel Signore che dice di se : < le mie vie non sono le vostre vie , i miei pensieri non sono i vostri pensieri > ( Isaia ) . Si potrebbe quasi dire che per sapere ciò che pensa Dio , basta pensare tutto il contrario di ciò che pensa l'uomo .

Geremia è molto giovane , inesperto , quando viene "chiamato " (vocazione) e come molti altri profeti "recalcitrante " a " prendere servizio " , perchè sa che sa , come i suoi predecessori , che quella del profeta non è una " via " ( marga ) facile , ma al contrario piena di ostacoli pericolosi e di situazioni che spesso sono de-generate nella eliminazione fisica ; il profeta infatti deve svolgere " due ruoli " impegnativi , in quanto deve ri-coprire da un lato quello di "portavoce" degli ordini di Dio al popolo  e dall'altro deve farsi "mediatore" e "intercessore" sacerdotale del popolo presso Dio secondo un canovaccio , una sceneggiatura spirituale che vede il profeta invitare il popolo alla conversione per sedare il Dio irato e insistenti  preghiere al Signore per invitarlo ad abbandonare la sua ira e concedere il suo perdono al popolo pentito .

Geremia purtroppo non vede soddisfatte le sue preghiere insistite , il Signore si mostra risoluto , determinato ad infliggere al suo popolo quanto minacciato se non si fosse emendato dal suo comportamento iniquo e dalla sua idolatria . Il popolo non ascolta Geremia e la conseguenza sarà la invasione di Gerusalemme nel 587 a.c. da parte del re babilonese Nabuccodonosor , che deporterà gran parte degli ebrei , compreso Geremia , che nella prigionia comporrà le sue famose "lamentazioni" . Il destino di un profeta non è mai dissociato da quello del suo popolo , perchè anche in terra di "esilio" il profeta è chiamato a ricordare e far ricordare la " Parola " del Signore .

Molti sono i "deportati" psichici e spirituali di questo nostro tempo idolatrico , schiavo di un Nabuccodonosor finanziario , politico , tecnologico , irreligioso , materialista e spiritualista ad un tempo , perchè anche una religione diviene uno strumento di schiavitù in mano alla mente (maya) egoica inferiore , Babilonia confusionaria che cerca di cancellare ogni traccia di sacro nel cuore degli uomini e delle donne di ogni tempo e latitudine , ma che non riesce certo a strappare Dio dal cuore dei profeti , quelli veri s'intende , che anche in "terra di esilio" ricordano e fanno ricordare la dolcezza della "terra" dove scorre il " latte e il miele " della Parola divina .

La malattie che si sviluppano in questa terra di schiavitù si chiamano : ansia , depressione , panico , paura , paranoia , conflitti bellici , ecc...tutte figlie di una "Nigredo" interiore , che però diventa premessa stessa di una futura guarigione .

Il Signore non ascolta la preghiera di Geremia , lo abbandona , come abbandonò Gesù sulla croce ( < Elì , Elì , lemà sabactani > < Dio mio , Dio mio , perchè mi hai abbandonato > . Quell'esilio è terapeutico , si tratta di una "circoncisione" dolorosa , utile a togliere una delle tanti "pelli d'ignoranza" che coprono la "luce" che ogni uomo/donna porta dentro di se per eredità divina . Una "luce" (sattva) di cui nel vangelo gnostico di Tommaso viene detto : < Se porterete alla luce quello che è dentro di voi , quello che porterete alla luce vi salverà ! Se non porterete alla luce quello che è dentro di voi , quello che non porterete alla luce vi distruggerà > !

Quell'esilio è necessario , è pedagogico , terapeutico ; infatti solo il dolore può disserrare le "porte" di cuori "induriti " , callosi , resi tale dalla ostinazione della " ignoranza spirituale " ( Avidya ) . Il dolore non è lo strumento di tortura di un Dio sadico , ma il "correttore" di atteggiamenti errati di esistenza . Quando il cuore non è "allineato " con il Dharma ( = legge divina ) , ma con le istanze della mente egoica inferiore , è molto probabile che si apra la strada dell'esilio e del dolore esistenziale . I profeti , quelli veri , sono qui per ricordarcelo , e Geremia.....non si tira indietro ! Costi quel che costi .
Il VERO SE , il DIVINO , il SE-NON LOCALE , DIO , o comunque volete chiamarlo ci invita ogni giorno al "REFRAMING" , al " rinnovamento interiore " , se poi finiamo in qualche terra di schiavitù non prendiamocela con nessuno , semplicemente non abbiamo ascoltato la sua voce < come quel giorno a Massa e Meriba > , chi ha orecchi per intendere intenda !

martedì 24 luglio 2012

IL PRALAYA DELLA CITTA' DELL'EGOISMO : GERICO




Preludio: teofania

[13]Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?».
[14]Rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?».
[15]Rispose il capo dell'esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo». Giosuè così fece.

Presa di Gerico

[1]Ora Gerico era saldamente sbarrata dinanzi agli Israeliti; nessuno usciva e nessuno entrava.
[2]Disse il Signore a Giosuè: «Vedi, io ti metto in mano Gerico e il suo re. Voi tutti prodi guerrieri, [3]tutti atti alla guerra, girerete intorno alla città, facendo il circuito della città una volta. Così farete per sei giorni. [4]Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. [5]Quando si suonerà il corno dell'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé».
[6]Giosuè, figlio di Nun, convocò i sacerdoti e disse loro: «Portate l'arca dell'alleanza; sette sacerdoti portino sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca del Signore». [7]Disse al popolo: «Mettetevi in marcia e girate intorno alla città e il gruppo armato passi davanti all'arca del Signore».
[8]Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe d'ariete davanti al Signore, si mossero e suonarono le trombe, mentre l'arca dell'alleanza del Signore li seguiva; [9]l'avanguardia precedeva i sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l'arca; si procedeva a suon di tromba. [10]Al popolo Giosuè aveva ordinato: «Non urlate, non fate neppur sentire la voce e non una parola esca dalla vostra bocca finché vi dirò: Lanciate il grido di guerra, allora griderete». [11]L'arca del Signore girò intorno alla città facendo il circuito una volta, poi tornarono nell'accampamento e passarono la notte nell'accampamento.
[12]Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l'arca del Signore; [13]i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di ariete davanti all'arca del Signore, avanzavano suonando le trombe; l'avanguardia li precedeva e la retroguardia seguiva l'arca del Signore; si marciava a suon di tromba. [14]Girarono intorno alla città, il secondo giorno, una volta e tornarono poi all'accampamento. Così fecero per sei giorni.
[15]Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell'aurora e girarono intorno alla città in questo modo per sette volte; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. [16]Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché il Signore mette in vostro potere la città.
Il termine " PRALAYA " , nello Yoga , indica la fine di un ciclo , il suo dissolvimento , chiamato morte a livello individuale e " fine del mondo" al termine di un ciclo di manifestazione ( Kalpa ) .

La città di GERICO è la narrazione di un " Pralaya " ; infatti  si presenta nell'immaginario biblico come la l'esempio paradigmatico dell'egoismo . E' una città chiusa in se stessa , nei suoi traffici , nei suoi commerci giornalieri focalizzati solo sulla logica del guadagno , del profitto , delle intese politiche e commerciali , dotata di una religiosità celebrativa , meccanica , affidata più alle parole delle labbra che non del cuore . Una città che si è cinta di mura , di bastioni , che ricordano da lontano la " Grande Muraglia " cinese eretta a protezione degli interessi degli abitanti . La storia c'insegna che ogni epoca ha eretto siffatte " muri " di protezione , l'ultimo in ordine di tempo è quello di Berlino , caduto nel 1989 .
Gerico si trovava sulla strada del popolo d'Israele ed era necessario conquistarla per permettere la prosecuzione del " viaggio " verso la " Terra Promessa " . Il primo e più grande ostacolo che lo Yogi incontra è costituito dalle "mura" che il suo piccolo/ego/faraone , mente egoica inferiore , ha eretto dentro di lui , intorno al chakra del cuore ; infatti è lì che si annida il così detto " Guardiano della soglia " di ogni fiaba iniziatica che si rispetti , una " guardia carceraria " , che nel corso del tempo ha costruito una " griglia magnetica " imprigionante che avviluppa il corpo , la mente , l'anima , lo spirito del " combattente spirituale " . 
Una "rete" psico-energetica con la quale ci si è così identificati da ritenerla come propria natura costituente . L'IO SONO , VERBO DIVINO , è prigioniero di questa rete fintanto che non giunge un " tocco divino " , la Grazia , a far prendere coscienza , ad accendere quella "scintilla" di "fuoco sacro" (tejas) che fornisce l'energia per affrontare l'ESODO , l'uscita dalla città della ignoranza ( Avidya) e dell'egoismo  .
All'inizio del racconto Giosuè ( = Dio salva ) si trova davanti al VERO SE' nella persona di un angelo (ipostasi divina , Michele) capo delle schiere celesti , che gli prospetta la conquista di Gerico , al di la del fiume Giordano , un fiume che si arresterà per permettere il "passaggio" ( pesach in ebraico , da cui Pasqua ) dell'arca con i sacerdoti e il popolo al seguito . 
L'arresto ( Kumbaka ) delle "acque" ( apas ) , quindi il dominio delle emozioni avviene con il controllo di " Svadisthana chakra " , dopo aver lasciato la terra dell'ignoranza ( muladhara chakra ) con i suoi attaccamenti illusori della mente-inferiore ( Maya ) . Il coraggio stimolato dalla presenza dell'angelo apre il " manipura chakra " e fornisce la forza per il combattimento . Nella parola coraggio si trova la radice latina della parola "cuore" ( Cor in latino ) e coraggio sempre in latino vuol dire " cor agere " , agire con il cuore. Quindi il trasferimento in " Anahata chakra " permette di trovare le forze spirituali per questa azione che deve "aprire" le porte del "cuore" della città dell'egoismo.
Il coraggio trova espressione nella " Voce " , " Vishuddi Chakra " ; infatti al suono dello " SHOFAR " e al grido dell'intero popolo insieme ai sacerdoti , modulato per sette volte , tanti sono i chakra , dopo una processione di sette giorni , operata ogni volta per sette volte intorno alle mura , fa si infine che esse crollino . Gli abitanti della città , figli delle tenebre e della cecità interiore moriranno tutti , eccetto la prostituta Raab e la sua famiglia che aveva aiutato gli israeliti in avanscoperta . 
Tutta la città si era prostituita al potere , e alle ricchezze facendosene un idolo e quando il Vero Se è dimenticato sono dolori per tutti tanto a livello individuale quanto a livello collettivo. Quando si "redime " una sola parte , si redime anche il rimanente , per questo < si fa più festa in  cielo per una peccatore ri-trovato che per novantanove giusti > !
Le " parti prostituite " del Vero Se devono ri-tornare a Lui ed è per questo che la "prostituta Raab " insieme ad altre quattro prostitute , figura nell'albero genealogico di Cristo presentato all'inizio del Vangelo di Matteo .
Ognuno di noi porta nel cuore la sua cittadella fortificata da illusorie certezze , categorie mentali ottuse , pregiudizi , attaccamenti ossessivi , vizi , rigidità , dogmatismi materiali e religiosi , che ostacolano  il passaggio dello Spirito , mura che inficiano  il libero scorrere dell'energia fisica , psichica e spirituale e che alla lunga procurano danni di ogni genere a partire da quelli fisici .
Colloquiamo con la nostra Raab interiore , parliamole con dolcezza , prospettiamole una vita aperta senza mura , sicuramente ci farà entrare e lei vivrà in un'altra città ...quella di DIO !




lunedì 23 luglio 2012

IL CADUCEO : STRUMENTO DI GUARIGIONE NELLE MANI DI ERMETE


     

Tutti più o meno sanno che cos’è il "Caduceo di Hermes", cioè una verga con due serpenti attorcigliati di opposto sesso che si guardano aggressivi, tenuta in mano dal messaggero alato Ermete. Simbolo antico dell’Oriente, si ritrova a Cartagine presso i Fenici, gli Hittiti, gli Ebrei, gli Egiziani. Negli Inni omerici (III,529) il caduceo ermetico è detto "aureo", con la virtù di fascinare gli occhi dei mortali e di addormentarli, di attrarre i morti dagl’inferi, di cambiare in oro gli oggetti toccati. È simbolo di prosperità e di pace anche presso i Romani.

In lingua greca vuol dire "araldo di pace". Ancora oggi il pastorale degli archimandriti, che è a forma di T, termina con due serpenti che si affrontano, talvolta sormontati da una croce; la verga o bastone ha sei nodi e poggia su una punta per designare lo sprone con cui il pastore punisce e incita al bene.

Il Padre Pavel Florenskij spiega qualcosa di più su questo simbolo episcopale, commentando una icona della Sofia: "Il caduceo (e non già il pastorale con la croce o con il monogramma di Cristo, almeno nella maggior parte dei casi) indica la potenza teurgica psicopompa, la forza misteriosa che esercita sulle anime. Il rotolo avvolto nella sinistra e stretto al cuore, organo della conoscenza superiore, indica la conoscenza dei misteri occulti."

È evidente che qualcosa di esoterico ancora sussiste nell’Ortodossia, anche se poco, ma la Chiesa Romana che fu a suo tempo bizantina, strada facendo ha perso il simbolismo antico delle grandi Iniziazioni, ed ha preferito il pedum (il pastorale romano) a cima ricurva alla maniera del pastore, mentre sarebbe stato meglio se avesse adottato i due serpenti sormontati dalla croce, a indicare la prudenza episcopale.

Nel suo "Symbolisme Hermétique", Oswald Wirth identifica i due serpenti attorcigliati sulla verga d’oro alle correnti di polarità contraria del grande agente magico, conosciuto dagli
occultisti sotto il nome di Luce Astrale. L’Iniziato deve saper captare queste forze, scrive il Wirth, allo scopo di utilizzarle a tempo e luogo per dominare la Natura e ottenere effetti che il volgo ritiene miracolosi. Nei riti massonici e cristiani esoterici noi attiriamo con la mano sinistra le forze diffuse nel Tempio (Etere, Mercurio dei Filosofi), e con la mano destra le concentriamo in noi (coagulazione e fissazione del Mercurio).

Circa il Caduceo, l’esoterico Dott. Rolt-Wheeler precisa:
"Questo Simbolo è puramente Ellenico; è Orfico, Eleusino e Pitagorico contemporaneamente. Il Simbolo Orfico è parzialmente fallico, con il bastone sormontato dal tirso o cono di abete, emblema della fecondità. Il Caduceo propriamente detto è il bastone magico di Ermete, il messaggero alato degli dèi. I due serpenti sono Dionisiaci, essi simbolizzano le due polarità, mascolina e femminina; anche le due forme di magia , così la mentalità cosciente e subcosciente. La croce è Orfica, essendo stato Orfeo crocifisso a un albero.

Il simbolo è diviso in sette piani. Così la parte inferiore dell’esagono è sul terzo piano, il rettangolo pitagorico è sul quarto piano, la parte superiore dell’esagono e le teste dei serpenti sono sul quinto piano. L’incrocio dei serpenti indica la Legge dell’Alternazione delle Polarità. Ciò che è maschile sul 1°, 3°, 5° e 7° piano, è femminile sul 2°, 4° e 6° piano. Una donna è così d’influenza mascolina sui piani pari. I piani sono chiamati: 1° Materiale; 2° Astrale; 3° Mentale; 4° Emotivo; 5° Causale; 6° Spirituale e 7° Divino."

In Oriente il simbolo dei due serpenti attorcigliati alla verga trova riscontro nelle due correnti, Pingala e Idâ che si avvolgono al Merudanda: la prima è di colore rosso, calda e secca, paragonata al Sole e allo Zolfo alchemico, mentre la seconda, Idâ, è fredda e umida come il Mercurio alchemico e viene correlata alla Luna per il suo argenteo pallore. Chi vuole ulteriori dettagli può cercarli nelle nostre vecchie opere, sempre valide dal punto di vista delle tecniche iniziatiche, benché il nostro attuale indirizzo sia Archeosofico e quindi più avanzato.

Le esercitazioni meditative sul Caduceo portano ad  importanti scoperte circa l’Albero della Vita ed il risveglio di Kundalini , il Fuoco Serpentino, ma le esperienze della meditazione sui simboli sono più agevolate se vengono condotte inserendo i simboli stessi in una figura umana che allaccia la coscienza del mediante ad altri archetipi dei simboli che sono collegati l’uno all’altro dalle leggi della sinergia. Ottimo allenamento è un’icona a colori della Sofia creata. L’Ascesi è avvantaggiata da questo tipo di meditazione, alla quale hanno attinto Jacob Boehme, Soloviev, Pavel Florenskij, seguaci della gnosi russa.

Una esposizione dettagliata circa il modo di meditare sulla Sofia , secondo la Bibbia, è stata affidata a un’opera che speriamo di mettere a disposizione di quanti si interessano alla questione sofianica, uno degli aspetti più profondi e meno conosciuti del cammino iniziatico.

lunedì 16 luglio 2012

SOL NIGER : L'OMBRA DEL MASCHIO






Le violenze maschili sono il sintomo patologico della mancata integrazione tra il lato numinoso del fallo ctonio e il lato ombroso del fallo solare.

L’Ombra, nel pensiero junghiano, coincide con "ciò che non si vorrebbe essere"; l’incontro con se stessi passa per una prima fase molto spiacevole a cui, per quanto si può, si sfugge, proiettando tutto il "negativo" sul mondo circostante. E la prima cosa che l’uomo spesso incontra, accettando d’incontrar se stesso, come responsabile delle sue angosce inconsce, è il suo corpo, meglio la sessualità. E con essa, ovviamente, il proprio sesso ctonio quale elemento fondante la sua identità virile. 
Egli spesso, per primo lo maltratta, lo sbeffeggia con gli altri uomini. Sono forme di esorcismo verso una realtà che mostra il sacro nel suo carattere autonomo. Il fallo si erige quando vuole e con chi vuole. E non si erige quando vuole l’uomo. Vi è numinosità nel fallo fisico che è esso stesso manifestazione e ierofania del sacro. Anche per questo ogni obelisco, ogni grattacielo, ogni cattedrale gotica, affascinano tanto. 



Gli uomini tendono a reprimere questo aspetto del proprio interesse per il fallo, a provarne disagio, a disprezzarlo in sè e negli altri uomini. Essi, dopotutto, sono il fallo. 
Non si osserva nè tanto meno si adora ciò che si è! La conseguenza è l’impossibilità maschile di un rapporto col proprio fallo come manifestazione archetipica. 
Ho parlato del sesso maschile perchè l’uomo lo elude sempre volentieri. E perchè solo se egli integra a sè il vissuto e tutto ciò che riguarda il fallo ctonio, il fallo solare (Logos) saprà essere davvero armonioso e non ombra di se stesso. 
Non può cambiare la vita e farsi più "umana" se l’uomo non integra a sè anche i lati brutali, ma comunque sacri, di se stesso. Le violenze maschili rappresentano in modo patologico la non integrazione alla personalità del lato violento del portatore di Fallo. 
Il processo d’integrazione crescente presuppone il riconoscimento e l’accettazione della propria indole. 



Vi sono uomini "apollinei" (Apollo: dio ordinato, razionale, prudente, regolare) e uomini "dionisiaci" (Dioniso: dio femmineo, pulsionale, estatico) . Più essi analizzano la loro natura peculiare, più potranno guadagnar terreno verso la caratteristica mancante e così in sè armonizzarsi. 
Meno ci proveranno e più il lato presente si farà nell’uomo la caricatura di se stesso. Dioniso è anche femminile. Ma l’uomo che non armonizzi rischierà di esibire i lati peggiori dell’esser Donna. Per l’altro verso, più un uomo se ne sta a distanza dalle radici e dall’oscurità della sua natura apollinea, più rappresenterà il lato peggiore del Logos: razionalismo, alienazione, disumanizzazione, mito del Superuomo. 
A questo proposito Jung così si esprime: "Il Superuomo resiste ad ogni compassione e si erge contro l’’uomo più laido, l’uomo ordinario che è ognuno di noi. L’Ombra non deve essere scorta, ma va negata, rimossa o trasformata in qualcosa di straordinario. Il sole splende ognora radioso, e tutto riflette la sua luce. Non v’è posto per debolezze che sminuiscano il proprio prestigio. 





Il Sol Niger non si vede in nessun luogo. Soltanto nelle ore di solitudine se ne paventa la presenza. Le cose vanno assai diversamente con la luna: ogni mese essa si oscura fino a divenire indistinguibile, come ognuno può notare, ed essa non può dissimulare il proprio stato a nessuno, neppure a se stessa. 
Chi, invece ha mai sentito parlare di un sole oscuro? Chiamiamo questa proprietà della luna "vicinanza" della donna alla natura", mentre amiamo ravvisare lo "spirito maschile" nello splendore infocato e nell’aria ardente che circondano la superficie delle cose. Nonostante tutti i tentativi di negare od offuscare questo fatto, esiste un inconscio - ossia un Sol Niger che è responsabile del fenomeno sorprendentemente comune della dissociazione maschile, in cui la mano destra ignora e deve ignorare ciò che fa la sinistra. 
Questa scissione nella psiche maschile, da un lato, e il regolare novilunio nella donna, dall’altro, possono spiegare il fatto significativo per cui la donna viene accusata di essere la causa di ogni oscurità per l’uomo, mentre quest’ultimo si bea nel pensiero di essere un’autentica fonte di vitalità e di chiarezza per il femminile che lo circonda. In realtà egli ha fatto molte volte del suo meglio per trascinare lo splendore del suo spirito nel dubbio più profondo. 


Allo "spirito" (che tra l’altro è un grande imbroglione, come Mercurio) non riesce difficile ammettere una schiera di peccati nella maniera più convincente e associarvi il sentimento falsato di un atteggiamento etico, senza accostarsi minimamente ad una vera intuizione, che non può mai essere raggiunta senza la partecipazione del sentimento. Ma l’intelletto lascia spazio a quest’ultimo soltanto quando gli conviene. 
L’oscurità lunare della donna è, per l’uomo, fonte di continue delusioni, che facilmente sono causa di amarezza, ma che allo stesso tempo assicurano la saggezza, nella misura in cui sono comprese dall’uomo. 


Naturalmente ciò è possibile soltanto se egli è disposto a riconoscere il suo Sol Niger, ossia la sua Ombra." L’uomo finora si è difeso dall’incontro con la sua Ombra attraverso l’istituzionalizzazione del suo ruolo, in essa trovando rassicurazione alla sua identità seppur con l’inevitabile prezzo dell’autoestraneamento. Per fortuna questo meccanismo mostra salutarmente i suoi limiti e l’uomo non pare più poter allontanare da sè la sofferenza che sempre si accompagna al primo gesto introspettivo. Ma da esso soltanto può partire il processo liberatorio che permetterà all’uomo di esistere oltre la sempiterna dinamica edipica, indipentemente dalla società matriarcale (potere della madre di cui deve restar "fallo") e dalla società patriarcale (potere del padre il cui "fallo non accetta altro fallo") .

SHIVA



Signore dell'universo

    Shiva è la divinità più importante nell’induismo. Creatore di vita e distruttore, è un dio virile con anche caratteristiche femminili
    di Gianni Da Re Lombardi illustrazione di Luca Gelosa
    Signore_delluniversoShiva è il dio dello yoga, contraddittorio e affascinante. Le sue origini sono talmente antiche, nella mitologia indiana, che il personaggio rappresentato nel famoso sigillo di Mohenjo-Daro, vecchio di cinquemila anni, potrebbe essere un proto-Shiva, chiamato Pasupati, il signore degli animali. Shiva è una figura molto complessa, ricca di ambivalenze, ambiguità e apparenti contraddizioni. Evoluzione del terribile dio vedico Rudra, Shiva rappresenta il tempo che distrugge l’intero Universo. Ma come avviene con il tempo, la distruzione del vecchio crea i l nuovo, quindi Shiva è contemporaneamente il distruttore e il creatore: la morte e la vita. Shiva è il Tutto e anche il suo complementare, il Nulla.
    Il dio conquistatore (di cuori)
    Shiva è un dio dalla grande virilità, ma è anche il dio androgino. Il suo lato destro è maschile, il lato sinistro femminile, rappresentazione simbolica di una caratteristica fisiologica degli umani e di molti mammiferi: normalmente il lato più forte del corpo è il destro, mentre il cuore è a sinistra. Queste caratteristiche sono amplificate, talvolta anche con asimmetrie visibili, dall’uso di utensili tipico dell’animale uomo. Tale ambivalenza rende Shiva un dio di grande bellezza e grande amatore, che seduce le mogli degli asceti. La sua prodezza sessuale è così grande che l’unione con la sua sposa Parvati scuote l’intero Universo. È anche il dio della danza (in questo caso chiamato Nataraja), una disciplina affascinante e seduttiva, strettamente collegata con il ritmo e il tempo.
    Il controllo dei sensi
    Shiva è anche il più grande e antico yogi dell’Universo, ovvero il più grande cultore della disciplina del controllo del corpo e dei sensi, le cui regole dovevano restare segrete e misteriose. Secondo la leggenda, un giorno Shiva stava insegnando lo yoga alla moglie Parvati, enumerando gli 84 milioni di asana possibili. Matsyendranah, trasformato in pesce, spiò di nascosto la lezione, imparando le 84 posizioni fondamentali che poi ha insegnato all’umanità. Grazie allo yoga l’uomo ha imparato i segreti del controllo sessuale, della longevità e della salute, trionfando sulla morte. Se questo può sembrare esagerato, bisogna osservare che, fuori dalla trasfigurazione simbolica, una disciplina in grado di mantenere in buona salute i praticanti in epoche in cui malattie oggi banali bastavano per far morire, non poteva che guadagnarsi una fama miracolosa.
    Linga e yoni
    Shiva viene rappresentato nei templi a lui dedicati dal famoso linga, un simbolo fallico inserito nella yoni, che a sua volta è il principio femminile. Il linga può essere un semplice cilindro di pietra, dalla cima arrotondata, oppure può avere forme più elaborate e riccamente decorate. Secondo André Van Lysebeth, che ne parla nel libro “Tantra. L’altro sguardo sulla vita e sul sesso” (ed. Mursia), manufatti in pietra molto diffusi nel mondo come cippi stradali, obelischi, colonne commemorative e persino gli antichi menhir sarebbero dei linga, così come campanili e torrioni (non a caso chiamati anche “maschi”, come il famoso Maschio Angioino a Napoli).
    Nulla è quel che sembra
    Le numerose contraddizioni di Shiva sono solo apparenti. Nel mondo occidentale siamo abituati a considerare l’Universo e le persone divise in bene e male, buoni e cattivi, bianco e nero. Nella realtà, le diverse caratteristiche umane sono spesso sfumate, indefinite e complementari. L’asceta è colui che tiene sotto controllo la sessualità, ma proprio perché la controlla, ha molta energia sessuale a sua disposizione. La fondatezza di questa intuizione è confermata dal fatto che anche importantissimi santi cristiani hanno avuto una vita molto attiva, se non addirittura dissoluta, prima di incontrare la conversione religiosa. Shiva è l’emblema del buon padre di famiglia, anche qui in contraddizione con se stesso: pur essendo un grande amante, il suo matrimonio con Parvati è sterile e i due figli Ganesha e Skanda non sono figli naturali di Shiva, che ama i figli di altri come fossero propri. Grande amatore, buon padre di famiglia, seduttore, asceta, distruttore e creatore. La descrizione di Shiva sembra quella dell’uomo eccezionale: grandi qualità, grandi difetti, molte contraddizioni.

    Le contraddizioni di Shiva
    • Androgino, metà uomo (lato destro) e metà donna (lato sinistro).
    • Asceta e simbolo del la fertilità, attraverso la sua rappresentazione simbolica: il linga (simbolo fallico).
    • Grande amatore, ma il suo matrimonio è sterile; infatti è padre di figli adottivi (Ganesha e Skanda).
    • Tempo che divora ogni cosa, ma anche creatore e fautore delle rinascite.
    • Cosparso di ceneri come gli asceti, ma è anche il signore della danza.

    Il politeismo induista
    Un europeo cresciuto con il concetto di monoteismo religioso può restare perplesso di fronte al politeismo induista, una caratteristica che può disorientare cristiani, ebrei e islamici. In realtà il politeismo induista, dal punto di vista filosofico, è più apparente che reale. Da una parte, la filosofia indiana ha sviluppato la nozione che le diverse figure divine sono diverse manifestazioni di un’unica realtà divina (un po’ come il dogma della Trinità, un concetto che comporta a sua volta obiezioni di presunto politeismo da parte dei critici delle principali religioni cristiane ) . Dall’altra, nella tradizione induista il dio di riferimento (Shiva, Visnu, Brahama, Ganesha o altri) viene considerato il dio principale, mentre le altre figure sono figure divine analoghe agli angeli e arcangeli della tradizione cristiana. Come si vede, al di là di quella che è la verità ultima, di cui non abbiamo esperienza, tutto torna, e le diverse tradizioni sono strutturalmente più simili di quel che sembra, fermo restando le differenze di credo, l’eventuale presenza di dogmi inderogabili, e il rispetto dovuto a tutte le religioni.

    mercoledì 11 luglio 2012

    PREMESSA DI REFRAMING : INVERTIRE I PENSIERI CON HALASANA

    < Dovete essere come il contadino .Di giorno egli semina ,ed è soddisfatto non già pensando al raccolto che verrà, ma perchè è consapevole di aver seminato a regola d'arte >



    L’aratro ( Halasana) rimuove la stagnazione sia fisica (soprattutto l’intestino che non funziona) sia mentale. In particolare, agisce sul quinto chakra, Vishuddha, quello della gola, della tiroide, della parte alta dei polmoni e della voce. È una posizione che fa fluire il prana (lo spirito vitale) rimuovendo il veleno della stagnazione e i sentimenti di poca stima verso noi stessi. Quando questo chakra, che è quello della percezione di noi stessi, di come noi ci vediamo e di come ci relazioniamo, è bloccato (il cosiddetto nodo alla gola) abbiamo difficoltà a comunicare e a farci capire per timidezza, ma anche arroganza, orgoglio. Chiudiamo la comunicazione o ci esprimiamo in modo aggressivo. Purificare questo chakra significa connetterci al nostro più profondo sè e liberarci di quei sentimenti e di quelle parole che ci dicono “quanto sono terribile, quanto sono cattivo”. Significa coltivare quell’abilità di dire cose gentili che non deprimono o umiliano gli altri. E significa saper ascoltare. Mentre siete in halasana mormorate parole gentili e incoraggianti verso di voi e verso gli altri » .

    Halasana massaggia e tonifica gli organi interni come : fegato , milza , pancreas.

    Grazie soprattutto al movimento del diaframma che con una corretta respirazione esercita  un vero e proprio massaggio degli organi . C'è anche una buona stimolazione della tiroide, di cui ne viene regolata l'attività ottimizzando tutto il metabolismo del corpo . Tutta la colonna vertebrale viene allungata e sciolta liberando gradulamente gli impedimenti che possono ostacolare un fluido scorrere dell'informazione-energia lungo questo canale fondamentale . In yogaterapia halasana favorisce la cura di asma , bronchiti , costipazione , disturbi del tratto urinario e mestruali . Stimola i meridiani di reni e vescica , interviene dunque in particolare sull'elemento acqua.Il movimento dell'energia è molto ampio e va dal 2° chakra (svadisthana) al 6° chakra (ajina).

    Dal punto di vista psico-simbolico , vediamo che si verifica un ribaltamento delle categorie mediante le quali interpretiamo  solitamente il mondo e cioè : alto/basso ; interno/esterno ; sopra/sotto , ecc I piedi si presentano addirittura sopra la testa e ciò suggerisce che la mente razionale non può essere una guida affidabile se non integra e accoglie tutti gli elementi "inferiori" che la sostengono , anzi in certi momenti deve lasciar andare completamente qualsiasi pretesa di controllo e lasciarsi guidare dall'istinto .


    Il patriarca Abramo quando il Signore lo invitò a lasciare per la sua terra per incamminarsi verso una " nuova terra " che il Signore gli avrebbe mostrato . Abramo non si perse in ragionamenti prolissi di se e di ma fatti di "testa" , ma mosse subito i "piedi" e le "gambe" in quanto obbedì alla coscienza superiore senza frapporre ostacoli della mente egoica inferiore , mostrando così che le vecchie categorie mentali di pregiudizio erano state superate in accordo con il " Dharma" (Legge Divina ) che dice di se :< Le mie vie non sono le vostre vie , i miei pensieri non sono i vostri pensieri > ; < Chi mette mano all'aratro (halasana) e una volta tracciato il "solco" (sita) si volge a guardare indietro , non è degno di me > ; infatti se vogliamo incontrare il divino , dobbiamo variare la qualità e  la natura dei nostri pensieri , imparare a pensare e ad agire  come il Signore pensa ed agisce , aiutati dalla lettura e meditazione dei testi spirituali ( Bibbia , Baghvad Gita , ecc ) , solo così possiamo sapere cosa desidera l'IO SONO , il VERBO !
    Arare nella antica tradizione contadina equivaleva a dissodare il terreno dopo il raccolto estivo , perchè in esso sono rimaste le " erbacce " , le radici non estirpate , tutti elementi che ostacolano la " nuova semina " che deve trovare il campo intonso e ripulito di ogni perniciosa presenza precedente . La lama dell'aratro (maschile) fende la terra (femminile) , la rivolta , la fessura dal profondo , aiutato dalla forza e dalla volontà (icchà) dei due buoi "aggiogati" (dal latino yugum = Yoga = unione ) , che guidati dall'intelletto (manas) del contadino (agricoltore celeste) per gettare nuovi "semi" (samskara) nella mente dopo averla ri-pulita e dissodata attraverso una attenta auto-analisi (studio di se = svadiyaya) rinunciando ai frutti (sannyasa) per dedicarli al divino è quanto invita a fare la Baghvad-Gita .

    Il vecchio karma va "dis-trutto" perchè possa essere fecondato il nuovo . Come dice Buddha : < La fede è il seme , le buone opere sono la pioggia , la saggezza e la mitezza sono le parti dell'aratro >. La crosta dura dell'avidità (aparigraha) , della cecità spirituale ( Avidya ) , della crudeltà , della vendetta , sono le "erbacce" che vanno spazzate vie , per far germogliare i semi dell'amore (prema) , della comprensione , della compassione (karuna) , per godere il frutto del vero " IO " , cioè : un cuore pieno di amore , di devozione , una mente aperta alla Divina Saggezza !

    In Halasana , l'aratro , il nostro corpo rappresenta il punto di contatto con colui che lo conduce ; infatti sono proprio i piedi e le gambe , che si affidano saggiamente ad una guida più consapevole . La nostra testa arando la terra si immerge dentro di essa e ne assorbe l'essenza mentre con la sua intelligenza la rende feconda ; infatti solo ri-trovando la connessione con la terra la nostra mente può divenire un seme pronto a fiorire in una nuova " terra interiore " !


    Yogacharya Eknathananda